HYDRA NOVEMBRE 2024

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CHE NE SARÀ DEI BONUS EDILIZI?

PATENTE A CREDITI NEI CANTIERI

DAL 1° OTTOBRE SONO SCATTATI

NUOVI INCENTIVI: SIME IN PRIMA LINEA CON POMPE DI CALORE E SISTEMI IBRIDI

ANALISI DEL CORRETTO POSIZIONAMENTO DELLE BOMBOLE PER GPL

PROFESSIONALITÀ, SICUREZZA E COMPETITIVITÀ

QUANTO EMERGE DALLE ULTIME DISPOSIZIONI LEGISLATIVE E NORMATIVE

Questo è quanto è richiesto alle nostre imprese e ai nostri tecnici, professionisti nello loro attività, con gli ultimi aggiornamenti in termini di Leggi e Regolamenti. Nello specifico stiamo parlando della recente patente a crediti, introdotta dal Decreto Legge n. 19/2024, ed obbligatoria per accedere ai cantieri edili, ma anche del nuovo Regolamento di Esecuzione (UE) 2024/2215, indispensabile per chi lavora invece con i gas fluorurati. Questi sono i principali argomenti trattati in questo numero di Hydra, ma non tralasceremo anche la parte relativa alla bozza della Legge di Bilancio 2025, che approfondiremo soprattutto nella parte relativa alle detrazioni fiscali per lavori in ambito edile. Attualmente la legge di bilancio è in fase di discussione nelle appropriate sedi istituzionali, è attesa la votazione finale e la relativa pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, verso fine anno. Avremo modo di approfondire il tema nel prossimo numero di Hydra. Cosa prevede nello specifico la patente a crediti e a chi è richiesta questa nuova qualifica. A chi è richiesta è abbastanza semplice, nel senso che, presa la definizione di cantiere edile, definizione contenuta all’interno del principale Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 (Testo unico sulla Sicurezza), a partire dal 1° novembre, imprese e lavoratori autonomi che operano nei cantieri temporanei o mobili, dovranno aver effettuato la richiesta della patente attraverso il portale dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, pena il divieto di accesso al cantiere stesso. In poche parole se ne dovranno dotare tutte le imprese edili, ma anche tutte le aziende di qualsiasi settore (che operano materialmente all’interno dei cantieri). Approfondimento a pag. 4. Fiato sospeso invece per chi lavora con gli fgas, i gas fluorurati che ormai tutti abbiamo imparato a conoscere e a saper essere normati da regolamentazioni europee. Regolamento (CE) n. 842/2006 prima, Regolamento (UE) n. 514/2014 poi ed attualmente dal Regolamento (UE) 2024/573. All’ultimo regolamento in vigore stanno seguendo regolamenti di esecuzione. Ma perché “fiato sospeso”, fiato sospeso perché ci sono delle novità in arrivo, che dovranno ancora essere recepite a livello nazionale (quando verrà aggiornato il D.P.R. 16 novembre 2018, n. 146), ma che riguarderanno soprattutto la durata della certificazione personale fgas (patentino), la o le attività, per le quali si richiede la certificazione e gli aggiornamenti a cui saranno chiamate le persone fisiche con in tasca il tesserino preso con il vecchio regolamento, ormai abrogato. Cercheremo di anticipare qualcosa in attesa dei recepimenti legislativi del nostro paese. Ma Hydra non sarebbe Hydra senza ormai la sua consueta “ultima pagina staccabile”. Di solito ci riserviamo l’ultima pagina della rivista per un qualche approfondimento, spesso rappresentato in forma grafica e schematica, così da facilitarne la lettura e la comprensione. Molte volte questo approfondimento ha a che fare con una normativa tecnica di settore, utilizzata (o utilizzabile) dai nostri installatori/manutentori termoidraulici. L’approfondimento in questione è relativo alla UNI 7131:2023, normativa che stabilisce i criteri per la progettazione, l’installazione, la modifica e la messa in servizio degli impianti a GPL, non alimentati da rete di distribuzione.

Sommario

Novembre 2024

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Attualità

PATENTE A CREDITI NEI CANTIERI

Dal 1° Ottobre sono scattati i nuovi obblighi

FGAS: AGGIORNATO IL QUADRO NORMATIVO EUROPEO

Pubblicato il Regolamento di Esecuzione 2024/2215

FGAS: REGOLAMENTO ESECUTIVO 2024/2174

Sull’ etichettatura dei gas fluorurati

In primo piano

CHE NE SARÀ DEI BONUS EDILIZI?

In attesa della Legge di Bilancio 2025

INAUGURAZIONE DELLA NUOVA SEDE DEL GRUPPO MARTINELLI INDUSTRIALE

Un nuovo capitolo per il settore produttivo

GRUPPO MARTINELLI SUMMER EXPERIENCE

Ibiza 2025, una destinazione da sogno

LENA: INCONTRO CON GLI INSTALLATORI

Presentazione di Radiant, una storia di successi

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CLLAT: PUBBLICATA LA NUOVA VERSIONE DEL SITO

Comunicare sempre meglio!

CODICE IDENTIFICATIVO NAZIONALE (CIN)

Termine per l’acquisizione spostato al 1° Gennaio 2025

Impiantistica 10

NUOVI INCENTIVI: SIME IN PRIMA LINEA CON POMPE DI CALORE E SISTEMI IBRIDI

Dopo il probabile stop agli incentivi per le caldaie da fine anno, le pompe di calore e i sistemi ibridi

SIME si preparano a diventare protagonisti delle riqualificazioni energetiche

Il prodotto 13

EFFICIENZA E SOSTENIBILITÀ CON I DISPOSITIVI CALEFFI

Un passo avanti nella transizione energetica

Normativa 14

ANALISI DEL CORRETTO POSIZIONAMENTO DELLE BOMBOLE PER GPL

Corretto posizionamento e scelta dell’idoneo gruppo di regolazione secondo UNI 7131

HYDRA è disponibile anche on-line sul sito www.hydraclub.org

PATENTE A CREDITI NEI CANTIERI

Con la modifica dell’art.27 del Testo Unico sulla Sicurezza, effettuata per mano del recente Decreto Legge 2 marzo 2024, n. 19 (Decreto PNRR 4) si vanno ad introdurre nuovi obblighi per imprese e lavoratori autonomi. Nuovi obblighi relativi alla sicurezza. Nello specifico stiamo parlando dell’obbligo di dotarsi di una patente a crediti. Vediamo di cosa stiamo parlando.

