Metro stadio Roma, 11/05/2014

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STADIO ROMA DOMENICA 11 MAGGIO 2014

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SPECIALE ROMA-JUVENTUS

Garcia e Conte hanno divertito e dominato questo campionato. La sfida è appena cominciata

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Domenica 11 maggio 2014

Record e sorpassi in una La Juventus si aggiuddica uno scudetto senza precedenti e vuole sfondare il muro dei 100 punti ROME. Hanno dominato il campionato, asfaltato le rivali, costretto a riscrivere molti dei record della nostra Serie A. Peccato, però, che a vincere il titolo sia stata solo una. Sì perché se la stagione della Juve è stata di quelle da incorniciare, quella della Roma non è certo stata da meno. Soprattutto se si pensa alle premesse con cui le due big si erano presentate al fischio di inizio del campionato. Sui bianconeri, reduci da due scudetti consecutivi, incombeva lo spettro dell’appagamento. Difficile fare meglio delle due annate senza investimenti super. E allora ecco che erano iniziate a circolare voci su probabili mal di pancia di Antonio Conte, l’uomo della provvidenza bianconera, il condottiero che aveva ultimato il processo di ricostruzione dando nuova solidità alla Juventus. Ad agosto il mister sembrava avere la testa lontana da Torino. E in-

vece, settimana dopo settimana, il leccese è riuscito a scrivere un’altra pagina di storia juventina. Non che per la Roma le cose fossero più semplici. La sconfitta nella finale di Coppa Italia contro la Lazio aveva lasciato ferite profonde. Tifoseria spaccata, proprietà contestata e giocatori invitati a cambiare aria. Soprattutto Daniele De Rossi, Miralem Pjanic e Dani Osvaldo. Proprio loro, che non avevano trovato molta fortuna con Zeman, erano già dati per partenti. Il centrocampista di Ostia, anche a causa del suo ingaggio pesantissimo, sarebbe stato venduto, anzi, svenduto, per una cifra vicina ai 10 milioni. Più o meno lo stesso prezzo del bosniaco. L’attaccante argentino, invece, si era infilato in una situazione complicata: con i suoi 16 gol era il capocannoniere dei giallorossi, ma con i suoi colpi di testa fuori dal campo aveva esasperato i tifosi.

Ed è proprio in questo contesto che Sabatini ha operato la sua rivoluzione. Via alle cessioni dolorose (ma molto remunerative) di Marquinhos (PSG), Lamela (Tottenham) e Osvaldo (Southampton), e dentro con volti più o meno nuovi come De Sanctis, Benatia (accusato, all’inizio, di essere stato pagato troppo), Maicon (dato per bollito), Strootman, Ljajic, e Gervinho (considerato all’inizio della sua avventura romana come un oggetto misterioso). ROMA SPRINT Uno scenario avvolto da un alone di pessimismo che non lasciava ben sperare i tifosi giallorossi. Anzi, dopo l’incubo della scorsa stagione, in molti avrebbero firmato per un quinto posto nel 2013/14. E invece la squadra di Rudi Garcia è partita alla grande. Dopo l’esordio vittorioso in casa del Livorno (0-2 con gol di De Rossi e Florenzi), quella che sem-

brava essere un’utilitaria ha cominciato a correre come una sportiva di lusso. Totti e compagni hanno messo insieme una striscia positiva che ha lasciato tutti a bocca aperta. Dopo il successo al Picchi, infatti, sono arrivati quelli

col Verona (3-0 con autorete di Cacciatore e gol di Pjanic e Ljajic), Parma (13 vantaggio gialloblù di Biabiany e poi Florenzi, Totti e Strootman), Lazio (2-0 grazie alla marcatura dell’eroe di giornata Federico Balzaretti e di Lja-

Gervinho ha saputo conquistare il cuore dei tifosi.

Via Tuscolana 1806

jic), Sampdoria (0-2, Benatia e Gervinho), Bologna (5-0 con reti di Florenzi all’8’, la prima segnata dai giallorossi prima dell’intervallo, Benatia e Ljajic, oltre alla doppietta di Gervinho), Inter (0-3, doppio Totti e Florenzi), Napoli (2-0, grazie alla doppia prodezza balistica di Pjanic), Udinese (0-1, Bradley) e Chievo (1-0, Borriello). Una marcia da extraterrestri che si è interrotta all’undicesima giornata. In casa del Torino, infatti, la Roma era riuscita ad andare in vantaggio grazie a un colpo de ll’olandese Strootman al 28’. Da lì i giallorossi avevano iniziato a difendersi, finendo per subire il colpo del pareggio. Al 63’ Meggiorini spinge chiaramente Benatia, recupera palla e mette in mezzo per Cerci che inchioda il risultato sull’11. L’azione andava fermata, ma l’arbitro Luca Banti non se l’è sentita di interrompere il gioco. E non finisce qui. In chiusura,

M (Fermata anagnina )


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stagione da incorniciare Dopo una volata straordinaria, la Roma di Garcia ha la consapevolezza di essere diventata grande naria prova del portiere rossoblù Avramov.

