Il Gazzettino di Roma n. 1

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febbraio

Periodico di politica, economia e informazione INTERVISTA A LAURA DUCHI

L’avvocato risponde di Cristina Allegra Egregio Avvocato, mi è stata notificato un verbale di accertamento di violazione del co­ dice della strada, nel quale i ver­ balizzanti affermano di non avermi potuto contestare immediatamen­ te l’effrazione a causa dell’alta ve­ locità alla quale avrei viaggiato. Non ricordo questo episodio e vor­ rei sapere quanto tempo ho e cosa devo fare per proporre ricorso. Gentile Signore, il Codice della Strada prevede, nei casi in cui è possibile, che la viola­ zione venga immediatamente con­ testata al trasgressore. Vi sono cir­ costanze però, come ad esempio l’impossibilità di raggiungere un veicolo lanciato ad eccessiva velo­ cità, in presenza delle quali ai ver­ balizzanti dell’effrazione, è consen­ tito notificare successivamente il verbale di accertamento. Le segnalo inoltre, che la disciplina per proporre ricorso avverso i ver­ bali di accertamento di violazione del codice della strada è stata mo­ dificata dal D.L.gs 150/2011, il quale stabilisce a pena di inammissibilità, che il ricorso vada proposto entro 30 gg. dalla data di contestazione della violazione o di notificazione del verbale di accertamento, dinanzi all’ufficio del Giudice di Pace del luogo nel quale è stata commessa la violazione. La informo che a seguito delle sopra citate modifiche, per proporre ri­ corso è divenuto obbligatorio il pa­ gamento di un contributo unificato, ovvero una “tassa di giustizia”, il cui importo è commisurato all’entità della sanzione; una novità quest’ul­ tima che lascia spazio a non poche perplessità.

La pulce nell’orecchio

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Disertati i concorsi al Comune di Roma Sarà che in tempi di crisi non biso­ gnerebbe disdegnare nulla, figu­ riamoci il tanto agognato posto fisso che il Presidente del Consiglio ha definito “monotono”. Noia a parte, sono iniziate le prove del maxi concorso indetto dal Comune di Roma per la copertura di quasi 2000 posti. Candidati ammessi: 300.000. Eppure le prime 2 prove sono andate quasi deserte e tra gli oltre 700 ammessi si sono presentati solo in 90. Qualcosa non torna. E pensare che arrivano da tutta Italia. Pare che qualche problema l’abbia creato “l’accreditamento online” per poter partecipare alle prove, da effettuare entro cinque giorni per i primi quattro concorsi dal 6 e dall’8 febbraio. Bisognava poi at­ tendere una risposta via email da parte del Comune di Roma. Forse a qualcuno sarà sfuggito il termine? Forse a troppi. Sul concorso pende anche un ricorso al Tar presentato dalle società Selexi e Cnipec per le procedure di assegnazione delle preselezioni all'azienda Praxi. Le prima 4 prove non contemplavano le preselezioni, è vero, ma quanto sono alte le possibilità che il con­ corsone venga invalidato?

GLOSSARIO ECONOMICO

Donne e giovani alla Roma-Ostia

Default = Insolvenza = Fallimento di Sergio Allegra

Parla Laura Duchi, Presidente del Gruppo Sportivo Bancari Romani

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ronti, partenza…VIA. È scoccata l’ora ics per la 38esima edizione dei 21 chilometri della Roma-Ostia, valida quest'anno come Campionato Italiano Assoluto di mezza maratona. Inserita nel prestigioso elenco Silver Label della IAAF, la Roma-Ostia approda quest’anno ufficialmente nel novero delle più importanti competizioni al mondo. Era il 31 marzo del 1974 quando la gara vide la luce per opera di Luciano Duchi. Da allora, dalla prima edizione - quando i chilometri da percorrere erano 28 e gli atleti classificati 313 - la competizione è cresciuta notevolmente, registrando quest’anno il record di 13.000 iscritti. Anni di impegno e passione da parte di tutto il comitato organizzativo per raggiungere l’olimpo delle

