I Grandi Vini - Marzo/Aprile 2018

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Basilicata Abruzzo AZIENDA AGRICOLA BIAGI PAG. 34

CANTINA DI VENOSA PAG. 39

Sardegna AGRICOLA PUNICA PAG. 12

Alto Adige ST. MICHAEL EPPAN PAG. 30-31

4

Puglia CANTINA SAN DONACI PAG. 42

T

G P


Toscana

GLI ARCHI PAG. 54

Toscana Toscana FRANCO PACENTI CANALICCHIO PAG. 50

TORNESI PAG. 61 Toscana SENSI VIGNE E VINI PAG. 49

Toscana

Toscana

FAMIGLIA CECCHI PAG. 56-57

SOCIETÀ AGRICOLA LE SODE DI SANT’ANGELO PAG. 52

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Internazionalizzazione e digital marketing: il cambio di passo che serve al vino italiano

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avanti con Ice Agenzia, in particolare sui mercati di Cina e Usa, è una modalità operativa che auspichiamo possa coinvolgere sempre più attori in un progetto di logica aggregativa”. Insomma, la parola sistema non si usa non va più di moda ma la logica non cambia: Vinitaly vuole essere la piattaforma per gli affari delle aziende del comparto. E Verona sarà l’occasione per guardare già oltre, cercando di anticipare tendenze e abitudini che si evolvono e cambiano in continuazione. In collaborazione con Wine Monitor di Nomisma, sarà presentato l’outlook sul futuro dei mercati mondiali target per il vino, con un focus specifico riservato agli Usa. La tendenza dei prossimi 5 anni, secondo le analisi, è quella di una crescita in Cina (+38,5%), Russia (+27,5%), Usa (+22,5%) e Giappone (+10%) mentre saremo più statici in UK e Germania. Per capire meglio come il nostro vino italiano potrà crescere all’estero, abbiamo intervistato Stevie Kim, Managing Director di Vinitaly International e Brand Ambassador di Vinitaly Wine Club, appena rientrata da un viaggio in Cina per lanciare una campagna di comunicazione che punta ad abituare i consumatori cinesi ad abbinare i loro piatti con i nostri vini autoctoni. La sfida non è facile, tuttavia è fondamentale come quella dell’aumento di azioni efficaci nel digital marketing, capaci di puntare a conquistare i millennials che si muovono con uno smartphone in mano ed accedono continuamente ad app di ogni tipo. Il vino, infatti, è diventato ormai uno strumento di costume, simbolo globale del lifestyle, che potrà crescere ulteriormente, specie se le nuove generazioni lo sceglieranno a scapito di

altre bevande di tendenza. Nei prossimi cinque anni assisteremo ad un inevitabile cambio generazionale: per questo i produttori dovranno coltivare sì in vigna ma anche sui mercati, nel marketing e nelle praterie digitali che la rete oggi offre. Gli strumenti ci sono ed in alcuni casi hanno costi anche molto accessibili, ma le aziende italiane sono ancora molto indietro anche nell’utilizzo dell’e-commerce. Nonostante la pletora di piattaforme esistenti, la quota del mercato italiano online è ancora molto scarsa. Ecco perché, in apertura, parlavamo di sapiente integrazione tra quella tradizione, che sta tornando sia in vigna che in cantina nel fare un vino più immediato e diretto, e quell’indispensabile innovazione che deve necessariamente prendere campo nel modo di comunicare il risultato finale. Per questo ci piace valorizzare il lavoro di esempi positivi che ci sono, eccome, nel nostro Paese e nelle prossime pagine citeremo, tra gli altri, anche Marilena Barbera delle omonime Cantine a Menfi, in Sicilia. La sua attività online è stata recentemente confermata tra i top influencer del mondo stilata da Julien Miquel che ogni anno cura un report dedicato ai siti mondiali di riferimento. Accanto a testate come Wine Spectator, The New York Times e Jancis Robinson, si trova anche questa piccola cantina che sviluppa, in casa, un’importante attività di storytelling attraverso i principali canali social, ovvero Facebook, Twitter ed Instagram. Farsi conoscere con il fai da te e senza svenarsi in budget pubblicitari è quindi possibile. Buon lavoro e buon Vinitaly!•

Giovanni Pellicci Direttore Responsabile

EDITORIALE

T

radizione e innovazione si uniscono, speriamo virtuosamente, nel vino italiano che si presenta in massa all’appuntamento n° 52 con Vinitaly, in programma a Verona dal 15 al 18 aprile. Mentre la politica italiana è in standby, i quattro giorni di Verona avranno come parole chiave l’ulteriore internazionalizzazione di una Fiera pronta ad accogliere un numero sempre crescente di operatori esteri. Gli espositori stranieri sono in crescita del 25%; le delegazioni commerciali arriveranno da 58 Paesi mentre gli operatori professionali da 140 nazioni. I confini sono sempre più ampi ma è con i mercati storici che occorre trovare nuove forme di dialogo. Già a partire dall’appuntamento con Opera Wine di sabato 14 aprile a cui parteciperanno 107 aziende di tutte le regioni italiane scelte dalla rivista americana Wine Spectator, prenderà forma uno dei temi chiave di Vinitaly: aprire le porte di casa agli Stati Uniti, il mercato per antonomasia del nostro export che oggi è alle prese con una stagione incerta, per ragioni geopolitiche ma anche per aspetti generazionali che occorre approfondire e interpretare. “Vinitaly si è sempre dichiarato uno strumento di servizio per le istituzioni e il sistema delle imprese, in chiave business e di relazioni internazionali – ha affermato Maurizio Danese, presidente di Veronafiere, durante la presentazione ufficiale svolta a Roma il 27 marzo –. Il coinvolgimento della rassegna nel piano di promozione straordinaria del made in Italy è stato un passaggio importante per promuovere in modo unitario l’export vitivinicolo italiano. In tal senso, la collaborazione che stiamo portando


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CHEF • MATTEO TAGLIAPIETRA

FACCIA @ FACCIA CON…STEVIE KIM

82 VIGNA & CANTINA LA FONDAZIONE MACH CONTRO LA PERONOSPERA

SOMMARIO 4

L’EDITORIALE

10 ULTIME DAL MONDO DEL VINO

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VALLE D’AOSTA • EROISMO AD ALTA QUOTA

59

LOMBARDIA • LA PROMOZIONE

12 PRODUTTORI IN PRIMO PIANO

DEL FRANCIACORTA PEDALA CON

16 LA POLITICA NEL VINO

IL GIRO D’ITALIA

18 L’INCHIESTA • ETICHETTE

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WINE EXPERIENCE

22 FACCIA @ FACCIA CON…STEVIE KIM

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GUSTO IN SCENA E VENEZIA SI FONDONO

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R.I.V.E. TORNA ALLA FIERA DI PORDENONE

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FOOD AND BEVERAGENDA

26 CHEF • MATTEO TAGLIAPIETRA

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PELLICOLE DI GUSTO

28 ALTO ADIGE • I “SUPERTANNINI”,

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SOCIAL WINE • WINE INFLUENCER

74

TENDENZE SPARKLING • VIN.CO,

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DISTILLATI & CO. • COME

24 NEWS BIO & GREEN 25 THE WINE TROTTER • IL FENOMENO PROSECCO NEL MONDO

LA NUOVA SCOPERTA FIRMATA

IN UN COPIONE DEDICATO ALLE SPEZIE

UNIVERSITÀ DI BOLZANO 38 BASILICATA • LA CRESCITA DEI VINI LUCANI

IN ABRUZZO L’UNIONE FA LA FORZA

40 CAMPANIA • VINI DEL SANNIO: È L’ORA DELLA CONSAPEVOLEZZA 44 LA SARDEGNA A VINITALY 2018

SI PROTEGGE UN’ARTE CENTENARIA 77

EXTRAVERGINE NEWS

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LUPPOLO E DINTORNI ELVIRA ACKERMANN

CON 73 PICCOLE E MEDIE AZIENDE 46 LIGURIA • TRA PIETRA, SOLE E MARE: I VINI DELLE CINQUE TERRE 47 TOSCANA • LA PIOGGIA DI EURO SULLE VIGNE TOSCANE

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FIERE IN CALENDARIO

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VIGNA & CANTINA GUERRA APERTA ALLA PERONOSPERA

105 NEWS TECNICHE DALLE AZIENDE


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Anno XIV • Numero 101 • Marzo Aprile 2018 www.igrandivini.com In copertina Stevie Kim

Editore Cluster Editori Registrazione Tribunale di Grosseto n° 9 del 02/11/2005 Direzione e Redazione Strada Massetana Romana 58/b - 53100 Siena (Italia) Tel. 057745561 Fax 0577270774 - info@igrandivini.com Direttore Responsabile Giovanni Pellicci Direttore Editoriale Fabrizio Barbagli Traduzioni a cura di Mariavera Speciale, Martina Galardi Hanno collaborato a questo numero Stefania Abbattista, Barbara Amoroso, Luca Barbagli, Elisa Berti, Lorenzo Bianciardi, Pamela Bralia, Claudia Calvani, Claudia Cataldo, Jessica Chirichiello, Marina Ciancaglini, Chiara Martinelli, Valentina Merolli, Giulia Montemaggi, Tommaso Nutarelli, Enea Silvio Tafuro, Myriam Zangari Art Director Linda Frosini Stampa Petruzzi – Via Venturelli, 7 Città di Castello (PG)

Concessionaria Pubblicità Cluster Editori Strada Massetana Romana 58/b 53100 Siena (Italia) Tel. 0577 45561 – Fax 0577 270774 info@clustereditori.it Account

Stefania Abbattista - stefania@igrandivini.com Elisa Berti - elisaberti@clustereditori.it Laura Dami - l.dami@igrandivini.com Tiziana Di Filippo - t.difilippo@clustereditori.it Francesco Dotto - f.dotto@igrandivini.com Francesca Droghini – f.droghini@igrandivini.com Chiara Martinelli - c.martinelli@igrandivini.com Giulia Montemaggi - g.montemaggi@clustereditori.it Stefania Russo - s.russo@clustereditori.it Giulia Spolidoro - g.spolidoro@clustereditori.it

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Ultime dal mondo del Vino di Giovanni Pellicci

FOCUS EXPORT

ESPORTAZIONI TRA CRITICITÁ ED OPPORTUNITÁ Quasi 6 miliardi di euro. E' la cifra definitiva dell'export del vino italiano nel 2017 (elaborazioni Ismea su dati istat) che è stato classificato come “buono ma non buonissimo”. I principali addetti della filiera hanno detto la loro, commentando i dati. “I dati dell’export 2017 ci consegnano un anno positivo ma non brillante – dice Ernesto Abbona, presidente Unione Italiana Vini -. Va sottolineata la determinazione dei nostri imprenditori che, nonostante la crescente ondata protezionistica dei mercati e le grandi difficoltà di gestione dei fondi Ocm promozione, archiviano un altro anno di crescita delle esportazioni, anche nei volumi. Sfioriamo ma non superiamo la soglia psicologica dei 6 miliardi di euro, cresciamo meno della Francia e rimaniamo fragili davanti alle turbolenze commerciali provocate dalla ‘geopolitica’, perché siamo ancorati ai due mercati storici del nostro export, Usa e UK. Con 2,2 miliardi di euro registrati nel 2017, questi due Paesi costituiscono infatti il 40% del valore del nostro export di vini fermi e spumanti, contro quote del 31% per la Francia e del 26% per la Spagna o del 20% per la Germania e quindi siamo in assoluto il Paese più esposto nel caso di ritorsioni sull’agroalimentare e di scenario Hard Brexit. Per questo motivo auspichiamo una risoluzione pacifica delle controversie sul fronte americano e un’opzione di uscita morbida della Gran Bretagna”. “I dati ci restituiscono un’Italia superpotenza enologica – afferma Giovanni Mantovani, Direttore Generale di Veronafiere - ma il nuovo record commerciale (+6,2% a/a, 5,9 miliardi di euro) non rende ancora

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giustizia alla grande qualità delle nostre produzioni. Cresciamo più nella qualità in vigna e in cantina che nel valore sui mercati. Per questo motivo a Vinitaly ci concentreremo su uno studio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor sui trend a 5 anni dei top buyer mondiali di vino e su un approfondimento dedicato agli Usa.

Il nostro export rimane pericolosamente ancorato sui primi tre Paesi di sbocco (Stati Uniti, Germania e Regno Unito) dove si registra un indice di concentrazione delle nostre vendite del 53,4%, molto più di Francia e Spagna che allo stesso indice si fermano rispettivamente al 38,5% e 35,2%”.

A Vinitaly la presentazione di un'analisi sui trend a 5 anni dei top buyer mondiali di vino e su un approfondimento dedicato agli Usa

PRINCIPALI PAESI CLIENTI DELL'ITALIA DI VINI E MOSTI Ettolitri

Migliaia di euro

2016

2017

var. %

2016

2017

var. %

Stati Uniti

3.289.474

3.346.178

1,7%

1.350.193

1.407.508

4,2%

Germania

5.565.109

5.637.098

1,3%

978.273

985.278

0,7%

Regno Unito

2.993.371

3.072.957

2,7%

765.438

810.699

5,9%

Svizzera

722.711

757.874

4,9%

337.466

359.867

6,6%

Canada

729.287

796.616

9,2%

305.493

333.058

9,0%

Francia

1.021.005

1.051.246

3,0%

155.881

169.954

9,0%

Svezia

482.113

525.486

9,0%

154.871

164.842

6,4%

Giappone

401.749

442.238

10,1%

150.729

162.628

7,9%

Danimarca

398.870

392.838

-1,5%

147.104

147.676

0,4%

Paesi Bassi

437.925

435.516

-0,6%

140.062

142.084

1,4%

Cina

299.396

377.067

25,9%

101.050

130.014

28,7%

Belgio

314.785

343.342

9,1%

113.311

122.221

7,9%

Russia

334.111

478.727

43,3%

77.956

111.495

43,0%

Austria

524.735

488.198

-7,0%

101.392

102.200

0,8%

Norvegia

240.720

232.315

-3,5%

94.206

94.160

0,0%

Australia

105.528

115.048

9,0%

46.044

52.233

13,4%

Polonia

229.035

215.391

-6,0%

47.868

50.213

4,9%

Repubblica ceca

355.253

343.888

-3,2%

40.604

44.699

10,1%

Spagna

246.791

219.198

-11,2%

41.125

40.013

-2,7%

Brasile

92.216

147.704

60,2%

24.189

38.838

60,6%

Irlanda

113.118

122.555

8,3%

31.479

35.713

13,5%

Finlandia

83.623

90.638

8,4%

30.634

34.509

12,6%

Altri

1.663.031

1.783.288

7,2%

391.888

448.906

14,5%

Mondo

20.643.956

21.415.407

3,7%

5.627.255

5.988.806

6,4%

Fonte: Elaborazioni Ismea su dati Istat


Ultime dal mondo del Vino di Giovanni Pellicci

MERCATO INTERNO

AL SUPERMERCATO VINCONO VINI BIANCHI, DOC E SPUMANTI Dati interessanti nella nuova ricerca IRI per Vinitaly: nel 2017 acquistati 648 milioni di litri nella Grande distribuzione Vini bianchi fermi, vini a denominazione d’origine, vini regionali, spumanti secchi; questi i vini preferiti dagli italiani nel 2017. I rossi più richiesti provengono da Toscana, Emilia Romagna, Piemonte. I bianchi più richiesti da Veneto, Trentino, Sicilia. Sono i risultati raccolti dalla ricerca elaborata per Vinitaly dall’istituto di ricerca IRI sui consumi di vino nella Grande distribuzione nel 2017. Gli italiani hanno acquistato 648 milioni di litri nella Grande distribuzione, il canale di vendita principale del vino, per un valore che vede il traguardo dei 2 miliardi di euro (1 miliardo e 849 mila milioni di euro), dati inclusivi dei Discount. Tra i vini i cui acquisti crescono a doppia cifra: Grillo (Sicilia), Primitivo (Puglia), Ortrugo (Emilia Romagna), Ribolla (Friuli Venezia Giulia), Valpolicella Ripasso (Veneto), Cortese (Piemonte),

Passerina (Marche), Chianti Classico (Toscana), Cannonau (Sardegna), Pecorino (Abruzzo/Marche), Falanghina (Campania). Mentre i campioni assoluti rimangono Lambrusco, Chianti e Montepulciano d'Abruzzo. Le bottiglie da 0,75 a denominazione d’origine crescono nel 2017 del 2% rispetto all’anno precedente con 280 milioni di litri venduti. Gli spumanti (e champagne) aumentano del 4,9% con 68 milioni di litri. Da notare anche la performance del rosato frizzante che cresce del 3,9%. Prosegue il trend negativo dei “bottiglioni” (fino a 2 litri) che perdono un ulteriore 2,5%, mentre i brick registrano una flessione dello 0,6%. In crescita il formato “bag in box”, ancora di nicchia: +5,4%. In forte crescita le vendite di vino e spumante biologico che superano i 4 milioni di litri venduti, confermando un percorso che ha ancora ampi margini di crescita.

NOMINE

SARTORI CONFERMATO ALLA GUIDA DI ITALIA DEL VINO-CONSORZIO L'obiettivo principale fino al 2020 resterà il mercato cinese per incentivare le abitudini al consumo dei nostri vini Nomine all'insegna della conferma in questo primo scorcio di 2018. Andrea Sartori è stato confermato per prossimo triennio alla guida di Italia del Vino-Consorzio, soggetto nato nel 2009 per dedicarsi alla promozione del vino italiano nel mndo. Alla realtà aderiscono 18 aziende di tutta Italia che, complessivamente, fatturano oltre un miliardo di euro. Nelle linee programmatiche fino al 2020 il focus principale resterà concentrato sulla Cina, dove il Consorzio ha iniziato a investi-

re dal 2013. Per il terzo mandato, a partire dal 2010, confermata anche Rossana Zambelli quale direttore della Cia (Confederazione italiana agricoltori).

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Produttori in primo piano SARDEGNA

VENETO

AGRIPUNICA: QUANDO L'UNIONE FA LA QUALITÀ

SCRIANI: ECCELLENZA AD ALTI LIVELLI Con la nuova annata Amarone Riserva 2012 Stefano Cottini, l’azienda di Fumane è pronta a conquistare il pubblico di Vinitaly

L’incontro tra due grandi realtà, una terra unica e sapori sopraffini

di Giulia Montemaggi

La meravigliosa terra di Santadi dischiude un perla di raro valore, originata dall’opera congiunta di due grandi protagonisti della scena enoica italiana ed internazionale. È l'azienda Agripunica, fondata 16 anni orsono grazie all'unione di intenti della Tenuta San Guido (Sassicaia) e della Cantina Santadi (Terre Brune). Un progetto ambizioso e, fin da subito, riuscito, grazie soprattutto alla supervisione dell’illustre enologo Giacomo Tachis, stretto collaboratore prima dell’azienda toscana e poi della cantina sarda. Dispiegata su un totale di 70 ettari di terreno, Agripunica si compone di due tenute, Barrua e Narcao, in cui si coltivano amorevolmente varietà autocto-

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ne, in particolare il Carignano, ed alcune note varietà francesi. Uve di qualità che, unitamente alle ottimali condizioni climatico-territoriali dell’area e al bagaglio conoscitivo ed esperienziale di ogni socio, hanno portato alla produzione di vini di rara pregevolezza fregiati dei più importanti riconoscimenti internazionali. Siano i rossi nati dalla sapiente mano di Tachis, Barrua e Montessu, o il bianco Samas, entrato nella scuderia dell’azienda nel 2012, si tratta di vini inconfondibili, manifesti poetici di stile ed eleganza.

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Archiviata l’esperienza più che positiva del ProWein, la famiglia Cottini gioca in casa preparandosi a portare a Vinitaly tutta la qualità e l’eccellenza dei vini Scriani. Una partecipazione che, sulla scia degli ottimi risultati degli anni passati, si preannuncia anche per quest’edizione un gran successo, tra la qualità di sempre e le novità più recenti. Su tutte, l'Amarone della Valpolicella Classico Docg Riserva 2012 firmato Stefano Cottini, ennesimo gioiello Scriani plasmato dal lento incedere del tempo. Di un rosso rubino profondo tendente al granata, si presenta come un vino dall'eleganza innata, in grado di regalare un'esperienza gustativa

intensa ed avvolgente. Fruttato al naso, intreccia gli aromi nitidi di frutta matura, marmellata e ciliegie sotto spirito, per poi trovare ampio riscontro nell'assaggio, dove note di vaniglia, spezie, liquirizia e mandorle amare conquistano il palato. Ideale per accompagnare piatti di complessa fattura, l’Amarone Riserva Stefano Cottini si configura come l'espressione più sincera del lavoro portato avanti dalla famiglia Cottini. Un impegno costantemente proteso al rinnovamento, come dimostrano gli ultimi investimenti in Valpolicella, con l’acquisto di nuovi terreni da valorizzare e nuove perle da produrre. (g.m.)

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Produttori in primo piano TOSCANA

FAGNANI: LA STORIA DEL BRUNELLO DI MONTALCINO NEI VINI DI BELLARIA famiglia che ha ereditato la passione per il vino. In vigna troviamo il nipote, Gianni L’Azienda Agricola Bellaria si trova al Bernazzi, che si occupa della cantina; ma centro di uno dei territori più famosi è dal 2006 che Pierino Fagnani (“Sunal mondo, quello del to” era suo zio) inizia a Brunello di Montalcino, selezionare le uve per la Le nuove strade di un’area votata alla viproduzione dei vini che una generazione portano in etichetta la ticoltura sin dal 1765, che ripercorre le firma attuale. Nasce un anno in cui la proprietà solide radici della vino moderno, attento figura nel Catasto di Tertradizione Toscana alla tradizione, con un raferma, promulgato da grande rispetto del terPietro Leopoldo Gran Duca di Toscana. Nel 1963 Assunto Pieri, ritorio. Oggi da un terreno di circa 40 conosciuto a Montalcino come il “Sunto ettari si ottengono uve per la produziodi Bellaria”, al ritorno dalla guerra, ac- ne di Brunello di Montalcino D.O.C.G., quista il casolare e dà vita alla moderna Rosso di Montalcino D.O.C e due IGT: il azienda vinicola. Gli occhi di Assunto "Gambassino", un blend di uve Caberoltre alle guerre, hanno visto la creazio- net Sauvignon e Sangiovese, e "ANNA", ne del Consorzio del Brunello e la prima un Merlot in purezza che prende il suo produzione del suo pregiato vino. Un nome dall’ultima nata di casa Fagnani. esordio incredibile, portato avanti dalla Tutti vini che esprimono appieno la vocadi Chiara Martinelli

zione per il terroir. Il passato a Bellaria è già un futuro annunciato: finita la nuova cantina di vinificazione, si tanno recuperando le vecchie cantine scavate nella roccia, dove il Brunello riposa. E c’è già un progetto ambizioso inaugurato con “Anna”, l’ultima etichetta, “un merlot in purezza nella terra del Sangiovese” che ha brindato nel 2017 ai 50 anni del Consorzio del Brunello, con un’etichetta d’artista disegnata da Luca Grechi. Sono le nuove generazioni a concretizzare il coraggio di Assunto, con il progetto intitolato “vini Fagnani Etichetta d’artista”, ideato da Francesco Fagnani bis nipote, affiancato da Gianni Bernazzi, wine maker. •

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di Giovanni Pellicci

La decantazione della politica

rallenta il vino italiano La filiera vitivinicola italiana ha numerosi temi chiave in sospeso che il nuovo Ministro delle Politiche Agricole sarà chiamato rapidamente a gestire

L

a lenta decantazione della politica italiana non giova al vino. Tutt'altro. L'ingarbugliato scenario che si è aperto dopo le elezioni di inizio marzo, avrà ripercussioni anche sull'agroalimentare dove, specie nel settore vino, sono rimaste in sospeso numerose decisioni. L'elenco è lungo: tra questi ci sono i decreti attuativi del Testo Unico del Vino (tra questi anche quello chiave sui Consorzi) e l'ultimo bando Ocm vino che prevede circa 100 milioni di euro fondamentali per l'internazionalizzazione ma sui quali siamo perennemente in ritardo. Poi a seguire, le nomine per la nuova composizione del Comitato Vini, per il quale tutta la filiera ha scritto una lettera al Ministro delle Politiche Agricole ad interim Paolo Gentiloni a fine marzo. Senza dimentica la legge sull'enoturismo che approvata a fine 2017 deve prendere corpo, anche in questo caso, con i fondamentali decreti attuativi. Infine, di respiro

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ancora più ampio, c'è anche il tema della riforma della Pac, la quale rischia di essere ridimensionata in termini di risorse a partire dal 2020. Per non parlare del tema delle etichette di cui parliamo a parte, nello spazio de L'Inchiesta. La XVIII legislatura, iniziata con la nomina dei nuovi presidenti delle due Camere, deve ancora sciogliere numerosi nodi politici per comporre il nuovo Governo. Così era al momento di scrivere queste righe. Ma fin da subito, le sollecitazioni da parte della filiera non mancano e non mancheranno. “L’auspicio per questo 2018 – afferma Ernesto Abbona Presidente di UIV - è che il nuovo Ministro delle politiche Agricole abbia tra le sue priorità quella di risolvere la dinamica conflittuale Ministero-Regioni e di sbloccare i fondi promozione 2017-18, mettendo subito mano al decreto per l’annualità 2018-19. Questo insieme ad un governo capace di farsi sentire a livello europeo, in parti-

colare sul tema della politica commerciale. Ad oggi, infatti, i fondi dell’Ocm promozione diventano ancora più urgenti per supportare un faticoso ma indispensabile lavoro di diversificazione dei mercati da parte degli imprenditori. L’ottimo lavoro che stiamo facendo con Ice ci aiuta ma anche noi imprenditori dobbiamo metterci una buona dose di coraggio. Peraltro, il successo recente della spumantistica italiana, insegna che i mercati possono aprirsi anche in maniera veloce quando un prodotto incontra i desideri dei consumatori”. “Dobbiamo essere sempre attenti a intercettare i nuovi trend di consumo, a fare opera quotidiana di scouting, e a utilizzare al meglio i fondi messi a disposizione dai piani di promozione del Mise-Ice e quelli dell’Ocm - spiega Ernesto Abbona. Dobbiamo anche iniziare a ragionare in modo nuovo anche sulla struttura della nostra offerta, trovando nuove forme di dialogo e sintesi tra brand

e territori, superando logiche di confine amministrativo tra territori e regioni, ma anche di dinamiche verticali di filiera, che ci permettano – conclude - quella elasticità produttiva necessaria a rispondere alle istanze di un mercato in continua evoluzione”. Dopo cinque anni con Maurizio Martina alla guida del Mipaaf c'è un mix tra curiosità e attesa su quale profilo – sia dal punto di vista politico che personale - sarà individuato per raccoglierne l'eredità alla guida del dicastero di via XX Settembre. I tempi sono incerti ma è sicuro che chiunque sarà investito del ruolo, dovrà rapidamente dimostrare di essere all'altezza del mandato e dare gambe a riforme fondamentali e sostegno ad un settore chiave per l'intera economia del Paese. Indipendentemente dal profilo politico che sarà individuato, da parte della nostra redazione va al nuovo Ministro il più sincero augurio di buon lavoro.•


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?

