Morosi,
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per ai da
ei di fase anteriore: kraiss're e hraito già cit.
atono finale
;
per pw invece
di
pm
da
i
iplus.
per o da a
;
secondo è
II
il
divario
più importante; per trovare la spiegazione del quale non è però ne-
cessario di uscire dalla valle del Chisone,
dove già
patria dei fondatori di N.-H. Ancora,
nel dialetto di
a atono
e Porosa, occorre -o per
e.,
p.
si è
Pur notevole
finale.
veduta la Pomaretto
è sali*" 'uscire',
Chisone e alla Germanasca, mentre è d'uso comune sul Pollice Superiore come in Delfinato. Nemmeno per
voce
che
pare estranea
Pinàche-Serres adunque
al
si
può escludere
sione dell'elemento del Chisone, altri delle valli vicine
ogni
in
tratterà di [/ard, quale,
o
gerà
di
fjira,
'non punto d'uomini'. Di 1.
V. 1.
medesimo
una
fu-
-a.
Non
e.,
significa
è
delf.
al
queno
significato.
un pronome,
ma
letteralmente
gi, v. Pral, 199.
15: eifjén. Notevole, se è esatto che sia avverbio.
A
Pral e negli
un pronome dimostrativo neutro; nm. 186. Per 'li' 'costi', a Pral si dice ejhi, nm. 197. 31: bente-segìir, certamente. E tal quale la forma avverbiale ital.
altri dial. vald.
p. 50,
rispondente
il
1. 32 (cfr. ibid., 1. 37): pa-ji-de, nessuno una forma avverbiale: pd gi d^ome, p.
p. 50,
di
predominante, con
il
^.
quino, che nelle frasi interrogative ha p. 49,
possibilità
la
caso
del
Piemonte o meglio
è
'ben di sicuro'. p. 56,
1.
11: viàh 'vedono'. Si corregga in vìuh.
p. 56,
1.
23:
dit,
dice.
fatto incongrua.
E forma
affatto estranea agli altri dial. vald. e af-
Sarà uno sbaglio per di o
p. 63,
1.
27: flarte, focaccia. Forse non esatto.
63,
1.
32. fonse,
p. Q6,
1.
23: marcila*', stritolare coi denti.
p.
Il
diz.
pral.
lampo. Forse andrà letto fóuse; Il
pral.
ha
flàpo, torta molle.
cfr. pral.
ha
in
fuze nm. 137.
questo medesimo
senso macila^, che è un frequentativo di macà masticare. 69,
1.
13 prild priidà, deforme.
E certamente
p. 72,
1.
13: cabrolà, cavicchio.
pral.
p. 72,
1.
p.
'
Il
ha
briit
22: cidà, angoscia. Nulla di simile negli
Ringrazio quanto so e posso
il
prof.
brutto ecc.
cavilo. altri
Chabaneau,
dial. valdesi.
alla
cui gentilezza
debbo la conoscenza dell'articolo Provengaux d'Allemagne et le langage de Pinàche-Serres (Wùrtemberg) pubblicato da A. Roque-Ferrier nell'OcCITANIA, gennajo-aprile 1887. Vi si tocca brevemente, a pag. 18, del carattere saillant di questa parlata, che sarebbe lo scambio di N in r; e
a
p.
19-20 è data la rispettiva versione, procurata dal Roesiger, del noto
Salut à V Occitanie di Pin Florian. 2
Non
è
da tacere, che sono ancor
in
uso a Pinàche-Serres
i
plur. in
pegli aggettivi masch., anche fuor del caso considerato nello spoglio dial.
di
Pral nm. 177; quindi
si
grusi
garb sui suoi ricchi campi Pral; dove occorre altresì gabecà
si vici
;
ome
i
suoi grandi uomini,
e che gabario,
ali.
elogio, è
ali.
-i
del
a su
pur in uso a
a fjaba, elogiare per piacenteria.