Giuseppe MOROSI - L'odierno linguaggio dei valdesi del Piemonte

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Morosi,

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per ai da

ei di fase anteriore: kraiss're e hraito già cit.

atono finale

;

per pw invece

di

pm

da

i

iplus.

per o da a

;

secondo è

II

il

divario

più importante; per trovare la spiegazione del quale non è però ne-

cessario di uscire dalla valle del Chisone,

dove già

patria dei fondatori di N.-H. Ancora,

nel dialetto di

a atono

e Porosa, occorre -o per

e.,

p.

si è

Pur notevole

finale.

veduta la Pomaretto

è sali*" 'uscire',

Chisone e alla Germanasca, mentre è d'uso comune sul Pollice Superiore come in Delfinato. Nemmeno per

voce

che

pare estranea

Pinàche-Serres adunque

al

si

può escludere

sione dell'elemento del Chisone, altri delle valli vicine

ogni

in

tratterà di [/ard, quale,

o

gerà

di

fjira,

'non punto d'uomini'. Di 1.

V. 1.

medesimo

una

fu-

-a.

Non

e.,

significa

è

delf.

al

queno

significato.

un pronome,

ma

letteralmente

gi, v. Pral, 199.

15: eifjén. Notevole, se è esatto che sia avverbio.

A

Pral e negli

un pronome dimostrativo neutro; nm. 186. Per 'li' 'costi', a Pral si dice ejhi, nm. 197. 31: bente-segìir, certamente. E tal quale la forma avverbiale ital.

altri dial. vald.

p. 50,

rispondente

il

1. 32 (cfr. ibid., 1. 37): pa-ji-de, nessuno una forma avverbiale: pd gi d^ome, p.

p. 50,

di

predominante, con

il

^.

quino, che nelle frasi interrogative ha p. 49,

possibilità

la

caso

del

Piemonte o meglio

è

'ben di sicuro'. p. 56,

1.

11: viàh 'vedono'. Si corregga in vìuh.

p. 56,

1.

23:

dit,

dice.

fatto incongrua.

E forma

affatto estranea agli altri dial. vald. e af-

Sarà uno sbaglio per di o

p. 63,

1.

27: flarte, focaccia. Forse non esatto.

63,

1.

32. fonse,

p. Q6,

1.

23: marcila*', stritolare coi denti.

p.

Il

diz.

pral.

lampo. Forse andrà letto fóuse; Il

pral.

ha

flàpo, torta molle.

cfr. pral.

ha

in

fuze nm. 137.

questo medesimo

senso macila^, che è un frequentativo di macà masticare. 69,

1.

13 prild priidà, deforme.

E certamente

p. 72,

1.

13: cabrolà, cavicchio.

pral.

p. 72,

1.

p.

'

Il

ha

briit

22: cidà, angoscia. Nulla di simile negli

Ringrazio quanto so e posso

il

prof.

brutto ecc.

cavilo. altri

Chabaneau,

dial. valdesi.

alla

cui gentilezza

debbo la conoscenza dell'articolo Provengaux d'Allemagne et le langage de Pinàche-Serres (Wùrtemberg) pubblicato da A. Roque-Ferrier nell'OcCITANIA, gennajo-aprile 1887. Vi si tocca brevemente, a pag. 18, del carattere saillant di questa parlata, che sarebbe lo scambio di N in r; e

a

p.

19-20 è data la rispettiva versione, procurata dal Roesiger, del noto

Salut à V Occitanie di Pin Florian. 2

Non

è

da tacere, che sono ancor

in

uso a Pinàche-Serres

i

plur. in

pegli aggettivi masch., anche fuor del caso considerato nello spoglio dial.

di

Pral nm. 177; quindi

si

grusi

garb sui suoi ricchi campi Pral; dove occorre altresì gabecà

si vici

;

ome

i

suoi grandi uomini,

e che gabario,

ali.

elogio, è

ali.

-i

del

a su

pur in uso a

a fjaba, elogiare per piacenteria.


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