Il Romanista dell'11 maggio 2025

Page 1


Sir Claudio Ranieri alla vigilia della gara di Bergamo che può significare quarto posto da soli: «Ci giochiamo qualcosa di serio con una squadra fortissima. Con Friedkin ho parlato, sa di aver sbagliato, vuole rimediare e io sarò centrale. Pellegrini sconfitta personale? Sì»

FLORENT GHISOLFI, DAN FRIEDKIN E CLAUDIO RANIERI A TRIGORIA GETTY IMAGES

PUNTO E VIRGOLA di Daniele

IL RETROSCENA

DEL LAVORO REALIZZATO DAL GASP

PSARÒ GARANTE, NON UOMO IMMAGINE. IO E GHISOLFI LAVORIAMO PER PORTARE QUESTO CLUB IN ALTO

badito che avrò voce in capitolo e per me è molto importante che sia stato confermato».

I tifosi della Roma vogliono essere rassicurati sul fatto che sia stato scelto o meno l’allenatore. Si può dire che il tecnico ci sia già e che il lavoro per il futuro è già iniziato?

«Io posso dire che dal giorno in cui mi sono insediato, il lavoro è cominciato per portare la squadra in alto. Questo posso sottoscriverlo. Ho detto che ci saranno due mercati di sofferenza. Ho letto che alcuni allenatori si sono tirati fuori perché la Roma non va in Champions... non mi sembra che si sia tirato fuori nessuno».

Si aspetterà la fine del mercato per l’annuncio dell’allenatore?

«L’ufficializzazione ci sarà quando il presidente lo deciderà. Noi ci parliamo sempre, non solo quando viene a Roma. Non mi ha detto quando sarà, ma perché non gliel’ho chiesto. Non era importante per me come lo è invece per voi».

Una battuta sul nuovo Papa? È tifoso della Roma e la somiglianza con lei è netta... Sull’Atalanta, cosa l’ha stupita di più? Quale elemento andrebbe preso come modello? «Bisogna vedere se è vero, le voci che si rincorrono sono tante. La somiglianza l’ho vista! Molti amici mi hanno inviato di tutto. Dell’Atalanta si dimentica cosa il presidente Percassi diceva all’inizio. L’Atalanta non era la Roma di adesso, certamente, ma lui predicava calma. Diceva che l’obiettivo fosse la salvezza, questa è stata la loro forza, far capire ai tifosi che la società stesse lavorando per il futuro. Io mi sento di dire: dateci credito, faremo una buonissima Roma. I programmi son questi, Dan Friedkin vuole portare la Roma a stare stabilmente in Champions. Ha sbagliato? Non sono io a dirlo, ma i risultati. Sta correndo ai ripari, speriamo che chi ha scelto per farlo sia all’altezza della situazione. Io e Ghisolfi non ci tiriamo indietro. So che sarà un ruolo difficile, ma per me che sono romanista dentro sarà

PERCHÉ HA FUNZIONATO IL MODELLO ATALANTA?

È CRESCIUTA

PIANO PIANO

E POI HANNO FATTO RISULTATI

bellissimo. Roma non è stata fatta in una notte e il prossimo anno lo ripeterò più spesso. Dateci credibilità, sbaglieremo sicuramente perché chi lavora sbaglia. Ma l’obiettivo è portare la Roma in alto».

Quindi lei sarà l’uomo immagine della Roma?

«Non sono l’uomo immagine. Mi prenderò le responsabilità. So che sono diventato un garante, a me non piace nemmeno venire in conferenza stampa. Non perché non mi piaccia parlare con voi, ma proprio perché il mio cassetto della vanità è molto piccolo e si è riempito tantissimi anni fa. Lo faccio perché è mio compito venire qui e dirvi le cose che sento».

L’infortunio di Pellegrini sarà lungo. Ha la sensazione che quando tornerà non sarà più un giocatore della Roma?

«Qui già siamo oltre mare. Dispiace tantissimo non averlo a disposizione, un giocatore della sua classe e motivazione... a prescindere mi mancherà tanto. Era una freccia nel mio arco, molto importante. Gli faccio un grosso augurio per la guarigione. Questo posso dire a voi e a lui».

