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Non è Natale, sembra Natale, è Natale! L’augurio è di un Natale vero, gioioso, sereno, ricco della presenza di Dio e dell’amore dei fratelli.

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n.

Dicembre 2004

È Natale in tantissime famiglie della nostra Comunità impegnate nel difficilissimo e affascinante compito di far crescere i figli ed educarli ai veri valori che richiedono tanti sacrifici. È costato tanto anche al Signore salvarci perché non ha voluto usare la bacchetta magica, ma farsi uno di noi nella stalla di Betlemme. L’augurio è di un Natale vero, gioioso, sereno, ricco della presenza di Dio e dell’amore dei fratelli. Buon Natale e Buon Anno. I Sacerdoti

SOMMARIO: VITA PARROCCHIALE 2

Dal 1 Ottobre al 30 Novembre

QUINQUELIBRI 3

Dagli Atti Parrocchiali

CALENDARIO 4

Avvento - Natale

ASSOCIAZIONI 5

Associazione Soccorso Olianese

NATALE Montagna innevata vista dalla chiesa di N.S. di Bonaria

Non è un gioco di parole. È piuttosto il tentativo di leggere la nostra storia con uno sguardo sul mondo e sulla società di oggi. Non è proprio Natale fino a quando nel mondo continuano ad esserci tante guerre, fino a quando c’è violenza gratuita sui piccoli e sugli anziani. Le cronache di questi ultimi anni sono a dir poco sconcertanti. Ma non è Natale anche per chi nella nostra Comunità continua a offendere e recare danno al prossimo con furti, bombe, danneggiamenti alle macchine e violenza gratuita. Non è Natale se non si prende coscienza che il rispetto è fondamento della convivenza civile. La notte purtroppo è diventata il teatro per tutti coloro che indisturbati scorrazzano per le vie del nostro centro mentre chi ha faticato per tutto il giorno cerca il meritato riposo. Per violenti, incendiari,ladri non sarà Natale Su Patiu - Dicembre 2004 - n. 4

se non ritorneranno sui propri passi e cambieranno lo stile di vita. Sembra Natale per la grande macchina commerciale che si muove in questi giorni. Si accendono le luminarie, si corre nei centri commerciali nonostante si proclami la crisi economica. Si spende e si spande a piene mani. Nella nostra Comunità c’è un’altra corsa piuttosto pericolosa. È la corsa ad anticipare i tempi del primo “spuntino” e della prima “bevuta”, magari a dieci dodici anni, col beneplacito di alcuni ‘ignari’ genitori. Sembra anche questo parte del grande rito natalizio che niente ha a che fare con il vero Natale. È Natale dove c’è una famiglia che vive unita. È Natale dove genitori e figli dialogano senza invertire i ruoli e senza ricatto alcuno. È Natale dove c’è condivisione della sofferenza e attenzione verso il più debole e il più fragile.

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Dovunque un Presepe

APPROFONDIMENTI 7

Ogni famiglia aperta al Natale

INSERTO: Cresime 2004 8 - 9 Foto significative

VITA ECCLESIALE 10

Punto sulla causa di beatificazione

LE NOSTRE CHIESE 11

San Francesco da Paola

AMMENTOS 12

Anni 40 e 50

TERRITORIO 13

Cronaca del ritrovamento del Ribes

DAI NOSTRI LETTORI 14

* Graziella Cabboi e suor M.A. Mossa

LA FINESTRA SUI GIOVANI 15 - 16 Testimonianze dal seminario regionale pag. 1


CRONACA DI VITA PARROCCHIALE Avvenimenti vissuti nella nostra comunità dal 1 Ottobre al 30 Novembre Antonio Rubanu di Orgosolo un quadro del pittore Giovanni Cau da Castelsardo.

1 ottobre: Anche nella nostra Comunità parrocchiale inizia il mese missionario. Quest’anno particolarmente sentito vista l’introduzione della causa di beatificazione del nostro missionario martire p. Giovanni Antonio Solinas.

11 novembre: A S. Maria con la celebrazione dell’Eucaristia presieduta da don Tomaso Puddu e alla presenza di altri gruppi diocesani, vengono ricordati i 10 anni della presenza ad Oliena del Rinnovamento nello Spirito.

3 ottobre: Inaugurazione dell’anno catechistico. Nel pomeriggio in piazza del comune un momento di festa con bambini , ragazzi e catechisti. In settimana iniziano gli incontri di catechismo e dei vari gruppi ecclesiali.

14 novembre: Giornata di sensibilizzazione pro beatificazione, entusiastica la partecipazione. In settimana preparazione immediata alla Cresima.

Incontro settimanale dei Catechisti

4 ottobre: Festa di S. Francesco, alle ore 9.00 viene celebrata la S. Messa; al termine la Fraternità francescana di Oliena offre un piacevole rinfresco. 11 ottobre: Un momento di festa e di riflessione per tutto il mondo sportivo con la presenza del calciatore Gianfranco Zola. Il brutto tempo “decide” di tenere l’incontro organizzato da Cagliari Club locale nel palazzetto dello sport. 20 ottobre: Riprendono gli incontri biblici. Anche quest’anno ci guiderà don Renato Iori e l’argomento è il libro di Giobbe. 23 ottobre: Veglia Missionaria in parrocchia, significativa la partecipazione.

che in questa circostanza non si smentisce la generosità della nostra Comunità, vengono raccolti 2.000,00 euro; va ricordato che in diverse altre occasioni nell’arco dell’anno la Comunità Parrocchiale sostiene le attività missionarie. 27 ottobre: 321° anniversario del martirio del p. Giovanni Antonio Solinas, alle 9.00 in parrocchia viene celebrata una S. Messa. 31 ottobre: Incontro unitario dell’Azione Cattolica a Orosei 1 novembre: nel pomeriggio, in cimitero, ricordiamo nell’Eucaristia i fratelli e le sorelle ivi sepolti che hanno già raggiunto la santità.

24 ottobre: Giornata missionaria mondiale. An-

2 novembre: Commemorazione dei fedeli defunti. La giornata piovosa ci consente solo le celebrazioni delle messe e una veloce visita alle tombe.

NOTIZIARIO della Parrocchia Sant’Ignazio di Loyola - OLIENA

4 Novembre: alla presenza delle Autorità civili , militari e della rappresentanza dell’Associazione ex combattenti,con la preghiera e la deposizione di una corona al monumento ai caduti, viene ricordato il loro sacrificio.

Direttore Responsabile: PIETRO PUGGIONI Gruppo Redazione: SALVATORE FANCELLO GIOVANNI MARIA CHESSA ANTONELLO PULIGHEDDU PEPPINO NIEDDU FRANCO GARDU ANNA FRANCA PAU Stampa: SERISTAMPA - OLIENA Dicembre 2004 - n. 4 Iscrizione Reg. G. e P. N. del Trib. di Nuoro n. 03/2004 del 20 Ottobre 2004

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7 novembre: Ritiro dei cresimandi a Monserrata. La giornata è caratterizzata da momenti di riflessione, preghiera e gioco. In serata si riunisce il Comitato per il sostegno della causa di beatificazione del p. Solinas.

8 novembre: Riunione del Consiglio Pastorale Parrocchiale, viene programmato il tempo di Avvento e Natale.

16 novembre: Viene nominato il priore di S. Giovanni nella persona del Sig. Antonello Manconi.

9 novembre: Viene donato alla Parrocchia dal Sig.

21 novembre: alle 17.00 il Vescovo mons. Pietro Meloni amministra le S. Cresime 78 ragazzi della nostro Parrocchia. 27 novembre: La riunione del Comitato di Monserrata è l’occasione per un bilancio dell’anno trascorso e per la scelta dei nuovi priori: Graziano Congiu e Giovanna Puligheddu. Un grazie ai priori e ai membri del comitato che hanno concluso il mandato. 28 novembre: L’Astor volley esordisce in serie D con la prima partita in casa.