Carlos Tevez è stato uno dei trascinatori della stagione bianconera.

infatti, Pjanic viene platealmente atterrato nell’area granata. Il rigore è netto, ma anche stavolta il fischietto di Livorno non interviene. Alla fine la Roma non riesce a cogliere l’undicesimo successo consecutivo, e nei giorni successivi avrà molto da recriminare.

Come nella partita successiva, quando all’Olimpico ospita un Sassuolo in grande difficoltà. Un’autorete neroverde spiana la strada ai giallorossi, che hanno in mano il pallino del gioco ma sprecano con Ljajic. A castigarli, in ossequio della ferrea legge del gol

sbagliato- gol subito, è Berardi (che, già ammonito, aveva colpito con un gomito largo un romanista) addirittura al 94’. La delusione c’è e lascia qualche strascico. Nella giornata successiva, infatti, la Roma ospita il Cagliari ma viene fermata sullo 0-0 da una straordi-

IL TESTA A TESTA Una vera e propria manna per la Juve che, nelle prime 13 giornate, aveva avuto qualche battuta a vuoto. La prima era arrivata nel terzo turno, in casa dell’Inter, quando una rete di Icardi aveva gelato i bianconeri, che avevano poi acciuffato il pareggio grazie al gol di Vidal. L’altra, più rumorosa, era avvenuta ancora in trasferta. Stavolta all’Artemio Franchi. La squadra di Conte era ritornata negli spogliatoi con un doppio vantaggio (firmato da Vidal e Pogba), ma era naufragata nella ripresa sotto i colpi di Giuseppe Rossi, autore di una strepitosa tripletta, e Joaquin. Una sconfitta che in molti avevano letto come la fine di un’era, ma che si è trasformata ben presto in una medicina contro l’appagamento. Conte, già

scontento per le prove grigie contro Chievo e Torino, quando a “salvare” i bianconeri erano state anche delle controversie arbitrali, ha ripreso in mano lo spogliatoio e ha preparato il suo capolavoro. La Juve ne vince 9 di fila e prima dello scontro diretto con i giallorossi si è ripresa la vetta della classifica. Così, il 5 gennaio la Roma sbarca allo Stadium con cinque punti di svantaggio ma con la consapevolezza di poter riaprire una volta per tutte il torneo. Purtroppo le cose non vanno secondo i piani. La Roma controlla la partita ma Ljajic non riesce a pungere proprio sul più bello. E con Pjanic che subisce l’entrata dura di Chiellini, è la Juve a passare: prima con Vidal, poi nella ripresa con Bonucci e Vucinic (su rigore). La Roma perde la testa e i pezzi. Nella battaglia dello Stadium, infatti, si fanno espellere De Rossi (per

un’entrata dura su Chiellini) e Castan (fallo di mano per evitare il gol). IPOTECA JUVENTUS E RIVINCITA ROMA La Juve blinda il campionato ma la Roma riesce a togliersi un sassolino dalla scarpa. Il 21 gennaio, all’Olimpico, va in scena un quarto di finale di Coppa Italia infuocato. La Roma ha sete di rivincita e in uno stadio strapieno trova una vittoria che vale la semifinale contro il Napoli. A regalare ai giallorossi il passaggio del turno è Gervinho, l’ex brutto anatroccolo che in poche settimane è riuscito a far innamorare i tifosi. Il resto del campionato è storia: Tevez e compagni si aggiudicano il titolo con tre giornate di anticipo, ma ai giallorossi va riconosciuto il merito di aver portato a termine una stagione davvero incredibile. Andrea Romano


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L’intervista

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Bravi tutti, ma Tevez di più La leggenda Zoff racconta il suo primo titolo vinto proprio contro la Roma e guarda al futuro: “La Juve di Conte potrà dire la sua anche in Europa” ROMA. Una carriera gloriosa, trascorsa a volare da un palo all’altro, che l’ha consegnato all’Olimpo del calcio tricolore: sei scudetti, due Coppe Italia, una Coppa Uefa, il Campionato Europeo e la Coppa del Mondo alzata al cielo di Madrid sotto lo sguardo fiero di Pertini. Dino Zoff è una delle icone più luminose del football made in Italy, e tutto cominciò in un pomeriggio di primavera, il 20 maggio del 1973: quel giorno, all’Olimpico contro la Roma, la Juventus vinse il quindicesimo scudetto della sua storia. Fu il primo titolo del Dino nazionale, così iniziò la sua leggenda. Qual è stato il suo primo Roma-Juventus? Ultima giornata della stagione ‘72/’73. È stato anche uno dei giorni più importanti della mia carriera, giocammo all’Olimpico contro i giallorossi e vincemmo lo