L’INCHIESTA ETICHETTE di Claudia Cataldo

Calorie e ingredienti:

cosa succederà alle etichette degli alcolici? Dopo un anno arriva l’auto-regolamento presentato all’Ue dalle associazioni di settore. Ma lo zucchero divide. E Beuc boccia la proposta

L

o scorso anno – proprio nel mese di marzo – l’Unione Europea aveva dato dodici mesi di tempo all’industria del vino e alle sue associazioni di rappresentanza per preparare una proposta convincente che potesse dare una risposta alla necessità del mercato di avere etichette del vino “parlanti”, capaci di comunicare al consumatore informazioni sui suoi aspetti produttivi e nutrizionali. Al passare di questo tempo, qualora non si fossero raggiunti risultati concreti, avrebbe provveduto a varare un regolamento specifico. Come aveva sottolineato a suo tempo il commissario Ue alla Salute Vytenis Andriukaitis,

questa posizione nasceva dall’esigenza di avvalorare il diritto degli abitanti dell’Ue di essere completamente informati a proposito dei loro consumi. “Non c’è nessuna base oggettiva che possa giustificare l’assenza di una lista di ingredienti e informazioni nutrizionali sulle bevande alcoliche”, aveva affermato Andriukaitis. Insomma un anno per trovare una proposta convincente e condivisa, come previsto dal regolamento 1169/2011: così Copa-Cogeca, Ceev, Cevi e Efow (le quattro sigle principali europee del settore, fra vino, birra, distillati e sidro) hanno lavorato in concerto per arrivare a un documento condiviso, presentato proprio lo scorso mese

a Vytenis Andriukaitis, contenente una loro proposta di etichetta nutrizionale, con calorie e lista degli ingredienti. Nella proposta dei quattro comparti troviamo una piattaforma di proposte comune articolate su tre elementi: la disponibilità a fornire informazioni sia sulle calorie che sugli ingredienti, la possibilità di utilizzare un’etichetta elettronica (off label), la dose di riferimento comune da 100 ml. A queste proposte ogni settore ne aggiunge poi di più specifiche. Per quanto riguarda il settore del vino, manca ancora l’accordo tra i produttori sulla questione sollevata da organizzazioni agricole di Spagna, Italia e Grecia sull’indicazione alla lista di ingredienti dello zucchero eventualmente aggiunto al vino (cosiddetto zuccheraggio). Oltre

ad assumersi un impegno volontario, il settore del vino chiederà alla Commissione europea “una legislazione armonizzata a livello Ue su lista di ingredienti e calorie, con il riconoscimento dell’e-label”, ha dichiarato il segretario generale della Comitato europeo vini (Ceev) Ignacio Sànchez Recarte. Se da una parte le associazioni cercano una soluzione per ovviare alla questione tenendo conto però che il vino è un prodotto agricolo che non ha una ricetta fissa, dall’altro lato le organizzazioni dei consumatori storcono il naso, in particolare la European Consumer Organization (Beuc), che già tempo fa aveva accusato il settore di concedersi troppa flessibilità e godere di determinati privilegi, chiedendo invece regole vincolanti.•

La proposta: il testo presentato a Bruxelles In breve, i tre punti della proposta La proposta può essere principalmente riassunta in tre punti. Partiamo dall’etichetta elettronica. Un modo di informare che da una parte segue lo sviluppo – anche in

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termini di vendite – dei canali online del vino; dall’altro permette di avere le informazioni sul prodotto in tutte le lingue dei Paesi dove il vino viene commercializzato. Inoltre nel


testo della proposta troviamo anche fra i vantaggi: la possibilità dare maggiori informazioni, la possibilità di includere delle linee guida e dei messaggi sul bere responsabile e dei messaggi aggiuntivi come ad esempio “non bere alla guida” oppure “non bere se minorenne” o ancora “non bere se incinta”. Non c’è tuttavia alcun obbligo: gli operatori potranno scegliere se inserire le comunicazioni dentro o fuori dall’etichetta. In quest’ultimo caso, dovranno includere in etichetta o sull’imballaggio del prodotto un link o un QR code che rimandi al sito dell’azienda, ma non si esclude neppure un aggancio al sito di un Consorzio. C’è poi da capire bene cosa comunicare. La proposta parla di limitare le indicazioni al valore energetico e le informazioni nutrizionali sulla base dei 100 ml di prodotto (serving size). Si legge nel self-regulatory proposal che questa posizione è dipesa dal fatto che molti alcolici prodotti in Europa non contengono grassi, carboidrati, zucchero,

proteine o sale (a parte spiriti complessi e liquori dove è richiesto un minimo di zucchero o altri alcolici aromatizzati). C’è anche la possibilità di utilizzare dei simboli, invece della dicitura completa, in modo che sia più comprensibile per tutti. Passiamo, infine, alla lista degli ingredienti obbligatoria. Gli operatori avranno, come da proposta, diverse opzioni, purché siano segnalate le sostanze che possono causare allergie, le materie prime e il processo di vinificazione. Rimangono invece esclusi, sostanzialmente, i coadiuvanti tecnologici usati per la trasformazione del vino riconosciuti dall’Oiv e le sostanze naturali utilizzate per regolare composizione delle uve. Proprio qui si crea un punto di criticità: tra queste sostanze da non indicare (oltre a acido lattico, acido citrico, acido tartarico e acido malico), rientrano anche tutte quelle che regolano il tenore naturale di zucchero nelle uve, quindi, mosto concentrato rettificato (mcr) e zucchero aggiunto al mosto per lo zuccheraggio. •

C’è chi dice no Alleanza delle Cooperative: lo zucchero va indicato in etichetta Alleanza delle Cooperative sceglie di non firmare la proposta, proprio per il tema dello zucchero aggiunto al mosto, tecnica che da sempre differenzia la viticoltura mediterranea da quella del nord Europa. “Per noi è una questione di trasparenza”, spiega a Ruenza Santandrea, coordinatrice del settore vitivinicolo di Alleanza. “Tutto quello che non è derivato dell’uva deve essere indicato. L’escamotage utilizzato dai Paesi del Nord Europa per far sparire lo zucchero dalla lista è che si tratta di un sottoprodotto che deriva dall’uva. Ma non è così: lo zucchero di barbabietola, ad esempio, non viene dall’uva. Si tratta di un’aggiunta e, come lo si indica nelle marmellate, è giusto che lo si faccia anche nel vino”. Continua Santadrea: “il tema in generale è assurdo, il vino non ha una ricetta, è difficile standardizzarlo. Ad ogni modo se questo deve essere, chiediamo anche reciprocità: ovvero che queste disposizioni siano

poi applicate a tutti vini che entrano in Europa”. “Ci è molto dispiaciuto doverci defilare e fino all’ultimo abbiamo cercato un compromesso ma riteniamo, così, di aver agito con la massima coerenza in difesa degli interessi della viticoltura italiana”. Massima condivisione, invece, sugli altri punti della proposta, anche se la coordinatrice del settore ci tiene a sottolineare che “la revisione dell’etichetta non è stata una libera scelta, ma è stata imposta dall’alto. “Tuttavia si è cercato di trovare le soluzioni migliori per rendere più semplice possibile e meno costoso il cambiamento. Penso, ad esempio, all’uso della tecnologia, che aiuterebbe molto i produttori: una cosa è modificare ogni volta tutte le etichette stampate, altra cosa è invece aggiungere le informazioni online, si tratta di un processo più snello e meno oneroso. Ma ripeto: quella dello zucchero è una questione troppo importante su cui non possiamo chiudere un occhio”.

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C’è chi dice sì Dal canto suo Federvini, che invece ha firmato il documento, pone l’accento sull’importanza e l’utilità dell’etichetta digitale: “siamo favorevoli all’informazione del consumatore tanto da rappresentare settori con una delle normative più ampie e complete proprio a sua tutela. Per questo riteniamo che lo strumento più utile di completamento sia l’etichetta digitale per offrire ai consumatori tutte quelle informazioni che possono favorire una scelta sempre più consapevole’. Questo il succo della posizione di Federvini all’indomani dell’incontro a Bruxelles tra il Commissario alla Salute Vytenis Andriukatis e tutte le rappresentanze dei produttori europei di bevande alcoliche. “L’ingredientistica e le tecniche produttive sono rigidamente regolamentate a livello europeo e nazionale sia per tutte le tipologie di vini che per le acquaviti e i liquori: non ci possono essere deviazioni da quanto previsto in queste disposizioni. Quello che può risultare utile è un spazio di approfondimento di queste previsioni: in questo caso l’etichetta cartacea non è sufficiente per includere tutte

le informazioni. L’etichetta digitale è invece il mezzo più idoneo per creare anche un’esperienza di consumo diversa e più in linea con la contemporaneità”. Stesse riflessioni anche in materia di indicazione del valore energetico. La Federazione ha da tempo indicato anche sul proprio sito web le indicazioni fondamentali per tenere conto sia delle caratteristiche del prodotto, in particolare la gradazione, sia delle modalità di consumo: per questo è indispensabile poter evitare ogni rischio di confusione al consumatore con informazioni esclusivamente consentite attraverso i soli 100ml di prodotto. Anche Fivi e Cevi danno la loro benedizione all’etichetta elettronica, in quanto compromesso utile per non dare un ulteriore carico burocratico alle cantine. Arev, l’Assemblea delle Regioni Europee Viticole sottolinea quanto già accennato da Santandrea: “qualsiasi nuovo regolamento di etichettatura valido per i vini europei deve applicarsi anche per i vini d’importazione. In caso contrario, la concorrenza internazionale ne

Sandro Boscaini, Presidente Federvini (credits ©Federvini)

Federvini: favorevoli all’etichetta digitale

sarebbe falsata ed i produttori europei sarebbero penalizzati”. Per questo motivo, l’associazione esorta la Commissione Ue a non imporre nuovi vincoli al settore vitivinicolo europeo senza aver prima armonizzato lo Standard internazionale per l’etichettatura dei vini, raccomandato dall’Oiv.•

La bocciatura Un no secco dall’organizzazione dei consumatori Beuc Non accetta la proposta la Beuc, ovvero la European Consumer Organisation, 43 associazioni da 31 Paesi, che ritiene inaccettabile che le informazioni nutrizionali e gli ingredienti in etichetta per vini, birre e distillati siano secondo quanto proposto opzionali, mentre sono richiesti per legge sulle etichette dei soft drinks, denunciando così dei privilegi concessi al settore degli alcolici. Monique Goyens, Direttore Generale della Beuc, ha commentato: “la maggior parte dei consumatori procede nelle sue opzioni di acquisto in pochi secondi, è irrealistico aspettarsi che vadano su internet a controllare quante calorie ha un prodotto. Non dimentichiamoci inoltre che nella maggior parte dei Paesi più di 3 consumatori su 10 non ha uno smartphone e che la copertura di rete in certe zone può dare 20

problemi. Solo le informazioni sull’etichetta fisica possono rappresentare un modo equo per comunicare con il consumatore. Inoltre le bevande alcoliche possono essere delle vere bombe caloriche, un bicchiere di vino ha più calorie di un gelato: per fare scelte consapevoli e sapere cosa una bottiglia contiene, i consumatori hanno bisogno di informazioni sul prodotto, non online”. Per la Beuc, insomma, l’unico modo per procedere è un regolamento UE che – dall’alto – assicuri che questi aspetti siano normati. A questo punto non resta che aspettare per vedere la reazione dell’Ue e così capire se si proseguirà sulla strada dell’auto-regolamentazione o se invece sarà preso qualche provvedimento burocratico che potrebbe andare a cambiare – e complicare – la vita dei produttori europei. •


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STEVIE KIM

Managing Director di Vinitaly International e Brand Ambassador di Vinitaly Wine Club

Vitigni autoctoni italiani e cibo cinese?

Si può fare a patto che...

Stevie Kim di Vinitaly International parla dei nuovi progetti in giro per il mondo ed invita le aziende italiane a lavorare di più e meglio sul digital marketing

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na delle parole chiave nel 2018 del vino italiano sarà digitalizzazione. Alla vigilia di Vinitaly, abbiamo intervistato Stevie Kim per tracciare con lei una panoramica complessiva sull’andamento del nostro export, tra opportunità da cogliere in modo più efficace e criticità da gestire. Stevie Kim, di origini coreane ma cresciuta a New York, vive a Verona insieme alla sua famiglia ormai da decenni. Kim si occupa di comunicazione e marketing a livello internazionale ed oggi ricopre il ruolo di Managing Director di Vinitaly International che comprende, oltre ad altre iniziative, il lancio e il

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coordinamento di una serie di nuovi progetti collegati al marchio Vinitaly, tra cui OperaWine, Vinitaly International Academy, Vinitaly Wine Club, wine2wine, il Padiglione del Vino Italiano a Expo2015, H-ack Wine, Vinitaly International Buyer Connect, Vinitaly International Importer Connect, HireMeVinitaly, Vinitaly & The City, e le due nuove guide enologiche internazionali 5StarWines e Wine Without Walls. Stevie è specializzata nel Digital Branding ed è costantemente alla ricerca di modi nuovi e innovativi per comunicare e celebrare “Il Vino Italiano” all’estero, con una forte enfasi creativa sui social media e

sullo storytelling. I suoi interessi più recenti comprendono due progetti multimediali: Italian Wine Podcast, il primo podcast in lingua inglese dedicato esclusivamente al vino italiano e alle sue personalità; e Italian Wine Unplugged Grape by Grape, un nuovo libro che spiega le centinaia di varietà di vitigni autoctoni italiani attraverso un layout grafico accattivante, con fotografie, infografiche e mind maps. @ Vinitaly 2018 si apre con la settima edizione di Opera Wine che vedrà protagonisti 107 produttori. Il tema è l’alleanza strategica con un mercato fondamentale come quello degli Stati Uniti. Quali saranno le scelte fondamentali per continuare ad avere un rapporto così privilegiato con il mercato americano anche in questa fase geopolitica così incerta? “Ad oggi quello Usa è il mercato n°1 per il vino italiano, seppur in lieve flessione. Dobbiamo ricordarci che il mercato americano è molto grande ed è composto da 50 Stati al suo


interno: a Opera Wine parleremo proprio di questo per dare una nuova chiave di lettura ai produttori e concentrarsi sulle nuove fasce dei consumatori. I millennials rappresentano il 40% dei consumi negli Stati Uniti ma i ragazzi più giovani di loro non vogliono bere cosa hanno bevuto i loro genitori. Per questo la sfida è ingaggiare le nuove generazioni sul mercato statunitense, anche perché sono poi loro a fare tendenza tra i loro pari età in tutto il mondo. Ma in questo scenario sono tante le variabili geopolitiche da tenere sotto controllo: le politiche di Trump sulla Cina; la Brexit ed altro ancora. Non sappiamo bene potrà accadere ma dobbiamo stare molto attenti. L’incertezza crea paura e diffonde la percezione di instabilità. Sono però fiduciosa perché la nuova generazione dei produttori italiani, anche quelli piccoli, è molto in gamba. Molti di loro parlano bene inglese, maneggiano i social media ed hanno una linea diretta con i consumatori ma anche con gli opinion leader. Occasioni come quelle di Opera Wine sono molto importanti, perché consentono di portare in Italia gli addetti ai lavori americani e farli toccare con mano l’Italia. I francesi lo hanno sempre fatto e abbiamo da imparare”. @ Quali sono i punti di forza di cui rischiamo di dimenticarci che, invece, all’estero ci rendono unici? “La forza del vino italiano è la biodiversità ma al tempo stesso è anche una nostra debolezza. Così tanti vitigni con tante denominazioni, fanno sì che il nostro vino abbia tante varietà ma si finisce con il creare un po’ di confusione nel consumatore. La differenza tra Chianti Classico e Chianti, ad esempio, è molto difficile da spiegare in Cina. Originalità e creatività ci distinguono nel mondo ma in alcuni mercati la frammentazione non aiuta. Dobbiamo cercare di semplificare, soprattutto attraverso la formazione degli addetti ai lavori così da arrivare al consumatore”. @ E’ appena rientrata da una missione di lavoro in Cina, dove la formazione è un asset strategico fondamentale. Il vostro lavoro, sviluppato in questi anni, sta portando risultati sempre più importanti: quali novità ci sono e quali nuovi obiettivi vi ponete? “Il mercato cinese è tutto da costruire. Ad oggi la quota mercato dei nostri vini è attorno al 6%, un decimo di quello che fanno i francesi. Il mercato cinese ha similitudini e differenze con quello statunitense: il numero molto ampio di Stati che ci sono all’interno ad esempio. Il mio consiglio per i produttori

è quello di dare priorità a contesti meno gettonati: tutti vanno a New York, in Florida o a Shanghai, ma ci sono tanti contesti e tante altre città dove c’è voglia di scoprire i vini italiani. Serve una diversa strategia anche riguardo ad una differenza evidente con gli Stati Uniti, dove la comunità italiana ha fatto da ambasciatore. In Cina ci sono meno italiani e meno ristoranti italiani: il vero successo dipenderà dalla capacità dei produttori di introdurre i loro vini in abbinamento alla cucina cinese. Con Vinitaly International stiamo facendo una campagna dedicata ai vitigni autoctoni italiani in abbinamento al cibo cinese e i risultati sono sorprendenti. Abbiamo appena 8 nuovi Italian Wine Ambassadors a Chengdu, in Cina, una città che può essere molto strategica ed in cui può essere svolto un lavoro molto prezioso. Dobbiamo insistere e lavorare su questo”. @ Che opinione personale si è fatta sulla diatribe politiche e burocratiche italiane che, ad esempio, bloccano risorse economiche preziose come quelle per l’Ocm vino? “L’Ocm da un lato dà ad alcune aziende l’aiuto economico per promuovere il proprio vino all’estero ma a volte ho l’impressione che ciò condizioni molto il loro lavoro. Serve fare una strategia indipendentemente dalle risorse di Ocm, pianificando le azioni nel migliore dei modi. Andare in Cina, ad esempio, non è obbligatorio: alcune aziende si possono focalizzare su alcuni mercati, anche più vicini, anche attraverso azioni di digital marketing. Sono tanti gli strumenti a portata di mano e a costi molto contenuti che le aziende possono incominciare ad usare, raccontando le loro storie in modo digitale”. @ Come si immagina il 2018 del vino italiano: quale sarà la parola chiave più forte e in quale ambito il nostro Paese potrà crescere maggiormente? “La digitalizzazione delle aziende italiane è fondamentale. Dobbiamo insegnare alle aziende come diventare più agili nel gestire il marketing digitale: le risorse devono essere indirizzate in questo. Chiederei al nuovo Ministro delle Politiche Agricole di occuparsene, partendo dalle cose più basilari così da avere, ad esempio, un sito web efficace ed una pianificazione di azioni sulle piattaforme social. Credo che una quota delle risorse Ocm andrebbe destinata anche a questo: il tempo del porta a porta con la valigia in mano è finito, occorre comprenderlo ed agire diversamente”. •

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Col fondo:

una via naturale per il Prosecco? Velato, genuino e semplice. Un vino dal consumo quotidiano, che preserva tutto il fascino imprevedibile della rifermentazione in bottiglia

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l Prosecco conosciuto su larga scala viene prodotto con il metodo Charmat, ovvero con la seconda fermentazione in autoclave. Tuttavia, da alcuni anni si sta assistendo a un recupero di un savoir faire tradizionale, chiamato col fondo o sur lie, in cui il vino viene fatto rifermentare in bottiglia sui propri lieviti, senza sboccatura e quindi torbido, chiuso perlopiù con il tappo a corona. Un procedimento caduto in disuso con il boom del fenomeno Prosecco ma che una nuova generazione di produttori sta riscoprendo, non solo in Veneto con la Glera ma anche in altre parti d’Italia con altri vitigni, soprattutto nel mondo dei vini “naturali”. Gianpaolo Giacobbo, da anni scrive e collabora con diverse testate e guide dedicandosi a questa tipologia e ne delinea le caratteristiche. Parto da una frase che vuole essere una provocazione: non tutti i Prosecchi col fondo sono naturali ma tutti i Prosecchi naturali sono col fondo. Quanto c’è di vero? “C’è una verità ma, come al solito, si cade nell’equivoco su cosa sia un vino naturale. Questo modo di produzione fa parte della tradizione, ha rischiato di estinguersi negli anni ’90 ed è stato recuperato da alcuni giovani produttori. E’ chiaro che è un prodotto fuori dalla massificazione: parliamo di seicento mila bottiglie prodotte “col fondo”, contro i circa seicento milioni di bottiglie del sistema delle denominazioni del Prosecco”. Una rifermentazione in bottiglia determina un approccio più rispettoso in vigna? “Sicuramente. Essendo un vino meno stabile, dove ogni bottiglia ha una vita a sé, si deve partire dalle vigne nelle zone più vocate, una potatura adatta e da un’uva più che sana, senza trattamenti di sintesi; i più bravi usano i lieviti indigeni per la fermentazione e anche l’uso della solforo-

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sa deve essere ridotto, perché potrebbe causare problemi con la rifermentazione. E’ un vino “nudo”, che riporta alle caratteristiche sia dell’uva che della terra, nato per essere semplice e genuino”. I Consorzi che atteggiamento hanno nei confronti di questa tipologia? “Un atteggiamento tiepido anche se da un paio di anni si sta discutendo su un disciplinare di produzione per la Docg. Per adesso le bottiglie escono come Doc o come Igt”. Il Prosecco sembra un prodotto pensato per essere consumato giovane; vale anche per il col fondo? “E’ da anni che sto osservando come si comporta in termini di longevità, in quanto la presenza dei lieviti in un ambiente chiuso conferisce una certa stabilità che permette l’evoluzione pur mantenendone l’integrità. Gli assaggi hanno confermato questo, per cui mi è capitato di bere anche delle bottiglie vecchie molto piacevoli. Le caratteristiche di freschezza che si ricercano da questa tipologia, però, fanno sì che l’ideale sia berlo dopo 1 anno dalla vendemmia”.•


T he Wine Trotter di Marina Ciancaglini

Il fenomeno

Prosecco nel mondo

I

l Prosecco non è più solo una denominazione ma è, di fatto, un brand conosciuto in tutto il mondo, tanto che per molti è diventato il sinonimo stesso di vino spumante. Esteso su 24.450 ettari

di vigneti tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, la Doc sta vivendo una stagione di successi commerciali, al livello internazionale, che però non deve far perdere di vista l’attività di comunicazione e formazione. Stefano

Zanette, Presidente del Consorzio Prosecco Doc, delinea le caratteristiche principali dell’export. Quali sono i numeri dell’export e quali i mercati più importanti? “Sono circa 440 milioni le bottiglie di Prosecco Doc prodotte nel 2017 e di queste ben il 75% sono vendute all’estero. Tre i mercati principali che assorbono circa i 2/3 della quota export, ci sono nell’ordine: Inghilterra, Stati Uniti e Germania”. L’Ocm Promozione Vino ha dato un’ulteriore spinta ai mercati extra Ue? “Sì certo, siamo da sempre impegnati nell'utilizzo dei fondi Ocm per la promozione nei mercati obiettivo della Doc Prosecco extra Ue e la costante crescita della quota export è sicuramente in parte legata all'aumento delle opportunità di internazionalizzazione fornite dai fondi stessi. Azioni in mercati che già oggi ci danno grandi soddisfazioni, come negli Stati Uniti, e in mercati emergenti come Cina, Giappone e Russia che possono esprimere ancora grandi potenzialità. Quest'anno, abbiamo inoltre attivato un progetto di finanziamento multi-regionale in collaborazione con realtà quali Barbera D'Asti e vini del Monferrato che ci porterà anche in Norvegia e

La Doc può contare su una grande forza dell’export e il legame con il territorio continua a essere il principale asset di comunicazione

Svizzera”. Quali sono gli asset di comunicazione principali sui quali si fa leva per raccontarlo? “Principalmente il legame con il territorio. Il Prosecco sta vivendo un fenomeno di overbranding per cui il termine Prosecco è diventato identificativo della categoria dei vini spumanti. I nostri sforzi sono incentrati in attività di formazione e informazione per spiegare la Denominazione di Origine e quindi il legame indissolubile con il territorio di produzione. Senza dimenticare di evidenziare l'esistenza, accanto alla Doc, di ben due Docg”.•

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Matteo Tagliapietra, il Local e il glocal Una cucina di contaminazioni di terre lontane, aperta al mondo come è l’indole di Venezia e uno sguardo al vino ad alto contenuto di “vita”

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ocal è un ristorante nel cuore di Venezia, città dall’antico animo portuale e quindi aperta al mondo. Una realtà locale ma, in effetti, l’appellativo più appropriato sarebbe glocal, perché qui il globale diventa locale e viceversa, con la curiosità di mischiare ingredienti della tradizione e a km0 con suggestioni che vengono da lontano, dal Nord Europa come dall’Oriente. Matteo Tagliapietra, giovane chef già con un bagaglio di esperienze internazionali importanti come il Noma a Copenhagen, mette in gioco la sua tecnica e il suo vissuto per proporre piatti che interpretano con originalità e personalità l’essenza culturale dove nascono. Questa ricerca non poteva che affondare la sua ragion d’essere nella filosofia della proprietà, rappresentata dai fratelli Benedetta e Luca Fullin, presenti anche in sala; in particolare il vino assume un ruolo comprimario al cibo, con una particolare attenzione all’artigianalità e alla naturalità.

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MATTEO TAGLIAPIETRA

Nel menù propone, accanto a ingredienti locali, anche influenze nordeuropee e orientali. Qual è la sua idea di cucina? “L’ambizione è quella di offrire una nuova cucina veneziana fatta di prodotti locali di

stagione, con radici che sprofondano nella tradizione ma aperta a influenze internazionali: come una volta era il mercato di Venezia. Interpreto questa formula con un menù che cambia spesso, che esprime la mia creatività, la mia esperienza e i miei viaggi in Giappone”. Venezia rimane tra le città più turistiche al mondo. In questo contesto, con una larga offerta turistica, è più difficile essere coerenti con una visione ambiziosa e personale della cucina? “Credo che ci sia una percezione sbagliata di Venezia. Esiste un’offerta commerciale priva di valori e volta all’incasso, come in tutte le città turistiche; ma esiste anche una


vasta offerta di qualità. Non ritengo sia un deterrente per fare bene il mio lavoro, questa offerta di massa mi porta invece ad avere un rapporto ancor più stretto con il mio territorio, rispetto per gli ingredienti e sensibilità verso metodi sostenibili”. Qual è il piatto che a oggi più la rappresenta e perché? “Il risotto di gò, alga nori e katsuobush: è una ricetta antica che proviene dalle comunità di pescatori dell’isola di Burano, dove sono nato e cresciuto. In questo piatto si sente il territorio, la storia della cucina veneziana e l’influenza del Giappone”.

LUCA FULLIN

La vostra carta dei vini è basata principalmente su piccoli vigneron, come mai questa scelta? “Secondo me nei vini deve essere riconoscibile il terroir da cui provengono, inteso

come insieme di luogo, tradizione, clima, suolo e uomo. L’agricoltura deve rispettare l’ambiente, la salute e l’espressione del frutto. Ecco allora che mi viene naturale prediligere i vini che fanno fermentazioni spontanee, con basso contenuto di anidride solforosa e prodotti senza manipolazioni. Nelle bottiglie è presente la vita, sono vini in costante evoluzione e ogni annata ha caratteristiche diverse, non dettate dalla richiesta di mercato, ma dalla natura”. È una proposta che necessita una preparazione in più da chi lavora in sala? “Direi di sì, i corsi per sommelier si concentrano per lo più sui vini commerciali. La figura che ricopre il ruolo del sommelier al Local deve almeno condividere la mia ideologia, quindi magari al principio impiega più tempo per orientarsi nella no-

stra cantina, ma una volta trovato l’orientamento è facile che sposi la mia causa per sempre”. Come in cucina, anche per la selezione della carta, non ci si basa esclusivamente sul locale, ma si spazia in Italia e all’estero. È la filosofia del locale o più un suo gusto personale? “Per la cucina si tratta di influenze provenienti dall’estero, ma gli ingredienti provengono principalmente dal nostro territorio; sarebbe forse più giusto definirla G-Local. Per quanto riguarda i vini invece spazio tra Italia e Francia e Mitteleuropa, proprio perché i migliori vini naturali provengono da queste zone”. • Local Salizzada dei Greci, 3303 30122 Castello, Venezia VE www.ristorantelocal.com

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ALTO ADIGE DI GIULIA MONTEMAGGI

I “supertannini” la nuova scoperta firmata Università di Bolzano Il professor Emanuele Boselli, a capo del gruppo di ricerca, ci introduce alla conoscenza di quelli che potrebbero costituire dei validi alleati contro la sofisticazione del vino

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i chiamano “supertannini” e, a dispetto della loro recente identificazione, sembrano già destinati a dare il via a novità significative per il mondo del vino. Scoperti, e così ribattezzati, da un gruppo di ricercatori dell’Università di Bolzano, i supertannini altro non sono che una nuova classe di polifenoli ad anello di dimensioni maggiori di quelli finora conosciuti. Sostanze tanto uniche quanto affascinanti che, presentate in una pubblicazione sulla rivista americana Journal of the American Society for Mass Spectrometry, si configurano come promettenti marcatori di autenticità dei vini a livello globale.

