Illustrazione Ticinese - febbraio 2020

Febbraio 2020

it

Illustrazione ticinese MensiLe aLLegato a “iL Caffè” e aL “Corriere deL tiCino”

iLLUstraZione.Ch

Giovanni Kappenberger metereoloGo e GlacioloGo

L’onda verde è ancora troppo lenta

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iL Mese

Custodire il mistero

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La MobiLità

iL Personaggio

Giovanni Kappenberger: “L’onda verde è troppo lenta”

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L’aLiMentaZione

L’energia

Minergie fa la casa bella e... risparmiosa

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iL viaggio

L’ultima frontiera verde arriva dalle auto elettriche

Salviamo il mondo prima di cena

Dentro i segreti dei châteaux

i trasPorti

La saLUte

Le testiMonianZe

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Come le e-bike conquistano le strade

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Ecco le buone abitudini per migliorare la qualità dell’aria

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Come salviamo questo mondo?

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editore Società editrice del Corriere del Ticino Sa via industria, 6933 Muzzano, Tel. +41 91 960 31 31

i riCordi

Quanto conta l’esperienza nella meteorologia?

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pagina

Mensile distribuito in allegato a... “il caffè” (la domenica) “corriere del ticino” (il lunedì) Direttore responsabile Direttore responsabile lillo alaimo Fabio Pontiggia stampa Fontana print Sa – Via giovanni Maraini 23, 6963 Lugano redazione Via Luini 19, 6600 Locarno, Tel. +41 91 756 24 40 www.illustrazione.ch – info@illustrazione.ch

Per la pubblicità rivolgersi a Mediati Marketing sa Via Cantonale 36, Centro ambrosart, 6928 Manno +41 91 960 34 34 annunci@mediatimarketing.ch

iL fUtUro

Oltre le stelle del nostro orizzonte

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il meSe

AnDrEA FAziOLi Giornalista e scrittore

Custodire il mistero

e

Gesti semplici, come quello di camminare che aiutano a riordinare idee e pensieri

cco la domanda: chi siamo noi, davvero? Dove passa il confine fra noi-stessi-ma-proprionoi e ciò-che-ci-siamo-o-che-ci-hanno-cucito-addosso? A voler essere precisi, bisognerebbe rispondere come Giobbe nella Bibbia: nudi siamo usciti dal ventre di nostra madre, nudi ritorneremo nel ventre della terra. Il resto è solo, come dire, un intermezzo. Ma è un intermezzo pieno di case, famiglie, passaporti, tatuaggi, pranzi della domenica, autobus, banconote e altri vestiti più o meno eleganti, che velano la primordiale nudità.

Quando scrivo un romanzo, cerco di prestare attenzione ai dettagli. Ma soprattutto mi sforzo di cogliere quello che Simenon chiamava l’“homme tout nu”, l’uomo nudo, nella sua natura essenziale. E spesso alcuni gesti in apparenza semplici, come quello di camminare, mi aiutano a riordinare i pensieri.

Uno dei miei luoghi favoriti è il pianoro della Greina, fra le montagne a nord della Svizzera italiana.

Da migliaia di anni è un valico per chi viaggia attraverso le Alpi. Oggi il Passo della Greina, a 2362 metri sul livello del mare, segna il confine fra due Cantoni elvetici: Ticino e Grigioni. Ma è proprio l’idea di Illustrazione ticinese / febbraio 2020

il pianoro della greina, fra le montagne a nord della Svizzera italiana, da migliaia di anni è un valico per chi viaggia attraverso le alpi. oggi il passo segna il confine fra ticino e Grigioni

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“confine” a diventare labile quando ci si trova lassù, nella vastità dell’altopiano in cui sole, vento e acqua discutono fra loro con parole nate prima di ogni linguaggio. Ci affanniamo a litigare su “cittadinanza”, “identità”, “tradizioni storiche”, “valori nazionali”, “patria”, “politiche migratorie”, “istituzioni”… e trecento milioni di anni fa qui c’era soltanto acqua. Un mare calmo, tropicale. Un moto di onde senza frontiere, incessante, sempre uguale a sé stesso. Da uno strato roccioso all’altro, si misura l’ampiezza e la lentezza dei movimenti che hanno creato il suolo, quello stesso suolo che ci pare immutabile e che possiamo misurare, ma non veramente possedere.

Questo è il punto. Perché camminare nella natura è rigenerante? Perché quando lo faccio ho l’impressione di avvicinarmi di più al cuore delle mie storie? Forse perché, come autore, devo abituarmi al fatto che posso mettere in scena i personaggi, ma di certo non spiegarli o controllarli completamente. Allo stesso modo la natura, la terra sulla quale viviamo, è affidata alla nostra custodia. Possiamo usarne a nostro beneficio, ma non possederla, non piegarla senza ritegno alle nostre necessità.

Come le storie che raccontiamo, anche la natura ha un’origine misteriosa: prendere coscienza di questo mistero è il primo passo per rispettarla.

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Giovanni KaPPenberGer il PerSonaGGio

“L’onda verde è troPPo Lenta”

giovanni Kappenberger, 71 anni, nello studio della sua casa di San bernardino, tra le letture preferite

Glaciologo, metereologo, ex politico.

E attento a tutto ciò che lo circonda.

Ma soprattutto determinato nelle sue passioni: il rispetto della natura e la salvaguardia della Terra

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AnDrEA BErtAGni

iovanni Kappenberger è glaciologo, meteorologo, ex politico e nonno. Ma soprattutto è un uomo di 71 anni determinato nelle sue passioni: il rispetto della natura e la salvaguardia della Terra. Soprattutto ora che è minacciata dal riscaldamento globale. Che nessuno contesta ma in pochi combattono. “L’Oceano Artico è ricoperto da milioni di chilometri quadrati di ghiaccio marino che ogni estate si riduce sempre di più - spiega Kappenberger -, tutto ciò è causato dalle concentrazioni di anidride carbonica presenti nell’atmosfera, che non sono mai state così alte negli ultimi 800mila anni”.

Perché l’Artico è così importante per il clima mondiale?

“A causa del riscaldamento, la massa d’aria fredda che abitualmente si trova sopra il polo Nord si scompone più spesso, formando diversi piccoli vortici freddi che si muovono verso Sud. Uno è sce-

il PerSonaGGio

so sugli Stati Uniti recentemente, un altro è arrivato sull’Europa occidentale, portando correnti da Sud, molta umidità, acqua alta a Venezia e poco sole”.

E poi?

“Il rallentamento della corrente occidentale e il suo girovagare sempre più forte causerà l’estremizzazione del tempo, già in atto, e che si accentuerà. Soprattutto quando avremo la prima estate senza ghiaccio sull’Oceano Artico, che invece di essere quasi bianco sarà quasi nero”.

E cosa accadrà quando ci sarà la prima estate senza ghiaccio sull’Artico?

“Avremo scombussolamenti di ben altro livello e non sappiamo bene quali sorprese ci porteranno.

Comunque noi che abitiamo nell’area alpina siamo privilegiati, perché saremo meno toccati rispetto alle regioni già aride che subiranno maggiormente i cambiamenti”.

Cosa accadrà ai ghiacciai alpini come il Basodino e l’Aletsch?

“Quello del Basodino fra vent’anni sarà sparito, ma anche l’Aletsch perderà con certezza tutta la sua bella ‘lingua’ che conosciamo dalle cartoline”.

La situazione è già compromessa o è possibile ancora invertire la rotta?

“Abbiamo ancora tempo. Ma bisogna agire subito.

Dobbiamo mettercela tutta. Non fare niente è da irresponsabili”.

Sembrano le parole di Greta Thunberg.

“Posso solo ringraziare Greta Thunberg e i giovani che si stanno impegnando per il clima. Vedo la società attuale, in mano a un business globale, come un albero vecchio e ammalato, già parecchio secco e che sta crollando. In basso è però spuntata una gemma fresca, con altri ideali più puri e belli”. È quindi questa l’unica strada a favore dell’ambiente?