Alla Roma è mancata riconoscibilità nei vari reparti del club, come una struttura societaria?

«È quello che stiamo facendo. Stiamo lavorando su questo in ogni reparto, per portare al top la Roma. Io posso lavorare sul mio, però, non su quello che non mi compete».

Tra i tanti miracoli che ha compiuto alla Roma dal suo ritorno, non è riuscito a far tornare Pellegrini in forma come una volta. Nel caso dovesse andar via, la sentirebbe come una sconfitta personale?

«Io quando non riesco a far rendere qualcuno ai suoi livelli, lo sento come una sconfitta personale. Lui in questa stagione farà parte di questo. L’ho allenato già in passato e so quello che può dare, certo che lo sento come una sconfitta personale». ■

Gian Piero Gasperini dopo la vittoria dell’Europa League della scorsa stagione; in alto Claudio Ranieri e Pellegrini durante Roma-Fiorentina; nell’altra foto Ghisolfi e il tecnico giallorosso prima di Roma-Como. Al centro delle due pagine, Claudio Ranieri in conferenza stampa GETTY IMAGES

er quanto i contatti telefonici o via call siano realistici, vedersi di persona è tutta un’altra cosa. Quando sei lì, faccia a faccia, non ci si può mentire, neanche involontariamente. Non ci sono messaggi che tengano (Ranieri peraltro è uno che il telefono lo usa con assoluta parsimonia), non ci sono email, non ci sono videoconferenze. Si sta insieme, nella stessa stanza, ci si confronta, ci si guarda, ci si annusa, ci si stringe la mano. Dopodiché tutto è più chiaro. Se ieri Claudio Ranieri è apparso assai più sicuro di sé e del ruolo che dovrà svolgere dal prossimo 1 luglio è merito del confronto aperto che c’è stato il giorno prima a Trigoria con il presidente Dan Friedkin, confronto dal quale Ranieri è uscito rafforzato. E la cosa rassicura tutti. Se lui è il Garante, come si è sostanzialmente autonominato nella conferenza stampa di ieri mattina, siamo tutti più tranquilli. Viene anche da pensare che il suo contributo nella scelta del prossimo allenatore sia stato tenuto nella giusta considerazione. E se abbiamo usato il verbo declinandolo al passato è perché siamo convinti che i giochi più o meno siano stati fatti. Non sappiamo se sia stato già sistemato ogni dettaglio anche dal punto di vista contrattuale con mister X, ma sarebbe preoccupante se fossero trascorsi sei mesi da quando si è avvertita la necessità di individuare un candidato per la panchina del prossimo anno e oggi non ci fosse ancora una forma a quel pensiero. Semmai a Friedkin, Ranieri e Ghisolfi vanno fatti i complimenti per essere riusciti a tenere segreto il nome per tanto tempo. A oggi, infatti, non ci sono certezze. Per quanto ci riguarda, in radio e sul giornale ci siamo spinti forte sempre e solo su un nome, quello di Gian Piero Gasperini, perché grazie al lavoro di tutta la redazione una crepa nel muro eretto dai dirigenti ad un certo punto (il 21 marzo, per la precisione) ha lasciato scappar fuori qualche indiscrezione piuttosto concreta. Ma di fronte alla precisa smentita di Ranieri di qualche giorno dopo (il 27 marzo, per la precisione) abbiamo fatto un passo indietro per rispetto alle indicazioni del tecnico, sottolineando però come le indiscrezioni raccolte (trattativa serrata, almeno due incontri ravvicinati, dettagli sui nomi della rosa del prossimo anno, dettagli sull’accordo economico) non potessero essere smentite. E ieri le parole di elogio di Ranieri per il suo collega non ci sono parse di circostanza. Anzi, ci è sembrato significativo che quando gli abbiamo chiesto quali fossero i valori incarnati dall’Atalanta in questi anni ad averlo maggiormente colpito, abbia risposto citando la programmazione morbida di Percassi, ma andando col pensiero alla situazione della Roma di oggi, come a dire: «Noi partiamo pure da una situazione di classifica migliore». Forse siamo maliziosi, ma ci è sembrato un altro indizio piuttosto chiaro. Gasperini lo affascina e se davvero è toccato a sir Claudio indicare il nome del collega che deve sostituirlo, non sarebbe così strano vedere nell’abbraccio di domani sera prima della partita una sorta di passaggio di consegne giallorosse. ■

www.ilromanista.eu www.radioromanista.it

LA STAGIONE 2024/25

Le giallorosse

POST PARTITA

Spugna: «Volevamo fortemente l’Europa»

