Helios Magazine 5-2010

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vo”. E in tutto questo quali sono state le decisioni dell'Autority da lei diretta? “La via che l'Autorità ha sempre privilegiato è quella d'autogestione. Nel maggio dello scorso anno, su impulso dell'AGCOM, è stato sottoscritto un accordo per l'adozione di un codice di autoregolamentazione sulla rappresentazione dei processi in Tv, da Rai, Mediaset, Telecom, dalle organizzazioni associative delle emittenti televisive, dall'Ordine dei giornalisti e dalla Federazione nazionale della stampa, col supporto tecnico degli esperti designati dall'Autorità. Una iniziativa molto apprezzata; anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in occasione dell'ultima cerimonia di consegna del Ventaglio ha sottolineato la valenza e la significatività del codice di autoregolamentazione da noi promosso. Il codice riafferma l'esigenza di attenersi alla veridicità, alla completezza, all'imparzialità ed al rispetto del contraddittorio, verificando e garantendo che i fatti e le circostanze rappresentati trovino rispondenza obiettiva in fonti suscettibili di riscontro, secondo le varie fasi delle indagini o dei processi”. Lei, oggi si è soffermato anche sul fenomeno “Internet”, che rischia di soppiantare la televisione? “Non è affatto un caso l'attenzione che sta ricevendo in questi giorni l'alleanza tra Google, Sony ed Intel per sviluppare congiuntamente un set top box che permetta la fruizione di contenuti web come youtube e i social network attraverso la televisione. I ragazzi tendono sempre più ad utilizzare il computer per guardare la televisione; si fanno il loro palinsesto. Col computer si fa di tutto: si chatta, si stabiliscono relazioni, si prenotano treni, alberghi, vacanze, ci si erotizza, si gioca. Oggi, un giovane di Gallico o di Siderno, tanto per restare nel nostro territorio, può giocare ai play-games con un giovane di taiwan, di Kansas City o di Calcutta. E può darsi che conosca il suo interlocutore informatico meglio del ragazzo della porta accanto. Il successo di tanti siti come Facebook o Twitter è la prova di quanto nla socializzazione avvenga per via informatica e di come le comunità virtuali che così si formano siano più coese e interattive di tante basate sulla frequentazione diretta. In meno di 40 anni internet è diventata una infrastruttura da cui dipendono non solo la comunicazione mondiale, ma anche le transazioni economiche di tutti i settori, il trasferimento e la conservazione dei dati, le operazioni militari e altro. Il web ha solo seimila giorni di vita, ma Facebook ha già 170 milioni di aderenti in tutto il mondo e Twitter, l'ultimo nato dei social network ha sfondato la barriera dei 100 milioni di utilizzatori. I giovani nuotano in questo “mare” con una naturalezza che la precedente generazione non ha. E tuttavia oscillano tra comunicazione totalizzante e autoreferenzialità. E' questa la nuova forma di solitudine “socializzata”. La casa reale è ridotta ad un container per la ricezione del mondo esterno via cavo, via telefono, via etere; e quanto più il lontano si avvicina, tanto più il vicino, la realtà di ca-

sa, quella familiare, si allontana ed impallidisce. Le conseguenze non sono da poco. Se il mondo viene da noi, noi non «siamo nel mondo», come vuole la famosa espressione di Heidegger, ma semplici consumatori del mondo”.—————————————————————

Napolitano: “Serve il giornalismo d’inchiesta” PADOVA – Un invito agli operatori dell’informazione ad occuparsi “delle realtà importanti e dei problemi”, anche se “poi ci sono le idee e le chiacchiere”. A lanciarlo è stato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che questa mattina ha visitato la redazione del Mattino di Padova. In un breve discorso ai giornalisti, il Capo dello Stato ha auspicato “un rilancio del giornalismo di inchiesta”, ricordando che “sono ormai molti anni che non abbiamo grosse inchieste” e “non c’è un’indagine sui problemi del territorio e sul dissesto idrogeologico del Paese”. Il presidente prende spunto dalle parole dei sindaci dei comuni alluvionati del padovano che “mi hanno riferito di essersi sentiti soli perché per alcuni giorni la stampa nazionale non si è occupata di ciò che accadeva qui. Se non si è rappresentati ci si sente soli, ci si sente soli se non si è assistiti e sostenuti dalle istituzioni ma anche se non si parla di noi”. Il Presidente della Repubblica, ha, inoltre, sottolineato che “il sentimento dell’unità nazionale è più forte di quel che non si dica”. Una considerazione che Giorgio Napolitano ha maturato anche dopo aver incontrato i sindaci dei comuni del Veneto colpiti dal maltempo e di aver riscontrato dalle loro parole un sentimento di forte attaccamento ai valori dell’unità nazionale. “Siamo in Veneto – ha aggiunto il Capo dello Stato – dove si potrebbe supporre che il sentimento dell’unità nazionale fosse molto sbiadito, meno forte e meno ostentato. Ma non è così perché i sindaci con cui ho parlato questa mattina hanno avuto accenti sinceri sul tema dell’unità”. La costituzione prevede che il presidente della Repubblica sia “un potere neutro, che non viene stritolato nella mischia politica”, ha spiegato Giorgio Napolitano, ricordando che la funzione “terza” è quella di “rappresentare l’unità nazionale, salvaguardare e trasmettere i principi costituzionali”. Il Capo dello Stato ha poi aggiunto: “Io non posso sostituirmi a chi deve dare le risposte avendo competenze e responsabilità. Mi sono impegnato – ha aggiunto – a rappresentare la situazione e i problemi che i sindaci mi hanno esposto dando prova di avere fatto sforzi straordinari davanti all’emergenza”. (4-11-2010 da: Asca in Notizie – su www.giornalisticalabria.it)


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