MEDICO-NOV-22

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Osservatorio

SVILUPPO DELLA MEDICINA MEDICA 2022

Strategie per l’Italia

Risorse adeguate alla domanda di salute, una cabina di regia che renda omogenea l’erogazione delle cure e il superamento del meccanismo dei tetti e del payback. Le priorità indicate dal presidente di Farmindustria Marcello Cattani

«La sanità in Italia richiede una governance con regole flessibili e davvero adeguate ai tempi per garantire l’accesso rapido e omogeneo alle cure a tutti i cittadini. Per questo è necessario un approccio sempre più orientato a considerare la salute un investimento e non un costo per il bene del Paese e per la sua crescita». Così il presidente di Farmindustria Marcello Cattani ha accompagnato i suoi auguri di

Dispositivi medici

buon lavoro al governo Meloni e al neo ministro della Salute Orazio Schillaci. Le sfide per il comparto sono molte, a partire dall’incremento dei costi dell’energia e soprattutto dalle difficoltà di reperimento delle materie prime che compongono i farmaci.

ALLARME COSTI PER LA FILIERA FARMACEUTICA

«Il settore si confronta oggi in Italia con aumenti dei

costi dell’energia del 600 per cento rispetto a un anno fa, con un’inflazione di addirittura l’8,4 per cento e con prezzi al consumo dei farmaci con prescrizione scesi dell’1 per cento», è l’allarme lanciato a inizio settembre dal presidente Cattani. Questo scenario determina per le aziende incrementi aggiuntivi dei costi di tutti i fattori di produzione e distribuzione

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Nanomedicina

Saloni

In primo piano

Mdr e Nomenclatore da aggiornare

Arrivare al 2024 con il 70-80 per cento di bisturi, siringhe, cerotti, test di gravidanza, ausili e protesi fuori dal mercato, perché impossibili da certificare in conformità alle nuove direttive. È il rischio che secondo Massimo Pulin avrebbe corso il nostro sistema sanitario se Confimi Industria Sanità assieme ai “cugini” tedeschi di BVMed non si fossero affrettate a denunciare le difficoltà per i fabbricanti introdotte dal nuovo Regolamento europeo di certificazione dei dispositivi medici (Mdr), ottenendone la proroga di un anno. «Seppure abbia alla base la volontà di creare un quadro normativo solido, trasparente e sostenibile che migliori la sicurezza clinica- spiega il presidente di Confimi Sanità- il nuovo Mdr può bloccare il settore, generando carenze di forniture e arrecando un danno enorme a buona parte delle 4500 imprese produttrici italiane». Di queste 4500 imprese, voi quante ne rappresentate e quale posizionamento hanno raggiunto sulla scena europea dalla vostra nascita a oggi? «Confimi Sanità, nata due anni fa in pieno tsunami pandemico, rappresenta in questo momento oltre 1200 imprese. Concentrate principalmente nel settore del biomedicale, ovvero nella produzione di dispositivi che vanno negli ospedali, per i disabili, e anche tutte quelle aziende che si occupano di innovazione tecnologica. Prendiamo ad esempio la telemedicina, dove abbiamo centinaia di imprese che se ne stanno occupando. A livello europeo ci collochiamo ai vertici assieme alle associazioni tedesca e francese, con le quali abbiamo conseguito questo risultato decisivo sul fronte del regolamento sulla certificazione, che avrebbe significato per-

Marcello Cattani, presidente Farmindustria
>>> segue a pagina 3
Massimo Pulin, presidente di Confimi Industria Sanità
nuove frontiere della lotta ai tumori raccontate da
in un libro di successo
Le
Mauro Ferrari
contrazione di fatturato per le aziende del settore
La
analizzata dal presidente Massimiliano Boggetti
internazionali Appuntamento con CPhI di Francoforte (1-3 novembre) e con Arab Health di Dubai (30 gennaio - 2 febbraio)
nuove tecnologie al centro della proposta del salone internazionale
in calendario dal 14 al 17
Le
di Düsseldorf,
novembre. Luci accese sulla sezione Medica Start-up Park per le tante opportunità che coinvolgono centinaia di start-up a pagina 20

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>>> Segue dalla prima

Mdr e Nomenclatore da aggiornare

Aprire a nuovi organismi notificanti per certificare i dispositivi medici e portare a compimento la revisione delle tariffe per protesi e ausili. Massimo Pulin indica dove intervenire per scongiurare in futuro carenza di forniture

Arrivare al 2024 con il 70-80 per cento di bisturi, siringhe, cerotti, test di gravidanza, ausili e protesi fuori dal mercato, perché impossibili da certificare in conformità alle nuove direttive. È il rischio che secondo Massimo Pulin avrebbe corso il nostro sistema sanitario se Confimi Industria Sanità assieme ai “cugini” tedeschi di BVMed non si fossero affrettate a denunciare le difficoltà per i fabbricanti introdotte dal nuovo Regolamento europeo di certificazione dei dispositivi medici (Mdr), ottenendone la proroga di un anno. «Seppure abbia alla base la volontà di creare un quadro normativo solido, trasparente e sostenibile che migliori la sicurezza clinica- spiega il presidente di Confimi Sanità- il nuovo Mdr può bloccare il settore, generando carenze di forniture e arrecando un danno enorme a buona parte delle 4500 imprese produttrici italiane».

Di queste 4500 imprese, voi quante ne rappresentate e quale posizionamento hanno raggiunto sulla scena europea dalla vostra nascita a oggi?

«Confimi Sanità, nata due anni fa in pieno tsunami pandemico, rappresenta in questo momento oltre 1200 imprese. Concentrate principalmente nel settore del biomedicale, ovvero nella produzione di dispositivi che vanno negli ospedali, per i disabili, e anche tutte quelle aziende che si occupano di innovazione tecnologica. Prendiamo ad esempio la telemedicina, dove abbiamo centinaia di imprese che se ne stanno occupando. A livello europeo ci collochiamo ai vertici assieme alle associazioni tedesca e francese, con le quali abbiamo conseguito questo risultato decisivo sul fronte del regolamento sulla certificazione, che avrebbe significato perdite pesanti per un settore composto in Italia da 110 mila addetti che realizzano un valore di 16 miliardi di euro».

Quali migliorie sul Regolamento europeo siete riusciti a stimolare con la vostra azione?

«Grazie ai tanti imprenditori che si sono spesi in questa battaglia di squadra, a settembre abbiamo salutato la nuova circolare redatta dal Medical Devices Coordination Group che sempli-

fica in primis il rapporto tra aziende produttrici e organismi notificanti. Chiamati quest’ultimi, ad agevolare la transizione ai Regolamenti (Ue) 2017/745 e 2017/746 e a garantire l’arco temporale per completare l’iter di certificazione di un MD e di un IVR. In Italia siamo riusciti a far entrare altri tre soggetti come enti notificanti portandoli da 8 a 11 e, altro risultato non banale, abbiamo ottenuto di poter mantenere la vecchia certificazione ai dispositivi già certificati, che va solo rinnovata ma senza dover rifare il fascicolo tecnico. Infine abbiamo chiuso alcuni importanti accordi con enti notificanti per ridurre le tariffe che si erano quadruplicate».

Nel campo degli ausili e delle protesi sanitarie, non si scioglie il nodo legato al rinnovo del Nomenclatore Tariffario. Quali ricadute sta determinando sulle aziende e sulla qualità dell’offerta? «Come produttore di dispositivi per la disabilità, il tema mi tocca da vicino. Da 23 anni aspettiamo il rinnovo del Nomenclatore dopo che già la riforma del 2017 era stata un grande errore perché fatta senza le tariffe. Bloccando qualsiasi modifica non solo nell’assistenza protesica, ma impedendo di poter fornire tutta una serie di dispositivi

a persone che hanno necessità di ausili “custom made”. Con il Ministero avevamo predisposto un decreto tariffe per portare a compimento questa riforma approvando il Dpcm sui nuovi Lea del 2017, ma ora in pratica è tutto da rifare. Senza contare che tutte le gare fatte dalle Regioni per abbattere i costi li hanno fatti alzare, perché quanto tu fai una gara per tre anni da 100 milioni penalizzi e depauperi le aziende del territorio».

Che impulso ha dato la vicenda Covid alla ricerca e innovazione nel vostro ambito e di quali nuove tecnologie ha favorito la messa a punto e l’immissione nel mercato?

«Il Covid è stato un fulmine a ciel sereno che ha portato innovazione soprattutto nelle tecnologie di contrasto al virus. Ad esempio nel campo delle macchine per la ventilazione, che naturalmente serviranno anche in futuro nella rianimazione tout court. Nell’ambito espressamente biomedicale, sono state studiate mascherine anche dai nostri associati che adesso sono molto più performanti e che hanno davvero cambiato le sorti di salute di tanti pazienti».

Sul tavolo del nuovo ministro della Sanità verranno sicuramente “impilati” diversi dossier caldi. In che ordine sottoporreste alla sua attenzione quelli che competono al vostro settore?

«Al nuovo ministro rivolgiamo innanzitutto un augurio di buon lavoro, mettendoci a disposizione con le nostre competenze di imprenditori che vogliono migliorare il sistema sanitario nazionale e regionale. Le priorità sono i Lea, che sono completamente da rifare con descrizioni obsolete, il supporto agli investimenti previsti del Pnrr per costruire Case di comunità e Case della salute: qui ci sono i fondi, ma manca il personale sia medico che infermieristico, da liberare tra l’altro da una serie di adempimenti burocratici che ne stritolano il lavoro quotidiano. Questi i primi temi che segnaleremo al ministro, assieme alla richiesta di revisione del Codice degli appalti. Perché ci sono troppe centrali di acquisto che non permettono di capire chi fa chi e cosa».

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Supplemento a Sanissimi-Il Giornale-Registrazione tribunale di Bologna n 7784 del 04/09/2002
Direttore onorario Raffaele Costa Massimo Pulin, presidente di Confimi Industria Sanità

Primo Piano

Rilanciare la produzione interna

L’import a basso costo dall’Asia è l’effetto secondo Boggetti di un’Italia che finora non ha sostenuto a dovere politiche di sviluppo della filiera delle life science. Semplificazione, trasparenza e Pnrr le chiavi della ripartenza

Contrariamente a quanto l’effetto pandemia farebbe presumere, il comprato dei medical device è uscito fortemente danneggiato dal biennio di emergenza sanitaria. A fronte di pochi- e nuovi- prodotti che hanno visto un incremento della domanda infatti, molte delle imprese associate a Confindustria Dispositivi medici hanno visto calare i fatturati esattamente come in ogni altro settore. «Bloccandosi o comunque rallentando le attività di routine, quelle di prevenzione ambulatoriale, di controllo e chirurgiche- sottolinea il presidente Massimiliano Boggetti- si sono fortemente ridotti gli ordini e il consumo di beni e dispositivi di supporto. Non solo: il 63,2 per cento delle nostre imprese ha visto un utilizzo diffuso della Cassa integrazione con oltre i 2/3 del proprio personale coinvolto e il 13,2 per cento delle aziende ha sospeso tutto il personale».

Ora però che il Covid ha allentato la morsa, non è cambiato nulla? «Finita la più stretta emergenza, si sta ritornando lentamente a una normalità, ma nuove sfide ci attendono: i nuovi regolamenti europei stanno creando non poche difficoltà non solo alle imprese a causa di tempi e costi di certificazione, oltre alla quantità e alla presenza di organismi notificati non ancora adeguati al numero di prodotti, che devono essere certificati ai sensi della nuova normativa».

Sul fronte del commercio internazionale c’è da registrare l’escalation

di importazioni dall’Asia. Come incide questa dinamica sull'attrattività dell’industria dei DM made in Italy?

«I dati del Csc Dispositivi medici hanno mostrato una contrazione del 13 per cento nell’export dei dispositivi prodotti in Italia per un valore di 6 miliardi di euro a tutto vantaggio di un’importazione che ha superato gli 8,5 miliardi, soprattutto dall’Asia. Questi numeri rivelano la mancanza di un’adeguata produzione interna, che ci ha spinto a cercare all’estero molti beni che privilegiano il basso costo alla qualità. Laddove però altri Paesi europei gettano le basi per costruire un mercato interno forte e autosufficiente, l’Italia manca di

visione non investendo sulla creazione di un tessuto produttivo solido e diversificato. Ci auguriamo che il nuovo governo ponga maggior attenzione a politiche di sviluppo di tutta la filiera delle scienze della vita, che può davvero rappresentare un pilastro nella gestione di eventuali pandemie future».

Il Sunshine Act in vigore da pochi mesi dovrebbe favorire la trasparenza dei rapporti tra ditte produttrici e sistema sanitario. Che impulso può dare, anche in termini di innovazione tecnologica?

«Il Sunshine Act è il classico esempio di una legge buona nell’ispirazione che rischia di essere dannosa nella pratica. Siamo convinti che la trasparenza sia la miglior garanzia di un corretto rapporto tra industria e operatori sanitari tanto che già nel 2018 abbiamo “anticipato” il Sushine Act introducendo regole più chiare nel nostro codice etico, tuttavia siamo altrettanto convinti che per raggiungere pienamente l’obiettivo di fondo servano atti di semplificazione normativa, anche per contrastare la corruzione. Questa legge arriva in un momento storico in cui l’industria viene finalmente considerata fattore abilitante della ricerca pubblica ma, se siamo già preoccupati che l’anno scorso gli investimenti in studi clinici in Italia siano calati del 27 per cento, il rischio oggi è che una normativa ancora da strutturare crei incertezza e ci faccia perdere l’occasione che il Pnrr sta cercando di offrire al Paese, incentivando il partenariato tra pubblico e privato».

Siete giunti alla quarta edizione

del Premio giornalistico “Umberto Rosa”, con candidature aperte fino a fine novembre. Com’è maturata l’idea di istituirlo e che riscontri sta ottenendo?

«La necessità di istituire un premio che valorizzi l’informazione corretta e verificata soprattutto in ambito medicoscientifico è emersa con l’incrementarsi delle cosiddette fake news. Abbiamo ritenuto così di fare la nostra parte, premiando quei giornalisti che riescono a raccontare la salute in modo preciso, accurato e con criteri scientifici. Il mondo della stampa ha risposto con favore alla nostra iniziativa e l’ottimo riscontro di oggi si deve anche all’estrema autorevolezza della giuria e ai parametri seri e rigorosi che ci siamo dati. Stiamo

-13%

Export

Calo delle esportazioni di dispositivi prodotti in Italia secondo i dati del Csc Dispositivi medici, per un valore di 6 miliardi di euro

raccogliendo le candidature per la IV edizione, ma già i numeri sono molto buoni e naturalmente ne andiamo orgogliosi».

Grandi sfide attendono il neo ministro della Salute Orazio Schillaci. Quali priorità che interessano il futuro del vostro settore gli segnalerete?

«Confidiamo di poter avviare presto interlocuzioni con il neo ministro, in una logica di collaborazione e trasparenza tra i diversi attori dell’industria della salute. I prossimi mesi saranno cruciali per la definizione della sanità del futuro e soggetti pubblici e privati, aziende, pazienti e operatori del settore dovranno mostrare il coraggio, ognuno nel proprio ruolo, di governare il più grande processo di cambiamento del Ssn ispirando le scelte ai suoi valori fondanti. Il rinnovo del parco tecnologico e la riorganizzazione della medicina territoriale saranno due asset fondamentali per attuare questo processo, grazie ai fondi del Pnrr e alle opportunità che la digitalizzazione apre davanti a noi».

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Massimiliano Boggetti, presidente di Confindustria Dispositivi medici

Strategie per l’Italia

La sanità in Italia richiede una governance con regole flessibili e davvero adeguate ai tempi per garantire l’accesso rapido e omogeneo alle cure a tutti i cittadini. Per questo è necessario un approccio sempre più orientato a considerare la salute un investimento e non un costo per il bene del Paese e per la sua crescita». Così il presidente di Farmindustria Marcello Cattani ha accompagnato i suoi auguri di buon lavoro al governo Meloni e al neo ministro della Salute Orazio Schillaci. Le sfide per il comparto sono molte, a partire dall’incremento dei costi dell’energia e soprattutto dalle difficoltà di reperimento delle materie prime che compongono i farmaci.

ALLARME COSTI

PER LA FILIERA FARMACEUTICA

«Il settore si confronta oggi in Italia con aumenti dei costi dell’energia del 600 per cento rispetto a un anno fa, con un’inflazione di addirittura l’8,4 per cento e con prezzi al consumo dei farmaci con prescrizione scesi dell’1 per cento», è l’allarme lanciato a inizio settembre dal presidente Cattani. Questo scenario determina per le aziende incrementi aggiuntivi dei costi di tutti i fattori di produzione e distribuzione

(materiali, imballaggi, manutenzioni, fiale e packaging), cresciuti in media del 35-40 per cento rispetto allo scorso anno, e la contemporanea erosione delle marginalità. Va infatti ricordato come l’industria farmaceutica non trasferisca sui prezzi finali, negoziati con Aifa e amministrati, l’aumento di questi costi. La situazione è resa ancora più grave dalla svalutazione dell’euro rispetto al dollaro, valuta con la quale si pagano i principi attivi che provengono per l’80 per cento da Cina e India, e dai problemi di approvvigionamento delle materie prime (carta, vetro, alluminio). Un insieme di fattori che rischia di causare gravi carenze di farmaci, già registratesi in qualche caso. L’escalation inarrestabile dei costi si sta abbattendo anche sulle aziende della distribuzione primaria, intermedia e finale del farmaco con costi di gestione non più sostenibili, in particolare per la cold chain, che adotta sistemi di refrigerazione a ciclo continuo. Il numero uno di Farmindustria invoca perciò l’adozione di misure ur-

genti a sostegno della produzione e distribuzione dei farmaci per garantire la continuità delle forniture in maniera economicamente sostenibile, in vista delle nuove campagne per i vaccini anti-Covid e della stagione influenzale alle porte. Cattani soprattutto invoca una strategia farmaceutica sanitaria per il Paese.

UNA CABINA DI REGIA E FONDI ADEGUATI

Base di partenza fondamentale è l’istituzione di una cabina di regia nelle mani della Presidenza del Consiglio con i ministeri competenti (Salute, Mef e Mise). «Chiediamo un’Agenzia italiana del farmaco che sia a misura di cittadino e tuteli il diritto all’innovazione rapida e omogenea nell’accesso ai nuovi farmaci tra le Regioni. Chiediamo anche un finanziamento adeguato sulla spesa farmaceutica complessiva e ospedaliera, andando a superare i limiti della governance passata ovvero il meccanismo del payback», ha evidenziato il

presidente di Farmindustria intervistato da Class Cnbc. La cabina di regia dovrà anche indicare la linea strategica industriale del Paese rispetto alle priorità della ricerca. L’Italia va resa più attrattiva su questo fronte. «Il fondo sanitario nazionale tornerà a breve sotto il 7 per cento del Pil. Siamo, tra i grandi Paesi, quello che investe di meno in ricerca e sviluppo: l’1,3 per cento del Pil. Occorre invertire la rotta e sostenere tutta la filiera della ricerca e sviluppo, con meno ideologia guardando magari a partenariati pubblico-privato», ha raccomandato Cattani il 25 ottobre scorso nel corso del convegno “Pandemie, strategia farmaceutica e transizione ecologica”.

L’EUROPA DEVE TORNARE COMPETITIVA

Solo il 22 per cento dei nuovi trattamenti globali proviene dall’Europa, mentre quasi la metà proviene dagli Stati Uniti. Il 74 per cento dei principi attivi di uso più consolidato in Europa dipende, direttamente o indirettamente, da produzioni primarie in Cina o in India.

«L’Europa ha già perso la gara dell’innovazione», ha ammesso Cattani (sempre durante il convegno) e ha poco tempo per invertire il trend. Si guarda con speranza alla nuova legislazione farmaceutica dell’Unione europea su cui sta lavorando la Commissione, ma i segnali non sono per ora incoraggianti. La legge al momento è ferma perché lo scrutiny board, un organo indipendente in seno alla Commissione, ha detto in maniera tranchant che per come è costruita, questa legge, è anti-industriale».

■ Francesca Druidi

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Risorse adeguate alla domanda di salute, una cabina di regia che renda omogenea l’erogazione delle cure e il superamento del meccanismo dei tetti e del payback. Le priorità indicate dal presidente di Farmindustria Marcello Cattani
Marcello Cattani, presidente Farmindustria
TRA LE PRIORITÀ
L’adozione di misure urgenti a sostegno della produzione e distribuzione dei farmaci per garantire la continuità delle forniture in maniera economicamente sostenibile

Primo Piano

Salute, inizia l’era Schillaci

Un medico blasonato in campo accademico e con incarichi istituzionali di rilievo alle spalle, ma totalmente vergine sul piano dell’esperienza politica. Ricalca i contorni di un tecnico puro il profilo di Orazio Schillaci, scelto dalla neo-premier Giorgia Meloni per succedere a Roberto Speranza alla guida del Ministero della salute. Rettore dell’Ateneo di Roma Tor Vergata dal 2019 e docente ordinario di medicina nucleare sia al corso di laurea in Medicina sia al corso di laurea per Tecnici di radiologia medica, della stessa Università il 56enne romano è stato anche preside della facoltà di Medicina e chirurgia, ricoprendo ruoli apicali in numerosi organismi scientifici. Sul versante istituzionale è stato componente del Comitato scientifico dell’Istituto superiore della Sanità, nominato nel 2020 proprio dal suo predecessore Speranza.

Una veste, quest’ultima, ripiegata assieme ai panni di rettore proprio in concomitanza con il suo insediamento al dicastero di Viale Ribotta. «L’incarico di ministro- ha dichiarato Orazio Schillaci salutando la comunità universitaria- rappresenta per me un alto onore e può consentirmi di mettere a frutto nell’interesse di tutti i cittadini italiani l’esperienza maturata come medico, docente e come responsabile di un Ateneo importante come il nostro, per il quale conserverò sempre un attaccamento profondo e sincero». Dalla ripartizione delle risorse alla carenza di personale,

dallo smaltimento delle liste d’attesa, gonfiatesi in tempo di Covid, all’attuazione del Pnrr che per la sanità insieme al Piano complementare vale circa 20 miliardi di euro, è davvero lungo l’elenco dei dossier aperti con cui il ministro Orazio Schillaci dovrà misurarsi. Anche se naturalmente la curiosità di tutti converge sulla strategia che intenderà adottare per la gestione della pandemia. Primo banco di prova sul quale la stessa premier Giorgia Meloni ha voluto marcare un’impronta di discontinuità fin dal discorso programmatico per la fiducia pronunciato alle due Camere, rilanciando ad esempio l’intenzione di aprire una commissione d’inchiesta sul Covid annunciata in campagna elettorale. «Lo si deve a chi ha perso la vita e a chi non si è risparmiato nelle corsie degli ospedali- afferma la presidente del Consiglio- mentre altri facevano affari milionari con la compravendita di mascherine e respiratori. L’Italia ha

adottato le misure più restrittive dell’intero Occidente, eppure è tra gli Stati che hanno registrato i peggiori dati in termini di mortalità e contagi. Dunque, voglio dire, fin d’ora, che non replicheremo in nessun caso quel modello che non ha funzionato». Più morigerata, almeno per ora, la postura del ministro, che tra l’altro in passato si era espresso a favore di vaccini e green pass. «Qualcosa da capire sicuramente c’èafferma Orazio Schillaci- soprattutto sulla

TANTI I DOSSIER APERTI

fase di approvvigionamento di mascherine durante la pandemia. Oggi la malattia è completamente diversa da quella che c’era una volta e in ogni caso andrà affrontata assieme a tutti gli altri problemi concreti della sanità che in questo momento contribuiscono a rendere il sistema ingiusto».

CONVERGENZA CON ISS ANCHE IN VISTA DI FUTURE ONDATE

E nelle partite di varia natura che si troverà a giocare da protagonista- sia lato riforme, come quella attesa sui medici di famiglia in relazione alle Case della comunità, sia lato governance, da quella del farmaco a quella in seno al Ministero stesso- Orazio Schillaci troverà certamente un affidabile partner scientifico nell’Iss. Di cui ha fatto parte (ma «mai come componente del Comitato per l’emergenza Covid», come ha tenuto a precisare l’altro giorno in occasione del passaggio di consegne con il ministro uscente) e che ne ha salutato la nomina con parole di stima. «Al ministro, di cui abbiamo apprezzato l’alta professionalità, la competenza e la passione per la sanità pubblica nei panni di magnifico rettore dell’università di Tor Vergata e di membro del Comitato scientifico dell’Istituto- afferma il presidente Silvio Brusaferro- auguriamo buon lavoro. Pronti a operare insieme nel promuovere e tutelare la salute dei cittadini e delle comunità del nostro Paese». Uno spirito di servizio e un impegno che Iss assicurerà per tutte le attività in cui il conforto della scienza è dirimente, a cominciare ancora una volta dal monitoraggio del Coronavirus e delle sue evoluzioni. Con una nuova variante denominata “Cerberus” in agguato in Europa e che già da novembre potrebbe trainare una nuova ondata anche in Italia. «La circolazione del virus si mantiene alta- conclude Silvio Brusaferro- ma per fortuna l’impatto in termini di occupazione delle terapie intensive e dei reparti di area mediche è limitato. Fare previsioni oggi è difficile, tutto quello che possiamo fare è ottenere prima possibile informazioni solide e condividerle con chi è chiamato a prendere le decisioni».