«La volevamo fortemente» Si riferisce alla qualificazione in Champions il tecnico della Roma Femminile Alessandro Spugna, un traguardo raggiunto all’ultima giornata battendo la Fiorentina in casa sua: «Abbiamo avuto una settimana non semplice - ha detto ai canali ufficiali del clubperché abbiamo dovuto recuperare le energie fisiche e mentali, però le ragazze sono state molto brave perché hanno interpretato la partita nel modo giusto. Avevamo due risultati su tre ma non abbiamo giocato per il pareggio, c’è stato equilibrio e abbiamo saputo soffrire in certi momenti. Questa è stata una stagione complicata però alla fine conquistiamo qualcosa d’importante». Una stagione complicata, a dir poco, che però può chiudersi in bellezza con la finale di Coppa Italia a Como contro la Juventus. In quel caso la Roma sarà chiamata a

ABBIAMO INTERPRETATO

BENE LA GARA, SENZA GIOCARE PER IL PARI. È UN’INIEZIONE DI ENERGIA PER LA FINALE DI COPPA

un’impresa ancora più grande: «Ci penseremo da lunedì, adesso godiamoci questo momento, recuperiamo le forze perché ci sarà bisogno di tante energie. A Firenze c’era tanto caldo e probabilmente anche sabato troveremo un clima del genere. Giochiamo contro una squadra forte ma ci siamo e arriviamo forti di un risultato che ci dà una bella iniezione di energia». «Era importante raggiungere questo obiettivo - ha aggiunto invece Linari - club e squadra lo meritano. Sono molto orgogliosa di questa squadra e di quanto fatto, nonostante tutto. Ora contro la Juventus sarà difficilissimo, loro sono molto forti, ma è una finale e sappiamo come giocarcela ad armi pari». ■ LF

SERIE A FEMMINILE

RISVEGLIO DA CHAMPIONS

MEGLIO TARDI CHE MAI

Al Viola Park Fiorentina battuta 1-0: è terzo posto. Decide Giugliano su rigore

Fiorentina 0

Fiorentina (3-4-1-2)

Fiskerstrand; Faerge, Ballisager, Erzen (35’ st Pastrenge); Severini, Curmark (21’ st Della Peruta), Catena (21’ st Filangeri), Snerle; Boquete (35’ st Longo); Janogy, Bredgaard.

N.e.: Durante, Georgieva, Sarti, Cherubini, Bettineschi, Ciabini, Lombardi

Allenatore: De La Fuente

Roma (4-3-3)

Ceasar; Thøgersen, Cissoko (30’ st Oladipo), Linari, Di Gugliemo; Troelsgaard, Kuhl (30’ st Pandini), Giugliano; Pilgrim (17’ st Glionna), Giacinti, Haavi

N.e.: Kresche, Merolla, Catena, Kim, Corelli, Pante, Viens Allenatore: Spugna

Reti: 3’ st Giugliano (rig.)

Arbitro: Colaninno di Nola (Fumarulo-Fedele)

Note: Ammonite: Ballisager, Cissoko, Giugliano, Glionna, Bredgaard

Recupero: 1’ e 7’

Leonardo Frenquelli leonardo.frenquelli@ilromanista.eu

La Roma chiude il campionato al terzo posto e si qualifica per il quarto anno consecutivo ai preliminari della Women’s Champions League. Si tratta di una mera consolazione per la peggior campagna degli ultimi quattro anni, ma dopo le debacle con Juve, Inter e Milan le giallorosse hanno rial-

zato la testa quanto bastava per non farsi superare dalla Fiorentina. Ieri al Viola Park la squadra di Spugna ha battuto 1-0 la Viola in una sfida equilibrata, dando qualche timido segnale di ripresa, soprattutto dal punto di vista della concentrazione e della mentalità. Sarebbe bastato anche un pareggio, ma sono arrivati tre punti e, citando il tecnico romanista la «benedetta Champions League», proprio all’ultima giornata: meglio tardi che mai.