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Un ruolo fondamentale, il loro, che permetterebbe di contrastare efficacemente le sofisticazioni in ambito enologico. Ne abbiamo parlato con il professor Emanuele Boselli, alla guida del team di ricerca in enologia della Facoltà di Scienze e Tecnologie composto dal Dottor Edoardo Longo e dalla Dottoressa Vakare Merkyte. Come siete giunti a questa scoperta? “Premesso che da tempo conduco studi sulle sostanze fenoliche estratte dai vini e, in particolar modo, sulla loro azione benefica sulla salute, è iniziato tutto nell’ambito di una collaborazione con l’Università di Bordeaux. Proprio qui, tre anni fa, i colleghi hanno scoperto delle strutture analoghe a quelle dei tannini, ma con una forma ad anello: le procianidine crown, cioè procianidine oligomeriche cicliche. Si tratta di anelli formati da quattro o cinque unità di catechine, però più piccoli di quelli appena identificati a Bolzano. Dal canto nostro, prendendo le mosse da queste ricerche e conducendo indagini alternative, abbiamo prima previsto la presenza di cicli a sei termini e poi siamo riusciti a trovarli nei vini”. A tal proposito, che tecniche avete usato? “Unitamente alla principale tecnica utilizzata, la spettrometria di massa ad alta risoluzione, abbiamo lavorato con metodiche diverse rispetto ai colleghi bordolesi.

Mentre loro, infatti, hanno purificato il vino attraverso procedure classiche, noi lo abbiamo prima concentrato evaporando gran parte dell’acqua e poi abbiamo sostituito l’acqua residua con acqua pesante (contenente deuterio, anziché idrogeno)”. Che caratteristiche presentano? “Li abbiamo chiamati ‘supertannini’ per una serie di motivi: per esempio abbiamo osservato che sono più stabili e che si sciolgono meglio in acqua, rispetto ai loro omologhi non ciclici”. Su quali vini avete condotto la ricerca? “Abbiamo iniziato con i vini bolzanini, come il Lagrein ed il St.Magdalener, ma, quando ci siamo resi conto dei risultati, ci siamo concentrati anche su vini prodotti a partire dai vitigni internazionali, sia bianchi che rossi, quali Traminer, Chardonnay, Sauvignon Blanc, Pinot Nero, Cabernet e Merlot”. La notizia è dei primi di febbraio, ci sono stati ulteriori sviluppi? “Siamo solo all’inizio e persino noi possiamo prevedere solo in parte quali saranno i risvolti di questa scoperta. Quel che è certo è che stiamo parlando di componenti del tutto naturali, con proprietà antiossidanti, di cui sarà fondamentale fare una mappatura per avere una banca dati dei vini,

altoatesini e non. Ciò permetterà di confrontare un campione incognito per affermare se un vino sia stato veramente prodotto con il vitigno dichiarato. Inoltre, visto il costo elevato dello studio, abbiamo chiesto il finanziamento di progetti appena sottoposti all’attenzione di vari enti di ricerca, tra cui l’Università di Bolzano ed il Ministero dell’Università, per portare avanti studi innovativi di autenticità e di tracciabilità”. Quindi si potrebbe parlare dei “supertannini” come di “rivelatori di autenticità”? “Sono sostanze indubbiamente promettenti, applicabili certamente a ricerche di autenticità sulla varietà di uve utilizzata per il vino. Per parlare di marker è necessario, oltretutto, analizzare vini ottenuti con metodi diversi da uno stesso vitigno. Se i risultati combaciano, possiamo affermare che la tecnologia di produzione non incide e che qualunque vino fatto con quel vitigno presenta una specifica ‘impronta digitale’. Stiamo, quindi, eseguendo dei

campionamenti in diverse aziende per rapportare i trattamenti adottati al profilo fenolico e delle procianidine oligomeriche cicliche. L’idea di fondo sarebbe quella di utilizzare i ‘supertannini’ contro le sofisticazioni, ma non prima di aver effettuato ulteriori accertamenti. Al momento, le prove condotte stanno confermando l’esattezza dei nostri calcoli”. •


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Appassionati di Metodo Classico non perdetevi le tre novità Arunda

Brut Zero, Cuvée Muggi e nuovo Phineas sono pronti per emozionare i palati dei winelovers

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a caratteristica distintiva di tutti gli spumanti Arunda è il loro perlage finissimo, indice di eleganza e qualità. Brut Zero, Cuvée Muggi e

nuovo Phineas, non fanno certo eccezione. Cosa aspettarsi da questi tre Metodo Classico firmati Arunda? Brut Nature Zero: vino eccezionalmente spumeggiante senza nessu-

Keen of Classic method, do not miss the three new labels by Arunda Brut Zero, Cuvée Muggi and nuovo Phineas are ready to emotion the wine lovers’ palates The distinguishing mark of the sparkling wine by Arunda is their fine perlage, sign of elegance and quality. Brut Zero, Cuvée Muggi and nuovo Phineas, make no exception. What can we expect from these three Classic method sparkling wines by Arunda? Brut Nature Zero: an exceptionally sparkling wine without added sulphites in the whole production, a pleasant and easy to drink 100% Chardonnay 2014 made with the grapes of a single vineyard of Salorno. Why Brut Nature Zero? Brut Nature because it’s particularly dry; Zero because it’s without any added sulphites. Cuvée Muggi: the younger wine from the Arunda family is a Chardonnay, Pinot Bianco and Pinot Nero vinified in white. After three years of ageing on the yeasts, Cuvée Muggi arrives on the market. It reveals inklings of dried fruit, stewed apple, white chocolate and a rich and round taste that recalls tangerine and ripe peach aromas. Persistent and well-balanced it’s a wine ideal with the whole meal. Last but not least, nuovo Phineas: Chardonnay, Pinot bianco and Assirtico (an autochthonous grape varieties from Greece, planted in Alto Adige. More than 12 months in barrique, 7 years on the yeasts and then it’s ready to meet the most exigent tasters.

na aggiunta di solfiti durante l’intera fase di sviluppo, piacevole e bevibile, è un 100% Chardonnay del 2014 proveniente da un singolo vigneto di Salorno. Perché Brut Nature Zero? Brut Nature come particolarmente secco, Zero come senza aggiunta di solfiti. Cuvée Muggi: membro più giovane della famiglia Arunda è Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Nero vinificato in bianco. Dopo oltre tre anni sui lieviti la Cuvée Muggi giunge sul mercato. Frutta secca, mele cotte, cioccolato bianco, succoso e rotondo rimanda a pesche mature e mandarino. Persistente ed equilibrato è un vino da tutto pasto. Infine il nuovo Phineas: Chardonnay, Pinot bianco e Assirtico, vitigno originario della Grecia piantato in Alto Adige. Oltre 12 mesi in barrique, dopo sette anni sui lieviti è pronto per incontrare gli estimatori più esigenti. •

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an Michele Appiano, realtà storica nel cuore della rinomata “Strada del Vino”, è oggi un punto di riferimento per la produzione vitivinicola altoatesina. Fondata nel 1907, a tenerne il timone dal 1977 è il winemaker Hans Terzer, noto soprattutto per il suo indiscusso savoir faire (nel senso letterale del termine) con i vini bianchi, che negli anni ’80 ha saputo rivoluzionare proprio in senso bianchista la viticoltura di questo lembo d’Italia. Qualche numero di questa compagine cooperativa: 340 i soci conferitori, 380 gli ettari vitati, 2 milioni e mezzo è la produzione di bottiglie all’anno, per un fatturato di 21 milioni di euro (nel 2017). Insomma una realtà importante, dove la qualità va a braccetto con un grande senso di rispetto e responsabilità nei confronti del territorio, dei soci e del cliente finale. Oltre a questo c’è la componente di ricerca e valorizzazione che ispira – oggi come ieri – l’attività della cantina e del suo timoniere. Così, dopo Appius - la Cuvée

L’eccellenza si chiama

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series with 3,000 bottles only. It’s a grape variety that Terzer particularly likes (Sauvignon Sanct Valentin is among the most award-winning white wines, since 1994 it has been awarded 18 times with the three glasses by Gambero Rosso). “In the lines The Wine Collection are included very limited productions in purity, beside exceptional years of Sanct Valentin that I have selected in person”, says Hans Terzer. “2015 has been the year of Sauvignon, and I have decided to dedicate a special bottle and an exclusive label to it. What makes this wine a unique one is a new meaning given to the idea of quality, which starts with the knowledge of the terroir and of its peculiarities, and continues with the selection of

the grapes in the vineyard and a special refining. I wanted to experiment a different method, 3 days in contact with the grapes’ skin, soft pressing, 12 months in tonneaux, other 12 months in steel and a refining in bottle”. The story of The Wine Collection has been made year after year, harvest after harvest, when an exclusive selection of the grapes was addressed to the care of Hans Terzer, who explored talent and longevity of every grape variety. Year after year, these small productions were bottled and consumed during tasting events only. Until today, when Hans Terzer and his The Wine Collection offers the possibility to taste unique perspectives of single-variety vinifications at their highest expression. •

The Wine Collection Il Progetto, firmato Hans Terzer, rappresenta l’eccellenza dei monovitigni di San Michele Appiano: si inizia con il Sauvignon, vendemmia 2015 prodotta con le migliori uve provenienti da vecchi vigneti - ora è possibile assaporare da una prospettiva unica la massima espressione di un monovitigno, con il progetto The Wine Collection. Ed è il Sauvignon a dare il via alla serie speciale di sole 3.000 bottiglie, uva particolarmente amata da Terzer (il Sauvignon Sanct Valentin è tra i vini bian-

The excellence is named The Wine Collection Hans Terzer’s project represent the excellence of the singlevariety vinifications by San Michele Appiano: starts with Sauvignon 2015 San Michele Appiano, the historical winery in the heart of the well-known “Wine Road”, is nowadays a point of reference for the production of wine in Alto Adige. Founded in 1907, is managed by Hans Terzer since 1977. Terzer is well-known for his uncontested savoir faire with the white wines, that in the 80s has been able to make a real revolution in the winemaking of this area. Here some numbers of this cooperative: 340 partners, 380 hectares of vineyards, 2 million and a half bottles produced every year and a turnover of 21

chi più premiati di sempre, dal 1994 ha ottenuto ben 18 volte i Tre Bicchieri del Gambero Rosso). “Della linea The Wine Collection faranno parte limitatissime produzioni in purezza, oltre ad eccezionali annate storiche Sanct Valentin che ho personalmente selezionato”, sottolinea Hans Terzer. “Il millesimo 2015 è stato l’anno del Sauvignon, a cui ho voluto de-

dicare una bottiglia speciale e un’etichetta esclusiva, perché ciò che rende particolare questo vino è un nuovo significato del concetto di qualità che inizia dalla conoscenza del terroir e delle sue peculiarità, proseguendo con la selezione delle uve in vigna fino ad un affinamento speciale. Ho voluto sperimentare un metodo diverso, 3 giorni di contatto con le bucce, pressatura soffice, 12 mesi in tonneaux, poi altri 12 mesi in acciaio e un periodo di affinamento in bottiglia”. La storia di The Wine Collection nasce vendemmia dopo vendemmia, quando un’esclusiva selezione del raccolto veniva destinata alle premure di Hans Terzer per esplorare talento e longevità di ciascun monovitigno. Anno dopo anno queste piccole produzioni venivano imbottigliate e consumate esclusivamente in particolari eventi e degustazioni. Fino ad oggi, perché ora Hans Terzer e The Wine Collection danno la possibilità di assaporare prospettive uniche di monovitigni alla loro massima espressione. (c.c.)•

million euros (in 2017). An important reality, in short, where quality meets a great sense of respect and responsibility towards the territory, the partners and the final consumer. Beside all this, research and exploitation of the land inspire the activity of the cellar and of its helmsman. After Appius – the Cuvée made with the best grapes from ancient vines – now it is possible to taste from a unique perspective the highest expression of a single-variety vinification, thanks to the project The Wine Collection. Sauvignon starts this special


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Il tesoro nascosto

dell’Alto Adige

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rezioso come un tesoro nascosto anche l’Aurona Kerner, il vino prodotto con le uve del prestigioso Maso Maor, vigneto eroico altoatesino, particolarmente vocato per la produzione di vini di alta qualità. Persistente e fruttato, con profumi che rivelano fragranze di mela, biancospino e melone invernale, l’ Auròna – Kerner si presenta al palato molto persistente e ben coerente con i piacevoli richiami olfattivi. Solo 1400 prodotte per questo vino che ben risponde alla fermentazione sulle bucce lungo una decina di giorni ed al successivo affinamento in tonneau per 12 mesi. “L’idea” afferma l’enologo Urban Piccolruaz “è stata

The hidden treasure of Alto Adige Gold and lights is the meaning of its name: a homage to the shining color of the precious metal As precious as a hidden treasure is Aurona Kerner too, the wine made with the grapes of the prestigious Maso Maor, the heroic vineyard of Alto Adige, well-known for the production of high quality wines. Persistent and fruity, with perfumes that recalls apple, hawthorn and winter melon, Auròna – Kerner has a persistent and coherent with pleasant olfactory recalls. Only 1,400 bottles for a wine fermented on the grapes’ skin for ten days and refined in tonneaux for 12 months. “The idea – says the oenologist Urban Piccolruaz – has been to produce a first-class wine placed side by side to our award-winning Col de Rèy, the red cuvée. Auròna – Kerner has a great ageing potential, due to the fermentation on the grapes’ skin and to the refining in wood. The grape variety Kerner give to the wine aromas, structure and a good acidity”.

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Oro e luci. Il suo nome questo significa, in omaggio al brillante colore del prezioso metallo quella di produrre un vino di classe da affiancare al nostro pluripremiato Col de Rèy, la cuvée rossa. L’Auròna – Kerner ha un alto potenziale di invecchiamento, particolare anche per la fermentazione sulle bucce e l’affinamento in legno. Il vitigno Kerner dona al vino aromaticità, struttura e una buona acidità”.•

AU RÒNA Vigneti delle Dolomiti Bianco • IGT Il nome ladino trae origine Tesoro nascosto, il regno d‘oro e delle luci . Künstler/artista: Robert Bosisio

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ABRUZZO

Vini Biagi:

dall’Abruzzo al gradino più alto del Mundus Vini, uno dei concorsi Enologici Top nel mondo Il prestigioso riconoscimento è solo un punto di arrivo del lungo cammino iniziato oltre mezzo secolo fa

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ostenere l’economia del proprio territorio con dedizione per trasformarla in passione quotidiana: è questo il segreto di un successo nato tanto tempo fa in Abruzzo tra le Colline Teramane, fatto di piccoli traguardi che compongono da sempre la vita

della famiglia Biagi. Un’avventura iniziata diversi anni fa, cresciuta di generazione in generazione fino ad oggi, vincitori del premio Gran Gold assegnato al “MatteoBiagi” Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Docg 2009 Riserva: il miglior Montepulciano d’Abruzzo dell’intera rassegna enologica. Il Mundus Vini è tra i primi 5 concorsi internazionali al mondo: uno straordinario spaccato della produzione vinicola di tutto il mondo, con due appuntamenti annuali e decine di migliaia di adesioni provenienti dai Paesi europei ed extra-europei. La Gran Medaglia d’Oro, ora appartenente al “MatteoBiagi Docg 2009 Riserva” per la

Vini Biagi: from Abruzzi to the top spot of Mundus Vini, one of the most important international wine contests This prestigious acknowledgment represents only a step in a long successful story started half a century ago Supporting the local economy with devotion and transforming one’s work into an everyday passion: this is the secret of the Biagi family’s successful story, started about half a century ago among the hills of Abruzzi in the Colline Teramane area. This family adventure has gown generation after generation up to these days, when their winery has been awarded with the Gran Gold award for “MatteoBiagi” Montepulciano d’Abruzzo Colline

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Teramane Docg 2009 Riserva: the best Montepulciano d’Abruzzo presented at the contest. Mundus Vini is one of the five most important international wine contests in the world: an extraordinary survey of the world wine production in two annual events and thousands of participants from European and nonEuropean countries. The Gran Medaglia d’Oro, won by “MatteoBiagi Docg 2009 Riserva” in the category Montepulciano d’Abruzzo, is the first

categoria Montepulciano d’Abruzzo, è il primo e principale dei riconoscimenti assegnati dalla giuria internazionale del Mundus Vini. Il prestigioso riconoscimento è un obbiettivo raggiunto grazie all’impegno profuso, uno stimolo a tutte le figure professionali che ogni giorno danno il loro meglio per continuare a contribuire al successo dell’Azienda Agricola Biagi. L’Azienda Agricola Biagi sorge sulle colline di Colonnella, a 200 metri sul livello del mare, in un luogo che esprime tutta l’unicità dei paesaggi abruzzesi, dove si fondono l’aria salmastra del mare Adriatico e le fresche correnti montane del Gran Sasso. •

and main award appointed by the international panel of Mundus Vini. This prestigious acknowledgment is an important goal for this winery, and is the result of the significant efforts that have been made in time by a team of professionals who every day give their best to contribute to the success of Azienda Agricola Biagi. Azienda Agricola Biagi rises on the hills of Colonnella, 200 meters above the sea level, in an area that expresses all the uniqueness of the landscapes of Abruzzi. Here the sea breeze from the Adriatic Sea meets the fresh mountain winds from the Gran Sasso.•

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BASILICATA DI LUCA BARBAGLI

La crescita dei vini lucani L'Aglianico trascina la promozione regionale in Italia e all'estero e a Vinitaly sarà #BereBasilicata l'hashtag ufficiale

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a ricerca sui consumi di vino nella grande distribuzione, elaborata dall’istituto Iri per Vinitaly 2018, mostra l’aumento della vendita di vini regionali e a denominazione d’origine. Tra questi anche quelli made in Basilicata. Oltre alla quantità è in

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crescita anche l’attenzione alla qualità nell’acquisto del vino: ne abbiamo parlato con Luca Braia, assessore alle Politiche Agricole e Forestali della Regione Basilicata, promotore del vino di qualità della regione. Quali dati emergono a livello regionale?

“L’Aglianico, insieme al Cirò e a Nero d’Avola, Sangiovese e Lambrusco è oggi tra i vini più venduti nei supermercati e ipermercati di Basilicata e Calabria. Oltre ad essere diffuso in parecchie regioni ed enoteche e gastronomie di eccellenza sul territorio nazionale. L’attenzione del consumatore anche regionale alla qualità è sempre più alta, così come quella al prodotto di eccellenza del proprio territorio, in abbinamento alle tipicità enogastronomiche locali”. Oltre ai supermercati lucani si punta anche ai mercati esteri? “Il vino è l’ambasciatore della nostra regione nel mondo, un comparto che quindi dobbiamo sempre più sostenere ed accom-

pagnare. Ci stiamo dotando di tutti gli strumenti utili per caratterizzare una nuova fase di promozione, in sinergia con l'Enoteca Regionale Lucana. La forza della nostra partecipazione è nella collettiva che socializza e fa degustare i vini lucani in associazione ai prodotti lucani attraverso varie formule di aggregazione, presentazione e coordinamento”. Come si presenterà la Basilicata a Vinitaly? “Sarà una Basilicata che, per il terzo anno consecutivo, sarà accompagnata dall’hashtag #BereBasilicata che sintetizza il “Nunc est bibendum” Oraziano e dal racconto di un territorio attraverso diversi canali comunicativi. Il Vinitaly è per noi una grande vetrina e occasione di confronto attraverso un percorso condiviso di comunicazione della qualità del nostro vino e della Basilicata come sistema e come eccellenza, che viene attestata come fortemente correlata al nostro territorio ed a quello che sappiamo esprimere”.•


BASILICATA

VERBO Aglianico del Vulture Dop della Cantina di Venosa

Un vino armonioso e avvolgente, anima della terra venosina che vanta più 2000 anni di storia e tradizione enoica

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’Aglianico è uno dei più antichi vitigni autoctoni dell’Italia meridionale e la Cantina di Venosa, in Lucania, è tra i maggiori produttori di Aglianico del Vulture, uno dei migliori vini rossi al mondo. Le uve che danno vita a questo tesoro enoico godono di un’esposizione climatica particolarmente favorevole e nascono da un terreno vulcanico dalla composizione molto ricca. Nel calice, Verbo - Aglianico del Vulture, risplende con il suo colore rosso rubino con riflessi granati. All’olfatto sprigiona in un primo momento dei sentori speziati ed eleganti che cedono il posto al profumo di frutti scuri, delicato

ribes nero, mora con una nota dolce nel finale. Al palato si presenta ben bilanciato, asciutto, e persistente. Riesce a riempire la bocca e mantenere tutta la sua freschezza. Ciò che permane del sorso di Verbo - Aglianico del Vulture è un retrogusto di frutta dolce ed erbe aromatiche. Un vino deciso e avvolgente, che si sposa bene con i primi piatti tipici della cucina mediterranea, la cacciagione e i formaggi stagionati. Verbo rispecchia la storia e la tradizione del territorio del Vulture. È un vino contemporaneo che amerebbero anche gli antichi, come il poeta latino Orazio, enologo del suo tempo, che proprio alla città di Venosa deve i suoi natali. • (m.z.)

Verbo - Aglianico del Vulture Dop by Cantina di Venosa A harmonious and enveloping wine, mirror of a land that can boast a more than 2000-year oenological tradition

Aglianico is one of the most ancient autochthonous grape varieties of the southern Italy and Cantina di Venosa, in Lucania, is one of the most important producers of Aglianico del Vulture, one of the best red wines in the world. The grapes that gives this oenological treasure enjoy a particularly favorable exposure and grow on a volcanic soil with a very rich composition. In the glass, Verbo - Aglianico del Vulture, shines in its ruby red color with garnet reflexes. Its bouquet reveals elegant spicy perfumes in the beginning that evolves in dark red fruits perfumes, such as black currant, blackberry and a sweet note in the ending. Its taste is well balanced, dry and persistent. It envelopes the whole mouth offering a great freshness. The long-lasting aftertaste of Verbo - Aglianico del Vulture is characterized by sweet fruit and aromatic herbs inklings. A neat and enveloping wine ideal with Mediterranean cuisine first dishes, game and seasoned cheese. Verbo rispecchia la storia e la tradizione del territorio del Vulture. È un vino contemporaneo che amerebbero anche gli antichi, come il poeta latino Orazio, enologo del suo tempo, che proprio alla città di Venosa deve i suoi natali.

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CAMPANIA DI STEFANIA ABBATTISTA

Vini del Sannio:

è l’ora della consapevolezza

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ibero Rillo, campano Doc, titolare dell’azienda Fontanavecchia a Torrecuso, nel beneventano, è al suo terzo mandato consecutivo alla guida del Consorzio Vini del Sannio, e ci resterà fino al 2020. Il territorio sannita ha tantissime potenzialità, alcune già sviluppate, altre ancora da esprimere. Ha anche una certezza: tra qualche anno verrà attraversato dalla Linea Alta Capacità Napoli-Bari. “Alta Capacità” di una linea ferroviaria indica la possibilità del trasporto congiunto di merci e passeggeri, con un transito maggiore di treni e il raggiungimento di velocità più elevate. Non poche - prevedibilmente - le discussioni sull’argomento. Presidente Rillo, cosa pensa della Linea Alta Capacità Napoli-Bari, di prossima realizzazione? “Penso che si sarebbe dovuti intervenire in modo pesante 10 anni fa, quando si iniziava a parlarne. Purtroppo allora nessuno ci ha creduto: le amministrazioni comunali e le Province non hanno preso sufficientemente in considerazione la portata dell’opera. Oggi possiamo fare ben poco. Tutto il tracciato della linea è stato fatto e la nuova ferrovia a doppio binario taglierà i vigneti, toccherà oltre 10 Comuni. I cantieri ci sono già, entro fine anno inizieranno i lavori. Passeranno da queste terre anche i treni merci e i regionali. La più grossa opera pubblica attualmente presente in Italia”. Cosa può fare il suo Consorzio ora? “Facciamo molte riunioni per ragionare di opere ‘compensative’ e ‘di miglioramento’. Sia il Ministero che la Regione Campania hanno stanziato dei fondi per compensare i disagi dei Comuni coinvolti. Si realizzeranno opere che possano essere utili tutelando il paesaggio e la viticoltura, conservando la bellezza e l’identità del Sannio. Ma il rammarico c’è: 10 anni fa potevamo intervenire in modo decisivo. Adesso si limitano solo i danni”. Qual è l’umore dei viticoltori? “Va considerato che gli espropri dei terreni 40

Libero Rillo: “Non abbiamo impedito la Linea di Alta Capacità NapoliBari. Adesso dobbiamo guardare avanti. A patto di farlo insieme” (che verranno probabilmente restituiti in 4 o 5 anni) vengono pagati bene; per questo motivo, purtroppo, a volte questa situazione viene vista in maniera addirittura positiva. L’indennità per gli espropri può diventare una risorsa per l’economia di chi la percepisce. Io sono perplesso, temo dei danni permanenti al territorio: saranno lavori impattanti e la preoccupazione è legittima. Non tutti però la vedono così”. In una delle ultime assemblee del Consorzio è stato avviato un importante progetto di distretto, denominato Bio Sannio. Cosa vi ha ispirato? Quali gli obiettivi? “Non inventiamo nulla ma cerchiamo di prendere ispirazione da ciò che di buono c’è in giro. Il Distretto Bio Sannio non indica certo che tutte le nostre aziende sono biologiche. Però vuole creare le condizioni giuste, informando, instradando verso un prodotto più sano e sostenibile”. In che modo? “Per esempio stiamo avviando un progetto di ricerca per la zonazione di tutta la nostra provincia. Qui abbiamo terreni diversificati nelle varie aree, ed è fondamentale capire come agire con i trattamenti. Vogliamo dare ai viticoltori gli strumenti per diventare più consapevoli, virtuosi, attenti. Siamo una collettività fatta di tanti singoli, che finora hanno fatto scelte individuali. Mi piacerebbe metterli insieme, con più unione e consapevolezza del nostro lavoro quotidiano”.•


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PUGLIA La cooperativa anche quest’anno si conferma al vertice della piramide qualitativa per la Doc Salice Salentino

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Cantina San Donaci

gli Specialisti del Negroamaro

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alice Salentino Doc è sinonimo di Cantina San Donaci: anno dopo anno il legame con il vitigno principe di queste terre - il Negroamaro - e con i circa 300 soci che lo coltivano, diventa sempre più solido. Non è semplice per la cooperativa mantenere standard qualitativi sempre così alti, ripetendosi nel segno di un’estrema attenzione in vigna e in cantina. Eppure la squadra di San Donaci non manca mai l’obiettivo. Con professionalità e passione i viticoltori continuano a coltivare il patrimonio ampelografico più prezioso di Puglia, l’alberello: ecco perché la Cantina riesce

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sempre a garantire prodotti di qualità e pregio in grado di conquistare ampie fette di mercato, specialmente in Europa. La conferma anche quest’anno arriva dai numerosi premi vinti, tra cui svettano le medaglie d’oro: quella a Mundus Vini, in Germania, riconquistata dall’Anticaia Rosso Riserva Salice Salentino 2014 e dal Contrada del Falco Rosso Igp Salento 2016; ancora in Germania, al Berliner Wein Trophy la Cantina si è aggiudicata altri due luminosi ori: per l’ Anticaia Rosso Dop Salice Salentino 2015 e ancora per l’Anticaia Rosso Riserva Salice Salentino 2014. (s.a.) •