Al decreto di marzo si è aggiunta la conversione in legge di aprile (Legge 29 aprile 2024, n. 56) e, successivamente, il decreto attuativo di settembre (Decreto 18 settembre 2024, n.132) con contenute le modalità di presentazione della domanda per il conseguimento della patente per le imprese e i lavoratori autonomi operanti nei cantieri temporanei o mobili. In ultimo, in ordine cronologico, la Circolare n. 4 del 23 settembre 2024, dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro. Per mezzo di questa circolare l’ispettorato ha fornito prime indicazioni e chiarimenti prevedendo in fase di prima applicazione dell’obbligo la possibilità di presentare un’autocertificazione/dichiarazione sostitutiva con efficacia fino alla data del 31 ottobre 2024. Dal 1° novembre 2024 in poi, per operare in cantiere, sarà invece indispensabile aver effettuato la richiesta di rilascio della patente tramite il portale gestito dall’ispettorato stesso. In aggiunta a queste leggi e circolari, ci sono numerose faq sul portale che hanno l’intento di aiutare, ditte o lavoratori autonomi, a districarsi nell’adempimento.

In questo approfondimento cercheremo di capire quali sono le ditte interessate dal provvedimento e come fare per ottenere questa patente.

Le ditte interessate, e che si dovranno adeguare a questa nuova disposizione, sono le imprese e i lavoratori autonomi che operano nei cantieri temporanei o mobili di cui all’art. 89, comma 1 lettera a) del Testo Unico sulla Sicurezza. Il cantiere temporaneo o mobile, è qualunque luogo in cui si effettuano lavori edili o di ingegneria civile, il cui elenco è riportato dell’allegato X, del Testo Unico stesso. Riportiamo:

1. I lavori di costruzione, manutenzione, riparazione, demolizione, conservazione, risanamento, ristrutturazione o equipaggiamento, la trasformazione, il rinnovamento o lo smantellamento di opere fisse, permanenti o temporanee, in muratura, in cemento armato, in metallo, in legno o in altri materiali, comprese le parti strutturali delle linee elettriche e le parti strutturali degli impianti elettrici, le opere stradali, ferroviarie, idrauliche, marittime, idroelettriche e, solo per la parte che comporta lavori edili o di ingegneria civile, le opere di bonifica, di sistemazione forestale e di sterro.

2. Sono, inoltre, lavori di costruzione edile o di ingegneria civile gli scavi, ed il montaggio e lo smontaggio di elementi prefabbricati utilizzati per la realizzazione di lavori edili o di ingegneria civile. Quindi imprese o lavoratori autonomi che lavorano in un cantiere rientrante nella dicitura cui sopra. Rimangono escluse dal provvedimento, e quindi dall’obbligatorietà di dotarsi della patente

a crediti, coloro che effettuano mere forniture o prestazioni di natura intellettuale. Ma rimangono escluse anche quelle imprese in possesso dell’attestazione di qualificazione SOA (Certificazione di Qualificazione per le Imprese), obbligatoria per partecipare a gare d’appalto pubbliche, in classifica pari o superiore alla III. Esonero già contenuto all’interno Decreto Legge 2 marzo 2024, n. 19. Vediamo adesso invece come richiedere la patente e che documentazione produrre. La patente è rilasciata in formato digitale dal portale dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro. Può farne richiesta sia direttamente un legale rappresentante della ditta (o lavoratore autonomo) sia un delegato, mediante predisposizione di apposita delega in forma scritta. La domanda si conclude con il rilascio di una ricevuta in formato .pdf contenente un codice alfanumerico associato alla patente che sarà rilasciata in formato digitale. Il soggetto richiedente, entro 5 giorni dal deposito, lo deve comunicare al RLS (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza) e al RLST (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriale).

Al momento della richiesta della patente sul portale, verranno richiesti alcuni requisiti, nello specifico:

• Iscrizione presso la Camera di Commercio, Industria e Artigianato;

• Adempimento degli obblighi formativi da parte del datore di lavoro, dei dirigenti, dei preposti, dei lavoratori autonomi e dei lavoratori dell’impresa;

• Possesso del Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC);

• Possesso del documento di Valutazione dei Rischi (DVR);

• Possesso del Documento Unico di Regolarità Fiscale (DURF);

• Avvenuta designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, nei casi previsti dalla normativa vigente.

In realtà questi documenti non dovranno essere caricati a portale ma dovranno essere dichiarati mediante autocertificazione o mediante dichiarazioni sostitutive dell’atto di notorietà.

Non tutte le ditte sono interessate in egual modo dalla documentazione, per esempio il DVR interessa solo le imprese e non i lavoratori autonomi, così come pure la designazione del responsabile del servizio.

Con riferimento all’adempimento degli obblighi formativi, dipende dall’attrezzatura utilizzata, se il lavoratore autonomo utilizza un’attrezzatura per la quale sia prevista una specifica formazione si, sennò no.

Le attrezzature che necessitano di una specifica formazione sono riportate nell’accordo Stato-Regioni e sono, per esempio: le piattaforme di lavoro mobili elevabili; le gru a torre o mobile; i carrelli elevatori semoventi con conducente a bordo ecc.

All’atto della richiesta sul portale verrà rilasciato un credito base iniziale di 30 punti, che potrà essere incrementato fino ad un massimo di 100 punti, erogabili in base a parametri quali la storicità dell’azienda e ad investimenti o formazioni in tema di salute e sicurezza sul lavoro.

Il Decreto prevede anche una decurtazione dei crediti, che potrà essere applicata quando un’azienda riceve sanzioni per non aver rispettato le normative vigenti in tema di salute e sicurezza. Si va dalla decurtazione di n. 1 crediti per esempio per omessa notifica all’organo di vigilanza prima dell’inizio di lavori che possono comportare il rischio di esposizione all’amianto; a decurtazioni di ben n. 20 crediti per infortunio mortale di lavoratore dipendente dell’impresa, occorso a seguito di violazione delle norme sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro.

Il punteggio minimo per operare nei cantieri è stato fissato a 15 crediti. Le imprese o i lavoratori autonomi che faranno accesso al cantiere senza la patente o con un numero di crediti inferiore a 15 possono essere soggetti ad una sanziona amministrativa pari al 10% del valore dei lavori (questa sanzione non dovrà comunque essere inferiore a 6.000 euro) ed all’esclusione dalla partecipazione ai lavori pubblici per un periodo di sei mesi.

DAL 1° OTTOBRE SONO SCATTATI I NUOVI OBBLIGHI

FGAS: AGGIORNATO IL QUADRO NORMATIVO EUROPEO

PUBBLICATO

Questo importante documento era atteso per il 2025, invece la Commissione Europea ha deciso di accorciare i tempi, a riprova di quanto sia seria e concreta la volontà di arrivare quanto prima al 2050, mantenendo l’ambizioso obiettivo contenuto all’interno del Regolamento (UE) 2024/573, ovvero l’eliminazione dei gas fluorurati entro il 2050.

