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Sfoglia la rosa Aspettando aiuti dal mercato, Gasperini lavora e trova nuove risorse. Dopo Baldanzi, anche Ghilardi ed El Shaarawy. La Roma cresce, gioca


NUOVE POSSIBILITÀ
Tutti insieme In attesa del mercato il tecnico modella e migliora le risorse in casa. Ghilardi gioca e convince
Iacopo Mirabella iacopo.mirabella@ilromanista.eu
La vita è come un esperimento e più si sperimenta, meglio è. Gasperini invece è come un artigiano e giorno dopo giorno grazie al duro lavoro sul campo e fuori, sta riuscendo a costruire e modellare al meglio la sua creatura.
Tra le mura di Trigoria è nata e sta crescendo la nuova Roma, una squadra che partita dopo partita sta esprimendo sempre più qualità grazie al potenziale uscito fuori, un potenziale che nei mesi scorsi era rimasto nascosto e inespresso. La squadra sta crescendo, il gruppo è sempre più unito con una fiducia smisurata nei confronti del tecnico giallorosso, stessa fiducia mostrata anche da tutta la piazza giallorossa che vede Gasperini
CONTRO I DANESI IN EUROPA, IL CENTRALE HA FATTO IL SUO
ESORDIO DAL PRIMO
MINUTO
come un condottiero da seguire in ogni battaglia da qui fino al termine della stagione. Nelle prime uscite stagionali Gasperini poteva contare su pochi uomini a disposizione, ma grazie all’intenso lavoro ora ha ampia scelta e finalmente può sperimentare e attuare tutte le idee di gioco e tattiche che vagano nella sua testa contando su più interpreti e le ultime gare lo hanno dimostrato.
Da seconde linee a comprimari L’undici tipo della Roma è delineato da tempo ma nelle gerarchie alcune seconde linee sono saliti di livello diventando comprimari. Fino a questo momento della stagione Ghilardi aveva collezionato solamente 6’ in Serie A, ma con il Midtjylland è arrivato l’esordio in maglia giallorossa. Contro i danesi il centrale ha ricoperto il ruolo di braccetto de-
BALDANZI VUOLE
GIOCARSI
ANCORA LE SUE CARTE
NELLA
CAPITALE E ORA PUNTA
IL NAPOLI

stro del terzetto difensivo e la sua prova ha sorpreso tutti, compreso Gasperini che lo ha tenuto in campo per tutti i 90’, ora la difesa pul contare su un nuovo innesto, un rinforzo utile vista la partenza anche di Ndicka con la sua Costa d’Avorio. Duelli vinti, rapidità, concentrazione e prestanza fisica, sono solo alcune delle cose che Ghilardi ha fatto vedere nella sfida dell’Olimpico, gara dove anche El Aynaoui ha brillato. Con Cristante e Koné al top della
loro forma il centrocampista marocchino era riuscito a ritagliarsi solo alcuni spezzoni di gara fino a questo momento ma in Europa è arrivato il primo gol ufficiale con la maglia giallorossa e una prestazione da big e ora il centrocampo acquista un nuovo giocatore anche se dovrà lasciare a breve Trigoria per giocare la Coppa d’Africa con il suo Marocco. Anche Tommaso Baldanzi, grazie al duro lavoro con Gasperini, è riuscito a scalare le ge-




rarchie a tal punto di spingere il tecnico (complice l’assenza di centravanti) a schierarlo dal primo minuto nel ruolo di “falso nove” contro la Cremonese. Ora Baldanzi è addirittura in ballottaggio con Dybala per la partita contro il Napoli per il posto da “falso nove”. Il mercato è alle porte e le ombre di una sua possibile cessione rimangono, ma Tommaso ha intenzione di giocarsi le sue carte ancora nella Capitale con la maglia giallorossa.
I