Presenza mentale

Senza Minami oltre alle solite innumerevoli infortunate, la Roma ha iniziato leggermente sotto ritmo per poi prendere pian piano il controllo del gioco e iniziare a creare con continuità soprattutto sulle fasce con Haavi e Pilgrim. La svizzera al 19’ con un bel guizzo sulla destra è riuscita a mettere un cross basso per Haavi che è stata anticipata in maniera probabilmente fallosa da Snerle (non secondo il tutt’altro che irreprensibile arbitro Colaninno). Prova discreta anche delle centrocampiste con Giugliano nuovamente brillante, Kuhl che non era al meglio ma ha agito bene da raccordo tra i reparti finché ha potuto e Troelsgaard a “fare legna” e a vedersi negare un eurogol al 31’ con un gran destro dalla distanza che ha impattato sulla traversa a portiere battuto. In un primo tempo in cui la Viola ha lasciato molto margine alle giallorosse, sperando forse di riuscire a sfruttarne le assenze nel corso della ripresa, la Roma ha comunque peccato di poco cinismo, come quando al 35’ Giacinti non ha trovato il vantaggio a tu per tu con Fiskerstrand. L’1-0 romanista però era maturo ed è

arrivato nelle primissime battute della ripresa: Haavi è andata via a Erzen che l’ha stesa in area e stavolta non ci sono stati dubbi nemmeno per Colaninno, rigore. Dal dischetto è andata Giugliano che ha realizzato il dodicesimo gol del suo campionato e il pesantissimo 1-0. Da quel momento, tra la Fiorentina che sapeva di dover segnare due gol e la Roma che cercava di ripartire in contropiede è successo praticamente di tutto. Al 54’ Bredgaard ha colpito una traversa dopo una bella azione personale, poi ci ha provato anche Severini impattando sullo stesso legno (ma Ceasar era sulla traiettoria). Al 68’ il primo palo di giornata di Giacinti che ha calciato quasi da centrocampo un destro che meritava miglior fortuna dopo aver visto il portiere fuori dai pali. Al disperato, ma anche caotico insistere della Fiorentina che è addirittura passata a un iper offensivo 4-2-4 ha risposto la tenuta mentale della Roma, con alcuni interventi importanti di Ceasar e il buon esordio della giovane Oladipo al centro della difesa. Al 95’, poco dopo la seconda traversa di Severini, su un contropiede Giacinti ha colpito un altro palo, sbagliando ancora nell’uno contro uno col portiere. Il triplice fischio è arrivato al 97’ con Haavi, come sempre motore trainante della Roma, stesa a terra stremata a centrocampo e la consapevolezza giallorossa di aver ottenuto l’obiettivo minimo, di aver rischiato di lasciarselo sfuggire ma anche di averlo saputo agguantare.

Consapevolezze Ora, archiviato il peggior campionato dal 2021, resta solo la finale di Coppa Italia per chiu-

dere la stagione, un ciclo che va esaurendosi e fare le valutazioni per il futuro. A Como serviranno i segnali arrivati dal Viola Park e anche molto di più, servirà la vera Roma e un’altra impresa, l’ultima, per poi voltare pagina, con un trofeo in più. ■

Classifica

10ª giornata

Fiorentina-Roma

Riposa: Fiorentina

I punti in meno totalizzati rispetto alla passata stagione in Serie A Dopo due campionati vinti e dominati la Roma è andata giù anche a livello statistico. I legni colpiti (29, come nessuno in Europa), gli infortuni (oltre la doppia cifra) e una serie di errori su ogni fronte si rispecchiano chiaramente sulla classifica: 25 punti in meno rispetto allo scorso anno, 25 gol segnati in meno e 12 subiti in più. Dati di un calo di fine ciclo, che danno comunque la Champions, ma fanno riflettere

La Roma riunita davanti alla panchina ieri prima del fischio d’inizio della gara vinta contro la Fiorentina per 1-0 al Viola Park, valsa la qualificazione in extremis alla prossima Champions League GETTY
Spugna ieri al Viola Park, alla centesima in Serie A con la Roma GETTY IMAGES