Quadro donato alla Parrocchia dal Sig. Antonio Rubanu di Orgosolo, opera del pittore Giovanni Cau da Castelsardo.

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QUINQUELIBRI

dagli Atti Parrocchiali

DAL 1 OTTOBRE AL 30 NOVEMBRE

SONO STATI BATTEZZATI IN CRISTO: Tuffu Sara, Puligheddu Gianmarco,Pinna Giada, Piras Samuel, Manca Pietro, Bettarelli Maria, Biscu Antonio Giulio

DAVANTI AL SIGNORE HANNO FORMATO UNA NUOVA FAMIGLIA: Cucca Antonello e Muleddu Manuela, Fenu Pietro e Turudda Gavina, Tuffu Paolo e Puddu rosa, Furru Nicolino e Fancello Luisa, Sanna Antonio Francesco e Ardito Antonietta Ci scusiamo con i coniugi Congiu Giovanni e Congiu Maria Luisa per la dimenticanza nel numero precedente.

SONO RITORNATI ALLA CASA DEL PADRE I NOSTRI CARI: Boe Narcisio, Maricosu Antonio, Massaiu Pietro, Boi Pietro, Pettorru Salvatore, Boier Antonio, Maricosu Mario, Salis Sebastiana, Pompita Antonio Battista, Puggioni Sebastiana, Piga Angelino, Sini Pietro, Ticca Giovanna

ANNIVERSARI: Dicembre: Ledda Giovanni Battista (4), Lande Pasquale (9), Boi Sebastiana (17), Salis Francesco Vincenzo (29), Gennaio: Cattide Mariantonia (4)

Comunicato della Parrocchia Ringraziando la Sig.ra Andreana Corrias per il prezioso lavoro svolto come depositaria dell’Oratorio di S. Croce, e ringraziando le depositarie di S. Maria per l’ospitalità riservata all’Oratorio di Nostra Signora, dal 28 novembre 2004 prima domenica di Avvento, vengono nominate nuove depositarie: Oratorio di S. Croce Sig.ra Antonietta Sanna Oratorio di Nostra Signora la Sig.ra Pasquina Puggioni Viene confermata nell’incarico di depositaria dell’Oratorio delle Anime la Sig.ra Raimonda Secchi. Si precisa che l’incarico è per 5 anni. Inaugurazione Anno Scolastico 2004/2005

4 Novembre 2004: ricordo dei caduti in guerra

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11 ottobre 2004: incontro degli sportivi con Gianfranco Zola

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CALENDARIO AVVENTO - NATALE 8 dicembre - Solennità dell’Immacolata Concezione. Festa dell’ACI. 11 dicembre Giornata della Solidarietà 12 dicembre ore 16.00 Celebrazione penitenziale 13 dicembre ore 18.30 Incontro Biblico.

30 dicembre 25° anniversario di Ordinazione del Parroco don Salvatore Fancello. ore 17.30 S. Messa in parrocchia. 31 dicembre - Te Deum. ore 17.30 S. Messa prefestiva che si prolungherà con l’adorazione e il canto del Te Deum.

15 dicembre Natale degli Uomini. 16 dicembre Inizia la Novena di Natale. ore 16.00: anziani e bambini

26 dicembre - Festa della S. Famiglia ore 10.00 S. Messa per le famiglie con il rinnovo degli impegni matrimoniali. Al termine assegnazione del Premio Bontà 2004.

6 gennaio 2005 ore 16.00 Befana dei Bambini in Casa del Giovane. -

ore 19.00: famiglie

19 dicembre - Giornata del Malato. ore 20.30 Concerto della Polifonica Olianese 20 dicembre ore 20.00 Inaugurazione,nella sala Cau in via G. Deledda, della Mostra di pittura dell’artista olianese Giuseppe Ghisu. Il ricavato sarà interamente devoluto alle Missioni e all’acquisto dei locali dell’Oratorio Parrocchiale. 24 dicembre ore 17.30 S. Messa della vigilia (prefestiva). ore 24.00 S. Messa della Notte di Natale. GIORNI PENITENZIALI Domenica 12 Dicembre - ore 16.00 Liturgia Penitenziale Sabato 18 Dicembre - ore 9.00 - 12.00 Santa Maria - ore 15.00 - 18.00 Parrocchia (Bambini e ragazzi) Lunedì 20 Dicembre - ore 9.00 - 12.00 Carmelo - ore 15.00 - 18.00 Parrocchia Martedì 21 Dicembre - ore 9.00 - 12.00 S. Giuseppe - ore 15.00 - 18.00 Parrocchia Mercoledì 22 Dicembre - ore 9.00 - 12.00 S. Maria -ore 15.00 - 18.00 Parrocchia -ore 20.00 Confessioni per i giovani. Giovedì 23 Dicembre - ore 9.00 - 12.00 Parrocchia -ore 15.00 - 18.00 Parrocchia Venerdì 24 Dicembre - ore 9.00 - 12.00 S. Giuseppe - ore 15.00 - 18.00 Parrocchia

8 gennaio ore 19.00 Inizia il corso di preparazione al matrimonio. Si raccomanda la partecipazione alle coppie che pensano al matrimonio negli anni 2005—2006. 11 gennaio Riprende il catechismo dei bambini e dei ragazzi. 12 gennaio ore 18.30 Incontro biblico. 16 gennaio ore 19.00 a S. Maria Benedizione del fuoco di S. Antonio.

Il Natale è alle porte, la nascita di Gesù ci richiama alla nostra condizione di uomini, mariti, genitori, che vivono con impegno e responsabilità la loro missione. Per vivere questo evento insieme a tanti altri che condividono il tuo impegno, in un momento di preghiera e giovialità partecipa con gioia e invita altri amici al

NATALE degli UOMINI Giovedì 15 Dicembre ore 18.00 ore 19.00

Confessioni Santa Messa

Si raccomanda la partecipazione alla liturgia penitenziale. pag. 4

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SPAZIO ASSOCIAZIONI

L`A.S.O. - Associazione Soccorso Olianese Una bella realt’ di impegno e volontariato L’Associazione Soccorso Olianese nasce nel 1990 per la meritevole iniziativa di alcune persone; i Soci Fondatori furono Mario Felice Fele, che fu anche il 1° Presidente, Vincenzina Carrus, Bastianina Catte, Tonino Pau, Tonino Sedda, Mario Mula e Ruggero Bettarelli. La prima Ambulanza fu acquistata grazie alla generosità del paese e ad un contributo della Comunità Montana del Nuorese. La prima sede fu la così detta “Casa del Maresciallo”, situata in una zona molto disagevole per un servizio di emergenza, fino al 1997, quando la A.S.L. N° 3 concesse l’uso di una parte della struttura all’ingresso del paese, chiamata “Ospedaletto”. I primi corsi di formazione dei volontari furono tenuti dal Dott. Giovanni Boi, sempre disponibile a mettere

al servizio dell’Associazione la sua competenza. Nel 1995 l’A.S.O. acquista, sempre grazie al contributo della popolazione e del Comune di Oliena, un Pulmino attrezzato al trasporto dei disabili; questo mezzo è tuttora a disposizione della comunità per vari servizi, tra cui quello del trasporto quotidiano di alcuni ragazzi diversamente abili agli Istituti Superiori di Nuoro, questo grazie ad una convenzione con i servizi sociali del Comune di Oliena; due volte alla settimana trasporta a Prato Sardo altri ragazzi per praticare l’ipo-terapia e, già da alcuni anni, accompagna diversi anziani alla Messa domenicale. L’Associazione ha sempre investito molto sulla formazione: è stata la prima, in Sardegna, nel 1995 ad attivare dei corsi avanzati di B.L.S.