Il nuovo Regolamento di Esecuzione (UE) 2024/2215, pubblicato lo scorso 6 settembre, ed entrato in vigore il 26 settembre stesso, è molto importante, perché stabilisce i nuovi requisiti minimi per la certificazione di persone fisiche “patentino frigorista” e giuridiche “certificazione aziendale” coinvolte nell’uso di apparecchiature contenenti gas fluorurati a effetto serra e relative alternative. Questo regolamento aggiorna e sostituisce l’ormai datato Regolamento (UE) 2015/2067, tramite il quale sono stati svolti i precedenti esami fgas e per mezzo del quale sono state certificate migliaia di persone fisiche che da adesso si troveranno a dover effettuare degli aggiornamenti, li vedremo a breve. In pratica la nuova normativa europea delinea standard più rigorosi per garantire un utilizzo sicuro ed efficiente dei refrigeranti. Nelle premesse del nuovo Regolamento possiamo leggere: Gli obblighi di certificazione previsti dal regolamento (UE) 2024/573 riguardano un elenco ampliato di sostanze contenute nelle pertinenti apparecchiature, che comprende alternative ai gas fluorurati a effetto serra. I requisiti relativi al contenuto dei programmi di certificazione dovrebbero garantire la manipolazione sicura delle apparecchiature contenenti gas infiammabili o tossici o funzionanti ad alta pressione; e, continuando: A norma dell’articolo 10 del regolamento (UE) 2024/573 è pertanto necessario aggiornare i requisiti minimi per la certificazione delle persone fisiche e giuridiche in relazione all’ambito di attività […].

Con queste motivazioni è stato abrogato il Regolamento (UE) 2015/2067 e nel nuovo Regolamento sono stati aggiornati gli ambiti di applicazione, interessando si i gas fluorurati a effetto serra che ormai tutti conosciamo dai precedenti Regolamenti, ma comprendendo ora anche apparecchiature contenenti sostanze alternative ai gas fluorurati a effetto serra, come per esempio l’ammoniaca (NH3), l’anidride carbonica (CO2) o gli idrocarburi (HC). Ma vediamo di cosa stiamo parlando. All’articolo 3 del Regolamento - Certificazione delle persone fisiche - vengono riportati le tipologie di certificazioni necessarie, in base alle attività interessate.

Nello specifico sono state regolamentate n. 6 attività, e per ognuna è stato instituito un certificato. In base all’attività che la persona fisica svolge, dovrà prendere uno (o più) dei seguenti certificati:

a) certificato A1: il titolare può svolgere le attività di: controllo delle perdite; installazione; riparazione/manutenzione; smantellamento e recupero; limitatamente ai gas fluorurati a effetto serra e gli idrocarburi;

b) certificato A2: il titolare può svolgere tutte le attività di: controllo delle perdite; installazione; riparazione/manutenzione; smantellamento e recupero; relative ai gas fluorurati a effetto serra e agli idrocarburi, limitatamente alle apparecchiature con una carica inferiore a 3 kg o, nel caso di sistemi ermeticamente sigillati etichettati come tali, inferiore a 6 kg;

c) certificato B: il titolare può svolgere tutte le attività di: controllo delle perdite; installazione; riparazione/manutenzione; smantellamento e recupero; relative all’anidride carbonica (CO2);

d) certificato C: il titolare può svolgere tutte le attività di: controllo delle perdite; installazione; riparazione/manutenzione; smantellamento e recupero; relative all’ammoniaca (NH3);

e) certificato D: il titolare può svolgere l’attività di: recupero dei gas fluorurati; per le apparecchiature contenenti meno di 3 kg di gas fluorurati a effetto serra o, nel caso di sistemi ermeticamente sigillati etichettati come tali, meno di 6 kg di gas fluorurati a effetto serra; f) certificato E: il titolare può svolgere l’attività di: controllo delle perdite; a condizione che non implichi un intervento sul circuito di refrigerazione contenente i gas fluorurati a effetto serra (come HFC, HFO ecc…).

Cosa succede invece alle persone che erano certificate, e tutt’ora si stanno certificando (ricordiamo che il D.P.R. 146/2018 è tutt’ora in vigore), ai sensi del Regolamento (UE) 2015/2067? In parte le disposizioni erano già contenute all’interno del Regolamento (UE) 2024/573, ma qui adesso vengono delineate per mezzo dell’articolo 10. Gli Stati membri dovranno prevedere, affinché i titolari di certificati di categoria I e II, possano continuare ad avvalersi dei loro certificati, corsi di aggiornamento atti a trasferire i loro certificati in categoria A1 o A2, rispettivamente. Questi corsi di aggiornamento dovranno contenere gli argomenti tipici dei nuovi certificati, come per esempio gli idrocarburi. Al momento non sembrerebbe essere previsto un esame ma solo, appunto, un aggiornamento.

Non è ancora nemmeno chiaro chi dovrà tenere questo corso di aggiornamento, se un organismo di certificazione o altro soggetto. Per i tempi invece, si parla entro il 12 marzo 2029.

Rimaniamo in attesa dell’aggiornamento del D.P.R. n. 146/2018, lì saranno contenute le disposizioni cucite ad ok per la nostra realtà Italia.

FGAS: REGOLAMENTO ESECUTIVO 2024/2174

A dimostrazione dell’incipit dell’articolo precedente, in cui parlavamo del nuovo Regolamento di Esecuzione (UE) 2024/2215 ed avevamo iniziato soffermandoci sulla evidente celerità della commissione europea nella pubblicazione dei Regolamenti di esecuzione del principale Regolamento (UE) 2024/573, il 2 settembre scorso, è stato pubblicato il nuovo Regolamento di Esecuzione (UE) 2024/2174. Nuovo perché va ad abrogare il precedente Regolamento di Esecuzione (UE) 2015/2068. Il regolamento ha ad oggetto modalità di applicazione del regolamento (UE) 2024/573 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda il formato delle etichette per determinati prodotti e apparecchiature contenenti gas fluorurati a effetto serra.

Ma facciamo un passo indietro, l’obbligo di etichettatura dei prodotti e apparecchiature che contengono gas fluorurati a effetto serra vi è al momento dell’immissione sul mercato, ma anche quando vengono messi successivamente a disposizione di qualsiasi altra persona, e vige per i seguenti prodotti:

a) sistemi di refrigerazione;

b) apparecchi di condizionamento dell’aria;

c) pompe di calore;

d) sistemi di protezione antincendio;

e) interruttori elettrici;

f) generatori di aerosol, inclusi gli inalatori predosati;

g) contenitori di gas fluorurati;

h) solventi a base di gas fluorurati;

i) cicli Rankine a fluido organico.

Abbiamo evidenziato volutamente la lettera g) nell’elenco perché, insieme a quanto prima scritto in merito a “messi successivamente a disposizione di qualsiasi altra persone”, ci dà la possibilità di analizzare un caso pratico, ovvero recupero del refrigerante da un’apparecchiatura destinata allo smantellamento.