EL AYNAOUI CRESCE E BRILLA. NELLA NOTTE EUROPEA HA TROVATO IL SUO PRIMO GOL
La nuova Roma è nata e Gasperini ha l’obiettivo di farla crescere ulteriormente senza porsi alcun limite. Il mercato sicuramente aiuterà, ma a Trigoria il potenziale di certo non manca. Anche e soprattutto Pellegrini si è rilanciato con Gasp in panchina. In estate sembrava essere ormai cosa fatta la sua partenza, ma ora è tornato titolare inamovibile e chissà se magari tra pochi mesi si troverà l’accordo per il rinnovo di contratto. ■
Nell’altra pagina: Daniele Ghilardi
insieme a Tommaso
Baldanzi a Trigoria; a sinistra dall’alto: El Aynaoui durante
l’esultanza dopo il gol al Midtjylland e Gian Piero Gasperini
all’Olimpico GETTY
IMAGES
Andrea Di Carlo andrea.dicarlo@ilromanista.eu
UIn realtà, Roma-Napoli all’Olimpico è iniziata quando El Shaarawy ha segnato il gol della sicurezza contro il Midtjylland, chiedere conferma ai presenti. O ancor prima, quando a Cremona il settore allargato festeggiava un’altra vittoria in trasferta e il primo posto in solitaria. Insomma, quella di domani, è una di quelle sere che ogni tifoso non vede l’ora di vivere, un appuntamento a cui non vuoi mancare. Proprio per questo, anche se ormai in realtà è un’abitudine consolidato, l’Olimpico è andato sold out, con circa 64.000 spettatori previsti, compresi i quasi 1.500 che si andranno a sistemare nello spicchietto di stadio destinato agli ospiti. Lì, come in ogni altro settore, non sarà consentito l’accesso ai residenti in Campania, seguendo il provvedimento che ormai accompagna questa sfida (che si giochi a Roma o a Napoli) da tempo. Proprio in virtù di questo, domani sera ai tornelli sarà richiesta l’esibizio-

ne di un documento d’identità che mostri anche la residenza.
I prossimi impegni Contro il Napoli, sarà la terzultima gara casalinga di un fantastico 2025 che ha portato la Roma di Ranieri prima e quella di Gaspe-
GASPERINI LA SEGUIRÀ IN TRIBUNA TRA I 64.000. NON SARÀ CONSENTITO L’ACCESSO ALLO STADIO AI RESIDENTI IN CAMPANIA
rini poi a raccogliere più punti di tutti in Italia. Gli ultimi due appuntamenti saranno le sfide al Como e il ritorno all’Olimpico, per la prima volta in vita sua da avversario, di Daniele De Rossi, per Roma-Genoa del 29 dicembre. Per la gara contro Fabregas, sono ancora disponibili biglietti sul sito del club, mentre i tagliandi per la sfida al Grifone rientrano nelle offerte che la società ha adottato per il black friday (che riguarderanno anche Roma-Torino di Coppa Italia, valide fino alle 12 di lunedì e con sconti fino al 50% nelle aree ospitality. ■
Un enorme sospiro di sollievo. Gasperini lo aveva già fatto intendere in conferenza stampa nella pancia dell’Olimpico, ha poi ricevuto le tanto attese conferme. Manu Konè e Neil El Aynaoui hanno grosse chances di poter recuperare in tempo per la sfida di domenica sera contro il Napoli. I due, usciti malconci dalla sfida di Europa League contro il Midtjylland, ieri si sono sottoposti ad esami strumentali per scongiurare problemi seri che li avrebbero estromessi dalla grande notte dell’Olimpico. L’esito ha escluso lesioni legamentose sia per la caviglia destra del mediano francese sia per il ginocchio sinistro del centrocampista marocchino. C’è da dire che Koné aveva provato a tranquillizzare i tifosi uscendo dallo stadio, seppur zoppiccando leggermente. Gli esami hanno dato il via libera allo staff medico per far sì che i due possano presentarsi nelle migliori condizioni possibili all’impegno di domenica sera. Sarà poi tutto nelle mani di Gasperini valutare il miglior undici e capire se puntare subito su entrambi oppure no. Ma lo scenario più probabile è quello di avere ai box solamente Angeliño e Dovbyk: dopo i rientri di Dybala e Bailey, l’obiettivo è quello di svuotare in tempi brevi l’infermeria.
Sfida al potere
Subito dopo la vittoria contro il Midtjylland, il gruppo giallorosso si è ritrovato a Trigoria. Lavoro di scarico per chi ha accumulato un minutaggio importante contro i danesi, per gli altri lavoro atletico e tecnico in campo. L’operazione Napoli ha quindi preso ufficialmente il via nella mattinata di ieri. Una delle indicazioni che arrivano dal campo riguarda Hermoso: dopo aver saltato la trasferta di Cremona ed esser rimasto a guardare in Europa League, lo spagnolo tornerà in campo dal primo minuto, accanto a Mancini e Ndicka. In mediana tanto dipenderà dalle condizioni di Konè: se il francese, come si prevede, sarà a disposizione, ci sarà lui in mezzo al campo con Cristante. In attacco, viste anche le sostituzioni avvenute nella ripresa, tutto fa pensare che si riparta da Soulè e Pellegrini dietro all’unica punta. Riferimento offensivo sul quale c’è un ballottaggio apertissimo tra Dybala e Ferguson, ma occhio a Baldanzi che a Cremona era piaciuto e tanto al tecnico. La palla passa a Gasperini, il Napoli è dietro l’angolo. ■
ANGELIÑO PROSEGUE UN LAVORO INDIVIDUALE. TERAPIE PER DOVBYK, HERMOSO PRONTO A TORNARE TITOLARE

