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L’informazione è una sostanza necessaria Intervista a Neil Shea, giornalista del «National Geographic» a cura di Dora Renna

L.ink – l’editoria ai tempi dell’ePub può vantare tra i propri ospiti Neil Shea, un giovane scrittore americano già affermato per lo spessore e la sensibilità del suo lavoro. Cresciuto a Boston, era una wilderness guide (una guida specializzata e il responsabile della sicurezza di viaggiatori e turisti in ambienti selvatici come le giungle) prima di diventare scrittore. Attualmente è redattore straordinario per il giornale letterario «Virginia Quarterly Review», scrive regolarmente per «National Geographic» e insegna giornalismo alla Boston University. Ha spesso lavorato all’estero, in Africa, Medio Oriente, Asia, Europa. Ha ricevuto diversi riconoscimenti nazionali, come i ‘Lowell Thomas Awards’ d’oro e d’argento, assegnati dalla Society of American Travel Writers, per le storie dall’Etiopia e da Cuba, e un premio per i reportage ambientali dalla Society of Environmental Journalists. «Pool Academy» ha parlato con lui di informazione e giornalismo online. Il contributo di Neil Shea è stato offerto con grande professionalità e cortesia. Qual è lo scopo dell’informazione nella società globale? Penso che sia quello di migliorare le nostre vite. Non intendo dire che l’informazione dovrebbe venire usata semplicemente per farci stare comodi, renderci più ricchi o tenerci aggiornati su ciò che fa Lindsay Lohan. L’informazione è materia prima. È usata al meglio se aiuta ad ampliare il nostro pensiero e a sfidare apatia, ingiustizia e altri simili problemi. Spesso sentiamo parlare di quanto l’informazione ci assilli, di quanto ci prenda a pugni fino a lasciarci confusi a girare su noi stessi. Quando la si guarda così, l’informazione diventa un avversario, come uno tsunami o un uragano. Qualcosa da combattere, controllare, temere. Forse è meglio pensare all’informazione come ad acqua, una sostanza necessaria che ci sostiene e ci circonda, e


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