“Bisognerebbe agire a tutti i livelli, ma soprattutto nelle aziende. L’iniziativa per multinazionali responsabili è un esempio. È combattuta dalle lobby e ha avuto un iter tortuoso in Consiglio federale e Parlamento. Ora sappiamo che andremo a votare il prossimo autunno. Le multinazionali continuano a saccheggiare la Terra. La responsabilità è però anche dei governi”.

Cosa ha pensato quando la presidente dei Verdi, Regula Ritz, non è stata eletta in Governo?

“Sono rimasto deluso. L’emergenza climatica non può aspettare una o due legislature. L’onda verde è troppo lenta”.

Illustrazione ticinese / febbraio 2020

I giovani non credono molto nei partiti, sanno però che l’unica possibilità per cambiare è votare Verde

Basta volerlo: io uso i mezzi pubblici, a casa ho installato pannelli fotovoltaici e cerco di non sprecare risorse

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I giovani votano ecologista, ma a volte non sanno neppure i nomi dei partiti e dei politici.

“In effetti i giovani non votano i nomi. E il motivo è che non credono molto nei partiti in senso stretto.

Non sono giovani che fanno politica. Sanno però che l’unica possibilità per cambiare in politica è votare Verde”.

Lei ha fatto politica in Gran Consiglio per un anno e mezzo. Perché ha lasciato prima del tempo?

“L’esperienza di granconsigliere mi ha insegnato che ci sono troppi interessi personali e lobby che rappresentano un’economia che crede di essere sana solo se cresce quantitativamente. In sostanza, facendo profitti per pochi e calpestando valori etici”.

Mentre cosa dovrebbe fare l’economia? “È rimasta ferma sul Prodotto interno lordo (Pil) come principale misura del suo progresso. Ciò ha giustificato le estreme diseguaglianze nel reddito e nella ricchezza”.

E quindi?

“Il problema è che tutto ciò ha portato a un degrado del mondo vivente mai visto prima. Invece di perseguire la crescita infinita del Pil è ora di scoprire come prosperare in equilibrio”.

Lei l’ha già scoperto?

“Sì, occorre liberarci dalla nostra dipendenza dalla crescita, riprogettare il denaro, la finanza e il mondo degli affari e metterli al servizio delle persone.

In questo modo, si può arrivare a un’economia circolare capace di rigenerare i sistemi naturali e di redistribuire le risorse, consentendo a tutti di vivere una vita dignitosa in uno spazio sicuro ed equo”.

Potremmo definirla una rivoluzione dunque?

“Le idee non mancano. Il problema principale è che non rispettiamo abbastanza quello che sottraiamo alla natura. Prendiamo il petrolio, ad esempio. Il suo valore è in realtà 5-10 volte superiore a quello che viene trattato. Bruciamo petrolio alla velocità della luce”.

Non bruciare è però davvero possibile? Siamo pronti come società occidentale a diminuire i nostri consumi?

“Tutta la nostra economia si basa sul fatto che il petrolio è a buon mercato e dunque può essere bruciato in grandi quantità. Ridurre i consumi a livello personale è comunque possibile. Basta volerlo. Io uso i mezzi pubblici, a casa ho installato pannelli fotovoltaici e termici e mi impegno a non sprecare risorse”.

Per conoscere a fondo le caratteristiche della neve giovanni Kappenberger si avvale anche di strumenti di misura del peso

l’enerGia

Minergie Il successo dello standard svizzero per un’edificazione efficiente, con un uso razionale dell’energia e un utilizzo di quelle rinnovabili

Fa La CaSa beLLa e...

RiSpaRMioSa

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Clemente mazzetta

rasportati dalla funivia, che parte da Zermatt, si arriva al ristorante Matterhorn glacier paradise, avveniristico edificio costruito con i criteri di Minergie. Siamo a 3.883 metri sopra il livello del mare, sul Piccolo Cervino. È solo uno dei 47mila edifici in Svizzera che può fregiarsi del marchio Minergie, uno standard costruttivo svizzero d’eccellenza. Modernissimo... e risparmioso.

Ma cos’è Minergie, in cosa consiste, cosa garantisce, a cosa serve? Lo spiega Milton Generelli, direttore dell’Agenzia Minergie della Svizzera italiana: “È lo standard svizzero per un’edificazione energeticamente efficiente, che si basa sulle norme costruttive svizzere degli ingegneri e architetti (Sia). Prevede un uso razionale dell’energia, utilizza quelle rinnovabili e riduce l’impatto sull’ambiente. Senza rinunciare al comfort”. In due parole unisce efficienza energetica e qualità della costruzione. Come è quello del Matterhorn glacier paradise, appunto, costruito in cima al mondo. L’edificio, che gode di oltre 2500 ore di soleggiamento all’anno, ha ricevuto il Premio solare Svizzero ed europeo per l’impianto fotovoltaico integrato nella facciata sud. “Un edificio Minergie - dice Generelli - si caratterizza per essere una costruzione termicamente ben isolata, con un fabbisogno energetico molto basso, riscaldato con fonti Illustrazione ticinese / febbraio 2020

Milton generelli, Direttore dell’agenzia Svizzera italiana di minergie

“I costi di costruzione in media più alti, vengono ripagati dal minor consumo”

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rinnovabili (da quest’anno anche per i risanamenti saranno banditi le fonti fossili) e con ricambio sistematico dell’aria per avere il massimo di qualità e comfort”.

Una modalità costruttiva avviata nel 1998, più di vent’anni fa, che ha cambiato nel tempo il senso dell’abitare. Circa un migliaio gli edifici Minergie in Ticino. Fra questi il Palacinema di Locarno, le scuole d’infanzia di Lugaggia, il Tribunale federale di Bellinzona e tutte le nuove costruzione del Cantone.

“Ovviamente - aggiunge Generelli - i costi di costruzione e di ristrutturazione sono maggiori rispetto a una edificazione tradizionale”. Un costo mediamente attorno al 10%. “Ma è una spesa che nel tempo si recupera grazie al consumo inferiore di energia. Senza considerare il maggior valore che l’edificio acquista sul mercato immobiliare”.

Tre i livelli di certificazione: base, Minergie P con un alto livello di isolazione che riduce l’energia di riscaldamento, e Minergie A, lo standard di punta che caratterizza un edificio in grado di produrre tanta energia quanta ne consuma. Autosufficiente. “A questi tre livelli, aggiungendo la componente Eco, che considera l’energia utilizzata per la costruzione, i materiali, i livelli di illuminazione, si fa un salto ulteriore nell’ambito dell’ecologia della costruzione”.

il Palacinema di Locarno, certificato Minergie ti-480, è stato inaugurato ufficialmente nel 2017 in seguito di un risanamento. (foto: massimo Pedrazzini)

il nuovo istituto dell’infanzia di lugaggia, fa scuola anche per quanto riguarda l’ecologia nella costruzione.

L’edificio è infatti il primo certificato Minergie-a-eCo in ticino (foto: agenzia minergie Svizzera italiana)

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2019

la mobilità

In Ticino, dove il cantone offre incentivi finanziari, cresce l’acquisto di vetture con motori “alternativi”

L’uLTiMa FRonTieRa puLiTa arriva daLLe aUto eLettriChe

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a strada è tracciata. Ed è una strada a senso unico. Perché, come ha spiegato un anno fa l’associazione nazionale degli importatori di automobili Auto-Suisse, da quest’anno una vettura immatricolata ogni dieci si muoverà grazie a un propulsore elettrico o ibrido. Addio, dunque, anche se ci vorranno anni, ai motori a benzina e diesel. Perché intanto si parte da numeri bassi, seppur destinati a crescere. Nel 2017 in Ticino - dove esistono incentivi pubblici - circolavano appena 700 veicoli elettrici, a fine 2019 un’auto ogni duecento si stima sia a propulsione elettrica. “La mobilità alternativa ha spiegato l’Upsa, l’associazione dei garagisti - ha il vento in poppa. Questa tecnologia sta passando da un mercato di nicchia a uno di massa”.