Nel dettaglio
Roma, giovedì 27 novembre 2025
Gara 5 - Fase Campionato - Europa League
Roma Midtjylland
2 gol 1
0,84 x-gol 0,73
52% possesso palla 48%
2 assist 1
6 calci d’angolo 6
45 palle recuperate 49
9 palle perse 12
13 falli commessi 20
2 fuorigioco 2
1 parate 4
0 rigori 0
2 ammonizioni 3
0 doppie ammonizioni 0
0 espulsioni 0
108,7 distanza percorsa (km) 109,5
389 passaggi riusciti 296 85% precisione passaggi 80%
13 tiri totali 11
6 tiri in porta 2
4 tiri fuori 6
3 tiri respinti 3
1 pali 0
8 tiri in area 9
5 tiri da fuori area 3
13 cross totali 22
4 cross riusciti 5
8 dribbling 25 Tempo di gioco
Totale 96’ 19”
Effettivo 51’ 26”
L’artigiano Ogni partita una invenzione diversa, spesso in controtendenza Eppure in questa maniera la squadra funziona, a parte l’episodio di Wesley
Daniele Lo Monaco daniele.lomonaco@ilromanista.eu
Astar dietro a tutte le pensate di Gian Piero Gasperini l’artigiano si rischia di perdere la testa. Ogni tanto bisogna fermarsi e contare. Limitiamoci solo all’ultima partita, quella che ha riequilibrato la classifica della Fase Campionato dell’Europa League, riportando la Roma nella parte superiore del gruppone delle candidate al play off, a due passi addirittura dal paradiso di chi il doppio confronto di febbraio potrà scansarlo. Partita vinta meritatamente dalla Roma, come confermano peraltro le statistiche, con un primo tempo ampiamente dominato e un secondo in controllo, con la sbavatura della rete incassata (con forti responsabilità individuali) che ha rischiato di complicare all’improvviso la serata. In realtà poi l’unica occasione capitata nei cinque minuti trascorsi dal gol di Paulino al triplice fischio è stata quella di El Shaarawy. Dicevamo delle scelte di Gasperini che all’improvviso lunedì ha riavuto a disposizione tre dei cinque infortunati del momento: Hermoso, Dybala e Bailey (mentre Dovbyk e Angeliño devono ancora completare il recupero).
Le scelte con i danesi
La logica, e pure qualche indizio in conferenza stampa di presentazione, portava a credere che dei tre avrebbe rimesso in campo il difensore dal primo minuto e avrebbe portato in panchina i due attaccanti, dando fiducia a Ferguson davanti a Soulé e Pellegrini per poter eventualmente ripresentare Dybala pronto dal primo minuto col Napoli, la partita più importante di questa prima fase di carriera romanista di Gasperini. Ma l’artigiano ragiona in maniera diversa, e certi doloretti che ancora l’irlandese sente quando calcia l’hanno indotto a tenerlo fuori, rimettendo subito in campo proprio l’argentino. E senza pensare affatto al Napoli, l’ha poi tenuto in campo 78 minuti, quando tutti si aspettavano il cambio al momento dell’ingresso di Ferguson in campo, ad inizio ripresa (quando invece ha tolto Soulé e Pellegrini, stavolta sì pensando al Napoli, per inserire El Shaarawy con Evan). In difesa ha invece tenuto fuori Hermoso e per non togliere Celik da quel ruolo a tutto fascia che così bene il turco sta ricoprendo ha deciso addirittura di “scongelare” Ghilardi, lasciando in panchina anche Ziolkowski che a Cremona non aveva brillato. Quando poi nella ripresa ha mandato a scaldarsi Tsimikas, tutti hanno pensato che avrebbe fatto uscire Wesley, che stava vivendo una sera oggettivamente storta, e invece fuori Celik e spostamento di fascia per il brasiliano (se l’è ri-
CONTRO IL NAPOLI L’EX EMPOLI POTREBBE ESSERE PREFERITO A DYBALA. FERGUSON IN RIBASSO
messo più vicino alla panchina): sceltra anch’essa controversa anche perché il gol del Midtjylland è venuto dall’ultima indecisione del brasiliano.
Le contro idee del Gasp Non sembrano semplicemente idee, assomigliano più a delle contro-idee. Del resto è la filosofia stessa del suo gioco a nascere come contrapposizione: il primo principio su cui si fonda è la marcatura personalizzata di ogni giocatore avversario. E in qualche modo sono “contro” anche le sue scelte tecniche: Dybala il fragile torna in campo e lo tiene 78 minuti a correre («e avrebbe potuto giocare persino 90», ha temuto a specificare alla fine), e Ghilardi fuori dai giochi è titolare, e Mancini che funziona così bene a destra può giocare a sinistra, a Ndicka che aveva cominciato bene a sinistra, s’impone al centro, e Celik recuperato terzo centrale viene ormai sempre impiegato sull’esterno, e Wesley, il motorino della fascia destra, trova stabile collocazione sulla fascia sinistra, e Pellegrini ormai fuori dal progetto torna titolare indiscutibile. E si potrebbe continuare a lungo. Fino a far sorgere una domanda spontanea: ma ora che tutti si aspettano Dybala titolare con il Napoli nel ruolo di falso nove, non è che Gasperini invece farà giocare al suo posto Baldanzi, con una scelta che un mese fa sarebbe stata considerata sempli-