(rianimazione cardiopolmonare), con un’equipe di medici formatori di Firenze e continua sempre ad aggiornarsi, soprattutto perché nel 2002 ha stipulato la convenzione col sistema di Emergenza-Urgenza 118, che pretende dai volontari una preparazione avanzata, compresa la conoscenza dell’uso del defibrillatore, di cui l’A.S.O. dispone nella nuova Ambulanza, acquistata nel 2002, col contributo della Regione, della Fondazione Banco di Sardegna e della popolazione e che è un piccolo “centro mobile di rianimazione”. La media annua degli interventi è di circa 250 per quelli d’urgenza ed un centinaio l’anno tra dimissioni e ricoveri programmati. L’A.S.O. ha anche stipulato una convenzione con il Ministero degli Interni per l’attuazione periodica di progetti che vedono coinvolti, per un anno, volontari del Servizio Civile Nazionale; attual-

mente sono in servizio, con tale contratto, sei ragazze, altre cinque hanno terminato alcuni mesi fa e altre due prenderanno servizio a fine anno. La speranza è che si avvicinino a questo tipo di volontariato sempre più persone, considerando che l’A.S.O. non è solo primo soccorso, ma anche servizi sociali, iniziative culturali e sportive!

Orario Invernale delle S. Messe per i giorni festivi A partire da domenica 31 ottobre

Ore 07.00 Ore 08.15 Ore 09.30 Ore 11.00 Ore 18.00

Parrocchia S. Maria Parrocchia Parrocchia Parrocchia

Presepio realizzato dai catechisti nella Casa del Giovane a Natale del 2003. Ci scusiamo con i catechisti per non averlo pubblicato l’anno scorso.

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VALORIZZARE IL NATALE

dovunque un PRESEPE Strade, piazze, chiese, cortili testimoniano la nascita del Bambino Gesù L’iniziativa del presepe nei rioni riscuote sempre maggiore interesse e significato, la nostra comunità si candida ad essere meta per tanti visitatori durante le festività. Un modo fantastico di testimoniare e valorizzare la nascita di Gesù. Gruppi, vicinati, famiglie: siete tutti invitati a preparare un presepe che possa essere visitato in cortili, piazze, angoli caratteristici del nostro paese. (per ragioni organizzative vi chiediamo di comunicare luogo ed orari di apertura del vostro presepe entro il 18 dicembre 2004)

Una esposizione di presepi internazionali sarà allestita nella chiesetta di Nostra Signora. L’itinerario della visita ai presepi partirà dalla chiesa di S. Maria dove sarà a disposizione una cartina con luoghi ed orari di apertura dei vari presepi.

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APPROFONDIMENTI

Ogni Famiglia aperta al Natale In questo periodo di Avvento, camminando verso il Natale, ogni famiglia deve ossigenarsi con la fede nel Dio che viene a salvare l’amore, la speranza, la pazienza, il dialogo e la preghiera, cioè il bagaglio di ogni vera comunità. “Il Matrimonio è come una fortezza: chi è dentro vuole uscir fuori e chi è fuori vuole entrar dentro”. La battuta ha il sapore amaro di una realtà che è sotto gli occhi di tutti: la crisi della famiglia, che ha raggiunto anche Oliena. Essa non va affrontata né con ottimismo né con pessimismo, che sono delle emozioni, ma con realismo. Le case di Oliena si possono classificare per grandezza, stile, colore, età, posizione, eleganza. Preferisco dividerle in due gruppi: quelle che racchiudono un mistero di comunione e quelle che si riducono a semplici alberghi ove si entra e si esce, si mangia e si dorme senza guardarsi e incontrarsi. La parola famiglia deriva dal latino famulus, cioè servitore: tutti sottoposti al padre di famiglia. Alla luce della dottrina cristiana si va molto più avanti della visione romana. La famiglia nasce dal cuore di Dio: la sua fantasia fa incontrare un uomo e una donna e li conduce all’altare. Se si accetta l’avventura di Dio: lo sposo vede nella sposa un dono personalissimo di Dio e viceversa, anzi il sacramento del Matrimonio li fa diventare volto visibile della paternità e della maternità invisibili di

Dio. Solo verità così forti possono permettere di affrontare le terribili sfide della modernità e il dialogo con Dio ispirare lo stile del dialogo all’interno della coppia. Dio condivide la sua onnipotenza con un papà e una mamma e spunta il miracolo della vita: miracolo luminoso nelle prime settimane della vita, nei turbamenti dell’adolescenza, nella esuberanza della giovinezza, nella serietà dell’età adulta e nella melanconia della vecchiaia. Un vescovo americano ha lanciato dalla tv uno slogan che sarebbe diventato il titolo di un suo libro: “In tre per sposarsi”, cioè lui, lei e Dio. “In quattro per essere vera e stabile famiglia”, possiamo dire: papà, mamma, figli e Dio. Quando non c’è un posto a tavola per Dio, non c’è famiglia serena. In questo periodo di Avvento, camminando verso il Natale, ogni famiglia deve ossigenarsi con la fede nel Dio che viene a salvare l’amore, la speranza, la pazienza, il dialogo e la preghiera, cioè il bagaglio di ogni vera comunità. Il Monte di Oliena frena ogni mattina l’irrompere del

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Prexepe realizzato in Parrocchia nel 1996

sole sul paese, ma non lo ferma, anzi educa tutti ad attenderlo con più gioia e certezza, così le difficoltà e le crisi che notiamo, dentro la nostra famiglia o nelle altre,

non devono spegnere l’impegno della fatica di amare e costruire ogni giorno il domani col Dio che viene. Pietro Puggioni

Sottoscrizione per la CAUSA di BEATIFICAZIONE di Padre G. A. SOLINAS Non occorrono grandi cifre, da tante piccole gocce si forma un oceano. 5, 10... euro al mese sono sufficienti per dare un valido sostegno alla causa di beatificazione di questo nostro illustre concittadino, vero esempio di santità e sostegno spirituale per la nostra comunità Chiedi in Parrocchia come fare! pag. 7


CRESIM

Io credo nell’Amore di Dio? Quali prove ho del suo Amore? Io credo nell’Amore di Dio, ora più che mai, e so che Lui esiste ed è sempre vigile su di noi. Non c’è bisogno di andare a cercare chissà quali prove della sua esistenza e del suo Amore. Se io esisto e sono vivo è tutto grazie a Lui e alla sua infinita bontà e saggezza e gli sono grato. Per questo farò questa cresima con serietà ed impegno, perché Lui è il mio Dio e Signore. Ho la salute, l’intelligenza e una famiglia felice e Lui avrà la mia riconoscenza e gratitudine, sempre. un cresimando

Hanno ricevuto la S. Cresima il 21 novembre 2 Becconi Sabrina Bellodi Loris Bette Antonello Biscu Pierantonio Boe Alessandro Calaresu Massimo Carroni Gianna Carrus Giuseppina Carta Mariano Casula Gianluca pag. 8

Catte Maria Grazia Cattide Fabrizio Cattide Roberto Congiu Anna Maria Congiu Giuseppe Congiu Michele Congiu Pierangelo Corrias Francesco Corrias Laura Corrias Maddalena

Cossu Michela Cucca Elena Deiana Hilary Deledda Gian Mario Deledda Rita Dore Lorenzo Fadda Andrea Fele Alessandra Fiasco Francesca Flore Matteo

Fronteddu Fabrizio Garau Noemi Gardu Clara Giobbe Luca Lai Federico Lovicu Francesco Lovicu Maria Carmela Maisola Agostina Malatesta Maria Grazia Malatesta Stella Su Patiu - Dicembre 2004 - n. 4