Al termine dell’attività di recupero avremo a che fare con una bombola carica di fgas recuperato che, quindi, dovrà essere etichettata. Analizzando le disposizioni dei due Regolamenti, l’etichetta dovrà quindi contenere: l’indicazione che attesta la presenza nel prodotto di gas fluorurati per mezzo della dicitura “contiene gas fluorurati a effetto serra”; la tipologia di gas presente (R32, R410A ecc…) più il peso, in chilogrammi o grammi, e l’equivalente in tonnellate di CO2, basandosi sui valori di GWP elencati negli allegati I, II e III del Regolamento (UE) 2024/573. L’etichetta dovrà essere leggibile, indelebile ed essere redatta nella lingua ufficiale dello Stato membro in cui il prodotto viene immesso sul mercato o, “messo successivamente a disposizione di qualsiasi altra persone”, come in questo caso.

SULL’ ETICHETTATURA DEI GAS FLUORURATI

CHE NE SARÀ

DEI BONUS EDILIZI?

Prima di addentrarci in quello che ci riserverà il 2025, in tema di detrazioni fiscali per lavori in ambito edile, è giusto fare una piccola premessa, su quali sono attualmente i Bonus attivi e le loro caratteristiche.

Per semplificazione di trattazione, omettiamo in questo articolo il Superbonus, sia quello introdotto originariamente nel 2020, sia quello cosiddetto “rafforzato”, che interessa gli immobili colpiti dai terremoti del 2009 e del 2016. Altri bonus che non approfondiremo sono il Sismabonus; il Bonus barriere architettoniche ed il Bonus verde. Non ci resta quindi che andare a vedere che succede all’Ecobonus, incentivi per l’efficientamento energetico, al Bonus ristrutturazioni e al Bonus mobili.

L’Ecobonus è un’agevolazione fiscale introdotta dalla legge finanziaria 2007 (articolo 1, commi da 344 a 349, della legge 296/2006), ed attualmente disciplinata dall’articolo 14 del decreto legge 63/2013. È un’agevolazione avente ad oggetto interventi che aumentano il livello di efficienza energetica degli edifici. Il beneficio si concretizza in una detrazione dall’IRPEF o dall’IRES, da ripartire in 10 rate annuali di pari importo. Per la maggior parte degli interventi la detrazione è pari al 65%, per altri invece è al 50%.

Condizione indispensabile per richiedere il bonus è che gli interventi siano eseguiti su edifici esistenti, o per i quali è stato chiesto l’accatastamento. Tra gli interventi interessati dall’Ecobonus vi è anche la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale. Per tali interventi il valore massimo della detrazione fiscale è di 30.000 euro. Tutti gli interventi in Ecobonus sono soggetti a comunicazione Enea. Scadenza Ecobonus 31/12/2024.

Il Bonus ristrutturazioni (comunemente chiamato Bonus Casa), disciplinato dall’articolo 16-bis del Dpr n. 917/86 (Testo Unico delle Imposte sui Redditi) è un’agevolazione fiscale che premia quegli interventi di recupero del patrimonio edilizio, sia quando si effettuano sulle singole unità abitative sia quando riguardano lavori su parti comuni di edifici condominiali. Il beneficio si concretizza in una detrazione dall’IRPEF pari al 36% delle spese sostenute, fino ad un ammontare complessivo delle stesse non superiore a 48.000 euro, da ripartire in 10 rate annuali di pari importo. Il decreto legge n. 83/2012 ha elevato poi queste soglie al 50%, calcolate su una spesa massima di 96.000 euro. Nell’ambito dei lavori di recupero del patrimonio edilizio previsti dall’articolo 16-bis di cui sopra, è possibile operare tra le lettere a), b), d) e h). La lettera h), nello specifico, riguarda tutti quelli interventi relativi alla realizzazione di opere finalizzate al conseguimento di risparmi energetici con particolare riguardo all’installazione di impianti basati sull’impiego delle fonti

rinnovabili di energia. Per questa tipologia di interventi vi è l’obbligo di comunicazione Enea. Salvo che non intervenga una nuova proroga, negli anni ne abbiamo viste diverse, dal 1° gennaio 2025 la detrazione tornerà alla misura ordinaria del 36% con un limite di 48.000 euro.

Il Bonus mobili, infine è una detrazione IRPEF, per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici, destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione edilizia. La detrazione è del 50% e va calcolata su un importo massimo di 5.000 euro, da ripartire in 10 rate annuali di pari importo. Vanno comunicati ad Enea gli acquisti di forni; frigoriferi; lavastoviglie; piani cottura elettrici; lavasciuga e lavatrici. Scadenza Bonus mobili 31/12/2024.

Dal 23 ottobre è all’esame del Parlamento la nuova Legge di Bilancio, così come approvata dal Consiglio dei Ministri. Da una prima lettura sembrerebbe confermata la disponibilità del Governo a considerare una proroga del bonus casa al 50%, ma solo per le prime case, nella bozza si fa riferimento ai soggetti “titolari di diritto di proprietà o di diritto reale di godimento sull’unità immobiliare adibita ad abitazione principale”. Abitazione principale definita come l’unità immobiliare in cui il soggetto passivo e i componenti del suo nucleo familiare risiedono anagraficamente e dimorano abitualmente. Dati alla mano, potrebbero beneficiare della detrazione i circa due terzi delle unità immobiliari presenti nel nostro Paese (più o meno 20 milioni). Prime case che poi, per i successivi due anni, 2026 e 2027, subiranno una diminuzione di aliquota, passeranno al 36%. Le seconde case invece avranno un percorso parallelo, con aliquota per tutto il 2025 pari al 36% che poi scenderà al 30% per i successivi due anni. Rimane invariato per entrambe il massimale di spesa, pari a 96.000 euro. Conferme in vista anche per il bonus mobili, stesse modalità di quello attuale. Rimarrebbe anche l’ecobonus, che sembrerebbe allinearsi al bonus casa, ovvero aliquota al 50% per le prime case e 36% per le seconde, questo per tutto il 2025, 2026 e 2027, si passerà al 36% per le prime case e al 30 per le seconde. Quindi, che ne sarà dei bonus edilizi, non abbiamo ancora menzionato quella che fino a poco fa sembrava una certezza, che ci veniva dalla Direttiva (UE) 2024/1275 del Parlamento europeo e del Consiglio del 24 aprile 2024, meglio nota come Direttiva Case Green, all’ art.17 comma 15 potevamo e possiamo leggere: dal 1° gennaio 2025 gli Stati membri non offrono più incentivi finanziari per l’installazione di caldaie uniche alimentate a combustibili fossili, ad eccezione di quelle selezionate per gli investimenti, prima del 2025. Ma rimaniamo sul condizionale perché, questa postilla, nella bozza della Legge di Bilancio non c’è. Staremo a vedere.

INAUGURAZIONE DELLA NUOVA SEDE

DEL GRUPPO MARTINELLI INDUSTRIALE

UN NUOVO CAPITOLO PER IL SETTORE PRODUTTIVO

Il 18 settembre, la nuova sede del Gruppo Martinelli Industriale, situata in via Antonio Rossi, 19 a Capannori, ha ufficialmente aperto le sue porte in un evento che ha rappresentato un significativo punto di partenza per diversi settori industriali.