In tutta la Confederazione l’anno scorso risultavano in circolazione 6.160.300 veicoli a motore. Di questi buona parte erano a benzina, un milione e 300mila diesel. Rispetto al 2018 (quando erano 80mila) le auto ibride nel 2019 sono aumetare di 26.376 unità. Quelle elettriche (che erano 19.181) sono aumentate di 13.197 unità. Stando ai dati diffusi dall’associazione degli importatori Auto-Svizzera, solo nei primi undici mesi del 2019 per la prima volta sono state immatricolate oltre 10mila vetture elettriche a livello nazionale (precisamente 10.329).

Illustrazione ticinese / febbraio 2020

nei primi undici mesi del 2019 per la prima volta sono state immatricolate oltre 10mila vetture elettriche a livello nazionale

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E che il trend elettrico sia destinato a crescere lo dice anche un sondaggio realizzato dal Touring club.

“La maggioranza degli intervistati, si legge nella relazione del Tcs, spera che l’uso dell’auto elettrica protegga di più l’ambiente. Infatti le ragioni che spingono i due terzi degli interrogati ad acquistarla sono la convinzione di contribuire a migliorare il clima, concorrere alla riduzione delle emissioni di CO2 e ridurre le emissioni foniche, vista la silenziosità del motore. Significativa è anche la molta fiducia sul futuro della mobilità elettrica”.

Ma davvero le auto elettriche sono a energia “pulita”? Sempre il Tcs lo ha chiesto a Konstantinos Boulouchos, professore all’istituto di tecnica energetica del Politecnico federale di Zurigo. “Secondo l’analisi del ciclo di vita - ha spiegato - un’auto elettrica di classe media emette tra 20 e 45 tonnellate di CO₂”.

Per un’auto ibrida moderna (a benzina) di media categoria si producono tra 35 e 40 tonnellate di CO₂. A titolo di confronto: secondo un’analisi del ciclo di vita, 40 tonnellate di CO₂ corrispondono alle emissioni di 14.000 litri di benzina o 12.500 litri di diesel.

Con le alimentazioni ibride che hanno una potenza ragionevole, si dice ancora, c’è un alto potenziale di risparmio energetico e di riduzione di CO₂, stimato in circa il 30%. m.sp.

l’alimentazione

o

la carne o il pianeta. Bisogna che tutti ci si metta di buzzo buono per dare un futuro ai nostri figli. Pena la distruzione dell’attuale (fragilissimo) ecosistema. E allora iniziamo a ridurre la carne dai nostri menu. Perché mangiare una bistecca in meno può davvero salvare il pianeta.

L’ha chiaramente detto anche lo scrittore Jonathan Safran Foer nel suo libro Possiamo salvare il mondo, prima di cena: bastano semplici obiettivi per fare la differenza. Foer, che non è vegetariano, ha detto che l’importante è porsi man mano nuovi limiti personali e realistici, magari condividendoli con i familiari in modo tale che tutti si aiutino reciprocamente a rispettarli.

Scienziati, studiosi, ogni sorMangiare meno carne è uno dei tanti gesti che può concretamente ta di esperti sono unanimi: ridurre il consumo di carne è aiutare a proteggere il clima. l’atto che avrebbe in assoluto Le alternative alla fettina ci sono l’impatto benefico più grande sul clima e l’ambiente. Si fa un gran parlare della plastica che, è vero, per l’ambiente è deleteria, ma a volte si dimentica l’altrettanto impatto nocivo che ha la carne. Molto più importante su numerosi fronti, come le emissioni inquinanti e il consumo di acqua e di suolo. Non è una novità: i bovini emettono metano, che è peggio del CO2. Considerando che in Europa vivono 30 milioni di bovini e nel mondo un miliardo e mezzo, la catastrofe è presto calcolata.

Produciamo enormi quantità di carne che superano di gran lunga il nostro fabbisogno proteico. Mentre numerosi altri alimenti garantiscono le necessarie proteine quotidiane. Solo un esempio: sei chilometri quadrati di terra coltivata forniscono circa 17mila chili di cibo vegetale che potremmo mangiare direttamente (con tanto di proteine) o 170 chili di carne. È evidente come la produzione di carne richieda quindi l’utilizzo di enormi risorse rispetto alla quantità di cibo che offre. Uno squilibrio che crea enormi danni ambientali. Il discorso è semplice: mettiamo nel piatto ciò che fa bene a noi perché farà bene anche all’ambiente. p.g.

SaLViaMo iL MonDo PriMa di Cena

il viaGGio

Giò rEzzOniCO Giornalista

Dentro i segreti dei châteaux

è

Tra i castelli della Loira, un affascinante itinerario che ripercorre la storia francese

ormai tempo di iniziare a pensare alle vacanze della famiglia. Per la prossima estate vi propongo di partire in automobile dal Ticino per scoprire la storia della Francia visitando i castelli della Loira, che furono teatro tra il Quattrocento e il Cinquecento di uno degli slanci più prestigiosi dell’architettura francese. L’itinerario che vi suggerisco, in una delle destinazioni turistiche più ambite di Francia, si svolge sull’arco di una decina di giorni nella parte orientale dei castelli della Loira. Toccherà tra l’altro le due città rivali di Amboise e Blois, che tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo divennero di fatto per alcuni decenni capitali del paese. Fu da queste due città che iniziò un’interessantissima avventura architettonica, protrattasi fino all’Ottocento, che vide sorgere lungo il fiume Loira, a quei tempi principale via di comunicazione del paese, una miriade di castelli e di palazzi signorili di grande pregio, che ci permettono di ripercorrere la storia francese.

La prima tappa del nostro itinerario è Bourges, che si può raggiungere in giornata dal Ticino. La sua catIllustrazione ticinese / febbraio 2020

La cattedrale di bourges, considerata una delle più elevate creazioni del gotico francese, è famosa per le vetrate che dimostrano l’evoluzione di quest’arte dal Xii al Xvii secolo

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tedrale, considerata una delle più elevate creazioni del gotico francese, è famosa per le vetrate, che dimostrano l’evoluzione di quest’arte dal XII al XVII secolo. Poco distante sorge il cinquecentesco castello di Valençay, che nel 1803 venne acquistato da Charles Maurice de Talleyrand-Périgord, diplomatico francese soprannominato “il camaleonte” per la sua capacità di rimanere a galla con i governi più disparati: dapprima con i re, quindi con i rivoluzionari e infine con Napoleone. Visitando il castello si scopre la sua storia, degna di un romanzo. Passando dalla deliziosa cittadina di Loches, dove il tempo sembra essersi fermato, si raggiunge il castello di Chenonceau, soprannominato “Château des dames”, perché la sua storia è strettamente legata alle sorti di cinque donne, che si conosceranno durante la visita. L’edificio è unico al mondo, essendo costruito a mo’ di ponte sul fiume. Il colore bianco della sua pietra che contrasta con il verde del paesaggio circostante gli conferisce un’immagine da fiaba, che il visitatore dimenticherà difficilmente.

Proseguiamo per Amboise, la città sulla Loira di Francesco I , che nel 1516 accolse Leonardo Da Vinci con la promessa “qui sarai libero di sognare, di pensare e di lavorare”.

Nei dintorni, due altri castelli: quello di Chaumontsur-Loire, famoso per i suoi giardini che ogni anno ospitano il Festival International des Jardins, e quello di Cheverny, appartenuto nel corso dei secoli alla stessa famiglia e per questo interessante per il suo mobilio, rimasto intatto. Ed eccoci infine a Blois, il cui castello racconta la storia di sette re e di dieci regine di Francia. La sua architettura, essendosi sviluppata sull’arco del tempo, riassume bene l’evoluzione conosciuta dai castelli della Loira nel corso di cinque secoli.