ME 2004

Grazie per la preparazione che avete dato a nostro figlio. Col nostro aiuto e con il vostro aiuto speriamo che possa portare con se il Signore per tutta la vita, come oggi lo porta nel cuore. Oggi per noi è un grande giorno perché siamo certi che lo Spirito Santo continuerà a vegliare sulla nostra famiglia. Grazie don Fancello, Grazie don Chessa E un grande grazie alle catechiste per aversi preso cura, nel cammino di fede, di nostro figlio. Grazie

2004 in Oliena dal Vescovo Mons. Pietro Meloni Manca Giuseppina Maricosu Laura Maricosu Maria Francesca Marrella Annalisa Marrella Giovanna Massaiu Graziano Mastini Daniela Moro Laura Mula Antonella Nieddu Elisabeth Su Patiu - Dicembre 2004 - n. 4

Occhipinti Andrea Palimodde Francesca Pau Francesca Pettorru Giovanni Pinna Danilo Pische Francesca Pische Giovanna Pischedda Maria Dalila Pompita Giovanni Porcu Gessica

Pudda Maria Elena Puddu Antonella Puddu Antonio Puggioni Ester Puligheddu Alessandro Puligheddu Marta Puligheddu Stefania Pulloni Giovanna Pulloni Maria Federica Pulloni Salvatorina

Sanna Alessandro Sanna Andrea Sanna Chiara Sanna Ilaria Sanna Rossana Serri Cinzia Spano Giovanni Verachi Francesco

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VITA ECCLESIALE Sulla Causa di Beatificazione del Servo di Dio

Padre Giovanni Antonio Solinas Stiamo muovendo i primi passi nella causa di beatificazione del p. Giovanni Antonio Solinas e riteniamo importante informare la Comunità di quanto si sta facendo. Andiamo in ordine. Il giorno 25 maggio si ha il primo contatto con l’avvocato Andrea Ambrosi. Il 7 giugno dal vescovo di Oran gli viene affidato l’incarico di Postulatore nella causa. In data 27 luglio vengono nominati 4 vice-postulatori nella persona dei reverendi: padre P. Juanjo Oran don Andrea Buttu Oran don Salvatore Bussu Nuoro don Salvatore Fancello Nuoro Inizia il processo diocesano in Argentina. Il p. Juanjo riceve l’incarico dal Vescovo di Oran di avviare la ricerca storica necessaria per far procedere la causa. Domenica 7 novembre si riunisce ad Oliena per la prima volta il comitato per il sostegno alla causa di beatificazione del p. Giovanni Antonio Solinas. Tutti i rappresentanti dei gruppi ecclesiali vengono convocati per discutere le iniziative da prendere a sostegno della causa. Mercoledì 24 novembre si riunisce nuovamente il comitato e stabilisce: 1. Incrementare la conoscenza di questa splendida figura attraverso immagini e la pubblicazione di una breve bio-

2. 3.

grafia curata dal can. Salvatore Bussu. Avviare una sottoscrizione annuale con diverse possibilità di contributo. Organizzare per il 23,24,25 aprile un fine settimana di cultura arte e gastronomia.

Padre G.A. Solinas - disegno di prof. Graziano Cadalanu

Quadro Economico della causa Entrate

12.385,00

Uscite

16.741,00

Alcune considerazioni: Murale sulla predicazione di Padre G.A. Solinas a Nueva Oràn in Argentina

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Dobbiamo tutti essere orgogliosi di avere un concittadino così grande, poco conta che sia vissuto trecento anni fa, la santità non ha tempo! Dobbiamo farlo conoscere il più possibile fuori di Oliena

Promuovere la causa di beatificazione non è un atto di vanagloria, ma un gesto di grande valore che oggi in modo particolare assume una grande importanza perché può essere un modello per i nostri giovani ai quali spesso sono proposti modelli negativi. Su Patiu - Dicembre 2004 - n. 4


LE NOSTRE CHIESE

A cura di Marco Vargiu

La Chiesa di San Francesco da Paola Era annessa al convento dei Minimi; questi arrivarono in paese probabilmente verso gli ultimi anni del ‘500 o nella prima metà del ‘600. Un altro luogo simbolo della ricca gamma della devozione popolare di Oliena è la chiesa di San Francesco da Paola. La chiesa era annessa al convento dei Minimi; questi arrivarono in paese probabilmente verso gli ultimi anni del ‘500 o nella prima metà del ‘600. Andarono via definitivamente nel 1767 (in seguito all’emanazione della carta reale di Carlo Emanuele III che sopprimeva con questo anche i conventi di Assemini e Lula). In seguito la chiesa divenne sede dell’oratorio delle anime. L’ordine religioso dei paolotti diede un grande impulso alla religiosità popolare ma promosse anche lo sviluppo socio-economico del paese: si sa infatti che incentivarono la cultura della vite (oltre alla tanca di “Santu Franciscu” avevano un grande vigneto in località “Irilài” e forse era loro anche la vastissima vigna di “Purgatoriu”). La facciata della chiesa, caratterizzata da uno sproporzionato campanile a vela a tre luci, è ora disadorna, piatta e monotona, frutto di incauti rimaneggiamenti, ma in origine, lo documentano alcune fotografie della prima

metà del secolo, qualche cornice a modanature, al di sopra del portale d’ingresso, ne spezzava l’uniformità. L’interno è costituito da un aula longitudinale suddivisa in quattro campate scandite da pilastri e da archi a sesto acuto con copertura in travi lignei. Un’ultima campata dietro l’altare è voltata a crociera, mentre una cappella si apre sul lato destro del presbiterio. Questa cappella fino a qualche anno fa presentava gravi infiltrazioni di umidità che ne compromettevano la conservazione, è stata restaurata di recente e appare ora piuttosto singolare: ricchissima com’è nella volta a botte unghiata di una decorazione pittorica schematica e di gusto popolare ma comunque interessante per i contenuti che rappresenta. Nel centro della volta campeggia un oculo in stucco al cui interno è raffigurato con accentuate linee di contorno e pochi colori (terra di siena, ocra, verde), in direzione dell’altare, l’Arcangelo Michele che calpesta il dragone apocalittico; ai lati della volta tra angeli e cherubini da cui partono dei fiori stilizzati che riempiono letteralmente lo spazio si

innestano le figure bibliche, ingenue e rese sommariamente, del profeta Isaia, sul lato sinistro, e forse di una Sibilla sul lato destro. Entrambe le figure si accompagnano ad alcune citazioni scritte dell’Apocalisse. Il gusto stilistico è quello tipico prevalente in Sardegna del S. Francesco da Paola - facciata planarecromatico, quasi una cifra e chiamalo i suoi figli ‘Minimi’; cioè gli ultimi, distintiva degli artisti locali. Brani di questo tipo di perché da ultimi siano di decorazione li ritroviamo testimonianza e di servizio pressoché identici nella alla Chiesa per la costruzione cappella voltata a crociera (in del Regno. L’ideale origine la capilla mayor) della evangelico della conversione chiesa di Nostra Signora di sintetizza la proposta Monserrato evidentemente spirituale dell’Ordine dei eseguiti dalla stessa mano Minimi pensiamo verso i primi anni Attraverso i voti, i frati del Settecento. Sulla parete di minimi vivono la pienezza fondo della cappella un altare della loro consacrazione, stuccato a rilievo con foglie di imitando Cristo sulla strada acanto reca la scritta: QUIS della penitenza evangelica. UT DEUS, mentre al di sopra S.Francesco li ha infatti dell’altare un’altra scritta cita esortati a ‘fare frutti degni di la committente: una certa penitenza, sotto i voti di povertà, di castità, di Ioannisa Manca. Terminiamo citando obbedienza e di vita alcuni passi della regola di San quaresimale”. Francesco di Paola: Francesco di Paola ha voluto (III Regola, c. 3)