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«Affrontare i problemi concreti della sanità che contribuiscono a rendere il sistema ingiusto». Non solo pandemia nei pensieri del nuovo ministro, che tuttavia lì è atteso in primis per verificarne la linea rispetto al predecessore
Dalla ripartizione delle risorse alla carenza di personale, dallo smaltimento delle liste d’attesa, gonfiatesi in tempo di Covid, all’attuazione del Pnrr che per la sanità insieme al Piano complementare vale circa 20 miliardi di euro
Il ministro della Salute
Orazio Schillaci

Il cuore del Pharma batte a Francoforte

La catena dell’approvvigionamento farmaceutico sarà l’osservata speciale di CPhl Worldwide, che metterà in scena il suo main event fisico dall’1 al 3 novembre. La centricità del paziente e le future terapie gli altri focus trainanti

Le aspettative sulle revisioni delle politiche farmaceutiche europee, la pressione della crisi energetica sulle catene di approvvigionamento, le nuove frontiere terapeutiche e della biomedicina. È solo un assaggio delle dieci tracce che costituiranno l’architrave tematico di C PhI Worldwide la più grande rassegna mondiale dedicata all’industria chimica e farmaceutica. Piattaforma fieristica d’elezione per suggellare l’incontro tra la business community e il mondo della scienza, CPhI Worldwide 2022 tornerà a Francoforte dopo tre anni di “soggiorno” nel quartiere Rho Fiera di Milano. Accogliendo da martedì 1 a giovedì 3 novembre i più importanti player provenienti dai campi delle biotecnologie, attrezzature da laboratorio, prodotti farmaceutici e tecnologie per la farmacia in un format dall’outfit rinnovato.

OTSOURCING E TIME-TO-MARKET, LE SFIDE EMERGENTI

Alla tradizionale veste fisica allestita su una superficie di oltre 250 mila metri quadrati, la manifestazione tedesca ha infatti abbinato quest’anno un pal-

coscenico digitale ribattezzato Connect to Frankfurt che ha aperto i battenti agli espositori dal 28 settembre, in ampio anticipo rispetto alla tre giorni in programma tra i padiglioni della Messe Frankfurt. Più flessibilità, più tempo per fare matching e più apprendimento le motivazioni che hanno spinto il board organizzativo a scommettere su questo modello ibrido di show, che grazie alla dimensione online permetterà agli stakeholder di scoprire in anteprima i profili degli espositori, calibrandoli sulle proprie esigenze aziendali. Senza contare che questa preview da remoto farà già il punto sulle tendenze emergenti nel settore della produzione farmaceutica e dell’outsourcing per i prossimi 12 mesi, delineando in pratica il palinsesto dei contenuti che saranno al centro del CPhI Worldwide di novembre. Una bussola in questo senso sarà sicuramente il rapporto Pharma Trends 2022 lanciato proprio da CphI, che nell’individuare le dieci tendenze emergenti

per l’anno in corso si focalizza soprattutto sui condizionamenti che i noti problemi legati alla crisi energetica e alla coda pandemica produrranno sulla supply chain farmaceutica. «Questo report realizzato attraverso interviste con esperti di realtà apicali del settorespiega Tara Dougal, head of content and insights di Informa Markets- non prende in esame solo alcune delle principali tensioni e ostacoli che l’industria farmaceutica sta affrontando nel 2022, ma anche le soluzioni innovative che sta sviluppando per superarli. Facendo tesoro dei notevoli progressi compiuti l’anno scorso, specialmente nel modo in cui è riuscita ad accelerare il time-to-market e ad aumentare l’efficienza lungo la catena di approvvigionamento al fine di soddisfare l’enorme domanda di vaccini Covid19».

INGREDIENTI, FORMULAZIONI E GLI ORIZZONTI DIGITAL Marketing e potenziamento della

pre-

senza digitale, le fusioni e le acquisizioni nel settore dei servizi farmaceutici a contratto, la dimostrazione del valore e dell’impatto della somministrazione di farmaci tra gli item che verranno messi a fuoco durante le tre giornate di Francoforte, con l’ausilio di volti eminenti per ciascuna materia di competenza. Al netto delle varie angolazioni prospettiche tuttavia, la mission numero uno di C PhI Worldwide 2022 sarà fornire gli spunti per migliorare la catena di approvvigionamento globale. Con una visione analitica che sarà il tratto distintivo delle sessioni in programma all’interno del Conference Theatre, dove i professionisti del Pharma verranno guidati lungo sei tracce selezionate dal comitato organizzativo: ingredienti e formulazioni, le future terapie, digitale, eccellenza manifatturiera e centricità del paziente. Più un modulo specifico dedicato all’innovazione di prodotto e ai nuovi paradigmi di sostenibilità. «Le aziende farmaceutiche e biotecnologiche- evidenzia Orhan Caglayan, brand director della fiera- hanno ripreso a pianificare le loro attività sul lungo periodo e sono alla ricerca costante di partner secondari, terziari e persino quaternari. Questo è dunque un momento favorevole per CPhI Worldwide che sarà in grado di garantire un volume di affari considerevole per i prossimi anni supportando la crescita del settore». Altro elemento di forte richiamo del programma è costituito infine dai C PhI P harma Award s, che nella sua 19esima edizione offrirà la ribalta ai vincitori durante una cerimonia di gala nella prima serata. Dieci le categorie in gara, che verranno premiate per l’eccellenza raggiunta in ciascuno dei seguenti ambiti: innovazione in risposta al Covid-19, sviluppo di principi attivi farmaceutici, formulazioni finite per la produzione di farmaci solidi, semisolidi, parenterali, tecnologie e attrezzature di produzione, imballaggio e consegna di farmaci. E ancora, innovazione digitale, logistica e distribuzione, sostenibilità per pazienti, dipendenti e l’ambiente, procedure normative e conformità fino alla premiazione del ceo dell’anno.

Pag. 7 • Ottobre 2022 Osservatorio medico - scientifico
GG
UNO SHOW IBRIDO Più flessibilità, più tempo per fare matching e più apprendimento le motivazioni che hanno spinto il board organizzativo a scommettere su questo modello

Generico è davvero equivalente

Speciale CPhI

Ifarmaci equivalenti consentono di risparmiare significative risorse economiche sia allo Stato che a tutti i cittadini, mantenendo standard di efficacia e sicurezza di massimo livello. Sophos Biotech nasce dalla necessità e dall’impegno di diffondere una maggiore conoscenza del ruolo di questi farmaci, che vengono utilizzat anche nella cura di malattie gravi, come i tumori. L’azienda farmaceutica viene fondata nel 2015 a Roma dall’intuizione di tre manager che vantavano già una lunga esperienza nel settore farmaceutico. «Abbiamo deciso di unire le nostre expertise per creare una realtà nuova» afferma Giulio Cimini, uno dei tre fondatori. Da allora Sophos Biotech si pone sul mercato farmaceutico come partner degli specialisti del settore. «L’azienda è nata per svilupparsi in ambito oncologico e, nello specifico, nel trattamento del tumore al seno e alla prostata. Vi sono una categoria di farmaci denominati inibitori dell’aromatasi, capaci di

bloccare la produzione di estrogeni responsabili delle recidive di tumore al seno – chiarisce il fondatore -. Tra questi possiamo citare l’anastrozolo, il letrozolo,e l’exemestane , e noi stiamo procedendo a un loro sviluppo sia dal punto di vista commerciale che da un punto di vista scientifico. Per scelta ci siamo specializzati nell’oncologia della mammella

con i marchi Letrix, Extroplex, Mestane, Megexia, GelX e nel tumore alla prostata con il marchio Politrate e Midelut. Vi è poi, infine, un’altra branca di sviluppo di cui ci stiamo occupando: nuova orphan drug, a base di nano particelle conte-

nenti Pentosano Polisolfato di sodio per il trattamento della cistite interstiziale della donna. Si tratta di una patologia invalidante perché provoca alla donna dolori e bruciori.

Riteniamo che l’obiettivo fondamentale di un’azienda farmaceutica sia non solo far stare meglio i pazienti e ampliare la loro prospettiva di vita, ma anche e soprattutto migliorarne la qualità.

Questo è lo spirito che ci spinge ogni giorno a lavorare con impegno, lo spirito che trasmettiamo ai nostri uomini e donne sul campo e ai nostri collaboratori e che ci ha permesso, nell’arco di pochi anni, di essere apprezzati e stimati per il nostro operato». Sophos Biotech è diventata referente in termini di consulenza farmacologica, professionale e di affidabilità dello specialista oncologo. Fornisce al medico prodotti e servizi di qualità, che possono contribuire all’attività clinica, diagnostica e terapeutica, e a migliorare la qualità della vita dei pazienti.

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■ Luana Costa
si disconosce l’efficacia dei farmaci equivalenti nella cura di patologie gravi e
Al
risultano validi anche nel trattamento del tumore al seno o alla prostata. Il punto di
Spesso
invalidanti.
contrario,
Giulio Cimini
Sophos Biotech ha sede a Roma www.sophosbiotech.com

L’importanza della riferibilità metrologica nelle attività di analisi

Per applicare correttamente nella pratica il concetto di riferibilità metrologica è fondamentale considerare alcuni importanti requisiti: a) il misurando deve essere definito in maniera univoca; b) deve essere stabilita una gerarchia di calibrazioni definita da una catena ininterrotta di riferibilità metrologica; c) la selettività dei metodi impiegati e la stabilità e la commutabilità dei materiali di calibrazione devono essere note; d) il “bias” (tendenza a deviare dal valore medio) deve essere corretto e, quindi, eliminato lungo tutta la catena di riferibilità metrologica, ed e) i valori assegnati ai materiali di calibrazione (siano essi di riferimento o commerciali) devono essere sempre associati a un’incertezza definita e l’incertezza aggiunta nei vari passaggi deve essere nota e combinata.

Oggi più che mai, l’obiettivo primario di controlli e misure accurate ed affidabili, in qualunque applicazione analitica, è quello di produrre dei risultati ripetibili ed equivalenti indipendentemente dal laboratorio e dal metodo utilizzato per produrli. Per raggiungere questo importante obiettivo è necessario implementare una standardizzazione delle misure, solo così è infatti possibile ottenere l’interscambiabilità dei risultati tra diversi laboratori, utilizzare limiti di riferimento e livelli decisionali comuni.

La realizzazione di un processo di standardizzazione richiede la definizione di un sistema metrologico di riferimento, che permetta di trasferire quanto definito al livello gerarchico più elevato fino ai metodi in uso nei laboratori.

In Italia, l’azienda impegnata su tale fronte, è CHEMIFARM Srl. Nata nel 1984 a Parma, è punto di riferimento nel settore del laboratorio per molte realtà italiane e non solo. Certificata Iso 9001 tra i primi nel suo settore, nel 2005 consegue l’accreditamento secondo la Uni En Iso/Iec 17025, rilasciato da Accredia, per la taratura delle strumentazioni e per la produzione di materiali di riferimento (Iso Guide 34), e avvia il Centro LAT N. 186 per la taratura delle strumentazioni e per la produzione di materiali di riferimento certificati (Crm).

Dal 2018 CHEMIFARM vanta due centri

accreditati autonomi: il Centro LAT N. 186 e l’RMP N. 186.

Con l’estensione della Tabella di accreditamento 186R alla scala bassa e alta della conducibilità è oggi l’unico centro in Europa in grado di produrre materiali sintetici in soluzione a valori di conducibilità elettrolitica estremamente bassi (0,6 μS/cm) secondo Uni En Iso 17034.

Grazie agli accreditamenti conseguiti CHEMIFARM è in grado di offrire tarature accreditate per pHmetri, conduttimetri e rifrattometri, oltre che riferibili per un vasto range di strumenti e produce, interamente nella propria sede di Parma, soluzioni di taratura accreditate e riferibili anche su valori a specifica richiesta dei clienti. La localizzazione del Centro LAT N. 186 e dell’RMP N. 186 nella medesima sede di Parma permette di rispondere alle richieste dei clienti in tempi estremamente rapidi (massimo 3-4 giorni lavorativi) sia per quanto concerne la taratura di strumentazioni sia relativamente alla produzione di soluzioni di riferimento anche personalizzate.

CHEMIFARM progetta e fornisce laboratori completi di arredi e strumentazioni per tutti i settori. Il know how e la consolidata esperienza del personale garantiscono la scelta delle migliori soluzioni progettuali e la recente introduzione della linea B-LAB, moduli e strutture prefabbricate per laboratori, completa il panorama delle soluzioni oggi disponi-

bili. Personale tecnico altamente specializzato fornisce servizi di training, anche on-site, per il corretto utilizzo di strumentazioni e attrezzature. Inoltre la capillare conoscenza degli aspetti normativi permette una solida attività di consulenza focalizzata sulla scelta e sull’utilizzo delle strumentazioni e dei materiali ottimali in relazione alle specifiche esigenze, campi di attività e certificazioni del cliente. CHEMIFARM distribuisce reagenti, strumentazioni, arredi, terreni di coltura, materiali, anche monouso, per i laboratori di analisi chimiche e microbiologiche nei settori industriale, della ricerca, della didattica ed è presente sul Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (MePA).

Pag. 9 • Ottobre 2022 Osservatorio medico - scientifico
Francesca e Antonio Giuffredi, alla guida della CHEMIFARM di Parma - www.chemifarm.it La riferibilità metrologica è la proprietà di una misura di essere rapportata con valori noti a campioni appropriati, attraverso una catena ininterrotta di confronti, tutti aventi incertezze stimate

Speciale CPhI

Brevettati per migliorare la qualità della vita

La salute non è più soltanto assenza di malattia, ma pienezza del vivere, nel senso che è ciò che ci appartiene dal punto di vista fisico, psichico e sociale». Questo pensiero di Stefano Rodotà è stato pienamente assimilato dalla Sinergy Pharma, società farmaceutica in cui il sapere e l’esperienza pluriennale di un team di professionisti realizza quotidianamente complementi nutrizionali, dispositivi medici, dermocosmetici tecnologicamente avanzati al servizio del benessere.

Ma quali sono gli ingredienti per restare sempre un passo avanti, per essere all’avanguardia in un mondo sanitario in continua evoluzione?

Ci risponde il ceo Francesco Sguera: «Il carattere distintivo della nostra azienda è la creazione di formule che brevettiamo garantendo ai nostri prodotti la novità, l’originalità e l’industrialità: in una parola l’unicità. Unicità che si trasmette sia nel processo di formulazione, sia nella fase di verifica e di produzione e commercializzazione in Italia ed all’estero. Il nostro obiettivo primario è infatti migliorare la qualità di vita dei pazienti attraverso i frutti di una ricerca attenta sui principi naturali e sulla sperimentazione continua». Ma la Sinergy non è solo un punto di riferimento per le

sue competenze e conoscenze sulle materie prime ricavate unicamente dalla natura, il suo impegno si riversa anche verso uno dei grandi mali del nostro tempo: lo stress.

«Abbiamo integratori per facilitare il sonno, ripristinare il benessere fisico e mentale, come Valeriana Dream o Osteosil Calcium che rafforza ossa, capelli, unghie e pelle, ma anche prodotti innovativi per problemi alla prostata. Per chi invece ha subito prolungati trattamenti terapeutici consigliamo Polidal 75 al fine di ridurre stress ossidativo e stanchezza».

Se pensate che le sorprese finiscano qui, la Sinergy saprà sorprendervi anche sul miglioramento di prodotti già in uso ampliando l’efficacia e tollerabilità.

«Ci impegniamo a mettere a disposizione prodotti più utili e sicuri per questo collaboriamo con Università italiane e centri di eccellenza e dal 2022 siamo entrati a far parte del gruppo Del&Bas Pharma proprio per poter crescere nella diffusione della cultura del benessere».

Sinergy Pharma è quindi sinonimo di salute a 360 gradi che unisce l’antica arte dei principi naturali alle più sofisticate tecnologie ed innovazioni in campo medico con il solo scopo di accrescere la qualità della vita di ognuno di noi. ■ Arianna Vasserot

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Sinergy Pharma realizza e commercializza prodotti farmaceutici e complementi nutrizionali, come integratori, dispositivi medici, dermocosmetici e coadiuvanti nella rimozione del cerume. Prodotti tecnologicamente avanzati al servizio del benessere. Ne parla il ceo Francesco Sguera Sinergy Pharma ha sede a Cinisello Balsamo (Mi) www.sinergypharma.eu

L’igiene al primo posto

Innovazione, sostenibilità e servizio sono i cardini di Ecolab. Ne parliamo con Susy Sora, vice president South Europe della divisione Healthcare di Ecolab e amministratore delegato di Nuova Farmec, azienda chimico-farmaceutica leader in Italia nella fornitura di soluzioni per la disinfezione in ambito sanitario, appartenente al gruppo Ecolab

Con l’emergenza coronavirus, quella che dovrebbe essere una prassi ormai acquisita è diventa uno strumento di protezione a cui viene dato grande risalto: l’igiene delle mani. Igiene e pulizia sono fondamentali per la salute e il benessere, tanto che alle aziende produttrici viene sollecitato un grande impegno per rispondere alle nuove esigenze del mercato. Ecolab è un’azienda chimica di matrice americana che si occupa di soluzioni nei servizi per l’acqua, l’igiene e la prevenzione delle infezioni e contribuisce a proteggere la salute delle persone, del pianeta e delle aziende. «Operiamo con un’organizzazione strutturata verticalmente attraverso delle divisioni specializzate, con competenze peculiari in ogni settore: sanità, produzione di cibo e bevande, settore terziario - afferma Susy Sora, vice president South Europe della divisione Healthcare di Ecolab -. Questo garantisce la capacità di rispondere alle esigenze dei diversi mercati. Operiamo in tutti i settori industriali soprattutto con programmi, soluzioni ed un’esperienza centenaria per migliorare i processi produttivi all’interno delle aziende».

Quali sono i vostri punti di forza? «Puntiamo principalmente su tre aspetti: servizio, innovazione e sostenibilità. Grazie a una struttura così capillare siamo in grado di garantire un servizio tecnico e commerciale di alto livello, con personale diretto sul campo. L’azienda opera a livello multinazionale con 47 mila dipendenti in più di 171 paesi e investe particolarmente sull’innovazione, sia a livello di prodotti che di tecnologie e programmi. Siamo molto attenti a trovare delle soluzioni sostenibili; in ambito Healthcare, per esempio, uno dei programmi che stiamo portando avanti è l’Hand Hygiene Compliance Measurement program, dedicato a ottimizzare la disinfezione delle mani all’interno delle strutture ospedaliere, consentendo di ridurre in maniera importante le infezioni correlate all’assistenza sanitaria. Cerchiamo di prevenire questo tipo di infezioni, proteggendo la salute dei pazienti e dei professionisti. Pulire 90 miliardi di mani vuole dire assistenza sicura a 116 milioni di persone contribuendo ad evitare 1,7 milioni di infezioni ogni anno. In molti ospedali la modalità e il controllo dell’utilizzo del gel per le mani non è adeguata. Noi offriamo un sistema per migliorare i processi di pulizia delle mani all’interno della struttura ospedaliera per evitare infezioni al suo interno. Per il settore della salute, la nostra strategia di innovazione combina prodotti, tecnologie digitali, analisi dei dati e servizio per fornire un valore espo-

i brand Ecolab, Farmec, Anios, Soluscope, Microtek, Nalco Water www.it-it.ecolab.com

nenziale ai clienti e la massima sicurezza e igiene negli ambiti sanitari. Grazie alle tecnologie digitali e remote, stiamo aumentando la nostra capacità di offrire dati dettagliati in tempo reale e soluzioni più intelligenti che favoriscano un’assistenza predittiva e preventiva, offrendo ai clienti un’esperienza migliore e risultati eccellenti».

Quali sono i vostri prodotti di punta? «Siamo una realtà molto articolata e capillare. Abbiamo un’ampia gamma di prodotti, divisa in vari segmenti. Il principale è focalizzato sulla “prevenzione delle infezioni”, che in Italia è affidato soprattutto alla filiale di Nuova Farmec, che vanta un’ampia offerta di medicinali per la cute lesa ed integra da utilizzare prima di un trattamento medico, presidi medico chirurgici – futuri biocidi nella nuova BPR- per la cute integra e le superfici non medicali, dispositivi medici e cosmetici, prodotti per l’igiene dell’ambiente e il riprocessamento degli strumenti. Per il segmento di “riprocessamento degli endoscopi” abbiamo sia prodotti chimici che macchinari e offriamo il supporto di tecnici specializzati che svolgono la manutenzione preventiva e curativa sulle macchine lavaendoscopi.

Forniamo un pacchetto completo in cui il cliente ha in utilizzo la macchina, con servizio di manutenzione e prodotti chimici. Infine, il segmento “surgical” offre soluzioni specifiche per le sale operatorie».

Chi sono i vostri clienti?

«Il grosso delle attività riguarda gli ospedali e a seguire le case di cura, gli studi medici e dentistici. Operiamo in tutto il mondo con delle strutture dirette, delle filiali piuttosto che con dei distributori. Il team di vendita e as-

sistenza di Ecolab, composto da più di 25mila persone (il più vasto e meglio addestrato del settore) utilizza soluzioni innovative, tecnologie digitali e una lunga esperienza sul campo per aiutare a risolvere le sfide più impegnative che i nostri clienti devono affronta-

re. Molte delle aziende più importanti al mondo si affidano a Ecolab per garantire la qualità dei loro prodotti e la soddisfazione dei loro clienti, oltre che per mantenere la reputazione del loro brand e per raggiungere i loro obiettivi operativi e di sostenibilità».

Obiettivi per il futuro?

«Continuare a posizionarci come azienda che garantisce prodotti di qualità e investire sul personale. In un contesto così complesso dal punto di vista macroeconomico a causa del Covid, della guerra e della crisi energetica l’azienda ha realizzato un piano d’azione, che coinvolge tutte le funzioni aziendali a partire dalla supply chain, per garantire che gli impianti produttivi continuino ad essere operativi, fino al procurement per avere sempre disponibilità di materie prime e garantire la continuità di fornitura ai clienti. Questo significa che saremo sempre in grado di assicurare un servizio costante e il supporto agli ospedali che rappresentano la nostra priorità». ■ Renato Ferretti

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Ecolab ha sede a Vimercate (MB) e opera sul mercato italiano con

Speciale CPhI

Guidati dalla scienza, ispirati alla natura

fronti delle sue persone, unito a consistenti investimenti in processi produttivi innovativi e R&D. Cavallo di battaglia di Sochim è il suo modello di business unico che rende possibile una rapidità in termini di tempi consegna del prodotto superiore alla media, grazie alla versatilità nel gestire tutte le operazioni dall’approvvigionamento alla consegna del prodotto finito».

L’

innovazione più avanguardistica a partire da materie prime naturali. Il trend nel campo della nutraceutica (ma non solo) si è imposto ormai da anni e ha portato un avanzamento nel settore che è sotto gli occhi di tutti. Abbiamo chiesto a Costanza Eigenmann di portare l’esempio della milanese Sochim International Spa. «Driven by science, inspired by nature. È proprio questo il pilastro fondamentale della realtà internazionale che è oggi Sochim International Spa – dice Eigenmann −. Cosa significa? Rappresenta la costante ricerca della sinergia tra innovazione e nutrizione, l’investimento quotidiano nello studio di principi attivi rivoluzionari, tecnologie all’avanguardia e processi di alta qualità per migliorare il benessere delle persone. La nostra azienda ha ormai anni di specializzazione nello studio e nella commercializzazione di materie prime di origine naturale per l’industria nutrizionale e dietetica, cosmetica e alimentare. A quest’attività d’elezione, più di 30 anni fa, è stato affiancato un servizio conto terzi per la realizzazione di prodotti “chiavi in mano». Sochim International nasce nel 1988 come azienda Italiana indipendente, ancora oggi guidata dal dottor Carlo Eigenmann e le sue figlie. «Il suo obiettivo principale è sempre stato quello di rappresentare un punto di riferimento per le aziende alla ricerca di prodotti ad alto contenuto tecnologico connotati da eccellenza e innovazione – afferma Ei-

genmann−. Negli anni è stato costruito un network internazionale di ingredients producers, rappresentati e distribuiti in esclusiva a livello nazionale o europeo. Disponiamo pertanto di un ricco portfolio che comprende ingredienti attivi di origine naturale, estratti vegetali titolati e standardizzati, carotenoidi puri e microincapsulati, fermenti lattici e probiotici, fibre, glucomannani, vitamine di origine naturale, minerali, Omega 3 e 6 etc.».