SERIE A LAZIO-JUVE, UN PARI UTILE ALLA ROMA

36ª giornata Vecino risponde a Kolo Muani. Entrambe a +1

Un punto a testa e una speranza in più per la Roma. Allo Stadio Olimpico non ci sono vincitori e vinti tra Lazio e Juventus: regna la parità, un 1-1 che porta entrambe le formazioni a quota 64 punti. A più uno proprio sui giallorossi, attesi dalla sfida con l’Atalanta. Padroni del loro destino. Nell’impianto della Capitale, gli uomini di Baroni e quelli di Tudor fanno a turno nel rendersi pericolosi. Si mostra spesso Alberto Costa, due volte reattivo in zona offensiva; poi poco altro dalla prima frazione. Con un Nico Gonzalez piuttosto fuori dalla partita e sostituito all’intervallo da Conceicao. Ma è proprio alla ripresa, più precisamente al 51’, che Kolo Muani raccoglie la palla di McKennie e batte Mandas di testa per l’1-0. Sembra la spinta

LÌ ATALANTA

decisiva per i bianconeri. Tutto smentito da Kalulu: 10’ dopo la rete il Var vede una manata del difensore ai danni di Castellanos e Massa estrae il rosso. Juve in dieci, gara che può riaprirsi. C’è però una prova di forza notevole da parte degli ospiti. La Lazio tenta a più ripetizioni (senza successo) il cross al centro; Vecino ci prova di testa al 76’ e prosegue, da lì, l’avanzata biancoceleste. E intanto Tudor toglie dal campo Conceicao, entrato al 46’, e Adzic, dentro solamente da dieci minu-

IL ROSSO DI KALULU DOPO LA ZUCCATA DEL FRANCESE

CAMBIA TUTTO. RIGORE

TOLTO, PALO E RETE DELL’URUGUAIANO AL 96’

ti. Fiato sospeso all’88’, quando il Var toglie un tiro dal dischetto ai biancocelesti: Savona perde palla su pressing di Pedro, Castellanos si invola e viene steso da Di Gregorio. Ma la posizione dell’attaccante è irregolare. Pare ormai tutto scritto. Invece, al 96’, arriva l’1-1 che fa poco contenti i tifosi accorsi all’Olimpico. Dopo il palo di Dia al 94’, ci pensa Vecino a spedire la palla in rete, sfruttando a dovere un tap-in. L’uruguaiano è il più lesto subito dopo la parata di Di Gregorio su Castellanos e l’1-1 è servito. Così come il triplice fischio. Lazio e Juve a più uno, giallorossi con una gara da giocare. Tutto è ancora in ballo. Risultato diverso al Castellani, dove l’Empoli vince 2-1 lo scontro salvezza con un Parma valoroso. Vittorioso anche il Como con un 3-1 in rimonta sul Cagliari. ■ SC

Dubbi per Gasp: Lookman verso il forfait

Martina Stella martina.stella@ilromanista.eu

Continuano i punti interrogativi per Ademola Lookman: dopo essersi fermato nella giornata di venerdì, l’attaccante nigeriano dell’Atalanta ieri ha proseguito a svolgere un percorso di lavoro individuale, senza unirsi al gruppo. Dopo la squalifica di Isak Hien e il forfait di Juan Cuadrado, Gian Piero Gasperini per la sfida decisiva contro la Roma di domani sera alle 20:45 rischia di perdere anche il suo numero 11. Lookman ha saltato l’allenamento che si è svolto nella mattinata di venerdì 9 maggio per un fa-

stidio di natura infiammatoria patito al tendine d’Achille destro che non lo ha ancora lasciato in pace. Resta ancora la giornata di domenica per valutare il recupero dell’attaccante, elemento