Cantina San Donaci: the experts of Negroamaro Also this year the cooperative has proven itself to be at the top of the quality pyramid of the Doc Salice Salentino Salice Salentino Doc is synonymous of Cantina San Donaci: year after year, its bond with the most important grape variety of this land - Negroamaro – and with its 300 winegrower partners who produce it, is becoming stronger and stronger. It is not easy for the cooperative to maintain so high qualitative standards both in the vineyards and in the cellar. Nevertheless, the team of San Donaci never fails its target. With professionalism and passion, the winegrowers continue preserving and exploiting the most precious oenological patrimony of Apuliae, the small tree growing method. That’s why cantina San Donaci can always guarantee fine and prestigious products that are conquering wider segments of the market, especially in Europe. The proof of it are the many acknowledgments received this year too, such as the gold medals won at Mundus Vini, in Germany, by Anticaia Rosso Riserva Salice Salentino 2014 and by Contrada del Falco Rosso Igp Salento 2016; and also, still in Germany, at Berliner Wein Trophy by Anticaia Rosso Dop Salice Salentino 2015 and Anticaia Rosso Riserva Salice Salentino 2014.•


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SARDEGNA DI JESSICA CHIRICHIELLO

La

Sardegna a Vinitaly 2018

con 73 piccole e medie aziende Pier Luigi Caria

L’Assessorato regionale dell’Agricoltura ha stanziato oltre 1 milione di euro per supportare la partecipazione in fiera

D

opo il grande successo dei 39 premi portati a casa dalle cantine sarde nella precedente edizione di Vinitaly, la Regione Sardegna stanzia oltre 1 milione di euro per supportare l'attività delle aziende vitivinicole sarde alla 52ª edizione di Vinitaly. La Regione parteciperà con la vetrina ribattezzata “Collettiva Sardegna”, che consentirà alle Pmi del settore vitivinicolo operanti nel territorio sardo di partecipare. La proposta per lo stanziamento è arrivata dall’Assessore all’Agricoltura, Pier Luigi Caria e,

grazie all’Esecutivo, è stata poi approvata. L’intervento fa parte del programma di aiuto in forma di servizi agevolati alle piccole e medie imprese di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli e agroalimentari promosso dalla Regione Sardegna per la partecipazione alle fiere di settore. La Sardegna, dal 15 al 18 aprile, sarà presente a Vinitaly con 73 piccole e medie aziende del settore vitivinicolo. “Essere presenti alla 52esima edizione del Vinitaly- spiega l’assessore Caria - oltre che un’opportunità per le singole aziende, rappre-

senta un’occasione importante di promozione dell’intero comparto e delle sue numerose varietà produttive legate ai territori. La Sardegna ha fatto passi da gigante nella valorizzazione dei vitigni autoctoni e nel raggiungimento di qualità elevatissime. La tradizione, unita a un nuovo modo di fare impresa dei nostri viticoltori, è maturata notevolmente negli ultimi decenni, anche grazie al confronto con le aziende d’oltremare; stiamo raccontando al mondo intero una terra di qualità ambientale da dove nascono produzioni agroalimentari di ineguagliabile eccellenza”.•

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SARDEGNA

Cantina di Santadi

pura rappresentazione del Carignano

P

rodurre vini di qualità, che puntino a conquistare il futuro mantenendo, nel contempo, un vivo contatto con le proprie radici. È con questo proposito che la Cantina di Santadi, intraprendente realtà del Sulcis fondata nel 1960, porta avanti da tempo un’opera di valorizzazione delle sue eccellenze territoriali. Su tutte, il Carignano, cultivar di riferimento della zona. Ed è lo stesso Raffaele Cani, direttore comm.le dell’azienda, a raccontarcelo: “La Cantina di Santadi è ubicata nella zona Sud-Occidentale della Sardegna, dove il vitigno principe è il Carignano. Una varietà che, dopo un lungo periodo di anonimato, ha trovato la sua identità proprio grazie al contributo della Cantina. Peraltro, con l’arrivo del consulente Dr. Giacomo Tachis, che ha condiviso la filosofia di dare visibilità alle uve locali, alla cultura e alle tradizioni di un territorio,

si sono avuti vini come il Terre Brune (Carignano del Sulcis Doc Superiore) ed il Rocca Rubia (Carignano del Sulcis Doc Riserva), la migliore espressione del vino Carignano”. Un sincero rapporto di scambio, che ha permesso a questo vitigno di trovare una piena rappresentazione e alla Cantina di beneficiare della sua generosità varietale. Questa, unitamente “al microclima del basso Sulcis, ha permesso di produrre grandi vini”. Vini di rara qualità, che “per tipicità ed autenticità - aggiunge Cani - sono apprezzati sia nei mercati nazionali che esteri, come Europa, America, Asia ed Oceania, conservando nelle loro diverse versioni una spiccata identità territoriale”. E proprio in tema di mercati esteri: “Della gamma dei Vini Santadi, quelli che incontrano il favore degli stranieri sono i bianchi a base di Vermentino, Nuragus e Nasco e i rossi Terre Brune e Rocca Rubia, le eti-

Raffaele Cani, direttore commerciale dell’azienda, ci parla del contributo della cantina alla valorizzazione del suo vitigno di riferimento Da sinistra:

chette più rappresentative della Cantina Santadi”. Ma l’ampio riscontro sui mercati non ferma le iniziative dell’azienda che cerca costantemente di rispondere al meglio alle richieste di mercato: “Sono sempre in corso progetti ed azioni sperimentali per essere sempre in linea con l’evoluzione del gusto del consumatore”.•

Cantina di Santadi: the purest expression of Carignano Raffaele Cani, sales and marketing manager of the winery, talks about the contribution of Santadi in the enhancement of the reference grape variety of Sulcis Making quality wines that aim to conquer the future preserving at the same time an alive relationship with its roots, is the mission of Cantina di Santadi. This resourceful reality of Sulcis, founded in 1960, has been carrying on for a long time an important work of enhancement of the local excellences. Among these, Carignano, the reference grape variety of this area. Raffaele Cani, sales and marketing manager of Cantina di Santadi, talks with us about it: “Cantina di Santadi rises in the southwest Sardinia, where Carignano is

the most representative grape variety. After a long period of obscurity, this grape variety has found its identity thanks to the contribution of Santadi. Also, after the arrival of Giacomo Tachis as consultant, his philosophy of promoting local grapes, cultures and traditions have give life to interesting wines such as Terre Brune (Carignano del Sulcis Doc Superiore) and

Rocca Rubia (Carignano del Sulcis Doc Riserva), the purest expression of Carignano”. A sincere relationship of mutual exchange has let this grape variety to find its full representation and the winery to benefit from its generous qualities. Combining these qualities with “the peculiar microclimate of low Sulcis, we have been able to create great wines”. These high

Raffaele Cani (direttore comm.le) e Antonello Pilloni (presidente)

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quality wines “are well-appreciated both in Italy and abroad, in Europe, America, Asia and Oceania. Every label preserve in its different versions a strong local identity”. And talking about the foreign markets Raffaele Cani says: “Among the range of our wines, the most appreciated abroad are the white wines based on Vermentino, Nuragus and Nasco and the red wines Terre Brune and Rocca Rubia, the most representative labels of Cantina Santadi”. These successes are not a limit to the initiatives of Cantina Santadi, which continue to answer at its best to the market demands: “Projects and experiments are always in progress, to meet the changes of the consumers’ tastes”.•

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LIGURIA TOMMASO NUTARELLI

Il Master territoriale dedicato alla viticoltura del Parco ligure, organizzato dall’Ais, ha come obiettivo sensibilizzare chi opera nell’enoturismo

Tra pietra, sole e mare: i

vini delle Cinque Terre

U

n percorso formativo alla scoperta dei segreti dei vini delle Cinque Terre, pensato per rafforzare l’interazione tra tutti gli attori della filiera, dove la qualità e l’unicità delle produzioni locali sono gli elementi chiave. Ne abbiamo parlato con Marco Rezzano, sommelier Ais del Levante ligure e responsabile della didattica. Quali sono gli obiettivi del Master e a quale target di pubblico si rivolge? “L'obiettivo del Master, giunto alla sua quarta edizione, è quello di creare una sensibilità in tutti gli attori che operano in stretto contatto con la filiera del vino. Abbiamo constatato una conoscenza parziale in ristoratori e titolari di enoteche del patrimonio vitivinicolo del Parco. Fin dalla prima edizione abbiamo cercato di avvicinare i distributori ai produttori, grazie al contributo di enologi Ais. La didattica prevede l’approccio sensoriale e gustativo al vino, per poi passare agli abbinamenti con il cibo, fino alla spiegazione delle tecniche di produzione. In questa ultima edizione ci siamo rivolti a un target più mirato, quello delle guide turistiche. Il Parco sta infatti vivendo un momento d’oro per quanto riguarda il turismo, con un afflusso di visitatori che arriva a toccare quasi 3 milioni di presenze”. In che misura il Master può avere delle ricadute positive sul Parco? “Il processo di sensibilizzazione che stiamo portando avanti, oltre a una maggiore consapevolezza, dovrebbe comportare una maggiore attenzione al lavoro del viticoltore. Il territorio 46

delle Cinque Terre non può fare a meno dell’azione dell’uomo. Può sembrare una contraddizione, ma il Parco, per come è strutturato, è frutto del lavoro umano. I vignaioli e la vite sono delle sentinelle che presidiano il territorio, e continuano a renderlo fruibile. Ma affinché tutto questo prosegua, è indispensabile che ci sia un’ampia diffusione dei prodotti locali. Un lavoro portato avanti dall’Ais, nella figura del presidente di regione Alex Molinari e la delegata della provincia Della Spezia Yvonne Riccobaldi, insieme al direttore del Parco, Patrizio Scarpellini e Luca Natale, responsabile della comunicazione”. Ci sono dei valori e degli elementi specifici che volete veicolare con il Master? “Il primo aspetto è far risaltare le tipicità dei nostri vini. Abbiamo uve di grande spessore, ma sicuramente il tratto distintivo è il territorio. Il forte connubio tra roccia e mare, l’impronta della macchia mediterranea sono dei marcatori molto forti, che conferiscono sensazioni organolettiche ben strutturate e individuabili. Altro elemento da trasmettere è la specificità della produzione locali. Stiamo parlando di un territorio che produce circa 350mila bottiglie, dove la complessa morfologia impedisce una meccanizzazione ampia e diffusa. Questo comporta un lavoro di precisione da parte dei viticoltori, con la conseguenza che i nostri vini hanno, molto spesso, un prezzo superiore rispetto ad altre etichette. Un aspetto che bisogna far comprendere a chi poi vende i prodotti locali ai turisti. •


TOSCANA DI GIOVANNI PELLICCI

La pioggia di euro sulle vigne toscane

Big come Antinori, Bulgheroni, Farinetti e Cecchi tra i protagonisti di un nuovo trend di investimenti in atto tra denominazioni più o meno blasonate della Toscana

L

a Toscana del vino attrae sempre più investimenti. Nazionali ed esteri. I primi tre mesi del 2018 hanno messo in evidenza un trend finanziario molto dinamico: da gennaio ad

oggi sono almeno tre le operazioni made in Italy andate in porto, a conferma di un’attenzione che è di nuovo in grande fermento attorno al vino toscano. In questo scenario, tra le realtà più in evoluzione c'è la provincia di Siena. Qui la famiglia Antinori ha investito 5,5 milioni di euro per rilevare, all’asta dopo aver superato la concorrenza di Frescobaldi, la tenuta di Farneta, nel comune di Sinalunga e nell’area che della Docg Chianti Colli Senesi. A seguire Oscar Farinetti, già proprietario di Fontanafredda in Piemonte oltre che ovviamente di Eataly, ha rilevato la

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proprietà del Colombaio di Cencio (11 ettari vitati più 7 in affitto), azienda che sorge nel comune di Gaiole nel Chianti Classico. Pochi giorni dopo, i fratelli Cesare e Andrea Cecchi, proprio nell'anniversario dei 125 anni della fondazione della loro azienda toscana, hanno concluso l'acquisto di 6 ettari di vigneto, di cui 3 a Brunello, nel cuore di Montalcino, esattamente nei pressi dell'Abbazia di Sant'Antimo, estendendo il loro ventaglio di aziende. Quelli appena fatti sono tutti nomi di punta del settore, i quali si aggiungono ad investitori stranieri che recentemente hanno concluso super operazioni. E' il caso del petroliere argentino Alejandro Bulgheroni che, dopo aver rilevato Dievole a Castelnuovo Berardenga e quindi Poggio Landi e Podere Brizio a Montalcino, ha concluso il poker toscano a Bolgheri arrivando a sommare 330 ettari di vigneti, frutto di 150 milioni di euro di investimenti, tra fatti e da fare. In questo contesto, la rendita fondiaria dei vigneti è in movimento, con investitori sempre più globali e magari proprietari allettati da rendite da capo giro. Tanto per

fare l'esempio più pregiato, per un ettaro di vigneto a Montalcino ci vogliono oggi tra i 500/700 mila euro (secondo le stime diffuse dalla testata Winenews) per porre le basi per produrre il famoso e gettonatissimo Brunello. Nel caso del Chianti Classico siamo poco sotto quota 200 mila euro ad ettaro, per una denominazione che fattura 700 milioni di euro all’anno e nel 2017 ha venduto 37 milioni di bottiglie in giro per il mondo (+50% rispetto al 2009). Che le proprietà sono sempre più melting pot lo confermano anche i numeri diffusi dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, dove il 42% delle aziende produttrici sono nate o hanno cambiato il proprietario negli ultimi dieci anni. Questo a conferma di un’attenzione crescente nei confronti di un territorio che vanta una quota export del 78% e che ha una riconoscibilità sempre più internazionale. Di conseguenza, a cifre che oscillano intorno ai 150 mila euro ad ettaro, come nel caso del Nobile, l’investimento è decisamente interessante per proprietà fuori regione (sono il 60% dei casi) e per stranieri, la cui quota è salita al 15% negli ultimi anni.•

VINITALY: LA TOSCANA INVADE IL PADIGLIONE 9 La Toscana si presenterà in massa alla 52^ edizione di Vinitaly. Il padiglione di riferimento, come tradizione, è il numero 9. Qui saranno raccolte la stragrande maggioranza delle aziende e delle denominazioni made in Tuscany. Tra queste grande protagonista sarà il Chianti Classico, il cui stand (D2-3-4) sarà allestito con la nuova immagine de “Il Signore del Chianti Classico” ideata da Max Information (Gruppo Armando Testa). Nella nuova campagna di comunicazione del Consorzio, il Gallo Nero, simbolo distintivo della denominazione, diventa un personaggio antropomorfo che, cambiando l’abito, sullo sfondo immutato del territorio chiantigiano, ci accompagna attraverso i secoli, dal 1716 ad oggi. Presenti a Vinitaly 104 aziende e 200 etichette di Chianti Classico Gallo Nero, mentre nove aziende di Chianti Classico saranno presenti all'interno dello stand consortile, con uno spazio autonomo. Numerosi gli appuntamenti in programma per valorizzare tutte le produzioni del territorio. (g.p.)


Massimo Sensi:

TOSCANA

i miei vini green

per tornare alle origini

C

hianti biologico Campoluce, Ninfato senza solfiti aggiunti, Chianti Superiore Vegante certificato Vegan, sono i tre vini rossi green di Sensi Vigne e Vini che Massimo Sensi, patron dell’azienda ci ha illustrato. Come nasce l’idea di avviare un percorso green? “Ho assecondato la mia crescente sensibilità verso un ritorno alle origini. Un tempo i prodotti dell’agricoltura, vino incluso, venivano coltivati senza pesticidi, solfiti e altre sostanze, e nonostante ciò si potevano produrre vini di alto livello. Inoltre ritengo necessario diminuire la presenza di allergeni nel prodotto finale tra cui la SO2 per contribuire al benessere del consumatore”. Quali sono le caratteristiche di Campoluce, Ninfato, e Vegante? “Campoluce è prodotto da uve

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Nasce la linea ecofriendly di Sensi, tre vini rossi tra cui uno vegan

coltivate senza pesticidi; Ninfato viene prodotto con uve Sangiovese da cloni selezionati nella nostra tenuta e fermentato a temperatura controllata durante le fasi successive senza l’aggiunta di solfiti; Vegante, certificato Vegan, è realizzato senza prodotti chiarificanti di origine animale”. Perché un vino vegano? “Il Vegante nasce da una mia curiosità verso le nuove filosofie alimentari sempre più popolari e abbracciate da un numero crescente di consumatori attenti sia al gusto che all’etica del prodotto”.•

Massimo Sensi: my “green” wines to go back to the origins The new ecofriendly line by Sensi, three red wines one of which is vegan Organic Chianti Campoluce, Ninfato without added sulphites, Chianti Superiore Vegante with the Vegan certification, are the three “green” red wines by Sensi Vigne e Vini. Massimo Sensi, patron of the winery talks with us about them. How did you have the idea to start a “green” line? “I have indulged my growing sensibility towards a return to the origins. Once time, the agriculture products, including wine, were grown without any chemicals, sulphites and other similar substances, and nonetheless it was possible to produce high-level wines. Also, I think it is necessary to reduce the presence of allergenic elements in the final products, such as SO2, in order to contribute to the

wellness of the consumers”. What are the peculiarities of Campoluce, Ninfato and Vegante? “Campoluce is made with grapes grown without pesticides; Ninfato is made with Sangiovese grapes from clones selected in our estate, fermented at controlled temperature without added sulphites; Vegante is a certified Vegan wine made without clarifying products of animal origin”. Why a Vegan wine? “Vegante is the fruit of my curiosity towards these new food philosophies which are more and more popular and followed by a growing number of consumers who are attentive both to the taste and to the ethical aspects of the products”. •

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TOSCANA

Franco Pacenti - Canalicchio

Un Brunello elegante e tradizionale

N

essuno può conoscere un vino meglio di chi lo vede crescere in vigna e maturare in cantina. Alla domanda qual è il carattere distintivo di un Brunello firmato Franco Pacenti – Canalicchio, i figli Lisa, Serena e Lorenzo rispondono senza esitazione: “L’eleganza”. “Siamo un’azienda storica e familiare. Praticando una viticoltura di precisione, sostenibile e rispettosa dell’ambiente, si ottengono grandi uve che trasformiamo in modo naturale. Puntando sulla qualità, la nostra mission è quella di esaltare il Sangiovese, valorizzandone il terroir e le peculiarità di ogni singola annata. Quando stappi una delle nostre bottiglie – prosegue Lisa – riconosci subito lo stile tradizionale della denominazione”. Prolungate macerazioni e lunghi affinamenti in botti di rovere medio grandi ne sono un esempio. “L’eleganza del nostro Brunello è frutto del suo terroir. Le nostre vigne sul versante nord hanno terreni tendenzialmente argillosi e un microclima più fresco rispetto ad altre zone. Questo porta a maturazioni più lente che si raggiungono a fine settembre inizio ottobre, abbinate ad importanti escursioni termiche, fondamentali per lo sviluppo di profumi eleganti, intensi e nobili”.•

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Un’azienda familiare dedita alla tutela dell’unicità dei suoi vini

Franco Pacenti - Canalicchio, an elegant and traditional Brunello A family winery devoted to the protection of the uniqueness of their wines None can know a wine better than those who see it growing in the vineyard and maturing in the cellar. When we ask them what is the distinguishing mark of a Brunello signed by Franco Pacenti – Canalicchio, his children Lisa, Serena and Lorenzo have no doubt: "elegance". "We are an historical family winery. Exercising a precision agriculture, sustainable and respectful for the environment, we get great grapes that we transform in a natural way. Focusing

on quality, our mission is to enhance Sangiovese, exploiting its terroir and the features of every vintage. When a taster open one of our bottles – says Lisa – he or she can immediately recognize the traditional style of the denomination”. Long maceration and refining in medium-big size oak barrels are an example. "The elegance of our Brunello is the result of its terroir. Our vineyards, grown on the northern slope, have clayey soils and a fresher climate compared to other areas. These

characteristics allow a slower ripening that completes at the end of September or beginning of October, thanks to important temperature ranges, that let the grapes develop elegant, intense and noble perfumes”. • FRANCO PACENTI - CANALICCHIO Loc. Canalicchio di Sopra, 6 53024 Montalcino (Si) Tel. +39 0577 849277 Fax: +39 0577 849277 info@francopacenticanalicchio.it www.francopacenticanalicchio.it


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TOSCANA

Dautore 2016:

un amore di etichetta Il nuovo outfit del vino di punta de Le Sode di Sant’Angelo è un inno al legame indissolubile con la natura

U E a proposito di etichette, non si fermano al vino gli exploit creativi de Le Sode di Sant’Angelo. Con l’olio Extravergine d’Oliva “Maremmano”, l’azienda si è aggiudicata la medaglia di bronzo della 22esima edizione dell’International Packaging Competition di Vinitaly, di scena a Veronafiere il marzo scorso. Tanta la soddisfazione per un prodotto che, con semplicità, ha saputo cogliere lo spirito della sua terra. SOCIETÀ AGRICOLA LE SODE DI SANT’ANGELO SRL Località Montebamboli 58024 Massa Marittima (GR) Tel. + 39 328 4419347 , + 39 075 8358574 info@sodesantangelo.com www.sodesantangelo.com PAD. 3 STAND C5

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n cuore rosso che, avvolto saldamente in stretti fasci fibrosi, pulsa vigorosamente. È con questa immagine oltremodo coinvolgente e sentita che lo staff de Le Sode di Sant’Angelo ha voluto fregiare la bottiglia del suo vino più rappresentativo: il Dautore 2016. Nulla di pretenzioso o di autocelebrativo, solo pura e sincera passione. Ed è proprio questo che rende questa etichetta l’unica in grado di ritrarre così nitidamente quel rapporto speciale che da sempre lega la natura alla mission

e all’armonia dell’azienda. Una simbiosi viscerale, che trascende ogni limite temporale e che si esprime nell’assordante fragore di un battito. La sua, una voce che dolcemente cattura l’anima di chi incrocia sul suo cammino e che contribuisce a rafforzare il progetto Dautore e l’intramontabile sodalizio tra arte, vino e opera contadina. Emozioni intense, imbrigliate dalla sapiente mano dell’artista in una raffigurazione incredibilmente suggestiva, tanto forte quanto eloquente. La stessa forza vitale di cui sono intrisi i tocchi di colore

Dautore 2016: a heart of label The new outfit of the buttonhole label by Le Sode di Sant’Angelo is an homage to its indissoluble bond with the nature A red heart that beat vigorously embraced by tight bundles. With this engaging and heart-felt image, the staff of Le Sode di Sant’Angelo has paid homage to its most representative wine: Dautore 2016. It’s not a pretentious or self-congratulatory attitude, but the expression of a pure and sincere passion. The new design of this label portrays the special relationship between nature and the mission and harmony of this winery. An innate symbiosis that goes beyond every boundary of time and expresses itself in the deafening rumble of a heartbeat. Its voice catches sweetly the soul of those who meet it, and contributes to strengthen the project of Dautore and the time-

less connection between art, wine and human endeavor. Intense emotions captured by the wise hand of the artist and converted into a suggestive representation, as strong as significant. The same life force of the heart myofibrils animates the touches of color of this label with great intensity. With this new work, Luca Purgatorio’s winery offers the concrete product of the love for its land, combining in its representation signs, drops and emotions. “Our heart is in the land! Our wine for life”, are the word in the back label of Dautore. A phrase that expresses the peculiarity of a unique creation and of a reality that paying a tribute to art in its whole action has given life to a jewel. •

che danno vita alle mio-fibrille del cuore, straordinariamente rarefatto nella sua intensità. Con questo nuovo lavoro l’azienda di Luca Purgatorio offre il prodotto concreto dell’amore per la sua terra convogliando nella sua rappresentazione segni, sorsi ed emozioni. “Il nostro cuore nella terra! Il nostro vino per la vita”, cosi recita il retro dell’etichetta del Dautore, a significare la specialità di una creazione unica e della realtà che, tributando all’arte l’intero suo operato, l’ha portata alla luce. (g.m.)•


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TOSCANA

Gli Archi:

l’azienda che visse due volte Fascino senza tempo e progetti green per un’oasi di qualità in continuo rinnovamento

N

el cuore del comune di Fauglia, a pochi chilometri da Pisa, le colline di Poggio alla Farnia ospitano un bacino di inconfondibile e rinnovata qualità: l'azienda agricola Gli Archi. Piacevolmente immersa nella natura più incontaminata,

dove un ricco patrimonio florofaunistico la fa da padrone, Gli Archi rimanda a quel concetto di locus amoenus tanto caro ai letterati e agli artisti del passato. Un’oasi di accogliente genuinità, che, dall’estate scorsa, ha iniziato a scrivere un nuovo capitolo della sua storia. Rilevata, infatti,

dagli attuali proprietari, la tenuta ha intrapreso sin da subito l’iter per l’ottenimento della certificazione biologica. Un risultato significativo, parte di un progetto ben più grande che i coniugi Russo contano di realizzare entro il 2020 e portano avanti con estrema dedizione puntando a stabilire con la propria terra un rapporto di totale armonia. Il tutto nel nome della più alta qualità e del rispetto dei terreni, utilizzando la forza animale per tutte le pratiche agronomiche sia in vigna che tra gli olivi, creando meno compattamento dei suoli ed aumentando la fertilità naturale. E proprio questi interventi fondamentali fanno de Gli Archi una realtà unica e in continuo rinnovamento, di cui gustare prodotti altrettanto validi. Vini pregevoli e di gran carattere, ottenuti in modo naturale, senza l’impiego di prodotti chimici e chiarificazione. Come il floreale La Merla, Igt bianco 100% Viognier, l’in-

tenso Naturno, Igt rosso taglio bordolese, o Poggio alla Farnia, Chianti Docg composto all’80% da Sangiovese e al 20% da Merlot e Bonamico in parti uguali. Un mosaico di eccellenze che si completa con la magnificenza delle strutture di cui si compone la tenuta, con una parte ospitalità che si sviluppa su 4 appartamenti ristrutturati di recente, una piscina salata ed una sala degustazioni dove assaggiare ed acquistare i prodotti. (g.m.)• GLI ARCHI Via Poggio alla Farnia, 6, 56043 Fauglia (PI) Tel. +39 050 657911 info@gliarchi.it www.gliarchi.it

Gli Archi: the winery with two lives Timeless charm and green projects for an always-growing quality oasis In the heart of the municipality of Fauglia, few kilometers far from Pisa, the hills of Poggio alla Farnia embraces an oasis of unmistakable and renewed quality: Gli Archi. Plunged into an untouched nature, in an area where flora and fauna grow luxuriant, Gli Archi recalls the ancient idea of locus amoenus, beloved by artists and intellectuals. It’s an oasis of genuineness that has been rewriting its story since last summer. In fact, the

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current owners have started the path to convert it into an organic winery. This certification is an important step, part of a wider project that aim to be completed within 2020, in perfect harmony with its land. Everything has been made in the name of the highest quality and of the respect for the land, employing the animal force in the vineyards and in the olive groves, to reduce the pressure on the soil and to increase its natural fertility. These

fundamental interventions make Gli Archi a unique reality in continuous renewal. Among its precious products, there are fine wines with a strong personality, created with natural methods, without the use of chemicals and clarifying products. Here some examples: the flowery La Merla, Igt bianco 100% Viognier, the intense Naturno, an Igt Bordeaux blend red wine or Poggio alla Farnia, Chianti Docg made of 80% Sangiovese and 20% Merlot and Bonamico. These labels compose a mosaic of

excellences that harmonizes with the magnificence of the structures of the estate: its welcoming area is made of four recently restored apartments, a saltwater swimming-pool and a tasting area where it is possible to taste and buy the products of Gli Archi. •


B

Sistema automatizzato di movimentazione e rimontaggio The automated system for moving and pumping over

A

Il sistema automatizzato di iniezione di gas tecnici The automated system of injection of technical gases

1

Saturazione Saturation

2

Ossigenazione Oxygenation

3

insufflazione Insufflation

Vantaggi 1. MULTIFUNZIONALITÀ

Onda® può essere utilizzato per la maggior parte di tipologie di vino e in tutte le fasi del processo di vinificazione: macerazione pre e post-fermentativa, fermentazione alcoolica e malolattica, affinamento sulle fecce fini e stoccaggio a lungo termine.