Forti dell’expertise maturata, qualche anno dopo la nascita dell’impresa, si decise di completare l’offerta «costruendo una business unit di contract development and manufacturing – continua la figlia dell’imprendito-

re −. Ad oggi, questa divisione consente a Sochim di offrire una partnership tailor made, costruita intorno alle esigenze del cliente, accompagnandolo in ogni fase fino all’immissione in commercio: offrendo supporto regolatorio, scientifico, formulativo e applicativo, sino ad arrivare al packaging e alla consegna del prodotto finito. In pratica, un servizio fatto su misura, a 360°, per introdurre nuovi prodotti sul mercato nel minor tempo possibile. Grazie ad una consolidata strategia commerciale, Sochim è un’azienda leader che vende in tutto il mondo nel campo nutraceutico, cosmeceutico e alimentare. La crescita di Sochim International è il risultato di un pieno impegno nei con-

La divisione soſtgel

Gli investimenti di Sochim non si sono fermati solamente all’innovazione di prodotto ma anche di tecnologie. «È stato rinnovato e ampliato il parco macchine inserendo comprimitrici, bassine, linee di confezionamento blister, barattoli, bustine e stickpack di ultima generazione. Da evidenziare è la nuova e completa suite di granulazione che inserisce Sochim in un’ulteriore posizione competitiva, completando la produzione di solidi orali orosolubili». Infine, il tema sempre più attuale e di interesse di carattere ambientale. «Conosciamo bene l’importanza di preservare le risorse e riutilizzarle, del riciclo e della sostenibilità. Sochim si rende partecipe proponendo alternative di imballaggio e packaging con caratteristiche specifiche a raggiungere requisiti di sostenibilità, suggerendo la diminuzione di sprechi di materiali. Carichi di entusiasmo e passione, il team di 80 persone di Sochim man-

PER IL BENESSERE DELLE PERSONE Innovazione e nutrizione, studio di principi attivi rivoluzionari, tecnologie all’avanguardia e processi di alta qualità

tiene quotidianamente i contatti con gli oltre 250 clienti in più di 30 paesi in giro per il mondo. Fiera di rappresentare un settore Italiano dei più significativi e di farne parte tra le eccellenze del settore, Sochim International è pronta ad espandere i propri orizzonti, mantenendo standard di qualità e lavoro straordinari». ■

Qualche anno fa, Sochim International decise di espandere il suo portfolio prodotti con un investimento per completare la sua offerta di produzione di solidi e «implementando la divisione per la produzione di Sogel, capsule di gelatina molle, vegetali e non –spiega Costanza Eigenmann, direttrice marketing dell’impresa milanese −. Così facendo, Sochim International si posiziona come unica azienda in Italia in grado di offrire tutte le tipologie di solidi orali. Le nuove linee di produzione permettono una capacità produttiva di oltre 5 milioni di sogel al giorno in un unico turno. La sinergia dei due business unit di Sochim International, la parte di materie prime e l’altra di contract manufacturing, permette di sfruttare al meglio le peculiarità tipiche delle capsule di gelatina molle che per la loro facile deglutizione, elevata biodisponibilità e la possibilità di averle senza ritorno di gusto rappresentano un plus anche per i consumatori più esigenti».

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Costanza Eigenmann parla del rapporto fra innovazione, studio e uso di materie prime naturali nel campo della nutraceutica, della cosmesi e dell’industria dietetica, a partire dalla propria esperienza diretta nel settore Sochim International ha sede a Cornaredo (Mi) www.sochim.it

L’eccellenza del farmaco made in Napoli

Italia è tra i paesi più tecnologicamente all’avanguardia nel settore farmaceutico, forte di una posizione di leadership a livello europeo e non solo. Alcune aziende di rilievo hanno puntato proprio sull’export, come dimostra l’esperienza di Petrone Group, realtà imprenditoriale privata, a conduzione familiare, impegnata sin dagli anni 60 nel farmaceutico. «L’azienda nasce nel 1965 da un’intuizione di mio padre, Carmine Petrone, che in quel periodo stava collaborando con il comandante Achille Lauro e la sua flotta - racconta il ceo Pierluigi Petrone, presidente di Assoram delle Pmi di Farmindustria e board member della Camera di Commercio italiana di Singapore -. Cominciò a rifornire le medicherie di bordo delle navi da crociera con farmaci utilizzati per piccole patologie, e aprì di fatto la via per lo sviluppo di un’intensa attività intercontinentale di import-export».

L’

Oggi il Gruppo Petrone è una holding di partecipazione con più di 32 aziende.

«Esattamente, di queste 30 operano nel settore farmaceutico gestendo attività outsourcing che vanno dal packaging, logistica, commerciale, retail, ospedaliero, riabilitazione. Le società del gruppo hanno trasceso i confini dell’ambito farmaceutico e rappresentano un esempio di crescita sostenibile e differenziazione ben pianificata. Essendo tutti farmacisti abbiamo conservato nel nostro Dna il valore della farmacia che è il settore attorno al quale ruota tutta la nostra attività».

Quali sono i vostri punti di forza? «Oggi possiamo pensare alla nostra realtà come a una caramella con un piccolo foro al centro, dove il foro è l’azienda farmaceutica e la caramella intorno sono i servizi outsourcing che siamo in grado di poter offrire al settore. Sappiamo perfettamente che oggi il migliore modo per tenere i costi sotto controllo e trasformarli da fissi a variabili è dare in outsourcing una serie di servizi. Abbiamo cercato quindi di implementare diverse attività in virtù delle necessità delle aziende farmaceutiche, cercando di realizzare tutta quella rete di servizi che vanno dal packaging e logistica, alla concessione sul mercato retail di prodotti maturi non più promossi dal mondo pharma o non più oggetto di informazione

medico scientifica. Il Gruppo è molto diversificato e differenziato e quindi può essere punto di riferimento per molte attività che si vanno a crossfertilizzare le une con le altre. La nostra attività consente di avere una trasversalità rispetto a tanti altri concorrenti, dove abbiamo interazioni sia come acquisto che in vendita».

Che servizi in più offrite rispetto ad aziende simili alla vostra?

«Abbiamo la capacità di essere un one stop shop, un’azienda che prende i prodotti in concessione commerciale creando un basket di servizi di offerta prodotti che vanno dal delivery al cash collecting, e noi attraverso nostre persone sul territorio o tramite i call center di Brescia, Napoli o Barcellona, facciamo informazione commerciale da remoto. Alla holding fanno capo oltre 30 società con sedi proprio in Italia e Spagna, che servono clienti dislocati nell’Unione europea, in Nord Africa, Medio Oriente, America Latina, Singapore, Estremo Oriente. Il dinamismo del Gruppo consente di spaziare tra il commercio e la distribuzione farmaceutica, con una presenza diretta nei mercati italiano e spagnolo, la vendita al dettaglio tramite le farmacie (Napoli e Barcellona), l’attività di riabilitazione in Campania, accreditata con il Ssn».

Quali sono le aziende del Gruppo che parteciperanno a CPHI e di che cosa si occupano nello specifico?

«Euromed Pharma, che offre una gamma completa di servizi utili alla gestione della fornitura di prodotti farmaceutici, con soluzioni personalizzate in base alle esigenze

specifiche dei nostri partner. Quest’azienda si assicura che i prodotti farmaceutici siano distribuiti mediante processi di approvvigionamento integrati, validi e attentamente controllati. Serve ospedali e pazienti in maniera rapida ed efficace. Semplifica l’accesso ai farmaci non disponibili, non registrati o innovativi, nel paese di destinazione, nel pieno rispetto delle norme etiche e legali. Fornisce supporto durante le fasi dei clinical trial, espletando i servizi logistici dedicati ai farmaci in sperimentazione e la fornitura di medicinali ci confronto di alta qualità.

La STM Pharma PRO, invece, è uno dei fornitori leader in Italia per servizi specializzati di logistica orientata alle imprese farmaceutiche, parafarmaceutiche e veterinarie. Gestisce anche farmaci ad uso speri-

mentale che riguardano studi clinici in tutto il mondo. Fiore all’occhiello dell’azienda è la divisione clinical trial, che vanta migliaia di studi clinici gestiti in tutto il mondo per conto delle maggiori società farmaceutiche internazionali.

Infine, Pharmaidea è una contract sales organization, nata nel 2000, leader anch’essa nel mercato. Fornisce numerosi servizi tra cui la vendita di prodotti farmaceutici, l’attività di informazione medico scientifica e il tender management per articoli ospedalieri. Attraverso un’organizzazione capillare, flessibile e dinamica, mette in relazione le nostre aziende partner con tutti gli operatori del settore al fine di massimizzare le strategie e valorizzare i brand perseguendo gli obiettivi condivisi. È presente anche in area veterinaria». ■ Bianca Raimondi

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Petrone Group ha sede a Napoli www.petrone.It Spaziando dal commercio alla logistica, dai centri di riabilitazione alle farmacie, Petrone Group è in continua crescita, confermandosi tra i leader in Italia. Ne parliamo con il dottor Pierluigi Petrone, ceo del Gruppo Petrone, nonché presidente di Assoram, presidente delle Pmi di Farmindustria e board member della Camera di Commercio italiana di Singapore

Ancora oggi, quando si parla di radiazioni e di energia nucleare è facile cadere nel pregiudizio, semplificandone le caratteristiche e il valore benefico a favore di una letteratura del fantastico, probabilmente retaggio della Seconda Guerra Fredda.

Un retaggio che l’esperienza di Gammatom smentisce categoricamente: l’azienda opera nel campo della tecnologia Gamma da oltre 50 anni, dimostrando come tale attività sia in grado di garantire risultati d’eccellenza anche in contesti molto complessi, e facendo della divulgazione scientifica il principale focus della propria comunicazione.

«Gammatom – racconta Andrea Soldini, titolare della società – è attiva da mezzo secolo nei mercati nazionali e internazionali, specializzando la propria offerta in servizi di irraggiamento attraverso raggi gamma per scopi scientifici e industriali».

Coniugando capacità imprenditoriali a una continua ricerca d’eccellenza, Gammatom ha saputo ritagliarsi una posizione di grande prestigio nel settore, distinguendosi come il primo sito in Italia a utilizzare la tecnologia dei raggi gamma al fine della sanificazione e sterilizzazione dei prodotti.

«All’interno della nostra società – continua Andrea Soldini –, ricerca e sviluppo proseguono costantemente attraverso studi e validazioni di nuovi percorsi diapplicazione destinati a settori differenti, grazie anche a collaborazioni universitarie importanti. Parlare di servizi d’irraggiamento è sempre complesso, non solo per il delicato argomento, solitamente ostico all’opinione pubblica, ma anche per il vasto e sconosciuto campo di applicazione. La specificità dell’irraggiamento con raggi gamma, infatti, si presta ad essere particolarmente adatta a molteplici settori industriali, di cui il sanitario è, con tutta probabilità, quello di maggiore successo».

L’APPLICAZIONE

SUI TESSUTI UMANI

Questo tipo di trattamento non si limita ai soli dispositivi medici o ai prodotti monouso ma, tra gli innumerevoli materiali e prodotti la cui sterilizzazione viene obbligatoriamente richiesta, i più speciali sono i tessuti umani. Nel caso di Gammatom, ci riferiamo nello specifico a materiali ad uso medico come tessuti epiteliali e materiale osseo, per lo più opercoli cranici. «Il processo sanitario prevede che questi materiali, una volta sterilizzati, possano essere impiantati sui pazienti che lo necessitano – spiega Soldini -. Ovviamente, si tratta di garantire il massimo dell’eccellenza, considerata l’importante destinazione di questi prodotti, parallelamente a un servizio rapido che rispetta delle tempistiche molto

Speciale CPhI

I raggi gamma nella sterilizzazione

Grazie a una lunga esperienza in servizi d’irraggiamento, Gammatom si contraddistingue come un punto di riferimento mondiale per la sanificazione e sterilizzazione di prodotti complessi che ha fatto della precisione il proprio valore aggiunto. Ne parliamo con Andrea Soldini, titolare dell’azienda

mento su una determinata componentistica elettronica destinata a sopportare le radiazioni cosmiche all’esterno dell’atmosfera, e di arrivare terza in una gara a livello mondiale istituita per la precisione della dose.

UN SERVIZIO SENZA CONFINI Gammatom è in possesso di certificazioni, anche straniere, tra cui le nazionali Aifa e Ministero della Salute, che le permettono di operare ovunque, anche dove i requisiti sono tra i più stringenti

brevi, riservate esclusivamente alle strutture ospedaliere. Le operazioni chirurgiche, infatti, vengono programmate proprio in base alle tempistiche di riconsegna del prodotto irraggiato e quindi sterilizzato. Per questo motivo, il livello di attenzione produttiva che la nostra azienda riserva al trattamento di questi prodotti è particolarmente elevato».

IL PERCORSO AZIENDALE

Nata 1971 da un approccio pionieristico verso il mondo dei raggi gamma che proprio allora stava emergendo, Gammatom ha perseguito l’importante obiettivo di generare ricerca e offrire un servizio particolarmente attento alla precisione della dose d’irraggiamento. Peculiarità, questa, che le ha permesso di collaborare negli anni Ottanta con la ESA, European Space Agency, per alcune prove di irraggia-

Sanificazioni complesse

«Partendo dal presupposto che l’irraggiamento è un’azione che avviene dall’esterno verso l’interno – aggiunge Andrea Soldini –, minore è lo strato di materiale che i raggi devono oltrepassare, più uniforme sarà l’assorbimento della dose. Per questo motivo, in Gammatom non irraggiamo il bancale intero, come spesso accade con i nostri competitor, ma inseriamo i colli in appositi convogliatori che hanno l’obiettivo di ridurre lo spessore che i raggi devono penetrare, ottenendo di conseguenza una riduzione della forbice che intercorre tra il punto di minor assorbimento e quello di maggior assorbimento, assicurando così una distribuzione più omogenea. Grazie al nostro know-how e a scrupolosi servizi realizzati su misura, la nostra azienda spazia dal settore farmaceutico, al protesico odonto-

Gammatom si trova a Como www.gammatom.it

Con sede a Como, Gammatom è un’importante Pmi specializzata nella sanificazione e sterilizzazione di prodotti di genere complesso, attraverso i raggi Gamma. Lo stupore che accompagna chi non conosce la materia si esaurisce con interesse quando la divulgazione perseguita dalla società, mette l’utilizzatore finale nelle condizioni di comprendere i vantaggi di un prodotto sicuro e sterilizzato, apprezzandone maggiormente il brand di riferimento. Con particolare attenzione a un’offerta di servizi personalizzati e scrupolosamente controllati che hanno lo scopo di offrire una dose dall’impatto ridotto e perfettamente omogenea, i settori di riferimento di Gammatom sono il farmaceutico, il cosmetico e il sanitario, dove si occupa anche della sterilizzazione di tessuti umani, distinguendosi per un approccio d’eccellenza apprezzato in tutto il mondo.

Osservatorio medico - scientifico Ottobre 2022 • Pag. 16

iatrico fino ad arrivare a quello relativo ai tessuti umani, dove la precisione della dose è di valore pressoché assoluto».

I SETTORI DI RIFERIMENTO

Grazie a una serie di performance “tailor made” che le hanno permesso di riscuotere un grande successo mondiale, Gammatom ha messo frutto anni di ricerca ed esperienza nella Tecnologia Gamma, arrivando ad assicurare la perfetta sterilizzazione attraverso strati molto sottili di materiale, riducendo così i classici sovradosaggi e contenendo le alterazioni chimico-fisiche dei prodotti. «I servizi Gammatom – continua Andrea Soldini – sono diretti a produttori di dispositivi medici, materie prime, eccipienti e prodotti del farmaceutico, veterinario e del cosmetico, materiali di laboratorio e confezionamento. Gammatom è, infatti, in possesso di certificazioni, anche straniere, tra cui le nazionali Aifa e Ministero della Salute anche per il trattamento di farmaci veterinari che ci permettono di operare ovunque, anche dove i requisiti sono tra i più stringenti». Molte sono le applicazioni dell’irraggiamento nel mondo farmaceutico: «abbiamo appreso con nostra sorpresa che molti tra i farmaci assunti comunemente subiscono un efficace trattamento di sterilizzazione con questo metodo; non solo: le applicazioni sono davvero numerose e riguardano prodotti di uso quotidiano a volte impensabili. Oltre a quello farmaceutico, anche il settore cosmetico ha la necessità che i propri prodotti stiano sotto una normata soglia di inquinamento. In modo particolare, questa esigenza è cresciuta dopo il divieto all’utilizzo di alcuni conservanti, come per esempio i parabeni, ma anche con la forte crescita di prodotti biologici che utilizzano ingredienti naturali. Per la sua particolare composizione, l’irraggiamento può essere applicato sulla materia prima, sul semilavorato, sul finito e anche solo sul packaging. Attraverso il sistema automatizzato di convogliatori Gammatom, il prodotto non viene in alcun modo toccato, assicurando così la totale salubrità dell’intervento e la perfetta qualità del prodotto trattato che, in caso di necessità, può essere utilizzato in totale sicurezza subito dopo il trattamento, dal momento non vi sono residui e nessun tipo di attivazione dovuta all’irraggiamento. Perché tutto questo processo

La sterilizzazione nel campo farmaceutico

L’interesse e l’apprezzamento per la sterilizzazione finale di prodotti farmaceutici o principi attivi è in costante aumento nei produttori. Ad oggi sterilizzare attraverso i raggi gamma risulta il metodo più efficace per l’eliminazione di qualsiasi forma batterica. Anche i prodotti di piccolo volume con condizione di manipolazione speciali possono essere irraggiati. Il servizio proposto, evita di operare in camera bianca comportando una notevole riduzione di costi, tempi dovuti alle convalide e alla manutenzione delle apparecchiature per produrre in asettico, evitando completamente la produzione in sterile. L’irraggiamento non aggiunge né umidità né calore al prodotto, evitando di influire sulla sua stabilità; i gamma non lasciano residui rivelandosi fondamentali in quei casi in cui i prodotti non possono essere filtrati in modo efficace. Molti studi e pubblicazioni sono stati eseguite per determinare la dose necessaria a raggiungere la sterilità con dosi più contenute al fine di ridurre le degradazioni post trattamento. Tale metodi sono sia riconosciuti dalle Iso sia metodi empirici ormai ampiamente accettati. La continua ricerca Gammatom e studi scientifici confermano i vantaggi della sterilizzazione finale degli Api attraverso i raggi Gamma.

avvenga al meglio servono sinergie e un continuo confronto con il cliente, così da ottenere le giuste informazioni legate ai materiali, agli ingredienti e all’inquinamento riscontrato affinché, grazie al nostro know how, si riesca a fornire un adeguato servizio di consulenza che, in aggiunta al trattamento risulti tale da abbattere la carica senza però alterare il prodotto o il packaging».

UN IRRAGGIAMENTO UNIFORME

In Gammatom non si irraggia il bancale intero, come spesso accade con i competitor, ma i colli vengono inseriti in appositi convogliatori che hanno l’obiettivo di ridurre lo spessore che i raggi devono penetrare

LE PECULIARITÀ DI GAMMATOM

Autonoma e indipendente, Gammatom è un’azienda giovane, attenta al capitale

umano e ai processi di formazione, dalla basic attitudinale alla specializzata per funzione, che valorizza la propria lunga storia aziendale con un approccio moderno e in linea alle attuali dinamiche sociali. Condivisione e confronto, infatti, sono per l’azienda aspetti non secondari nelle politiche di management e che le hanno permesso di fidelizzare le risorse umane perseguendo il medesimo obiettivo d’eccellenza. Affidabilità e competenza hanno inoltre reso Gammatom un riferimento importante in tutto il mondo. «La nostra azienda – aggiunge Andrea Soldini – può considerarsi un esempio d’eccellenza per molteplici motivi. Innanzi tutto è una Pmi privata italiana che ha un solo competitor nazionale, in un settore che, considerata la sua particolarità, conta all’incirca 300 aziende in tutto il mondo. I nostri concorrenti, infatti, sono nella stragrande maggioranza multinazionali. Proprio per questo, l’essere riusciti a conquistare una buona quota di mercato arrivando a fornire in tutto il mondo importanti gruppi industriali farmaceutici e legati al mondo della cosmesi, è sicuramente un motivo d’orgoglio nazionale, e chiaro esempio della qualità italiana. Inoltre, Gammatom ha un vantaggio dimensionale, infatti, non essendo una realtà troppo grande o piccola, garantisce una flessibilità in linea alle aspettative, impiegando risorse ed energie nella ricerca delle soluzioni più idonee richieste dal cliente, lasciando quindi che sia il fornitore a conformarsi alle specifiche esigenze e non viceversa». Con una struttura coperta che si estende su 4.500 mq e che conta un organico di 35 risorse, Gammatom si dimostra attenta a tutto ciò che accade nei mercati internazionali, incrementando la partecipazione attiva alle più importanti manifestazioni fieristiche di settore e sostenendo un continuo dialogo di qualità ed efficienza con importanti multinazionali, secondo i nuovi trend di comunicazione e marketing. ■

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medico - scientifico
Osservatorio

A Dubai regna l’healthcare business

Oltre 2,8 miliardi di AED di contratti relativi al settore farmaceutico e della tecnologia medica. Con questa astronomica dote, che nella passata edizione ne ha riaffermato la posizione di epicentro mondiale del business sanitario, si ripresenta ai nastri di partenza Arab Health 2023, la più imponente vetrina per professionisti sanitari e commerciali del Medio Oriente e del Nord Africa. Marketplace fondamentale nella strategia di sostegno alle imprese e alle iniziative del governo

come “Make it in the Emirates”, Arab Health tornerà dal 30 gennaio al 2 febbraio portando in scena una 48esima edizione dall’atmosfera esclusiva per almeno due ragioni: la prima è la “cornice”, ovvero il suggestivo Dubai World Trade Center che la ospita e che già da solo vale il prezzo del biglietto; la seconda è il mercato di riferimento dell’area Mena, dove Fitch Solutions prevede un’escalation di investimenti nel settore medico-sanitario dai 185,5 miliardi di dollari del 2019 ai 243,6 miliardi di dollari nel 2023.

ESPOSITORI SFONDERANNO

IL MURO DEI 3000, DA 70 PAESI Innovazione e sostenibilità nell’healthcare il tema di fondo attorno al quale si svilupperà il palinsesto espositivo e congressuale della rassegna del prossimo gennaio, che attende un surplus di aziende espositrici, in rialzo oltre quota 3000 rispetto alle 2828 ospitate nell’edizione 2022, provenienti da 70 Paesi. Compresa naturalmente l’Italia, cliente affezionata dello show emiratino. «Arab Health-evidenzia Ross Williams, exhibition director per Informa Markets- ha un ruolo fondamentale nel riunire i driver politici regio-

nali e internazionali, i leader di pensiero e gli operatori sanitari, scommettendo sull’empowerment e l’innovazione. Ciò aiuta ad affrontare le sfide sanitarie, ma mostra anche le iniziative intraprese dal governo Uae per supportare l’intero ecosistema sanitario. Non solo facilitando l’accesso alle strutture nella regione, ma anche fornendo una piattaforma per l’adozione di nuove tecnologie innovative e la creazione di partnership con i principali ospedali e società di tecnologia medica». Attrezzature e dispositivi, articoli monouso e consumabili, prodotti ortopedici per la fisioterapia e la riabilitazione, apparecchiature per immagini e diagnostica, salute e servizi generali, sistemi informatici, benessere e prevenzione sono i nove campi che comporranno il mosaico dell’esposizione, con una profondità ricalibrata sulle esigenze cliniche e terapeutiche dei nuovi fabbisogni sanitari. Importanti progetti innovativi saranno presentati anche dal MoHAP, il Ministero della salute che rinnoverà la sua partecipazione ad Arab Health, portando sotto i riflettori del Dubai World Trade Centre sistemi intelligenti e robotici per migliorare le pratiche sanitarie digitali e la telemedicina, aggiornare i servizi di salute mentale e implementare sistemi di informazione sanitaria.

GRANDE INTERESSE PER I TALK, START UP ALLA RIBALTA

A completare la gamma delle categorie merceologiche in mostra da segnalare la Transformation Zone, che includerà start-up e innovatori che presenteranno i loro ultimi prodotti. Descrivendoli nei loro Product Showcase e richiamandone la cifra d’avanguardia nei Transformation Talks. Nei quattro giorni di salone

fisico non mancherà quindi il tradizionale panel di conferenze e di workshop aziendali, di leadership e di formazione Ecm, abbinato a un calendario di iniziative molto interessanti che si alterneranno all’interno della Start up zone del Dubai World Trade Center. Tra queste in primo piano ci saranno certamente gli Innov8 Talks, pitching pensati dalla regia di Arab Health e rivolti a un massimo di 32 startup che avranno l’opportunità di portare le loro innovazioni sanitarie all’attenzione di un gruppo di esperti del settore e potenziali investitori. Dieci in totale saranno poi le conferenze di Continuing Medical Education (Cme) che si svolgeranno ad Arab Health 2023, accogliendo circa 3.200 delegati e 550 relatori internazionali. Medicina interna, pediatria e anestesia e terapia del dolore sono le novità di quest’anno, che andranno ad aggiungersi alle tracce tradizionali focalizzate su Obs & Gyne, Orthopaedics, Total Radiology, Surgery, Emergency Medicine e Quality Management. Nell’ambito dei temi della sostenibilità, Informa Markets ha introdotto l’iniziativa “Better Stands”, che incoraggerà gli espositori ad allontanarsi dagli stand espositivi usa e getta e garantirà che tutti gli elementi fondamentali, come pareti, archi e banconi, siano costruiti in modo da poter essere riutilizzato. Anche Arab Health sarà alimentata da energia rinnovabile. L’evento sarà supportato da una serie di enti governativi, tra cui il Ministero della salute e della prevenzione degli Emirati Arabi Uniti, il governo di Dubai, l’Autorità sanitaria di Dubai, il Dipartimento della salute e l’Autorità della città sanitaria di Dubai. ■ Giacomo Govoni

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I Saloni
Attrezzature e dispositivi, articoli monouso e consumabili, prodotti ortopedici per la fisioterapia e la riabilitazione, apparecchiature per immagini e diagnostica, salute e servizi generali, sistemi informatici, benessere
prevenzione
Nell’imponente World Trade Center dell’omonimo emirato torna dal 30 gennaio 2023 la manifestazione regina della salute dell’Area Mena. Driver politici, leader di pensiero e operatori sanitari a confronto su innovazione e sostenibilità I NOVE CAMPI DELL’ESPOSIZIONE
e

Piattaforme digitali per strutture e pazienti

Oggi che il sistema sanitario nazionale è costretto a misurarsi con le difficoltà portate alla luce dalla pandemia, e che l’attuale contesto storico, minacciato dalla guerra, con le conseguenti difficoltà economiche, rischia di aggravare ulteriormente una situazione precaria già da anni, è di fondamentale importanza approdare a soluzioni capaci di offrire un reale supporto a quel complesso di funzioni e attività assistenziali di fondamentale importanza per la popolazione italiana.

