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L'arte dei videogame

Grazie alla realtà virtuale possiamo metterci nei panni di una pianta e imparare a rispettare il pianeta.

La Redazione

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Grazie alla Realtà Virtuale (VR), i ragazzi hanno potuto osservare lo scioglimento delle calotte di ghiaccio, hanno potuto nuotare nella Grande Barriera Corallina per osservare gli effetti della scomparsa dei coralli sull'ecosistema e socializzare con i grandi primati i cui habitat stanno scomparendo a causa della deforestazione. Tramite la Realtà Virtuale (VR) si vuole favorire un comportamento responsabile dal punto di vista ambientale prima che certi atteggiamenti e abitudini si cristallizzino.

ALAMY / ZUMA PRESS

Videogame per rispettare il pianeta

“Tree”, un’esperienza di realtà virtuale allestita dai due artisti Milica Zec e Winslow Turner Porter III, consente di vivere l’esperienza unica di sentirsi una pianta. Presentato al Sundance Film Festival, a Tribeca, a Cannes e al Festival di Internazionale in Italia, i pochi minuti nei quali si svolge per intero la vita di un albero sino alla sua morte diventano un’esperienza che sembra durare un secolo con tutte le suggestioni del caso: odori, vertigini, suoni, rumori, l’aria gelida del vento che sfiora i rami - che non son altro che l’estensione delle nostre braccia.

L’esperienza fa capire cosa significa essere parte del mondo vegetale di una grande foresta

Grazie ai visori e a un sofisticatissimo software che si serve di un macchinario che viene appoggiato sulle vostre spalle, l’esperienza fa capire, a chi vuol provarne l’ebrezza, cosa significa essere parte del mondo vegetale di una grande foresta. Il lavoro di Milica e Winslow è il secondo di una trilogia che racconta in realtà, più che la vita di una pianta, quanto male possiamo farle: abbatterla, inciderla, bruciarla. Non si arriva mai a questo ma, usciti dall’esperienza, una nuova piccola consapevolezza in più sul pianeta rimane davvero nella testa e nel cuore.

Videogame ecologici

La realtà virtuale fa passi da gigante e non è solo un modo di giocare con i nostri sensi. È ovviamente anche un modo di comunicare. E non è l’unico. I genitori di queste nuove esperienze sensoriali sono i “vecchi” videogiochi, quelli con cui si tira al pallone o si corre in macchina sulle piste di Monza o di Dubai. Ma adesso c’è chi studia sia la realtà virtuale sia i videogiochi per recapitare un messaggio allo scopo di renderci più consapevoli fin da bambini. Professori e studenti del programma EarthGames dell'Università di Washington, ad esempio, stanno lavorando a un nuovo modo di intendere i videogiochi allo scopo di coinvolgere bambini e adulti sulle cause, l’impatto e naturalmente le soluzioni per ridurre i rischi che derivano dai cambiamenti climatici. I protagonisti possono essere animali, ambienti, o abitazioni su cui intervenire per il risparmio energetico. "EcoTrivia: Save the Animals!", ad esempio, è un cartone animato dove gli animali sono protagonisti di piccole lezioni sul clima. In un altro il giocatore può scegliere come aiutare gli scienziati a salvare il mondo dalla siccità, dall’innalzamento delle acque, dal riscaldamento globale. Il gioco ha vinto il primo posto nel National Climate Game Jam, un evento sponsorizzato anche dalla Casa Bianca.

C’è chi studia sia la realtà virtuale sia i videogiochi per renderci più consapevoli fin da bambini

Josh Lawler, fondatore di EarthGames e co-direttore del Centro per la Conservazione Creativa della Washington University spiega che il motto di EarthGames è: “Possiamo cambiare il futuro attraverso i videogiochi”. "La sfida – ha detto intervistato da Lisa Stiffler per GeekWire, un magazine di Technews & Business - è prendere un argomento serio e renderlo davvero divertente. I videogiochi legati al clima esistevano già e forse uno o due erano ok ma il resto era miserabile. Qualcuno – abbiamo pensato - deve essere in grado di fare di meglio”. Detto e fatto, due anni fa è partito il progetto con Lawler e Dargan Frierson, docente associato al Dipartimento di Scienze Atmosferiche dell'ateneo e lui stesso un videogiocatore. Poi sono stati reclutati altri docenti e studenti per farne un gruppo di lavoro che ha prodotto i primi giochi.

Banco di pesci a Palau, Oceano Pacifico, 500 km a est delle Filippine

ISTOCK / GLOBAL_PICS

Videogame etici

Un’altra iniziativa simile è invece figlia di una partnership tra l'Organizzazione mondiale del turismo (UNWTO) e Niantic Inc, una società americana di sviluppo di software con sede a San Francisco, che è ben conosciuta per lo studio di giochi di realtà virtuale adatti ai dispositivi mobili come Pokémon Go, Ingress Prime o Harry Potter: Wizards Unite. Qui non ci saranno streghe, maghi o pupazzetti ma ambienti e situazioni che hanno lo scopo di migliorare la qualità del turismo globale attraverso l'uso di esperienze di gioco di realtà virtuale. La campagna si chiama Travel.Enjoy.Respect ed è stata pensata dall’UNWTO in linea con l’idea di turismo contenuta nell'agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile. Viaggiando virtualmente in modo consapevole riusciremo a farlo forse anche nei nostri viaggi reali.

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