La nuova struttura sarà un punto di riferimento per le forniture di tubazioni, raccorderie, valvole e componentistica, offrendo anche elettropompe, accessori e staffaggi industriali. Inoltre, l’azienda prevede di fornire soluzioni per aria compressa, trattamento acque e antincendio. Il Gruppo ha sottolineato l’importanza della collaborazione con partner e fornitori, evidenziando come questa nuova sede rappresenti un’opportunità non solo per il Gruppo stesso, ma anche per l’intero ecosistema industriale. “Siamo pronti ad affrontare le sfide del mercato con rinnovataenergia e un team altamente qualificato”. La presenza di professionisti ha reso l’inaugurazione un’importante occasione di confronto, rafforzando legami professionali e stimolando nuove collaborazioni. Con una visione chiara e un impegno verso l’eccellenza, il Gruppo Martinelli Industriale è pronto a contribuire attivamente allo sviluppo dei settori serviti, promettendo innovazione e qualità nei servizi offerti. Un nuovo inizio che lascia presagire un futuro ricco di opportunità e successi.

GRUPPO MARTINELLI SUMMER EXPERIENCE

IBIZA 2025, UNA DESTINAZIONE DA SOGNO

Il Gruppo Martinelli è entusiasta di annunciare la nuova destinazione per il Summer Experience 2025: la meravigliosa isola di Ibiza!

Dal 31 agosto al 7 settembre 2025, gli ospiti avranno l’opportunità di vivere un’esperienza unica in una location a 4 stelle. Ibiza, celebre per le sue splendide spiagge e la sua vibrante vita notturna, rappresenta la cornice ideale per un viaggio memorabile. Con la sua combinazione perfetta di relax e avventura, l’isola offre un’ampia gamma di attività. Dai pittoreschi villaggi alle acque cristalline, passando per un ricco patrimonio culturale e una cucina deliziosa. Con la promessa di creare ricordi indimenticabili, il Gruppo Martinelli invita tutti a sognare, scoprire e vivere questa straordinaria esperienza.

Ibiza 2025, sogna, scopri, vivi!

LENA: INCONTRO CON GLI INSTALLATORI

PRESENTAZIONE DI RADIANT, UNA STORIA DI SUCCESSI

L’incontro di Radiant con i clienti installatori Lena Climax, del 28 ottobre scorso, è stata un’opportunità unica per scoprire il percorso di una realtà aziendale che ha conquistato il mercato globale, con prodotti innovativi e di alta qualità.

Azienda di fama internazionale, fondata nel lontano 1959, offre un’ampia gamma di prodotti: caldaie, sistemi ibridi, pompe di calore, scaldabagni, solare termico e accessori.

Con oltre 30.000 mq di superficie produttiva e un team di 120 dipendenti, Radiant ha conquistato una solida posizione nel mercato globale, esportando i suoi prodotti in oltre 40 paesi.

La qualità è il punto di forza dell’azienda, garantita da un rigoroso controllo in tutte le fasi della produzione, con l’utilizzo di tecnologie avanzate come macchine a controllo numerico, robot di manipolazione e test computerizzati su ogni prodotto finito. Il motto “100% made in Radiant” rispecchia l’impegno dell’azienda

nella realizzazione dei suoi prodotti interamente in Italia.

La produzione include anche componenti essenziali, progettati internamente, e l’utilizzo di sistemi di collaudo che ne assicurano l’efficienza e l’affidabilità.

Radiant è anche pioniera nello sviluppo di soluzioni esclusive come i sistemi MULTIPLEX®, DUOPASS®, ALLINCLUSIVE® e DIGITECH® o il sistema di accumulo Radiant e Combi-tech®, il suo scambiatore combinato, diventati e riconosciuti come plus distintivi dei suoi prodotti, che offrono vantaggi unici in termini di risparmio energetico e prestazioni.

Molta attenzione è dedicata al servizio post-vendita che, insieme all’elevata tecnologia, alla qualità dei suoi prodotti e alla costante attenzione all’ambiente ed al risparmio energetico, rendono Radiant un punto di riferimento nel settore del riscaldamento, che continua ad innovare e a rispondere alle esigenze di un mercato in evoluzione.

Per maggiori informazioni sulle soluzioni presentate:

CLLAT: PUBBLICATA

LA NUOVA VERSIONE DEL SITO

COMUNICARE SEMPRE MEGLIO!

Nel mese di novembre Cllat ha aggiornato il proprio sito: www.cllatspa.it

Nella nuova versione, oltre al miglioramento della grafica, sono stati aggiunti servizi inerenti alle maggiori informazioni disponibili, sui prodotti commercializzati. Oltre alle immagini ed alle schede di prodotto, sono state riepilogate le caratteristiche tecniche dei prodotti principali, con la possibilità di filtrazione per una ricerca più mirata. Sono stati inoltre pubblicati i kit delle principali combinazioni di climatizzatori, in maniera di agevolare la ricerca, l’informazione sulla disponibilità ed il prezzo dei multisplit.

Si ricorda che i clienti installatori registrati, possono effettuare ordini, segnalando il luogo e i tempi di ritiro desiderati, saltando così la fila presso i banchi di vendita.

All’interno del sito avrete la possibilità di scaricare il listino netto in formato Excel, le fatture, i DDT, di consultare preventivi e ordini effettuati, con evidenziato se il materiale ordinato appositamente, è arrivato o è in arrivo, presso i nostri magazzini. Di recente è online anche una versione dei nostri cataloghi/listini in formato.pdf che possono così essere consultati anche offline.

Cllat punta in maniera sempre più significativa sulla comunicazione con la propria clientela, comunicazione premiata anche dalla presenza di visitatori sul sito che, ad oggi, oltrepassano i 2.000 utenti giornalieri.

CODICE IDENTIFICATIVO NAZIONALE (CIN)

TERMINE PER L’ACQUISIZIONE SPOSTATO AL 1° GENNAIO 2025

Il 22 ottobre scorso, sul portale telematico del Ministero del Turismo, è apparsa una news con la quale si comunica la proroga temporale dell’obbligo di dotarsi del CIN (Codice Identificativo Nazionale).

Ricordiamo che la scadenza, prima che intervenisse la proroga, era fissata al 2 novembre 2024, ovvero al sessantesimo giorno successivo alla pubblicazione, nella Gazzetta Ufficiale del 3 settembre 2024, dell’Avviso attestante l’entrata in funzione della piattaforma per l’assegnazione del CIN, piattaforma che poi ha preso il nome di Banca Dati Strutture Ricettive (BDSR).

Quindi c’è ancora un po’ di tempo per adeguarsi alle ultime novità in termini di legge. Ma ripetiamo brevemente di cosa stiamo parlando. L’obbligo di dotarsi di questo codice identificativo, scatta ai sensi del decreto-legge 18 ottobre 2023, n. 145, convertito successivamente mediante la legge 15 dicembre 2023, n. 191.

