Kath'autón Nº 2

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d’individu”8 all’analisi dei concetti di “tendenza” e “istinto”, che definiscono, nell’individuo vivente, «deux fonctions qui pourraient ne pas être représentées ensemble dans l’être», due funzioni che, differenziate nelle forme di vita meno complesse, negli animali superiori esercitano una funzione contemporanea e paradossale, per nulla integrata: «A l’alternance du stade individuel et de la colonie fait place, chez les espèces supérieures, la simultanéité de la vie individuelle et de la société, ce qui complique l’individu, en mettant en lui un double faisceau de fonctions individuelles (intinct) et sociales (tendances)». A Simondon risulta relativamente semplice caratterizzare le “tendenze” degli esseri viventi in relazione alle categorie classiche di adattamento e integrazione sistemica: «étant du continue et par conséquent du stable, sont intégrables à la vie communautaire, et constituent même un moyen d’intégration de l’individu», ma quando si trova invece a dover definire gli istinti, non può farlo che qualificandoli in modo complementare alle tendenze, cioè come “discontinui”, “instabili ” e “non integrabili dalla vita comunitaria”. Ciò che qui interessa a Simondon non è certo costituire una dualità di principi complementari che definiscano una volta per tutte la sfera del vivente-psichico, quanto piuttosto cogliere “un’operazione di individuazione” (qui l’individuazione biologica) come pro-

cesso mai unitario e mai compiuto, attraverso gli altri processi di individuazione che essa incrocia e attraverso la descrizione delle tensioni che continuano a persistere nell’individuo concepito come esito parziale di quei processi9. Per fare ciò, segue il suo metodo consueto: indica dei poli estremi, pu-

ramente teorici, entro i quali costruisce un campo di forze che ha la funzione di rendere conto delle stratificazioni dell’essere al livello in cui si trova di volta in volta in gioco. Qui Simondon tratta dell’individuo in quanto risultante da un processo di individuazione biologica e incrociante un possibile processo di individuazione psichica, quindi di un uomo o di un animale superiore: «une analyse psychique doit tenir compte du caractère complémentaire des tendances et des instincts dans l’être que nous nommons individu et qui est, dans toutes les espèces individuées, un mixte de continuité vitale et de singularité instinctive, transcommunitaire». Ed è proprio qui che Simondon punta sulla netta differenziazione della nozione di “istinto” da quella di “tendenza” per denunciare il modo in cui «les communaités humaines édifient tout un système de défense contre les pulsions instinctives, en cherchant à définir les tendances et les instincts en termes univoques, comme s’il étaient de même nature». Ma perché le comunità umane devono neutralizzare gli istinti, e in che cosa consiste questo “sistema di difesa” delle comunità nei confronti degli istinti? Si tratta evidentemente di un tema già abbondantemente noto in ambito antropologico e che Simondon stesso riprende in altri luoghi,10 si tratta cioè di rilevare come i comportamenti rituali all’interno di una comunità abbiano la funzione di costruire il legame sociale e il senso di appartenenza/esclusione che caratterizza la comunità, riconducendone i comportamenti dei membri ad attività codificate e riconoscibili di adesione o di trasgressione parziale che non ne possano intaccare l’equilibrio omeostatico. Ma ciò che Si-

Per non appesantire il testo si è scelto di non riportare alcun riferimento per tutte le citazioni che, in seguito, si riferiranno a tale capitolo. Cfr. L’individuation cit., pp. 167-171.

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9 Operazione conoscitiva analoga (“analogia” è un altro termine chiave in Simondon che qui non spiegheremo) a quella che varrà, naturalmente, come valeva per l’individuazione fisica e chimica, anche per quella psichica e collettiva.

10 Costituendo l’opposizione: comunità-interindividuale/società-transindividuale. Cfr. L’individuation cit., pp. 243-245.

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