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il Domani Sabato 19 Settembre 2009 5

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PRIMO PIANO Tutti e sei sono stati promossi

La riconoscenza dell’esercito ROMA - I militari italiani caduti nell’attentato a Kabul sono stati promossi con decorrenza 16 settembre al grado superiore. Lo fa sapere l’esercito, che vuole così concretamente testimoniare la stima e la riconoscenza per quanto fatto in divisa ai giovani che hanno perso la vita. Questi provvedimenti. Il tenente Antonio Fortunato è promosso al grado di capitano. Il sergente maggiore Roberto Valente è promosso al grado di sergente maggiore capo; il caporal maggiore scelto Massimiliano Randino è promosso al grado di caporal maggiore capo; il primo caporal maggiore Davide Ricchiuto è promosso al grado di caporal maggiore Scelto; il primo caporal maggiore Giandomenico Pistonami è promosso al grado di caporal maggiore scelto; il primo caporal maggiore Matteo Muredda è promosso di caporal maggiore scelto.

Le vittime

Tenente

Primo cm

Primo cm

Primo cm

Primo cm

Sergente maggiore

Antonio Fortunato

Matteo Mureddu

Giandomenico Pistonami

Massimiliano Randino

Davide Ricchiuto

Roberto Valente

Nato a Lagonegro (PZ) nel 1974

Nato a Oristano nel 1983

Nato a Orvieto (PG) nel 1983

Nato a Pagani (SA) nel 1977

Nato a Glarus (Svizzera) nel 1983

Nato a Napoli nel 1972 ANSA-CENTIMETRI

L’impegno però cambierà Più attenzione all’aspetto civile

senza esito da troppo tempo). Si capisce che il percorso è tutt’altro che facile e anche esposto a pericolosi equivoci. Come dice Pier

Ferdinando Casini, c’è il rischio che certe fughe in avanti della Lega (bollate come «irresponsabili») incoraggino i terroristi a tentare altri

colpi per indurre gli italiani a ritirarsi, viste le smagliature nella politica e nell’opinione pubblica. E poi, ricorda Piero Fassino, non bi-

sogna dimenticarsi che gli attacchi a Londra e a Madrid sono partiti proprio dall’Afghanistan: è «avvilente», commenta, che alcuni governanti cavalchino certe ondate emotive. Ma resta il problema, fa sapere Silvio Berlusconi, di mettere a punto una «transition strategy» che in sostanza dovrebbe consistere in un progressivo passaggio dei poteri e dei compiti di sicurezza dalla Nato agli afgani, il cui livello di addestramento dovrebbe crescere progressivamente un pò come accaduto in Iraq. I tempi saranno naturalmente lunghi e il Cavaliere ha tenuto a sottolineare di aver compreso lo spirito delle dichiarazioni del Bossi «buon padre di famiglia» ma che ogni decisione dovrà comunque essere presa di concerto con gli alleati: mai pensato a un ritiro completo, precisa Berlusconi. E sulla stessa linea in Consiglio dei ministri si attesta in definitiva anche il Carroccio che chiede di riflettere sull’insieme delle missioni all’estero ma riconosce la correttezza delle argomentazioni di La Russa e Bocchino secondo i quali l’Italia fa parte delle organizzazioni internazionali ed ha assunto liberamente degli impegni che non può rinnegare sotto la pressione degli attentati. Tuttavia, Italia dei valori e sinistra radicale insistono per il disimpegno. Ma il confronto è avvelenato dalla durezza dei toni: il leader dell’Idv dice che Berlusconi finirà come Saddam Hussein. Un paragone che induce la maggioranza a parlare di banditismo e di pericoli per la democrazia che vengono proprio da Di Pietro. È lui il vero talebano, chiosa Francesco Pionati.