ARTIST FOTO STUDIO di Salvatore MUSSONE C.so M.L. King, 51 - OLIENA - tel. 0784.288759 Particolare degli affreschi nella chiesa di S. Francesco

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AMMENTOS AMMENTOS

cronache e ricordi d’altri tempi

Gli anni Quaranta e Cinquanta a Oliena All’annuncio del bollettino di guerra i presenti dovevano alzarsi in piedi, levarsi su bonette ed ascoltare in silenzio le notizie dal fronte. Il Circolo di Azione Cattolica era per molti di noi ragazzi un punto di riferimento.Gli anni ’40 erano veramente tristi. C’era la guerra ed era stato imposto l’oscuramento nei centri abitati. Nel primo periodo le strade del paese erano illuminate da lampadine blu, che emettevano una tenue luce bluastra, nascosta da grossi paralumi. Poi l’oscuramento è stato totale. Spostarsi per le strette vie del paese, in notti senza luna,era difficile e si ricorreva a “su chicone”, che bisognava agitare perché emettesse un po’ di chiarore. Nel periodo invernale a scuola si andava portandoci dietro un ramo di legna, che non serviva per scaldare le gelide aule, ma per consentire a zia Annamaria Pilleo di preparare la refezione scolastica con indimenticabili rigatoni al sugo e minestrone, da sempre nemico giurato dei ragazzi e per questo disgustevole. In su “Riveddu”, piazzetta a metà della via Garibaldi e delimitata dalla grande curva del Giardino Calamida, c’era la Trattoria – Vini e Liquori – meglio conosciuta come “su cilleri ‘e Rimundeddu”. Fino al 1941 una grande insegna indicava “Spaghetti a tutte le ore”, ma con il proseguire della guerra gli spaghetti rimasero sull’insegna e nel ricordo di un periodo felice. In su Cilleri campeggiavano i ritratti del duce e di Hitler, che da piccolo credevo fosse la foto di ziu Canevecciu il barbiere, perché portava baffi uguali. I muri del locale erano tappezzati dalle carte geografiche dell’Europa e dell’Africa perché i cittadini potessero seguire la marcia “trionfale”degli eserciti dell’Asse.Al gestore era stato imposto anche l’acquisto di un apparec-

chio radio perché gli avventori de su cilleri potessero ascoltare il bollettino di guerra, immancabile notiziario delle ore 20,00. All’annuncio del bollettino di guerra i presenti dovevano alzarsi in piedi, levarsi su bonette ed ascoltare in silenzio le notizie dal fronte. La scuola elementare continuava a funzionare. Ci si presentava in aula col saluto fascista.Ero figlio della lupa, primo gradino nella scala gerarchica fascista:pantaloncini corti grigioverde, camicia nera e fez nero con piumotto. D’estate in colonia a Elethai, dove il ricordo si è fermato al cucchiaio di miele sul pane. Altro ricordo, l’immancabile cucchiaio di olio di fegato di merluzzo, che ci propinavano all’ingresso della scuola come apporto vitaminico al nostro fragile organismo.Aveva un sapore disgustoso, per nulla mitigato dalla zolletta di zucchero che portavamo appresso. Immancabile l‘ora di religione, che nella mia classe era tenuta da su Vicariu. Delle sue lezioni mi era rimasto impresso Nabucodonosor, forse per il nome, ma ho dovuto aspettare l’età matura per saperne di più.Volevo diventare chierichetto, ma non ero nelle grazie di Tatanu Cappedda, quarto discendente di una famiglia de jahanos, eppoi non riuscivo ad andare oltre “Introibo ad altare Dei” per via del latino che mal si conciliava con l’olianese. Le notizie dal fronte erano sempre più disastrose e noi ragazzini incominciavamo ad odiare Mussolini. Non capivamo nulla della politica, ma avvertivamo che la miseria che serpeggiava nelle nostre case era frutto della guerra. E venne il 25 luglio’43. Tutti esultarono perché con la caduta del

anni ‘50 - Rappresentazione teatrale “Pepped- da e Antioghedda” - da sin. P. Congiu - don Calaresu P. Sanna

fascismo credevano si fosse finito di soffrire, invece è noto che le cose andarono diversamente. Nell’autunno del ’43 si insediarono in paese un battaglione di soldati, ripiegati dalla Libia. Occuparono scuole e chiese e se fino a quel momento in paese si poteva ancora reperire qualche alimento (inucru,armulatha,cicoria ecc)con l’arrivo dei soldati scomparve tutto e per tutti noi incominciò il periodo più duro. Introdussero il tesseramento. Nei mulini del grano e nei frantoi erano di guardia i carabinieri perché tutto veniva requisito e solo una minima parte veniva lasciata ai proprietari. Causa l’occupazione della scuola elementare di S.Maria, alcuni di noi poterono frequentare per pochi mesi una scuola professionale nei locali dell’ex sindaco Nieddu:siamo nel 1944.I soldati lasciarono Oliena, e un carro armato alle spalle della chiesa di S.Maria, dove ora c’è il distributore ESSO. Arrivarono le notizie dell’uccisione di Mussolini e, finalmente,

la vittoria delle forze alleate, la morte di Hitler e l’occupazione della Germania. Ma Oliena era stremata. I buoi, adihaos, tiravano a stento i carri carichi di niente. Incominciarono a rientrare i reduci.Piazza S.Lussorio, capolinea della corriera SATAS, era sempre affollata di familiari, in attesa del ritorno di qualche loro caro. Nell’anno scolastico 45-46 la scuola incominciò nuovamente a funzionare ed iniziò anche la 1^ classe di avviamento professionale per gli alunni che lasciarono le elementari nel ’43 e che, per la guerra , non poterono più frequentare. Insegnanti: prof. Putzu, le maestre: M. Gardu, A.Cossu, Ciccia Mula. Ma l’avvenimento più importante di quel dopo guerra fu la disinfestazione totale del paese con il DDT. Nel giro di qualche giorno il paese fu liberato da mosche, zanzare, pidocchi e tanti altri parassiti. Sembravamo rinati a nuova vita. Pietro Congiu

anni ‘50 - Mons. Melas in visita pastorale a Oliena

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TERRITORIO

Il Ribes Sardoum Martelli nel supramonte di Oliena La vera e fortunosa cronaca del ritrovamento

Da sinistra a destra-Ciu Babbore Nieddu-seduto Prof.Rovinetti in alto Cìu Dero- Ginetto Puddu e uno studente di Cagliari