In questa direzione, la telemedicina perseguita da Emtesys Srl è una risorsa di grande valore, che non soltanto migliora la qualità della vita dei pazienti, ma riduce anche la spesa sanitaria.

«La nostra azienda – racconta Francesco Cannone, amministratore unico di Emtesys –, progetta, realizza e distribuisce soluzioni digitali innovative e vincenti, sia per la cura sia per la prevenzione delle principali cronicità. Il nostro obiettivo è quello di entrare nella quotidianità dei nostri assistiti, migliorandone la qualità della vita senza gravare sui costi del sistema sanitario. Grazie al nostro know-how, infatti, siamo in grado di offrire sistemi all’avanguardia delle tecnologie Ict (Information and communications technologies) e IoT (I nternet of T hings), e offriamo sistemi innovativi di telemedicina, terapie digitali e dispositivi elettromedicali smart di ultima generazione».

Fondata nel 2015 da professori e ricercatori di fama internazionale del Politecnico di Bari, Emtesys ha saputo conquistare una parte importante del mercato, grazie al proprio elevato contenuto tecnologico, dimostrandosi un partener di assoluto interesse sia per le prestazioni sanitarie di primo livello e pronto intervento, sia per le farmacie. «Per quanto riguarda la medicina territoriale – continua Francesco Cannone –, Emtesys ha sviluppato la piattaforma “Aly Health” che consiste in un sistema di tele-monitoraggio avanzato per la cura delle patologie croniche, basato su innovative funzioni di medicina predittiva e di precisione. Si tratta di una piattaforma multidisciplinare e multi-

parametrica che collega i pazienti con ospedali, farmacie, MMG e specialisti. Questo sistema digitale, quindi, migliora notevolmente la prevenzione e la cura delle patologie, rendendo la comunicazione tra paziente e istituzioni più veloce ed efficace. Per le farmacie, invece, la nostra offerta si traduce nella piattaforma chiamata Clinica Digitale®: un sistema semplice e veloce, con interfaccia grafica intuitiva, per offrire al meglio i servizi sanitari in farmacia. Questa piattaforma multi-parametrica integra una vasta gamma di dispositivi medici, dall’Ecg all’holter cardiaco, fino all’holter pressorio, facendo confluire tutte le informazioni rilevate in realtime all’interno del Fascicolo Sanitario Elettronico». A partire da novembre 2022 Clinica Digitale, diventa un’azienda di cui sono soci Emtesys ed il suo partner Nautilus.

Grazie a un costante investimento in ricerca e sviluppo, Emtesys ha saputo conquistare in breve tempo il consenso di numerosi player del settore, con l’obiettivo di diventare un punto di riferimento in Italia e all’estero in ambito di sanità digitale.

«Fin da quando abbiamo progettato la prima versione di piattaforma destinata al servizio integrato di diabetologia –aggiunge Francesco Cannone –, la no-

stra azienda ha continuato a esplorare e approfondire la telemedicina. Nel 2019 abbiamo aggiunto alla nostra offerta di tecnologie digitali per la telemedicina, l’offerta di test genetici negli ambiti della farmacogenetica e nutrigenetica entrando nel capitale sociale di Persongene Srl, società spin off dell’Università di Bari. Nel biennio 2021-2022 abbiamo ulteriormente ampliato la nostra offerta di soluzioni tecnologiche, sia per tipologia di cronicità sia per tipologia di erogatore dei servizi sanitari. La nostra ricerca, inoltre, è sfociata attualmente in nove brevetti nazionali: tra queste invenzioni, una delle più rilevanti è il sistema di Prevenzione di precisione basato sui sistemi digitali messi a punto dal nostro

staff».Certificata Iso 27001 e Iso 9001 per la progettazione e commercializzazione di dispositivi medici e di piattaforme di telemedicina, Emtesys collabora con le principali università italiane, per rivoluzionare in maniera concreta la struttura del sistema sanitario nazionale, rendendolo più smart e accessibile. «L’innovazione – conclude Francesco Cannone – è il miglior modo per affrontare con successo le sfide sociali come la salute e l’invecchiamento. Il ruolo di Emtesys è quello dell’innovatore, partecipando a un progetto comune e seguendo le nostre innovazioni a tutti i livelli di maturità tecnologica, fino al collocamento dei prodotti e dei servizi basati sulle nostre interfacce».

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Francesco Cannone, amministratore unico della Emtesys di Bari - www.emtesys.com Grazie a una lunga ricerca tecnologica e a un’approfondita conoscenza della materia, l’azienda Emtesys offre piattaforme di telemedicina e dispositivi diagnostici smart a supporto di farmacie e della medicina territoriale. Il punto dell’amministratore unico, Francesco Cannone

Speciale MEDICA

Metaverso e nuove frontiere

Come può l’assistenza sanitaria diventare più sostenibile con l’aiuto digitale? A Medica si esplorano le applicazioni delle nuove tecnologie alla medicina, dall’Internet of medical things all’intelligenza artificiale

Le soluzioni informatiche per la salute saranno al centro di Medica, la principale fiera settoriale del mondo che, insieme alla parallela fiera per i fornitori dell’industria della tecnologia medica Compamed, si terrà dal 14 al 17 novembre a Düsseldorf presso il quartiere fieristico Messe Düsseldorf. Il programma di focus e convegni garantirà l’approfondimento professionale degli sviluppi della medicina contemporanea. Nello specifico, il Medica Health It Forum offrirà nei vari simposi previsti una panoramica delle principali tendenze della medicina basata sui dati, dal Digital Patient Journey ai piani terapeutici basati sull’intelligenza artificiale. «L’attenzione quest’anno si concentra su come l’It per la salute possa contribuire a una maggiore sostenibilità nell’assistenza sanitaria e all’ottimizzazione dei flussi di lavoro del trattamento attraverso una migliore interfaccia tra processi digitali e fattore umano», afferma Christian Grosser, direttore Health & medical technologies di Messe Düsseldorf. Si discuterà anche di come il miglioramento dei processi sanitari possa aiutare a combattere il cambiamento climatico. L’uso di reti mediche può favorire il risparmio energetico; l’intelligenza artificiale può invece eliminare la necessità di agenti di contrasto durante gli esami Tc. Gli stessi ospedali sono chiamati ad affrontare le sfide ambientali, ad esempio adottando un approccio di economia circolare nella gestione delle apparecchiature tecniche obsolete e nella riduzione degli sprechi di cibo per i pazienti.

UNA PORTA D’ACCESSO

PER LE START-UP

Medica è una delle fiere più internazionali come si evidenzia dalla provenienza di espositori e visitatori. Per questo è un’opportunità imperdibile per le centinaia di start-up che ogni anno partecipano all’evento. Il Medica Start-Up Park si è affermato negli anni come piattaforma privilegiata per il business e il networking dei fondatori. Il Medica Connected Healthcare Forum concentrerà i temi chiave per i giovani imprenditori: Internet of medical things (IoMT), intelligenza artificiale e big data, robotica, metaverso della salute, futuro di ospedali e centri di cura, monitoraggio e diagnostica della salute, salute mobile, terapia digitale, salute mentale. Start-up e scale-

up selezionate si presenteranno sul palco del forum durante le sessioni Medica Disrupt. L’undicesima Medica Start-up Competition e la 14esima Healthcare Innovation World Cup saranno i momenti salienti del programma. Il 14 novembre avrà inizio la finale della Coppa del mondo dell’innovazione sanitaria con 12 finalisti che si sfideranno nell’ambito delle soluzioni IoMT. La gamma di sviluppi spazierà da dispositivi medicali tecnologici interconnessi, tecnologie indossabili, biomarcatori digitali e cerotti intelligenti fino agli impianti intelligenti. Il 15 novembre sarà la volta della fase finale del concorso che premia le soluzioni innovative per il settore sanitario, dalle app ai nuovi strumenti per la raccolta e l’analisi dei dati sanitari supportati dall'Ia, ai sistemi di assistenza robotica e nuovi approcci nella diagnostica.

IL METAVERSO IN MEDICINA

Il metaverso sarà uno degli argomenti centrali discussi al Medica Connected Healthcare. La nuova parola d’ordine allude a una nuova realtà digitale incentrata su tecnologie, come la realtà virtuale e la realtà aumentata, e sulle possibilità di elaborare i big data in tempo reale mediante l’intelligenza artificiale e i gemelli digitali. All’orizzonte ci sono cambiamenti rivoluzionari nell’assistenza sanitaria, sia per il monitoraggio della salute che per i trattamenti.

MEDICA START-UP PARK

Emblematico è il caso della start-up Wivi Vision, che punta a migliorare l’assistenza sanitaria di bambini e adolescenti affetti da problemi di funzione visiva, grazie all’uso di prodotti e servizi speciali. Sul palco del Forum ci sarà anche Khora, la start-up danese che ha collaborato con il Rigshospitalet per creare un universo di realtà aumentata rivolto a bambini e adolescenti dai dieci ai quattordici anni, che devono trascorrere

molto tempo in ospedale per cancro o leucemia. Il ceo Simon Lajboschitz spiegherà anche come la realtà virtuale può aiutare i pazienti con schizofrenia affetti da allucinazioni uditive. Il metaverso può offrire opportunità in molte altre aree, che vanno dalle applicazioni per il disturbo da deficit di attenzione allo sviluppo e al test di dispositivi medici su pazienti virtuali agli scenari di simulazione. ■ Francesca Druidi

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IL
Grazie alla presenza di centinaia di start-up che ogni anno partecipano all’evento, si è affermato negli anni come piattaforma privilegiata per il business e il networking dei fondatori

Vulnerabilità della donna in menopausa

L’

importanza dell’igiene intima è sentita fin dall’antichità in tutti i tipi di civiltà. Basti pensare a civiltà antiche e affascinanti come in Namibia, in cui le donne alzano le gonne sopra ai legni fumanti per sortire un’azione igienizzante, oppure si mettono sulla battigia perché l’acqua di mare produce un beneficio. Sono vecchie tradizioni a cui in parte si è ispirato Luigi Diberardino, ideatore del dispositivo Atogyn, prodotto dall’azienda Tred. Tred è una piccola azienda italiana, dedicata all’ideazione, sviluppo e commercializzazione di dispositivi medici destinati all’utilizzo diretto da parte del paziente, incentrati sull’idea dell’igiene funzionale. Che tipo di requisiti deve avere un dispositivo medico per essere considerato tale?

«All’interno della Tred è definito un percorso rigoroso nello sviluppo di un dispositivo medico. Innanzitutto facciamo uno studio della letteratura scientifica per l’individuazione dei medical needs. Successivamente, si passa all’ideazione di una soluzione al medical need individuato, che soddisfi i requisiti di efficacia, sicurezza, compliance, innovazione, sostenibilità economica. Solo se il dispositivo medico in progettazione risponde a tutti i requisiti, infine, viene avviato l’iter produttivo».

Di cosa si occupa la Tred Srl?

«L’azienda nasce 20 anni fa con l’obiettivo di trasformare l’igiene lavante in igiene funzionale, in grado cioè di favorire il ripristino delle condizioni fisiologiche per il corretto funzionamento del distretto corporeo inte-

L’AZIONE

Atogyn induce lo svuotamento meccanico della cavità vaginale e ripristina rapidamente il fisiologico pH acido favorevole al riequilibrio del microbioma funzionale

ressato. Da secoli si è diffusa l’istanza di lavare il naso introducendo nelle cavità nasali l’acqua marina dal palmo della mano. Gli Yogi e i Rishi consigliano le diverse tecniche di purificazione delle mucose (kriyà), fra le quali il lavaggio nasale (Jala Neti), attività inizialmente empirica e oggi più che mai diventata una necessità sociale. Tred produce due prodotti per l’igiene funzionale del respiro, Atomix spray e Atomix Wave; procedendo su questa linea di ricerca ha commercializzato un nuovo dispositivo per l’igiene funzionale della cavità vaginale: Atogyn soluzione bioequilibrante».

Che caratteristiche ha Atogyn? «Dobbiamo partire da un presupposto scientifico. Il pattern macrobiotico e quindi l’eubiosi vulvovaginale è condizionata dal suo

pH (4-4.5) e in particolare dalla presenza dei lattobacilli che producono il fattore acido biosurfactante indispensabile per impedire la proliferazione di virus, batteri e protozoi. L’alcanizzazione persistente dell’ambiente vulvovaginale è una condizione molto frequente in quanto esistono diverse condizioni periodiche che la promuovono: i residui ematici post catameniali, l’ipoestrogenismo e la menopausa. La disbiosi vulvovaginale, oltre ad essere la causa dello stato patologico, è anche quella frequente della vaginosi batterica: malattia caratterizzata dallo squilibrio della flora vaginale e responsabile della leucorrea maleodorante e pruriginosa che la caratterizza. Atogyn è un sistema pressurizzato grazie al quale viene prodotta un’onda lavante costante, progressiva e to-

Gli altri prodotti

tale in qualsiasi posizione. Senza conservanti e senza possibilità di contaminazioni, induce lo svuotamento meccanico della cavità vaginale e ripristina rapidamente il fisiologico pH acido favorendo il riequilibrio del microbioma funzionale».

Quali sono le indicazioni di Atogyn? «Atogyn è indicato nell’igiene post catameniale dove è sufficiente un solo trattamento il giorno dopo il ciclo per rimuovere i residui ematici e ricondizionare il pH vaginale. È vivamente consigliato nell’alcanizzazione menopausale: in menopausa 2 donne su 3 hanno la disfunzione urinaria perché la cavità vaginale diventa una cavità cieca, vi si accumulano batteri, muffe, virus, liquido seminale. La perdita degli estrogeni alcalinizza il pH è il pH alcalino è la causa delle vaginosi e delle vaginiti. Atogyn ha la capacità di svuotare meccanicamente la cavità vaginale con una soluzione biocompatibile a pH 4. Questo significa che se ci sono dei virus (Hpv compreso) si disattivano, si uccidono i protozoi e i batteri e si sterilizza completamente l’intera zona. Resiste solo la candida come potenziale patogeno. Atogyn è particolarmente indicato per le donne che vanno incontro alla menopausa, perché in questa fase ormonale i tessuti vaginali non sono più molto elastici, i germi che risalgono dalla vagina all’uretra non trovano ostacoli e causano forti uretriti transitorie e incontinenza». ■ Beatrice Guarnieri

«In Tred sono convinti che una piccola azienda possa stare sul mercato solo perseguendo l’eccellenza, anche per questo i loro prodotti sono commercializzati con successo in Italia, dove sono leader nelle rispettive aree di utilizzo» spiega Luigi Diberardino .

L’azienda produce anche due prodotti per l’igiene funzionale del respiro: Atomix spray soluzione salina pH 6 per accelerare la velocità di transito di tutto ciò che entra nel naso in quanto interferisce favorevolmente sul filtro nasale, e Atomix wave per svuotare la cavità rinofaringea dove si accumulano gli agenti patogeni.

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Rimedi efficaci per preservare l’igiene funzionale della cavità vulvovaginale: Atogyn di Luigi Diberardino, prodotto da Tred
Tred Medical ha sede a Milano www.tredmedical.com info@tredmedical.com

Speciale MEDICA

Quando il lavoro di squadra fa la differenza

Il divario di genere nelle imprese resta un dato preoccupante. In particolar modo, per le donne risulta difficoltoso ricoprire incarichi dirigenziali e percepire un salario pari a quello maschile. Eppure, secondo recenti studi, la leadership femminile farebbe bene all’azienda: le donne avrebbero un ruolo di mentore e sarebbero capaci di trainare il cambiamento evolutivo. L’azienda Previs, gestita oggi dalla giovane manager Michela Castagna, ha sempre creduto nel potenziale femminile. «La mia dirigenza femminile nel mondo medicale, che è a maggioranza maschile, e il lavoro incentrato sullo straordinario team Previs, hanno portato una forte crescita della nostra azienda e a ottimi risultati. Il presidente dottor Graziano Grelloni, socio di maggioranza che abita e lavora nelle Marche, mi ha fatto entrare in società, pur non essendo io parte della famiglia, e ha creduto in me dandomi totale libertà per la gestione». Il management femminile si è rivelato ca-

pace di estendere la rete commerciale, anche all’estero, e conservare i clienti, captando i loro bisogni sempre con perspicacia e professionalità. L’azienda valorizza il lavoro di squadra e ogni decisione è vagliata e discussa in team. «Confronto e rispetto restano due valori che guidano la nostra attività. Il lavoro e i servizi che offriamo sono graditi dal cliente finale, e ciò

è per noi motivo di grande orgoglio. Sono, infatti, in azienda da 23 anni e la maggior parte dei clienti è ancora con noi dall’inizio».

Previs investe continuamente risorse per lo studio di nuove soluzioni, in gra-

do di dare risposta alle svariate necessità. L’organizzazione produttiva permette una vasta personalizzazione del prodotto a seconda delle richieste del cliente, sviluppando il marchio richiesto sui diversi tipi di packaging o acquistando direttamente il prodotto con il marchio registrato STARMED. In particolare, l’azienda realizza bende orlate di garza in cotone, bende elastiche leggere, bende compressive e bende coesive.

L’impiego dei prodotti può spaziare dal settore ospedaliero alle farmacie, al pronto soccorso, alla cosmesi, allo sport e alla veterinaria. Il prodotto di punta è la benda coesiva, che sta riscuotendo un notevole successo sia in Italia che all’estero. Previs ha ottenuto le certificazioni Uni En Iso 9001:2015 e Uni En Iso 13485:2016; inoltre tutti i suoi prodotti sono conformi al Regolamento Europeo Mdr (Medical Device Regulation) 745/2017 e alle direttive/D.lgs. applicabili alla tipologia di prodotti.

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Team working e dirigenza femminile hanno permesso alla Previs, specializzata nella produzione di bende di ogni genere, di diventare un punto di riferimento in Italia e all’estero. Ne parla la general manager Michela Castagna Michela Castagna con il suo team Previs www.previs.it

La community che semplifica la vita

Sfruttando le potenzialità delle tecnologie digitali è possibile gestire automaticamente e con maggiore efficienza gli ordini e l’approvvigionamento di farmaci ad alta frequenza

Il Consorzio Dafne è la community B2b no profit di riferimento per tutti gli attori della filiera healthcare, da anni impegnata nel promuovere l’integrazione e la collaborazione trasversale lungo l’intera supply chain della salute, umana e animale. Nato nel 1991 dall’esigenza di favorire la digitalizzazione del ciclo dell’ordine, oggi si propone di contribuire a realizzare un ecosistema sempre più interconnesso, digitale e sostenibile. «La community è nata su iniziativa di alcune aziende produttrici di farmaci, all’epoca impegnate nella gestione dei processi di riordino e di approvvigionamento di farmaci ad alta frequenza attraverso una rete di centinaia di distributori intermedi locali» spiega Daniele Marazzi, consigliere delegato del Consorzio Dafne. «Sulla base di questa con-

AGILE E FLESSIBILE

Il consorzio si riconfigura per rispondere al meglio alle esigenze della filiera e, anzi, cerca di anticiparle anche grazie a una rete sempre più fitta e articolata di relazioni con università e istituzioni

dizione iniziale hanno scommesso sulle tecnologie all’epoca emergenti dell’informatica per gestire questi scambi di informazioni in modalità elettronica. L’idea alla base del consorzio si è rivelata illuminata e anche visionaria perché si scommetteva su una strada comune e condivisa per raggiungere quell’obiettivo e facendolo soprattutto in tempi e costi ragionevoli».

A fondare il consorzio inizialmente furono sei soci, adesso la community vanta la presenza di 216 aziende. A gravitare attorno alla community oggi sono più di 800 organizzazioni che si relazionano, direttamente o indirettamente, con il consorzio: aziende healthcare (farmaci, nutraceutici, dispositivi medici, prodotti per

la salute), distributori intermedi, concessionari, trasportatori, depositari, strutture sanitarie pubbliche e private. «In tal modo si è trovato un modo più equo di ridistribuire i costi – aggiunge ancora il consigliere delegato -. Inizialmente se ne sono fatte carico le grandi case farmaceutiche che avevano anche il vantaggio di poter gestire in modo automatizzato e senza errori gli ordini che arrivavano dai distributori. Successivamente sono state portate a bordo di questa esperienza digitale anche realtà all’epoca piccole o piccolissime, che per competenze e risorse non avrebbero mai potuto sposare le tecnologie informatiche nei primi anni Novanta». Nel corso degli anni la community si è allargata e progressivamente ha aperto le sue porte a tutte le tipologie merceologiche che tramite il distributore intermedio venivano commercializzate in farmacia. «Oggi si va in farmacia e si trova una vasta gamma di prodotti, non solo i farmaci – precisa ancora il consigliere delegato - ma anche integratori, dispositivi medici e un po’ tutto. Nei primi anni 2000 il consorzio ha ragionato anche nei termini di un supporto all’adozione degli strumenti digitali a del ciclo dell’ordine e dell’approvvigionamento anche con le strutture sanitarie. Ha quindi sviluppato un percorso di interconnessione adottando una logica di ribaltamento dei costi sugli attori del consorzio e ovviamente non associando

le strutture della sanità pubblica perché ciò non è possibile ma arricchendosi di nuove funzioni come l’avviso di spedi-

zione o la fatturazione elettronica prima che questa divenisse obbligatoria. Oggi il consorzio intercetta un quarto del totale degli ordini emessi dalla sanità pubblica».

Il confronto aperto interno alla community, il dialogo costruttivo con le istituzioni, l’attivazione di progetti collaborativi virtuosi e la sensibilizzazione alla crescita culturale del settore sono oggi le principali direzioni lungo cui si articola l’azione del consorzio. La nuova immagine – annunciata in occasione dell’Assemblea 2022 – riflette una nuova identità, l’ambizione dei valori fondamentali che lo identificano come community: uno spazio inclusivo di collaborazione fra tutti gli attori della filiera healthcare, capace di valorizzare l’eterogeneità e le specificità dei singoli elementi. Principi che sempre più prendono forma compiuta in iniziative concrete e progettualità innovative, attraverso un coinvolgimento ampio e una partecipazione diffusa: la base per un’evoluzione davvero sostenibile e sistemica. «Oggi il consorzio fa sintesi del confronto costruttivo e dell’impegno delle persone che, andando oltre il proprio ruolo aziendale, scelgono di mettere in campo le proprie professionalità per proposte condivise a beneficio dell’intero ecosistema della salute. Agile e flessibile – conclude il consigliere delegato – si riconfigura per rispondere al meglio alle esigenze della filiera e, anzi, cerca di anticiparle anche grazie a una rete sempre più fitta e articolata di relazioni con università e istituzioni».

Le persone al centro

La nuova identità si declina in una comunicazione rivista e aggiornata, in un nuovo sito (www.consorziodafne.com) più fruibile e coerente, ma soprattutto ridisegnato per fungere da unico punto d’accesso digitale alla Community Dafne, raggruppando l’insieme dei servizi e delle soluzioni che il Consorzio rende disponibili al suo ecosistema. Una nuova architettura che rimette al centro le persone e da queste si innesca, articolando le diverse direzioni lungo cui si può sviluppare la relazione con la community del Consorzio: gruppi di lavoro, piattaforme, progetti di filiera, contenuti education.

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Il Consorzio Dafne ha sede a Milano www.consorziodafne.com

Speciale MEDICA

Dagli Stati Uniti all’Italia: la sfida della telecardiologia

da 1 a 15 derivazioni. Tutte le soluzioni che proponiamo sono peraltro pienamente conformi anche alle recenti indicazioni della Sic, Società Italiana di Cardiologia, in merito al tema dei requisiti tecnologi in ambito telecardiologia».

Innovazione e ricerca: sono questi i due valori che guidano le aziende medico-ingegneristiche nel trovare una soluzione avveniristica e tecnologicamente elevata a problemi complessi e solitamente affrontati in maniera tradizionale. Tra i primi paesi al mondo nel campo sanitario, l’Italia è costellata di piccole e grandi realtà che portano avanti questo settore con il knowhow del made in Italy. CardioCalm è italiana e con una grande esperienza internazionale. Ne parliamo col presidente Fabio Badilini.

Dagli Stati Uniti a Montichiari: quali le ragioni di questa scelta? «La nostra è un’azienda italiana ma inserita in un network internazionale. È specializzata in progettazione, sviluppo e commercializzazione di software e servizi medicali per l’analisi dei segnali cardiovascolari, con focus sul tracciato elettrocardiografico a riposo e in continuo. La nostra realtà nasce dall’esperienza ventennale di AMPS-llc, società con sede a New York, riconosciuto leader mondiale nel settore dei software per l’analisi quantitativa dei segnali cardiovascolari negli studi su farmaco. La società americana andava a gonfie vele e ci è venuta voglia di sfruttare questa competenza in Italia, farla crescere nel nostro territorio. Da qui l’idea di costituire Cardio-

CER-S, il soware d'avanguardia per l'analisi dell'Holter ECG, da 1 a 15 derivazioni, da 30 secondi a 30 giorni

Calm, società italiana di telecardiologia con sede nella provincia bresciana. Pur continuando a lavorare all’estero, abbiamo voluto riportare qualcosa nel nostro territorio e lo abbiamo fatto con lo stesso stile che da sempre fa parte del Dna della nostra società americana: dare opportunità a giovani di talento, premiare il merito e lavorare sull’innovazione».