Nelle posizioni medie in fase di possesso palla delle due squadre (relativamente ai giocatori che hanno cominciato la partita) si nota lo schieramento decisamente più offensivo tenuto dalla Roma, con gli esterni (19 Celik, 43 Wesley) proiettati nella metà campo avversaria: va tenuto conto che il brasiliano risulta leggermente più accentrato perché nella ripresa ha giocato la parte finale spostato a destra. Dybala, 21, ha toccato molti palloni lontano dall’area (forse la cosa che non è piaciuta a Gasperini), tanto da risultare sulla stessa linea di Pellegrini e poco più avanti di Soulé. Tra i danesi, esterni molto più cauti e attaccanti che in pratica hanno calpestato le zolle occupate dai centrocampisti
cemente blasfema? Non abbiamo alcuna certezza, ma non ci stupiremmo affatto se dovesse accadere. La certezza riguarda semmai il sistema di gioco. Se Conte ripresenterà il 343 già utilizzato con Atalanta e Qarabag, diventa automatico pensare che Gasperini si sistemerà a specchio, quindi con l’attacco con due trequartisti e una punta centrale, falsa o vera che sia.
La bellezza delle giocate La partita con il Midtjylland ha confermato alcune certezze legate alla fase di sviluppo del gioco. Comincia ad essere una caratteristica molto ben definita quella costruzione che prevede lo svuotamento della zona centrale attraverso continue sovrapposizioni e rotazioni verso l’esterno per poi rioccupare gli spazi lasciati liberi anche dagli avversari nell’improvvisa accelerazione verso la porta. Quel giro palla che passa da una zona all’altra con i centrali, per poi svilupparsi in fascia con l’allargamento di un mediano, e il coinvolgimento ulteriore in verticale di un esterno o dell’attaccante esterno che gira al volo sul riferimento centrale più avanzato per lo scarico sull’esterno o sull’attaccante che ha preso il giro opposto lanciandosi dall’esterno verso l’interno è un marchio di fabbrica che porterà la Roma a segnare diversi gol. Nelle grafiche qui a fianco abbiamo riproposto proprio un’azione tipo.
La forza del Midtjylland Alla fine della partita con i danesi Gasperini non è sembrato molto soddisfatto. È probabile però che si sia portato nelle interviste di fine partita quel senso di frustrazione per il gol subito a tre minuti dal fischio che ha portato ai patimenti finali. Perché poi la partita è stata fondamentalmente condotta e indirizzata dalla Roma nel primo tempo (62% di possesso a 38, quattro corner a zero, cinque tiri a due, tre occasioni a zero e, quel che più conta, un gol di vantaggio maturato dopo sette minuti) e poi portata a casa nella ripresa dopo altre occasioni mancate (i tiri di Soulé e Dybala, il destro di El Shaarawy e il rimpallo su Bailey da solo) e il gol del 2-0 che ha forse fatto rilassare tutti oltre il consentito. Il Midtjylland, squadra forte, tecnica e quadrata, ha spinto parecchio, ma ha costruito pochissime occasioni da gol (totale expected goal 0,73). Insomma, per la Roma è stata una bella vittoria, importante e meritata. Certo, sono stati tanti gli errori tecnici che hanno impedito a certe manovre di svilupparsi in maniera più efficace e questo è l’aspetto che ha disturbato di più l’allenatore. Nello specifico Wesley ha prodotto un risicato 61% di passaggi riusciti, Ghilardi il 71% e i subentrati nel secondo tempo Bailey, Ferguson ed El Shaarawy si sono fermati tutti al 67%. ■