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i traSPorti

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l più munifico è Paradiso, che offre fi- elettriche di snaturare uno sport fatto di no a 1’000 franchi ai suoi cittadini che sudore e fatica. Tutte queste perplessità acquistano una bicicletta elettrica. appartengono ormai al passato. Le biciSono generosi anche i comuni di Chias- clette elettriche hanno fatto in fretta a so, Maroggia, Stabio, Vernate e Vico Mor- sbaragliare il campo. In pochi anni hancote, che versano fino a 800 franchi per no accumulato conquiste su conquiste. ogni nuova e-bike. Un’altra ventina di Finché nel 2018 si sono ritrovate per la Comuni garantisce contributi tra i 200 e prima volta a generare in Svizzera un fati 500 franchi a chi decide di provare a turato maggiore rispetto a quello delle spostarsi con biciclette tradiquesto mezzo zionali. A quel di trasporto pupunto anche i lito e innovatipiù scettici hanvo. Mentre neno dovuto rengli altri Comuni dersi conto che non si riceve le e-bike erano nulla. Tra quelli arrivate per reche hanno restare. E quindi centemente inoltre ai sussidi trodotto un comunali sono sussidio c’è Lusorte una miSempre più spesso i Comuni gano, che verseriade di ulteriorà un contribu- contribuiscono a una mobilità ri iniziative. to massimo di nemmeno più tanto lenta Non solo a favo250 franchi per re dei pendolari la bicicletta e fino a 100 franchi per la bat- ma anche in ambito sportivo. È ad esemteria. pio recente l’annuncio di Lugano TuriPer il più grande centro del Cantone si smo di voler creare una rete di una quintratta di un ritorno. Lugano fu infatti tra i dicina di postazioni di ricarica in alta primi, nel 2011, a introdurre sussidi per quota, tra il Brè e le vette del Malcantone, incentivare la diffusione delle biciclette in modo che anche i ciclisti meno allenaelettriche, quando queste erano ancora ti possano provare l’ebbrezza della monuna rarità. Un’iniziativa che incontrò un tagna. Mentre in pianura e nelle valli più successo modesto: in tre anni vennero che le ricariche sono necessarie le piste sussidiate 459 biciclette elettriche. Circa riservate. Ne è consapevole il Cantone, centocinquanta all’anno. Poche per una che sta procedendo a una serie di intercittà assediata dal traffico come Lugano. venti mirati sul territorio. a.s.

Ma erano i tempi in cui le e-bike venivano guardate ancora con diffidenza. Gli Le e-bike permettono automobilisti le consideravano dei anche ai ciclisti mezzi di trasporto da fanatici delmeno allenati di raggiungere l’ecologia, da personaggi un po’ eci 45 chilometri orari centrici, incapaci di decidersi tra la bicicletta e lo scooter.

Mentre i ciclisti più puristi accusavano le biciclette

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In Svizzera si contano circa 14mila giorni di ospedalizzazione ogni anno per malattie del sistema respiratorio e cardiocircolatorio

quinamento atmosferico presenta rischi minimi o nulli. La maggior parte dei Paesi ha un indice di qualità da malsano a pericoloso.

In Svizzera si contano circa 14mila giorni di ospedalizzazione ogni anno per malattie del sistema respiratorio e cardiocircolatorio provocate dagli inquinanti presenti nell’aria. Non solo. Causano dai 2.200 ai 2.800 decessi prematuri all’anno, per una perdita complessiva di 22.000 anni di vita. Inquihans stricker, caposervizio nanti che, si legge sul del reparto di angiologia all’ospedale La Carità sito dell’Ufficio fededi Locarno, 64 anni rale dell’ambiente, sono composti da gas come il diossido di azoto e l’ozono e da particelle fini. Questi entrano nelle nostre vie respiratorie e penetrano nei polmoni.

Vengono immagazzinati nei bronchi e negli alveoli, dove, a breve o a lungo termine, possono produrre effetti nocivi sulla salute. Soprattutto a chi già soffre di una malattia cronica, cardiovascolare o polmonare.

Come sottolinea il dottor Hans Stricker, angiologo e attento ai problemi di salute legati alla qualità dell’aria: “La minaccia è in particolare il CO2. E per eliminare questa fonte di inquinamento non c’è una soluzione unica, bisogna agire su più fronti. Soprattutto essere pronti a cambiare le proprie abitudini: auto elettriche, fotovoltaico, forme alternative di energia per riscaldamento. Ma purtroppo non siamo su un’isola e serve una strategia complessiva e integrata”.

Ogni anno in Svizzera in pratica ogni 24 ore si registrano da 6 a 7 vittime per malattie polmonari, soprattutto tumori, o disturbi cardiovascolari. Polveri fini, scarichi d’auto e altre sostanze tossiche che respiriamo accorciano la vita. Qualcosa è stato fatto a livello nazionale, ma ancora molto resta da fare. Ad esempio proibire le auto diesel 3, già bandite nei Paesi vicini. “Dovremmo tutti renderci conto che se non interveniamo concretamente non ne usciamo più - riprende Stricker -. E per farlo dobbiamo modificare i nostri comportamenti quotidiani. Poi, è vero che sono necessarie pure le grandi opere ma se tutti noi iniziassimo nel nostro piccolo…”. p.g.

Le buone abiTuDini peR MigLioRaRe La qUaLità deLL’aria

P

igliate aria e sole e non avrete mai un malore”, dice un proverbio. E si sa che i proverbi sono detti antichi. In questo caso quando aria e sole erano davvero un toccasana. Oggi non è più così.

Soprattutto l’aria. Ne sanno qualcosa gli abitanti del Mendrisiotto, territorio soffocato dal traffico e dove lo scorso dicembre è scattata la rivolta-appello dei sindaci. Ma basta dare un’occhiata all’indice mondiale di qualità dell’aria in tempo reale per sentirsi correre un brivido lungo la schiena. Solo in una minoranza di Paesi è considerata soddisfacente e l’in-

Illustrazione ticinese / febbraio 2020

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la lettera aPerta

Le riflessioni di una mamma

Grazie Greta, la tua tenacia è un esempio

ara Greta, grazie per essere riuscita a mobilitare milioni di persone a favore dell’ambiente e per aver criticato i “grandi” della terra. le tue dichiarazioni hanno provocato una forte rabbia in molti uomini. invece di analizzare le tue parole e di preoccuparsi per l’allarme, concretissimo, sul quale hai attirato l’attenzione, si sono focalizzati sulla tua persona cercando di distruggerti in ogni modo: è brutta, è malata, è pazza, è solo una bambina. ma tu non ti sei fermata, non hai quasi badato a queste aggressioni, diventando così un modello di forza, intelligenza e tenacia. molte di noi si erano rassegnate, stavano zitte, la-

sheila buzzi gilardi, 41 anni, mamma di due ragazzi, 14 e 17 anni

sciavano parlare uomini convinti di sapere sempre qualcosa di più. Subivano quella sottile arroganza che ti fa credere che sia meglio non aprire bocca.

Hai attirato l’attenzione anche sulla sindrome di asperger, la forma di autismo di cui soffri. un disturbo del neurosviluppo che come molti altri - adhd, dislessia, disturbi specifici dell’apprendimento, eccetera - dà molto fastidio a chi è convinto di possedere la verità e non è disposto a mutare il proprio punto di vista. i ragazzi che ne soffrono e che frequentano le nostre scuole vivono ogni giorno sulla loro pelle la rigidità e l’ottusità di chi non vuole cambiare il proprio modo di fare. È necessario pensare e agire in modo diverso per salvare il nostro pianeta e le forme di vita che lo abitano. È ora che tutte le voci minoritarie, irregolari, atipiche e senza nessun apparente potere politico vengano finalmente ascoltate. sheila buzzi gilardi, Morbio superiore

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e avete voglia di un libro che vi ricordi i ritmi lenti e umani della vita quotidiana, vi racconti di luoghi, paesi e monti ticinesi, un libro di sentimenti ed emozioni delicate, profondo nello sguardo e schietto nella lingua perché è quella parlata, allora La pozza del Felice (Rubettino) di Fabio Andina fa al caso vostro. Leggendolo, come in un gioco di parole, mi sono ritrovata a pensare che alla fine fosse la pozza felice più che la pozza del Felice.