In pratica: i titolari o gestori delle strutture turistico-ricettive alberghiere ed extralberghiere; i locatori di unità immobiliari ad uso abitativo destinate a contratti di locazione per finalità turistiche ed i locatori di unità immobiliari ad uso abitativo

destinate alle locazioni brevi, dovranno richiedere alla BDSR, accedendo alla relativa piattaforma telematica, questo codice CIN, obbligo di legge.

Già nei numeri precedenti di Hydra avevamo avuto modo di approfondire il CIN, questo perché, al comma 7 dell’articolo 13ter del D.L. n. 145/2023, si richiedevano dispositivi e requisiti di sicurezza minimi. Nello specifico tutte le unità immobiliari destinate alla locazione breve o per finalità turistiche, senza fornitura di servizi aggiuntivi e gestite in qualunque forma (imprenditoriale e non imprenditoriale), dovevano essere munite di dispositivi per la rilevazione di gas combustibili e del monossido di carbonio funzionanti nonché di estintori portatili. Una nota, riportata sul portale del Ministero, precisa che l’obbligatorietà di dotarsi di questi dispositivi, non vi è per quei locatori di unità immobiliari non dotate di impianto a gas e rispetto alle quali sia escluso, con certezza, il rischio di rilasci incontrollati di gas combustibili o di formazione di monossido di carbonio. L’esonero non vale per gli estintori, che dovranno invece essere sempre presenti, ubicati in posizioni accessibili e visibili, in numero di uno ogni 200 metri quadrati di pavimento e, comunque, di almeno uno per piano. Gli estintori dovranno altresì essere controllati periodicamente, secondo le istruzioni contenute nella norma tecnica UNI 9994-1 e nel manuale d’uso e manutenzione. Concludiamo segnalando un’altra normativa di riferimento, per i rilevatori di gas combustibili e di monossido di carbonio, che potrà essere seguita e citata nel rilascio della Dichiarazione di Conformità dell’impianto, la normativa UNI 11522:2024.

Impiantistica NUOVI INCENTIVI: SIME IN PRIMA LINEA CON POMPE DI CALORE E SISTEMI IBRIDI

DOPO IL PROBABILE STOP AGLI INCENTIVI PER LE CALDAIE DA FINE ANNO, LE POMPE DI CALORE E I SISTEMI IBRIDI SIME SI PREPARANO A DIVENTARE

PROTAGONISTI DELLE RIQUALIFICAZIONI ENERGETICHE

Da gennaio 2025, pur consentendone la vendita, la direttiva europea “Case Green” vieterà qualsiasi incentivo per le caldaie alimentate da combustibili fossili come metano, GPL e gasolio, segnando un cambiamento significativo nelle politiche di efficientamento energetico. Questo stop agli incentivi per le caldaie pone l’attenzione sulle tecnologie rinnovabili, come le pompe di calore e i sistemi ibridi, destinati a diventare protagonisti delle future riqualificazioni energetiche. Alcuni Stati membri UE, come la Germania, hanno già approvato normative nazionali ulteriormente restrittive che imporranno, a partire dal 2026, l’utilizzo di fonti rinnovabili anche in occasione delle normali sostituzioni delle caldaie esistenti, obbligando nella maggior parte dei casi l’adozione di sistemi ibridi.

In Italia, al momento, non è prevista l’introduzione di obblighi tecnologici, ma nei prossimi mesi sono in programma profonde revisioni degli incentivi nazionali come Ecobonus, Bonus Casa e Conto Termico. L’obiettivo del governo sarà quello di concentrare le risorse economiche sugli interventi di efficientamento prioritari richiesti dalla direttiva “Case Green”. L’impegno di SIME su questo fronte è duplice: da un lato, partecipando ai tavoli di consultazione ministeriale presso le associazioni Assotermica e Assoclima per contribuire alla definizione dei nuovi schemi di incentivazione; dall’altro, sviluppando nuovi sistemi ibridi e a pompa di calore in grado di trasformare la sfida della riqualificazione energetica in un’opportunità conveniente ed ecologica per gli utenti finali.

MURELLE REVOLUTION: L’IBRIDO SENZA UNITÀ ESTERNA PER LA SOSTITUZIONE DELLE CALDAIE

La pompa di calore ibrida di SIME che più rappresenta la capacità di semplificare la sostituzione delle vecchie caldaie si chiama Murelle Revolution. Si tratta di un sistema ibrido compatto, interamente contenuto in un unico apparecchio del tutto simile ad una caldaia murale, e non necessita di unità esterna per funzionare. La pompa di calore da 4 kW aerotermica e la caldaia da 28 kW a condensazione sono entrambe alloggiate nell’involucro dell’unità murale pur mantenendo dimensioni ridotte.

L’innovativa tecnologia sviluppata da SIME prevede un circuito frigorifero ermeticamente sigillato che integra due evaporatori: il primo preleva calore dall’aria mentre il secondo recupera l’energia residua contenuta nei fumi della combustione a condensazione.

Grazie al doppio evaporatore ed al funzionamento combinato dei due generatori, l’efficienza della pompa di calore rimane pressoché costante al variare della temperatura esterna. L’elevato rendimento è dimostrato anche dalla temperatura dei fumi che vengono espulsi dall’apparecchio attorno ai 10°C.

INSTALLAZIONE SEMPLICE E VELOCE: Per installare Murelle Revolution occorre semplicemente collegarla agli attacchi acqua e gas lasciati liberi dalla caldaia che si sostituisce, inserendo un filtro defangatore e un dosatore di polifosfati. Un lavaggio dell’impianto è consigliato, oltre che obbligatorio ai sensi del D.M. 59/2009.

Installare l’ibrido compatto Murelle Revolution è quindi semplice e rapido quasi come l’installazione di una caldaia a condensazione murale. Nel caso di posizionamento su parete interna all’edificio, si renderà necessario realizzare due fori per la presa e l’espulsione dell’aria esterna da 16 cm come avviene per i condizionatori tutto in uno. Ovviamente tali fori non saranno necessari se l’apparecchio viene installato all’esterno in un luogo parzialmente protetto come ad esempio sul balcone coperto.

NESSUNA UNITÀ ESTERNA: L’aria necessaria al funzionamento della pompa di calore viene aspirata ed espulsa tramite due tubazioni di diametro 16 cm. La tecnologia brevettata di Murelle Revolution può così essere applicata anche nei contesti abitativi più critici, come quelli di pregio storico e culturale, in cui non è consentita l’installazione di pompe di calore esterne per vincoli estetici o architettonici.

SCARICO A PARETE SEMPRE AMMESSO: Nel caso di sostituzione di caldaie esistenti con Murelle Revolution è sempre possibile realizzare lo scarico fumi a parete in quanto generatore ibrido certificato dal costruttore (D.Lgs.102/2014).