Quali sono i progetti di CardioCalm?

«Abbiamo speso i primi anni di vita di CardioCalm a studiare il mercato e sviluppare un prodotto software che, a partire dal know-how guadagnato negli Stati Uniti, fosse in grado di dare risposte innovative e “su misura” nel contesto clinico. Sin dal giorno uno, abbiamo fatto la scelta di lavorare con tecnologia rigorosamente digitale in grado di garantire al cardiologo refertatore l’integrità del dato da analizzare e con un approccio “device neutral”, ovvero con la capacità di lavorare con dispositivi di produttori diversi, dispositivi selezionati sulla base delle richieste dei clienti e con un occhio di particolare riguardo ad affidabilità della traccia acquisita e facilità di utilizzo. Grazie a un intenso lavoro di ricerca e sviluppo, condotto in sinergia con un gruppo internazionale di cardiologi e di ingegneri informatici, elettronici e biomedici, oggi CardioCalm ha a disposizione una piattaforma interamente webbased che consente ai cardiologi di re-

fertare da qualsiasi postazione con connessione a Internet e in modo molto ergonomico e molto affidabile Ecg a riposo, Holter pressori e Holter Ecg. E proprio sul terreno dell’Holter Ecg stiamo “spingendo” sempre più in avanti le nostre soluzioni: con il nostro software “CER-S”, oggi siamo in grado di dare ai cardiologi un unico ambiente di refertazione per analizzare tracciati Ecg da trenta secondi a trenta giorni, da Holter Ecg tradizionali (ventiquattr’ore a 3-12 derivazioni) a Holter Ecg di lunga durata acquisiti con dispositivi indossabili, gestendo segnali

LA PIATTAFORMA WEB-BASED

A chi sono rivolte le vostre soluzioni?

«Le nostre soluzioni vengono fornite in licenza a centri di telemedicina e cardiologie ospedaliere che agiscono come centri di refertazione: l’obiettivo è mettere ognuno dei nostri partner nelle condizioni di avere la migliore tecnologia software e hardware, facendo sempre un “vestito su misura” rispetto agli specifici casi d’uso e sviluppando insieme progetti di telecardiologia. In questo contesto, mi piace ricordare il primo dei tanti progetti che sono stati avviati: quello con la cardiologia di Fondazione Poliambulanza di Brescia, che sin dal 2011 ci ha scelto come partner tecnologico e ha sposato l’idea di utilizzare la telecardiologia per rivisitare in modo innovativo il collegamento ospedale-territorio; da qui, la messa in rete di numerose realtà del territorio bresciano e non solo, come residenze per anziani e disabili, centri di medicina del lavoro, medicine di gruppo, stabilimenti termali, che trasmettono in via telematica Ecg a riposo, H olter pressori e Holter Ecg, ottenendo un referto firmato digitalmente con firma forte dal cardiologo e, al bisogno, un consulto telefonico». ■ EB

I cardiologi possono refertare da qualsiasi postazione con connessione a Internet e in modo molto affidabile Ecg a riposo, Holter pressori e Holter Ecg

L’importanza del settore ricerca

«In collaborazione con società leader mondiali sul mercato dell’hardware e soware cardiologico, offriamo i più completi e affidabili sistemi di analisi e misurazione dell’elettrocardiogramma a riposo e in continuo e utilizziamo questi sistemi per proporre progetti innovativi di telecardiologia in partnership con cardiologie ospedaliere e società di telemedicina. Ma oltre al business – aggiunge Badilini –, grande attenzione è da noi dedicata anche al mondo della ricerca, come testimoniano le centinaia di paper scientifici realizzati e, più recentemente, la posizione alla UCSF (University of California San Francisco). Sia per AMPS sia per CardioCalm, la ricerca in ambito cardiovascolare è parte integrante della nostra mission, tanto che sono numerosi i cardiologi universitari e non solo che utilizzano i nostri soware per scopi di ricerca. Vogliamo portare nel mondo della sanità e del benessere le migliori tecnologie per l’analisi dei segnali cardiovascolari».

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Con Fabio Badilini, presidente, direttore scientifico e co-fondatore di CardioCalm, alla scoperta della telecardiologia, un’innovazione medico-tecnologica che vede il nostro paese ai vertici internazionali Fabio Badilini, fondatore e presidente di AMPS e CardioCalm: da oltre 30 anni dedica la sua vita professionale all’elettrocardiogramma www.cardiocalm.com

Trasformare la disabilità in nuove possibilità

Chiunque oggi presenti una disabilità è continuamente costretto ad adattarsi a un ambiente non progettato secondo le sue necessità, ma piuttosto seguendo i bisogni e i desideri della maggior parte della popolazione normodotata. Poche sono le interfacce che permettono a persone con disabilità di rapportarsi in modo autonomo con l’ambiente che li circonda. Ed è proprio «la necessità di poter migliorare la qualità della vita di chi ne ha più bisogno, creando un mondo più equo» che ha spinto Giovanni Zappatore verso i suoi studi.

Cosa l’ha spinta a pensare ad Adam’s Hand?

«L’idea nasce durante la mia tesi di laurea triennale in Ingegneria Industriale, a Lecce. Inizialmente è stata una sfida: volevo fare qualcosa di molto complesso e la mano è uno degli organi più complessi che si possa riprodurre. Mi sono poi accorto che non esisteva, fino a quel momento, una soluzione che fosse al contempo altamente tecnologica ma semplice da usare per i pazienti amputati di arto superiore. Per questo ho scelto di integrare le tecnologie informatiche alla bionica, con l’obiettivo di trasformare le disabilità in nuove possibilità. Coinvolgendo anche altri colleghi, abbiamo pensato di realizzare un dispositivo che fosse il più semplice possibile da usare e richiedesse poco training, ma che fosse anche estremamente robusto e il più simile possibile a un arto umano. E così è

nata Adam’s Hand, la prima mano bionica al mondo completamente adattiva». Quando è stata fondata l’azienda? «Dopo aver trasformato la mia tesi di laurea in start-up, ho coinvolto Matteo Avvantaggiato, ingegnere biomedico e Federico Gaetani, ingegnere informatico, nella fondazione di BionIT Labs, avvenuta nel 2018 grazie ad un bando di finanziamento pugliese. Il nostro team è molto giovane, abbiamo in media 34 anni, siamo partiti dal nulla e ora lavorano con noi circa trenta persone: ingegneri meccanici, elettronici, biomedici, informatici, esperti di business e finanza. Realizziamo dispositivi medici, in particolare focalizzati sulla risoluzione dei problemi per soggetti amputati di arto superiore. Creiamo protesi mioelettriche, controllate cioè tramite impulsi muscolari, per soggetti con amputazione dell’arto avvenuta o a seguito di un evento traumatico o a causa di patologie congenite».

Quali sono le caratteristiche di Adam’s Hand?

«Ci siamo focalizzati sulla semplicità di utilizzo, in particolare sviluppando un meccanismo che consente di utilizzare il dispositivo in maniera estremamente intuitiva. Ad oggi le altre protesi mioelettriche vengono controllate grazie a due sensori posizionati sui muscoli dell’avambraccio e sono dotate di 5 o 6 motori diversi, uno per ogni dito. Prima di afferrare l’oggetto

devo ricordare quale combinazione di movimenti fare in modo da selezionare la presa più adatta a quel determinato compito. Questo richiede uno sforzo cognitivo elevato da parte del paziente. Servono settimane per imparare ad utilizzare questi dispositivi. Le nostre protesi, invece, mettono la tecnologia al completo servizio del paziente. Con la nostra mano abbiamo cambiato logica. Adam’s Hand è infatti molto facile da controllare, in quanto utilizza solo due motori e si basa su una tecnologia che permette alle dita di adattarsi automaticamente a forma e dimensione degli oggetti afferrati.

La tecnologia è oggi tutelata da 5 brevetti internazionali e 3 marchi».

Quali sono i vantaggi per il paziente?

«Il paziente non ha bisogno di svolgere complicate contrazioni muscolari per se-

Tecnologia e valori

lezionare uno schema di presa preimpostato, come avviene nel caso di tutte le altre protesi bioniche in commercio. Deve semplicemente approcciarsi all’oggetto e decidere se aprire o chiudere la mano e intanto il dispositivo esegue lo schema di presa più consono per ogni oggetto afferrato. A questo abbiamo aggiunto un algoritmo di intelligenza artificiale che semplifica ulteriormente il controllo del dispositivo, perché apprende dal paziente qual è il modo migliore per ognuno di controllarlo, in maniera altamente personalizzata. Il dispositivo è waterproof, è molto resistente, intuitivo attraverso un’app che è sia per i pazienti finali che per i tecnici ortopedici».

A quale target vi rivolgete per la vendita della vostra protesi?

«Vendiamo i componenti standard al tecnico ortopedico che realizza l’invaso (cioè la parte che connette la nostra mano al moncone del paziente) e li adatta ad ogni paziente rilasciando il dispositivo medico su misura. Ci rivolgiamo anche a distributori di dispositivi medici. Oltre alla protesi, realizziamo il suo sistema di alimentazione e gli elettrodi: ad oggi abbiamo raccolto oltre 5 milioni di euro di finanziamenti, sotto la guida di Cdp Ventu-

SEMPLICITÀ DI UTILIZZO

La

re Capital sgr (attraverso il Fondo Italia Venture II - Fondo Imprese Sud) e Fondo per la ricerca e innovazione Rif, attraverso Equiter Spa. Adam’s Hand, sarà lanciata il mese prossimo in Italia e in Germania attraverso il training dei primi distributori, che ufficializzerà l’ingresso sul mercato. Puntiamo poi a raggiungere anche il mercato americano nel 2023».

BionIT Labs è un’azienda med-tech italiana che lavora nell’ambito dell’integrazione uomo-macchina e applica le tecnologie informatiche alla bionica con l’obiettivo di trasformare le disabilità in nuove possibilità. «Crediamo fortemente che una grande idea nelle mani di un team altamente qualificato e motivato sia il fattore chiave per apportare cambiamenti significativi all’industria protesica. Per raggiungere i nostri obiettivi in BionIT Labs uniamo una consolidata conoscenza scientifica e tecnologica con forti sensibilità e valori».

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Adam’s Hand è la prima mano bionica al mondo completamente adattiva, creata da Giovanni Zappatore, founder e ceo di BionIT Labs Giovanni Zappatore, founder e ceo di BionIT Labs di Soleto (Le) - www.bionitlabs.com
nostra protesi è molto facile da controllare e si basa su una tecnologia che permette alle dita di adattarsi automaticamente a forma e dimensione degli oggetti afferrati

Speciale MEDICA

La realtà mista rivoluziona la diagnostica per immagini

Con lo sviluppo di soſtware sempre più sofisticati, è possibile per i medici avere a disposizione degli strumenti che migliorano la visualizzazione, la pianificazione degli interventi e le attività di supporto alla diagnosi, ottenendo anche un notevole risparmio di tempi e costi. Un esempio di queste rivoluzionarie soluzioni è Verima, una soſtware suite che, a partire dalle immagini provenienti da esami di tomografia computerizzata, comunemente chiamata Tac, e di Risonanza magnetica (Rm), è in grado di generare modelli tridimensionali realistici da visualizzare sotto forma di ologrammi nello spazio reale, grazie all’utilizzo di tecnologie di realtà mista e realtà aumentata. Lo descrive Giovanni Pugliese, ceo di Witapp, l’azienda che l’ha creato.

Quali sono i principali vantaggi offerti da Verima?

«Fino ad oggi gli specialisti potevano avere solo una ricostruzione 3d visualizzata su schermo, non potendo percepire la reale profondità dell’immagine o le proporzioni e intersezioni dei vari tessuti. In una situazione di visione parziale, l’individuazione spaziale di alcuni elementi quali le lesioni tumorali può essere compromessa, mentre risulta altresì visibile grazie a un ologramma immerso nello spazio circostante. L’ologramma è un elemento con cui è possibile interagire, ovvero si può scalare, ruotare, spostare, visualizzare da ogni angolazione, garantendo allo specialista una percezione realistica. La possibilità di individuare in modo nitido la posizione esatta ad esempio di un tumore, permette di isolarlo e identificare il percorso migliore per intervenire. In ambito chirurgico, come sappiamo, uno degli elementi spesso di vitale importanza è anche la tempestività delle diagnosi. I tempi di elaborazione e seg-

mentazione di una procedura di imaging necessitano di figure specifiche e processi manuali che rallentano sensibilmente i tempi di elaborazione di un esame. L’implementazione di moduli di Intelligenza artificiale proprietari, e quindi l’addestramento di reti neurali artificiali, rende ora possibile superare anche questo ostacolo e permette diagnosi più rapide».

Quali problemi risolve Verima? «Permette una visualizzazione accurata in tempi più brevi. I chirurghi oggi hanno anche un’alternativa smart e facilitata per l’interpretazione e la condivisione dei dati della diagnostica per immagini. Una volta che l’output di un esame Tac o RM è disponibile, Verima riesce a lavorarlo in tempi brevi e metterlo a disposizione in una visualizzazione intuitiva e immediata che ne garantisce un consulto rapido e interattivo. Ovunque si trovi il professionista sanitario, può prendere il proprio smartphone dalla tasca e consultarsi con un collega fisicamente lontano, oppure condivi-

Come è fatta e come si utilizza Verima

dere il caso con il paziente stesso, o ancora, utilizzare la visualizzazione in realtà mista in contesti formativi per condividere l’esperienza clinica e facilitare la comprensione dell’anatomia ai discenti con un approccio innovativo e rivoluzionario».

Come si utilizza Verima?

«Per accedere a Verima sono necessarie solo delle credenziali fornite al momento della registrazione. Gli applicativi della Suite sono disponibili per qualsiasi browser web, per sistemi Android e iOS. Inoltre Verima è perfettamente in grado di dialogare anche con i server Pacs ospedalieri, in modo da soddisfare le esigenze di strutture sanitarie di grandi dimensioni».

A chi si rivolge?

«Verima si rivolge a medici specialisti, cliniche private e centri diagnostici, rivelan-

dosi di grande aiuto nella diagnosi, nella pianificazione degli interventi e nella comunicazione con il paziente. Verima permette di avvicinare le tecnologie immersive alla conoscenza medica e si fa promotrice di un processo di innovazione della diagnostica per immagini. Una diagnostica per immagini più moderna significa: esami diagnostici più chiari, maggior coinvolgimento tra medici e pazienti, possibilità di condivisione in ogni momento, tempi più rapidi e maggiore accuratezza per agire chirurgicamente».

In quali sale operatorie è attualmente in uso?

«Le sale operatorie di diverse strutture ospedaliere hanno già visto la mixed reality entrare in scena, tra queste ricordiamo l’intervento per un tumore al fegato all’Azienda Ospedaliera Università di Padova, l’intervento di chirurgia Maxillo-facciale all’Azienda Ospedaliera Careggi di Firenze e l’intervento all’Ospedale San Giovanni di Dio di Firenze in cui l’utilizzo di Verima è stato di fondamentale sostegno in un’operazione mini invasiva di protesi all’anca, rappresentando in tutte le fasi operatorie un supporto affidabile per il chirurgo».

Che impatto avrà Verima nel futuro? «L’impegno che prendiamo oggi con Verima è quello di continuare a investire in ricerca e sviluppo per migliorare la diagnostica per immagini, con l’obiettivo di rendere sempre più accessibili e manipolabili immagini mediche complesse. Vogliamo fornire un contributo importante al miglioramento degli interventi chirurgici affiancando competenze medico scientifiche a quelle informatiche».

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Verima, soſtware suite medicale sviluppata da Witapp, innova il mondo della diagnostica per immagini con una modalità rivoluzionaria di visualizzazione di casi clinici complessi. Ne parliamo con il ceo Giovanni Pugliese Verima si compone di alcuni soware integrati tra loro, ognuno con un ruolo specifico: Verima Tool è il soware per PC con funzionalità di segmentazione e analisi di immagini in formato Dicom provenienti da esami Tac o Rm. Verima Desk è la piattaforma web per la generazione e gestione dei modelli tridimensionali a partire da uno o più file Stl o Dicom. Verima Viewer è l’applicazione che permette la visualizzazione olografica e la gestione dei casi tramite smartphone, tablet o visori di realtà mista. Witapp ha sede a Firenze - www.verima.it

Speciale MEDICA

Diagnosi in movimento

Le tecnologie più all’avanguardia applicate alla medicina aprono scenari innovativi. Oggi è possibile evidenziare nuove patologie e indagare le articolazioni in movimento attraverso la particolare risonanza magnetica introdotta dal professor Giuseppe Monetti e dal dottor Filippo De Carli

Una risonanza magnetica innovativa che consente di effettuare esami sia in clino che in ortostatismo, vale a dire con paziente sia sdraiato che in posizione eretta. È l’innovazione introdotta dal professor Giuseppe Monetti e dal dottor Filippo De Carli, fra i primi a utilizzare questo tipo di risonanza magnetica nel delicato settore dello studio della patologia muscolo scheletrica nell’ambito di diagnostica per immagini. Entrambi hanno sviluppato nel corso degli anni un’interessantissima applicazione, denominata “Metodo Monetti-De Carli”, che consiste nell’eseguire esami sia in clino che in ortostatismo effettuando

I VANTAGGI

Oltre alla possibilità di eseguire una diagnosi più completa, avendo quindi maggiore contezza delle terapie da intraprendere, si può anche offrire una risposta medico legale concreta

manovre dinamiche, atte a evidenziare patologie non altrimenti dimostrabili con gli esami statici. «Questa apparecchiatura ci consente di eseguire gli esami diagnostici sia da sdraiato che in piedi, sfruttando varie angolazioni da 0 a 90 gradi - precisa il professor Giuseppe Monetti -. È evidente che questo

rappresenta un risultato importantissimo sia per i medici che per il paziente che si muove, vive e cammina. Eseguire la diagnosi di una persona in posizione sdraiata spesso non è indicativa della realtà dei fatti. In tal modo invece si ribaltano i tradizionali concetti di diagnosi e di dinamica».

L’apparecchiatura, inizialmente nata per indagare solo alcune articolazioni, viene oggi invece utilizzata per lo studio di tutte le articolazioni del corpoarti superiori e arti inferiori, la colonna vertebrale e tanti altri distretti anatomici per i quali la macchina non era stata inizialmente strutturata. «La ragione che risiede al fondo di questa innovazione è che tutti noi medici non conosciamo il corpo umano all’interno quando è in movimento. Oggi le possibilità aperte da questo macchinario ci aiutano a scoprire e comprendere un’infinità di patologie nuove determinate dal movimento. A titolo d’esempio, un legamento crociato anteriore del ginocchio è un elemento elastico; studiarlo su un paziente sdraiato non restituisce concretamente quel che avviene nel paziente durante la fase di movimento. Al contrario, quando il paziente viene

Il professore Giuseppe Monetti, direttore della Scuola di Ecografia Muscolo-Scheletrica a Bologna - www.muskultrasound.it

messo in piedi, fatto flettere e si trova in movimento, è possibile verificare come si comporti la struttura. Ciò ha comportato indubbi vantaggi e non solo nell’atleta professionista, categoria con la quale lavoriamo quotidianamente. Al nostro studio si sono rivolti tantissimi atleti che hanno vinto le medaglie d’oro alle Olimpiadi di quest’anno e dell’anno scorso. Questa è un’esperienza che ci ha dato tanto in termini di risultati ma non si è esaurita al solo servizio dei grandi atleti. Queste innovazioni si sono dimostrate importanti anche per la gente comune, dal momento che tutti

hanno necessità di eseguire gli esami. Oltre ai vantaggi determinati dalla possibilità di eseguire una diagnosi totalmente diversa, certamente più completa e che inoltre consente di poter decidere con maggiore contezza le terapie da intraprendere – mediche, fisioterapiche o chirurgiche – vi è un ulteriore importante vantaggio: quello di poter offrire una risposta medico legale concreta. Ad esempio, la diagnosi da colpo di frusta era stata da tempo abbandonata; al contrario, adesso ha ripreso vigore poiché disponiamo di metodiche che consentono di fotografare le articolazioni nella loro realtà». Questo progetto, frutto anche della collaborazione con colleghi ortopedici, neurochirurghi, fisiatri, medici dello sport, ha portato i due professionisti a ottenere brillanti risultati, impiegando questa metodica nello studio delle svariate patologie sia con la popolazione normale, che in particolare con atleti di alto livello praticanti le diverse discipline. Testimonianza di quanto sopra affermato, è stata la loro partecipazione ai recenti Campionati mondiali di sci in Cortina d’Ampezzo, presso gli Ospedali Codivilla e Putti, strutture che fanno parte del gruppo GVM Care and research, con cui il professor Monetti ed il dottor De Carli collaborano. In merito a questa esperienza, i due professionisti hanno istituito una Scuola per medici e tecnici di radiologia, atta a sviluppare in larga scala detta metodica, e sono inoltre in procinto di pubblicare un libro inerente i suddetti argomenti, che sarà sviluppato con immagini dinamiche grazie all’impiego del QRcode, e del quale saranno coautori circa una quarantina fra i più noti chirurghi in campo internazionale nelle diverse discipline. In ambito scientifico i prossimi traguardi verteranno su uno studio intrapreso con la facoltà di Ingegneria biomeccanica dell’Università di Bologna, che riguarderà lo sviluppo di ricostruzioni 3d dinamiche dell’apparato muscolo-scheletrico e della colonna vertebrale. ■ Luana Costa

Progetti attuali e futuri

Parlando degli attuali progetti, il professor Monetti sottolinea le collaborazioni in corso: «Stiamo lavorando con la facoltà di Ingegneria Meccanica di Bologna, con l’Istituto Biomeccanico di Perugia e con gruppi di livello nazionale e internazionale proprio perché la biomeccanica, così come l’ingegneria, oggi ci consente di eseguire studi ancora più raffinati - millimetro per millimetro. Ci consente cioè di riprodurre il corpo umano in 3d potendo così eseguire valutazioni al millimetro che spesso non sono possibili con le metodiche e con le attrezzature già in uso». Fra gli obiettivi del prossimo futuro più importanti i due professionisti hanno in serbo la partecipazione alle Olimpiadi invernali di sci che si terranno ancora a Cortina d’Ampezzo nel 2026, città in cui gli stessi Monetti e De Carli presteranno la loro opera presso gli Ospedali Codivilla e Putti.

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Speciale MEDICA

A prova di contaminazione

Gli operatori sanitari sono quotidianamente esposti a questo tipo di rischi. Fondamentale importanza rivestono le attrezzature e i prodotti che li preservano dalle esposizioni alle radiazioni. Il punto di Barbara Valgattarri

Proteggere gli operatori sanitari dai rischi connessi con l’esposizione alle sostanze radioattive. È questa la mission della società Ma.Pe. System nata nel 2003 da un’idea dei fondatori Barbara Valgattarri e Marco Paolini. Inizialmente, l’azienda opera nell’ambito del settore informatico per poi rivolgersi a quello sanitario. La svolta avviene nel 2018, quando dapprima affitta e successivamente acquista un’azienda con oltre trent’anni di esperienza nel settore della medicina nucleare, radiologia e produzione di attrezzature da laboratorio. «Nel corso di questa acquisizione abbiamo deciso di mantenere il personale - specifica la fondatrice Barbara Valgattarri -. Questa scelta ci ha consentito di preservare anche il know how che l’azienda aveva maturato nel corso delle sue attività. Le competenze non sono andate disperse e da allora continuiamo a sviluppare prodotti per la medicina nucleare e per la protezione degli operatori dai rischi radioattivi» sottolinea. Oggi l’azienda è in grado di offrire un servizio completo di consulenza, progettazione, produzione, vendita e assistenza tecnica. E sono proprio questi servizi a contraddistinguerla sul mercato rispetto ai competitor: «A differenza delle altre aziende, anche di grandi dimensioni, ci distinguiamo per la capacità di offrire una risposta flessibile e in linea con le richieste dei clienti. Noi infatti realizziamo prodotti su misura per l’utente. La mia azienda non sarà mai, né vuole diventare, un competitor dei grandi marchi, il nostro è un lavoro più di nicchia che non guarda ai grandi numeri. Offriamo un servizio personalizzato e in tal senso è come realizzare un vestito per il cliente, escogitando soluzioni ad hoc. Se nei laboratori molto spesso ci si deve adattare impiegando prodotti standard, noi invece siamo capaci di offrire un prodotto che si basa su una precedente progettazione e sulle misure specifiche per i nostri clienti. Capita così che i lavoratori e le stesse aziende spesso si rivolgano a noi perché hanno bisogno di una cappa che abbia dimensioni diverse da quelle presenti sul mercato. Ad esempio, una scocca più grande o più piccola di pochi centimetri rispetto a quelle in commercio».

L’azienda offre, inoltre, la possibilità di effettuare lavorazioni in piccole serie e realizzare soluzioni personalizzate su richiesta del cliente. Tra i prodotti si annoverano: armadi e contenitori per

RIFIUTI RADIOATTIVI

Realizziamo contenitori piombati sia lateralmente che nella parte superiore, oltre che nel fondo, realizzati in maniera tale da proteggere completamente l’operatore esposto al rischio di contaminazione

rifiuti pericolosi; arredamenti speciali per laboratorio; cappe chimiche e a flusso laminare su misura; carrelli e movimentazioni dedicate; manipolazione radioisotopi tra cui anche celle e

accessori; pet, manipolazione, radioprotezione, ripartitori di dose; protezioni, schermi, porte schermate, segnaletica; porte bunker e radioterapia; protezioni vial e siringhe; protezioni in Pmma per beta emettitori e stoccaggio e raccolta dei reflui.