scudetto. Mi ricordo che, negli ultimi 90 minuti del campionato, ci contendevamo ancora il primo posto con Lazio e Milan. La Roma andò in vantaggio, ma noi a pochi minuti dalla fine riuscimmo a vincere 2-1. Fu il mio primo tricolore con la Juventus, ebbi la fortuna di vincere al primo tentativo. È quello il ricordo più bello? Forse sì, anche se, nel corso degli anni, ce ne sono state parecchie di partite memorabili. Negli anni ’80 spesso e volentieri eravamo noi due le squadre in lotta per il titolo, sono sfide rimaste nella storia. Anche quest’anno i bianconeri hanno vinto lo scudetto, è stato meritato? Sì, nella maniera più assoluta. La Juventus è stata nettamente superiore nel corso di tutto il campionato, la Roma ha avuto il grande merito di

tenere in vita il campionato finché ha potuto, ma reggere il passo dei bianconeri era impossibile. Conte non ha escluso di poter lasciare Torino, quanto è stato importante il suo lavoro in questi tre anni? È stato determinante, e può ancora continuare a vincere. Non solo, secondo me, è tutto da vedere che questa squadra non possa imporsi anche in Europa. Chi è stato l’uomo chiave in questa annata? Direi Tevez, ha aggiunto qualcosa che mancava nelle stagioni passate nel reparto offensivo. È un giocatore fantastico, che ha tutto, è combattivo e sul piano tecnico è straordinario. Si è esaltato in un contesto ideale per lui e molto spesso ha fatto la differenza. La Roma l’ha sorpresa? Non del tutto, solo in parte. Dopo il primo mese si capiva già che

avrebbe intrapreso una stagione di alto livello, hanno sempre giocato un buonissimo calcio. Venivano da annate complicate ma stavolta hanno azzeccato tutto: acquisti mirati e, cosa fondamentale, un ottimo allenatore. Mi piace molto anche Rudi Garcia. Il distacco di punti tra le due squadre è quello che rispetta i valori reali? Credo di sì, la classifica parla chiaro e difficilmente mente. La Juventus ha fatto qualcosa di straordinario e merita quello che ha ottenuto. E l’anno prossimo, cambieranno i rapporti di forza tra Roma e Juventus? Sinceramente non darei nulla per scontato, non è detto che assisteremo di nuovo a un duello tra giallorossi e bianconeri per lo scudetto. Molto dipenderà anche da quello che faranno le altre squadre, da come riu-

sciranno a rinforzarsi sul mercato. Penso a Milan, Inter e Napoli, non credo che staranno a guardare per un’altra stagione. Anche questa Juventus ha come capitano un numero 1 che è leader in Nazionale. È Buffon il suo erede? Sì, ma lui può ancora fare molto. Magari può superarmi per vittorie con l’Italia, me lo auguro. Non so se può arrivare sino in fondo a questo Mondiale, ma la nazionale di Cesare Prandelli ha tutte le carte in regola per giocarsela fino alla fine. Flavio Di Stefano



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MUJICA BUCA IL PALLONE

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Olimpico blindato Rafforzate le misure di sicurezza intorno e all’interno dello stadio

IL FATTO. Alzi la mano chi, da ragazzino, quando ogni ora era buona per improvvisare partite e palleggi, non si è sentito rivolgere la famosa frase minacciosa: “Ragazzì mo’ te lo buco ‘sto pallone”. Frase tanto famosa da diventare addirittura un tormentone in uno storico spot con Fabio Cannavaro. Ecco, stavolta c’è chi ha deciso di passare ai fatti e, visto che gli avvertimenti non sortivano nessun effetto, davanti all’odiosa escalation di violenze sugli spalti ha deciso di ‘bucare il pallone’. Meglio: di fermare il campionato. E a pochi giorni dalla fine. Succede in Uruguay dove il presidente Josè Mujica ha sbottato: “Non possiamo conti-

nuare cosí, bisogna reagire. O fermiamo questo fenomeno o non potremo continuare ad avere il piacere degli spettacoli dello sport”. Detto e fatto, il presidente ha deciso di ritirare gli agenti di sicurezza dagli stadi bloccando così il campionato, viste anche le immediate dimissioni del Consiglio della Federcalcio che hanno fatto seguito alla sua decisione. Non si sono così disputate le partite in calendario per il 6 maggio scorso e, al momento, non è noto quando e se il campionato potrà riprendere. Il tutto a valigie pronte per il Brasile dove la Nazionale uruguagiana è attesa per gli imminenti Mondiali di calcio.

ROMA. L’anticipo di RomaJuventus era quasi una certezza già prima del Consiglio di giovedì durante il quale il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, ha ufficilizzato il cambio di orario del match portandolo dalle 20,45 alle 17,45. Il sindaco, Ignazio Marino, nei giorni scorsi ha stimato che a Roma arriveranno circa mille agenti in più, che si andranno ad aggiungere ai mille e cinquecento già in servizio nell’area del Foro Italico dove, questo pomeriggio, si terran-

no anche gli Internazionali di tennis. Situazione questa che al Consiglio per la sicurezza di giovedì scorso ha fatto ventilare l’idea di blindare anche i campi in terra battuta per evitare buchi nella rete di sicurezza. A preoccupare, non solo il match in programma, ma anche l’eventualità che qualche gruppo di ultrà del Napoli possa infiltrarsi tra i tifosi juventini e ‘vendicare’ i fatti sanguinosi di sabato scorso, Eventualità minimizzata dal questore di Napoli Marino.