FUNZIONA CON RADIATORI: Murelle Revolution è il generatore ibrido ideale per la sostituzione delle caldaie tradizionali negli impianti esistenti anche con radiatori ad alta temperatura. La pompa di calore, essendo idraulicamente in serie alla caldaia a condensazione, consente un preriscaldo ad alta efficienza sul ritorno impianto anche con temperature di mandata elevate. Il circolatore

a giri variabili garantisce la minima temperatura di ritorno possibile, necessaria al funzionamento efficiente della pompa di calore.

RISPARMIO ENERGETICO E PIÙ VALORE ALL’IMMOBILE:

L’efficienza di Murelle Revolution consente di risparmiare dal 25% al 45% sui costi di riscaldamento rendendo minimo il tempo di ritorno dell’investimento.

L’installazione consente inoltre di innalzare immediatamente di 2 o 3 classi la prestazione energetica (APE) dell’edificio e di conseguenza il valore commerciale dell’immobile. E’ possibile calcolare il risparmio nella propria zona climatica e scoprire altre utili informazioni su: www.murellerevolution.com

MURELLE HYBRID SPLIT:

SISTEMA IBRIDO CON UNITÀ

ESTERNA SPLITTATA CHE SI ADATTA AD OGNI ESIGENZA

Murelle Hybrid Split è un generatore ibrido per riscaldamento, raffrescamento e acqua calda sanitaria che può essere facilmente configurato in base alle esigenze impiantistiche.

L’installazione risulta agevolata anche nelle abitazioni esistenti, sfruttando le ridotte dimensioni delle unità interna/esterna e delle relative tubazioni di collegamento con gas refrigerante R32.

Il sistema Murelle Hybrid Split si compone di:

• Un’unità interna che comprende un generatore a condensazione da 30 kW e la parte idronica della pompa di calore

• Un’unità esterna che racchiude la parte motocondensante della pompa di calore disponibile in 4 taglie di potenza e precaricata con gas refrigerante R32.

È disponibile nella versione istantanea, con produzione ACS rapida tramite generatore a condensazione, oppure nella versione THP predisposta per la gestione di un bollitore ACS remoto (opzionale) preparabile dalla pompa di calore mantenendo sempre disponibile l’integrazione istantanea in serie.

Grazie all’elettronica evoluta e agli accessori opzionali può adattarsi a tutti i tipi di terminali e gestire direttamente numerose soluzioni di impianto che prevedono zone dirette e miscelate, integrazione sanitaria con solare termico e impianti caldo/freddo.

I principali punti di forza di Murelle Hybrid Split sono:

DIMENSIONI COMPATTE: Simili a quelle di una caldaia murale per l’unità interna, ideale per interventi di riqualificazione e sostituzione di caldaie esistenti

ACQUA CALDA SANITARIA EFFICIENTE: Con bollitore opzionale preparato dalla pompa di calore e integrazione in serie della caldaia (modelli THP). Tale configurazione, unica sul mercato, permette di sfruttare al meglio l’energia rinnovabile fornita dalla pompa di calore senza la necessità di bollitori di grandi dimensioni potendo sempre contare sulla potenza istantanea della caldaia in caso di necessità.

GESTIONE DI DUE CIRCUITI:

Un circuito miscelato per riscaldamento radiante e un circuito diretto per raffrescamento e riscaldamento abbinabile a fancoil o altri tipi di terminali.

AUTOCONSUMO FOTOVOLTAICO: In caso di sovrapproduzione da fotovoltaico l’elettronica del sistema cercherà di sfruttare al massimo l’energia elettrica in eccesso ricevendo un segnale a contatto pulito dall’inverter o dalla centralina di gestione carichi

COMANDO REMOTO E APP: Grazie all’accessorio Sime Smart Hybrid con funzione cronotermostato caldo/freddo e connettività Wi-Fi per il controllo tramite app del comfort ambientale e dello stato del generatore.

Intervista a: Mattia Magagnini

Marketing Manager SIME

Tanti i vantaggi in un unico sistema

La transizione energetica sta gradualmente portando alla sostituzione delle caldaie a gas con nuovi generatori più efficienti come le pompe di calore, già oggi diventate la tecnologia più utilizzata negli edifici di nuova costruzione.

Le nuove abitazioni, tuttavia, rappresentano solo una parte marginale del parco edilizio, la vera sfida dei prossimi anni sarà riuscire ad installare un numero rilevante di pompe di calore negli impianti già esistenti affrontando una serie di vincoli tecnici come lo spazio disponibile, la temperatura di esercizio dei radiatori, la potenza elettrica al contatore e, non da ultimo, il costo complessivo per il proprietario dell’immobile.

La soluzione tecnologica a questa sfida è rappresentata dai generatori ibridi che uniscono in un unico sistema tutti i vantaggi di una caldaia a condensazione e di una pompa di calore offrendo un connubio perfetto tra efficienza e flessibilità.

È in questo contesto che SIME ha saputo anticipare le esigenze del mercato sviluppando sistemi ibridi altamente innovativi e specificamente progettati per gli impianti esistenti, come Murelle Revolution.

SIME propone inoltre generatori ibridi dotati di unità esterna sia con tecnologia “idronica” che “splittata” per offrire un’ampia gamma di soluzioni ai professionisti del settore.

Le pompe di calore stanno cambiando il mercato in ottica green. Abbiamo sviluppato una gamma completa di prodotti per proteggere e massimizzare l’efficienza dei nuovi impianti di climatizzazione: valvola di zona, valvola antigelo iStop®PLUS, filtro defangatore magnetico CALEFFI XF e disaeratore ad alta efficienza CALEFFI HED® , separatore idraulico inerziale. GARANTITO CALEFFI.

EFFICIENZA E SOSTENIBILITÀ

CON I DISPOSITIVI CALEFFI

UN PASSO AVANTI NELLA TRANSIZIONE ENERGETICA

Nel Comune di Borgomanero (NO), un edificio residenziale ha recentemente subito una ristrutturazione con l’obiettivo di eliminare l’utilizzo di combustibili fossili e massimizzare l’efficienza per migliorare le prestazioni energetiche.

Grazie alla ristrutturazione, la classe energetica dell’edificio è passata da F ad A4. L’impianto termico originale, basato su una caldaia a gas e radiatori in ghisa, è stato rinnovato con l’installazione di una pompa di calore da 14 kW, eliminando l’allaccio al metano. Il nuovo sistema è supportato da un impianto fotovoltaico da 9 kWp con batterie da 20 kWh e una colonnina di ricarica per veicoli elettrici. Il riscaldamento e il raffrescamento degli ambienti sono ora gestiti tramite pannelli radianti e un accumulo da 400 litri per l’acqua sanitaria, con due unità di trattamento aria, una per piano, integrate con la PDC per la climatizzazione estiva.