Quel buco nero su nel bosco della Valle di Blenio sopra Leontica nella conca del Nara, lì dove passa anche il torrente Gurundin, sembra infatti avere delle proprietà particolari: risucchia ogni negatività e paura per restituire nuovo vigore e nuova linfa a quei corpi nudi che hanno il coraggio e la tempra di immergersi nelle sue acque gelide. Che le cose belle non sono quelle facili e nemmeno quelle veloci. Nel caso del Felice, il protagonista, 90 anni, braccia robuste e piedi callosi e ruvidi come la corteccia del Vecchio Larice perché cammina scalzo, andare alla pozza è un rito esistenziale quotidiano. Spogliato del superfluo e vestito solo del necessario, Felice vive godendo del cielo stellato prima dell’alba, del caldo tepore della stufa a legna o del pasto frugale fatto di castagne, formaggini, due pezzi di zucca bolliti, pane e carote, un infuso di rosmarino e altre erbe secche. In quanti momenti, leggendo, avrei voluto essere lì, al posto della voce narrante, seduta sul sasso con il corpo in fiamme a guardare le stelle in silenzio con il Felice.

fabio andina, la Pozza del Felice, vincitore Premio terra nova 2019 della Fondazione Schiller e Premio Gambrinus “Giuseppe mazzotti” 2019, sezione montagna: cultura e civiltà

La pozza del Felice, un angolo di paradiso Nella conca del Nara, dove passa anche il torrente Gurundin, viene risucchiata ogni negatività e paura Illustrazione ticinese / febbraio 2020

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A noi gente urbana sempre più sedentaria, abituata a delegare il nostro fare a elettrodomestici o mezzi tecnologici, quello del Felice appare come un tempo sospeso. Un tempo in cui, per dire, c’è ancora il Giornale del Popolo e la manualità e la fisicità contraddistinguono gesti, attività e abitudini. Il Felice cammina sempre, non ha televisore, radio o telefono. Non ha nemmeno la cassetta delle lettere. La postina Alfonsa gli consegna le lettere a mano e se piove gliele mette sul tavolo dentro casa, tanto la porta e sempre aperta. Nelle piccole comunità rurali le persone sono più vicine, solidali per necessità, giocano a carte e danno ancora un peso alle saggezze popolari. “Quando muoriamo diventiamo tutti del compostaggio, che il sangue è rosso per tutti, belli e brutti”.

A scandire le giornate ci sono il nitrire del mulo della Vittorina, il bicchiere di latte appena munto del contadino Sosto, o la Muta, novantatre anni, che dà l’acqua a un ciclamino della cappelletta di San Cristoforo, protettore dei viandanti. Forse Fabio Andina non ci racconta nulla di nuovo ma il suo registro semplice e diretto, la sua penna delicata e a tratti poetica, la consistenza dei suoi personaggi disegnano una tela armonica che fa risuonare l’anima.

l’oSServatorio

GiAnni riGhinEtti vicedirettore corriere del ticino

Un carnevale al silicone

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L’ecologia sconosciuta di ieri e quella praticata oggi. Tra fanatismo e buonsenso

cologicamente parlando appartengo alla generazione di mezzo. Ero bambino e adolescente quando l’ecologia non era ancora lontanamente un tema. I cittadini non venivano spinti a separare i propri rifiuti, tutto finiva indistintamente nel sacco nero. Non c’era alcuna raccolta differenziata, carta, vetro, pet (e chi sapeva cosa fosse?), come pure per il metallo (le lattine per bibite e le scatole con la passata di pomodoro) non esistevano contenitori specifici. Non c’era in maniera diffusa e martellante la sollecitazione a riciclare. Forse perché non se ne sentiva la necessità, la benzina era ancora di colore rosso e non verde come oggi. Poi nel giugno del 1991 l’inceneritore di Bioggio fu messo fuori servizio e iniziò la saga della spazzatura, una vicenda (a tratti) maleodorante quanto il sacco dopo alcuni giorni. Ma questo è tutto un altro capitolo che vi risparmio.

Oggi, ormai vicino ai 50 anni, mi ritrovo a vivere una realtà completamente diversa da quella vissuta negli anni Settanta. Il sacco non è più nero, nel corso degli anni ha assunto diverse variazioni cromatiche, anche se quello del mio Comune non è del colorino più accattivante: mi è toccato il grigio topo. Un colore spento. Ma tant’è, in linea con quanto finisce nella spazzatura, oggetti che sono giunti alla fine del loro ciclo. Oggi sono spinto e motivato a riciclare tutto quello che nella mia infanzia finiva nella spazzatura e a separare anche gli scarti vegetali (oggi si chiama umido) e che puzza più di ogni altra cosa

il sacco non è più nero, nel corso degli anni ha assunto diverse variazioni cromatiche. ora, in nome del clima si tende anche a rendere più ecocompatibile il carnevale. come accogliere dunque i divieti che stanno prendendo piede?

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quando fermenta nel sacco. Ho la fortuna di avere un giardino dove il mini-compostaggio macera e poi ingrassa l’orto in primavera. Ma sono ben cosciente che chi non ha spazi verdi a disposizione, ma deve fare i conti con il terrazzino, è meno agevolato nello smaltimento di pelli e bucce.

Oggi sono a tutti gli effetti un “grande” riciclatore, spinto dai tempi che sono cambiati e dalla sensibilità che ci arriva dai nostri figli. Man mano ho maturato questa necessità, tanto che mi viene naturale. Tuttavia non mi ritengo un fanatico avvezzo ad ogni eccesso ambientalista. Da questa tendenza fuggo con decisione e mi piace manifestare la mia libertà di scegliere e decidere cosa fare e cosa non fare. Essere un talebano dell’ecologia non fa per me e se mi imbarco su un aereo per andare in vacanza, non mi sento per nulla in colpa, bensì pienamente libero di farlo. Riconosco ai movimenti a favore del clima la facoltà di dire la loro, di riunirsi nelle piazze, di manifestare, cosa che è avvenuta nel 2019 e che accadrà anche nel corso del 2020. Li rispetto, però mi sento libero di non prendervi parte.

Il carnevale è alle porte, un periodo di spensieratezza e nel quale il tanto denigrato consumismo e spreco, vive una un periodo di eccessi. Ora, in nome del clima si tende anche a rendere più ecocompatibile il carnevale. Come accogliere i divieti che stanno prendendo piede? Con scetticismo perché i divieti sono fatti per essere aggirati. È nella natura umana reagire così. E allora cosa fare? Abolire le bombolette spray dalle quali esce quella viscida spuma colorata? Magari guardare in cagnesco anche chi lancerà coriandoli per poi finire con l’abolizione del carnevale? Intanto a non piacere a tutti è il bicchiere multiuso in silicone del Rabadan per abbattere l’uso della plastica. Questa idea non mi spiace, non impedirà di bersi e guastarsi qualche birra in compagnia e con meno spreco di plastica. Non mi sembra un dramma.

Illustrazione ticinese / febbraio 2020

danieLe bianChetti

arMando boneff

Fino a poco tempo fa avevo uno scooter, l’ho sostituito con una bicicletta elettrica.

Per lavoro, quando mi sposto nella Svizzera tedesca, prendo sempre il treno. a scuola facciamo attenzione alla plastica, utilizzando soltanto materiale riciclabile.

non ho cambiato atteggiamento per merito di Greta thunberg. la terra è inquinata, questo è un dato di fatto. Quindi nel mio piccolo cerco di non lasciare troppo accese le luci di casa e spengo il motore dell’automobile quando sono fermo.

