DAILY LUXURY • n.5 giugno 2010

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Marina SANTIN

Ad Aosta, una mostra d’eccezione fa rivivere il gusto per gli oggetti rari e privati che permeò la corte e la dinastia dei Principi d’Este mettendo in scena un patrimonio unico di rarità dall’Antichità Romana al pieno Rinascimento che ne tratteggiano un “ritratto” intimo ed inedito.

vedeva pubblicato “Rinascimento privato”, un romanzo storico al femminile che, imperniato sulla lettura della figura di Isabella d’Este, conquistò l’anno successivo il Premio Strega. Alla scrittrice va il merito di aver reso vividamente il clima che si viveva nelle corti peninsulari del nord mentre si percepivano già le prime avvisaglie delle “guerre d’Italia” tra Impero e Corona di Francia per il predominio su quella che alla vigilia della scoperta delle Americhe, era la parte più civile ed evoluta dei territori conosciuti. Qualsiasi fosse la “cultura delle corti” dell’epoca è certo che queste rappresentassero i luoghi d’elezione della civiltà umanistica rinata nel seno dell’antico, con tutti i suoi corollari e con l’urgenza, indotta anche dalla situazione politica, d’individuare una comune lingua, sia letteraria che figurativa, che fornisse coesione di fronte all’incertezza del momento così come era accaduto al tempo dei liberi comuni e come poi non sarebbe più stato fino alle guerre d’indipendenza ottocentesche. E mutua il titolo proprio dal romanzo della Bellonci, la mostra “Rinascimento privato. Aspetti inconsueti del collezionismo degli Este da Dosso Dossi a Brueghel” allestita nelle sale del Museo Archeologico Regionale di Aosta, una rassegna d’eccezione che fa rivivere il gusto per gli oggetti rari e privati che permeò la corte e la dinastia dei Principi d’Este tra Ferrara e Modena puntando i riflettori su un patrimonio unico di rarità dall’Antichità Romana al pieno Rinascimento. Tra Ferrara e Modena, dicevamo. Se infatti, i retaggi scolastici ci ricordano che gli Este ressero Ferrara, non va dimenticato che dopo l’annessione di quest’ultima allo Stato della Chiesa, i nostri protagonisti proseguirono la loro parabola dinastica nei territori di Modena e Reggio Emilia. ››

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1 Busto di Antinoo, PRIMA METÀ DEL XVIII SECOLO

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