Gli ultimi giorni della Serenissima in Istria - 2a parte

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Venezia, alla sua Cassa centrale. Dopo questa operazione dovevano quindi restare nella cassa del Fondaco ancora la differenza, pari a 54.000 Lire, ma invece, ne sono rimaste solo 32.000 Lire, cosa non spiegabile se non con utilizzi impropri, visto che il bilancio del Fondaco non può chiudere in disavanzo, con il fondato sospetto che le 18.000 Lire mancanti siano finite nelle tasche delle persone citate. Tale gruppo di persone che “a lume sempre del vero non si può fare a meno di dire, che li sempre odiati dal Popolo furono e sono: il Sig.r Domenico Costanzo, e questi in capite, gli segue poi Niccolò Drioli, che in pochi anni senza altri ajuti che di tal monopolio, si fece uno de’ migliori possidenti di questa Terra, col solo sangue di questi miseri, vi segue poi Mattio, ed Antonio Figlio Lessi, Giacomo Pavanello, e Bastian Carlini ora Sindico: il sud.o Costanzo in questa fatal circostanza della terribile giornata della Popolare insurrezione, fù la principal causa le sudette aministrazioni, così ancora Niccolò Drioli, li quali sono li più terribili e li più stretti in amicizia, e per conseguenza raggirano gl’affari a loro capriccio, senza tema di cader nelle reti della Giustizia, perché perfino erano daccordo con li ministri Pubblici Raggionati, si a Capodistria che a Venezia, e ciò s’intende per il maneggio fondaco affare principal degl’altri. Cento modi inventarono per girar la ruota a suo favore”. Continua raccontando in quale modo il Costanzo ed il Drioli, in accordo con il fonticaro ed il podestà riescano a speculare sugli acquisti di grano, acquistandolo a prezzi maggiorati rispetto a quelli effettivamente pagati, e sulla vendita della farina, vendendola a prezzi più alti rispetto a quelli registrati, intascando loro le differenze con grande pregiudizio per la cittadinanza, proprietaria del Fondaco. Gli stessi infine utilizzano il Fondaco in modo improprio per propri fini personali, effettuando di nascosto e privatamente delle compravendite illegali di cereali, contravvenendo per questo all’obbligo di apertura del Fondaco stesso solamente in ore diurne, ma operando senza controllo in ore notturne con la compiacenza dei detentori e garanti delle tre chiavi: il fonticaro, il cassiere ed il podestà, i quali senza presenziare lasciano le chiavi, senza controllo ma in complicità, alle persone citate per l’utilizzo illegale del Fondaco per fini privati. Inoltre il Costanzo ed il Lessi approfittano delle loro posizioni nelle Scuole laiche e riescono a gestire i fondi delle stesse con l’unico scopo del loro interesse privato, il primo “come ragionato o contista” della Chiesa e della Comunità, il secondo come responsabile della Scuola della Beata vergine d’Alieto. Non mancano infine delle dure parole anche nei confronti della scuola pubblica e dei suoi rettori. Questo scritto porta qualche elemento in più sui motivi scatenanti,

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