«Il mercato è molto cambiato nel corso di questi trent’anni – precisa ancora la fondatrice -. Ma quello che attualmente ci viene richiesto con maggiore frequenza sono, appunto, i contenitori per i rifiuti radioattivi. Si tratta di contenitori piombati sia lateralmente che nella parte superiore, oltre che nel fondo, realizzati in maniera tale da proteggere completamente l’operatore esposto al rischio di contaminazione. Il nostro scopo principale è quello infatti di proteggere gli operatori che lavorano costantemente, tutti i giorni, a stretto contatto con sostanze radioattive, le quali com’è risaputo provocano a lungo andare danni per la salute umana». Anche durante la pandemia la società è stata impegnata in prima linea, grazie alla divisione aziendale specializzata nella produzione di plexiglass: «Lavorando questo materiale durante la pandemia siamo stati molto impegnati– conferma Barbara Valgattarri -. Ad esempio, abbiamo realizzato le paratie che sono state installate nei negozi, davanti alle casse o nei bar. Nonostante siano attività che poco o nulla hanno a che fare con la medicina nucleare, si tratta sempre di dispositivi pensati per proteggere gli operatori». E difatti, quel che mai è venuto meno all’interno dell’azienda, è il contatto diretto con i clienti ma anche con gli operatori: «Le comunicazioni non transitano attraverso un asettico call center ma si mantiene un contatto diretto che è sia una garanzia di presa in carico effettiva del problema ma soprattutto di mantenere vivo il rapporto umano».

■ Luana Costa

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Ma.Pe. System ha sede a Impruneta (Fi) www.mapesystem.com

Speciale MEDICA

Leader delle basse temperature

Nel processo sanitario, i passaggi nell’ombra sono spesso i più importanti. Durante l’imponente campagna vaccinale a seguito della pandemia da Covid 19, ad esempio, non sarebbe stato possibile raggiungere un così alto livello di organizzazione ed efficienza senza l’adeguata strumentazione sanitaria in grado di salvaguardare l’integrità dei sieri. KW è un esempio di questo fondamentale lavoro. «La nostra è un’azienda storicamente presente sul territorio italiano e dal 2010 anche all’estero, grazie all’export che ci vede presenti in oltre ottanta paesi tra Medio Oriente, nord Africa, est Europa, Sud-est asiatico e Cina – racconta il ceo Stefano Fabiani -. In Italia siamo i primi fornitori del Sistema sanitario nazionale di apparecchiature innovative per la catena del freddo. Infatti, siamo stati fra i primi in Italia, a metà degli anni ’60, ad aver realizzato apparecchiature che raggiungono i -70 e -80 °C con refrigerazione meccanica, quindi vantiamo una grande esperienza per una tecnologia che oggigiorno è molto più diffusa di un tempo, perché è sempre più richiesta per le nuove tecnologie farmaceutiche. Il nostro core business è il settore degli ul-

tra freezer e dei dispositivi medici termici. Molte delle nostre macchine sono impiegate nei laboratori di ricerca biomedica, nelle aziende farmaceutiche, e nei laboratori trasfusionali, nella cosiddetta filiera degli emocomponenti. I componenti fondamentali del sangue sono tre: plasma, globuli rossi e piastrine. Ognuna di queste componenti necessita di un trattamento differente. Il sangue donato viene conservato in delle frigo-emoteche e poi frazionato nelle tre componenti. Il plasma, che ha vari impieghi soprattutto nell’industria farmaceutica, deve essere congelato rapidamente e abbattuto a -30 °C entro un’ora, e ciò è possibile grazie a uno shock freezer, un abbattitore medico che segue tutte le direttive europee in merito. Il plasma viene poi stoccato nei congelatori a diverse temperature in base ai tempi stimati di conservazione, tra i -20 e i -40 °C. Quello che non viene inviato alle industrie, viene rinfuso per terapie o operazioni, quindi deve essere scongelato: il macchinario che permette lo scongelamento, di cui noi vantiamo un brevetto sia italiano sia europeo, è la macchina più in-

novativa di questo settore. Abbiamo poi i globuli rossi, che possono essere conservati anche a -80 °C, quindi necessitano di un ultrafreezer. Infine, le piastrine o i concentrati piastrinici, che devono essere costantemente agitati per impedirne la coagulazione, devono essere mantenuti a + 22 °C, in appositi incubatori. Oltre al freddo, dunque, possiamo fornire anche caldo. Questa esperienza nel trattamento degli emocomponenti è ciò che, più di altri prodotti, ci ha permesso di diffondere il nostro brand all’estero, fino ad oggi. Siamo anche arrivati a produrre camere fredde per lo stoccaggio del plasma e siamo gli unici in Italia». Emocomponenti, ma anche farmaci e vaccini. «Oltre alla sanità, in cui operiamo anche all’estero grazie ai nostri numerosi distributori, siamo presenti nel settore farmaceutico come fornitori delle principali case farmaceutiche italiane e non solo. I nostri macchinari sono stati fondamentali nel momento pandemico per lo stoccaggio e la conservazione dei vaccini, in particolare quelli a mRna messaggero, ovvero i Moderna e i Pfizer. In questo momento, stiamo lavorando molto anche su impianti e progetti speciali, destinati al settore industriale, con prodotti di dimensioni e potenze maggiori rispetto a quelli impiegati in ambito sanitario. Si pensi solo ai farmaci basati sugli anticorpi monoclonali,

che hanno bisogno di temperature di ultrafreddo, quindi c’è una costante crescita nella richiesta di tali macchinari. Siamo riusciti a raggiungere temperature fino a -90 e -120 °C e stiamo pensando di avvicinarci anche al settore della criobiologia. Essendo un’azienda flessibile, non ci occupiamo solo di freddo ma anche di caldo, come già accennato per gli scongelatori e gli incubatori piastrinici. Gli incubatori vengono impiegati anche in laboratori di igiene e d’analisi». Un lavoro di questo tipo ha alle spalle una tecnologia di ultimo livello. «Abbiamo un reparto ricerca e sviluppo molto dinamico e già attivo e all’avanguardia da decenni: nel 1996, per primo ho impiegato un nuovo refrigerante per bassissime temperature, così come un separatore in vetro borosilicato, tutte tecnologie di ispirazione nordamericana. Ancora oggi, sono io a guidare il settore ricerca e sviluppo e sono molto felice che esso sia sempre più legato alla ricerca universitaria: collaboriamo infatti con il Dipartimento di Ingegneria industriale dell’Università di Firenze e con la Scuola superiore Sant’Anna di Pisa. In questo momento, vantiamo la collaborazione di due dottorandi dell’Università di Pisa, che per tre anni condurranno le loro ricerche insieme a noi. Soprattutto dal 2015, abbiamo cercato di dare una struttura più ampia al centro di ricerca non collaborando solo con aziende ma con il mondo accademico. E siccome non ci fermiamo mai, già dal 2011-2012 abbiamo introdotto una tecnologia elettronica in ottica Industria 4.0, con touchscreen e connettività sia Ethernet che wi-fi della macchina, che permette un monitoraggio completo da remoto e un’assistenza e una diagnosi immediate. Stiamo progressivamente applicando questa tecnologia a tutte le nostre apparecchiature». ■ Elena

Sostenibilità aziendale

«Negli ultimi anni – aggiunge Fabiani – abbiamo avviato la nostra personale transizione ecologica aziendale, sia sul fronte dell’utilizzo dei refrigeranti che sul risparmio energetico dell’azienda stessa. Anche in questo caso, la ricerca è fondamentale, perché i materiali impiegati devono rimanere massimamente performanti, visto l’altissimo valore dei prodotti conservati nei nostri macchinari. Nell’autunno 2021, abbiamo realizzato degli ultrafreezer, dispositivi che raggiungono bassissime temperature, con impianti con inverter, a giri variabili, che dunque funzionano un po’ come i frigoriferi domestici. Grazie a questa linea, abbiamo ottenuto la certificazione Energy Star, marchio americano che attesta e premia la performance sostenibile di uno specifico macchinario. Sul fronte del risparmio energetico, abbiamo invece progressivamente sostituito il metano con le pompe di calore per termoregolare i nostri uffici e i nostri impianti. E abbiamo pronto un progetto di ampliamento dei siti produttivi, per far sì che KW continui a dare maggiore occupazione, prosperità e sostegno tecnologico al territorio, cui siamo profondamente legati; un territorio fertile in know how farmaceutico : basti pensare alla storia dal ISVT Sclavo alla GSK, alle numerose aziende che afferiscono a TLS (Toscana Life Science) e che saranno attori principali nel Biotecnopolo».

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Bonaccorso Stefano Fabiani, ceo di KW, ci racconta la lunga storia della sua azienda, che ad aprile 2023 compirà settant’anni di attività, eccellenza nazionale e internazionale di dispositivi medici refrigeranti per conservazione e stoccaggio KW ha sede a Monteriggioni (Si) www.kwkw.it
Italia siamo i primi fornitori del Sistema sanitario nazionale di apparecchiature innovative per la catena del freddo
ORGOGLIO TOSCANO In

Low-temperature leader

In the health care process, what we don't see is often the most important part. During the massive vaccination campaign following the Covid 19 pandemic, for example, it would not have been possible to achieve such a high level of organization and efficiency without the proper sanitary instrumentation to safeguard the integrity of the sera. KW is an example of this crucial work. “Our company has a historical presence in Italy and since 2010 we export in more than eighty countries including the Middle East, North Africa, Eastern Europe, Southeast Asia and China,” says ceo Stefano Fabiani. In Italy, we are the first suppliers of the National Health System, for a series of innovative equipment for cold chain. In fact, we were among the first in Italy, in the mid-60s, to realize an equipment reaching -70 and -80 ° C with mechanical refrigeration. This means that we have a lot of experience with a technology that today is much more widespread than it was at the time, because it is more and more requested for new pharmaceutical technologies. Our core business is the field of ultra-low temperature freezers

TUSCAN PRIDE

and thermal medical devices. Many of our machines are used in biomedical research laboratories, pharmaceutical companies, and transfusion laboratories, in the so-called blood components supply chain. The basic components of blood are plasma, red blood cells, and platelets. Each of these components needs a different treatment. Donated blood is stored in refrigerated blood banks and then separated into the three components. Plasma, which has various uses, especially in the pharmaceutical industry, needs to be frozen and blast chilled to -30 °C within an hour, and this is possible with a shock freezer, a medical blast chiller that follows all the relevant European directives. The plasma is then stored in freezers at different temperatures, between -20 and40 ° C, based on estimated storage times. What is not sent to industries, is stored for therapies or operations, so it has to be thawed. Our thawer, boasting an Italian and European patent, is the most innovative machine in this sector. Then we have red blood cells, which

can be stored even at -80 °C, so they need an ultra-low temperature freezer. Finally, platelets or platelet concentrates, which must be constantly agitated to prevent clotting, must be kept at + 22 °C, in special incubators. In addition to cooling, therefore, we can also provide heating services. This experience in the treatment of blood products is what, more than other products, has enabled us to make our brand known abroad to date. We have also gone so far as to produce cold chambers for plasma storage, and we are the only ones in Italy.” Blood components, drugs and vaccines. “We are present in the healthcare sector in Italy and abroad, where we operate through our many distributors, and in the pharmaceutical sector, as suppliers to major Italian pharmaceutical companies. During the pandemic, our equipment was crucial for the storage and preservation of vaccines, particularly those with messenger mRna, namely the Moderna and Pfizer vaccines. At the moment, we are also working on special plants and projects intended for the industrial sector, with products of greater size and power than the ones generally used in the healthcare sector. Just think of drugs based on monoclonal antibodies, which need ultra-cold temperatures. We see a con-

stant growth in the demand for such machinery. We managed to reach temperatures as low as -90 and -120 ° C and we are planning to approach the cryobiology sector as well. As mentioned before, being a flexible company, we deal with cold but also with heat for thawers and platelet incubators. Incubators are also used in hygiene and analytical laboratories.” Such work has state-of-theart technology behind it. "We have a very dynamic research and development department that has already been active and at the forefront for decades. In 1996, I was the first to use technologies of North American inspiration, like a new refrigerant for very low temperatures, as well as a borosilicate glass separator. To this day, I still lead the research and development sector, and I am very happy about our increasing working collaborations with universities’ research laboratories. In fact, we collaborate with the Department of Industrial Engineering at the University of Florence and the Sant'Anna High School in Pisa. In this moment, we are proudly collaborating with two PhD students from the University of Pisa, who will conduct their research with us for three years. Since 2015 in particular, we have tried to have a broader approach in our research center, collaborating not only with companies, but with the academic world in general. And since we do not like to stop, between 2011-2012 we have introduced an electronic technology in an Industry 4.0 perspective - a machine with touchscreen, Ethernet and wi-fi connectivity, which allows complete remote monitoring and immediate assistance and diagnosis. We are progressively applying this technology to all of our equipment». ■ Elena Bonaccorso

Business sustainability

“Over the past few years,” Fabiani adds, “we have started our own personal corporate green transition, regarding the use of refrigerants and energy savings in general in our own company. Again, research is vital, because the materials must perform at their best, given the crucial importance of the products stored in our machines. In autumn 2021, we created ultra-low temperature freezers, devices that reach very low temperatures, with variable speed inverter systems, which therefore work a bit like domestic refrigerators. Thanks to this line, we have been awarded with the Energy Star certification, a government-backed American symbol, that certifies and rewards the sustainable performance of a specific machine. On the energy saving aspect, we have progressively replaced methane with heat pumps to thermoregulate our offices and our plants. And we already have a project to expand our production sites, to ensure that KW can keep providing more employment, prosperity and technological support to this territory, that we love and in which we are deeply rooted. This is a fertile area in pharmaceutical know-how, just think of ISVT Sclavo, GSK, and the many companies that belong to TLS (Toscana Life Science), that will be important players in the Biotechnology sector”.

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Stefano Fabiani, ceo of KW, talks about the long history of his company, national and international excellence in refrigerated medical devices for preservation and storage, which will turn 70 years old in April 2023 KW is based in Monteriggioni, Siena (Italy) www.kwkw.it
In Italy we are the first suppliers of the National Health System, for a series of innovative equipment for cold chain

Speciale MEDICA

Prendersi cura del campione

La salute del paziente non può prescindere dalla presa in carico efficiente del suo materiale biologico. Esamed ha sviluppato un sistema che ne ottimizza la tracciabilità

Trovare la migliore strumentazione disponibile e, qualora non ci fosse, richiederne la realizzazione, certi di ottenere quella a più alto contenuto tecnologico. A fare da ponte tra le esigenze del cliente e il mercato ci vuole un partner serio, con esperienza e con un portfolio di contatti efficace e affidabile. Nel campo dei prodotti e dei sistemi diagnostici per enti ospedalieri e laboratori di analisi spicca Esamed Srl «che nasce dalla collaborazione di professionisti della diagnostica di laboratorio umana e veterinaria con una lunga strada alle spalle in questo settore. L’azienda commercializza, inoltre, soluzioni nell’ambito Poct, strumentazioni per la diagnostica, articoli di consumo e forniture sanitarie. Ma non solo», spiega l’amministratore unico Michele Galante.

Quali sono i vostri prodotti di punta? «La nostra società si distingue soprattutto nello sviluppo di sistemi atti al trasporto di materiali biologici, quali campioni di laboratorio, emocomponenti, farmaci antiblastici e organi da trapianto, gestiti in automazione per la completa tracciabilità di ogni singolo item. Dalla provetta alle sacche di san-

STRUMENTI PERFORMANTI

La nostra mission: creare soluzioni su misura per le esigenze della medicina di laboratorio

gue, dai medicinali ad ogni altro elemento riguardante tutte quelle attività che sono alla base della sicurezza del paziente stesso e della sua cura, nonché finalizzate a rendere ottimale l’organizzazione del lavoro, abbiamo implementato strumenti altamente performanti. La nostra mission è creare soluzioni su misura per le esigenze della medicina di laboratorio, grazie a una rete di partner na-

zionali e internazionali che ci supporta nelle fasi di progettazione e realizzazione. Da quelle più semplici alle più complesse procedure customizzate, su ogni proposta viene effettuato uno studio di fattibilità dettagliato con tutti i partner coinvolti nella sua esecuzione. In questo modo possiamo garantire un risultato che rispetta le richieste avanzate alla luce delle specifiche necessità che possono crearsi all’interno di laboratori, poliambulatori, ospedali, case di cura e centri veterinari. E ciò di cui andiamo certamente più fieri sono i nostri sistemi di trasporto totalmente made in Italy e tecnologicamente avanzati».

Quali sono, nel dettaglio, le soluzioni nell’ambito dei trasporti? «Dai contenitori standard o su misura fino al nostro soſtware proprietario per il monitoraggio della temperatura, tutti indispensabili per preservare l’integrità dei biocomponenti trasportati, il nostro impegno è quello di garantire i più elevati standard di qualità. La

necessità di monitoraggio delle provette e dei materiali biologici in genere è, infatti, fondamentale al fine di preservarne le caratteristiche e le proprietà di partenza. Il controllo della giusta temperatura lungo tutto il tragitto, stabilita peraltro per legge, è garantito da speciali borse prodotte da noi in Veneto. Le puntuali tempistiche di consegna, inoltre, sono gestite per assicurare piena tracciabilità dei materiali trasportati, insieme a tutte quelle informazioni necessarie per sapere se la consegna è andata a buon fine. Questo, e molto altro, viene reso possibile grazie al nostro soſtware proprietario Esatrace e ad un sistema robotizzato per la gestione dei trasporti, chiamato Eugenio. Infatti, all’interno delle borse, oltre alle provette viene inserito un data logger, ovvero un device che consente di controllare in tempo reale la temperatura durante il trasporto e di fornire dettagli sulle tempistiche di partenza e di arrivo delle suddette. Il laboratorista che processerà questi materiali, inoltre, ha la possibilità di conoscerne quantità, provenienza e appartenenza e, di fatto, averne contezza dell’effettivo arrivo. Si tratta di campioni unici e irripetibili, spesso di pazienti su cui si ha la necessità di conoscere lo stato di salute in quel momento in cui viene fatto il prelievo e per noi assicurare che il processo si svolga nel migliore dei modi è prioritario della nostra stessa vision in senso etico. Con “Eugenio” possiamo dunque leggere, tracciare e prendere in carico ogni singola provetta prima della partenza stessa dal punto in cui è stata generata. Questo sistema di tracciabilità ottimizza i processi, facilitando tutte le successive operazioni».

E sul fronte della preanalitica su test salivari?

Biologia molecolare a portata di mano

L’azienda parteciperà a medica Düsseldorf 2022 per lanciare sul mercato il sistema robotizzato integrato ai trasporti dando inizio all’internazionalizzazione delle soluzioni da presentare al mercato estero. Inoltre, in esclusiva per il Nord Italia, Esamed fornisce un sistema “a portata di mano” che permette di effettuare test di biologia molecolare, quest’ultima venuta alla ribalta soprattutto nel periodo pandemico. Si tratta di un dispositivo di diagnostica che sta letteralmente su un palmo, vera frontiera del futuro. Il vantaggio è riuscire a portare direttamente questo device all’interno delle case di cura, di riposo, negli ospedali o in qualsiasi reparto, senza spostare né il paziente né gli stessi campioni raccolti.

«La nostra mission è quella di stare al fianco dei territori e dei pazienti. Insieme ad una collaborazione Universitaria, stiamo lavorando ad un progetto, ancora per ora secretato e che verrà lanciato all’inizio del prossimo anno, di raccolta della saliva in una modalità che risulta comoda, sicura ed efficace. L’obiettivo è anche quello di fare in modo di limitare al massimo la manipolazione in laboratorio di questi campioni. La nostra azienda sta puntando molto su questi aspetti, considerando che questi prodotti salivari hanno essi stessi bisogno di particolare attenzione nel trasporto. La nostra visione del futuro è in linea con la necessità di sfruttare altri liquidi biologici, fonte di molteplici informazioni utili a conoscere lo stato di salute delle persone dai bambini agli anziani, senza che questi vivano troppi stress».

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Michele Galante, amministratore unico di Esamed www.esamed.it

Nuove tecnologie oltre l’avanguardia

La rivoluzione della sanità italiana può arrivare dalla meccatronica, i cui oggetti meccanici (come le pompe e le valvole), opportunamente miniaturizzati e resi intelligenti grazie all’elettronica, ai materiali a memoria di forma e al digitale, sono in grado di abilitare un sistema di cura e trattamento molto efficace. «Dolphin Fluidics – spiega il fondatore e amministratore delegato Francesco Butera - è nata per sviluppare sistemi di controllo dei fluidi sia liquidi che gas, per dosaggio, miscelazione e dispensazione. Sono dei sistemi elettronici digitali in grado di controllare in maniera molto precisa i fluidi. Non le chiamiamo valvole perché sono molto di più: la valvola standard intercetta il fluido, apre e chiude un canale senza alcun controllo, i nostri dispositivi invece si basano sull’integrazione di tre tecnologie. Da un lato la fluidica di precisione, dall’altro gli attuatori basati sui materiali a memoria di forma, ovvero fili nichel titanio, molto sottili, che funzionano come se fossero un muscolo, il filo infatti una volta scaldato con la corrente, si contrae come un muscolo e produce un movimento e una forza, che controllano l’apertura e la chiusura proporzionale della valvola. La terza è l’elettronica digitale: tutti i dispositivi hanno un microprocessore che gestisce la fluidica controllando il sistema ad anello chiuso. L’insieme di queste tre tecnologie integrate in un unico dispositivo creano il nostro prodotto, unico sul mercato». Le valvole proporzionali intelligenti di Dolphin Fluidics sono usate soprattutto in applicazioni medicali e food&beverage, con co-

VALVOLE INTELLIGENTI

Un sistema di infusione elettronico in un reparto consente di comandare e monitorare da un controllo centrale quello che fa ogni singola posizione

sti simili a quello dei sistemi in uso, ma con prestazioni superiori e nuove funzioni: il tutto si traduce in un risparmio anche rilevante per chi se ne serve. «Le nostre valvole - continua Francesco Butera - sono alla base della flebo intelligente: il dispositivo è in grado di controllare in maniera precisa la quantità di farmaco da somministrare. La nostra soluzione è praticamente una “rotellina digitale” controllata elettronicamente che svolge il ruolo delle costosissime pompe infusionali e può sostituire tutte le flebo a bordo letto.

La tecnologia su cui si basa è una valvola smart compatta, a consumo ridotto di corrente, alimentata a batteria, silenziosa, adatta quindi a un ambiente ospedaliero, portatile, leggera,

controllata da remoto ed estremamente versatile. Grazie al nostro dispositivo in un reparto è possibile comandare e monitorare tutte le postazioni di infusione da un controllo centrale con enormi vantaggi in termini di efficienza. Questa possibilità di controllo preciso, anche da remoto, consente l’applicazione di tale tecnologia anche per l’assistenza domiciliare: questo significa diminuire le ospedalizzazioni per certe te-

Core business

rapie lunghe e fastidiose riducendo la spesa sanitaria e aumentando il benessere dei pazienti, un nuovo orizzonte per le terapie domiciliari dei pazienti cronici». I dispositivi di Dolphin Fluidics vengono utilizzati inoltre nelle macchine da dialisi per il controllo e la regolazione precisa del dializzante consentendo elevate prestazioni con enorme vantaggio in termini di compattezza e consumo di potenza (almeno 20 volte inferiore alle valvole tradizionali).

«L’ultimo concept che stiamo realizzandodice con orgoglio Francesco Butera - è un dispositivo sempre basato sulla nostra valvola a memoria di forma, in grado di erogare in maniera estremamente accurata aria e ossigeno al paziente. Oltre a somministrare i due gas riusciamo a miscelarli con estrema accuratezza controllando i flussi ad anello chiuso. Anche questo dispositivo è connesso a piattaforme cloud e mobile e dunque può scambiare dati ed essere completamente controllato da remoto. Una rivoluzione nel campo dei dispositivi di “gas blending” ad oggi per lo più puramente meccanici senza alcun controllo o sicurezza». Oltre al medicale, le valvole intelligenti sviluppate dal team di Butera, trovano utilizzo nel settore del food&beverage. L’applicazione a cui Dolphin sta lavorando è nei distributori automatici di soſt drink con un sistema in grado di calibrarsi da solo e di miscelare la bevanda sempre con il giusto rapporto tra acqua e sciroppo e nel caffè professionale con valvole intelligenti in grado di controllare e regolare i flussi e le pressioni di acqua, aria e vapore per la preparazione di un espresso perfetto o di un cappuccino a regola d’arte.

«Grazie all’utilizzo e allo sviluppo della nostra tecnologia, vogliamo andare verso la miniaturizzazione spinta: questa è la nuova frontiera che oltrepasseremo. Oggi stiamo partendo con dei nuovi studi per realizzare dei micro infusori, che possono essere indossabili e impiantabili nel corpo umano –conclude l’amministratore -. Attraverso l’utilizzo delle nostre micro tecnologie possiamo realizzare dispositivi miniaturizzati, ideali per esempio nel settore del “drug delivery”. A noi piace fare quello che gli altri non fanno, attraverso le nostre tecnologie sempre all’avanguardia, anzi oltre l’avanguardia». ■ Bianca

Dolphin Fluidics produce e promuove valvole intelligenti e piattaforme integrate di fluidica per costruire nuove opportunità di business con i propri clienti per essere leader insieme nel campo del controllo preciso dei fluidi. L’azienda, grazie al suo team di ingegneri di eccellenza, supporta ogni progetto dall’idea alla produzione, integrando le sue competenze in ogni prodotto, offrendo soluzioni altamente innovative e personalizzate.