gare e diventare uno tra gli eventi più partecipati dagli atleti italiani, che conta la presenza di grandi campioni provenienti da tutto il mondo. Ma quanto bisogna allenarsi per poter essere in grado di percorrere 21 chilometri? “Ci vuole almeno un anno di allenamento serio e costante”, risponde Laura Duchi, figlia di Luciano, Presidente del Gruppo Sportivo Bancari Romani, nel comitato organizzativo della Roma-Ostia. E per chi non fosse così tanto allenato? “In quel caso è preferibile optare per i 5 chilometri della Euroma2Run, la corsa per tutti - spiega la Duchi - organizzata quest’anno grazie alla sinergia con il Centro Commerciale Euroma2 e al sostegno di Adidas”. Non solo uomini però. “Con orgoglio posso affer-

Periodico di politica, economia e informazione

mare che le donne partecipanti alla competizione sono circa il 20% del totale, un dato interessante che ogni anno registra un piccolo incremento”. Anche l’età cambia: se prima la mezza maratona era una gara soprattutto appannaggio degli over 45, oggi si assiste a un numero sempre più crescente di giovani iscritti. Sport e professionalità ma anche impegno sociale attraverso il sostegno a quattro importanti iniziative di solidarietà e assistenza: “Un euro di ogni iscrizione (compreso nella quota) è stato devoluto alle quattro associazioni - conclude la Presidente - dando all’atleta la possibilità di indicare a chi destinarlo”. Per non dimenticare chi, ogni giorno, è in gara con la vita.

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ecnicamente nel mondo finanziario viene definita situazione di default l’incapacità da parte di uno stato emittente di riflettere le condizioni contrattuali previste dal regolamento dell’emissione dei titoli di debito. È la classica situazione in cui incorre uno stato quando dichiara “insolvenza o fallimento”. In genere non si giunge ad una simile situazione improvvisamente, ma di solito, questa, è preceduta da segnali ripetuti caratterizzati da periodi di difficoltà derivanti dalla crisi del debito, proprio come quello che attualmente sta attraversando la Grecia. Durante la crisi del debito si assiste ad un costante aumento della pressione dei creditori al fine di far adottare allo stato debitore misure economiche adeguate a garantire il rimborso dei debiti. Nel passato,situazioni di default hanno indotto anche all’invasione da parte degli stati creditori. Non esiste dunque alcun parametro economico che comporti necessariamente lo stato di insolvenza. Tuttavia, si fa spesso riferimento al rapporto tra debito pubblico e PIL quando risulta superiore al 200%. Un paese industriale come il Giappone infatti,pur essendo vicino a tale soglia,non suscita allarmi poiché sono altri i fattori che ne assicurano la stabilità. Anche gli annunci da più parti lanciati sui livelli dello spread tra i titoli italiani e tedeschi,che indicherebbero quale punto di rottura la quota 450-700, non tengono conto della notevole complessità dei fattori economici in gioco. Quali i mezzi da utilizzare per uscire da situazioni potenzialmente a rischio default? - Riportare la politica alle essenze della sua natura e pertanto non considerarla un business ma rappresentanza del pubblico interesse. - Imporre la supremazia della politica sulla finanza e sull’economia che sarà chiamata a dettare poi le linee guida; - Adeguare i costi della politica italiana alla media europea; - Procedere senza indugi alle riforme più volte invocate; - Programmare piani sostenibili per gli investimenti, - Armonizzare i rapporti del mercato del lavoro con le impostazioni dei partner europei in modo da favorire la libera circolazione dei lavoratori in tutto il territorio dell’Eurozona.