Lancio di fumogeni prima del match Napoli-Fiorentina.

ANCORA UNA GIORNATA COMPLICATA PER ROMA “Vogliamo essere sicuri che tutto avvenga in modo da garantire una giornata di gioco”, ha detto il sindaco di Roma Ignazio Marino spiegando di non essere preoccupato dopo i colloqui avuti con il prefetto e il questore. Gli agenti in campo garantiranno la sicurezza sia fuori che all’interno dello Stadio Olimpico dove si attendono 60.000 tifosi fin dalle prime ore del pomeriggio. Verranno rafforzati i servizi di scorta ai pullman dei tifosi bianconeri, presidiati i percorsi delle tifoserie, i caselli autostradali, gli autogrill nei pressi della città e blindati i punti di raccolta confermati: Viale Tor Di Quinto, teatro della follia ultrà di sabato scorso, resterà uno dei parcheggi dedicati agli ospiti. Stessa sorte toccherà a Saxa Rubra per i supporter provenienti dai caselli autostradali di Roma Nord mentre Schiavonetti, in

zona Romanina, accoglierà i tifosi provenienti dai caselli di Roma Sud. La Stazione Tiburtina resta il punto di incontro per i supporter bianconeri che vivono nella Capitale. Invece i cortei di tifosi che raggiungeranno a piedi lo stadio, verranno scortati dai reparti mobili di polizia. L’ingresso delle tifoserie all’Olimpico verrà regolato secondo il sistema ad “anelli concentrici” in modo da ridurre al minimo la possibilità di contatto tra supporters. Intanto il ct francese Rudi Garcia mostra ottimismo: “La partita dovrebbe essere una festa del pallone, per noi e per la Juve. Lo scudetto l’hanno vinto loro, complimenti e bravi, ma bravi anche noi: siamo arrivati secondi giocando spesso un buon calcio. Chiedo al nostro pubblico di applaudire le due squadre più forti del campionato e, alla fine, chi avrà vinto la partita”. E speriamo vada proprio Francesca De Matteis così.


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Lo sport dice ‘No’ alla violenza Unanime la condanna da parte del mondo sportivo. Blatter: “Il calcio non merita tutto questo” SEPP BLATTER - presidente Fifa "Il calcio non merita tutto questo, il nostro sport è fatto per unire e non dividere la gente. Condanno ogni forma di violenza ‘nel’ e ‘attorno’ al calcio e faccio ancora una volta un forte appello al fair play. Ogni volta che accadono certi fatti si violano i principi fondamentali dello sport. Il mondo del calcio deve dire no alla violenza”.

GIOVANNI MALAGÒ - presidente CONI “E’ imbarazzante la reiterazione di quello che avviene negli stadi, situazioni in fotocopia di quanto è accaduto anni fa. Significa che o non si è fatto nulla o lo si è fatto male".

GIANCARLO ABETE - presidente Federcalcio “Al di la’ delle misure specifiche di breve periodo serve una riflessione strutturale su come garantire la possibilita’ di fruire dello stadio in maniera serena. Noi dobbiamo dare il massimo contributo cercando di fare nel nostro mondo piu’ formazione, avere comportamenti migliori e norme sportive severe”.

CESARE PRANDELLI - ct Nazionale “Il problema c’è e non bisogna fare finta di nulla. La strada però è il dialogo e non l’aut aut. Gli stadi devono essere un luogo di aggregazione positiva e non di pseudo minacce. Il gioco deve essere protagonista, ma la riflessione va fatta”.

RUDI GARCIA - ct AS Roma “Si deve fare attenzione a dire che il peggio viene dal calcio perché non è così. E’ vero che succedono cose brutte, ma sono soprattutto specchio della società. Contro queste cose però dobbiamo lottare in tutti i modi affinché in futuro un genitore non debba riflettere nemmeno un secondo se portare o meno figli e famiglia allo stadio.

ANTONIO CONTE - ct Juventus “Periodicamente accade qualcosa, ci indigniamo tutti e poi nessuno fa niente. Stiamo peggiorando sempre di più e il rischio è quello di andare incontro ad atti delinquenziali a cui non si potrà porre rimedio. Stiamo esasperando il tutto e chi fa parte del sistema calcio non manda segnali positivi. Si deve smetterla di ergersi a moralizzatori quando si verificano fatti simili, ma fare qualcosa di concreto”.

QUANTO CI COSTA

ECCO LA SPESA DELLA SICUREZZA A CONTI FATTI. Venti milioni di euro. Ecco quanto, secondo la Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia (Consap), spediamo ogni anno per la sicurezza nei nostri stadi durante le partirte di calcio. A fare il conto è il segretario generale Giorgio Innocenzi: “ogni giornata di campionato costa 80 euro a poliziotto (e carabiniere) - ha detto e postato sul sito della confederazione - e siccome vengono impiegate mediamente 6.000 tutori dell’ordine a giornata, ecco che in un campionato lo Stato spende 18 milioni. A questi ne vanno aggiunti altri due per spese di carburante, mezzi, elicotteri, trasporti, eccetera. Totale 20 milioni all'anno”.

