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anni un pezzo significativo della classe dirigente del Paese, anche se non sarà la nuova leadership politica e culturale cui ambiva Adriano. La portatile MP disegnata da Aldo Magnelli nel 1932 e la Studio 42 firmata dal trio Schawinsky, Figini, Pollini nel 1935, rappresentano una prima tappa intermedia. Sarà però Marcello Nizzoli, anomalo jolly pescato nel mazzo dei razionalisti milanesi, a sancire il superamento definitivo della logica meccanica. A lui Olivetti affida il disegno delle nuove calcolatrici. Non più solo macchine, ma oggetti; non più solo prestazioni, ma relazioni funzionali che inscrivono nella forma un nuovo rapporto tra la tecnologia e la persona. Esattamente lo stesso programma che va prendendo corpo nei progetti di architettura varati dalla Olivetti, sia nel disegno dei nuovi spazi del lavoro sia nella struttura delle relazioni fisiche e umane tra fabbrica e territorio. Non è un caso che a quegli anni risalga il Piano regolatore per la Val D’Aosta, progetto che Adriano affida proprio ad un gruppo di giovani razionalisti milanesi capitanati da Piero Bottoni. Concreta testimonianza di quell’impegno verso la società che Olivetti considera parte costitutiva del ruolo di industria moderna, il piano è la manifestazione di una straordinaria capacità di prefigurare il futuro attraverso il disegno di partecipi relazioni tra abitanti e territorio. A grande scala, è lo stesso atteggiamento che Nizzoli introduce nel rapporto tra oggetto e persona. Chiave dell’approccio di Nizzoli sono i modellati volumi d’alluminio con cui veste la complessità della meccanica. Ciò che egli chiarisce è la duplice natura della carrozzeria, intesa quale elemento di relazione e raccordo, estremo limite della macchina quando protagonista partecipe del disegno dell’ambiente circostante. 31


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