H2omagazine winter 2013

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divenne ciò che noi intendiamo oggi, poiché si trattò più di una lenta metamorfosi che di un improvviso cambiamento. Uno sguardo generale ai modelli usati durante la metà del diciannovesimo secolo mostra un graduale adattamento delle vecchie mosche artificiali che venivano costruite con materiali che ne accentuavano la capacità di galleggiamento. Un tacito accordo guidò questo processo: non era più sufficiente che le mosche si posizionassero in superficie, dovevano rimanerci. Nonostante tutte le prove che abbiamo di questo processo evolutivo, un uomo in particolare può essere identificato come il pioniere della mosca secca: un commerciante inglese di attrezzature da pesca chiamato James Ogden. Lo storico Hills sostiene che Ogden introdusse la secca sul Why nel Derbyshire nel 1865 con un successo tale che il proprietario di quelle acque fu costretto a vietarne l’uso. Le conseguenze di quel divieto e il risentimento degli altri pescatori nei suoi confronti possono spiegare il motivo per cui Ogden mantenne il riserbo sulla sua scoperta per parecchio tempo, ma quando finalmente decise di mettere mano alla penna, il commerciante di Cheltenham non lasciò dubbi sull’importanza della sua scoperta:

…Da quando introdussi, quarant’anni fa, le mie mosche galleggianti, la passione per la pesca a mosca è dieci volte superiore a quella di quando ero ragazzino. Ho sempre saputo che più un torrente veniva frustato dalle lenze, più i pesci diventavano sospettosi e timidi e ho sempre avuto come regola quella di non lasciare mai un pesce mentre si sta nutrendo in superficie. Ho sperimentato ogni mosca e ogni tecnica in mio possesso, e per caso ho notato che, contrariamente a quanto

generalmente si diceva, ovvero che una mosca secca avrebbe spaventato la trota che mangiava in superficie, se la mia mosca restava in superficie e non faceva del dragaggio, la trota ne veniva attratta e la aggrediva molto più spesso e meglio di quanto non facesse con una sommersa. In seguito a queste osservazioni decisi di introdurre le galleggianti. Trovo consigliabile usare una unica mosca con una lenza corta. Ogden era sicuramente un uomo attento; per esempio il suo commento sul dragaggio è il primo di questo genere e in seguito “galleggiare senza dragare” sarebbero diventate le parole d’ordine dei pescatori a mosca secca. A pagina quattro del libro di Ogden, egli dà le istruzioni per costruire la prima mosca secca con hackle. Ma il fattore decisivo a favore del suo diritto alla fama é il fatto che due dei suoi modelli di Mayfly vennero inclusi nel particolare volume di Aldham, Un Piccolo Trattato sulle mosche e sull’arte di costruire mosche artificiali, che venne pubblicato nel 1876. Le due Mayfly che Ogden costruì per Aldham erano diverse da tutto quello visto prima di allora: erano chiaramente secche e costruite su un amo con occhiello. È necessario sottolineare la loro importanza perché furono le prime secche della storia della pesca a mosca. Non molto tempo dopo fu possibile comprare questo nuovo tipo di mosche nei negozi. David Foster vendeva mosche galleggianti già nel 1854 e pubblicò una serie di modelli nel 1882. I modelli di Foster hanno un aspetto molto moderno, con hackle rigido di gallo e ali divise e piuttosto diritte, ma osservandole bene si vede che tutte le sue mosche sono costruite con l’occhiello in gut, che si dimostrò successivamente una debolezza fatale.


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