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Miralem Pjanic è nel mirino del PSG di Blanc ma il presidente James Pallotta è ottimista: “Dipende solo da lui, con Pjanic va tutto bene. Resterà alla Roma e anche Garcia rimarrà a lungo”

Classe 1980, il centrocampista è approdato alla Roma nel 2011, nell’ultimo giorno di mercato. Oggi è a quota 91 presenze in maglia giallorossa.

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Roma, il futuro pas Sabatini e Pallotta stanno lavorando per trovare l’accordo per il ri ROMA. Garcia è stato chiaro. Prima bisogna confermare in blocco la rosa di questa stagione, poi è necessario puntellarla con qualche innesto importante. È questa l’unica strada da seguire per provare a far bene anche nell’Europa dei grandi. Anche perché, dopo un campionato da record iniziato a fari spenti, per la Roma la prossima stagione deve essere quella del definitivo salto di qualità. Per riuscirci, però, servono soldi. E anche tanti. A partire dai rinnovi. L’unica spina nella rosa capitolina, infatti, è rappresentata dal

rinnovo di Pjanic. Il bosniaco continua a mandare dichiarazioni d’amore alla città, ai tifosi e alla società, ma è fermo sulle sue posizioni. Per mettere nero su bianco la sua voglia di giallorosso, infatti, Miralem chiede 4 milioni a stagione più bonus. La Roma gliene offre 3 e mezzo più premi facilmente raggiungibili. Una differenza di 500mila euro che mister Pallotta proverà a limare personalmente. Ma bisogna fare in fretta. La prossima settimana il centrocampista si unirà alla sua Nazionale per il raduno in vista dei Mondiali. E una soluzione deve essere trovata prima di allora. Il timore della società è che un rinnovo a cifre consistenti per Pjanic possa indurre anche altre pedine importanti a batter cassa (Benatia, Gervinho e Strootman su tutti), appesantendo così il monte ingaggi. D’altra parte, però, è anche vero che un’eventuale parten-

za del bosniaco non sarebbe certo indolore. Il numero 15 giallorosso, infatti, è un giocatore difficile da sostituire. Ha classe, tecnica, lancio, tiro ed è anche migliorato notevolmente nei contrasti. È un centrocampista capace di gol alla Maradona (come ha sottolineato in un’intervista anche Garcia) che deve tuttavia trovare ancora un po’ di continuità per riuscire ad essere devastante.

UN TASSELLO A CENTROCAMPO Guai, però, a pensare che il futuro del centrocampo della Roma sia tutto nei piedi di Pjanic. Con la Champions da giocare, infatti, ai giallorossi servirà un rinforzo, un giocatore capace di dare il cambio a De Rossi, tornato su livelli impressionanti, e a Nainggolan, che si è confermato un acquisto costoso ma assolutamente azzeccato.

Il turco Ucan è un pallino di Walter Sabatini.


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ssa per i piedi di Pjanic

nnovo del bosniaco. Se Mire dovesse partire, caccia a Paulinho e al giovanissimo Ucan Così, con Strootman che rischia di tornare in campo addirittura a novembre e con Taddei che a 34 anni suonati ha dimostrato di poter essere ancora utile nel breve periodo, Walter Sabatini potrebbe portare nella capitale un’altra pedina importante. Il ds, che continua a osservare Paredes, il talento che la Roma ha preso dal Boca e ha girato al Chievo, ha un debole per Salih Ucan, mediano della Turchia Under21 e del Fenerbahçe. Le due società si erano parlate già a gennaio, ma i gialloblù preferirono tenersi stretto il loro gioiellino e rimandare ogni discussione a fine stagione. Per il giocatore, ovviamente, la Roma sarebbe una destinazione molto gradita, ma c’è da convincere il presidente Aziz Yıldırım, che per il suo talentino aveva chiesto una cifra fra i 5 e gli 8 milioni. Altro nome che non è mai sparito dal radar di Sabatini è quello di Paulinho, centrocampista verdeoro che

la scorsa estate il Tottenham aveva “strappato” proprio ai giallorossi. Ora, a dodici mesi di distanza, il capitolo sembra essersi riaperto. Il brasiliano non ha trovato molto spazio con la casacca degli Spurs e spera di cambiare aria per rilanciarsi. Proprio per questo Roma, e la Roma, potrebbero rappresentare un’occasione da non lasciarsi scappare. Tutto perfetto, se non fosse per due, piccolissimi dettagli. Il primo è il costo dell’operazione: l’ex Corinthians è costato al club londinese circa 19 milioni di euro. Troppo per poter essere ceduto a un prezzo scontatissimo dopo appena un anno. Per questo Sabatini sta provando a lavorare sulla formula del prestito oneroso con riscatto. Il secondo intoppo, invece, potrebbe essere rappresentato dalla persona con cui il ds romanista si troverebbe a parlare, ovvero Franco Baldini. Il direttore tecnico del Tottenham, scottato già dall’operazio-