64 anni, direttore scuole medie locarno 1

66 anni, grafico e vignettista

edo CarrasCo

47 anni, ex calciatore professionista

da Facebook

CoMe saLviaMo qUesto Mondo? mi muovo più spesso a piedi e in bicicletta che in automobile. Quando sarà aperta la nuova galleria ferroviaria del monte ceneri prenderò il treno per spostarmi tra bellinzona e locarno e userò molto di più i mezzi pubblici in generale.

benjaMin friZZi

41 anni, vicedirettore otr lago maggiore e valli

Ho modificato il mio comportamento. uso poco l’auto, mi sposto a piedi o in bicicletta.

Faccio la spesa a chilometro zero e compro frutta e verdura di stagione. inoltre ho ridotto quasi del tutto il consumo di carne.

rUby beLge

MarCeLLo tonini

gUido deLLa brUna

nella mia palestra abbiamo tolto la plastica, sostituendo le bottigliette con l’alluminio. inoltre, quando vado in montagna a camminare porto sempre con me un sacchetto per raccogliere i rifiuti che purtroppo sono lasciati da altri.

Già da tempo ho sostituito tutte le lampadine di casa con le luci a led, che consumano molto meno. casa mia è stata inoltre costruita secondo gli standard minergie e sfrutto la geotermia per il riscaldamento.

Sono sempre stato attento all’ambiente e oggi sono preoccupato. cerco di ridurre al minimo i viaggi di piacere, ma anche quelli di lavoro, visto che mi sposto a piedi. nel tempo libero utilizzo molto poco l’automobile.

40 anni, ex pugile professionista

56 anni, direttore generale radio ticino

56 anni, meteorologo di locarno monti

l’ambiente è in pericolo. ma tutti, dal piccolo al grande, possono impegnarsi per inquinare di meno. le aziende possono investire in macchinari più sostenibili. o utilizzare prodotti biodegradabili. le persone possono scegliere i trasporti pubblici. o anche solo tenere le temperature di casa più basse così da consumare meno energia. cambiare abitudini è insomma possibile.

Dall’imprenditrice al cantante, dall’ex giocatore di calcio al direttore di scuola, ecco come si stanno impegnando alcune personalità della Svizzera italiana.

PaoLo MenegUZZi

renZa de dea

aLessandra aLberti

nel mio piccolo cerco di proteggere l’ambiente, separando i rifiuti e facendo la raccolta differenziata.

So che non è molto ma in futuro mi impegnerò di più perché la salvaguardia del pianeta mi sta molto a cuore.

in casa separo con scrupolo i rifiuti, tengo il riscaldamento basso e cerco di camminare invece di prendere l’auto. nel mio lavoro sono attenta a influenzare gli architetti con costruzioni a basso impatto ambientale.

È importante che ognuno faccia la sua parte. Quando vado nella Svizzera tedesca prendo il treno, mentre prima andavo in auto. nel mio carrello della spesa cerco di valorizzare i prodotti locali, che hanno un impatto ecologico meno importante.

43 anni, cantante

67 anni, imprenditrice

52 anni, imprenditrice

i ricorDi

GiuSEPPE zOiS Giornalista e scrittore

Quando si “leggeva” il cielo

C

Dai proverbi ai satelliti, oggi le previsioni del tempo sono sempre più precise

he tempo fa o farà? Previsioni sì, no o in quale misura? E quanto ci condizionano la vita?

Si allontana sempre di più l’epoca in cui si scrutava il cielo e si desumeva dal corso del vento e delle nuvole se “avrebbe fatto bello” o fosse il caso di attrezzarsi con l’ombrello. L’impermeabile alla Sheridan era ancora di là da venire. L’esperienza aveva insegnato a “leggere” il cielo. D’altronde non c’erano molte alternative. Il grande balzo informativo è stato fatto da metà Novecento, prima con la radio poi, sempre di più, con la televisione.

Anche i giornali si sono dovuti adeguare ampliando gli spazi in pagina in risposta alle attese dei lettori. Farà caldo o freddo? Si potrà seminare la lattuga o calendarizzare la vendemmia? Con Piernando Binaghi si può dire che c’è stato il salto in Dna: un po’ tutti abbiamo imparato a decodificare linguaggi nuovi, l’alta e bassa pressione e l’anticiclone delle Azzorre sono entrati nella nostra quotidianità. Si sa com’è, l’appetito vien mangiando e il buongustaio ora vuole sapere se nevicherà a Natale o a carnevale per prenotare le vacanze bianche, poi quelle estive e via… esigendo. E pensare che fino agli anni Sessanta pareva già un lusso allungarsi in avanti di tre giorni con le anticipazioni. Chissà dove si potrà arrivare con i castelli Illustrazione ticinese / febbraio 2020

Un tempo non c’erano alternative. il grande balzo informativo è stato fatto da metà novecento, prima con la radio poi, sempre di più, con la televisione. e anche i giornali si sono dovuti adeguare ampliando gli spazi in pagina

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tecnologici di nome satelliti in perlustrazione permanente dello spazio: sono alcune decine che comunicano con i loro “occhi”. Ognuno vorrebbe le previsioni come un abito fatto su misura e questo è comprensibile. La gente aspira a notizie mirate, ma torna difficile accontentare le molteplici fasce, dal pilota d’aereo all’albergatore, dal contadino che pensa al fieno a chi deve programmare le pavimentazioni stradali.

In questo affascinante panorama, quando ormai le previsioni per l’indomani fanno centro all’85%, vien comunque da guardare con un velo di nostalgia e di romanticismo alle stagioni in cui dal “cielo a pecorelle” ci si predisponeva all’acqua “a catinelle”. C’erano mazzi di proverbi per ogni mese e anche tagliati su misura per alcuni giorni come la domenica degli ulivi o “l’Ascensa”. Gianfranco Albisetti di Meride ne ha raccolto a grappoli mettendosi sulle tracce dei famosi “Caraduu da Mérat”. Mette anche tenerezza pensare che “par san Giuvann sa piana i sciogoll e l’ai” (chi spiana più cipolle e aglio oggi?) e che “santa Maria Madaléna e sant’Ana fann la bügada inséma” o che “a lüi secch” corrisponderà “invèrnu frécc” e che “la prima aqua d’agòst la rinfresca ul bòsch”. Forse anche i nostri nonni sapevano che molto non era vero, ma… ci si credeva. In ogni modo, la loro saggezza ci ha anche insegnato che “non c’è cavallo, per buono che sia, che non cada una volta per la via”.

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eicoli elettrici e connessi, piste ciclabili ottimizzate, opzioni di guida autonoma stanno guadagnando “trazione” nelle città, man mano che si collegano al trasporto pubblico. La mobilità è in continua evoluzione e fra i dibattiti sulle norme e sulle più recenti forme di trasporto, veicoli a due, tre e a quattro ruote spalancano nuovi scenari sulla micro-mobilità multimodale e integrata.

Mobility Solutions, il settore di business più importante del Gruppo Bosch (410.000 collaboratori in oltre 60 Paesi), che persegue una visione di mobilità futura senza incidenti, senza emissioni e senza stress, ha sviluppato sistemi di trazione per l’elettromobilità leggera in grado di assicurare prestazioni e affidabilità elevate andando incontro a esigenze come l’aggiunta di carichi e le consegne dell’ultimo miglio.

La ticinese Qooder sdogana l’evoluzione della mobilità L’azienda di Vacallo sarà in prima fila al Geneva International Motor Show 2020, il più digitale e interattivo di sempre (5-15 marzo). Prima svizzera per l’eQooder, unico scooter elettrico al mondo con 4 ruote basculanti. Autonomia di oltre 150 km, ricarica in meno di 6 ore a una presa da 220V. I veicoli svizzeri Qooder sono in perfetta sintonia con il focus del Gims: innovazione e futuro della mobilità. Elementi come frenata integrale, doppia trazione posteriore con differenziale meccanico, sospensioni a controllo elettronico, costituiscono l’essenza di una proposta di mobilità avanzata.