“Papà voglio l’auto blu” di Paolo Coscione

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i fa un gran parlare di evasione fiscale, caccia agli evasori, articoli in prima pagina: “Tutti debbono pagare le tasse”, “Non vogliamo più parassiti nella società” Il problema è più complesso. Il principio fondamentale sancito dalla Costituzione secondo cui ciascuno debba partecipare alle spese della collettività in base alla propria capacità contributiva è un fondamento delle regole del nostro Paese. Ma siamo veramente tutti interessati al benessere dei cittadini del nostro paese e sinceramente convinti di voler contribuire alle spese della comunità? Non credo. Dissipando il campo dai luoghi comuni, ciò che preme sottolineare e porre come argomento di riflessione è l’esame di alcuni dati noti a molti ma non a tutti. L’Italia - secondo una stima dell’OCSE sulla pressione fiscale pubblicata nel 2010 - si pone al terzo posto nel mondo con un coefficiente del 43,5% , rispetto al prodotto interno lordo, dopo Danimarca (48,2%) e Svezia (46,4%). Ciò significa che per ogni 1.000,00 euro di produzione, 435,00 vengono prelevati dal fisco, ne restano 565,00 per pagare l’affitto, fare la spesa, mantenere i figli e permettersi qualche svago. Lo Stato ha

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bisogno di soldi per garantire i servizi, ma come faranno gli altri stati dove la pressione è più bassa a garantire decorosi servizi pubblici? Nel Lussemburgo è al 35,5%, in Svizzera al 29,1% e negli Stati Uniti la pressione fiscale rispetto al PIL è al 24%. Forse è impossibile fare paragoni, però qualcuno ci dica come possiamo spendere meglio le risorse versate dai cittadini, dalle imprese, da commerciante e avvocati, medici, commercialisti che tutti i giorni si alzano si mettono in moto nel traffico, insieme ai tassisti, che subiscono l’ansia da liberalizzazione, insieme ai notai che battono i piedi, mentre invece tutti sono soggetti a quelle regole che li mortificano ogni giorno. Come prima cosa in Italia bisognerebbe eliminare i privilegi e la classe dirigente dovrebbe dare l’esempio. Mi piacerebbe vedere un tassista Presidente del Consiglio, un salumiere ministro dell’economia e un “professore” come commesso in un supermercato. Lo vorrei vedere a combattere con i mezzi pubblici che non passano, stipato nella metropolitana, e impiegarci quasi un’ora per tante ore (poco ripagate) di duro e onesto lavoro. Mio figlio vuole l’auto blu! Ha capito tutto di un paese tutto sbagliato.

STORIE DI ROMA STORIE DI QUARTIERE

ROMA ACCOGLIE I GIOVANI AQUILANI

A Monti il romano Doc Il rione più antico della città da suburra a quartiere cool, mèta amata dai giovani, con una grande offerta di locali e luoghi d’incontro.

di Daria Onofri

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endo villetta singola, ampio soggiorno, cucina abitabile, due camere, doppi servizi; giardino. Ottimo stato, classificato A”. Questo è solo uno dei tanti annunci trovati sui settimanali gratuiti distribuiti presso i vari centri commerciali dell’Aquila. C’è un numero ed un nome. Chiamo. Una voce giovane e femminile mi risponde. Dopo aver ascoltato i dettagli sull’abitazione, decido di presentarmi e Le confesso le reali intenzioni della telefonata, quella cioè di comprendere il motivo della vendita e mi spiega che, purtroppo, come lei moltissimi altri giovani hanno deciso di lasciare tutto e trasferirsi altrove. “La vendo perché ormai, io e il mio fidanzato, viviamo a Roma e penso che sarà qui che costruiremo il nostro futuro”. Ecco, quante sono secondo voi le persone che, come Silvia (perché è questo il nome della giovane donna), hanno deciso di voltare pagina e trasferirsi proprio nella capitale? La risposta è: molte, oltre 2000! Chi non conosce davvero la realtà aquilana pensa che il peggio sia passato e l’emergenza sia terminata; e invece no! Ragazzi,universitari, ma soprattutto giovani professionisti che a fatica avevano canalizzato le loro energie investendo nel territorio, si sono trovati con un pugno di mosche in mano e autorità,

La Basilica di S. Maria di Collemaggio a l’Aquila prima e dopo il terremoto del 2009.