2. VERSATILITÀ

Il nuovo serbatoio multifunzionale Onda®, brevettato da GHIDI METALLI SRL, è disponibile con capacità variabili da 20 a 150hl. Le caratteristiche innovative di Onda® sono:

A

Il sistema automatizzato di iniezione di gas tecnici (aria compressa, azoto, argon, CO2 o miscele di questi gas) in tre zone specifiche del serbatoio. 1 Saturazione dall’alto per l’affinamento e la conservazione a lungo termine in atmosfera protetta. 2 Ossigenazione in zona mediana grazie alla candela porosa integrata. 3 Insufflazione dal basso: con gas inerte, per mescolare delicatamente il mosto/vino o portare in sospensione le fecce fini durante l’affinamento, oppure con aria compressa per la macro-ossigenazione del prodotto.

B

Il sistema automatizzato di movimentazione e rimontaggio del mosto o del vino senza l’ausilio di pompe massimizza l’estrazione fenolica riducendo allo stesso tempo lo stress per il mosto e la produzione di feccia. *Impiegando Onda® ed adottando misure di igiene appropriate, attrezzature enologiche idonee ed un protocollo specifico è stata dimostrata la possibilità di vinificare senza l’aggiunta di solfiti ed altri allergeni, si raccomanda tuttavia che le procedure vengano consigliate e approvate da un esperto enologo che è responsabile della qualità del prodotto finale.

si adatta facilmente ai protocolli di vinificazione in uso e semplifica operazioni o problematiche normalmente complesse: rimontaggi, ossigenazioni, arresti o rallentamenti di fermentazione, messa in sospensione delle fecce fini, correzione dei sentori di ridotto, saturazione del serbatoio con gas inerte ecc..

3. ESTRAZIONE EFFICACE E DELICATA

il sistema automatizzato di movimentazione e rimontaggio agisce al di sopra e al di sotto del cappello delle vinacce e non direttamente su di esso, questo massimizza l’estrazione delle componenti fenoliche riducendo allo stesso tempo la produzione di feccia.

4. FACILE PULIZIA

Onda® è privo di intercapedini e tutte le componenti interne sono dotate di un sistema rapido di smontaggio e lavaggio che riduce i tempi di svinatura, di pulizia e di sanificazione del serbatoio.

5. POSSIBILITÀ DI VINIFICARE SENZA SOLFITI AGGIUNTI

grazie al sistema di rimontaggio senza uso di pompe ed al sistema di iniezione dei gas tecnici si ottiene all’interno di Onda® un’atmosfera modificata e controllata che ha permesso la produzione di vini senza aggiunta di solfiti o altri allergeni sia su scala sperimentale che produttiva*.

6. RISPARMIO

riduce notevolmente i costi di manodopera perché funziona senza l’ausilio di pompe e relative tubature che richiedono personale specializzato sia per il loro funzionamento che per la loro pulizia. Onda® è completamente automatizzato: un solo operatore, grazie all’intuitivo pannello di controllo, può programmare e gestire l’intero processo di vinificazione, affinamento e conservazione, anche di più serbatoi contemporaneamente.

GHIDI METALLI Srl Via Circonvallazione, 64 - 51011 Borgo a Buggiano (Pistoia) Italia Tel . +39 0572 32216 - Fax +39 0572 30887 - sales@ghidimetalli.it - www.ghidimetalli.it

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PADIGLIONE F ENOLITECH STAND N7


TOSCANA

1893-2018

Famiglia Cecchi taglia il traguardo dei 125 anni

Oltre un secolo di vini originali, eco di dedizione e amore per il proprio terroir

C

hi ama il vino sa che Castellina in Chianti è uno dei simboli del Chianti Classico, e proprio qui 125 anni fa (1893) Luigi Cecchi intraprese la sua avventura nel mondo dei nettari di pregio. Oltre un secolo di storia attraversato dalla Famiglia Cecchi con una crescente dedizione nel produrre vini

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espressione del loro terroir originale. Famiglia Cecchi è diventato nel tempo un marchio conosciuto nel mondo spinto da Luigi Cecchi (padre di Andrea e Cesare oggi alla guida dell’azienda) oltre i confini del Chianti Classico (8,5 milioni di bottiglie annue distribuite 50% in Italia e 50% in 50 paesi esteri). “Quello di Cecchi è stato un percorso in costante crescita, fatto di duro lavoro di accreditamento presso pubblici variegati in oltre 50 Paesi del mondo “ afferma Cesare Cecchi, oggi presidente del gruppo. “Abbiamo costruito un marchio solido e sono felice di poter testimoniare questo straordinario

traguardo frutto del lavoro di squadra”. “L’azienda continua a evolvere sia da un punto di vista tecnico che commerciale - continua Andrea Cecchi AD dell’azienda - e anche le nostre tenute stanno divenendo brand nei quali crediamo e investiamo, affinché diventino realtà affermate in tutti i mercati in cui siamo presenti. 125 anni è un traguardo importante e auguro a questa bella realtà, ancora altrettanti giorni di vita e successi”. Chi sono i protagonisti di quesi 125 anni di storia della Famiglia Cecchi? La linea Gli Scudi Chianti Classico - Storia di Famiglia, il Chianti Classico Riserva - Riserva di Famiglia e il

Chianti Classico Gran Selezione - Valore di Famiglia, riconoscibili oggi grazie alle eleganti etichette con logo celebrativo del 125° in Italia e nel mondo . Alla Famiglia Cecchi fanno capo inoltre le Tenute Villa Cerna e Villa Rosa nel Chianti Classico, Castello Montaùto a San Gimignano, Val delle Rose in Maremma e Tenuta Alzatura in Umbria, per un totale di 400 ettari vitati dove si vinifica sul territorio per continuare a offrire ai propri estimatori vini espressione fedele delle proprie radici. •


FAMIGLIA CECCHI Loc. Casina dei Ponti, 56 - 53011 Castellina in Chianti (Siena) Tel. +39 0577 54 311 - www.famigliacecchi.it - www.cecchi.net - cecchi@cecchi.net

ing, creating wines that express at best their original terroir. More than a century of original wines As time passed by, fruit of devotion and love for its land Famiglia Cecchi has become a well-known brand both in Italy and abroad, Wine-lovers know that Castellina thanks to Luigi Cecchi, Andrea and in Chianti is one of the symbols of Cesare’s father. The two brothers Chianti Classico. Here, 125 ago now manage the family winery and (in 1893) Luigi Cecchi started his produce 8.5 million bottles per year, adventure in the world of the high marketed 50% in Italy and 50% in quality wines. More than a century 50 foreign countries). during which the Cecchi family has “The story of our brand has been an developed its devotion for winemak-

1893-2018: Famiglia Cecchi celebrates its 125th anniversary

PAD. 7 STAND D4

always growing one, a path made of hard work and accreditation in more than 50 countries all around the world” says Cesare Cecchi, now president of the group. “We have built a solid brand and I am proud to say that it has been the fruit of a team work”. “Our winery continue evolving both from a technical point of view and from the commercial one – says Andrea Cecchi CEO of Famiglia Cecchi. Our estates too are becoming a brand we believe and are investing in, to make them become established realities in all the markets we operate in. 125 years is an important goal and I wish our beautiful reality just as many successful days”. Who are the protagonists of this 125-year history? Gli Scudi Chianti Classico - Storia di Famiglia, Chianti Classico Riserva - Riserva di Famiglia and Chianti Classico

Gran Selezione - Valore di Famiglia. These wines are nowadays easy to identify, thanks to their elegant labels with a logo that celebrates the 125th anniversary of the winery. Famiglia Cecchi manages too the estates Villa Cerna and Villa Rosa both in Chianti Classico, Castello Montaùto ina San Gimignano, Val delle Rose in Maremma and Tenuta Alzatura in Umbria: 400 hectares of vineyards that offers to the wine-lovers true expression of these wonderful territories. •

57


VALLE D’AOSTA DI ELISA BERTI

ad

Eroismo

alta quota

Interessano molte regioni d’Italia e, con le loro peculiarità, i vitigni eroici rappresentano una delle ricchezze del Belpaese

I

nserita da un anno all’interno del Testo Unico del Vino e ormai riconosciuta legalmente, la viticoltura eroica ha puntati su di sé i riflettori del mondo enologico. A luglio 2018 si svolgerà in Valle d’Aosta la prima fiera dedicata ai macchinari specifici per la viticoltura eroica, voluta da Uiv e Cervim con il supporto di Vival e Regione. Quali sono le caratteristiche e le peculiarità della viticoltura di alta quota? Lo abbiamo chiesto a Roberto del Gaudio, Presidente Cervim. Quali zone rispondono oggi ai criteri di viticoltura eroica? “Gli ettari vitati che interessano la viticoltura eroica sono presenti nell’intero arco alpino, nelle piccole isole, in altre zone a forte pendenza ed interessano trasversalmente molte regioni italiane, Sono inclusi nella definizione i vigneti a picco sul mare della Liguria, della Sardegna, della Campania, del Lazio e della Toscana, isole minori comprese. Si parte da un’altitudine superiore ai 500 metri con vigneti dalle pendenze del terreno superiori al 30%”. Quali sono i punti di forza di questo genere di viticoltura? “Stiamo parlando di autentiche isole della biodiversità viticola, che corrono il rischio di scomparire a causa degli alti costi di produzione. I vini salvaguardano le pro58

duzioni di piccole aree vitivinicole contraddistinte da storia, tradizione e unicità. Abbiamo una varietà di vini prodotti per lo più con vitigni autoctoni e terroir unici, che segnano indelebilmente i profumi e i sapori del prodotto finale”. In che modo il Testo Unico del Vino tutela la viticoltura eroica? “Nella legge dello scorso anno è stata introdotta la disposizione che parla della salvaguardia dei vigneti eroici o storici. Già essere riconosciuti nella specificità è stato un grande risultato, frutto del nostro lavoro con le commissioni agricoltura di Camera e del Senato e del Ministero alle Politiche Agricole. La legge porta a uno snellimento burocratico ed introduce un sistema di informazione per aumentare la tutela del consumatore oltre alle specifiche disposizioni per la salvaguardia dei vigneti”. A luglio si terrà la prima edizione di Enovitis Extreme. Perché una fiera dedicata solo alle attrezzature per la coltivazione dei vigneti eroici? “Si tratta di una manifestazione importante perché uno dei principali problemi per le aziende è rappresentato dai costi per la conduzione dei vigneti, 10 volte più elevati rispetto alle zone vinicole convenzionali. Trovare nuove soluzioni innovative e tecnologiche contribuisce a facilitare il lavoro dei viticoltori eroici e ad abbattere una parte dei costi”.•


LOMBARDIA DI BARBARA AMOROSO

La promozione del Franciacorta

pedala con il Giro d'Italia Il 23 maggio torna una tappa della corsa rosa in virtù di una partnership tra Consorzio e gara ciclistica

I

n Franciacorta c'è fermento, e non si tratta di bollicine. Bensì di eventi sportivi, anzi di uno degli eventi più importanti a livello nazionale e non solo: il Giro d'Italia! Da anni gli atleti percorrono le strade e i crinali delle colline della Franciacorta, ma nel 2018 da semplice location l'intero territorio sarà Franciacorta Stage, un progetto frutto della partnership tra

Consorzio e contest ciclistico. Un progetto ambizioso di cui abbiamo parlato con Vittorio Moretti, Presidente del Consorzio. Come nasce la collaborazione tra Consorzio e Giro d'Italia? “I grandi eventi di ciclismo su strada costituiscono una straordinaria opportunità per la promozione di un territorio: il seguito che hanno e il grande spazio che viene loro riservato dai media consente di veicolare su scala mondiale l’immagine del territorio coinvolto. Questo ci ha portato a chiedere agli organizzatori dell’edizione 2018 del Giro una tappa che potesse focalizzarsi sulla Franciacorta". In cosa consiste il

Franciacorta Stage? "Stiamo organizzando un calendario di eventi che prenderà il nome di 'Aspettando il Giro' che inizierà un mese prima del passaggio degli atleti in Franciacorta. Il calendario sarà presentato al Vinitaly. All’interno del nostro padiglione avremo un corner dedicato al Giro d’Italia e al Franciacorta Stage in cui il 16 aprile verranno presentati la maglia di tappa e la coppa. Franciacorta Stage toccherà 12 comuni e approderà ad Iseo, in prossimità del lago che già due anni fa è stato al centro dell’attenzione per l’installazione di Christo. Potremo godere di un'eccezionale vetrina per far conoscere le nostre cantine, le nostre vigne e il nostro paesaggio e tutto il patrimonio di arte, storia e cultura che ci caratterizza. E, soprattutto, avremo la possibilità di promuovere il nostro brand dando modo a quanti seguiranno il Giro dal vivo di

gustare l’esperienza unica che la Franciacorta sa offrire, all’insegna della tradizione gastronomica e dell’eccellenza dei suoi vini”. Che tipo di impegno rappresenta per il Consorzio sostenere il Giro d'Italia? “È un impegno rilevante. Il Giro d’Italia è una macchina complessa che coinvolge moltissime persone e moltissimi mezzi, con molteplici esigenze logistiche, di accoglienza e gestione: una tappa del Giro richiama sulle strade e nei paesi migliaia di persone. Il nostro Consorzio sta lavorando a fianco di RCS Sport per assicurare alla carovana del Giro il supporto adeguato e coinvolgere i nostri soci e la comunità locale. Siamo certi che l’impegno sarà proporzionale al ritorno d’immagine che potremo avere e del traino, a livello di indotto turistico, che si genererà nei giorni della manifestazione ciclistica e non solo”.• 59


Wine Experience di Valentina Merolli

Classe 74, Valentina Merolli si avvicina fin da giovane al mondo del vino, facendo della sua grande passione una professione. Conseguito il diploma AIS, vince nel 2009 il concorso Master del Sangiovese e si aggiudica il primo premio come miglior sommelier toscana. Solo pochi anni dopo si colloca al terzo ed al secondo posto nella classifica nazionale AIS. Importanti ristoranti stellati, italiani e non, l'hanno voluta tra le fila dello staff; eccentrica e poliedrica, si distingue per le grandi doti comunicative e per l'originale impostazione delle sue degustazioni.

Azienda Agricola

San Salvatore 1988 “Pian di Stio” Vino/Wine Paestum Fiano Igt Annata /Vintage 2016 Area Campania, Cilento www.sansalvatore1988.it

Apertura nuova sede Ampliamento laboratorio e locali di vendita

ADVANCED WINEMAKING SOLUTIONS

Delicatamente paglierino di bella luminosità, si apre con un naso teso e fragrante, con sensazioni olfattive di ricordo minerale e di un frutto succoso e piacevole, che sa di susina dolce matura, pesca bianca, agrumi freschi, con un ricordo di delicati fiori montani profumati. Il sorso è teso e netto, molto vivo e secco, con buona sensazione pseudocalorica e una morbidezza ancora da sviluppare. Un vino di viva freschezza agrumata, guarnita dalla caratterizzante mineralità del suo territorio. Bocca piacevole che chiama un altro sorso, grazie alla sua fragranza, pulizia e piacevolezza. Finale di bella persistenza. Un Fiano elegante da abbinare ad un ottimo pesce di mare per esaltarne le sue doti di brillante gioventù. La fine mineralità del Fiano campano. Light straw yellow, beautiful brightness. The nose opens up tight and fragrant, with mineral scents echoes and pleasant juicy fruit aromas as ripe sweet plum, white peach, fresh citrus and reminescences of delicate parfumed mountain flowers. Tight, net taste, really lively and dry, with a nice hot sensation and a smoothness that has still to develop. Lively citrusy freshness,

garnished with the typical minerality of its soil. Pleasant in the mouth, it calls for another sip thanks to its fragrant, clean, delightful taste. Good persistence on the finish. An elegant Fiano to pair with excellent sea food to exhalt its brilliant youth virtues. The fine minerality of Fiano in the Campania region.

NUOVO INDIRIZZO: VIA RAFFAELLO SANZIO 24/26 56033 CAPANNOLI (PI)

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Società Agricola

Tornesi

Color rosso rubino luminoso, di bella trasparenza, che tende al granato vivo. Si muove nel calice morbidamente, con lacrimazione fitta e lenta, suggerendo buona alcolicità e struttura. Bel naso, ricco di tutto quel frutto maturo e suadente e di calda speziatura, con richiami di pepe e liquirizia seguito da nobili note di legno. Visciole, ribes nero e fine vena minerale che accompagnano fiori colorati in appassimento. Piacevole e complesso.

Vino/Wine Brunello di Montalcino Docg Annata /Vintage 2013 Area Toscana, Montalcino www.brunellotornesi.it

Tenuta

Villa Trasqua

Sorso elegante, caratterizzato da note austere di un tannino forte e presente che dà corpo e carattere, mitigato da piacevole freschezza. Finale che chiude in un susseguirsi di gradevoli ed armoniche note; vino molto caratteristico per tipica espressività, da lungo affinamento. Lo abbinerei ad un secondo piatto come Anatra al melograno. L'espressione più autentica del Brunello di Montalcino.

Bright ruby red color, good transparency, tending to a

sant and complex. Elegant mouthfeel, with dour notes

deep garnet red. It moves smoothly in the glass, with

and strong evident tannins that bring body and cha-

dense and slow legs, giving a hint about its good al-

racter, softened by pleasant freshness. The finish pre-

coholic component and its structure. Beautiful nose,

sents a succession of agreeable and harmonious notes.

rich in charming ripe fruits and mellow spices aromas,

Very characteristic wine for its typical expression, sui-

recalling pepper and licorice followed by noble wood

table for long ageing. I would pair it with a meat dish

notes in the end. Sour cherry, black currant and a light

as duck in pomegranate sauce. The most authentic

minerality go along with wilting colored flowers. Plea-

expression of Brunello di Montalcino.

Il vino si apre di veste rubino piuttosto spessa e si muove con discreta sinuosità sintomo di una struttura ricca e generosa. Le sensazioni olfattive mostrano un naso terso, con richiami di sottobosco, humus, terra bagnata, per lasciar spazio a una frutta matura sotto spirito, marasche, cassis. Chiude con una spezia dolce e radice di liquirizia, con una bella complessità. Espressivo e incisivo nei suoi toni scuri. Un sorso molto netto e asciutto, con note di frutta matura e speziatura, sviluppa un pregiato calore. Vino caratterizzato da un tannino forte dal carattere importante che saprà integrarsi nella struttura del nettare negli anni.

Vino/Wine Chianti Classico Gran Selezione Docg Annata /Vintage 2012 Area Toscana, Chianti www.villatrasqua.it

Az. Agricola

Zýme

Da lunghi affinamenti, è un vino che può maturare. Corpo pieno e forte, da abbinare a secondi piatti di lunga cottura, speziati e strutturati. La intrigante potenza del Chianti.

This wine reveals a ruby red color and it moves si-

sharp in its dark notes. It has a clean and dry taste

nuously in the glass revealing a rich and generous

with ripe fruit and spicy aromas, and develops a fine

structure.

warmth. This wine shows strong tannins with an im-

Its bouquet presents clear perfumes, with undergrowth,

portant character that will integrate in the structure of

humus and wet earth aromas that leave room to ripe

the wine over time. Suitable for long refining, it’s a wine

fruits preserved in alcohol, morel black cherries and

that can ripen. With its strong and full body, it’s ideal

blackcurrant liqueur. Its ending reveals sweet spicy and

with spicy and structured long cooking second dishes.

licorice inklings and a good complexity. Expressive and

The intriguing power of Chianti.

Il vino mostra un giallo paglierino luminoso, con buona consistenza alla rotazione nel bicchiere. Si apre con una sfera olfattiva di grande impatto, caratterizzata da un frutto dolce intenso, pesca, papaya, agrumi maturi, pera, in un ventaglio di bella complessità. Floreale di ginestra dolce, chiude con nota spiccatamente minerale. Il suo sorso è pieno, secco e con buona sensazione calorica, piacevole nella sua rotondità e morbidezza. Una struttura ben sorretta da una freschezza viva ed agrumata, che dà slancio in un finale di decisa e marcata sapidità.

Vino/Wine Bianco Veneto Annata /Vintage 2016 Area Veneto, Valpolicella www.zyme.it

Piacevole e molto netto, vino deciso, ben bilanciato e ricco di estratto e corpo. Finale di bella lunghezza e persistenza. Una scoperta. Vino espressivo e di carattere. Ben abbinabile a primi piatti di pesce e crostacei. Il bianco della Valpolicella.

This wine shows a bright straw yellow color and a good

vely citrusy freshness that enhances the firm and evident

texture while swirling in the glass. The aromatic composi-

sapidity on the finish.

tion is of great impact, disclosing intense ripe fruit, peach,

Pleasant and really clean wine, with a defined taste, well

papaya, ripe citrus and pear aromas with a great com-

balanced and rich in extract and body. Persistent and long

plexity overall.

finish. A nice discovery. An expressive wine with a good per-

Full and dry taste, nice hot sensation, pleasant roundness

sonality. Best with fish and shellfish pasta dishes.

and smoothness. Its structure is well balanced with its li-

The Valpolicella white wine.

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Testato e approvato da:

EXILLES I calici che esaltano il gusto

8 e 201 April F 8 1 15 lione Padig Stand H3 ! TECH ENOIL pettiamo Vi as

Dall’incontro tra i Designers Rastal e i Sommelier ASPI nasce la linea Exilles: calici leggeri e resistenti in cristallino di qualità superiore. Per gratificare l’impegno dei viticoltori: valorizzano la qualità del vino. Per soddisfare i ristoratori e i sommelier: resistono ad un utilizzo intensivo. Per consumatori esigenti: esaltano le più nascoste sfumature del vino.

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RASTAL Italia srl Via Angelo Calvi, 35 29015 Castel San Giovanni

Tel. +39 0523 883805 Fax +39 0523 881995

info@rastal.it www.rastal.it

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Sangue di Miura Vino/Wine Spumante Magnum Sangue di Miura selezione Tonino Lamborghini. Metodo classico Annata /Vintage 2012 Area Emilia Romagna, Piacenza www.lamborghini-lounge.com

Insieme Wine

Vino Spumante metodo classico, con 4 anni di maturazione sui lieviti più un ulteriore anno in bottiglia dopo il dégorgement, di colore giallo paglierino carico tendente al dorato, brillante e di bella luminosità. Mostra un perlage molto fine, caratterizzato da numerose catenelle di bella e ricca consistenza, che vanno a formare la tipica fontanella centrale, indice di qualità. Al naso presenta note di lievito fragrante, brioche, pasticceria, crosta di pane, spezia dolce che ricorda la vaniglia, frutta a polpa gialla matura, pesca, ananas maturo con finale sapido, in una bella complessità. Il suo sorso piacevole e con un perlage fine e ben integrato, che mi dona una bella cremosità nella beva. Attacco fresco, note di agrumi canditi, e ricordi di pasticceria secca, con un bel bilanciamento tra le parti. Ottimo da abbinare a piatti di pesce di buona struttura, saporiti. Nuovo ed interessante.

Classic method sparkling wine, with 4 years of ageing

yellow flesh fruit, peach, ripe pineapple with a sapid

on yeasts and one year in the bottle after degorgement.

finish. Good complexity.

Straw yellow, tending to gold, lively and bright. Very

Pleasant mouthfeel, soft and well integrated perlage

subtle perlage, characterized by many bubble chains of

that gives a nice creaminess. Fresh first palate, candied

good and rich consistency that form the typical central

citrus notes and recalls of fine biscuits, with a good ba-

chain, indicator of quality.

lance.

The nose presents fragrant yeast notes, brioche, patisse-

Perfect to pair with strong flavored fish dishes.

rie, bread crust, mellow spices that remind vanilla, ripe

New and interesting.

Vino che si mostra di un bel colore rosso rubino limpido e luminoso, di buona massa colorante fitta e concentrata, si muove con discreta sinuosità. La sfera olfattiva si apre con buon impatto definito, con note di frutta di bosco scura, ribes, seguite da note di cacao e caffè, con caratteristica vena calda speziata che ingentilisce il finale delicatamente minerale. Sorso molto teso, secco con discreta sensazione calorica, di viva e ricca freschezza, seguita da un tannino dal carattere piacevole tipico di un Cabernet Franc che saprà evolvere. Note vegetali delicate tipiche di un'annata fresca che propone un vino dal corpo più sottile ma più incentrato su freschezza e bevibilità.

Vino/Wine Toscana Igt Annata /Vintage 2014 Area Toscana, Casole d’Elsa - Siena www.insiemewine.com

Società Agricola

Le Manzane

Lo abbinerei a salumi e formaggi stagionati tipici toscani e cacciagione.

A wine with a beautiful clean and bright ruby red co-

lively and rich freshness, followed by a pleasant tannin,

lor, a thick and concentrated mass that flows sinuously

typical of a Cabernet Franc that will be able to evolve

in the glass. Its bouquet opens with a good and well-

soon. It reveals too vegetal notes, typical of a fresh year

defined impact, with dark wild berries and blackcurrant,

that proposes a wine with a lighter body but fresher and

cacao and coffee aromas, and a peculiar warm spicy

more easy-to-drink.

inkling that sweetens the light mineral ending.

Ideal with Tuscan salami and seasoned cheese,

Its taste is tight, dry, with a moderate warm sensation of

and game.

Visivamente brillante di un bel giallo paglierino, mostra subito il suo perlage generoso, con bollicine di media grandezza abbastanza persistenti che vanno a formare la caratteristica fontanella di spuma centrale. Il naso si apre teso e fragrante, con spiccate note di pera Williams matura e sentori agrumati, con finale delicatamente floreale che va a completare l’aspetto olfattivo. Sorso di impatto importante e bello, gustoso, riccamente fruttato, di effervescenza intensa e decisa. Di lieve dol-

Vino/Wine Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Brut “20.10” Annata /Vintage 2017 Area Veneto, Conegliano Valdobbiadene www.lemanzane.com

cezza di un dosaggio composto, che ne esalta le sue note elegantemente agrumate. Finale piacevolmente sapido. Vino ben bilanciato nelle sue componenti, si propone come gradevole aperitivo. Molto ben abbinabile a stuzzichini e tapas. Tutta la bellezza del Prosecco nella sua miglior espressione.

Visually bright straw yellow, it shows immediately

Strong start, important and beautiful. Tasty, richly frui-

its generous perlage, with quite persistent medium

ty, with intense and firm effervescence. Slightly sweet, its

size bubbles that form the characteristic central

composed dosage exalt the elegant citrus notes. Sapid

bubble chain.

delightful finish.

The nose opens tight and fragrant, with evident ripe

Well balanced wine, pleasant for aperitif. Easy to pair

Williams pear and citrus scents. A delicate floral finish

with canapés and tapas.

completes the aromatic sphere.

The best expression of all the Prosecco beauty.