Dolphin Fluidics appartiene a Fluid-o-Tech, un’azienda nata nel 1976, che oggi è diventata una società globale che esporta l’80 per cento della sua produzione, attraverso una rete di oltre 120 distributori in 60 paesi, con oltre 80 brevetti.

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Raimondi I segreti delle valvole meccatroniche intelligenti di Dolphin Fluidics, in cui meccanica e digitale si fondono, attraverso le parole dell’amministratore delegato Francesco Butera
www.dolphinfluidics.com
Dolphin Fluidics ha sede a Corsico (Mi)

Speciale MEDICA

Dispositivi e ortopedia medica-sanitaria

Affidabilità, sicurezza, qualità sono solo alcune delle caratteristiche dei dispositivi, ausili e presidi medici di Albo Land, azienda leader nel settore, in grado di fornire supporti anche personalizzati. Facciamo il punto con il titolare Claudio Albonetti

Rivolgendosi a un target molto vasto, tendenzialmente over 50, che necessita di ausili a supporto della salute e del benessere, quello dell’ortopedia sanitaria è un settore molto complesso e variegato, la cui offerta spazia dai semplici plantari ortopedici, busti e corsetti, agli articoli per la riabilitazione motoria o la deambulazione, fino a tutti i dispositivi utili per assistere persone non più autosufficienti. Ci sono piccole medie imprese del settore che, oltre all’attività di vendita al dettaglio degli articoli di serie, si occupano anche della fabbricazione e della personalizzazione di prodotti su misura. In questo scenario spicca la bolognese Albo Land Srl, forte di una lunga esperienza sul campo e di una produzione completamente made in Italy. Oggi l’azienda, giunta alla terza generazione, è guidata da Claudio Albonetti.

Quando è nata Albo Land? «L’azienda è nata come laboratorio artigianale ortopedico alla fine degli anni ‘40, fondata da mio nonno che era un tecnico ortopedico, Michele Albonetti. Negli anni ‘60 mio papà Giuseppe prende il timone della società, trasformandola in Albonetti Snc. Grazie alla sua grande conoscenza del mercato dell’ortopedia nazionale, acquisisce anche diversi mandati di rappresentanza (letti ospedalieri, scarpe ortopediche, bastoni, stampelle ortopediche, deambulatori e carrozzine per disabili, aereosol) e avvia la collaborazione con l’azienda di mia mamma, che da produttrice di abbigliamento per bambini, passa alla produzione di camici per medici, linee letto anti acaro per allergici e divise ospedaliere. Nel 1997 l’azienda si trasforma in Albo Land Srl, unendo le due attività dei

Sistema qualità

GARANZIA DI SICUREZZA

La selezione accurata di tessuti tecnici e l’impiego di trattamenti all’avanguardia sono le fondamenta per lo sviluppo di prodotti anallergici, antibatterici ed ecologici

miei genitori. Con il passare degli anni l’impresa si conferma leader nazionale nella produzione e distribuzione di prodotti ortopedici. Il forte sviluppo della società porta con sé l’inevitabile cambiamento della sede aziendale, che da Bologna passa a Castel Maggiore, posizione che ci ha permesso di ottenere vantaggi sia dal punto di vista operativo che logistico».

Nel 2021 il timone è passato a lei. Qual è oggi il vostro core business? «Il core business dell’azienda oggi è caratterizzato, oltre che dai classici prodotti di ortopedia come busti, fasce, panciere, anche dagli ausili per anziani e disabili.

Quest’ultimo è il settore più all’avanguardia ed è stato studiato per garantire la sicurezza sia a pazienti autosufficienti e collaborativi che a pazienti non autosufficienti. Si tratta di dispositivi che vanno dalle cinture di contenimento per carrozzine alle

imbragature, dalle cinghie di sicurezza applicabili su letti e brande a caschetti protettivi e attrezzature per lo spostamento degli ammalati. Realizziamo anche un’ampia gamma di prodotti anti decubito tra cui cuscini, materassi e velli, confezionati con materiali innovativi per il benessere di pazienti allettati e in carrozzina. La nostra mission è quella di essere il più grande punto di riferimento per ospedali, case di cure, cliniche, case di riposo, negozi di sanitaria, farmacie, in Italia e all’estero, per tutti i settori che riguardano la salute delle persone, prestando particolare attenzione all’innovazione».

Quali sono i tratti distintivi dell’azienda?

«I nostri punti di forza sono la dinamicità e la flessibilità nell’adattarci al mercato e l’orgoglio di rimanere un’azienda made in Italy, utilizzando sempre prodotti e materiali di altissima qualità e personalizzando i nostri prodotti sui bisogni e le necessità dei committenti. Degli oltre 500 articoli in commercio, la maggior parte è prodotta direttamente all’interno dell’azienda: una garanzia efficace per il controllo della qualità delle materie prime e delle manifatture. La selezione accurata di tessuti tecnici di ultima generazione e l’impiego di trattamenti all’avanguardia sono le fondamenta per lo sviluppo di ausili, presidi, dispositivi medici sicuri, anallergici, antibatterici ed ecologici. Inoltre abbiamo avuto l’opportunità di concludere importanti collaborazioni tra cui l’esclusiva sulle vendite dei prodotti a marchio Mueller sport medicine, azienda Usa leader mondiale nella produzione di articoli per la medicina sportiva».

Quali sono i vostri obiettivi per il futuro?

«Innanzitutto l’implementazione di un sistema e-commerce per fare sì che le persone possano ordinare i nostri prodotti in modo autonomo. Infatti, soprattutto durante e dopo la pandemia, le abitudini dei consumatori sono cambiate e si sono rivolte verso l’acquisto online. Questo ci ha portato a voler valorizzare e implementare il commercio digitale».

Nel campo della sostenibilità che linea adottate?

La gestione di Albo Land sulla qualità dei dispositivi medici è iniziata con l’applicazione della direttiva 93/42/Ce e negli anni è stata sempre aggiornata fino al Regolamento (Ue) 2017/745.

Il sistema qualità dell’azienda segue le indicazioni poste dalla Iso 13485:2016. L’obiettivo è ottenere al più presto la certificazione Iso da parte di un organismo notificato, certificando qualità e tracciabilità del prodotto, ma anche l’assistenza del cliente.

«Siamo particolarmente sensibili ai problemi legati all’ambiente e siamo in perfetta linea con un programma di ecosostenibilità. Albo Land è parte attiva nella tutela dell’ambiente, implementando un sistema fotovoltaico e utilizzando cartoni riciclati per quanto riguarda l’imballaggio dei prodotti. Molti degli articoli che importiamo di Mueller sport medicine vengono fabbricati utilizzando plastiche riciclate. Per quello che riguarda poi Industria 4.0, abbiamo deciso di implementare un nuovo gestionale che possa aiutare a controllare al meglio i vari settori, migliorare le condizioni di lavoro e aumentare la produttività».

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Claudio Albonetti, alla guida di Albo Land. L’azienda ha sede a Castel Maggiore (Bo) www.alboland.com

Speciale MEDICA

La qualità paga sempre

ceo di Adexte, alla scoperta di una realtà italiana di recente nascita ma con un’esperienza più che trentennale e trasversale nel settore dell’arredo per piastre operatorie

Ci sono settori industriali in cui la qualità deve essere il primario e fondamentale requisito, perché può fare la differenza tra un lavoro eccellente e uno mediocre. Sin dalla sua nascita, Adexte ha puntato al meglio, senza sconti. «Siamo un’azienda costituita nel 2015 dal sottoscritto, imprenditore di seconda generazione. Pur avendo cinquantuno anni, ho un bagaglio di trentacinque anni di esperienza nel settore. Mio padre mi ha lasciato il suo nome e la sua grande conoscenza che, unita alla mia, mi ha permesso di creare una realtà imprenditoriale trasversale a tutte le aziende di settore» racconta il ceo Alessandro Lucini.

Adexte si occupa di arredi e attrezzature per camere operatorie e centrali di sterilizzazione, solo ed esclusivamente in acciaio inox. L’azienda si è costituita nel 2015, diventando operativa nel 2016, con lo scopo di andare a coprire una quota di mercato che non era ancora presente, ovvero l’allestimento della piastra operatoria nella sua interezza, in termini di arredo. «Abbiamo creato un’azienda attorno a un nuovo concetto di prodotto, ovvero il sistema integrato di arredo per piastre operatorie. Il cliente che si rivolge a noi ha l’opportunità sia di poter acquistare il singolo articolo, sia di arredare completamente la piastra operatoria. La piastra operatoria è composta da tante camere operatorie, ovvero diversi locali attigui, ognuno con una funzione specifica, dal lavaggio dello strumentario alla preparazione dei chirurghi. Noi siamo in grado di arredare tutti questi ambienti, con un grande e unico presupposto: standard qualitativi molto alti. Partiamo dall’assunto che noi tutti, un giorno, potremmo essere clienti di noi stessi. In un ambiente come la camera operatoria, riteniamo che la qualità sia un requisito inalienabile, in cui non può esistere un prodotto mediocre,

UN SISTEMA INTEGRATO

Il cliente che si rivolge a noi ha l’opportunità sia di poter acquistare il singolo articolo, sia di arredare completamente la piastra operatoria

perché chi ci opera è un professionista e non deve porsi il problema della qualità degli strumenti che ha in uso. La qualità viene prima di tutto».

Un assioma che rappresenta un faro per Adexte. «Siamo la tipica piccola/media impresa italiana, abbiamo un organico di quattro persone e un indotto di novanta persone, suddivise in tre diverse aziende, sparse sul territorio nazionale, che lavorano per noi su nostro disegno e su nostra licenza. Siamo votati alla qualità ed in forte crescita – continua Lucini -. Sono assolutamente convinto che la qualità porti a un incremento di fatturato. Un incremento di fatturato che non

Acciaio inox, il più sicuro

«Lavoriamo solo ed esclusivamente l’acciaio inox 18/10 Aisi 304 – aggiunge Lucini –, perché è l’unico materiale che garantisce le caratteristiche chimico-fisiche stabili all’interno di un ambiente in cui l’igiene è un requisito fondamentale. Un’elevata percentuale di interventi chirurgici eseguiti una seconda volta sullo stesso paziente sono dovuti a infezioni di provenienza ambientale: non per imperizia del chirurgo o per gravità della patologia, ma per “semplice” mancanza di igiene dell’ambiente operatorio. Questo ha un costo sociale e sanitario troppo alto. L’acciaio inox è riciclabile in eterno e i nostri prodotti hanno mediamente il 70 per cento di acciaio riciclato al proprio interno, mantenendo inalterate le caratteristiche. Ha il più basso grado di ritenzione batterica e, allo stesso tempo, il più alto grado di asportazione batterica. In parole povere, è molto più facile e veloce da pulire e sterilizzare, rispetto a tanti altri materiali. Quindi, è più sicuro».

abbia alle spalle un livello qualitativo ottimale non è nella nostra filosofia». Adexte ha un trend di crescita del 30 per cento su base annua, che l’ha portata ad arrivare all’incremento del fatturato dell’80 per cento per il 2022.

Non c’è camera operatoria di nuova realizzazione che non abbia al suo interno un prodotto Adexte, perché negli anni l’azienda è stata in grado di farsi conoscere come realtà qualitativamente connotata. «Noi non sia-

mo economici, perché la qualità ha un costo importante. Appena nati, il nostro mercato di riferimento era l’Italia. In questo momento, oltre a tutta l’Italia e a tutta l’Europa, abbiamo una rete distributiva in Australia e una negli Stati Uniti: tutto questo grazie alla vendita all’estero tramite dei general contractor, che hanno permesso ai nostri prodotti di essere conosciuti nel mondo in modo tale da aver fidelizzato molti clienti, che hanno successivamente continuato ad acquistare presso di noi». Eccellenza nei prodotti, eccellenza nella progettazione della logistica. «Quest’anno, il nostro fiore all’occhiello è diventata la logistica: siamo in grado di gestire la logistica di un blocco operatorio al 100 per cento. Se, per ogni intervento, l’ospedale dovesse tenere a magazzino tutto ciò che serve, il materiale immobilizzato sarebbe molto alto, con relativi costi di gestione. Per garantire la rotazione delle scorte all’interno di un blocco operatorio, in fase progettuale abbiamo sviluppato un sistema di logistica che permette un’elevata rotazione delle scorte stesse all’interno dei depositi sterili, ottimizzando il rapporto tra grado di produttività della centrale di sterilizzazione e il consumo della piastra operatoria. Tutto ciò consente la pianificazione efficiente dell’utilizzo del materiale all’interno della piastra operatoria e nel sistema ospedale, abbattendo i costi di gestione dei depositi immobilizzati, che arrivano a costare singolarmente anche trentamila euro. Il cliente che si rivolge a noi ha la certezza che noi siamo in grado di fornire l’arredo completo e chiavi in mano per l’intera piastra operatoria. Siamo orgogliosamente made in Italy, non importiamo nulla dall’estero, a eccezione della materia prima. Siamo certificati Iso 13485, cioè per la produzione di dispositivi medici, anche se solo un solo prodotto della nostra gamma è un effettivo dispositivo medico. Questo perché abbiamo scelto deliberatamente di sottoporre ogni prodotto di nostra realizzazione ad una validazione con criteri rigorosi e di crearlo con lo stesso modello organizzativo e la stessa meticolosità di un dispositivo medico: validazione, analisi del rischio, fascicolo tecnico. L’arredo è il materiale che viene usato e mobilizzato maggiormente all’interno di un ambiente ed è ciò che fa la differenza nella comodità e nell’efficienza d’uso di uno spazio: va da sé che la qualità deve essere elevatissima. Un sedile per chirurgo deve essere ai massimi standard di comfort e di prestazione, in relazione al contesto in cui è inserito, e noi siamo fieri di poter affermare che i nostri sedili sono i migliori sul mercato».

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Con Alessandro Lucini,
Adexte ha sede a Mazzo di Rho (Mi) www.adexte.it

Il progresso della biopsia liquida

«All’interno della diagnostica oncologica, esiste un campo emergente che promette di rivoluzionare la gestione delle patologie tumorali tramite un semplice prelievo di sangue: è l’analisi di biopsia liquida». Gian Martino Franchi, chief technology officer di Tethis Spa – azienda diagnostica con sede a Milano, ci guida in un ambito in cui la ricerca ha prodotto un avanzamento più che rilevante negli ultimi anni. E Tethis è tra i protagonisti della trasformazione in atto. «La nostra azienda – dice Franchi – ha l’obiettivo di consentire l’utilizzo dell’analisi multi-biomarcatore di biopsia liquida nella pratica clinica per una gestione precisa delle patologie tumorali solide, facendo leva sulla propria esperienza nella preparazione e processamento di campioni di sangue. Introducendo l’automazione e la standardizzazione della fase critica di pre-analitica, il protocollo sviluppato da Tethis garantisce la massima qualità e integrità dei preparati di biopsia liquida (plasma e frazione cellulare del sangue). Processando sangue fresco in provette standard direttamente presso il punto di prelievo, garantisce la conservazione di tutte le informazioni clinicamente rilevanti».

Quali sono gli elementi chiave su cui si basa l’innovazione da voi realizzata? «Da una parte abbiamo i vetrini proprietari dell’azienda, chiamati Smart Bio Surface (Sbs), che grazie alla loro superficie nano-rivestita e funzionalizzata consentono la spontanea, immediata e gentile adesione di cellule normalmente non aderenti, come i globuli bianchi, senza l’uso di sostanze chimiche, temperature speciali o altri trattamenti. I globuli bianchi aderiscono ai vetrini formando un monostrato distribuito su tutta l’area attiva del vetrino stesso. Gli Sbs consentono di identificare e caratterizzare le cellule rare del sangue, come le cellule tumorali circolanti (Ctc), con una sensibilità senza precedenti, anche in contesti di stadio precoce, grazie ad algoritmi di digital imaging basati su intelligenza artificiale in grado di trovare con estrema efficienza anche una cellula su milioni. La combinazione tra l’analisi degli Sbs e quella del plasma permette di ottenere un’analisi di tutti i contenuti clinicamente significativi del sangue».

In cosa consiste See.d? «È il primo preparatore di campioni di sangue progettato per essere installato presso il punto di prelievo. Il See.d prepara in modo completamente automatizzato e standardizzato vetrini Sbs, con globuli bianchi fissati e provette di plasma stabilizzato senza opera-

tori specializzati: entrambi i contenuti sono stabili e possono essere facilmente conservati per una logistica efficiente (ad esempio analisi interna o spedizione al laboratorio centrale). Questa tecnologia consente analisi multi-omiche, sia sulle Ctc che sul contenuto cellfree per l’individuazione di biomarcatori. Per la prima volta, tutti i contenuti rilevanti per le analisi di biopsia liquida sono resi disponibili dallo stesso campione di sangue in maniera tale da garantire la massima stabilità e informatività dei rari contenuti tumorali».

Di cosa ha bisogno lo strumento per essere implementato?

«See.d è destinato all’uso professionale ma non richiede tecnici di laboratorio specializzati e, soprattutto, non necessita di spedizione di sangue intero in provette speciali con conservante, uno dei punti più critici dei flussi pre-analitici in biopsia liquida. See.d processa il sangue fresco raccolto in provette standard poco dopo il prelievo (entro 4-6 ore) favorendo la massima integrità del campione. Al termine del processo, vengono prodotti vetrini Sbs con un monostrato di globuli bianchi fissati e la relativa aliquota di plasma vie-

ne fornita in una provetta separata. Entrambe le frazioni sono perfettamente stabili per diversi giorni, grazie alla minimizzazione di qualsiasi manipolazione o contaminazione prima della stabilizzazione».

In che modo questo impatterà sul settore?

«Si tratta di una tappa fondamentale non solo

per Tethis, ma anche per l’adozione della biopsia liquida: è un primo passo verso la realizzazione di veri e propri test multianalitici e standardizzati di biopsia liquida che coinvolgano tutti i possibili contenuti tumorali rilasciati nel flusso sanguigno. Ora stiamo lavorando alla validazione per la marcatura CeIvd della piattaforma e allo sviluppo di nuovi test di biopsia liquida da proporre ai pazienti e ai soggetti a rischio, ma accogliamo con favore anche gli operatori dell'industria diagnostica e gli sviluppatori di farmaci che desiderano sfruttare la preparazione ottimale e completa garantita da See.d® per lo sviluppo di nuovi test e companion diagnostics o per la stratificazione dei pazienti negli studi clinici. Abbiamo lavorato a stretto contatto con il nostro partner Macs per lo sviluppo di questa prima versione, e abbiamo già iniziato a pianificare la piattaforma di prossima generazione che migliorerà ulteriormente la facilità d'uso, l'efficienza e la produttività».

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Gian Martino Franchi, chief technology officer di Tethis di Milano - www.tethis-lab.com Gian Martino Franchi presenta See.d, la prima piattaforma di pre-analitica standardizzata e automatizzata per un’analisi completa di biopsia liquida

Speciale MEDICA

Innovazione medicale lean, tailor made

La personalizzazione delle soluzioni tecnologiche è uno degli aspetti su cui si concentra maggiormente la produzione industriale, in modo trasversale ai diversi settori. Quello medicale è forse uno degli ambiti in cui questo elemento si presenta in tutta la sua importanza. Il caso della modenese Lean è emblematico rispetto all’offerta tailor made nel settore e permette di comprenderne a pieno la portata. «Progettiamo e industrializziamo componenti elettromeccanici ed elettronici offrendo soluzioni tecnologiche professionali e personalizzate dal 1995 – premette Andrea Parrino, fondatore dell’impresa nel polo bio-medicale in Emilia −. Offriamo un servizio completo che copre l’intero percorso di introduzione sul mercato di nuovi prodotti medicali. Alle iniziali collaborazioni con multinazionali leader del settore medicale, verso il quale si sono indirizzate le prime progettazioni ad hoc, sviluppando e mettendo in produzione apparecchiature per emodialisi, rianimazione e anestesia, si sono sommati progetti di engineering e successiva fornitura, nonché importanti collaborazioni, con aziende di diversi settori. Col preciso e primario intento di allontanarsi dalle comuni soluzioni tecnologiche standardizzate, le nostre attività spaziano dalla costruzione dei prototipi e dalle prime serie di unità per il marketing trial, fino all’elaborazione dell’intero processo di industrializzazione che anticipa la produzione». Il nome Lean non è casuale, spiega Parri-

no, in procinto di cedere il timone al figlio Matteo, che da anni gestisce con energia Materiali e Produzione. «L’idea è nata guardando quanto stava succedendo in Giappone all’inizio degli anni Novanta: l’approfondimento dei metodi e dei concetti, che avevano portato ad una inspiegabile eccellenza dei prodotti e dell’industria dell’auto in Giappone, aveva condotto a formulare la formula avvincente della Lean Production. Un grande fascino aveva accompagnato il diffondersi di queste idee e delle iniziative che ne scaturivano, anche per la forte carica di contrasto e di liberazione dai molti dogmi tecnici e procedurali, che avevano dominato per molti anni, limitando o bloccando energie, inventiva e iniziative di chi aveva capacità e competenze per contribuire al miglioramento e mirare all’eccellenza».

La Lean ha iniziato a operare nel 1995 come una sorta di spin-off autonomo di un’azienda importante del settore medicale «proponendo ai committenti prestazioni adatte ai loro prodotti e realizzate in modo alternativo – continua Parrino −, sicuramente accompagnate da una forte riduzione costi. L’idea portante era di proporre soluzioni ad hoc e, raggiunto il risultato, avviare la produzione di serie per fornire ai clienti componenti e prodotti finiti. Dopo aver messo a segno i primi risultati con componenti per apparecchiature per emodialisi (reni artificiali) molte altre realizzazioni si sono succedute negli ultimi anni. Non tutte hanno avuto esiti importanti dal punto di vista commerciale, ma tutte le sfi-

de, anche in settori diversi dal medicale, sono state intraprese con grande passione, coraggio e curiosità. In molti casi sono state sostenute anche dalla convinzione che alcune soluzioni vincenti potessero essere trasferite da un settore a un altro. Questo è avvenuto nel caso di apparecchiature innovative per il dosaggio dei coloranti, come pure nella lotta biologica antiparassitaria in agricoltura, con la realizzazione di un sistema automatico, azionato dall’energia solare per la diffusione di feromoni, in alternativa ai pesticidi».

Raggiunti risultati consistenti con la fornitura di serie di componenti, la Lean ha sviluppato e avviato la produzione di vari prodotti medicali, destinati ad applicazioni diverse. «Tra questi – dice l’imprenditore − la donazione del sangue,

PRODUZIONE VERTICALE

l’artroscopia e altri per diversi settori, come un futuristico apparato per il caricamento dei farmaci direttamente nel sangue, una apparecchiatura per la dialisi peritoneale, un apparato da laboratorio per lo sviluppo e l’analisi del Dna e una apparecchiatura automatica per l’erogazione di micro-dosi per la produzione di sacche per la nutrizione parenterale. Una lunga e impegnativa attività, affrontata di slancio e con grande motivazione, ha portato a realizzare una complessa apparecchiatura innovativa per la perfusione di organi da rigenerare e rendere idonei al trapianto. L’intero staff della Lean è stato particolarmente orgoglioso di poter dire che, dopo una completa validazione e documentazione del prodotto, è stato condotto fino a positiva conclusione il complesso iter di Certificazione Ce». ■ Remo Monreale

Competenza ed esperienza

«La Lean oggi, forte delle esperienze e dei risultati raccolti, mette a disposizione dei committenti uno staff di tecnici per la progettazione e lo sviluppo di dispositivi medicali e la loro successiva certificazione secondo le più recenti normative – dice Andrea Parrino, della modenese Lean −, offrendo la fornitura successiva come “Contract Manufacturer” certificato Iso EN 13485. La Lean ha un organico di 17 addetti; quattro progettisti elettronici per la progettazione hardware e la programmazione soware, come pure esegue la progettazione strutturale-meccanica e la simulazione con Cad 3d in grado di generare files per realizzare in tempo reale particolari in rapid prototyping. L’Area Qualità e Regulatory e l’Area Materiali comprendono ciascuna 2 addetti. Ada Rigatti, co-founder della Lean, conduce dall’origine con piglio fermo l’amministrazione e la gestione vendite. La produzione si avvale di 5 addetti al montaggio e collaudo, coordinati da un esperto responsabile di grande esperienza».

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L’esperienza della Lean, un’impresa impegnata nell’engineering e nella produzione di apparecchiature tecnologicamente avanzate e progettate per essere perfettamente aderenti alle richieste dei committenti
www.lean.it
Lean ha sede a Medolla (Mo)
Dalla costruzione dei prototipi e prime serie per il marketing trial, fino all’elaborazione del processo di industrializzazione

La svolta delle camere bianche con l’utilizzo degli isolatori

Le camere asettiche o camere bianche sono strutture che provvedono a una purificazione totale dell’aria, allo scopo di ottenere la precisione richiesta per particolari lavorazioni, come per esempio produzioni galeniche o sterili. La produzione di farmaci è uno dei primi ambiti in cui si necessita di operare in un ambiente sterile e decontaminato, conforme alle norme di buona fabbricazione contenute negli standard Gmp e Iso 146441:2015. Obiettivo di Phamm Engineering è proprio garantire questa sicurezza, come spiega l’ingegnere Massimiliano Sogne. «Sostanzialmente progettiamo camere bianche sterili, soſtwall e prodotti correlati, a protezione dei processi produttivi che hanno bisogno di ambienti a contaminazione controllata. Grazie all’altissima specializzazione, al servizio completo e alla qualità dei nostri prodotti, siamo un punto di riferimento per le attività che hanno bisogno di supporto tecnologico nella costituzione di camere bianche».