istituzioni locali ma soprattutto nazionali hanno soltanto approfittato della splendida vetrina mediatica che questa tragica vicenda ha offerto loro. Di lì sono transitati tutti, a partire dall’ex Presidente del Consiglio Berlusconi, alla cancelliera tedesca Angela Merkel, per finire addirittura con il Presidente degli USA Barack Obama ed il Papa! Hanno promesso una ricostruzione mai iniziata e fondi mai arrivati e così,ancora una volta, è stata la solidarietà, soprattutto romana, che l’ha fatta da padrona. La capitale si è dimostrata pronta e generosa nell’accogliere, in un mercato lavorativo già ampiamente saturo, questo fiume di ragazzi che arrivava con in tasca solo delle pallide speranze! Sono stati inseriti in un tessuto sociale e professionale già strabordante di giovani in cerca di occupazione, ma ha saputo reagire comunque e senza mai tirarsi indietro. Il sostegno è arrivato dalla gente comune, dal popolo romano che come sempre non ha deluso e ha fatto tanto, anche se molto altro resta da fare, ma una cosa è certa: Roma c’è!

Master in Management delle Imprese Sportive

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iazza Madonna dei Monti è fuori di dubbio il centro pullulante e palpitante di Monti. Di giorno, ma anche di notte, quando i giovani invadono la piazza e si incontrano seduti attorno alla mitica fontana. Considerato oggi uno dei quartieri più cool di Roma e mèta preferita da molti ragazzi, il rione ha mantenuto intatto l’aspetto e l’aria di tempi passati, con strade piccole e strette, quasi mai in pianura, e vicoli che tanto ricordano alcune vie di paese. Il nome deriva dal fatto che comprendeva il colle Esquilino, il Viminale, parte del Quirinale e del Celio (anche se ormai il Quirinale, Castro Pretorio e il Celio non gli appartengono più) ed è per questo che lo stemma è caratterizzato da tre cime di monti. È sicuramente uno dei rioni più antichi della città, tanto che era credenza popolare quella di ritenere di trovare a Monti e a Trastevere i caratteri genuini del popolo romano. Ha dato i natali a Giulio Cesare e, come racconta la tradizione, accolto Nerone travestito da popolano quando voleva saggiare gli umori dei romani e Messalina

quando era in cerca di trasgressioni. Chiamato allora suburra, entrò a far parte dell'area urbana quando Servio Tullio decise di stabilire lì la propria residenza. Considerata la zona più autentica e popolare dell'urbe, piena di locande malfamate, affollata e sporca, era abitata da numerose famiglie plebee

che vivevano ammassate in appartamenti in affitto. Si spopolò nel medioevo quando, a causa degli acquedotti romani danneggiati, era difficile far arrivare l'acqua per il terreno rialzato. Fu allora che molti si trasferirono a Campo Marzio, mentre quelli che restarono si abituarono a bere l'acqua del

Tevere, allora potabile. A dare un volto diverso al rione fu per primo Sisto V che nel 1585 realizzò l'acquedotto Felice, tracciò via Panisperna e sistemò via dei Serpenti, anche se fino al 1800 il rione rimase essenzialmente una zona ricca di vigne e orti. L'unico fattore che fece sì che la zona non diventasse totalmente inabitata era la presenza della chiesa di San Giovanni in Laterano, con il suo continuo afflusso di pellegrini. Sempre nel Medioevo, gli abitanti di Monti, detti monticiani, svilupparono una forte identità, tanto che il loro dialetto si diversificò lievemente da quello degli altri rioni. Furono la scelta di far diventare Roma capitale d’Italia e la febbre dell’edilizia a cambiare definitivamente il volto del quartiere, soprattutto con i grandi sventramenti del periodo fascista, quando un'ampia porzione di stradine e case popolari venne distrutta per costruire via dei Fori Imperiali. Nonostante ciò, Monti ha mantenuto quell’atmosfera paesana e popolare che ne fa oggi uno dei quartieri più accoglienti e più alla moda di Roma.