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Gusto in Scena

e Venezia si fondono in un copione

dedicato alle spezie DI CLAUDIA CALVANI

Un viaggio di due giorni, tra il convegno de La Cucina del Senza incentrato sull’uso delle spezie ed i banchetti d’assaggio di vini e prodotti di nicchia

L

a 10ª edizione di Gusto in Scena tenutasi a Venezia nella cornice storica della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista ha dedicato il suo tema ad un elemento della cucina e dei vini molto attuale: le spezie. Marcello Coronini, motore dell’evento, ha sapientemente intuito che questi elementi sono di fondamentale importanza sia a livello di gusto,

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sia di salute. Gli chef ospiti che hanno abbracciato la filosofia della Cucina del Senza di Corononi hanno dimostrato come, con l’utilizzo delle spezie, si

riesca a preservare un gusto pieno e naturale degli alimenti, la cui qualità resta in primo piano. Così anche gli espositori sono stati selezionati seguendo il criterio del

“senza”, secondo cui “meno è meglio”, mettendo in risalto prodotti di nicchia e vini di pregio da tutt’Italia. Un evento che ha visto protagonisti illustri come Riccardo Cottarella, insignito del premio AEPA Leone d’Oro per la carriera in campo enologico, coronata di successi ed umanità, tra l’ascolto delle nuove generazioni e saggezza dettata dall’esperienza. A cui si è affiancato Bruno Vespa, non solo giornalista, ma anche cultore e produttore di vini. Due giorni ricchi di appuntamenti, dedicati anche alle nuove leve con la presenza di allievi delle scuole alberghiere del territorio, la cui curiosità ha ravvivato gli incontri e stimolato gli chef nelle loro spiegazioni. Giorni intervallati dalla cena organizzata presso il Vecio Fritolin in cui lo chef Pierluigi Lovisa e la padrona di casa Irina Freguia hanno interpretato le spezie ed il “senza” con una cucina legata al territorio, alla salute, ma anche al perfetto equilibrio del boccone. Gusto in Scena si è dunque continuato a rivelare come la sua città ospitante: Venezia città marinara. Un luogo di incontro e di scambio di idee, da cui ne salpa una nuova filosofia.•


10-12 Giugno 2018 lingotto fiere torino

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L’EVENTO DELL’ANNO NEL SETTORE HO.RE.CA. E FOOD&BEVERAGE PER I PROFESSIONISTI DI OGGI E DI DOMANI

Gourmet Expoforum è il salone biennale dedicato ai professionisti dei settori Ho.re.ca. e Food & Beverage, in programma dal 10 al 12 giugno 2018 a Lingotto Fiere di Torino con l’organizzazione di GL events Italia. Gourmet Expoforum accoglie quest’anno le finali europee del Bocuse d’Or (11-12 giugno), la più prestigiosa competizione internazionale di alta cucina, abbinata alla Coppa del Mondo di Pasticceria (10 giugno), portando a Torino il gotha della ristorazione internazionale. La finale mondiale sarà ospitata a gennaio 2019 a Lione dal Sirha, uno dei principali saloni internazionali del mondo della ristorazione, che quest’anno si affianca nell’organizzazione di Gourmet Expoforum.

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itorna alla Fiera di Pordenone dal 27 al 29 novembre la seconda edizione di R.I.V.E., l’appuntamento Italiano dedicato alla filiera del vino che, dal 2018, diventerà biennale negli anni pari. Viticoltura ed enologia sono i due macro settori della manifestazione che offre un panorama completo sui prodotti e le tecniche per la coltivazione della vite e produzione del vino, dal vivaismo viticolo alla commercializzazione del prodotto. La fiera è un irrinunciabile appuntamento per viticoltori, responsabili di aziende di trasformazione di semilavorati, vinificatori, cantine private e sociali, enologi, consulenti ed esperti della viticoltura e della vinificazione. All’interno di R.I.V.E. 2018 troverà spazio anche ENOTREND, un programma di workshop e convegni coordinati da un prestigioso Comitato Scientifico, con l’obiettivo di fare il punto sulle nuove tendenze in tema di cultura della vite e del vino, innovazioni tecnologiche e nuove tendenza di mercato. Le aspettative per la seconda edizione di R.I.V.E., sono altissime, confortate dagli ot-

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R.I.V.E.

Torna alla Fiera di Pordenone

dal 27 al 29 novembre

la manifestazione Internazionale dedicata alla filiera del vino timi risultati prima edizione dello scorso dicembre, che ha visto la partecipazione di 120 espositori, 200 marchi rappresentati e migliaia di visitatori da 18 regioni italiane e da ben 18 stati esteri. Presenti, tra gli altri, ad esempio, Stati Uniti ed Algeria. Eterogenea

anche la tipologia dei visitatori che hanno preso parte a R.I.V.E. e ai convegni promossi nell’ambito di Enotrend: aziende agricole (55%), cantine (16%) aziende della distribuzione, cooperative e consorzi, enologi e consulenti, servizi, università e ricerca (29%).•

Per informazioni pratiche dettagliate e aggiornamenti sull’evento: www.exporive.it Il progetto Enotrend è online su blog.enotrend.it


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Food&Beveragenda di Claudia Cataldo

ONLY WINE FESTIVAL Città di Castello (PG), 28 – 29 aprile 2018 Città di Castello il 28 e 29 aprile prossimo ospiterà la quinta edizione di Only Wine Festival, il Salone dei piccoli produttori e delle giovani cantine italiane. Cento i produttori selezionati ogni anno da Ais – Associazione Italiana Sommelier - in tutta Italia e oltre 350 le etichette in degustazione. Come ogni anno, saranno previsti banchi d’assaggio all’interno dello storico Palazzo Bufalini,

accessibili con un ticket (15,00 euro per 5 degustazioni, compresi calice e tasca portabicchiere), ma anche degustazioni guidate. Infine, per chi volesse approfondire, tornano a grande richiesta gli Speed Wine, i mini corsi di avvicinamento al vino e al bere consapevole ideati proprio da Only Wine, che si svolgeranno in un’apposita Speed Wine Area in Piazza Gabriotti e saranno affiancati

VESPAIOLONA 2018 Doc Breganze (VI), 22 giugno 2018 Appuntamento venerdì 22 giugno 2018 per l'undicesima edizione della Vespaiolona, la notte bianca e rossa tra vigne e cantine, l'evento glamour dell'estate della Doc Breganze organizzato dall'associazione Strada del Torcolato e dal Consorzio Tutela Vini. La manifestazione prende il nome dal Vespaiolo, il vino tipico della zona di Breganze e della Pedemontana Vicentina. Nella notte più corta dell'anno 12 cantine della Doc Breganze apriranno le loro porte per ospitare le migliaia di appassionati e tutti coloro che vogliono conoscere meglio questo territorio ed i suoi prodotti tipici. Per motivi di sicurezza, la partecipazione alla Vespaiolona è a numero chiuso (4500 partecipanti al massimo), prevendite on line a partire dal 6 giugno. www.vespaiolona.it

da originali Speed Food, con l’idea di celebrare ancora meglio le eccellenze italiane della tavola, nell’anno del cibo italiano nel mondo. Tra le novità di Only Wine Festival 2018 un’intera area dedicata agli Orange Wine, con una selezione di 15 produttori di questa particolare tipologia di vino, sempre più in voga. Più ampia sarà, inoltre, l’area International Wine, dedicata ad una selezione dei giovani produttori e piccole cantine di altri paesi europei. www.onlywinefestival.it

VINI D’AUTORE – TERRE D’ITALIA Lido di Camaiore, 20 – 21 maggio 2018 Terre d'Italia raggiunge la sesta edizione, ancora una volta nell'elegante location dell'UNA Hotel Versilia di Lido di Camaiore. Un'edizione che vedrà la partecipazione nobilitante di quasi tutte le regioni italiane, come sempre fedele all'idea primigenia di "Orizzonti e Vertici", il ciclo di eventi inaugurato da L'AcquaBuona nell'ormai lontano 2003: fornire un panorama variegato e stimolante della realtà enologica del nostro paese, pur navigando sempre ai massimi livelli qualitativi. Ecco quindi -tutti assieme- grandi nomi storici, vignaioli di nicchia e cantine emergenti, terroir di grande blasone e piccole promettenti aree vitivinicole tutte da scoprire. 80 produttori personalmente presenti, oltre 450 etichette in assaggio, vecchie annate... questo il programma, per un evento imperdibile. www.vinidautore.info

VILLA FAVORITA Fara di Sarego (VI), 14 – 16 aprile 2018 La quindicesima edizione di Villa Favorita si terrà da sabato 14 a lunedì 16 aprile a Villa Da Porto detta "La Favorita" a Monticello di Fara di Sarego (VI). Saranno presenti 160 aziende aderenti a VinNatur, associazione di viticoltori naturali, provenienti non solo dall'Italia ma anche da Francia, Spagna, Portogallo, Austria, Germania e Slovenia. Un evento unico nel suo genere perché permette di approfondire la conoscenza dei vini naturali, incontrando e conoscendo i produttori stessi, dai quali sarà possibile anche acquistare i vini in degustazione. "Dopo l'ultima bella esperienza a Genova a gennaio - dichiara Angiolino Maule, presidente di Vinnatur - dove c'è stata un'ottima risposta di pubblico, sia di professionisti sia di amanti del vino, ci prepariamo ora all'evento per noi più significativo, per numero di edizioni e per aziende partecipanti”. www.vinnatur.org

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Food&Beveragenda di Claudia Cataldo

SUMMA Magrè (BZ), 14 e 15 aprile 2018 Dalle 10 alle 18 del 14 e 15 aprile presso la Tenuta Alois Lageder a Casòn Hirschprunn & Tòr Löwengang a Magrè (BZ), Alto Adige, torna l’atteso appuntamento organizzato proprio da Alois Lageder e dedicato all’eccellenza vitivinicola di tutto il mondo, giunto alla sua ventunesima edizione. Negli anni lo spirito originario resta immutato. “Summa è nata ed è tutt’oggi una festa per i vignaioli - dice Alois Lageder - è l’occasione non solo di assaggiare i vini dei produttori partecipanti provenienti dall’Italia e dal mondo, ma anche di condividere gli stessi valori di attenzione all’ambiente, di solidarietà e di stile, quello fine ed elegante dei propri vini”. www.summa-al.eu

VINITALY Verona, 15 – 18 aprile 2018 COLLIO EXPERIENCE Collio, 1 – 3 giugno 2018 Enjoy Collio Experience anche quest’anno torna, organizzato dal Consorzio di Tutela Vini Collio, nel weekend dell’1, 2 e 3 giugno; animerà il territorio con degustazioni, visite ed esperienze per raccontare il meglio di questo angolo unico della Regione Friuli Venezia Giulia, insieme di culture e persone, dove i vini e la vite sono da sempre protagonisti e portatori di valori. Fiore all’occhiello dell’iniziativa, l’evento centrale dei tre giorni sarà la mostra degustazione del 2 giugno, dove appassionati e visitatori potranno degustare la ricca produzione vinicola del Collio abbinata a particolari esperienze culinarie. www.enjoycollio.it

Vinitaly ha bisogno di poche presentazioni. La fiera leader in Italia per il vino torna a Verona per il consueto appuntamento d’aprile, insieme a Sol&Agrifood ed Enolitech. Novità recente è l’ingresso di VPE per il 50% nel capitale di “Bellavita Expo”, società inglese operante nel tradeshow per il settore agroalimentare made in Italy in alcuni mercati strategici, consolidati o emergenti. L’acquisto di “Bellavita Expo” è la seconda operazione della neonata VPE, compartecipata da Veronafiere e Fiere di Parma, che a dicembre scorso ha presentato il nuovo progetto fieristico WI.BEV, International Wine&Beverage Technologies Event, dedicato al settore delle tecnologie per il wine&beverage. “Veronafiere è una piattaforma a servizio della internazionalizzazione

del Paese e dei settori imprenditoriali che rappresenta con le proprie manifestazioni. La costituzione di VPE è stata pensata in una logica di sistema, in tal caso per il wine&food, dal momento che Parma e Verona rappresentano insieme il primo organizzatore italiano e tra i primi in Europa in tale segmento fieristico – ha sottolineato il neo amministratore delegato di VPE e direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani. Bellavita Expo si rivolgerà, con un nuovo piano di sviluppo, agli operatori del comparto ho.re.ca sempre più attenti all’italian style, ampliando l’offerta di opportunità rispetto a quella che Parma e Verona da molti anni realizzano con le proprie attività all’estero. www.vinitaly.com

LAMBRUSCO A PALAZZO Abbazia Polirone di San Benedetto Po (MN), 21-22 aprile 2018 Saranno 70 aziende produttrici con 200 Lambruschi tra le migliori espressioni del territorio di Mantova, Modena, Parma e Reggio Emilia le protagoniste della Sesta edizione di “Lambrusco a Palazzo”, che prevede quest’anno un ricco programma di iniziative all’interno dell’Abbazia Polirone di San Benedetto Po: seminari, degustazioni e banchi d’assaggio, una verticale e una lectio magistralis per il re dei rossi frizzanti, ma anche un incontro sulla cultura del vino con i ragazzi delle scuole superiori, letture e laboratori creativi didattici per famiglie e bambini, visite guidate tra le bellezze architettoniche locali e le cinquecentesche cantine del monastero. lambruscoapalazzo@mantovastrada.it

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PELLICOLE DI GUSTO ( di Lorenzo Bianciardi - lorenzo@igrandivini.com )

Rupi del vino

e la Valtellina eroica: quando le uve spiccano il volo

«Cinque sono i motivi per bere: l’arrivo di un amico, la bontà del vino, la sete presente e quella che verrà, e qualunque altro». Ermanno Olmi si affida alle parole di Papa Martino V, datate 1431, per chiudere il suo bellissimo film documentario Rupi del vino (2009). Cinquanta minuti tutti da seguire, che hanno come filo conduttore la natura e le meraviglie della Valtellina, raccontate attraverso la voce di un narratore onnisciente, che s’intervalla alle “pillole” di saggezza del pittore settecentesco Pietro Ligari e quelle dello scrittore e regista Mario Soldati (cui è dedicata l’opera). C’è tanta poesia in questo racconto, che inizia dall’inverno per concludersi con i mesi della vendemmia: un inno a una terra particolarmente “difficile” e proprio per questo da amare. Intere generazioni che si sono rotte la schiena per tirar su i muri a secco e poi vendemmiare con le gerle cariche di uva sulle spalle da portare a valle. Questa è la «viticoltura eroica» di cui tanto si sente parlare: fatta di geometrici vigneti terrazzati, un piccolo mondo d’ingegneria, con le pietre tagliate a mano e il terreno trasportato direttamente dal letto del fiume Adda. Vediamo elicotteri volare per portare la terra nei vigneti; gli stessi che, durante la vendemmia, si prenderanno “in cambio” i preziosi grappoli, dentro le ceste piene. Terreno fertile e sassi: ecco quello che ci vuole per un vitigno di carattere come il Nebbiolo, che sembra nascere dalla roccia. Uva Chiavennasca la chiamano in Valtellina, dall’incrocio dialettale di «ciü venasca» (uva con più vigore) e «ciü vi-

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nasca» (uva adatta alla trasformazione in vino). Come ogni documentario che si rispetti, è il territorio il vero fulcro della narrazione, descritto con amore da un maestro come Ermanno Olmi: rupi scoscese, laghi e montagne all’orizzonte, affascinanti cantine (i «crotti»). E poi le viuzze del rione Scarpatetti, il più antico di Sondrio, che conducono all’altorilievo in legno raffigurante la Madonna col bambino, che tiene in mano, guarda caso, un grappolo di uva nera. Se i comuni della Valtellina furono i primi a sconfiggere l’analfabetismo, ci sarà pure un perché. Dove c’è vigna c’è civiltà, dice un antico detto popolare: la viticoltura si fa cultura. Una virtù ereditata probabilmente dagli Etruschi, che nelle parole di Enzo Biagi «sapevano distinguere ed apprezzare». Bellissima e poetica la panoramica sui primi piani dei viticoltori: «mi pare un prodigio riconoscere qui, in altri volti, la medesima amicizia, nella stessa dolcezza e sicurezza che solo la compagnia di amici può dare». Gente che sembra vivere di due cose: di vino e di onestà, come descrive sapientemente Indro Montanelli: quell’«onestà che impedisce ai benestanti di diventare ricchi e ai poveri di diventare miserabili». Ecco la Valtellina di Olmi, tutta da scoprire: una terra che riesce a far “volare” le uve. E che nella prima scena del film fa addirittura suonare un pianoforte in alta valle: appeso a un filo all’elicottero e poi calato sulle rupi, sarà questo l’incipit di una “sinfonia” d’immagini che ci farà sognare. E allora, musica maestro…•


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Wine influencer:

wine la top 40 di Elisa Berti

A

di Julien Miquel

rriva puntuale come ogni anno l'attesa classifica di Julien Miquel, wineinfluencer dal successo internazionale. Basti pensare che in poco più di sei mesi dalla nascita, il suo sito socialvignerons.com si è fregiato del titolo di Best New Wine Blog attribuito al Wine

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Blog Awards. Cambiano, in questa classifica, i parametri per definire le posizioni fino ad oggi incentrati sul Klout score,il celebre sistema di analisi di analisi che stima il peso della presenza delle aziende sui social,ma oggi rispondenti a nuovi e più attuali algoritmi basati su una metrica che tie-

ne conto di follower, engagment e visualizzazioni. Chi sono quindi coloro che, attraverso l'utilizzo di internet e dei social network, sanno catalizzare l'attenzione su di sé e di conseguenza influenzare le scelte di mercato? A seguire la top10. Sul sito socialvignerons.com la classifica completa.•

2

www.winespectator.com www.winemag.com

3

www.thewinewankers.com.au

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www.jancisrobinson.com

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www.socialvignerons.com

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www.beendoonsolong.com

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www.nytimes.com www.decanter.com

9 72

www.winefolly.com www.vinepair.com

8 10

LA CANTINA INFLUENCER Per la terza volta consecutiva, si conferma nella top 40, aggiudicandosi il 38° posto, Cantine Barbera, unica cantina da sempre presente, spesso citata da siti e blog di settore per una capacità comunicativa fuori dal comune. "Parlo della mia cantina in modo semplice e accessibile – afferma la titolare Marilena Barbera -. I social sono uno strumento immediato, capace di azzerare lo spazio e la distanza. Attraverso questa riduzione degli spazi, è poi necessario creare coinvolgimento, stimolando l'interazione". Quella di Marilena è una piccola cantina che, attraverso il web, si fa conoscere in tutto il mondo. Social sempre attivi (ne ha provati oltre 30, con particolare attenzione ai big del momento) ed un blog, che quest'anno compie 10 anni, costantemente aggiornato con tematiche rispondenti agli interessi degli utenti. "Il blog mi è stato di aiuto fondamentale per rendere disponibili nel tempo alcune tematiche che ho ritenuto di aiuto agli utenti. Mi sento spesso dire che, finalmente, ho trattato un tema di cui in rete si trova poco o nulla. Tante le visualizzazioni dei miei post e tanto il tempo da ritagliarsi per occuparsi di comunicazione. Tempo ripagato, calcolando che attualmente almeno il 25% delle mie vendite si compie online tramite e-commerce o contatti avvenuti sui social".


BF: l’imbottigliamento si fa in tre!

A brevissimo sarà pronta la terza unità mobile di imbottigliamento, per garantire un servizio sempre più ampio

w w w . b f i m b o t t i g l i a m e n t o . i t

UNITÀ MOBILI DI IMBOTTIGLIAMENTO

S

arà pronta a brevissimo la terza struttura mobile di Bf Imbottigliamento, che garantirà una presenza forte su tutto il territorio nazionale dell’azienda, che tramite le sue unità mobili va incontro alle necessità dei piccoli e medi produttori vinicoli, che hanno bisogno di imbottigliare i propri vini con garanzie e versatilità. Le strutture infatti,non permettono alle aziende soltanto di imbottigliare direttamente nella propria cantina, seguendo personalmente tutte le operazioni, ma anche di usufruire di tutte le tecnologie e le finezze costruttive che sono prerogativa di produzioni molto più elevante. E fondamentale è sottolineare la versatilità di questo genere di impianti, capaci di soddisfare le esigenze più disparate, soprattutto riguardo i formati. Si possono infatti confezionare tutti i formati, dal piccolo 187 cc alle magnum da 1,5 litri, con riempimento fino a diametri molto vicini ai 110 mm e produzioni sull’ordine delle 3000 bottiglie/h. Il lavoro avviene su una struttura completamente chiusa ai lati, posta a 30 cm da terra ed è continuamente controllato da personale specializzato, che opera da oltre 10 anni all’interno di impianti di imbottigliamento mobile e che garantisce controlli periodici con attrezzatture da laboratorio autorizzate su: ossigeno disciolto nel vino e nella bottiglia confezionata, indice di filtrabilità del vino in cantina, purezza dell’azoto prodotto, pressione dello spazio di testa al di sotto dei tappi rasi per il controllo del vuoto, altezza calibrata dei livelli in funzione delle diverse bottiglie con correzioni dettate dalle differenti temperature attraverso una lampada a retroilluminazione, controllo del dosaggio dei coadiuvanti, controllo dello sforzo necessario per l’apertura dei tappi vite con torsiometro. (l.m.)• BF IMBOTTIGLIAMENTO S.R.L. Via Castagnole, 20/h - 31100 Treviso - Tel/Fax 049 9925681 Cel. 333 2986641/ 333 2986643 info@bfimbottigliamento.it - www.bfimbottigliamento.it

LAVORAZIONI GARANTITE CONTROLLI FFETTUATI All’interno del ciclo produttivo sono previsti controlli periodici su: • OSSIGENO disciolto nel vino proveniente dalla cantina • Ossigeno disciolto nella bottiglia confezionata • Indice di FILTRABILITÀ del vino in cantina • Purezza dell’azoto prodotto • Pressione dello spazio di testa al di sotto dei tappi rasi per il controllo del vuoto • Altezza calibrata dei livelli in funzione delle diverse bottiglie con correzioni dettate dalle differenti temperature attraverso una lampada a retroilluminazione • Controllo del dosaggio dei coadiuvanti • Controllo dello sforzo necessario per l’apertura dei tappi vite con TORSIOMETRO

BF imbottigliamento S.r.l. Via Castagnole, 20/H - 31100 Treviso Tel./Fax 049 9925681 - 333 2986641 333 2986643 www.bfimbottigliamento.it info@bfimbottigliamento.it

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Tendenze Sparkling di Chiara Martinelli

Vin.co, in Abruzzo “l’unione fa la forza”

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in.co è la realtà emergente in terra d’Abruzzo, nata per la valorizzazione delle bollicine autoctone della regione, nel 2017. Una grande struttura formata da tredici cantine cooperative della provincia di Chieti, allo scopo di creare un brand identitario, forte e riconoscibile in cui si rispecchi l’autenticità delle produzioni abruzzesi. Il metodo Martinotti, alla base della produzione dei vini spumanti, punterà alla diminuzione dei processi di spumantizzazione esterni e ad un conseguente aumento della capacità produttiva, anche all’estero. “Le nostre cantine producono da anni vino bianco base spumante per imbottigliatori del Nord Italia e del Nord Europa - commenta Valentino Di Campli, Presidente del

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Anche nel Centro Italia è sempre più alta l'attenzione nei confronti delle bollicine autoctone Consorzio di Tutela Vini d’Abruzzo e partner cooperativo del progetto Vin. co. -. Lo scopo di Vin.co è quello di utilizzare direttamente questa produzione di ottima qualità e quantità, al fine di elaborare le bollicine con marchio e imbottigliamento nostro. L’iniziativa vuol essere un forte impulso affinché tutta la filiera avvenga qui, in regione”. Le cantine coinvolte nel progetto sono quelle storiche, sul territorio da oltre cinquant’anni, caratterizzate dall’incredibile biodiversità dei vitigni autoctoni. “I più conosciuti sono il Montepulciano, Cococciola, Montonico,

Trebbiano abruzzese, Pecorino, Passerina – prosegue Di Campli - insomma, una molteplicità si sfaccettature e peculiarità uniche, idonee alla spumatizzazione e per questo motivo da sempre vendute agli spumantisti fuori regione. Se pensiamo che la produzione di vini a bacca bianca a base spumante delle cantine aderenti a Vin.co è di circa 830 mila ettolitri di vino (il 60% della produzione regionale), si intuiscono le alte potenzialità di crescita”. Vinitaly sarà la prima esperienza commerciale della neo cooperativa abruzzese. “L’obiettivo di Vin.co per i prossimi anni sarà quello di di raggiungere i 5 milioni di bottiglie all’anno entro il 2022, veicolando circa il 5% della produzione totale regionale di vini bianchi”.•


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Distillati & Co di Barbara Amoroso

Come si protegge

un'arte centenaria come quella del lambicar?

Il corso ha ottenuto un gran successo: oltre 50 partecipanti, al di là delle nostre aspettative”. Commenta così Beppe Bertagnolli, presidente Istituto Tutela Grappa del Trentino, i risultati della prima edizione del corso di aggiornamento per distillatori promosso dall'Istituto trentino e dalla Fondazione Mach di San Michele all’Adige. E così i distillatori trentini sono tornati per due mesi (da febbraio a marzo 2018) sui banchi di scuola per parlare di materia prima, vinaccia, impianti di distillazione, diluizione, refrigerazione, filtrazione, invecchiamento e infine grappa del futuro. “È fondamentale la formazione così come il confronto e la collaborazione fra professionisti e associati – spiega Bertagnolli - è questo spirito che ha portato negli anni a tenere unite visioni e obiettivi favorendo lo sviluppo qualitativo del prodotto”. A chi era rivolto il corso? “Hanno preso parte praticamente tutti i produttori di grappa trentini associati, ma il percorso era rivolto soprattutto ai giovani per dare una base preparatoria in una disciplina che si impara solo sul campo”.

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Formazione e scambio generazionale alla base del primo corso per distillatori curato da Istituto di Tutela Grappa del Trentino e Fondazione Mach Un incontro tra vecchia e nuova generazione di distillatori: cosa può nascere da questo scambio? “In Trentino il 70% delle distillerie ha al suo interno un familiare sotto i 40 anni di età. L’inserimento dei giovani titolari nel 60% dei casi è già avvenuto anche sotto il profilo dirigenziale. Ancora più interessante l’aspetto legato alla professionalità: il 68% delle distillerie trentine ha al suo interno giovani specializzati

nella produzione, mentre il 57% ha assunto giovani negli ultimi 10 anni per ruoli come tecnico, enologo e chimico. Infine l’80% delle imprese trentine che producono grappa ha un impiegato nel marketing sotto i 40 anni. Questi dati per dire che i 'senior' hanno bisogno delle nuove generazioni per innovare il prodotto, il modo di venderlo e farlo approcciare al consumatore. D’altro canto l’esperienza dell’arte del lambicar si può apprendere solo guardando e seguendo la maestria dei più grandi”. Visto il successo del corso, è ipotizzabile una sua replica ed eventuale estensione a un territorio più ampio? “La nostra collaborazione con la Fondazione Mach proseguirà su altri fronti, ma visto il successo di questa iniziativa non escludiamo che vi possa essere a breve un secondo corso o un'evoluzione di quello appena concluso”.•


ExtravergineNews IDEE

ANGA INVOCA POLITICHE COMUNITARIE CHE RICALCHINO QUELLE DEL VINO Il piano olivicolo nazionale non risponde alle reali necessità

La principale contraddizione del mercato dell'olio italiano è che la domanda supera di gran lunga l'offerta, eppure il settore è in crisi. Perchè? Perchè la domanda è di un prodotto a basso prezzo, fascia in cui il nostro paese non è competitivo. Tra le possibili soluzioni spunta la proposta dell'Anga: l'istituzione di politiche comunitarie, una sorta di Ocm olio. "Il mercato di olio di qualità, similmente a quello enologico – spiega Clemente Pellegrini, presidente dell'associazione - sta crescendo a livello mondiale, con il plus valore che tocca anche paesi non interessati al vino, come quelli musulmani.

Aggiungiamoci che l'olio ha il suo regno d'oro nel bacino del Mediterraneo. La nostra proposta è di caricare il potenziale italiano qualitativo, d'origine e commerciale con un tipo di contribuzione che ricalchi quello degli Ocm vino. Inoltre l'Europa potrebbe orientare i fondi verso paesi dove sta già lavorando dal punto di vista dei trattati di scambio". I tre pilastri degli Ocm olio sarebbero gli stessi del vitivinicolo. E l'orizzonte temporale? "Gli Ocm olio – prosegue Pellegrini - sono potenzialmente efficaci da subito, un'efficacia che valorizzerebbe e richiamerebbe gli investimenti nel settore". (b.a.)

