“Scattare fotografie nel manicomio di Basaglia. Il reportage sociale, l'utilizzo politico dell'immagine, la controinformazione. Gli anni erano quelli, una gran voglia di buttarsi nelle cose. Devo dire la verità, dell’aspetto di coinvolgimento dei pazienti all’inizio non mi interessavo molto. Poi tutto cambia, il soggetto teorico si trasforma in un’umanità complessa e dolente con cui condividi l’aria, gli spazi, i pomeriggi dilatati e irreali. E le storie, i racconti, vite dense che ti scuotono. Forse è stato un errore, ma di documentare non mi importava più, occuparmi di immagini quasi offensivo di fronte alla profondità del disagio. Queste foto sono state solo un mezzo per creare relazioni e far nascere parole.” Gabriele Rovelli, fotografo
Trieste
1973