ne Lamela, non sembra così propenso a chiudere una trattativa così importante con la sua ex squadra. Ancora in standby, infine, la pista che porta a Marco Parolo, centrocampista del Parma e della Nazionale che sembrava essere finito nel mirino dei capitolini già qualche mese fa. Su di lui, a gennaio, si era mosso con decisione anche il Milan. Alla fine la trattativa saltò perché il Parma, impegnato a sorpresa nella corsa all’Europa League, aveva preferito tenere i suoi pezzi pregiati. INTERROGATIVO DIFESA Molto più delicata, invece, la situazione della retroguardia. È qui, infatti, che la Roma vive una situazione paradossale. Sì perché se da una parte la difesa della Roma è stata la meno battuta del campionato (insieme a quella della Juventus), dall’altra è anche il reparto che può essere più facilmente ritoccato. Ed è proprio qui

che Sabatini e Garcia dovranno fare scelte importanti. Gli unici intoccabili sono Benatia e Castan, autori di una stagione da applausi, mentre per tutti gli altri bisognerà fare qualche ragionamento. Sulla destra Maicon e Torosidis potrebbero essere facilmente confermati. Il greco si è dimostrato una riserva di assoluto livello, mentre il brasiliano, anche se non è più quello ammirato all’Inter, in fase di spinta può essere ancora un fattore. I dubbi, però, vengono per lo più dalla sua tenuta fisica. Per saperne di più bisognerà aspettare qualche settimana, proprio come per avere più chiara la situazione sulla fascia sinistra. Con Federico Balzaretti che rischia di doversi ritirare e con Dodo che, nonostante i miglioramenti delle ultime partite, non convince del tutto il tecnico, almeno un acquisto diventa imprescindibile. Il nome più caldo è quello di Aleksandar Kolarov,

esterno del City con un passato sull’altra sponda della capitale. La trattativa non è delle più semplici, ma potrebbe comunque sbloccarsi. Per quanto riguarda i centrali, poi, accanto agli intoccabili Benatia e Castan, sono cresciute le quotazioni di Toloi. Il brasiliano potrebbe essere riscattato dal San Paolo per 5 milioni e mezzo, ma Sabatini è già al lavoro per limare il prezzo. L’alternativa è sempre Jan Vertonghen, centrale belga in forza al Tottenham. ALLA RICERCA DI QUALITÀ La Roma della prossima stagione, però, ballerà sulle punte. La situazione più complessa è quella di Adem Ljajic. Il serbo ha un talento straordinario ma è reduce da una stagione di alti e bassi. Lui vuole giocare con più continuità e, se non potrà farlo nella capitale, chiederà di essere ceduto. Certo, l’apertura del fronte Champions dovrebbe aumentare i minuti a sua

L’ex laziale Kolarov.

disposizione, ma la sua permanenza in giallorosso non è ancora sicura. Garcia, dal canto suo, ha chiesto alla dirigenza un esterno capace di fare la differenza sulla destra. Il nome più caldo è quello di Iturbe, gioiellino del Verona ma di proprietà del Porto. Su di lui hanno messo gli occhi i club più importanti d’Europa, ma il ds romanista si è mosso per tempo. L’accordo ci sarebbe già, con la Roma pronta a pagare la clausola rescissoria ai portoghesi e a ringraziare i veneti con il prestito di Jedvaj e il rinnovo di quello di Marquinho. Fari puntati, però, anche su un altro attaccante di proprietà dei lusitani. Si tratta di Jackson Martínez, punta dei biancoblù e della Nazionale colombiana.



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Quella volta che rifiutai la Juve Sebino Nela, ex idolo della Sud, racconta: “Quando l’Avvocato Agnelli mi voleva in bianconero”

ROMA. La maglia della Roma è stata la sua seconda pelle per undici stagioni, lo scudetto e le due Coppe Italia vinte in giallorosso gli sono valse, qualche mese fa, l’ingresso nella Hall of Fame del Club. Nel cuore dei romanisti, Sebastiano Nela, c’era entrato da un pezzo. Più o meno dal primo “picchia Sebino” urlato dalla Sud. Ha giocato tante volte contro la Juventus, qual è l’immagine a cui è più legato? La prima cosa che mi viene in mente è l’esodo dei romanisti a Torino: i diecimila in trasferta al Comunale, sempre. Era una tappa fissa, quasi un rituale. Ricordo che i nostri tifosi, già dalla domenica mattina, venivano a incitarci sotto l’albergo. Indimenticabile. C’è una sfida con i bianconeri che vorrebbe rigiocare? Sinceramente no. Contro di loro abbiamo vinto e perso, ma sempre meritatamente. Non ho mai