CONCORSI

EXTRAVERGINE DI OLIVA: L’ITALIA CONFERMA IL SUO PRIMATO Alla Fiera di Verona record di campioni in gara da 9 nazioni per la 16ª edizione di Sol d’Oro Sono stati ben 360 gli oli in gara provenienti da Italia, Spagna, Grecia, Slovenia, Libano, Marocco, Portogallo, Giappone e Cile, in netto aumento rispetto ai 300 campioni dello scorso anno. Dalla Fiera di Verona, l’Italia conferma il suo primato indiscusso nella

produzione di oli extravergine di qualità, vincendo 12 medaglie su 15 nelle cinque categorie previste e la Spagna si aggiudica le tre restanti; il concorso internazionale Sol d’oro Emisfero Nord 2018 ha visto l’Italia aggiudicarsi quattro ori su cinque nelle categorie frutta-

to leggero, medio, intenso e monovarietale, tre medaglie d’argento e cinque di bronzo, alla Spagna, invece, vanno una medaglia d’oro nella categoria del biologico e due d’argento. Per poter valutare al meglio gli oli con la modalità della “degustazione alla cieca”, i

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13 giudici internazionali provenienti da Italia, Grecia, Turchia, Giappone e Slovenia sono stati impegnati sei giorni e la qualità dei prodotti era a tal punto alta che la giuria ha dovuto assaggiare più volte i numerosi campioni selezionati. (j.c.)

- ETICHETTE AUTOADESIVE - SLEEVES - WRAP AROUND

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Luppolo e dintorni di Stefania Abbattista

Elvira Ackermann: la birra si tinge di rosa

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edesca di origine ma “adottata” dall’Italia e dalla Liguria, un passato a lavorare nel vino, oggi è Bier-Sommelièr e promuove la cultura brassicola nel nostro Paese. Meglio se al femminile. Elvira, prima di tutto: esistono le “birre con il tocco femminile” o è solo una definizione figlia del marketing? “Sì, esistono! Lo possono confermare le nostre 19 socie birraie”. Quali sono le caratteristiche che una donna tende più spesso a trasferire nella propria birra? “È impossibile generalizzare, quello che una birraia trasferisce nelle proprie birre è molto soggettivo e rispecchia sicuramente il suo carattere. Una donna tenera e delicata è probabilmente più incline a brassare birre fresche, fruttate, poco alcoliche e poco luppolate, mentre una creativa magari sceglie birre speciali, fuori dagli schemi. Una birraia più accogliente e comprensiva invece si adegua più volentieri alle richieste del mercato e ai gusti comuni, come sta succedendo con le gettonatissime IPA”. L’associazione “Le Donne della Birra” promuove la parità di genere in un mondo finora prettamente maschile. Le è mai capitato di aver sentito qualche forma di “discriminazione” da parte dei suoi colleghi? “Personalmente no, ho sempre trovato grande rispetto da parte degli uomini, con un atteggiamento accomodante e benevolo. Alcune socie però purtroppo mi hanno raccontato di commenti dispregiativi che riguardano soprattutto la parte del lavoro manuale (la più pesante) all’interno dei birrifici. Un sacco di malto d'orzo, per esempio, pesa in media 25

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Il mondo della Birra in Italia è pronto per rompere gli stereotipi di genere? Parla la Presidentessa de “Le Donne della Birra”

chili: per le donne gestirlo può rappresentare un problema. Credo ci vorranno ancora una ventina d’anni prima che la figura femminile venga completamente integrata nel mondo birrario, un po’ come è accaduto nel mondo del vino: nel 1995, quando ho conseguito il diploma

da sommelier, le donne erano il 20% circa. Se diamo un’occhiata oggi ai vari corsi di degustazione, le Donne sono oltre la metà”. Quali sono le sue birre preferite? “Le prime birre di cui mi sono innamorata sono state le belghe. Sembra strano per una tedesca come me, ma penso sia perché sono generalmente più simili al vino, più complesse, più corpose e alcoliche. Per me, da amante del vino, era il modo più naturale per avvicinarmi alla birra”. Lei vive da 30 anni nel nostro Paese. Come ha visto evolversi il panorama birrario italiano? “Il fenomeno delle birre artigianali è cresciuto per dimensioni e qualità, oggi non è più una moda ma un settore consolidato e uno dei pochi in crescita. L'Italia si distingue per la produzione di birre legate al territorio. Si utilizzano spesso malti e luppoli autoctoni a km. zero, non è raro che vengano aggiunti anche prodotti come mele, pesche, ciliegie e castagne. Una delle notizie birrarie più rimarchevoli degli ultimi due anni si riferisce all’inserimento ufficiale dello stile birrario Italian Grape Ale (abbreviato IGA) nel manuale “Style Guidelines” da parte del BJCP (Beer Judge Certification Program). Un riconoscimento importantissimo”. Come sono, dunque, le IGA? “Sono birre che strizzano l’occhio al mondo del vino: un avvicinamento naturale, considerata la cultura vitivinicola dello stivale. Vengono prodotte con lieviti da vino, fermentate con mosto di vino o affinate in botte di legno. Possiamo dire con orgoglio che l’Italia è il punto di riferimento per questo nuovo stile di birra”.•


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APRILE 2018

Giugno

MAGGIO 2018 GIUGNO 2018

FIERE IN CALENDARIO 2018

Marzo 2018

15-18 APRILE ENOLITECH Verona www.enolitech.it

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11-13 APRILE

WINE & GOURMET JAPAN Giappone www.wineandgourmetjapan.com

15-18 APRILE

SOL & AGRIFOOD Verona www.solagrifood.com

Aprile

2018

6-9 MAGGIO

TUTTOFOOD Milano www.tuttofood.it 6

28-29 APRILE ONLY WINE Citta di Castello (PG) www.onlywinefestival.it

15

3-5 GIUGNO VINOBLE JEREZ Jerez de la Frontera (Spagna) vinoble.org

12 GIUGNO

15

EXPOVINIS BRASIL Sao Paulo (Brasile) www.expovinis.com.br

14-15 GIUGNO

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VINEXPO GEORGIA Tbilisi (Georgia) winexpo.ge

29-31 MAGGIO VINEXPO Hong Kong www.vinexpohongkong.com

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10-14 MAGGIO

21-23 MAGGIO

16-18 MAGGIO SITEVINITECH Argentina www.sitevinitech.com 10

15

3

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12

16-18 GIUGNO

14

SKOGSNOLIA Umeå (Svezia) www.nolia.se

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VITIGNO ITALIA Napoli www.vitignoitalia.it

28-30 GIUGNO WINEXPO CHINA Guangzhou (Cina) www.yfzlw.com

21-23 MAGGIO WINE PRAGUE Praga (Repubblica Ceca) www.wineprague.com

27-29 GIUGNO MIFB, MALAYSIAN INTERNATIONAL FOOD & BEVERAGE TRADE FAIR Kuala Lumpur (Malaysia) www.mifb.com.my

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di Elisa Berti

Guerra aperta alla peronospera S

ono destinate ad aprire le porte ad un’agricoltura sostenibile ed a sempre minor impatto ambientale i recenti studi condotti dalla Fondazione Mach, oggi presieduta dal Professor Andrea Segrè. Professor Segrè, qual è l'impegno FEM per un’ agricoltura più sostenibile?

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“Sostenibilità significa saper soddisfare le esigenze attuali senza compromettere quelle delle future generazioni. Su questo, ne sono certo, ci giochiamo la partita più importante. La Fondazione Mach la disputa con un modulo a tutto campo, quello dell’approccio One Health, di una salute unica che coinvolge uomo, ani-

mali e ambiente. È necessario che tutti siano consapevoli di quanto la nostra connessione con i sistemi naturali sia persistente. Per questo noi abbiamo scelto di giocare in attacco con le nuove tecnologie di breeding come il genome editing, ma anche in difesa, sviluppando sistemi di lotta a basso impatto, come quelli approfonditi

nelle due recenti ricerche”. In che modo le due scoperte - genoma peronospora e composti volatili vite - potranno portare beneficio ai viticoltori? “Sapere come la peronospora attacca la vite e come la pianta risponde al patogeno ci permette di migliorare la nostra efficienza nel selezionare ge-


Nei primi mesi dell’anno due grandi scoperte della Fondazione Edmund Mach potrebbero cambiare il futuro della lotta ad una delle infezioni piÚ dannose per la vite

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Andrea Segrè

notipi di vite resistenti o di trovare soluzioni a base naturale per bloccare l’infezione. In parole povere, la conoscenza precisa di questi meccanismi ci permette di mettere a punto nel medio periodo prodotti e metodi più efficienti”. Le scoperte permetteranno in futuro di ridurre l'uso fungicidi? “Su questo aspetto bisogna essere realisti: non ci sono nel breve periodo soluzioni magiche che risolveranno una volta per tutte il problema eliminando i fungicidi di sintesi chimica. I vitigni resistenti che abbiamo a disposizione, ad esempio, hanno spesso delle limitazioni di mercato e tecnologiche che hanno bisogno di tempo per essere superate. Sono convinto che le nuove biotecnologie ci potranno fornire soluzioni efficaci, ma non nell’immediato, anche visto che i biofungicidi in fase di sviluppo non giungeranno sul mercato prima di 5-10 anni. I ricercatori della Fondazione Mach comunque stanno lavorando per accelerare i processi di messa a disposizione del mondo agricolo di questi nuovi strumenti. Le due recenti scoperte sulla peronospora vanno proprio in questa direzione: l’individuazione di nuovi meccanismi di resistenza e la loro comprensione aiuteranno nella selezione di varietà più robuste nei confronti dei patogeni e, allo stesso tempo, nella sperimentazione di biofungicidi con meccanismi d’azione 84

naturali. Per esempio la selezione di questi prodotti di difesa avverrà tra i composti volatili presenti naturalmente nella pianta di vite, permettendo di utilizzare molecole sicure, completamente biodegradabili, efficaci, non soggette a bioaccumulo e per di più rinnovabili”. Attualmente quali sono i metodi più efficaci per combattere la peronospora? “Sarebbe opportuno ragionare in termini di approccio invece di concentrarsi sui singoli metodi: attualmente i viticoltori possiedono molti strumenti che da soli non sono completamente risolutivi ma che se combinati assieme in modo ottimale permettono un utilizzo minimale di prodotti fitosanitari di sintesi chimica. Questo significa ottimizzare in modo intelligente l’integrazione di metodi agronomici, spesso non sufficientemente valorizzati, come sfogliatura e potatura per creare un microambiente sfavorevole al patogeno, da combinare con la scelta di clone e portainnesto ottimali per le condizioni ambientali in cui si opera, con i modelli previsionali della malattia per intervenire con i principi attivi più efficaci nel momento in cui è realmente necessario intervenire. In aggiunta, ci si può affidare a previsioni meteorologiche robuste per prevedere le condizioni di infezione e scegliere i prodotti fitosanitari più rispettosi dell’ambiente”.•


di Elisa Berti

L'emissione di composti volatili diffusi nell'ambiente può permettere alle piante di agire in modo sociale? MICHELE PERAZZOLI, RICERCATORE DEL CENTRO RICERCA E INNOVAZIONE FEM VENTRALE B

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“Le nostre ricerche suggeriscono una possibile azione sociale delle piante. In pratica, i genotipi resistenti alla peronospora rispondono all’infezione liberando delle sostanze volatili di difesa, che inibiscono il patogeno e limitano l’infezione. Queste sostanze volatili, diffondendosi nell’aria, possono avere un’azione di protezione anche a favore di piante limitrofe. In particolare, abbiamo osservato che le foglie di genotipi suscettibili possono acquisire resistenza alla peronospora quando ven-

gono messe a contatto con i composti volatili di difesa emessi dai genotipi resistenti. Questo significa che una pianta attaccata dalla peronospora reagisce producendo molecole di difesa, le quali sono attive per la pianta stessa (pianta emettitrice) e possono anche proteggere le piante limitrofe (piante riceventi) in un sistema semplificato di comunicazione sociale che viene attivato da specie simili (viti resistenti e suscettibili) contro un nemico comune (peronospora)”.•

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di Elisa Berti

Com'è stata effettuata la ricerca per decifrare il codice genetico della Plasmopara viticola? AZEDDINE SI AMMOUR, RICERCATORE DEL CENTRO RICERCA E INNOVAZIONE FEM “Grazie allo sviluppo di nuove tecnologie di sequenziamento meno onerose e di nuovi strumenti bioinformatici abbiamo potuto presso la Fondazione Edmund Mach dedicarci a sofisticati approcci genomici per comprendere come agiscono i patogeni. Noi, in particolare, ci siamo dedicati a chiarire come agiscano i patogeni e quali siano i loro segreti. Io e i miei collaboratori, abbiamo pensato che, invece di affrontare il problema dal punto di vista della pianta, avremmo dovuto trovare il lato debole della peronospora e sviluppare

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delle strategie per combatterla usando queste conoscenze. Il nostro ragionamento era lineare e prevedeva il sequenziamento della peronospora, lo studio di tutti i geni e proteine espresse durante l’infezione e la loro quantificazione giornaliera per un’ intera settimana. Tuttavia, poichè la peronospora è un biotrofo obbligato e non può essere coltivato, la prima grande sfida è stata ottenere spore sufficienti per estrarre il DNA e sequenziarlo. Una volta ottenuto sufficiente DNA, abbiamo intrapreso quello che oggi viene chiamato approccio multiomico che con-

siste nell’usare diversi approcci genomici in contemporanea: sequenziamento del genoma, seguita dallo studio dell’espressione dell’ RNA messaggero e degli smallRNA e caratterizzazione delle vie metaboliche. Dal confronto di tutti questi risultati siamo giunti a due importanti conclusioni: la peronospora della vite e la Phytophtora della patata sono geneticamente imparentate, la peronospora introduce all’interno della cellula vegetale, attraverso strutture chiamate austori, un effettore che induce una risposta resistente nella specie selvatica

Vitis riparia, ma non nelle viti coltivate. Questo fenomeno è chiamato “interazione gene per gene” ovvero significa che l’effettore interagisce con il gene di resistenza. La nostra ipotesi spiega perché tutte le varietà ad oggi coltivate sono suscettibili, mentre le specie selvatiche sono resistenti. Infine il terzo e il più interessante risultato è l’identificazione di uno scambio bi-direzionale di piccoli RNA attraverso gli austori. La pianta e il patogeno silenziano i rispettivi RNA messaggeri usando questi piccoli RNA. Questa è la prima volta che ciò viene dimostrato”.•


ARRIZZA la meccanizzazione

agricola su misura

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l progetto Arrizza costruzioni meccaniche nasce oltre 35 anni fa come ditta individuale dall’intuizione del sig. Giuseppe Arrizza. Per far fronte alla crescita esponenziale del mercato della meccanizzazione agricola, nel 2013 si trasforma in società a responsabilità limitata segnando nell’ultimo quinquennio una crescita annua media del fatturato del +15% e registrando un consolidamento della rete commerciale nazionale ed europea anche grazie alla collaborazione con la Campagno-

versibile o ventrale, con o senza predisposizione per applicazione di utensili motrici”. Cosa distingue Arrizza dai suoi competitors? “Gli ‘assi nella manica’ di Arrizza sono i suoi brevetti: la valvola brevettata no stop, caratterizzata da un bypass automatico che permette di far funzionare il sistema interceppo gestito da una singola pompa senza interruzioni, anche quando la rotazione del motore idraulico dell’utensile dovesse arrestarsi senza arrecare danni alla pianta, e il sistema di salita a discesa che consente, abbassando i lati lavoranti della macchina, di escludere la lavorazione della parte centrale e di alternarla con quella del sottofila. Acquistare le nostre macchine significa investire in un prodotto multifunzione, versatile, professionale, capace di soddisfare necessità diverse riducendo i tempi di lavoro ed incrementando la qualità dei risultati”. Che tipo di servizio offre Arrizza ai suoi clienti? “Consideriamo il nostro lavoro ancora artigianale, quasi sartoriale: siamo in grado di realizzare attrezzature specifiche per le esigenze di ogni azienda; prediligiamo il contatto umano ed uno scrupoloso client care offrendo la garanzia di qualità made in italy per tutti i nostri componenti e processi produttivi”.•

I suoi ‘assi nella manica’? I brevetti, l’assistenza al cliente e il made in Italy la Srl di Bologna. Che tipo di macchine produce Arrizza? “Il nostro core business - spiega Alessandro Dellabella responsabile commerciale dell’azienda - è rappresentato dalla produzione di macchine agricole per frutteti e vigneti dedicate alla lavorazione sottofila e centrale, alla gestione dell’erba, alla coltivazione del terreno ed arieggiatura, all’interramento del concime ed alla raccolta dei sarmenti. Le diverse tipologie di attrezzature sono disponibili in versione anteriore, posteriore, re-

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“Con vista” uno scorcio privilegiato

sulle colline del Chianti Classico

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etti una sera a cena tra amici, una buona bottiglia di vino et voilà: il gioco è fatto. È nata da un momento di allegria conviviale l’idea di mostrare al mondo quanto conti vestire una bottiglia di vino con un’etichetta attraente e persuasiva, sia nell’aspetto che nei contenuti. A quella cena c’erano i protagonisti della filiera delle etichette, tutti quanti convinti che il vino si inizia a bere con gli occhi. Così, tra una chiacchiera e l’altra, tra una risata e l’altra, prendeva forma il progetto di documentare come nasce un’etichetta di successo e quanto valore aggiunto riesce a conferire a Tutte le parti in digitale sono state stampate con Epson SurePress per mantenere la massima fedeltà ai colori Pantone. Le parti in lamina a caldo sono stampate con il foil Kurz di Luxoro e l’occhio, che sembra scrutare le colline attraverso il buco di una serratura, è un rilievo a secco realizzato con i cliché sempre di Luxoro

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un vino di qualità. L’attrattività grafica e tattile dell’etichetta – ormai si sa – stimola il consumatore a toccarne la texture e a prendere fisicamente in mano la bottiglia. Secondo la Harvard Business Review, questo gesto crea un’illusione psicologica di possesso e stimola il consumatore ad acquistare il prodotto in modo da possederlo davvero. In base alle statistiche della GDO, il packaging arriva a contare quasi il 70% nella decisione d’acquisto del consumatore medio – addirittura il 75% se il prodotto è una new entry. Perciò, poiché il cervello umano associa inconsapevolmente il prodotto

La nuova etichetta del Chianti Classico Cecchi nasce da una collaborazione tra Arconvert, Epson, Luxoro, Perruccio e Mario Di Paolo

al suo involucro, è importante che un vino di qualità sia accompagnato da un’etichetta di qualità, di modo che il consumatore non sia portato a credere che un’etichetta poco curata possa corrispondere ad un vino scadente. Ecco perché questa collaborazione doveva svilupparsi a tutti costi all’insegna della qualità. Ecco perché, oltre ad Epson con la sua SurePress, Arconvert con le sue carte autoadesive e Mario Di Paolo con il suo genio creativo, sono saliti a bordo anche la famiglia Cecchi con i suoi vini, Luxoro con i cliché e le lamine ed Etichettificio Perruccio, che ha realizzato l’etichetta con la massima cura artigianale. Il vero protagonista del progetto rimane però il Chianti Classico di Cecchi, Cantina che ha da sempre ben chiara la funzione svolta dall’etichetta nel mantenere la promessa di qualità fatta al consumatore. Per questo vino così rinomato e caratteristico, Mario Di Paolo ha creato una veste contemporanea e innovativa che colpisce lo sguardo, ma al contempo tocca il cuore. La sua immagine elegante ci racconta la storia di una famiglia che, da tempo immemorabile, è custode dei valori sinceri e genuini da cui nascono vini unici al mondo. Come sfondo, un paesaggio morbido e accogliente, su cui “Con vista – Chianti Classico Cecchi” offre uno scorcio privilegiato. •


“Con vista”, a privileged view on the Chianti Classico hills. The new label of the Chianti Classico Cecchi stems from a collaboration between Arconvert, Epson, Luxoro, Perruccio and Mario Di Paolo.

L’etichetta di “Con Vista – Chianti Classico Cecchi” si compone di tre differenti carte autoadesive Arconvert. I cipressi sono stampati su Acquerello Bianco, le ombre dei cipressi su Ipanema White, mentre il grande cipresso giallo è stampato su Cotone Bianco UWS.

Imagine a nice dinner among friends and a good bottle of wine on the table and it is done. The idea of showing the world the importance of dressing a wine bottle with an attractive and persuasive label both aesthetically and functionally was born during a joyful convivial moment. All the players of the labelling chain attended that dinner and they were all convinced that the process of tasting a wine begins by assessing its visual appeal. Therefore, while chatting and laughing, the plan took shape of documenting how to create a successful label and how much value it adds to a quality wine. It is well known by now that the graphic and tactile attractiveness of a label stimulates the consumers to pick the bottle off the shelf and hold it in their hands in order to touch the label texture. According to the Harvard Business Review, this gesture creates a psychological illusion of possession that encourages the consumer to actually buy the product in order to really possess it. According to the statistics regarding the mass market, the packaging can count up to 70% in the purchase decision of the average consumer – 75% if the product is a new entry. Therefore, since the human brain unknowingly associates the product with its packaging, it is important that a quality wine bottle is labelled with a quality label, so that the consumer is not led to believe that a bottle with a cheap-looking label can contain a second-rate wine. That is why this collaboration was born featuring quality as a must. That is why, in addition to Epson with its SurePress, Arconvert with its self-adhesive papers, and Mario Di Paolo with his creative genius, the other players to come on board were the Cecchi family with its wines, Luxoro with its dies and foils, and the label producer Perruccio, who created the label with the utmost care. The real protagonist of this project, however, remains the Chianti Classico produced by Cecchi, a winery that has never hidden the important function performed by the label in maintaining the promise of quality made to the consumers. For such a renowned and characteristic wine Mario Di Paolo designed a contemporary and innovative look that strikes the eye. Nonetheless, this label touches the heart because its elegant image tells the story of a family that, since ever, is the guardian of the sincere and genuine values from which the most unique wines in the world are born and of a warm and welcoming landscape, on which “Con Vista Chianti Classico Cecchi” offers a privileged view.•

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È amica dell’ambiente la gamma “Organic” di materiali autoadesivi per etichette

Arconvert

e il suo inno alla natura

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o smog, il traffico, la frenesia del lavoro, la competizione e quella sensazione di ansia con cui un po’ tutti abbiamo fatto i conti prima o poi sono i lati negativi intrinsecamente legati alla vita dell’uomo contemporaneo, il cui lusso ormai non è più legato necessariamente al denaro. Il vero lusso dell’uomo

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contemporaneo è molto più semplicemente il tempo libero e la possibilità di trascorrerlo lontano dalla città, recuperando il concetto rousseauniano di “ritorno alla natura” benefica e spontanea e ai suoi colori, ai suoi profumi, alla sua armonia. Dal contesto iperconsumistico del boom industriale in cui anelavamo all’“artificioso” e al “co-

struito”, siamo tornati ad avere bisogno di eliminare gli orpelli e di circondarci di “essenziale” e “naturale”. Con il suo ultimo catalogo “Organic” by Manter, anche Arconvert ha scelto di tornare alla natura. “Organic” è un’accurata selezione di otto materiali naturali che ci accompagnano nel cuore del bosco, complici le sensazioni tattili, visive ed olfattive che trasmettono. Questa nuova collezione simboleggia lo spirito del bosco, la memoria della terra, l’impronta del tempo. L’imperfezione delle textures ci racconta del vento, dell’acqua, del fuoco, del freddo e del sole, suscitando sensazioni che si identificano soltanto con quei prodotti naturali, realizzati con cura artigianale e messaggeri di valori autentici.


Per maggiori informazioni: www.arconvert.it www.askarconvert.club

Così come la replicabilità del prodotto industriale si contrappone all’unicità del prodotto artigianale, un’etichetta realizzata con i materiali “Organic” è unica e irripetibile, proprio grazie a quella particolare imperfezione o venatura che ne solca la superficie. Arconvert and its hymn to nature The “Organic” range of self-adhesive materials for the labelling sector is environmentally friendly The smog, the traffic, the work frenzy, the competition, and that feeling of anxiety, with which pretty much all of us have come to terms sooner or later, are the negative sides intrinsically linked to the life of contemporary man, whose luxury is no longer necessarily linked to money. The true luxury of contemporary man is much more some free time and the possibility of spending it far from the city, recovering the rousseauian concept of the “return to Nature”, beneficial and spontaneous, and to its colors, perfumes, and harmony. From the hyper-consumerist

Attraverso la delicata autenticità delle sue textures, dei suoi colori e odori, “Organic” non ci parla soltanto della natura: è un vero e proprio inno alla natura. La collezione di materiali autoadesivi Organic contribuisce attivamente alla salvaguar-

dia e alla conservazione dei boschi di querce da sughero, uno degli ecosistemi più preziosi a livello di biodiversità perché habitat naturale di animali a rischio di estinzione come l’aquila imperiale, la cicogna nera e la lince.•

context of the industrial boom, when we longed for the “artificial” and “the built”, we now deeply need to remove the unnecessary frills and surround ourselves with what is “essential” and “natural”. With its latest catalogue "Organic" by Manter, Arconvert has also chosen to return to nature. “Organic” is a thorough selection of eight natural materials that accompany us in the heart of the wood, thanks to the tactile, visual and olfactory sensations that they transmit. This new collection symbolizes the spirit of the forest, the memory of the earth, the print of time. The imperfection of the textures tells us about the wind, the water, the fire, the cold and the sun, provoking sensations that can be just identified with those natural products, made with artisanal

care, that become messengers of authentic values. Just as the replicability of the industrial products is opposed to the uniqueness of the artisanal products, so a label printed on the “Organic” materials will be unique and unrepeatable thanks to that specific imperfection or veining that furrows the surface. Through the delicate authenticity of its textures, colours, and smells, “Organic” does not just tell us about nature – it is a true hymn to nature. This collection of organic self-adhesive materials actually and actively contributes to the preservation and conservation of cork oak forests, one of the most precious biodiversity ecosystems because it is the natural habitat of endangered animals like the imperial eagle, the black stork, and the lynx.•

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l’affascinante arte dell’asciatura Non solo nuovi fusti, ma anche botti rigenerate, grazie ad una pratica che richiede grande maestria, sensibilità e precisioni

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l vino è l’emblema illustre della cultura italiana: la sua storia si intreccia inevitabilmente con la storia del legno e della botte che anche nell’enologia moderna rivestono un ruolo insostituibile per la maturazione dei grandi vini. Lavorare il legno è una vera arte: quella del bottaio è una maestranza che richiede tempo, esperienza, cura. Lo sa bene Marsalbotti che dal territorio di Marsala – dove il culto del vino

impregna da millenni la cultura del luogo – porta i suoi fusti di legno in tutto il mondo. La storia di Marsalbotti affonda le sue radici proprio nella Marsala nella seconda metà dell’800: è mastro Francesco che dette inizio all’attività, inizialmente alle dipendenze delle famose cantine Ingham – Woodhouse, poi proseguendo individualmente. Nel 2005 nasce Marsalbotti, che coniuga la professionalità della famiglia Li Causi con

l’esperienza tecnica dello staff di Tebaldi Srl di Soave, proponendo così la botte e il suo impiego in una veste rinnovata e al passo con le richieste moderne: il ruolo positivo assunto dall’ossigeno, l’evoluzione dei tannini e degli antociani, l’ulteriore conoscenza della composizione del legno e relative sostanze estraibili, con blend preziosi di legno come ciliegio, castagno e acacia. Non solo di botti nuove si occupa Marsal-

botti, ma anche della preziosa pratica dell’asciatura manuale: “quella dell’asciatura è un’importante e tradizionale tecnica di restauro e manutenzione delle botti. Permette di pulire internamente le botti rimuovendo lo strato interno superficiale ove i tartari con il tempo si sono depositati”, spiega Li Causi. “Non è un lavoro che può far chiunque, richiede abilità ed esperienza. Permette alle botti e ai tini di godere di una nuova vita, di ringiovanire di qualche anno”. Così, nuove o rigenerate che siano, i fusti di legno di Marsalbotti seguono le specifiche esigenze del cliente, come fossero un abito sartoriale, in un perfetto mix fra tradizione e innovazione. • LI CAUSI Via Favara, Zona Industriale 91025 Marsala (Tp) Tel. +39 0923 721320 Fax +39 0923 722098 Info@licausi.it www.licausi.it - www.marsalbotti.com