Dopo 38 secondi di gioco, in pratica alla prima azione partita dal portiere, la Roma ha costruito secondo uno schema ormai classico, con lo svuotamento del centrocampo e la costruzione a più piani in fascia 1 L’azione va da Mancini a Koné, aperto sulla fascia sinistra. Intanto sulla verticale esterna, Wesley e Pellegrini preparano la giocata 2 Wesley lascia lo spazio a Pellegrini e taglia verso l’interno, mentre Lorenzo si avvicina per ricevere il pallone e girarlo di prima in direzione di Dybala


1 2 5 6 3 4 7 8


3 Questo è il momento fondamentale della giocata: dando solo un’occhiata rapida alla direzione in cui inviare il pallone, chi riceve quella palla in fascia con la pressione di un giocatore addosso, deve semplicemente indirizzare verso il riferimento più alto, in questo caso Dybala, mentre internamente Wesley è


Roma-Midtjylland dalla Tevere La prima vittoria europea in casa dà ai tifosi nuove conferme «Non siamo i migliori, però siamo forti». E poi la testa corre a Budapest: «Non posso pensarci»

Federico Vecchio
La consapevolezza poggia su basi finalmente solide («Non siamo i migliori, ma siamo forti») e non si vedono lassù, in alto, i soliti voli pindarici che ci riportano a quando, a novembre, pur non confessandolo a nessuno, eravamo intimamente convinti di vincere Scudetto, Champions e, se quell’anno si fossero disputate anche le Olimpiadi, pure qualche medaglia d’oro. Ecco, questa consapevolezza, che ha preso il posto del facile entusiasmo, ai piedi delle scale che portano in Tevere la respiri («Va benissimo così: vinciamo il più possibile da qui a marzo, senza montarci la testa»). Si sogna, ovvio. Ma con la giusta moderazione («Istanbul la voglio; lo scudetto è troppo complicato»). Si guarda la realtà per quello che è («In Coppa possiamo farcela, perché gli avversari sono alla tua portata; in Campionato ce ne hai davanti almeno tre che sono più forti»). Però, se poi, alle sette meno un quarto di un giorno che fa freddo come soltanto alla Capanna Regina Margherita, siamo presenti in sessantamila, il sospetto che ci si creda, più o meno diffusamente, viene («C’è voglia di spingerli a vincere, perché si può fare anche già da quest’anno»). Insomma, questa rivoluzione copernicana ha portato a cambiare i fattori, rendendoci più fermi e meno imprudenti. Ma il risultato, alla fine, è sempre lo stesso: ci crediamo; possiamo farcela. È con questo mood che prendiamo, peraltro benissimo, la notizia che Dybala ci sia («È troppo importante»), che Cristante riposi
(«Sto a pensà a quelli che lo volevano venne…»), che Pellegrini ritrovi la fascia («Io spero tanto che rinnovi subito»). Ovviamente, pronti via e questi, dal nome impossibile anche soltanto da pronunciare, fanno subito capire a tutta la Tevere perché siano primi: giocano davvero in trenta metri, e stanno stretti che sembrano legati da un elastico («Mi sembrano il primo Milan di Sacchi»).
«Bravo mister» Ma la Roma palleggia, corre e verticalizza («Una metamorfosi: Gasperini è stato bravissimo») anche se la sensazione diffusa è che sia ancora un cantiere aperto («Secondo me non hanno ancora assorbito tutto:

si vede che stanno ancora mettendo in pratica e che non l’hanno pienamente digerito»). Ed è questo che entusiasma, perché se giochiamo così bene a novembre, se siamo primi e se dovessimo andare avanti in Europa, «chissà, poi, magari dopo qualche innesto a gennaio». Ovviamente, il dubbio che alberga, passati una manciata di minuti, è come si possa continuare a giocare sempre con il tridente leggero («Io me la sogno una punta come Zapata del tempo, che fa salire la squadra»). Ma il dubbio lascia spazio ad altro non appena il secondo El si inventa un gol che solo se sai veramente giocare a pallone puoi fare («La facilità… ma tu hai visto la facilità???»). Ma in no male» e c’è chi si domanda se in panchina ci sia «qualcuno che entra e se fa sentì». La preoccupazione si posta, tutta, a quel punto, sull’incolumità fisica. Anche perché, finito il primo tempo, la partita l’abbiamo fatta noi. Si butta uno sguardo alla classifica europea, ed i tre punti ci mettono in sicurezza. Quindi, adesso, «pensiamo a fare passare sto secondo tempo senza patemi» perché c’è da pensare al Napoli («Sarebbe meraviglioso: prova a pensarci»). E ci pensa, va da sé, Gasperini, che azzecca ancora quello che c’è da fare e, in quarantacinque minuti giocati non benissimo, in cui perdiamo un po’ di campo («Siamo un po’ calati: strano») ed in cui Svilar fa Svilar («Io mi domando come si possa riuscire a trattenerlo a giugno»), mette in campo Elsha e Bailey, che confezionano il gol che fa pensare a tutti che finalmente «basta cò ‘sto freddo e annamosene a casa». Timori e sicurezze E, invece, no: ci pensa Wesley, e gli ultimi minuti sono con la paura ed il disappunto per quel pallone di Elsha che «lui queste cose le sa fare». Ce ne andiamo, quindi, più consapevoli che felici. Non ci diciamo nulla, perché nulla c’è da dire. Semplicemente, andiamo avanti ed avanti guardiamo. Ma con una specie di sorriso, che, sotto sotto, lo vedi. E ce ne andiamo, però, con un grande dilemma, forse irrisolvibile, che si è insinuato nelle menti di tutti da quasi una settimana: il pallone rosso, in Campionato, che in televisione fatichi a vederlo. Perché? ■
quel momento, passato l’attimo degli abbracci e baci, il pensiero corre subito alla Coppa d’Africa. Ma non perché si pensi di vincere, quest’anno, con questa Roma, anche quella, ma perché il secondo El, insieme a Ndicka, lo saluteremo ben prima di Natale con il rischio di rivederlo a fine gennaio. Lì parte un’intemerata che si spinge fino all’impensabile («La Coppa d’Africa dovrebbero giocarla a giugno, come gli Europei»; «Ma a giugno come fai! In Africa fa troppo caldo!»; «Dici?») ma che lascia intendere come la preoccupazione che questo ingranaggio, costruito da Gasperini e che, piano piano, sembra davvero prendere sempre più forma, possa incepparsi. Perché quello che senti, a pelle, è che ci sia davvero troppa voglia di tornare ad esserci per provare a vincere con la consapevolezza di poterlo fare. Perché Tirana ed il giorno dopo Tirana li ricordiamo tutti («Pensa semmai fosse anche quest’anno»); perché Budapest, pure («Se ci penso, non prendo sonno»); perché tutti Campionati buttati quando eravamo lì, e bastava allungare una mano, anche («Gli abbiamo persi sempre convinti che gli avremmo rivinti l’anno dopo, ed è questo che fa più male, a ripensarci»). Ma il diavolo fa solo le pentole, si sa. E quando Koné viene strapazzato, ci prova, ma non riesce, lo sguardo di tutti è rivolto all’arbitro, che questa partita sembra non tenerla in pugno, lasciando che quelli dal nome impossibile entrino a spazzare tutto quello che si trovano davanti senza paura di conseguenze («Ma li voj ammonì?!?!»). Allora c’è chi invoca di fare uscire Dybala, Pellegrini e Soulè «prima che je faccia-