Est custu chi semus chirchende dae meda, Bovò !..(E’ questo che stiamo cercando da tanto tempo.. Salvatò..) urlò, al colmo della gioia il Prof. Rovinetti, rivolto verso mio padre, agitando freneticamente uno dei tanti rametti di foglie che coprivano delle forme di formaggio e ricotta secca stivate in una “bertula di uresi (orbace)” nella povera e fumosa capanna dell’ovile di Pradu. ————————Già dagli inizi degli anni 50 il Prof. Fernando Rovinetti, docente di scienze naturali a Nuoro, coltivava il sogno di ritrovare sui monti di Oliena, il Ribes Sardoum, che dall’epoca della sua scoperta e descrizione fatta dal Martelli nel 1894, non era stato più rinvenuto: Con questa speranza nel cuore aveva intrapreso diverse ricerche, ma sempre con esito negativo.-. Nella tarda primavera del 1953 su incarico del Prof. G. Martinoli dell’Istituito Botanico dell’Università di Cagliari, Il prof. Rovinetti, per riuscire dove Lui e altri, avevano fallito, consapevole anche della vaghezza degli appunti lasciati dallo stesso Martelli, ”Habitat, Una cum Acer et Rosae ad summitatem montis calcarei s’atta e Bidda in dictione Olienae, inter rupes loco dicto –Su Pradu- mille metra circiter alt.“ deciso a vincere la sfida contro la sfortuna, organizzò con molta cura una vera e propria spedizione. Sapeva per esperienza che avventurarsi nel Supramonte senza una gui-

da esperta e conosciuta poteva generare dei rischi, vuoi per l’asprezza del territorio (disseminato di nurres e anfratti) vuoi per la diffidenza innata dei pastori verso le persone estranee a quell’ambiente selvaggio. Fra gli studenti di Oliena che frequentavano a Nuoro, aveva stretto legami di sincera amicizia con Paolo Salis figlio di cìu Prededdu Sale noto “Ciacciai” dalla quale famiglia ottenne appoggio incondizionato: Cavalli, viveri e l’ausilio di una guida competente ed esperta, Salvatore Nieddu (cìu Babbore) Sui cavalli messi a disposizione dalla generosità dei Salis furono caricati i materiali indispensabili e necessari per le ricerche che si dovevano iniziare: La piccola carovana lasciatasi alle spalle le ultime casette del rione Su Carmene, s’incamminò nella vecchia e antica carrareccia costruita dai carbonai alla fine dell’800 ed ancora percorsa dai “carrulantes” che la usavano per il trasporto di calce e legna da ardere. Senza forzare mai l’andatura , arrivarono finalmente a Daddana località ove ciu Babbore aveva previsto il campo base.<Sotto un enorme leccio, fissammo il campo> —Racconta Pauleddu Salis <- il posto era oltremodo ideale, vuoi per la presenza poco distante di una fonte d’acqua perenne ma anche per la relativa vicinanza al Paese.- Ripulimmo una capanna di cui esistevano solo le mura in pietra grezza e la coprimmo con una tenda; Ciu Babbore

sfrondò diversi lecci e sminuzzando le frasche ricavò, una soffice e fragrante lettiera; all’esterno poi, con altri rami fu costruita una specie di tavolo sopra il quale consumammo un frugale pasto. Il Professore carte alla mano prese poi, a pianificarci il lavoro dei giorni successivi. Io avevo il compito di guardia del campo e dello smistamento e catalogo delle erbe ed essenze che via via sarebbero state riportate dalle escursioni. Cìu Babbore il Professore e altri volontari che , si sarebbero aggiunti successivamente, avevano il compito di battere sistematicamente la montagna nella ricerca di quello che per il Professore era il chiodo fisso. Rivolto a cìu Babbore che aveva una conoscenza straordinaria dei luoghi e di moltissime erbe, gli spiegava che l’arbusto in questione aveva le foglie rassomiglianti a quelle della vite ma, molto più piccole.-< Ricordo!> Aggiunge ancora Paolo Salis <Partivano la mattina e rientravano a pomeriggio inoltrato, stanchi a volte anche sfiduciati,Riportavano centinaia di erbe ma del Ribes nessuna traccia.Il Professore diventava taciturno leggeva e rileggeva i suoi appunti in latino Traduceva a voce alta, forse con la segreta speranza di cogliere qualcosa che gli poteva essere sfuggita <In uno con l’acero e rose,sulla cima del monte s’atha de bidda, come viene chiamato dagli Olianesi fra le rocce della località di Pradu a circa mille metri di quota. Cìu Babbore incuriosito affermava di non conoscere questi “Acer” avute le giuste spiegazioni al riguardo ribatteva al professore < hussos harvores, los muttimos, Hostis> dormire La notte, risultava impossibile poichè al bagliore del fuoco ciu Babbore Ci raccontava delle cose straordinarie e avvincenti. Storie di guerra, di bardane con banditi e ricercati, di nurres piene di ossa umane, di mufloni e cinghiali: aveva un suo modo colorito di descrivere l’uccisione di una selvaggina o “era”come lui chiamavi i selvatici,” mi l’appo parpau, s’ishurriada è su lampu è su ohu e si che vortada francas a susu” l’ho mirato, ho fatto fuoco, l’ho visto cadere gambe all’aria. Intanto le ricerche continuavano, per non lasciare nulla al caso il Prof. Aveva acconsentito a lasciar scendere ciu Babbore nella curtiggia di Hortu Camminu, dove si raccontava che era stata colta nella notte di San Giovanni la rosa di Gericò, ma a patto che fosse legato ad una fune di sicurezza. continua a pag. 14

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DAI LETTORI Ci scrivono: Ci scrivono. Cari don Salvatore e don Giovanni Maria Grazie di quanto fate per noi e anche di questo nostro ‘Su Pathìu’. Vi invio questo semplice racconto che se ritenete opportuno potrete pubblicare. Può sembrare una favola invece è una storia vera. Sono passati quasi cinquant’anni dal quel 2 febbraio 1956 quando ebbe inizio quella straordinaria nevicata, venne chiusa anche la scuola. Dopo i primi giorni la sera si andava a letto con la speranza che l’indomani tutto fosse finito e invece durò un mese. La gente non poteva lavorare e i viveri iniziavano a scarseggiare e in alcune case anche a mancare. I poveri diventavano sempre più poveri. Per i bambini era festa, si divertivano a giocare con la neve ma non abituati facevano spesso la spola tra sa pratha e su ‘ohile. Ricordo che proprio in quei giorni si fecero le cresime. Tanti tetti crollarono per il peso della neve e alcune case vennero abbandonate. Ad Oliena abitava allora una famiglia molto numerosa e molto povera. I piccoli non avevano scarpe e in quei giorni pur di non perdere il divertimento della novità, giocavano scalzi in mezzo alla neve fino a quando i piedini diventavano viola dal freddo. Un giorno, mentre felici davanti a casa loro inseguivano i fiocchi di neve fresca che si aggiungeva ad altra, passò un uomo, un calzolaio, mastru ‘e iscarpas e negoziante di scarpe di fabbrica. Visti i bambini che giovavano scalzi sulla neve domandò loro dove abitassero, avuta l’indicazione si avvicinò alla porta e chiese alla madre il permesso di poter regalare ai figli un paio di scarpe ciascuno. La donna meravigliata di tanta generosità acconsentì e ringraziò. L’uomo seguito da 8 bambini saltellanti felici li accompagnò al negozio dove dopo aver ripulito e scaldato i piedini fece loro indossare calze e scarponcini fiammanti. I piccoli, come tutti i bambini del mondo, seguirono tutta la scena incuriositi e divertiti. Al termine il buon uomo riaccompagnò i fanciulli a casa. Terminato il grande freddo anche loro poterono andare a scuola con i loro coetanei. Su mastru ‘usidore continuò nel suo mestiere, questa sua opera buona continua a vipag. 14

vere nel cuore di quegli 8 bambini ormai adulti. Se tutti fossimo come lui ci sarebbero meno poveri. @@@@@@@@ Carissimi don Fancello e don Giovanni Maria Ho ricevuto con molta gioia il notiziario di Oliena “Su Patiu”. Mi ha fatto molto piacere leggere anche il mio nome insieme a quelli di tutti gli altri che come me hanno formato una nuova famiglia. Augurandomi di ricevere ancora notizie del mio caro paese e della mia cara parrocchia vi saluto con affetto Graziella Cabboi

Rev.mo Don Fancello e Don Giovanni Maria, pace e bene. Come state? Io sto bene. Chi vi scrive é suor Maria Antonella, per ringraziarvi di vero cuore per il dono del giornale “Su Patiu” che ho ricevuto. L’ho letto con tanta gioia e interesse e mi ha fatto vivere e ritornare al mio paese con il pensiero e con tanta nostalgia. Spero di poterlo rivedere al più presto. Vi ricordo sempre nelle mie preghiere davanti a Gesù Sacramentato, egli vi possa guidare e benedire in quest’opera buona che state facendo nell’arricchire spiritualmente chi lo legge. Vi saluto con stima e affetto in Cristo Suor M. Antonella Mossa continua da pag. 13

