Illustrazione Ticinese n. 3 - 2012

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“La mia vita professionale non mi manca per niente”.

Cosa l’ha spinta ad intraprendere gli studi di legge a Zurigo? “A Zurigo sono arrivata per motivi abbastanza banali. All’epoca era nell’ordine delle cose compiere gli studi universitari in tedesco, così da imparare la lingua. Alla facoltà di legge mi iscrissi dopo qualche tentennamento. Ero incerta tra lettere, farmacia e diritto. Credo di aver optato per diritto un po’ per esclusione e un po’ per curiosità”. A quel tempo le giuriste in Ticino erano poche e le donne non avevano ancora il diritto di voto. Non la preoccupava questo stato di cose? “Per niente. Era evidente che in quel campo le cose stavano cambiando. Ero certa che nel breve-medio termine alle donne svizzere sarebbe stato concesso il diritto di voto e di eleggibilità. A Zurigo teneva i corsi di diritto costituzionale il prof. Werner Kägi, grande sostenitore del suffragio femminile. Era lui che aveva preparato, per incarico del Consiglio federale, il messaggio per l’uguaglianza dei diritti uomo-donna in materia di voto. Quel testo per me rappresentava una sorta di Bibbia e nemmeno mi veniva in mente che lo si potesse mettere in discussione. E così

fu: nel 1969 il suffragio femminile fu introdotto in Ticino e nel 1971 nella Confederazione”. Come si è sviluppata la sua carriera? “Mi sono diplomata nel maggio 1968. Sono stata eletta nella Magistratura ordinaria nel 1980. All’epoca, per le donne, i tempi di attesa erano quelli. Nel frattempo avevo però avuto modo di fare significative esperienze lavorative nel settore pubblico e in quello privato. Sicuramente mi ha anche aiutato a diventare Magistrato il fatto di essere stata eletta nel 1979 in Gran Consiglio, per cui i deputati mi conoscevano di persona. Per alcuni mesi ho esercitato la funzione di Giudice istruttore sostituto e poi quella di Procuratore pubblico sostituto. Sono stata eletta Giudice d’Appello nel 1987. La predilezione per il diritto penale mi è cresciuta dentro negli anni settanta quando, per un lustro, ho lavorato presso la Magistratura dei minorenni. Erano quelli “anni bollenti”. Sull’onda del sessantotto, andavano manifestandosi anche nella società ticinese, soprattutto giovanile, fenomeni nuovi, sconosciuti e molto preoccupanti, quali l’abuso diffuso di droghe leggere e pesanti (all’epoca soprattutto eroina). Le istituzioni si sono trovate - abba-

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