Ruote elettriche anche a Swiss-Moto Alla Messe Zürich è in cartellone (20-23 febbraio 2020) la maggiore fiera motociclistica elvetica che da sempre apre la

Illustrazione ticinese / febbraio 2020

stagione. Yamaha, Honda, Kawasaki, Harley-Davidson, Ktm, Ducati, Suzuki, Indian… ma da qualche anno si notano anche diversi stand con veicoli elettrici. A nessun altro evento svizzero si possono scoprire e confrontare le novità che saranno omologate e importate.

Il barometro della mobilità elettrica Apparso per i tipi del Tcs, rivela amore e pregiudizi della popolazione svizzera per i veicoli elettrici. Tra i pregiudizi: veicoli troppo costosi, autonomia insufficiente, poche stazioni di ricarica. Per Swiss eMobility e il Tcs affermazioni infondate. Il divario di prezzo tra elettrici e convenzionali non sarebbe più così grande. In Svizzera si percorrono 37 km in media al giorno: basterebbe anche una piccola batteria. Sbagliato confondere una ricarica con un pieno di carburante, le ricariche avvengono quasi sempre nelle soste prolungate, a domicilio o sul posto di lavoro.

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Direttrice Del DiPartimento FeDerale Dell’ambiente

La foresta vergine (incontaminata dalla presenza umana) sta ormai scomparendo in Svizzera; tuttavia, esistono molte aree forestali che non sono più coltivate da decenni. Di queste, oltre 800 si sviluppano oggi come riserve forestali naturali, senza alcun tipo di intervento da parte dell’uomo.

La Persona

Sono fiera dei Giochi di Losanna 2020 che privilegiano i trasporti pubblici, che utilizzano delle infrastrutture esistenti e che evitano il gigantismo.

I giganti, sono gli atleti!

L’iMMagine È stata ufficialmente depositata presso il Centro del patrimonio mondiale dell’unesco la candidatura della vasta faggeta inclusa nella riserva forestale valmaggese delle valli di Lodano, busai e Soladino. Le foreste di faggio sono considerate un esempio eccezionale dell’evoluzione ecologica e biologica postglaciale di ecosistemi terrestri. il dossier con le componenti svizzere della candidatura, che oltre alla faggeta valmaggese presenta pure la riserva forestale di bettlachstock (canton Soletta), è stato allestito dall’ufficio federale dell’ambiente in collaborazione con i Cantoni.

Marie-CLaire graf

Studentessa all’università di zurigo, 23 anni, partecipa fin dall’inizio agli scioperi per il clima

È determinata e convinta nel ripetere che per salvare il pianeta, e noi stessi, occorre una svolta decisa.

Nata e cresciuta a Gelterkinden (Basilea), rivendica la sua scelta di condurre “uno stile di vita sostenibile”.

Come quando va al ristorante con gli amici o quando declina gli inviti a trascorrere un fine settimana in una città europea.

“Volare dalla Svizzera a Londra, Parigi o Berlino è un’assurdità”, dice.

La frase

“Come africano, ivoriano, ho sperimentato in prima persona le conseguenze del cambiamento climatico.

In atto da 20/30 anni. Negli anni 1990 sono intervenuto perché le nostre dighe erano vuote per la siccità”.

tidjane thiam, amministratore delegato del Credit Suisse

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iL LUogo

Si trova a Linn, presso Bözberg, comune svizzero del canton Argovia, distretto di Brugg, di circa 1500 abitanti, l’albero con la circonferenza più ampia in Svizzera.

Si tratta di un tiglio di 600-800 anni.

La sua circonferenza è di oltre dieci metri (10 e 64 centimetri). Questo valore corrisponde ad un diametro medio di 339 centimetri.

Linn

canton argovia

Illustrazione ticinese / febbraio 2020

Fai Da te

Il gufo porta fazzoletti Cosa ti occorre

a cura di AntOnELLA WErDEr BrOGGi

Una scatola quadrata di fazzolettini, 3 fogli A4 di pannolenci grigio, resticini di pannolenci bianco, nero e giallo, forbici dalla punta arrotondata, un gessetto per tessuti o una matita acquarellabile bianca, un righello, spilli, colla stick, una macchina per cucire.

1

Cosa devi fare

1 Sui fogli di pannolenci, usando il righello e il gessetto, disegna 4 pezzi di 12,5 x 11,5 cm + 1 cm di linguetta su tre lati (come in immagine) e un pezzo, sempre di 12,5 x 11,5, ma con le linguette di 1 cm sui 4 lati. Taglia anche due rettangolini di ca. 10 x 3 cm, piegali a metà e ritaglia due orecchie.

2 Unisci i 4 pezzi che hanno le linguette su tre lati a quello centrale (quello con 4 linguette). Cuci unendo le linguette. È meglio prima imbastire e poi cucire a macchina. Quando avrai cucito tutte le parti, fissa le linguette incollandole in modo che restino aperte e separate.

Daranno più stabilità alle cuciture e non creeranno rigonfiamenti.

3 Appoggia la croce di tessuto che hai ottenuto sulla scatola di fazzoletti tenendo il lato con le linguette incollate a rovescio. Chiudi i lati fissando le linguette verso l’esterno con gli spilli.

Con la matita acquarellabile inumidita, traccia sul tessuto il contorno dell’apertura della scatola e due trattini larghi 3 cm per infilare le orecchie. Taglia i trattini e l’ovale dal quale usciranno i fazzoletti.

Illustrazione ticinese / febbraio 2020

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4 Cuci, a mano o a macchina, seguendo gli spilli. È possibile che le linguette e il fondo della scatola di pannolenci non combacino perfettamente. Pareggia con le forbici per ottenere un lavoro più preciso.

5 Infila le orecchie e fissale a rovescio con la colla stick. Ritaglia occhi, becco e pancino del gufo e incollali sul lato sotto le orecchie.

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i SeGni

oLTRe Le steLLe

“L’uomo è stato dotato della ragione e del potere di creare, così che egli potesse aggiungere del suo a quanto gli è stato donato. Ma finora egli non ha mai agito da creatore, ma soltanto da distruttore. Rade al suolo le foreste, prosciuga i fiumi, estingue la flora e la fauna selvatica, altera il clima e abbruttisce la terra ogni giorno di più”.

Anton Cechov

a cura di LAriSSA

ariete

21 MaRzo-19 apRiLe

Leone

23 LugLio-22 agoSTo

sagittario

22 noVeMbRe-21 DiCeMbRe

“Sai quando qualcuno ti dice: cogli l’attimo? io credo che succeda il contrario. È l’attimo che coglie noi”. È una delle battute delle finali del film “boyhood”, di Richard Linklater, golden globe 2015. Dovrai entrare in questa disposizione, caro ariete, guardare alle cose che ti vengono incontro per renderle memorabili.

Diventa cacciatore di attimi.

platone scrive: “il dio dell’amore vive in uno stato di bisogno. È un’urgenza. È uno squilibrio omeostatico. Come la fame, o la sete, è quasi impossibile da evitare”. È questo che cerchi, Leone.

Che un’altra persona raggiunga le parti più nascoste e desolate di te.

Ci sono buone possibilità che accada. una magnifica Venere brilla al centro del tuo febbraio.

L’imprenditore parick Mcginnis ha chiamato “fomo” la nuova, moderna, forma di indecisione dovuta all’ eccesso di opzioni: scegliere fra troppi ristoranti, film, calzini, modelli di frigo. Dovrai imparare a combatterla, Sagittario, perché la fomo è attacca anche le scelte più banali e tu sei a rischio. Vaccinati. Concediti un colpo di testa.

toro

“alcuni di noi pensano che diventiamo forti aggrappandoci alle cose, ma a volte lo diventiamo rinunciandoci”.