Morte a buon mercato, il kamikaze costa dai 500 ai 1500 dollari ROMA - Il ’suicide bomber’, l’attentatore suicida come quello che ha ucciso sei militari italiani a Kabul, viene normalmente ricompensato con una cifra variabile da un minimo di 500 dollari a un massimo di 1.500, mentre la sua famiglia viene poi aiutata con elargizioni periodiche. È’ invece di 300-600 dollari al mese la paga mensile dell’ ’insorto’, categoria ampia che racchiude tutti quelli che, per varie ragioni, si oppongono con le armi alle «forze di occupazione straniere» e a quelle di sicurezza locali. Sono le cifre fornite solo qualche settimana fa dal generale Rosario Castellano, co-

mandate del Regional command West di Isaf, la missione della Nato in Afghanistan. Si tratta di somme tutto sommato basse secondo i canoni occidentali, ma alte in Afghanistan, se paragonate ai normali stipendi mensili. Quello base di un militare ammonta a 70 euro, che salgono a 100 nel caso dei poliziotti e delle guardie di frontiera. Questo divario tra i ’salari’ spiega perchè non manchi la manodopera a chi vuole opporsi con la violenza al processo di ricostruzione in Afghanistan, dove il tasso di disoccupazione - specie in alcune zone - è molto alto e dove spesso impugnare

La Nato mette le mani avanti

“Gli afghani non sono pronti L’impegno non va ridotto” BRUXELLES - “Non possiamo permetterci di ridurre ora il nostro impegno in Afghanistan”. È’ quanto ha detto il portavoce della Nato James Appathurai, sottolineando che l’obiettivo dell’Alleanza è quello di far sì che gli afghani possano prendere in mano la loro sicurezza. «Ma questo va fatto in modo appropriato e misurato» attraverso un’opportuna strategia di transizione, ha spiegato. Secondo il portavoce della Nato le dichiarazioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi all’indomani dell’attentato di ieri «sono generalmente in linea» con quanto sostiene il segretario generale Andres Fogh Rasmussen. «Non vogliamo rimanere in Afghanistan un minuto più del necessario ma non possiamo lasciare troppo presto», ha indicato Appathurai, Il generale Usa McChrystal per il quale la questione della transizione verrà discussa in occasione della riunione informale dei ministri della Difesa che si terrà Bratislava a fine ottobre. La Nato, ha aggiunto il portavoce, sostiene anche la proposta avanzata da Francia, Germania e Gran Bretagna di tenere una conferenza ministeriale sull’Afghanistan entro fine anno per affrontare la questione anche sotto il profilo civile. «La linea di fondo è che non possiamo permetterci di ridurre il nostro sforzo ora, ma dobbiamo Obama pensa alla exit strategy investire di più adesso per essere in grado di fare meno in futuro», ha spiegato il portavoce. I realtà tutti nella Nato, a partire da Obama fino alla Merkel e a Brown, sono decisi a lasciare l’Afghanistan, ma non prima di aver raggiunto un risultato almeno in parte soddisfacente.

Scatta l’inchiesta dei pm di Roma

Carabinieri del Ros attesi a Kabul per fare il punto sulle indagini

Si cercano i resti di un kamikaze

un kalashnikov contro i soldati stranieri diventa il modo più semplice per portare a casa dei soldi. I talebani non esitano a fare ricorso a questa forma di reclutamento

che fa leva sulle disperate condizioni economiche di moltissimi afghani: per uno che si immola nel nome dell’islam, c’è una famiglia che risolve i suoi problemi.

ROMA - Una squadra di investi- tari uccisi che tuttavia potrebbe gatori dei carabinieri del Ros par- essere limitata ad un esame estertirà entro breve temno delle salme. Una po per Kabul dove parte dell’indagine farà il punto della siriguarda anche lo tuazione determinastato dei blindati ta dall’attentato. Lo modello «Lince» rihanno disposto il masti coinvolti nelprocuratore aggiunl’attentato. Il proto di Roma Pietro gramma di indagine Saviotti e il sostituto Il luogo della strage riguarda, oltre alla Giancarlo Amato. I dinamica dell’attenmagistrati hanno disposto anche tato, anche l’interrogatorio dei un’altra serie di accertamenti e quattro parà rimasti feriti e che tra questi l’autopsia dei sei mili- stanno per rientrare in Italia.


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