PRIMAVERA
13º turno In campo alle 13 al “Tre Fontane”. Gara su Sportitalia
Sergio Carloni sergio.carloni@ilromanista.eu
Tornare a vincere è l’imperativo in quel di Trigoria. E la Roma Primavera ha oggi la chance per farsi valere: allo Stadio Tre Fontane, alle 13, va in scena il match della 13ª giornata contro il Lecce. Visibile in diretta tv su Sportitalia, canale 60 del digitale terrestre, e in streaming su app e sito (sportitalia.it) dell’emittente. Serve una spinta. Per sorridere di nuovo.
Di fatto, nelle ultime due non è arrivata alcuna vittoria: prima il pari (subito al 94’) con l’Inter, che ha lasciato spazio alla sosta; poi il ritorno con la tenace prova in casa della Juventus, ma beffarda nel risultato. Un 1-0 bianconero. Beffardo. Perché, in virtù dei risultati, la vetta della classifica non è più giallorossa. In alto c’è la Fiorentina, a quota 25; die-
LÌ NAPOLI
tro, il Parma con un punto in meno. Terza, la Roma di Guidi. A 23.
«Una partita diversa» A proposito: lo stesso tecnico ha rimarcato l’importanza della prestazione di Torino. «È stata una partita positiva per lunghissimi tratti. Siamo mancati nell’ultimo terzo di campo, ma questo ci può stare. Siamo in un percorso di crescita ed è normale che ci possano essere questi errori». Ora, la testa è alla gara coi pugliesi. «Si tratta di una partita diversa dalle precedenti. Il Lecce è una squadra molto più esperta, con tantissimi giocatori ai limiti d’età. Hanno giocatori di talento». Poi, l’attenzione va alle ultime settimane del 2025. Da vivere intensamente. Magari, sulla scia di quanto fatto vedere ultimamente: «Vorrei vedere un ulteriore step. Eravamo partiti veramente con tantissime difficoltà, mi piacerebbe vedere cose più belle nell’ultimo terzo di campo».
Ipotesi al vaglio Tornando al campo, c’è da rimettersi in carreggiata. Il 3-4-2-1 non dovrebbe mutare. Al contrario di alcuni interpreti. Su tutti, Di Nunzio: il giallo preso con la Juve costa la squalifica, non ci sarà. Quindi, a trequarti le scelte saranno diverse. Possibile il ritorno di Scacchi al fianco di Della Rocca, con diversi interpreti al vaglio come punta di riferimento. Recentemente è toccato a Paratici e Morucci; occhio ad Almaviva e Sugamele. Dietro, con Zelezny o De Marzi tra i pali, si scaldano Mirra, Seck e Nardin. Ballottaggio aperto sulla fascia sinistra, con Cama che chiede spazio; Lulli sulla destra dovrebbe chiudere il centrocampo con Bah e Romano. Stacanovisti. Assenti, ancora, Maccaroni e Arena: i due sono tornati solo ieri dall’avventura ai Mondiali Under 17 (chiusa dall’Italia in 3ª posizione). Servirà una grande prova. La Lupa è pronta a dare del filo da torcere. ■
Eva Tambara eva.tambara@ilromanista.eu
Meno uno a Roma-Napoli: dopo la vittoria in Europa League i giallorossi sono chiamati a raccogliere tre punti anche in campionato e per farlo dovranno vedersela contro gli uomini di Conte, nel match in programma domani alle 20,45 allo Stadio Olimpico. Per affrontare l’attuale capolista il tecnico di Lecce - che nella giornata di oggi non parlerà in conferenza stampa come di consueto alla vigilia della sfida - dovrà fare i conti con le numerose assenze. Da ormai qualche settimana infatti, la rosa del Napo-

li ha perso parecchi elementi a causa dei numerosi infortuni. Oltre a Lukaku out dal pre campionato e con il ritorno fissato per inizio dicembre, mancheranno sicuramente Anguissa (rientrerà


a fine gennaio), De Bruyne, Meret, Gutierrez e Gilmour.
Per quest’ultimo inoltre, si sta valutando anche l’ipotesi di sottoporlo a un’operazione: lo scozzese è alle prese da ormai troppo tempo con una pubalgia e dopo un consulto medico in Inghilterra, la società sta valutando questa ipotesi. In caso di intervento poi, i tempi di recupero si allungherebbero fino a circa 45 giorni.
Pubalgia che ha colpito poche settimane fa anche Spinazzola, il quale però è l’unico che dall’infermeria tornerà a disposizione di Conte per la sfida contro la sua ex squadra, anche se non dal primo minuto. ■