avuto nulla da rimproverarmi. Chi era lo juventino che temeva di più? Nessuno in particolare, forse perché siamo stati la prima squadra a giocare a zona, con Liedholm, e non avevo nessuno da marcare a uomo. Certo, loro erano un gruppo formidabile, pieno di campioni. C’era da stare particolarmente attenti ai colpi di testa di Bettega e a non commettere fallo dal limite, i calci piazzati di Platini erano micidiali. Anche la Roma ne sa qualcosa. È mai stato vicino alla Juventus? Sì. Una volta ci si scaldava tutti nel sottopassaggio dello stadio, sia noi che loro. Allora mi avvicinò un dirigente juventino che mi disse: “Ti vuole parlare l’Avvocato”. Ricordo la mia emozione quando lo salutai, era davvero un gran bel personaggio. Mi spiegò che Trapattoni voleva portarmi a Torino per fare una catena di sinistra con me terzino e

Cabrini più avanti. Ma a quei tempi non era così semplice un passaggio del genere, e la cosa cadde lì. Fu anche una mia scelta, di cui sono sempre stato contento, anche se avrei vinto qualcosa in più. I bianconeri hanno meritato lo scudetto? Sì, hanno disputato un gran campionato. Ma anche la Roma ha fatto qualcosa di straordinario, a inizio anno non partiva per vincere il titolo, e considerate le annate precedenti in molti avrebbero accolto di buon grado anche un quarto posto. Poi è accaduto che società e allenatore non hanno sbagliato un colpo, vanno fatti i complimenti sia al nuovo dg Baldissoni che a Sabatini, che ha fatto un ottimo lavoro sul mercato. Qual è la differenza tra le due squadre? La Roma, tolta l’ultima gara di Catania che non fa testo, ha sempre fatto la prestazione. Anche durante la serie di pareggi consecutivi, le è mancata

solo un po’ di fortuna. I bianconeri, invece, anche in partite complicate, magari non giocate bene, sono riusciti a vincere per 1-0. Conte e Garcia, che allenatori sono? Diciamo subito che entrambi hanno inciso moltissimo, anche se adottano sistemi di gioco differenti. Conte punta su un calcio più muscolare e atletico, seppur con uomini di grande qualità. Garcia predilige il possesso palla e esalta la tecnica individuale dei suoi giocatori, ha avuto il grande merito di costruire un gruppo solido e di proporre un calcio internazionale. Credo che nessuno possa risentirsi se dico che la Roma gioca il miglior calcio in Italia. Il tecnico francese si è lamentato dell’atteggiamento delle piccole contro la Juve, ha ragione? Garcia e Conte sono ottimi comunicatori, il francese voleva mettere un po’ di pressione. Ma non era un attacco alla Juve.

Nela ha vestito la maglia della Roma per 11 stagioni.

Mourinho all’estero lo fa sempre e nessuno si stupisce, in Italia si esagera. L’anno prossimo, sarà ancora lotta a due? Vedo ancora la Juventus favorita, un passo dietro la Roma che sarà chiama-

ta alla riconferma. Credo che i bianconeri, si concentreranno parecchio sulla coppa, Conte vuole misurarsi in Europa. La Roma se fa bene sul mercato, può ambire al tricoFlavio Di Stefano lore.



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Rivoluzione per la Champions Antonio Conte valuta il suo futuro e studia il passaggio a un 4-3-3 di vocazione europea

ROMA. Tutto, o quasi, ruota intorno ad Antonio Conte. La Juve ascolta, sonda eventuali disponibilità, individua obiettivi di mercato più o meno difficili da raggiungere. Eppure tutto comincerà a muoversi solo dopo aver incassato il sì del mister. L’uomo dei tre scudetti consecutivi è stato fin troppo chiaro. «Non si può mangiare con 10 euro in un ristorante da 100», ha detto commentando il l’avventura continentale (prima in Champions e poi in Europa League) dei bian-

coneri. Una metafora ardita per sottolineare come il gap con le grandi del Vecchio Continente può essere colmato solo a suon di colpi di mercato. ASSALTO ALLA CHAMPIONS Dopo un momento in cui le strade di Conte e della Juventus sembravano destinate a separarsi, ora la situazione sembra essersi completamente ribaltata. Il tecnico leccese sarebbe intrigato dalla possibilità di trasformare la Vecchia

Alvaro Morata è finito nel mirino di Juve e Inter.

Signora nel nuovo Atletico Madrid di Simeone. Una squadra grintosa, con i giocatori giusti al posto giusto e, soprattutto, senza un budget infinito a disposizione. E per far questo, Conte potrebbe addirittura accantonare il 3-5-2 per passare a un 4-3-3 che, almeno in Europa, offre maggiori garanzie. A facilitare il cambio di pelle bianconero ci sarebbe già un primo acquisto. Dall’Inghilterra, infatti, sono sicuri che l’avventura di Nani sia arrivata al capo-

linea. Merito anche della Juventus, che sarebbe riuscita ad assicurarsi l’esterno portoghese per la prossima stagione staccando un assegno, sembra, da 5 milioni. Il lusitano, però, non sarebbe solo un acquisto di valore assoluto, ma anche una pedina fondamentale per garantire un pizzico di imprevedibilità a una squadra che ha il suo punto di forza nella fisicità.