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arà l’architetto Lucia Funari - capo dipartimento e braccio operativo dell'assessore uscente - a prendere il posto di Alfredo Antoniozzi nella giunta capitolina e a far salire a tre il numero delle donne. La Funari ricoprirà l’incarico di Assessore al Patrimonio e alle Politiche abitative. Per Alemanno si tratta del quinto rimpasto in meno di quattro anni, quest’ultimo fatto probabilmente per correre ai ripari, anticipando la sentenza del TAR sui ricorsi presentati contro le quote rosa.

febbraio Spazio ai giovani di Roberto Di Carlo

Agevolazioni per la partita IVA Con l’introduzione della “mano­ vra correttiva” sono state intro­ dotte profonde modifiche nel “regime dei minimi” che, dal 1° gennaio 2012, risulta applicabile esclusivamente alle persone fi­ siche che intraprendono un’at­ tività d’impresa o di lavoro au­ tonomo o hanno intrapreso un’attività d’impresa o di lavoro autonomo dal 2008. Sarà consentito rimanere in que­ sto nuovo regime per il periodo d’imposta di inizio dell’attività e per i 4 anni successivi e, fino a che il contribuente non abbia compiuto 35 anni, potrà comun­ que rimanere nel regime anche oltre il 4° anno. Con questa modifica legislativa, tutti i contribuenti che fino al 31.12.2011 rientreranno nel regime dei c.d. ex minimi passeranno automaticamente a un regime di minori semplificazione; in al­ ternativa, con comportamento concludente, potranno optare per il regime ordinario. I requisiti richiesti: 1. che il contribuente non abbia esercitato un’attività d’impre­ sa, arte o professione, anche in forma associata o familiare, nei tre anni precedenti l’inizio dell’attività ­ non sarà ostativa la sola apertura della partita IVA nell’arco degli ultimi tre anni e neppure una qualifica di socio in società di capitali; 2. che l’attività da esercitare co­ stituisca una mera prosecu­ zione di un’altra attività svolta precedentemente (come di­ pendente o autonomo), esclu­ so il periodo di pratica profes­ sionale; 3. che, nell’ipotesi di prosecuzio­ ne di attività d’impresa eser­ citata da un altro soggetto, l’ammontare dei ricavi del pe­ riodo d’imposta precedente non superi i 30.000 euro. Molte le agevolazioni e le sem­ plificazioni introdotte dal nuovo regime. Tra le agevolazioni: nessun ad­ debito dell’IVA a titolo di rivalsa; nessun diritto alla detrazione del­ l’iva sugli acquisti; obbligo di ap­ plicare il reverse charge (per ac­ quisti intracomunitari, acquisti servizi generici UE­Extra Ue, su­ bappalti, ecc.) con la conseguente integrazione in fattura dell’ali­ quota e dell’imposta provveden­ do poi al versamento entro il 16 del mese successivo. Per quanto giguarda, invece, le “semplificazioni”, si è esonerati dalla: registrazione delle fatture emesse, dei corrispettivi (soltanto da certificare) e delle fatture di acquisto; tenuta e conservazione dei registri e documenti, fatta ec­ cezione per le fatture di acquisto e le bollette doganali di importa­ zione (basterà la numerazione e la conservazione); dichiarazione e comunicazione annuale IVA; compilazione ed invio degli elenchi clienti e fornitori; compilazione ed invio degli elenchi “black list”; registrazione e tenuta delle scrit­ ture contabili; obbligo di conser­ vazione dei documenti ricevuti ed emessi; obbligo elenchi intra­ stat; determinazione del reddito d’impresa o di lavoro autonomo con applicazione del criterio di cassa (differenza tra ricavi o com­ pensi percepiti e le spese soste­ nute); esclusione dagli studi di settore e dai parametri; esenzione dall’IRAP. Il nuovo regime prevede, inoltre, l’assoggettamento a un’imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle re­ lative addizionali nella misura del 5% (prima era pari al 20%). Segna­ liamo che i “nuovi minimi” non dovranno più indicare in fattura la ritenuta d’acconto del 20%. Infine va detto che tutti quei soggetti che, pur avendo i re­ quisiti per essere ricompresi nel­ l’attuale regime dei minimi, ma che non possiedono anche i nuovi requisiti aggiuntivi per l’applica­ zione, saranno comunque sog­ getti a una serie di semplifica­ zioni. Rif. Nor.: Art. 1, commi da 96 a 117, Legge n. 244/97 Art. 27, D.L. n. 98/2011, convertito dalla Legge n. 111/2011.


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