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My Experience di VDGlass

I

n un panorama nel quale i brand e le etichette influenzano fortemente le aspettative del consumatore, sia esso professionista del settore o semplice appassionato, VdGlass ha ancora una volta voluto fare la differenza puntando su innovazione ed esperienza scientifica e portando, come sempre, un valore aggiunto ai propri prodotti ed al mercato stesso sul fronte contenutistico. I due calici della linea My Experience fondono sapientemente la leggerezza e l’assoluta trasparenza del pregiato Crystal – Glass con le linee pure e quasi austere di un design di ispirazione nordica. Si tratta

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dei primi calici al mondo testati attraverso il neuromarketing dal CIAS, Centro Italiano di Analisi Sensoriale, con l’intento di individuare le emozioni generate dal consumo del vino all’interno del calice. Ciascun prodotto è stato messo a confronto con diversi altri

calici da degustazione presenti sul mercato. Attraverso i test di neuromarketing si riesce a indagare e soprattutto valutare gli aspetti e le reazioni inconsce relative all’utilizzo del prodotto: elementi che generalmente sono molto difficili da intercettare

attraverso i tradizionali strumenti di degustazione, i quali sono sempre ‘condizionati’ da molteplici fattori della parte razionale. Senza svelare altro… VdGlass vi aspetta con un’esperienza da non perdere presso il nostro stand a Vinitaly!!!•

MYEXPERIENCE


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ine Block è il sistema refrigerante specifico per la conservazione del vino in bottiglia a temperatura e umidità controllate; un prodotto dedicato al settore vinicolo elaborato da Zanotti, gruppo mantovano leader nella refrigerazione per l’intera catena del freddo. Le due varianti monoblocco o split con evaporatori a parete sono dotate di compressori ermetici: caratteristica questa che le rende assolutamente silenziose e prive di vibrazioni. Con Wine Block la qualità e la conservazione del vino risultano garantite. Anche a livello di design, il Wine Block si adatta perfetta-

Zanotti:

eccellenza tecnica al servizio del vino

mente agli interni delle cantine moderne. Come un abito di taglio sartoriale, Wine Block è bello, oltre ad essere funzionale. Il gruppo Zanotti, di esperienza pluriennale, è una realtà affermata a livello internazionale, tanto che l’azienda è stata recentemente scelta da Daikin come specialista nella refrigerazione alimentare. •

Si chiama Wine Block ed è il sistema refrigerante creato ad hoc per le cantine

Zanotti: technical excellence at the service of wine Wine Block is its name and it’s the refrigerating system created ad hoc for cellars Wine Block is a specific refrigerating system for wine bottles storage at controlled temperature and humidity; it’s a product addressed to the wine sector, created by Zanotti, the company from Mantua leader in cooling refrigerating systems. The company proposes two models: the monoblock unit and the split one with thru-wall application, both equipped with hermetical compressors, a peculiarity that makes them completely silent and without

any vibration. Quality and perfect storage of wine are guaranteed with Wine Block. The design of Wine Block harmonizes with every modern cellar. As well as a tailored suit, Wine Block is as beautiful as efficient. The Zanotti group, with its multi-year experience, is a successful and well-known reality at an international level. As a proof of it, recently it has been selected by Daikin as specialist of food refrigeration. •

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MASILVA:

l’unione tra sughero e tecnologia

I

l 2018 si prevede sarà un anno molto importante per MASilva, per la realizzazione di una serie di progetti a lungo termine, tra cui l’apertura di un nuovo impianto di produzione e una serie di nuove tecnologie brevettate per assicurare la qualità dei tappi di 1

sughero con garanzia TCA1-free. La qualità alla fonte è fondamentale per MASilva, che sin dalla sua fondazione, 45 anni fa, ha sempre vantato uno stretto legame con le foreste di sughero, che sono monitorate durante tutto l’anno, per garantire la disponibilità delle migliori mate-

rie prime. È questa attenzione al dettaglio che ha permesso a MASilva di affermarsi come uno dei principali produttori di sughero del paese, registrando una crescita continua e di successo e divenendo leader del settore in termini di qualità, innovazione e fiducia dei clienti. Nel 2017 l’azienda ha aperto un nuovo stabilimento all’avanguardia da 3,5 milioni di euro: 6.000 metri quadrati dedicati alla produzione di tappi Champagne e tappi tecnici, aumentando la propria capacità produttiva del 50%. MASilva offre referenze premium per soddisfare le esigenze e le richieste del mercato. Tali referenze, unite all’aumento del-

N.d.T. = Tricloroanisolo, la sostanza che conferisce il cosiddetto sentore di tappo nel vino.

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la capacità produttiva della società, hanno portato all’ammodernamento del nuovo segmento Pearl dei microagglomerati. La Pearl Prestige è una combinazione di tecnologia all’avanguardia di ultima generazione e garanzia di livelli di TCA non rilevabili. Il 2018 sarà anche l’anno di One by One di MASilva, un tappo di sughero per vini ultra-premium, che offre ai fornitori la garanzia del 100% per livelli di TCA “non rilevabili” pari a 0,5ng/l grazie alla tecnologia basata sulla spettroscopia a gas. Da poco MASilva ha lanciato un nuovo sito web e un nuovissimo video istituzionale, disponibile su www.masilva.pt.•

Informazioni e contatti: MASILVA PORTUGAL Rua Central das Regadas, Apartado 62, Mozelos 4536-902 Santa Maria da Feira +351 227 471 360 info@masilva.pt www.masilva.pt Partner per l’Italia TAPÌ GROUP WINE DIVISION Via Comello 4/B 36028 Rossano Veneto - Vicenza +39 0424 540 077 info@tapigroup.com www.tapigroup.com


I grandi vini

nascono dal campo

L

’azoto è l’elemento fondamentale per la crescita e lo sviluppo di tutte le piante. Una carenza di azoto negli acini e nel mosto ha effetti negativi sulla fermentazione, portando a vini bianchi pesanti, vini poco fruttati, gusto di terra, difetti olfattivi, invecchiamento prematuro, presenza di zucchero residuale non fermentato. Grazie a Folur è possibile migliorare il tenore in azoto nella’uva in maturazione e dell’APA nei mosti. Folur è una speciale soluzione tamponata a base di urea purificata esente da biureto, che garantisce selettività, efficacia e praticità per i viticoltori. L’impiego di Folur nella fase di invaiatura dell’uva è entrato come pratica usuale nella gestione del vigneto di importanti aziende vitivinicole italiane e francesi contribuendo a qua-

lificare in modo più accentuato i rispettivi Terroir. Altra soluzione ad hoc per il mondo della viticoltura è Phylgreen, biostimolante naturale ammesso anche in agricoltura biologica, ricavato da un estratto puro al 100% di Ascophyllum nodosum. Phylgreen è naturale, sostenibile e, grazie al suo metodo esclusivo di estrazione a freddo (Gentle extraction), conserva inalterati tutti i principi attivi dell’ Ascophyllum nodosum, un’alga che cresce nel nord dell’Irlanda, in una zona soggetta ad elevate maree, e che ha sviluppato una vasta gamma di sostanze

al fine di proteggersi contro le condizioni climatiche estreme che sopporta. Phylgreen si basa esclusivamente sulla raccolta a mano di Ascophyllum nodosum in modo sostenibile, garantendone il rinnovo continuo.•

TRADECORP Via della Corte, 8\a Calderara di Reno (BO) Tel. 051 725261 italy@tradecorp.sapec.pt www.tradecorp.it

Cosa fa Phylgreen per la vite? Una recente ricerca sull’impiego di Phylgreen su vite, effettuata in collaborazione con l’Università di Perugia ha evidenziato i seguenti dati: •

• • • •

Aumento della produzione per pianta (+15%) imputabile ad un maggiore peso medio dell’acino (+12%) e del grappolo (+13%) Aumento della concentrazione di antociani negli acini (+12%) Incremento della capacità delle piante nell’accumulare zuccheri (+73 g/ ceppo) antociani e polifenoli (rispettivamente +181 e + 250 mg/ceppo) Aumento della resistenza nei confronti degli stress ambientali

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Amato dal Vento:

la nuova etichetta per Luxoro

A

mato dal Vento è il nome di questa speciale e significativa etichetta creata per Luxoro. E’ una composizione che elogia il vento come spirito della natura e elemento di unione tra l’imponente forza delle montagne e l’inesauribile energia del mare. L’etichetta è un omaggio a Vladimir Kokrhanek, fondatore di Luxoro. Un animo forte, uno spirito dei tempi che ha saputo nella sua vita affrontare e vincere molte sfide, trovando nel mare e nelle montagne l’equilibrio che gli ha permesso di proseguire senza rassegnarsi e senza arrendersi; Vladimir come il vento, era uomo di mondo, uomo inarrestabile che non si lasciava abbattere dalle avversità. Guardando l’etichetta, le cime delle montagne si notano a primo impatto. La vela è il simbolo che rappresenta il mare, rigonfia di vento, questa forza autorevole lascia il segno ad ogni passaggio ed è portatrice di trasformazione e simbolo di libertà. Può sembrare a prima vista un’etichetta con un potente significato materiale, con le cime e la vela a rappresentarne i protagonisti, ma, ad un livello più profondo, è in verità lo spirito di Vladimir che viene espresso dall’idea. È un’etichetta che mostra il desiderio dell’uomo di elevarsi, con le cime e la vela a raffigurare lo spirito dell’individuo che insegue il cielo, la

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Presentata in anteprima a Vinitaly, nello stand di UPM Raflatac, la nuova creazione celebra la forza d’animo di Vladimir Kokrhanek, fondatore di Luxoro libertà dell’infinito. L’etichetta è composta da due strati sovrapposti: Velmart White e Raflamat, entrambe carte di UPM Raflatac. Ideata dall’Art Director Mario Di Paolo dello Spazio Di Paolo, è una composizione su più livelli che raffigura le cime delle montagne della Valle D’Aosta. È un’etichetta di elevata fattura tecnica, come ha tenuto a sottolineare Jessica Liffredo di Industria Grafica Eurostampa SpA: “Eurostampa è riuscita a industrializzare il processo di stampa di un’etichetta molto complessa. L’etichetta è stata completamente realizzata in linea sulla stessa macchina da stampa. La capacità tecnica ha saputo concretizzare e esaltare il pensiero di alto livello estetico del progetto”. Ogni strato di carta è lavorato con

diversi effetti, tra cui una texture effetto legno che dona calore a tutto il panorama che abbraccia la bottiglia come gli alberi abbracciano le montagne. Sull’ultimo strato esterno, in primo piano, la vela che mostra un effetto tridimensionale grazie alla straordinaria soluzione ottica Spatial FX®, ricreata con la tecnologia unica ed esclusiva Trustseal® di Leonhard Kurz. La vela è una singola immagine piatta che dà l’illusione di esser spiegata al vento, rigonfia con un effetto 3D che regala sensazioni immediate sia alla vista che al tatto.• PARTNER Vino: Chardonnay Cuvée Bois Valle d’Aosta D.O.P. dell’azienda vinicola Les Crêtes di Costantino Charrère Carta: UPM Raflatac Art Director: Mario di Paolo – Spazio Di Paolo La stampa è ad opera di Industria Grafica Eurostampa Spa I clichè per la stampa sono di hinderer + mühlich GmbH& Co. KG (Gruppo Leonhard Kurz) Foil Leonhard Kurz LUXORO SRL Via delle Rose, 3 - 27020, Parona (PV) Tel: + 39 0384 254011 Fax. + 39 0384 254023-47 info@luxoro.it - www.luxoro.it PAD. F | STAND 13


Bellezza sottile.

In un mondo che è continuo azzardo e sorpresa, l’ancestrale magia dell’oro è l’eterna avant-garde.

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La bioprotezione

in vinificazione si chiama ZYMAFLORE EGIDE

C

on il termine Bioprotezione in senso lato si indica l’utilizzo di microrganismi o di loro metaboliti allo scopo di controllare popolazioni microbiologiche patogene, alteranti o comunque indesiderate in alimenti o in processi di lavorazione di alimenti. Questo approccio di tipo biologico va assumendo sempre maggiore rilevanza specialmente negli ultimi anni grazie alla crescente attenzione del consumatore alla salubrità degli alimenti. Ciò ha stimolato il mondo della ricerca sia all’isolamento di ceppi microbici attivi in questa direzione che all’individuazione di loro possibili applicazioni nei diversi comparti dell’industria alimentare. Sulla base di questi concetti, prendendo le mosse da studi di ecologia microbica in campo enologico a partire dall’uva, si è cominciato a ragionare in modo diverso sulla dinamica delle popolazioni microbiche e dell’inoculo di lieviti al momento della vinificazione. Il vino è il risultato di biotrasformazioni operate da un sistema microbico assai complesso. Sulle uve sono state isolate circa 60 specie di lieviti e 50 specie di batteri. Non appena l’acino viene staccato o rotto, entrando esse in contatto con il substrato mosto, si attivano innescando una frenetica competizione e moltiplicazione. Ci si trova a questo punto difronte ad un ecosistema microbiologico altamente diversificato, dinamico e complesso pronto a colonizzare il substrato mosto per trasformarlo. Nei minuti che seguono l’ammostamento accade quindi una rivoluzione nella quale è 102

difficile immaginare che le poche cellule di Saccharomyces casualmente presenti prendano subito il sopravvento e siano pure le migliori dal punto di vista enologico. Inoltre, soprattutto di fronte alla crescente tendenza a solfitare poco o affatto, ci si è resi conto che spesso l’inoculo tradizionale arriva troppo tardi per garantire una certa efficacia nel controllo dei microrganismi indesiderati. Da qui, alla luce dei nuovi concetti di “bioprotezione”, la proposta innovativa di trattamenti all’uva o al mosto, da eseguirsi il prima possibile, con popolazioni di microrganismi non Saccharomyces selezionati. ZYMAFLORE EGIDE è una formulazione che abbina ceppi di Torulaspora delbrueckii e Metschnikowia pulcherrima. I due microrganismi, isolati dalla flora indigena dell’uva, sono piuttosto neutri dal punto di vista organolettico ed esenti da difetti, sono molto abili nella colonizzazione dei grappoli e del pigiato e riescono a limitare lo sviluppo dei microrganismi di alterazione nel corso delle fasi prefermentative, senza impedire poi lo sviluppo della popolazione fermentativa di elezione. Dall’esperienza fino ad ora maturata appare che la miscela microbica proposta si adatta bene a situazioni differenti ed a diverse necessità operative (no reidratazione, bassa temperatura, uso o meno di SO2, …) risultando sempre efficace. Le dosi d’impiego variano tra 2 e 5 g/hL di preparato secco, le dosi più basse sono perfettamente adattate all’impiego su uva, mentre è meglio passare alle dosi più alte se impiegato ad ammostatura avvenuta.•


WOOD

la nuova linea di scatole per il vino di Scotton

U

Una passeggiata in collina tra le antiche case e i vigneti alla scoperta dei sapori autentici del territorio. Nella cantina riposano grandi botti di rovere, dove il vino color rubino attende pazientemente il suo momento per essere imbottigliato. Nella penombra del seminterrato si ha la sensazione di entrare in un altro mondo, dove sembra che il tempo si sia fermato. Il legno cede le sue sostanze al vino rendendolo più rotondo e più morbido. I profumi dei due elementi si mescolano, emanando un’essenza pregiata e raffinata che si dif-

fonde nell’ambiente circostante. E’ da questa suggestione che nasce Wood, la nuova linea di packaging creata da Scotton per il settore vinicolo. Una collezione speciale che vuole raccontare questo particolare legame tra il legno e il vino e che vuole avvicinarsi il più possibile ai materiali naturali. Un approccio innovativo con una particolare attenzione al dettaglio, frutto di una storica esperienza nel settore del food & wine. Wood, è infatti il nome della nuova linea realizzata su cartone accoppiato e la cui texture

ricorda al tatto il legno. La collezione comprende una vasta scelta di modelli per il confezionamento di bottiglie sia in formato verticale che in orizzontale. Un packaging dal design elegante e minimale, con dimensioni compatte che lo rendono adatto a qualsiasi ambiente. La calda tonalità che accomuna tutti gli articoli di questa collezione, si armonizza perfettamente con tutti i tipi di locali: dalle cantine, alle enoteche dove il vino accompagna le degustazioni, fino ai contemporanei wine club. Una linea di articoli dedicata

alla storia del vino, a chi lo produce e alla stretta connessione con la terra. Un incontro di tecnica e innovazione conferma un lavoro serio ed appassionato trasmesso nelle altre collezioni di Scotton, ma che trova un’ ulteriore riconferma con Wood. • SCOTTON SPA via vallina orticella, 1 31030 Borso del Grappa- TV tel. 0423 913300 - fax 0423 913399 www.scotton.it - info@scotton.it

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Palletways Italia: la qualità prima di tutto

Alla vigilia di Vinitaly, Albino Quaglia, presidente dell’azienda, offre il ritratto sincero di una realtà costantemente proiettata a migliorarsi e a migliorare ciò che la circonda

Cerchiamo di non promettere troppo, ma di mantenere quello che promettiamo”. È con questa citazione del suo predecessore che Albino Quaglia, presidente di Palletways Italia, società leader nel trasporto espresso di merce pallettizzata, riassume la raison d'être della sua azienda: “La nostra filosofia verte sulla centralità del servizio offerto. Perseguiamo questo obiettivo con il massimo dell’impegno, puntando ad un livello qualitativo sempre più elevato e garantendo al cliente solo ciò che possiamo realmente offrirgli, senza false promesse. A ciò si aggiunge l’attenzione che poniamo alla soddisfazione dei nostri dipendenti, frutto dell’imprinting ricevuto dalla multinazionale sudafricana a cui apparteniamo”. Intenti nobili che trovano riscontro in altrettanto ammirevoli scelte aziendali: “Siamo l’unico Network italiano che gestisce il suo hub centrale,

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quello di Bologna, con del personale diretto e non tramite cooperative. Una scelta all’insegna della qualità nell’intento di formare dipendenti preparati e con un forte senso di appartenenza verso l’azienda. Ecco perché, dal 22 maggio 2017, abbiamo assunto ben 140 persone”. Si tratta indubbiamente di numeri significativi, finalizzati ad implementare un servizio già, di per sé, altamente funzionale: “Disponiamo di 110 concessionari che, operanti secondo i medesimi standard qualitativi, coprono capillarmente tutto il territorio. A livello di gruppo, invece, raggiungiamo tutta l’Europa occidentale ed un’ampia fetta dell’Europa dell’Est”. Ma l’opera di specializzazione di Palletways non si ferma qui: “Stiamo perfezionando il nostro sistema di track&trace e lavorando molto sull’e-commerce, un canale di vendita sempre più gettonato dalle imprese italiane”. Come le aziende vinicole, per le quali

“Palletways ha ideato servizi appositi che garantiscono una consegna veloce e sicura per ogni destinazione, che si tratti della Gdo, dei canali Horeca o del consumatore finale”. E a proposito di vino: “Presenzieremo a Vinitaly per l’11esimo anno consecutivo, a dimostrazione di quanto crediamo nel settore vitivinicolo che, unitamente a quello dell’olio e della birra, rappresenta più del 30% del nostro business. La partecipazione a questa vetrina tanto prestigiosa sta a significare il nostro impegno nel seguire i clienti anche all’interno della fiera”. Lo stesso impegno che l’azienda profonde nel rispettare l’ambiente: “Siamo consapevoli delle ricchezze naturali che ci circondano. Il rispetto per l’ambiente è un proposito per noi fondamentale che – conclude Quaglia siamo riusciti a tradurre in azioni concrete come la recente introduzione nella nostra flotta di due veicoli elettrici per le consegne nella ztl di Bologna.”. • PALLETWAYS ITALIA SPA Via Pradazzo, 7 40012 Calderara di Reno (BO) – Italia Tel.+39 051 3171311 Fax: +39 051 3171380 info_italia@palletways.com www.palletways.com PAD. F | STAND G3


POMPE

RAGAZZINI, LA POMPA PER IL VINO CHE ACCAREZZA L'UVA Rubusta, efficace dalla meccanica ad hoc

Ăˆ stato Ragazzini 70 anni fa fra i primi a cogliere l'esigenza di automatizzare le pompe per il travaso dei vini. Un'intuizione madre della pompa elettrica dotata di accorgimenti meccanici (corsa lenta e lunga del pistone e movimenti a settore per la trasmissione del moto) rivoluzionaria, robusta e rispettosa della qualitĂ del prodotto ancora oggi impiegata con successo. A questa, negli anni '80, si è aggiunta la pompa peristaltica Rotho per il trasferimento di liquidi senza danni, emulsione e ossidazione destinata a uve intere, diraspate, vinac-

ce e ogni prodotto delicato di cantina. Il sistema peristaltico della pompa Rotho si avvale di rulli rotanti che schiacciano un elemento tubolare di opportune dimensioni, altamente elastico e resistente alle compressioni, a giri estremamente bassi, in totale assenza di maltrattamenti per l'uva. Attualmente la Ragazzini esporta il proprio concetto di pompa in 52 paesi, contribuendo a risolvere problemi di pompaggio per ogni prodotto vinicolo, per un bagaglio di esperienza idoneo a proporsi come partner ideale per ogni applicazione.

RAGAZZINI s.r.l Via A. Volta, 8 48018 FAENZA (RA) Tel. +39 0546 620433 www.ragazzini.it rotho@ragazzini.it

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IMBALLI

BARBATELLE

FRESCHE IDEE SULLA TAVOLA

VIVAI BIANCHI CARLA BIO PARTNER DEL PROGETTO LIFE GREEN GRAPES

In arrivo i nuovi prodotti Perbacco®. La presentazione a Vinitaly 2018

Alla 52° edizione del Vinitaly a Verona dal 15 al 18 Aprile ERREVI srl presenta in anteprima il nuovo arrivo nella famiglia di prodotti Perbacco ®. Perbacco ® Glacette è il pratico ed efficace portabottiglie termico da tavola indispensabile per apprezzare al meglio il vino specie d’ estate e negli ambienti più caldi. Una resistenza termica eccezionale, che lo pone al primo posto in termini di mantenimento della temperatura tra i contenitori termici. …E pensare che per il 95% è fatto di aria! Pratico da usare, Perbacco ® Glacette occupa poco spazio in tavola ed evita sconvenienti gocciolamenti al momento di versare il vino. Come tutti i prodotti della famiglia Perbacco® realizzati per il mondo del vino anche Glacette è personalizzabile per mezzo di stampa digitale. Due approcci commerciali differenti permettono di poter soddisfare sia le Cantine, Operatori del settore, Hotels , Catering sia l’utilizzatore privato che potrà acquistare il prodotto sul E Commerce della società www.ariadinamica.it VINITALY 2018 ENOLITECH Area F – Stand I3 ERREVI SRL Via Biban , 41 - 31030 Carbonera (TV) www.errevisep.it - perbacco@cartoplastica.it

Viti più resistenti, sostenibilità e meno agrofarmaci

SPOLLONAMENTO

IL GRUPPO SPOLLONANTE IDRAULICO FIRMATO COLOMBARDO Quali sono le caratteristiche tecniche e i vantaggi per il vigneto? Il gruppo spollonante idraulico per vigneto è ideale per l’asportazione delicata dei polloni dal ceppo della vite e dell’erba infestante sottofila. Questo gruppo è stato progettato per essere applicato su appositi telai, sia sulla parte anteriore del trattore che su posizione ventrale in versione singola (o doppia) corredati di flangiature, oppure sul sollevatore posteriore universale di qualsiasi trattore con telaio retro portato (in questo caso è possibile l’abbinamento con una lama idraulica interceppi). Può essere dotato di rullo con flagelli speciali in gomma con terminali biforcuti, indicati per la stagione primaverile in fase di spollonatura oppure con rullo in alluminio con flagelli tondi in nylon, più aggressivi per eliminare gli infestanti estivi del sottofila. La progettazione dello speciale telaio anteriore rende possibile l'utilizzo su impianti con forti pendenze trasversali e su impianti a rittochino. I due snodi meccanici tutelati con apposite molle con regolazione di carico ammortizzano ogni eventuale urto. Grazie alla possibilità di utilizzo anteriore,ai diversi movimenti idraulici e agli snodi antiurto presenti sul braccio, è stata migliorata anche l'operabilità dell’utilizzatore che, senza dover assumere posture scomode e faticose, riesce a lavorare con notevole beneficio fisico, migliorando la visibilità. Infine, da segnalare la progettazione del particolare rullo che consente di sostituire i flagelli in gomma usurati in pochi minuti, senza l’ausilio di alcun utensile. COLOMBARDO MAURO Regione Leiso, 30-31 - 14050 San Marzano Oliveto (AT) Tel. 0141 856108 - Fax. 0141 856103 www.colombardomauro.com - www.colombardo.com info@colombardo.com

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La viticoltura italiana degli ultimi anni ha subito notevoli cambiamenti che hanno evidenziato la necessità di vivai all’avanguardia capaci di tutelare gli investimenti aziendali, proteggendo il ciclo di produzione delle barbatelle da infezioni da funghi del legno, virus e fitoplasmi. Vivai Bianchi Carla Bio, in collaborazione col Consorzio Vititalia, promuove il progetto europeo Life Green Grapes volto a implementare pratiche in grado di ridurre l’insorgenza d'infezioni, accrescere la sostenibilità, ridurre l'impiego di agrofarmaci. Life Green Grapes mira a migliorare la risposta di difesa della vite con l’uso di prodotti biostimolanti e induttori di resistenza, incrementando la biodiversità nel vigneto. Partners scientifici del progetto: Università di Firenze e Crea-Ve di Conegliano Veneto. Vivai Bianchi Carla propone piante biologiche di qualità superiore, una vasta gamma di selezioni clonali e servizi specifici quali micorizze, barbatelloni, vasetti primaverili e autunnali, oltre alla possibilità di sviluppare selezioni massali aziendali di qualità.

VIVAI BIANCHI CARLA Via Aurelia 297 - 55041 - Camaiore (LU) Tel: 0584 905113 - Fax: 0584 66464 info@bc-vivai.it - www.bc-vivai.it


Il Concorso enologico internazionale che vede sindaci e produttori vitivinicoli uniti per promuovere i vini dei loro territori

elezione del Sindaco la

XVII edizione • Enoteca Regionale di Canelli 31 Maggio / 1-2-3 Giugno 2018

FORUM SPUMANTI

La Selezione del Sindaco è lʼunico concorso enologico internazionale che prevede la partecipazione congiunta dellʼAzienda che produce il vino e del Comune in cui sono localizzati i vigneti, che fa del Sindaco il testimonial dei vini del proprio territorio. La Selezione del Sindaco è organizzato dallʼAssociazione Nazionale Città del Vino e ogni anno è di scena in una diversa location. La cultura del vino è parte integrante dellʼeconomia rurale che nelle nostre regioni ha radici antiche; con la realizzazione di questo concorso, lʼAssociazione Città del Vino intende contribuire a mantenere viva lʼattenzione sui territori del vino e dare un segnale di come, attraverso la viticoltura di qualità, sia possibile promuovere le aree rurali con forti vocazioni anche enoturistiche. Il Concorso enologico, per il suo carattere internazionale, è un ulteriore strumento per la promozione delle terre del vino, nello spirito e nelle funzioni che lʼAssociazione, fin dalla sua costituzione avvenuta a Siena il 21 marzo 1987, ha sempre avuto. Il Concorso è autorizzato dal Ministero delle Politiche Agricole e ha il patrocinio tecnico/scientifico dellʼOiv-Organisation Internazionale de la Vigne e du Vin, ed è riservato ai vini Docg, Doc e Igt. INFO: www.cittadelvino.it - info@cittadelvino.com - tel. 0577353144

COMUNE DI CANELLI

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wine NETWORK Le aziende che operano nel mondo del vino sentono un crescente bisogno di comunicare con i loro potenziali clienti ma non tutte hanno il tempo e le competenze per farlo. Spesso non si avvalgono di una figura dedicata esclusivamente alla comunicazione.

Per questo, di fatto, non raggiungono il proprio target.

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Un’ampia e moderna rete di servizi con un unico comune denominatore: il vino

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LL Communication

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SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE CERTIFICATO

UNI EN ISO 9001:2015

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