TENNIS Il ritorno di Sinner Navone ko in due set

Lorenzo Fares

Il Re è tornato. Centoquattro giorni dopo il trionfo agli Australian Open, Jannik Sinner si è ripresentato in campo in grande stile, e lo ha fatto nella suggestiva cornice del Foro Italico di Roma. L’ingiusta sospensione di tre mesi dovuta all’ormai famigerato “caso Clostebol” è ormai alle spalle, e l’altoatesino non ha certo tradito il clima di attesa spasmodica che si è creata intorno al suo rientro. Mariano Navone, tennista argentino specialista della terra rossa, nulla ha potuto contro le enormi motivazioni di un Sinner entrato affamato sul Centrale del Foro Italico, accolto da un tifo d’altri tempi e, infine, vincitore con il punteggio di 63 64. A prescindere dal punteggio finale, l’attesa era soprattutto per capire in quali condizioni fisiche ed emotive si sarebbe ripresentato il numero uno del mondo: possiamo dire che il test sia stato ampiamente superato da Jannik.

A dire il vero c’erano ben pochi dubbi sul fronte motivazionale e caratteriale, qualcuno in più ovviamente sul ritmo partita e sull’adattamento al clima torneo. Anche da questo punto di vista Sinner si è mosso bene, magari regalando qualcosa sul lato del diritto e servendo meno bene di altre volte, ma sono situazioni del tutto normali quando si è lontani dai tornei ufficiali per tre mesi.

Un po’ di fatica c’è stata nel chiudere la partita a fine secondo set, anche perché Navone è stato generoso nel rimanere nel match fino alla fine.

Ma questa era la serata di Jannik Sinner e del tennis italiano, e nessuno al mondo ce la poteva rovinare.

I marcatori

24 reti: Retegui (Atalanta)

17 reti: Kean (Fiorentina)

14 reti: Thuram (Inter), Lookman (Atalanta)

14 reti: Orsolini (Bologna)

12 reti: Dovbyk (Roma), Lautaro Martinez (Inter), Lukaku (Napoli)

11 reti: McTominay (Napoli), Pulisic (Milan)

10 reti: Lucca (Udinese), Krstovic (Lecce), Reijnders (Milan), Castellanos (Lazio)

9 reti: Adams (Torino), Vlahovic (Juventus), Piccoli (Cagliari), Dia (Lazio)

8 reti: Castro e Ndoye (Bologna), Thauvin (Udinese), Pinamonti (Genoa), Esposito (Empoli), Diao (Como) Zaccagni e Pedro (Lazio)

fondamentale nell’organico, soprattutto alla luce dell’assenza di Cuadrado. Qualora non dovesse farcela, le opzioni più accreditate per completare il tridente con il ritrovato De Ketelaere e l’intoccabile Retegui sarebbero Brescianini e Pasalic, con quest’ultimo che però potrebbe anche essere chiamato a giocare a centrocampo in caso di arretramento di De Roon nei tre di difesa. Inoltre, nella giornata di ieri a Zingonia Palestra è tornato a lavorare individualmente in campo dopo una lunga assenza; lavoro individuale anche per Posch; solo terapie per Cuadrado, Scalvini, Scamacca e Kolasinac ■

7 reti: Leao (Milan), De Ketelaere (Atalanta), Cutrone (Como)

6 reti: Dybala e Saelemaekers (Roma), Dumfries (Inter), Tengstedt (Verona), Strefezza e Paz (Como), Gudmundsson (Fiorentina), Anguissa (Napoli), Bonny (Parma), Odgaard (Bologna) , Kolo Muani e Yildiz (Juventus), Zortea (Cagliari)

5 reti: Soulé (Roma), Calhanoglu, Frattesi (Inter), Gosens, Beltran (Fiorentina), Vlasic (Torino), Weah (Juventus), Colombo (Empoli), Mosquera (Verona), Djuric (Parma)

4 reti: Shomurodov (Roma)

3 reti: El Shaarawy Pisilli, Pellegrini e Angeliño (Roma)

1 rete: Mancini, Baldanzi e Paredes (Roma)

Le prossime gare della Roma

Atalanta-Roma

Torino-Roma Serie A 25/05

La delusione del centrocampista della Juve Manuel Locatelli dopo l’1-1 con la Lazio. Il risultato porta entrambe le squadre a +1 sulla Roma GETTY IMAGES
Jannik Sinner saluta il Foro Italico dopo la vittoria contro Navone in due set GETTY

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.