importante, capace di garantire una discreta qualità sia in una retroguardia a quattro, sia in un centrocampo a cinque. Ma non finisce qui. Marotta, infatti, sta seguendo da vicino anche Alvaro Morata, stellina del Real Madrid destinata a un futuro brillante. L’attaccante piaceva molto anche all’Inter, ma nelle ultime ore si sta delineando una corsa a due fra la Juve e l’Arsenal. Il portoghese Nani. Le merengues sperano di GLI ALTRI OBIETTIVI riuscire a trattenerlo, ma la punta non dovesse troBuona parte del mercato il giocatore smania per vare l’accordo per il rinestivo, però, passerà anche andare a giocare. Così, se novo (il contratto scadrà per Paul Pogba. Il francese nel 2015), il Real sarà copiace, a tanto, alle big stretto a lasciarlo partire. d’Europa. PSG e BarcelloCerto, le cifre non sono na sarebbero pronte a fare esattamente accessibili (si carte false per accoglierlo, parla di circa 20 milioni), ma da Torino trapela un ed è probabile che un cauto ottimismo sulla poseventuale arrivo di Morata sibilità di trattenerlo ansia subordinato all’approcora. Negli ultimi giorni do a Torino di un attacsi è fatta via via più calda cante esterno di classe la pista che porta a Senad mondiale come Alexis Lulic, esterno sinistro della Sanchez. Il cileno, ex UdiLazio che, ultimamente, nese e ora al Barcellona, è stato reinventato da Reja potrebbe arrivare con la come mezzala. Il bosniaco, formula del prestito con Alexis Sanchez. potrebbe essere un innesto diritto di riscatto.



Domenica 11 maggio 2014

Curiosità

Roma-Juventus

STADIO

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UN AMULETO PER LA ROMA

Scontri tra Titani Sono quattrocentosessanta i goal che raccontanto le sfide tra la Roma e la Juventus Il bilancio è a favore della Vecchia Signora, ma i giallorossi in casa hanno vinto di più I PRECEDENTI. Centosessantasette. Ecco quante volte le due squadre si sono trovate faccia a faccia a contendersi le vittorie nel campionato italiano della massima serie. La bellezza di 460 goal hanno dipinto questa storia di antiche rivalità che affonda le radici nel lontano 1930 quando la Juventus sconfisse la Roma di Ferraris IV nel mitico campo Testaccio, violando per la prima volta uno stadio dove la Roma non aveva mai perso. Da allora è stato tutto un rincorrersi, tra vittorie, sconfitte, episodi storici, polemiche, gesti divenuti veri e propri tormentoni e singolari coincidenze. Tra queste, quella che forse più sottolinea quanto le

I due capitani si abbracciano prima del match (2008).

STADIO

due squadre siano legate a doppio filo, è la particolare “classifica marcatori” delle sfide: in testa per Roma e Juve, rispettivamente Francesco Totti e Alessandro Del Piero. Il primo ha realizzato 8 goal contro i bianconeri (più 1 in Coppa Italia nel 1994) mentre il secondo ne ha messi a segno 10; singolare che entrambi abbiano segnato le loro reti decisive esattamente il 16 febbraio, uno a 5 anni di distanza dall’altro. Comqunque il bilancio di questa storia è nettamente a favore della Vecchia Signora che, negli anni, si è aggiudicata la vittoria 81 volte contro le 42 dei giallorossi. I pareggi, invece, sono stati 48. Ma, per chi mastica di calcio, fermarsi

ai numeri non basta. O almeno non soddisfa la memoria giacché è impossibile non ricordare episodi di cui si è parlato per decenni come il goal di testa annullato a Turone per un fuorigioco nel 1981 o la reazione a catena del 1995 causata dal guardalinee che, urtando Aldair durante una rimessa, favorisce di fatto un assist per Ravanelli che segna tra le proteste giallorosse. O ancora la partita vinta dalla Roma nel 2004 con le famose 4 reti giallorosse e il gesto di capitan Totti che, ripondendo ai reclami di Tudor, mima un famoso “quattro reti e tutti a casa” che segna però la fine dei risultati positivi per lungo tempo.

L’ARBITRO. Sarà Carmine Russo di Nola a dirigere oggi il match tra la Roma e la Juventus. Il fischietto partenopeo ha già diretto la Roma 9 volte con un bilancio nettamente a favore dei giallorossi (7 vittorie contro 2 sconfitte) e 4 volte la Juventus (2 pareggi e 2 vittorie). Ma, mentre in questo campionato Russo ha gia avuto modo di arbitrare la squadra ospitante (Roma-Livorno alla 20a giornata, terminata 3-0 in favore dei giallorossi), quella di oggi è la sua prima direzione della stagione con la Vecchia Signora. L’ultima volta che Russo ha arbitrato la Juventus, infatti, è stata il 22 settembre 2012 contro il Chievo.

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