Bacca di Ribes Sardoum Martelli

forme e gli utensili di legno di ginepro .Ad un certo punto cìu Babbore vide il Professore impallidire, mentre osservava la bertula colma di formaggio, stropicciarsi gli occhi, afferrare tremante un rametto di foglie e girarsi verso la luce che proveniva dalla porticina della baracca, per vedere meglio: Oh Dio! non poteva credere ai suoi occhi, un nodo alla gola e.. poi.. dalla strozza l’urlo di gioia liberatore…. Finalmente. Esattamente dopo 59 anni (1894-1953) il Ribes Sardoum era stato ritrovato! Era accaduto che a circa cinquanta metri dall’ovile, e poco distante da un “Osti” il famoso Acero, radicato in mezzo ad un rocciaio, vi era una minuscola valletta nascosta e delimitata da rocce nella quale si trovava un piccolo arbusto dal quale il Pastore aveva strappato delle tenere frasche per coprire il formaggio, insaccato nella bertula che si accingeva a portare in paese. Per tutti un arbusto senza valore o utilità, ma che per lo studioso rivestiva un valore immenso: Rarissimo ed unico al mondo.

Ciu Babbore esplorata la cengia era risalito con un campionario della flora esistente, ma del Ribes nessuna traccia.Il Professore sembrava disperato, io cercavo di rincuorarlo ciu Babbore asseriva dicendo: Professò! si husta erva b’este, la vohammo vincias dae sutta terra, bi volede unu pahu de fortuna. Puntualmente dal paese salivano parenti ed amici che portavano viveri, frutta, vino e allegria. ci lasciavano la sera caricando sui cavalli le erbe che avevo catalogato e inserito fra i fogli di carta, che venivano poi trasferiti a Nuoro. Mentre la guida confabulava con il Peppino Nieddu pastore il professore osservava con curiosità e attenzione il povero arredamento della baracca: un misero giaciglio addossato alla parete di pietra nuda, il focolare al centro con tre pietre che sostenevaVia Ugo Foscolo, 45 - 47 - NUORO no un “lapiolu” di Tel. 0784/254082 - Fax 0784/251494 rame dove veniva scaldato il latte, le

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“La finestra... sui Giovani

a cura di Anna Franca Pau

“ALZATEVI ANDIAMO ALZATEVI E NON TEMETE Andiamo fidandoci di Cristo, sarà Lui ad accompagnarci nel cammino fino alla meta che Lui solo conosce” Giovanni Paolo II ALZARSI…per quale motivo?? ANDARE…ma..dove?? e ancora NON TEMERE…di chi o di che cosa?? La risposta è: SEGUIRE GESU’ Seguire significa camminare insieme con un altro che traccia il cammino e Gesù non sta mai fermo, non si stanca di passare accanto a noi e chiamarci.La sua chiamata è una dichiarazione di vita e di amore e allora non possiamo aver paura, dobbiamo rispondere. Per tre giovani di Oliena la risposta è stata accogliere Cristo nella loro vita iniziando il cammino nel Seminario Minore a Nuoro e continuando a Cagliari nel Seminario Maggiore. Antonello Corrias e Antonello Solinas ci raccontano l’esperienza pastorale che stanno vivendo e Luca Farina ci rende partecipi del suo primo anno a Cagliari.

Caritas Parrocchiale

PREMIO BONTA’ 2004 La Caritas Parrocchiale di Oliena, allo scopo di sensibilizzare tutti sulla necessità di un impegno continuo nei confronti delle realtà più bisognose presenti nel territorio, e per svolgere un’azione di stimolo a ricercare strade attraverso le quali la carità diventi impegno sociale, ha istituito il Premio Bontà. Tutti coloro che fossero a conoscenza di atti umanitari, di bontà, di fratellanza, compiuti da ragazzi fino ai 16 anni e da adulti sono pregati di far pervenire le segnalazioni presso l’Ufficio Parrocchiale, entro il 15 dicembre 2004. Una apposita commissione valuterà le segnalazioni. Il premio verrà consegnato in occasione della festa della Santa Famiglia. INDIRIZZI e NUMERI TELEFONICI

Parrocchia Sant’Ignazio di Loyola Piazza Collegio, 7 - 08025 OLIENA (Nu) Tel. e Fax 0784.285655 Indirizzo e-mail: p.santignazio@tiscali.it Don Fancello Don Chessa Don Puddu Suore

tel. tel. tel. tel.

0784.285655 0784.288646 0784.288707 0784.287555

Orario Ufficio Parrocchiale: Durante l’inverno l’ufficio è aperto nelle ore pomeridiane.

Io “sono”nella misura in cui dico il mio Sì al progetto d’amore che Egli ha su di me Qual è stato l’impatto con la realtà del Seminario Regionale Sardo ? Il primo periodo mi sono trovato un po’ spaesato anche perché a contatto con una realtà diversa quale quella cagliaritana, l’inizio della vita universitaria, nuovi compagni con cui condividere il proseguimento del cammino iniziato nel Seminario Minore a Nuoro. Di grande aiuto sono state le testimonianze che precedentemente ho ricevuto dai miei “fratelli maggiori” Antonello Corrias e Antonello Solinas. Com’è stata l’accoglienza da parte degli animatori e dei seminaristi ? Abbastanza buona, mi son trovato a mio agio tant’è che dopo solo qualche settimana mi sentivo già “uno di famiglia”. Quali sono le differenze tra l’esperienza già vissuta a Nuoro e quella che hai iniziato a vivere a Cagliari ? Per quanto riguarda l’ambito universitario il trovarmi di fronte a metodi di apprendimento e tempi di studio diversi e nuovi ha accresciuto in me la consapevolezza di essere maggiormente responsabile nel gestire il tempo a mia disposizione. Sicuramente un’altra novità di questa esperienza è il conoscere e il confrontarmi con 64 giovani provenienti da tutta la Sardegna, ognuno con un proprio vissuto dal quale trarne input per la mia crescita umana e spirituale. Perché oggi un ragazzo come te decide di seguire una vita di rinunce? Non considero questa una vita di sole rinunce; purtroppo tanti giovani associano l’essere sacerdote all’esilio dal mondo e invece il prete è colui che più di tutti sta a contatto con ogni realtà dalla giovanile alla più adulta. Ciò che mi ha spinto a fare una simile scelta è il desiderio profondo di avvicinarmi a Dio e di servirlo aiutando e donandomi pienamente a coloro che a LUI piacerà farmi incontrare quando verrò ordinato sacerdote. Voi ragazzi, probabilmente vi starete chiedendo come mai possa , ad esempio, rinunciare ad una ragazza, a creare un rapporto d’amore fino alla costruzione di una famiglia, io posso rispondere semplicemente che la famiglia diventa la comunità che il vescovo ti affida, l’amore che provi è un amore fraterno verso tutti. E’ proprio per questo che non la considero affatto una vita di rinunce e incoraggio voi giovani e miei coetanei a non aver paura di rispondere alla chiamata che il Signore riserva a ciascuno. Certo la strada che conduce a LUI è ricca di ostacoli, che talvolta ci danno tanta sofferenza, ma se perseveriamo convinti e saldi nella fede state certi che non c’è nulla di paragonabile alla Felicità che ci donerà al termine solo accoglienza e pernottamento di questo grande cammino che è la vita.

