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ARTE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA di Gennaro Ciambriello

Perché parlare di arte nella scuola dell’Infanzia? La vocazione creativa del nostro Paese renderebbe quasi obbligatorio un percorso educativo e formativo in grado di lasciare ampio spazio all’espressione artistica. L’arte nelle sue varie forme, coinvolge tutti i sensi del bambino e ne rafforza le competenze cognitive, socio-emozionali e ultrasensoriali. Nel corso della vita, continuerà ad influenzare lo sviluppo cognitivo, le abilità, la creatività e l’autostima, favorendo l’interazione con il mondo esterno e fornendo tutta una serie di attività che agevolano l’espressione di se e la comunicazione Attraverso un percorso laboriatoriale, i bambini si sono confrontati con le tecniche, le opere e gli artisti. In particolare abbiamo scelto di proporre alcune tematiche (il segno, lo spazio, la materia e il colore) che maggiormente caratterizzano l’arte contemporanea, vale a dire l’arte del tempo in cui viviamo, della storia che ci appartiene e di cui noi stessi siamo parte. Il progetto è stato articolato in tre laboratori, attraverso i quali i bambini hanno acquisito equilibrio tra la padronanza dello strumento espressivo e la libertà dell’ atto creativo .Hanno imparato a familiarizzare con le forme, plasmato la materia, acquisito i concetti di riutilizzo e riciclaggio in comunione con le correnti artistiche che della decontestualizzazione dell’assemblaggio e del reimpiego hanno fatto il punto cardine della loro espressività. I grandi artisti dell’arte contemporanea, come Paul Klee Joan Miro, Vasilij Kandinskij, Hirst, Kheit Haring eMark Rothko hanno accompagnato i bambini in un percorso magico, promuovendo in loro un atteggiamento estetico, un punto di vista che guarda al di là di stereotipi e pregiudizi e legge la realtà quotidiana con curiosità e stupore. Le referenti del progetto sono: Nunzia Ciriello - Maria Cotarella. Le insegnanti che hanno collaborato al progetto: Luisa Agrillo - Rosalba Santaniello - Marianna Granata - Daniela Di Domenico

ATEna prende vita! La scorsa domenica 18 maggio, nelle affrescate sale del cinquecentesco Palazzo Pinelli, noto ai più come “Palazzo Palumbo”, a Giugliano, è stato presentato alla cittadinanza giuglianese, e non solo, il progetto ATEna, che vede impegnati studenti e ragazzi dell’hinterland napoletano in un’iniziativa di ampio respiro che punta a portare un rinnovamento culturale nel nostro territorio sfruttando le capacità, le competenze e la voglia di mettersi in gioco dei nostri giovani. La conferenza di presentazione è stata accompagnata da un’originale esposizione fotografica che ha visto accostare alle immagini di personaggi di vari ambiti della cultura (da Jane Austen e Massimo Troisi per citarne qualcuno canonico agli “inaspettati” Alberto Angela, George Weah e Gordon Ramsey, giusto per fare qualche esempio) le immagini degli aderenti al progetto, che in maniera simpatica e innovativa “imitavano” i loro idoli suggerendo come il loro scopo sia unire le esperienze di personaggi che hanno dato tanto - senza purtroppo incontrarsi mai - per realizzare un qualcosa di onnicomprensivo che veda nell’unità e nel gruppo la sua piena realizzazione. Il tutto sotto la “presenza vigile” di una rielaborazione di Atena Parthenos, la cui sagoma bianca si stagliava su uno sfondo di scritte richiamanti i valori, gli ideali, gli obbiettivi e gli interessi dell’Associazione, quali la cooperazione, il talento, il confronto, la bellezza, l’arte, la storia, la tradizione e così via. La conferenza ha visto intervenire davanti ad una sala gremita gli aderenti al progetto che, tra interventi sul palco e impeccabile lavoro “dietro le quinte”, hanno esposto all’uditorio il percorso di gestazione di ATEna, i punti focali del progetto, a chi esso si rivolge e in che modo, con un rapido sguardo ai progetti già in cantiere e alle modalità di adesione. E’ stato presentato il logo, magistralmente ideato da Alessandra Desiderio, studentessa in grafica editoriale dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, che ha rielaborato con competenza e originalità i motivi tradizionali dell’iconografia classica, realizzando una civetta, l’animale sacro alla dea, che avvolge con le ali uno scudo, altro attributo della glaucopide, sul quale campeggia il nome ATEna.Curiosità: perché scritto in tal modo? Presto detto: il gruppo

base dell’associazione nasce dall’esperienza della Compagnia A.T.E., fondata nel settembre del 2010 da Ilaria Romano e Raffaele Palumbo, che finora ha unito attorno a sé ragazzi e ragazze degli ambiti più svariati. Questi ragazzi sono tutti originari del territorio napoletano, e da qui la volontà di unire le due realtà in una parola che le unisca: ATEna! Un augurio ad arrivare lontano senza dimenticare mai da dove si è partiti. E per arrivare lontano i ragazzi di ATEna hanno le idee chiare: ATEna nasce dalla collaborazione e dalla voglia di lavorare e di mettersi in gioco di ciascuno, perché si è imparato in anni di impegno e cooperazione che unendo le proprie forze e le proprie capacità si ottiene molto di più che lavorando da soli. ATEna vuole recuperare, conservare, valorizzare e promuovere il territorio perché siamo figli della nostra terra; la tradizione perché siamo il prodotto del nostro passato; le persone, e soprattutto i giovani, perché abbiamo bisogno delle nostre idee. ATEna vuole recuperare il Passato e confrontarlo col Presente, e intende farlo in tutte le sue forme: dall’arte all’archeologia, dal teatro alla musica, dalla tradizione enogastronomica alla letteratura, perché la Cultura è dell’Uomo e l’Uomo è della Cultura. La scorsa domenica 18 maggio, nelle affrescate sale del cinquecentesco Palazzo Pinelli, noto ai più come “Palazzo Palumbo”, a Giugliano, ATEna ha fatto il primo passo in questo lungo percorso che i suoi ragazzi si accingono a fare. Il secondo passo è già in programma: uno spettacolo teatrale a metà giugno nelle sale della biblioteca comunale. E i successivi sono già in cantiere. Non resta che augurare a questi giovani “buon viaggio” e, perché no, accompagnarli per un pezzo di strada. Gennaro Ciambriello


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