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il Domani Martedì 20 Gennaio 2009 21

CALABRIA COSENZA Il presidente della Provincia ha inviato un suo messaggio al Consiglio comunale della Città dei Bruzi

Oliverio insiste sulla Cardiochirurgia «Un grande territorio come il nostro non può rimanere privo di un servizio così importante» COSENZA — Il Presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio, impossibilitato a partecipare ai lavori del Consiglio comunale di Cosenza convocato ieri, in seduta straordinaria, per sollecitare l’istituzione del servizio di Cardiochirurgia nella città capoluogo, ha inviato al sindaco della città Salvatore Perugini e al presidente del Consiglio Pietro Filippo, un messaggio sottoposto al civico consesso. Di seguito il messaggio, che riceviamo e pubblichiamo: «Carissimi [... ]. A voi tutti è ben noto che, come Provincia di Cosenza, da più tempo abbiamo posto all'attenzione della Regione e, in particolare, degli assessori regionali alla Sanità che si sono succeduti nel tempo e dello stesso Presidente Loiero, l'esigenza che nell’Ospedale Regionale dell’Annunziata possa essere definitivamente attivato un Servizio di Cardiochirurgia.

Anche in occasione di una recente audizione in Consiglio regionale da parte della Commissione Sanità ed Affari Sociali abbiamo avuto modo di evidenziare la necessità che fosse istituito al più presto a Cosenza un Servizio di Cardiochirurgia, attraverso l’attivazione di procedure straordinarie ed urgenti. Più volte e in diversi nostri interventi abbiamo sostenuto che è ormai maturo il tempo di effettuare scelte chiare e coraggiose per la costruzione di un sistema sanitario altamente qualificato e ben articolato su tutto il territorio, i cui parametri di dislocazione dei servizi siano oggettivi e tengano conto della popolazione residente, dell'estensione territoriale e dell’incidenza di specifiche patologie. Una grande provincia come la nostra che, con i suoi 750.000 abitanti rappresenta il 42% della popolazione dell'intera Calabria, in

cui opera un presidio ospedaliero regionale che copre quotidianamente le necessità di un territorio che è oltre il 40% di quello dell'intera regione e che è punto di riferimento per l'intera rete degli ospedali distribuiti sul territorio della provincia, non può continuare a rimanere priva di un servizio così importante. Migliaia sono i cittadini della nostra provincia che ogni anno sono costretti a recarsi altrove, e altissimo è il numero dei casi in cui un intervento pronto e tempestivo è condizione necessaria per la salvezza di diverse vite umane. Tutto ciò non può più essere tollerato! Così come non è più tollerabile e rispondente ad alcuna impostazione di efficienza, di qualità e tempestività degli interventi la concentrazione che si è determinata da anni nella città di Catanzaro di due servizi di Cardiochirurgia, senza mai tener conto di una grande parte del territorio,

la nostra, dalla quale ogni giorno sono costretti ad essere trasferiti per patologie cardiochirurgiche in media 1,5 pazienti al giorno. Sono certo di interpretare il sentimento comune e diffuso di sindaci, amministratori locali e cittadini se affermo che non è più procrastinabile una scelta così importante e decisiva per la salvaguardia della vita e della salute dei cittadini dell’intera provincia di Cosenza. Mi auguro, pertanto, che questa iniziativa possa costituire un’occasione finalizzata a determinare un’azione fortemente unitaria che possa vedere, al di là delle appartenenze politiche e delle diverse rappresentanze, tutte le istituzioni, le forze politiche e sociali di una grande provincia come la nostra unite in una battaglia comune su problemi di indiscutibile rispondenza ai bisogni sociali e, in particolare, alla tutela della salute delle nostre popolazioni su cui

non possono più prevalere spinte e divisioni rispetto alle ragioni oggettive dell’unità. Noi siamo pronti a dare, anche e soprattutto in questa occasione, il nostro contributo senza riserve e con determinazione per la realizzazione di un obiettivo che riteniamo di grande importanza e valore per assicurare alle nostre popolazioni un servizio sanitario qualificato e rispondente alle elementari esigenze di tutela della salute Se sarà necessario non esiteremo un solo attimo a convocare tutti i sindaci, gli amministratori locali e le forze politiche e sociali di questa provincia per sostenere la concretizzazione di un obiettivo che non può più essere rinviato o ulteriormente procrastinato. Nell’augurarvi buon lavoro riconfermo, quindi, la mia più totale disponibilità a qualsiasi iniziativa si stabilirà di intraprendere».

ROMA — Il senatore del Pdl Vincenzo Speziali - segretario della commissione Finanze e Tesoro - con un’interrogazione presentata ai ministri del Lavoro e dell’Economia, ha chiesto la reintroduzione della Calabria tra le regioni del Sud in cui le imprese hanno diritto agli incentivi per l'assunzione di lavoratrici donne con contratti di inserimento. Speziali sottolinea che «il decreto ministeriale del 13 novembre 2008

OCCUPAZIONE FEMMINILE Il senatore chiede ai ministri l’applicazione del contratto di inserimento

dei servizi dove, tradizionalmente, la presenza femminile è più consistente». In sintesi, Speziali chiede ai ministri «un intervento di revisione dei criteri in base ai quali si è provveduto all’individuazione delle regioni destinatarie degli incentivi per l’assunzione di donne lavoratrici, al fine di consentire l’inclusione della Calabria, rafforzando così le basi per un rilancio economico e sociale del Meridione».

Speziali: «Calabria penalizzata» equipara, paradossalmente, la Calabria alle regioni più ricche e strutturate del Paese, come il Veneto e la Lombardia, ignorando, di fatto, il contesto di carenze e difficoltà in cui il sistema produttivo calabrese si tro-

va ad operare. L'esclusione della Calabria è incomprensibile ed estremamente grave, ancor più incomprensibile se si considera che essa risulta essere l'unica regione del Sud lasciata fuori dai benefici previsti dal decreto

emanato dal ministero del Lavoro. Ciò non può che frenare il rilancio economico del Mezzogiorno ed il miglioramento della condizione occupazionale della donna nei settori del commercio e in quello del terziario e


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