L’Abbazia archivio museo laboratorio. Un progetto architettonico per lo CSAC, di Carlo Quintelli

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ziale e funzionale quanto simbolico e identitario dell’archivio-museo-laboratorio dello CSAC, dove l’università dell’oggi rianima un’abbazia del Trecento e viceversa, forse dovremmo, in coerenza con la logica descrittiva che abbiamo utilizzato, cioè quella del percorso di visita, uscire dall’abbazia in quanto visitatori che lasciano il luogo per procedere verso altre mete. Riguadagnata una certa distanza, lo sguardo ormai consapevole registrerebbe l’immagine elevata, l’apparire maestoso del monumento abbaziale che allude alle cose appena vissute – opere, funzioni, figure, persone, esperienze e soprattutto storie – all’interno di un condensato architettonico al tempo stesso unitario e composito appoggiato sopra la sua pianura. Verrebbe alla mente, in definitiva, un pensiero heideggeriano: «Dovremmo imparare a riconoscere che le cose stesse sono i luoghi e non solo appartengono a un luogo»22.

university of today has resuscitated an abbey of the fourteenth century and vice versa, perhaps we ought, in coherence with the descriptive logic used, i.e. the visit itinerary, exit from the abbey as visitors who are leaving the place to proceed to other destinations. Having regained a certain distance, the by-now informed gaze would grasp the imposing image, the majestic appearance of the abbey monument that alludes to things already experienced – works, functions, figures, people, experiences and especially stories – within an architectural condensate lying on its plain that is both unitary and composite. We might ultimately recall a thought of Heidegger: “We should learn to recognize that things themselves are places and do not only belong to a place”22.

M. Proust, Pittori, Milano, Abscondita, 2006, pp. 32-33. G. Polesello, L’architettura del teatro e i luoghi spazio della città (contemporanea), in La Città del Teatro, a cura di C. Quintelli, Milano, Clup, 1989, p. 184. 3 A. Cadei, Architettura Monastica, in Atti del XI convengo Internazionale di Studi sull’Alto Medioevo (Milano, 1987), Spoleto (PG), Centro studi sull’Alto Medioevo, 1989, p. 810. 4 L’analisi storico tipologica complementare all’approccio fenomenologico ha costituito una parte essenziale nella revisione dell’epistemologia del Movimento Moderno operata dell’architettura italiana a partire dal dopoguerra, attraverso «Casabella» di Rogers e la Scuola di Venezia di Samonà, il determinismo storicista di Saverio Muratori, l’approccio dialettico degli esponenti della generazione successiva facenti riferimento al Gruppo Architettura dello Iuav, animato da Carlo Aymonino, e a figure per diversi aspetti più autonome come Aldo Rossi e Guido Canella, sino alla fine degli anni Ottanta. 5 Cfr. CSAC! La guida, a cura di F. Zanella, D. Colombo, Milano, All Around Art, 2016. 6 R. Arnheim, Il pensiero visivo, Torino, Einaudi, 1974, p. 347. 7 A.C. Quintavalle, CSAC quarant’anni: l’archivio del Novecento, in Nove100 Arte, fotografia, architettura, moda, design, a cura di A.C. Quintavalle, G. Bianchino, Milano, Skira, 2010, p. 21. 8 F. Pouillon, Les pierres sauvages, Paris, Du Seuil, 1964, p. 22, citazione in italiano ricavata da G. Barazzetta, All’ombra di Pouillon, Siracusa, Lettera Ventidue, 2016, p. 75. 9 P.A. Burton, «Formosità deforme» e «Deformità formosa». L’estetica della Croce come etica mistica della bellezza in Bernardo di Clairvaux, in Cistercensi: arte e storia, a cura di T.N. Kinder, R. Cassanelli, Milano, Jaca Book, 2015, p. 31. 10 Riguardo all’interpretazione di alcuni studiosi dell’ordine cistercense sul tema delle immagini si fa riferimento al saggio di D. Pezzini, Aelredo di Rievaulx e la polemica cister-

Proust, On Art and Literature 1896-1919, New York, Carroll & Graf, 1997. 2 G. Polesello, L’architettura del teatro e i luoghi spazio della città (contemporanea), in La Città del Teatro, edited by C. Quintelli, Milan, Clup, 1989, p. 184. 3 A. Cadei, Architettura Monastica, in Acts of the 11th International Convention on the Early Middle Ages, (Milan, 1987), Spoleto (PG), Centro Studi sull’Alto Medioevo, 1989, p. 810. 4 Historical typological analysis complementary to the phenomenological approach constituted an essential part of revising the epistemology of the Modern Movement by postwar Italian architecture, through Rogers’ “Casabella” and Samonà’s School of Venice, the historicist determinism of Saverio Muratori, the dialectical approach of the exponents of the next generation referring to the Gruppo Architettura of the Iuav, led by Carlo Aymonino, and to figures who were in many ways more independent, such as Aldo Rossi and Guido Canella, up until the end of the Eighties. 5 See CSAC! La guida, edited by F. Zanella, D. Colombo, Milan, All Around Art, 2016. 6 R. Arnheim, Visual Thinking, Turin, Einaudi, 1974, p. 296. 7 A.C. Quintavalle, CSAC quarant’anni: l’archivio del Novecento, in Nove100 Arte, fotografia, architettura, moda, design, edited by A.C. Quintavalle, G. Bianchino, Milan, Skira, 2010, p. 21. 8 F. Pouillon, Les Pierres Sauvages, Paris, Du Seuil, 1964, p. 22. 9 P.A. Burton, «Formosità deforme» e «Deformità formosa». L’estetica della Croce come etica mistica della bellezza in Bernardo di Clairvaux, in Cistercensi: arte e storia, a cura di T.N. Kinder, R. Cassanelli, Milano, Jaca Book, 2015, p. 31. 10 As regards the interpretation of some scholars of the Cistercian order on the theme of images, see the essay by D. Pezzini, Aelredo di Rievaulx e la polemica cistercense

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