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“La finestra... sui Giovani

a cura di Anna Franca Pau

Al servizio nella vigna del Signore… Al servizio per il Regno di Dio…

“Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua Croce e mi segua.” (Lc 9,23).

Ne “La formazione dei presbiteri nella Chiesa italiana” leggiamo che << tutta la pedagogia seminaristica, in quanto mira a conformare i futuri presbiteri a Cristo Pastore, ha un carattere essenzialmente pastorale. Oggi però appaiono sempre più rilevanti l’importanza e lo spazio accordati alle esperienze pastorali compiute nelle parrocchie>>. Questo mio intervento vuole essere una testimonianza di tutte le mie esperienze pastorali vissute nella realtà ecclesiale di Cagliari. Tali esperienze in questi anni nel Seminario Regionale Sardo sono state fin’ora tre: la prima nella parrocchia di Solanas frazione di Sinnai (Ca) con il parroco don Gianni Paderi, dove ho incontrato una comunità accogliente ed impegnata sebbene piccola, comunità composta da duecento anime. La seconda nella parrocchia di Elmas (Ca) con il parroco don Francesco Porru aiutato da don Eliseo Mereu, sacerdote in pensione ma di grande vitalità e voglia di lavorare; qui ho potuto vivere e sperimentare la comunione che ci deve essere tra confratelli. La terza la sto sperimentando nella parrocchia dei Santi Giorgio e Caterina con il parroco don Franco Matta e don Giancarlo Atzei dove ho appena iniziato il mio servizio. Tutte realtà differenti che mi hanno offerto elementi validi per una buona formazione pastorale e umana in vista del Presbiterato. Ma perché allora recarsi nelle parrocchie prima di essere ordinato presbitero? Vorrei rispondere a questo interrogativo che spesso mi viene posto in particolare dai giovani. Le risposte sono tre parole chiave. La prima parola chiave è IMPARARE dal parroco e dalla gente come ascoltare il prossimo. Molto bello è il rapporto con la realtà delle famiglie che sono sentite ancora valore importantissimo e nucleo privilegiato dell’ annuncio evangelico; spesse volte mi è capitato di ascoltare dei genitori disperati con i propri figli che ormai hanno perso quasi tutti i propri valori e rapporti con i familiari. La seconda parola è RENDERSI UTILE al parroco nelle cose da fare dunque ciò che concerne la preparazione e la cura interiore ed esteriore dell’ Eucaristia e delle organizzazioni parrocchiali. La terza ed ultima parola chiave è TESTIMONIARE la mia esperienza di Dio e la mia vocazione con gioia ai giovani della parrocchia ed in particolare ai tanti giovani che non vanno in chiesa. Prego ogni giorno per loro sapendo e sperando che un giorno si riavvicinino a Gesù e alla Chiesa. La preghiera, infatti, è la pastorale per antonomasia: è la prima e più importante attività di un seminarista, da lì devono partire e ad essa tornano tutte le nostre attività. È in essa che si impara, ci si rende utili e si testimonia, è il rapporto d’amore tra il Creatore e la creatura che implora per sé e per i fratelli, non è come da molti considerata una perdita di tempo in un mondo impegnato nella ricerca del plus valore. Ecco il mio piccolo e umile esempio di manovalanza nella vigna del Signore.

È questa una delle espressioni bibliche che da sempre mi ha accompagnato nel cammino vocazionale verso il sacerdozio e penso che ciò sia valido per chiunque si considera cristiano. Rinnegare se stessi, infatti, significa svuotarsi di tutto ciò che ci ostacola nel nostro cammino verso Cristo: i peccati, i pregiudizi ed anche la nostra ignoranza nei confronti della Sacra Scrittura. Come diceva S. Girolamo: “l’ignoranza della Sacra Scrittura è ignoranza di Cristo”. Ma, forse quello che ci costa di più è quel prendere la nostra croce, la nostra vita e seguire Gesù. Quanto scrivo l’ho sperimentato anzitutto nella mia vita di giovane ventitrèenne ma soprattutto, da tre anni a questa parte, durante il servizio pastorale che svolgo il sabato sera e la domenica mattina presso l’ospedale Oncologico di Cagliari (dove anche Don Ruggero Bettarelli ha trascorso qualche anno, prima di me). Devo premettere per chi non lo sapesse che noi seminaristi il sabato e la domenica andiamo nelle varie parrocchie di Cagliari e dintorni per così dire “imparare il mestiere del sacerdote”, e quindi per fare “sos iscentes”, oltre che per dare una mano d’aiuto alle varie comunità. Non nascondo che all’inizio provavo un po’ di timore per quella che, per me, era una nuova realtà e tra l’altro molto delicata, anche perché ti trovi a dover vivere situazioni molto difficili, dove spesso le parole servono a ben poco. A differenza dei miei compagni seminaristi il mio compito all’Oncologico è, forse in apparenza, più semplice: io non devo tra sabato e domenica partecipare a circa sei o sette messe, fare incontri con il parroco, i chierichetti, i giovani, fare catechismo ecc. In genere un mio fine settimana “tipo” all’Oncologico inizia verso le tre e mezzo con la recita del Santo Rosario, la Santa Messa alle quattro e mezzo dove con la chitarra insieme ad altri volontari animiamo la messa e… fino qui tutto tranquillo! Il bello arriva dopo la Messa quando visitiamo i vari reparti per salutare i malati, che soprattutto il mio primo anno non conoscevo… una situazione al dir poco imbarazzante, perché a volte non si sa mai cosa dire, ne tanto meno come iniziare un discorso e quindi lasciavo spazio ai seminaristi veterani. Ora, al terzo anno, ho lasciato da parte il timore. La domenica mattina, tutto è come il sabato sera, solo che al posto di visitare i malati dell’Oncologico andiamo al Microcitemico dove curano i bambini; con loro trascorriamo un po’ di tempo giocando, scherzando o parlando con i genitori. Molte volte chiacchierando con i malati penso a qualche frase da dire loro soprattutto quando sono molto tristi…il bello è che qualche volta sono loro ad anticiparmi, a volte anche solo con un sorriso, una stretta di mano. Qualche volta mi è capitato di stare vicino a dei malati terminali e li era il silenzio a fare da padrone, silenzio che diventava preghiera nel mio cuore. Sono queste le situazioni che nella loro fredda realtà danno luce a quelle parole del Vangelo “prendi la tua croce e seguimi”. Posso dire che l’Oncologico è si luogo di dolore e di speranza ma soprattutto luogo di santità per tutti i malati che incarnano e partecipano nel loro corpo alle stesse sofferenze di Cristo sul Calvario. Devo dire che sono molto contento del cammino che ho iniziato circa tredici anni fa con il seminario minore a Nuoro. Non nego le difficoltà che definisco opportune per la crescita di ogni essere umano e non posso negare che in questi anni ho avuto diverse occasioni per gioire della mia scelta di vita anche perché sono sicuro che il Signore non si fa vincere in generosità. L’essere un domani sacerdote non è per me una rinuncia alla vita ma un essere affascinato pienamente dalla “Vita”, o come qualche volta ho sentito in un espressione sminuente “un lavoro come un altro”, anche perché il mio “datore di lavoro” è diverso dagli altri e non paga solo una volta al mese ma tutti i giorni. Ai giovani come me voglio dire le parole che il Santo Padre Giovanni Paolo II ripete spesso nelle GMG: “NON ABBIATE PAURA!”. Noi saremo il sale della terra e la luce del mondo nella misura in cui guarderemo al nostro futuro con la gioia e la speranza che ha animato i discepoli di Emmaus nello scoprire che, chi stava vicino a loro nella via e con loro aveva spezzato il pane era, Cristo Gesù Risorto.

Antonello Corrias

Antonello, Luca e Antonello, in seminario a Cagliari

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Antonello Solinas

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