Questa considerazione di herman hesse dovrebbe accompagnarti per tutto il mese di febbraio. Concentrati meno su quello che hai perduto e più su quello che hai da guadagnare. La stella degli affari, in pesci sino alla prima decade di aprile, invita al cambiamento. osa!

vergine

23 agoSTo-22 SeTTeMbRe

L’ornitologo francese Christian Moullec decise si insegnare alle oche selvatiche della Camargue, minacciate dall’estinzione, una nuova rotta migratoria. per farlo doveva apparire ai pulcini come il loro “padre”, e farsi seguire in volo, dietro il suo deltaplano a motore.

Ci riuscì, e la storia è diventata un film.

Rifletti su questa avventura quando ogni sfida ti sembra una missione impossibile.

CaPriCorno

22 DiCeMbRe-19 gennaio

Le aspettative sono come la carta che avvolge il regalo. una volta che ce ne siamo liberati, il presente si offre a noi in tutto il suo splendore. i giapponesi hanno una parola per esprimere questa condizione: “ichiho-ichie”. Molte volte, Capricorno guardi indietro o avanti e non vedi il “qui e ora”. Le stelle ti suggeriscono un’immersione nella vita, un viaggio interiore, un’avventura.

geMeLLi

La poetessa Marie howe ogni settimana chiede ai suoi studenti di scrivere 10 osservazioni sul mondo reale in due righe, senza metafore. una fetta di mela, il riflesso di un coltello, il richiamo di un merlo. perché? per superare il bisogno di interpretare il mondo e affrontarlo invece così com’è. accogli questo punto di vista. notare semplicemente ciò che ti circonda sarà la tua forza.

21 Maggio-20 giugno

biLanCia

La tennis-star Serena Williams, bilancia, durante una lunga intervista televisiva ha dichiarato: “il mio più grande avversario? Forse me stessa.”

Come lei, che ha raggiunto grandi traguardi, certe volte esageri nell’introspezione e nell’autocritica.

Fatti un complimento ogni giorno per tutto febbraio, poi arriverà Mercurio a darti una mano.

23 SeTTeMbRe-22 oTTobRe

aCqUario

il filosofo henry bergson in “Materia e Memoria” parla della durata reale del tempo. attese che sembrano infinite nella necessità e nel dovere, ore velocissime se qualcosa ti piace. Queste due sensazioni sono in equilibrio nella tua vita? il prossimo obiettivo è trovare il tuo bilanciamento: sentir scorrere le ore nel flusso rapido della leggerezza, un po’ più che in quello della noia.

20 gennaio-18 FebbRaio

CanCro

21 giugno-22 LugLio

sCorPione

23 oTTobRe-21 noVeMbRe

PesCi

20 apRiLe-20 Maggio

“non sono sui social media. non ho account Twitter o Facebook. Se devo comunicare con qualcuno, alzo il telefono e chiamo. Se ho tempo, preferisco leggere”. Dovresti riflettere su queste parole di Meryl Streep. il cielo ti suggerisce di non seguire il flusso ansioso dei like, di rallentare, di trovare il tuo sguardo sul mondo.

hai un problema: ti sottovaluti, non pensi mai di essere preparato, all’altezza. Ricorda che cosa diceva Theodore Roosevelt, Scorpione, presidente degli Stati uniti e nobel per la pace: “Quando vi chiedono se riuscirete ad assumere un incarico rispondete: “Certo”. poi datevi da fare per scoprire come si fa”. agisci di conseguenza.

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19 FebbRaio-20 MaRzo

nuota tranquillo, con Mercurio a favore. puoi fare tutto.

Devia dalla routine, cambia strada nell’andare al lavoro, assaggia un cibo che non hai mai provato. può esserti d’aiuto Mark Twain: “Mollate gli ormeggi, salpate, allontanatevi dal porto sicuro. Riempite le vostre vele con gli alisei. esplorate. Sognate.

Scoprite”.

Illustrazione ticinese / febbraio 2020

PaSSatemPo

il cruciPuzzle

C D V E M C C R I D

C A O E O O A B E E

C A N S N N A Q R S

L O T Y S T U E O E

I E L E O I I R F R

M R M L N N G A L T

A I L O I E U E U I

A I Z M N N S O N C

N I D T A T E S A O

I F I U M I I N A A

P L A N C T O N A L

I E D N O I O O M I

I N S V C C I N E D

H A S C O R F A N O

C Q I Z E N N E R O

N R Z B A P G C B N

A E M T B L A O O T

R A N U I A G L L O

G A N G U P S H L E

M A R E A V I R E A

Illustrazione ticinese / febbraio 2020

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le Soluzioni

la FraSe naScoSta

100 ANNI 1919

2019

EDIZIONE SPECIALE

PREGIATO RETRO:

Numerazione progressiva incisa sul retro di ogni singolo pezzo

SCATOLA DI PRESENTAZIONE:

L’orologio viene consegnato in un raffinato astuccio ed accompagnato da un certificato di autenticitĂ

INTERESSANTI DETTAGLI L‘EVENTO: nel 2019 si festeggiano i 100 anni della locomotiva Ce 6/8 II. L’EDIZIONE LIMITATA: l’orologio da polso è numerato ed è in edizione limitata distribuita in tutto il mondo.

INDICAZIONI IMPORTANTI: la cassa dell’orologio è realizzata in pregiato acciaio inox . E’ dotata della funzione di cronometro e il quadrante è

disegnato ispirandosi alla cabina del macchinista di una locomotiva Ce 6/8 II. Anche la silhouette della Ce 6/8 è parte integrante del quadrante.

Prezzo: Fr. 199.80 o 3 rate mensili di Fr. 66.60 (+ Fr. 11.90 spedizione e servizio) Numero del prodotto: 578-FAN15.01

Diametro: ca. 4 cm

GARANZIA DI RESA VALIDA 120 GIORNI

I 100 anni della locomotiva Ce 6/8 II, il “Coccodrillo�

Omaggio all‘arte ingegneristica svizzera

Tiratura mondiale limitata 4ÂťWZWTWOQW LI XWT[W ĂŠ+M 11 KWKKWLZQTTWš ZQXMZKWZZM Q JMQ \MUXQ LQ Y]M[\I QKWVI del Gottardo e riuscirĂ ad entusiasmare tutti gli appassionati di trenini. L‘oggetto si caratterizza per il preciso movimento al quarzo e un originale quadrante con elementi LMTTI KIJQVI LMT UIKKPQVQ[\I LQ ]VI TWKWUW\Q^I +M 11 9]M[\I MLQbQWVM [XMKQITM v TQUQ\I\I M LQ[\ZQJ]Q\I QV \]\\W QT UWVLW >ITM TI XMVI KPM 4MQ WZLQVQ QT XZQUI XW[[QJQTM

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Spedire subito a: The Bradford Exchange, Ltd. • JÜchlerweg 2 • 6340 Baar Tel. 041 768 58 58 • Fax 041 768 59 90 • e-mail: kundendienst@bradford.ch

La locomotiva Ce 6/8 II, conosciuta, nella lingua parlata, come il coccodrillo, è stata per generazioni la locomotiva svizzera per eccellenza per l‘interno del paese e per TÂťM[\MZW -Âť KWV[QLMZI\I ]VI LMTTM TWKWUW\Q^M MTM\\ZQKPM XQ„ M‍ٝ‏ KQMV\Q M XQ„ JMTTM LI ^M LMZM M ^ITM IVKWZI WOOQ KWUM [QUJWTW LMTTI XI[[QWVM QVOMOVMZQ[\QKI LMTTI ;^QbbMZI 6MT 2019 si festeggiano i 100 anni di questa leggendaria locomotiva.

%8212 '¡25',1( (6&/86,92 Termine di ordinazione: 30 marzo 2020 1R GL ULIHULPHQWR )$1

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