La ristrutturazione ha incluso finestre in PVC a triplo vetro, cappotto termico e isolamento delle solette, migliorando l’efficienza complessiva dell’edificio. Fondamentale per il successo di questo intervento è stata l’integrazione dei prodotti Caleffi, progettati per garantire protezione, efficienza e durabilità nel tempo:

- Gruppo di riempimento e disconnessione serie 580: per mantenere la pressione stabile e prevenire ritorni d’acqua, assicurando la sicurezza e la durata dell’impianto;

- Filtro defangatore magnetico CALEFFI XF serie 577 e un disaeratore serie 551: fondamentali per eliminare le impurità e

l’aria presenti nell’acqua del circuito, per proteggere l’impianto e garantirne il corretto funzionamento a lungo termine;

- Separatore idraulico serie 569: specifico per impianti a pompa di calore, separa i circuiti e offre un volume termico ottimale, favorendo l’efficienza energetica;

- Collettore Serie 550 e gruppi motorizzati: per distribuire il calore in modo omogeneo negli ambienti e consentire sia il riscaldamento che la climatizzazione; Grazie ai dispositivi Caleffi, che assicurano qualità, sicurezza, efficienza e risparmio energetico, l’impianto è completamente protetto da impurità e sbalzi di pressione, garantendo così una lunga durata della pompa di calore e contribuendo attivamente alla transizione energetica. La combinazione tra la ristrutturazione e la scelta dei dispositivi Caleffi ha trasformato un impianto datato in un sistema energetico integrato, esempio concreto di sostenibilità e innovazione.

Impianto di climatizzazione a pompa di calore
CALEFFI XF serie 577: filtro defangatore magnetico autopulente semiautomatico

Normativa ANALISI DEL CORRETTO POSIZIONAMENTO DELLE BOMBOLE PER GPL

CORRETTO

POSIZIONAMENTO E SCELTA DELL’IDONEO GRUPPO DI REGOLAZIONE SECONDO UNI 7131

Il gas di petrolio liquefatto, in sigla GPL, è una miscela di idrocarburi a basso peso molecolare, i suoi componenti vengono liquefatti mediante compressione a pressioni relativamente modeste comprese tra 2 e 8 bar, processo che permette di ridurre l’ingombro e rendere più economico il trasporto e lo stoccaggio a temperatura ambiente. La liquefazione permette di aumentare la densità della miscela di circa 250 volte rispetto allo stato gassoso, riducendo così il volume a parità di energia producibile, aspetto che rende possibile l’utilizzo di contenitori a pressione chiamati in gergo “Bombole”. Con la stessa logica (di ridurre il volume a parità di energia disponibile) è possibile comprimere anche il metano, ma mentre una bombola di metano da 20 litri contiene circa 3 Kg di gas compresso a 200 bar, una bombola di GPL di pari volume ne contiene circa 10 kg, aumentando di oltre tre volte l’energia disponibile, aspetto che collegato al maggior potere calorifico del GPL rispetto al metano ha favorito la distribuzione del GPL in bombole, mentre quella di metano rimane relegata ad una diffusione mediante rete di distribuzione. Gli aspetti sopra descritti hanno permesso durante lo scorso secolo un grande utilizzo di bombole a GPL all’interno delle nostre case come cottura cibi, ma anche come fonte di riscaldamento.

Nel tempo il GPL è stato sostituito dall’arrivo della rete di distribuzione del gas metano che oggi è decisamente prevalente, è presente in ogni grande o piccola città, paese o periferia ritagliando l’uso del GPL a territori montani e isole; un esempio ne sono le isole del nostro arcipelago toscano (tra cui l’isola d’Elba) che non sono metanizzate e che hanno un grosso utilizzo, distribuzione e stoccaggio di bombole a GPL. Riassumendo, anche se conosciamo il riscaldamento e la cottura cibi principalmente tramite il gas metano, la distribuzione del GPL non è poi così modesta, tant’è che le normative specifiche di settore si stanno periodicamente aggiornando e proprio per questo riteniamo opportuno fare un focus su alcune prescrizioni indicate nella norma per Impianti GPL: UNI 7131:2023. Norma che tratta progettazione, installazione e messa in servizio entrando nel dettaglio del corretto posizionamento delle bombole con il relativo gruppo di regolazione di pressione, aspetti diagrammati nello schema di pagina seguente. In questa edizione abbiamo schematizzato l’accumulo in bombole, nella prossima edizione il focus sarà per depositi a GPL e relativi gruppi di regolazione. Volendo argomentare lo schema di pagina seguente, preme evidenziare che la normativa introduce una netta suddivisione tra stoccaggio in bombola singola o in bombole tra loro collegate, per

la bombola singola c’è la possibilità di posizionarla anche all’interno dell’immobile purché la volumetria lo consenta e che sia presente un’apertura di areazione permanente, collocazione non prevista qualora si colleghino più bombole insieme.

È sempre ben vista l’installazione all’esterno o con armadio o nicchia accessibile dall’esterno, la disposizione in nicchia accessibile dall’interno è rilegata solo all’installazione di una singola bombola, nicchia che in questo caso dovrà essere a tenuta verso l’abitazione con infisso dotato di guarnizioni a tenuta.

L’elenco delle prescrizioni contenute nella norma è parecchio corposo lasciando poco spazio alle interpretazioni, aspetto che evidenzia particolarmente quanto sia importante la corretta installazione di questi componenti per limitare incidenti. Prescrizioni che sono molto dettagliate anche per quanto riguarda i gruppi di regolazione di pressione.

Come precedentemente anticipato il gas contenuto all’interno delle bombole raggiunge la pressione di qualche bar, mentre gli apparecchi devono essere alimentati da millesimi di bar, infatti la pressione in uscita dalle bombole deve essere ridotta fino a 29 mbar, riduzione che potrà essere fatta con un singolo stadio oppure con un doppio stadio. I vantaggi di avere una riduzione in due stadi li vedremo sulla prossima edizione parlando di depositi GPL, mentre nel caso delle bombole generalmente i riduttori sono a singolo stadio, regolatori che impostando l’uscita direttamente al valore normativamente richiesto di 29 mbar.

Una riduzione a doppio stadio è garantita da un riduttore di primo stadio che si occupa di ridurre la pressione al valore 0.75 bar e l’aggiunta di un secondo riduttore al quale è dato il compito di garantire pressione finale necessaria per gli apparecchi allacciati. La riduzione in due stadi è applicata qualora la portata necessaria sia superiore a 3 Kg/h, garantita solo da bombole di GPL tra loro collegate.

Per la singola bombola, installata all’interno, la portata massima del regolatore si limita a 1 Kg/h per arrivare a 3 kg/h negli altri casi, per aumentare la portata oltre questo limite è necessario installare bombole tra loro collegate.

Concludiamo ricordando che il potere calorifico inferiore del GPL è di 12.78 KWh/Kg, pertanto una bombola installata all’interno dell’edificio (portata massima 1Kg/h) potrà erogare 12.78 kW, sufficienti per un piano cottura ma non sufficienti per uno scaldaacqua istantaneo o una caldaia. La stessa bombola installata all’esterno o in nicchia accessibile dall’esterno potrà erogare fino a circa 38 KW sufficienti per caldaia e piano cottura.

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