Una sola notte

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Una sola notte (140 x 215 mm) p. 012

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come porcellana, senza una ruga ne´ un difetto, quantomeno a vederla da lontano. Invece nemmeno lei era perfetta. Mentre saliva sul taxi con le sue Manolo Blahnik insieme con Paul, era inciampata. Guardando lui che da bravo cavaliere la sorreggeva tenendola per il magrissimo gomito rivestito di cachemire rosa, mi sentii come se qualcuno mi avesse conficcato uno scalpello ghiacciato in pieno petto. Li seguii. Be’, a dire il vero forse seguire e` un eufemismo. Li pedinai. Per tutta la strada fino a Midtown rimasi incollata al paraurti del taxi come se le due auto fossero legate da un rimorchio. Quando il taxi si fermo` con uno stridio di freni davanti all’hotel St. Regis, sulla 55a Est, e Paul e la sua amica scesero, tutti sorridenti, un impulso partı` dalla parte piu` primitiva del mio cervello e raggiunse il piede destro, che tenevo sospeso sull’acceleratore. Poi mio marito prese la giovane sotto braccio. Per un attimo, nella mia mente comparve l’immagine dei loro corpi spiaccicati tra i gradini dell’albergo e il cofano della mia Mini azzurra. Poi l’immagine scomparve insieme con loro due, e io rimasi seduta in macchina a singhiozzare tra i clacson impazienti dei taxi in fila dietro di me.


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