Come nascono i vostri impianti? «I nostri impianti sono il frutto del lavoro di un team di tecnici e ingegneri che seguono una formazione costante sul mondo delle camere bianche e portano avanti un’intensa attività di ricerca e sviluppo. Questi progetti utilizzano una componentistica di ottimo livello e si avvalgono di elementi realizzabili anche in misure fuori dagli standard, in modo da adattarsi a tutte le esigenze specifiche e ad ogni realtà e settore di applicazione. Ogni impianto viene progettato in 3d. I nostri lavori sono pensati per durare nel tempo e per offrire un prodotto che necessita di semplice manutenzione».

Come evolvono le camere bianche nella produzione di farmaci chemioterapici con l’utilizzo degli isolatori? «Prima di rispondere a questa domanda, bisogna precisare che molte camere bianche sono tuttora realizzate basandosi su un accordo Stato-Regioni (ormai molto datato, visto che risale al 1999) che impone delle particolari linee guida per costruire le ca-

PROTEZIONE TOTALE

mere bianche. In particolare i locali Ufa (Unità farmaci antiblastici) sono adibiti alla preparazione di farmaci antiblastici e chemioterapici, che vengono realizzati seguendo la normativa Gmp. Tale normativa prevede che ci sia uno spogliatoio in Classe D, a pressione+, un Airlock di passaggio in Classe C a pressione ++ è una zona lavorazione in Classe - -. Questo perché nella zona di lavorazione vengono posizionate una o più cappe a flusso laminare Biohazard di categoria II in classe A. Questa conformazione è la più utilizzata per la suddetta tipologia di operazioni, ma implica una lavorazione sotto cappa (situata in una zona Classe B in pressione negativa) e impone che l’aria aspirata sia filtrata per mezzo di filtri assoluti HEPA H14. Con tale soluzione vi è la concreta possibilità di avere uno sversamento dei liquidi in fase di preparazione, con un rischio per l’operatore. Per ridurre il rischio vengono utilizzati degli appositi isolatori (cappe Biohazard di classe III) applicando così l’isotecnia o tecnica dei volumi confinanti. La produzione in Isotecnia avviene all’interno di Glove Boxes, delle piccole camere che assicurano il confinamento di una serie di operazioni garantendo un triplice livello

di protezione: protezione dell’operatore, protezione del prodotto e infine protezione dell’ambiente esterno. Esse sono caratterizzate da una chiusura totalmente ermetica e funzionano a pressione negativa. L’aria è sottoposta all’attraversamento di filtri assoluti HEPA.

L’utilizzo degli isolatori fa si che il prodotto sia totalmente isolato dall’ambiente esterno e che anche l’operatore sia preservato da sversamenti o da eventuali contatti. Permettendo una protezione totale di operatore e ambiente, questi isolatori sono indicati per manipolazioni ad alto rischio biologico e con agenti cancerogeni, genotossici e antiblastici. Sono usati principalmente nelle grandi industrie farmaceutiche per la produzione di antibiotici e antitumorali, nonché in grandi centri ospedalieri per la preparazione dei chemioterapici e

degli antiblastici».

Quali sono altri vantaggi dell’isolatore?

«Garantisce una maggiore sicurezza di sterilizzazione del prodotto e maggior protezione all’operatore, inoltre l’utilizzo di isolatori può avvenire in classe D, comportando così un notevole risparmio energetico ed economico. I nostri isolatori vengono realizzati in acciaio inox e hanno anche il vantaggio di richiedere una bassa manutenzione. Sono programmati per ridurre il consumo energetico e hanno assistenza completa via web, così si possono controllare anche da remoto. Normalmente vengono installati nelle farmacie ospedaliere dove si producono farmaci chemioterapici ma ultimamente abbiamo avuto un buon riscontro anche nelle farmacie comunali». ■

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L’ingegnere Massimiliano Sogne, alla guida della Phamm Engineering di Pozzo d’Adda (Mi) www.phammeng.com
Gli isolatori sono particolarmente indicati per manipolazioni ad alto rischio biologico e con agenti cancerogeni, genotossici e antiblastici
Un team di tecnici e ingegneri all’avanguardia per progetti sempre più innovativi dedicati ai luoghi più idonei per la realizzazione di farmaci antiblastici e antitumorali. Ne parliamo con l’ingegnere Massimiliano Sogne, titolare di Phamm Engineering

Speciale MEDICA

Un sistema di collaudo rivoluzionario

Unendo una lunga esperienza nella realizzazione di macchine automatiche a un approfondito studio del settore medicale, CA Thecnologies è una start-up che ha fatto dell’innovazione il proprio punto di forza, sviluppando progetti capaci di elevare alcuni standard del settore ospedaliero. Ne parliamo con i titolari Giacomo e Gabriele Ciccarelli

Se fino a qualche anno fa la mascherina chirurgica (Ffp2 oppure Ffp3), era prerogativa di alcuni settori produttivi legati a sostanze pericolose, con l’esplosione della pandemia globale questo strumento è diventato un dispositivo di protezione personale diffuso in tutta la popolazione, e che tutti quanti diciamo di conoscere bene. Eppure, nonostante siano ormai parte della quotidianità delle nostre vite, le mascherine facciali sono soggette a collaudi solo parziali, soprattutto all’interno del settore medicale. Dall’esigenza di verificare i requisiti tecnologici delle mascherine e di stabilirne la reale efficacia, nasce CA Thecnologies, un’innovativa start-up depositaria del brevetto del Banco Prova Mascherine: un particolare strumento capace di eseguire una pluralità di test non esclusivamente meccanici, per garantire mascherine con performance tanto in linea alle normative europee, quanto ai settori di riferimento. «Provenendo da un’esperienza di oltre 40 anni nella realizzazione di banchi prova per l’automotive e altri importanti settori industriali – racconta Giacomo Ciccarelli, titolare insieme al fratello Gabriele della CA Thecnologies, e inventore del Banco Prova Mascherine –, abbiamo intuito la necessità di un tale strumento anche nel settore della sanità. La nostra invenzione, infatti, consiste in un sistema per test e collaudo di mascherine facciali e comprende attrezzature mec-

caniche e componenti elettronici di controllo, che racchiudono in una sola macchina semi automatica una pluralità di prove per misurarne performance ed efficacia. Diamo così, sia ai laboratori, sia agli enti di certificazione, che al ministero della sanità stesso, la possibilità di provare le mascherine facciali in modo sicuro, veloce ed efficiente, abbassando notevolmente i costi d’investimento».

Perseguendo l’ambizioso obiettivo di apportare contenuti innovativi nel settore della sanità, la CA Thecnologies, con la propria invenzione, ha stabilito un nuovo criterio d’eccellenza, particolarmente apprezzato per la complessità di servizi che offre e per la sua semplicità d’utilizzo.

«Attraverso una coppia di polmoni artificiali che simulano la respirazione umana – continua Gabriele Ciccarelli –, e una testa Sheffield dotata di sensori di rilevamento, con la nostra macchina è possibile eseguire una pluralità di test che altrimenti richiederebbero l’impiego di un intero laboratorio d’analisi e di numerose risorse specializzate, senza comunque arrivare ai medesimi risultati. Il nostro Banco Prova, infatti, rende la certificazione delle mascherine molto più veloce ed economica, oltre che scrupolosa, eseguendo le otto prove che ne descrivono l’efficacia in linea alle attuali normative europee in maniera semiautomatica e certificandone la reale efficienza e i corretti campi d’applicazione».

Oggi che la produzione di mascherine è un business di svariati milioni di pezzi al giorno, è di fondamentale importanza trovare soluzioni che ne garantiscano la qualità attra-

verso sistemi evoluti capaci di rispondere alle esigenze di un settore in movimento e dal grande impatto sociale. Sistemi come il Banco Prova Mascherine.

«I test che si possono eseguire con la nostra macchina – aggiunge Giacomo Ciccarelli –sono la misurazione della pressione differenziale per la resistenza inalatoria e la resistenza espiratoria, la misurazione del tenore di anidride carbonica nell’aria da aspirazione, il Test di infiltrazione batterica Bfe, destinato principalmente per il Covid e altri patogeni gravi, il test di permeabilità all’aria bassa e all’alta pressione, per vedere la resistenza che la mascherina pone alla respirazione, il test per polveri sottili attraverso polvere di Dolomiti, il test della permeabilità al sangue».

Nata all’interno del piano incentivi per le

start-up della Regione Puglia, l’azienda CA Thecnologies ha saputo unire competenza e innovazione tecnologica, facendo di una continua ricerca della qualità il proprio vettore di crescita al servizio della sanità italiana. «Abbiamo in attesa di approvazione da parte dell’Unione europea anche un altro importante progetto che riguarda la ventilazione polmonare– conclude Gabriele Ciccarelli –. Se opportunamente finanziata, infatti, questa prossima invenzione ci permetterà di stravolgere quella che è la ventilazione polmonare ospedaliera oggi, con un sistema più efficiente tanto per gli operatori, quanto per il paziente stesso, e che offrirà dei risultati misurabili e replicabili che permetteranno di offrire un servizio di sicura eccellenza».

UNA MACCHINA PER OTTO TEST

CA Thecnologies, con la propria invenzione, ha stabilito un nuovo criterio d’eccellenza, particolarmente apprezzato per la complessità di servizi che offre e la sua semplicità d’utilizzo

Innovazione e qualità

Nata all’interno del progetto d’incentivazione delle startup tecnologiche della Regione Puglia, usufruendo delle agevolazioni concesse da Puglia Sviluppo nell’ambito della misura “TECNONIDI” l’azienda CA Thecnologies ha intuito l’enorme potenziale di uno strumento capace di certificare la qualità delle mascherine facciali, attraverso un sistema dall’interfaccia semplice e innovativo, capace di eseguire i numerosi test necessari, con efficacia e velocità. Nasce così il Banco Prova Mascherine, frutto di un lungo percorso ingegneristico e di un approfondito studio del settore ospedaliero. Grazie alla macchina di CA Thecnologies è possibile eseguire tutti i test necessari a ottenere la certificazione europea per le mascherine, in maniera semiautomatica, misurandone anche l’efficacia d’uso e il corretto settore di riferimento. Il tutto con un solo dispositivo.

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CA Thecnologies si trova a Giovinazzo (Ba) info.ca.technologies.srl@gmail.com

Deep brain, la più grande sfida delle neuroscienze

dirette o indirette».

Sogno, traguardo scientifico ma soprattutto obiettivo indifferibile da raggiungere per migliorare la comprensione e la cura di neuropatologie incurabili: scoprire cosa succede dentro il cervello umano, più ancora dentro il singolo neurone, è il Sacro Graal della scienza biomedica. Quasi una persona su sei nel mondo soffre di disturbi neurologici (morbo di Parkinson, ictus, sclerosi multipla ed epilessia, emicrania, lesioni cerebrali, neuroinfezioni) con circa 7 milioni di morti ogni anno (dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità). Cifre che fanno ancora di più riflettere in rapporto ai costi diretti e indiretti che queste malattie hanno nel medio e lungo termine. Per rispondere a questa sfida, scientifica, etica ed economica, team di studiosi sono

IL FONDAMENTO

Lo studio ad alta risoluzione dell’attività neuronale è il presupposto indispensabile per poter analizzare in maniera più compiuta patologie degenerative del sistema nervoso centrale e periferico ad oggi incurabili

a lavoro in tutto il mondo e l’Italia non fa eccezione. A Genova opera Corticale, azienda nata nel 2021 e specializzata in progettazione e produzione di interfacce neuronali ad alta densità, dispositivi impiantabili di dimensioni micrometriche, dotati di centinaia di punti di misurazione per la registrazione ad altissima risoluzione dell’attività bio-elettrica del cervello. Ne abbiamo parlato con Giuseppe Santella, presidente e amministratore delegato.

«Lo scopo della tecnologia SiNAPS (Simultaneous Neural Active Pixel Sensor) sviluppata all’interno della Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia e commercializzata da Corticale – spiega – è comprendere meglio il funzionamento del cervello. Per massimizzare la quantità oltre che la qualità dei dati, le metodologie di indagine non invasive non bastano più. La tecnologia più promettente è basata sull’uso di array di micro-elettrodi intracorticali, ovvero impiantati all’interno del tessuto cerebrale in prossimità dell’area da osservare/modulare, che permettono di interagire più da vicino con il tessuto cerebrale, dando accesso a una superiore quantità di informazione e capacità di modulare selettivamente l’attività elettrica di specifici circuiti neurali. Lo studio ad alta risoluzione dell’attività neuronale, possibile con le nostre tecnologie innovative, è presupposto indispensabile

per poter analizzare in maniera più compiuta molteplici patologie degenerative del sistema nervoso centrale e periferico, al fine di migliorarne le attuali possibilità diagnostiche, con lo scopo ultimo di individuare nuove possibilità terapeutiche

Per le potenzialità intrinseche e i benefici che la tecnologia SiNAPS potrebbe apportare anche alla ricerca clinica su uomo, sono in fase di avanzata definizione ipotesi di collaborazione con Irccs per la partecipazione diretta di Corticale a protocolli sperimentali in ambito clinico, congiuntamente a diverse collaborazioni già avviate con Università e Centri di ricerca, anche internazionali, in particolare sul trattamento di epilessia e tumori cerebrali infantili.

«La tecnologia SiNAPS – sottolinea – è l’unica in grado di soddisfare i bisogni di scalabilità, minimizzazione delle dimensioni dell’impianto e del numero di fili di interconnessione richiesta per lo sviluppo della prossima generazione di impianti neurali. Grazie alla sua modularità, permette di scalare significativamente il numero di punti di misura e di realizzare in tempi brevi diverse configurazioni di sonde (ad ago singolo o multiplo e con diversi fattori di forma) per rispondere a bisogni sperimentali specifici per ciascuna tipologia di applicazione. L’accesso alla tecnologia SiNAPS per il monitoraggio dell’attività elettrica di migliaia di neuroni con una elevata risoluzione spazio-temporale, permetterà di raggiungere conoscenze indispensabili all’attività clinica e il suo utilizzo potrebbe contribuire a modificare il destino di pazienti, portatori di differenti patologie, ancora oggi incurabili per i limiti intrinsechi delle tecnologie attualmente in uso». ■

I possibili risvolti clinici

Sono tante le condizioni cliniche su cui potrebbe essere sperimentata SiNAPS, secondo Corticale. Pazienti: sottoposti a craniectomia de-compressiva per un danno cerebrale da emorragia, trombosi e/o trauma; con corteccia cerebrale intatta e danno inferiore, in condizioni di loked-in che possano esprimere un consenso oculare per l’inserimento intracranico di device come strumenti di comunicazione; con danno del motoneurone secondario cui sia importante studiare la trasmissione neuromuscolare in corso di sperimentazione clinica o in situazioni tali da richiedere maggiori informazioni durante un trial clinico relativo a farmaci o protocolli riabilitativi da comparare; con tumori cerebrali in cui sia necessario definire l’area funzionale peri-tumorale per non rimuovere tessuto funzionalmente rilevante; con epilessia resistente in cui non sia possibile identificare il focolaio epilettico da rimuovere; sottoposti a protocolli sperimentali di terapia per neoplasie cerebrali primitive o secondarie, Alzheimer, Parkinson, Sclerosi multipla, SLA, in cui l’identificazione temporo-spaziale della funzionalità neuronale presente sia utilizzabile per la valutazione di efficacia terapeutica. «Ci sono fondate ragioni di ritenere che SiNAPS – conclude Giuseppe Santella – possa entrare diffusamente nella pratica clinica sperimentale di quasi tutti i dipartimenti di neuroscienze, rappresentando un ulteriore salto di qualità nella diagnostica differenziale a supporto dello sviluppo di nuove terapie farmacologiche, immunologiche e neurochirurgiche».

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Con Giuseppe Santella di Corticale, azienda specializzata in progettazione e produzione di interfacce neuronali impiantabili ad alta densità, alla scoperta delle applicazioni più innovative per comprendere l’organo meno conosciuto Corticale ha sede a Genova www.corticale.com

Pharmexpo, conto alla rovescia

A novembre il principale salone farmaceutico b2b nel Centro Sud Italia torna ad accendere i riflettori su innovazioni, sfide e tendenze del mondo della farmacia. Rinnovata anche iniziativa Enjoy Gluteen Free

«L’

assistenza sanitaria sarà sempre più all’insegna della prossimità, della digitalizzazione, dell’innovazione diagnostico-terapeutica e di una presa in carico centrata sulla persona: i farmacisti italiani hanno accolto le sfide della sanità del futuro per assolvere con competenza e senso di responsabilità al ruolo di professionisti al servizio della salute di tutti i cittadini, dovunque esercitino la professione». Così Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani (Fofi), ha commentato la Giornata mondiale del farmacista che ricorre ogni anno il 25 settembre. Ad alimentare e potenziare il dialogo tra farmacisti, medici e operatori sanitari con aziende del settore contribuirà la 14esima edizione di Pharmexpo, la fiera b2b dell’industria farmaceutica del Meridione, che rappresenta anche un’importante occasione di aggiornamento professionale grazie a corsi e convegni scientifici. L’appuntamento per l’unica manifestazione del Centro-Sud Italia dedicata al comparto è fissato dal 25 al 27 novembre, alla Mostra d’Oltremare di Napoli.

NEL SEGNO DELLA “INTERDISCIPLINARITÀ IDEALE”

L’attesa è grande, soprattutto dopo il successo dell’edizione 2021 che ha visto gli operatori del settore tornare a incontrarsi

di persona dopo lo stop forzato per la pandemia. A partecipare sono state 250 aziende espositrici di prodotti farmaceutici, cosmetici, sanitari, naturali, dietetici e servizi per la farmacia; registrati 7.700 visitatori professionali, tra farmacisti, medici, operatori e buyer, che hanno avuto a disposizione oltre 7mila mq di superficie espositiva, ma anche 28 convegni con 76 relatori e 15 corsi di aggiornamento con crediti formativi. «Far intervenire tante persone in questi tre giorni è stata una scommessa vinta. Grande successo anche per i corsi di formazione, parte importante che affianca l’area espositiva e commerciale della fiera», ha commentato soddisfatto all’Agenzia Dire Fabrizio Cantella, direttore di Pharmexpo, salone organizzato da Progecta in collaborazione con Fofi (Federazione ordini farmacisti italiani), Federfarma, Ordine dei farmacisti e le facoltà di Farmacia di tutte le principali città del Centro e del Meridione nel segno della “interdisciplinarità ideale”. La fiera offrirà anche per questa edizione il giusto mix di proposte e contenuti sia in ambito scientifico sia commerciale, dal momento che la professione richiede formazione e aggiornamento in entrambe le aree.

LA TRASFORMAZIONE DELLA FARMACIA

La digitalizzazione delle farmacie sarà il tema conduttore di Pharmexpo 2022. Dalle soluzioni di e-health alla telemedicina fino al modello omnichan-

nel, le farmacie dovranno sempre più sviluppare nuovi canali di comunicazione e tecnologie innovative per un significativo step in avanti dell’assistenza. Con il digitale la farmacia modificherà non solo l’offerta dei servizi, ma soprattutto i suoi stessi modelli di business, diventando un hub per la salute e il benessere dei cittadini. Nelle tecnologie più evolute per il settore, la robotica trova sempre maggiore applicazione, come ha dimostrato l’edizione 2021 di Pharmexpo. Alla scorsa edizione della fiera, infatti, hanno partecipato tutte le principali aziende di robot per la farmacia che hanno presentato interessanti novità. Tra queste, soluzioni robotizzate per la dispensazione automatica del farmaco, capaci di rendere il servizio più efficiente: l’utente chiede un farmaco al robot dal computer, ricevendolo direttamente al banco tramite posta pneumatica. Altri gioielli automatizzati si occupano del magazzino della farmacia e dello smistamento farmaci.

CRESCE IL MERCATO

DEL GLUTEEN FREE

In base al decimo Convegno annuale di Tic- Associazione italiana celiachia, in Italia sono 233.147 mila le persone celiache ma con una prevalenza della malattia che si conferma al di sopra dell’1 per cento. Si stima che 400mila pazienti non sappiano di essere celiaci e purtroppo il percorso che porta alla

250

Aziende

Hanno presentato i loro prodotti farmaceutici, cosmetici, sanitari, naturali, dietetici e servizi per la farmacia durante Pharmexpo 2021

diagnosi è ancora lungo e difficoltoso. Il mondo della celiachia tornerà a confrontarsi a Pharmexpo nel padiglione 4 del quartiere fieristico partenopeo. Le aziende di prodotti e servizi per la celiachia avranno una vetrina d’eccezione per presentare le loro novità, fare networking e attivare occasioni di business: Enjoy gluten free è l’unica fiera in Italia dedicata al mondo dei prodotti senza glutine. L’iniziativa, che ha debuttato nel 2019, è attesa anche nel 2022, in virtù del dinamismo del settore e della costante espansione del mercato di riferimento. In Italia la nutraceutica muoveva nel 2020 un giro d’affari di circa 4,8 miliardi di euro. La parte del leone la fanno gli integratori alimentari, ma il comparto della nutrizione specializzata in senso stretto vale 700 milioni, di cui 400 milioni sono le soluzioni per celiaci e 300 il baby food (cibo per l’infanzia). Partecipare a Enjoy Gluten Free darà al professionista l’opportunità di ricevere molteplici aggiornamenti scientifici e normativi di settore, grazie alla collaborazione di Università, Ordine dei farmacisti, Federfarma e Aic. ■ FD

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I Saloni

Un metodo di estrazione naturale ed efficace

Nel corso degli anni c’è stato sempre un grande interesse per tutto quello che riguarda il fitoterapico, è infatti in forte crescita il numero di coloro che cercano di valorizzare e migliorare il proprio benessere psicofisico attraverso l’utilizzo di quello che la natura offre, partendo dall’alimentazione per arrivare all’integrazione. «La fitoterapia è un metodo di cura antichissimo che mira a sfruttare i principi attivi delle piante a beneficio dell’uomo per migliorare il proprio benessere e curare vere e proprie patologie- spiega Roberto Spampatti, direttore della Farmacia dottor Tili e responsabile tecnico del laboratorio-. Ancora oggi utilizziamo le piante per curarci, attraverso gli integratori abbiamo a disposizione dei concentrati con delle percentuali di principi attivi superiori a quelle che potremmo trovare per esempio mangiando una radice di curcuma. La nostra idea è quella di mantenere il più possibile il fitocomplesso, non solo un singolo principio attivo ma l’interezza della parte della pianta che ha una valenza terapeutica. I fitoterapici sono indicati sia per la prevenzione che come coadiuvante del trattamento e trattamento stesso». Tilab è un’officina specializzata nella produzione di galenici officinali e cosmetici. La società è stata fondata nel 2015 dai fratelli Andrea e Roberto Spampatti, con lo scopo di supportare il core business dell’azienda, costituito dalla Farmacia dottor Tili, per la produzione di integratori alimentari e cosmetici di alta qualità. «Oggi sono stati messi a punto metodi di estrazione sempre più efficaci che ci consentono di trarre davvero il meglio dalle piante». Dopo anni di pro-

duzione e ricerca è nato il marchio DRT EXTRACT, sviluppato da un processo molto innovativo di estrazione da vegetali, basato su una tecnologia rivoluzionaria. «Questa tecnica- spiega Roberto Spampatti- consente un’estrazione naturale dei principi attivi nettamente superiore a quella comunemente usata. Questo comporta un’elevatissima titolazione e presenza di principi attivi esclusivi, alta biodisponibilità e nessuna sostanza tossica residua». Curcuma 3 è l’integratore alimentare dei Rimedi del dottor Tili sintetizzato attraverso la tecnica DRT Extract. Come nella tecnica estrattiva standard, la radice della curcuma longa viene raccolta e triturata così da ottenere una polvere. «La prima grande differenza- continua Roberto Spampatti, tra la tecnica estrattiva standard e il DRT Extract è l’utilizzo di un solvente non tossico per l’organismo. Questo solvente, sottoposto a segreto industriale, è riconosciuto come commestibile e innocuo per l’organismo da tutte le agenzie di controllo. Aggiunto alla polvere ottenuta dalla triturazione della radice di curcuma, permette una cavitazione idrodinamica più efficace rispetto alla procedura standard. Il solvente riesce a drenare dalla polvere di curcuma una quantità di principi attivi nettamente superiore. Inoltre il nostro solvente reagisce in maniera ottimale al processo di sonicatura. Questo step aggiuntivo consiste nell’utilizzo di ultrasuoni per un’estrazione totale dei principi attivi contenuti nella polvere di curcuma.

Non avendo necessità di eliminare il solvente, nella fase di concentrazione la pressione e la temperatura sono ottimizzate per mantenere intatti tutti i principi attivi e le molecole. Questo determina un netto incremento della biodisponibilità e della capacità di assorbimento dell’integratore da parte dell’organismo». I benefici del DRT sono innegabili. Tutti i principi attivi della pianta sono presenti nell’integratore nelle proporzioni in cui sono naturalmente presenti nella radice di curcuma; inoltre aumenta il grado complessivo di efficacia dell’integratore ed è anche più facilmente assorbibile dall’organismo. Questo è dovuto anche al fatto che le molecole come i sesquiterpeni, che negli altri procedimenti vanno perse a causa della loro volatilità, con il DRT rimangono presenti. «Abbiamo un laboratorio galenico in farmacia, in cui producia-

mo tutte le forme farmaceutiche e, esternamente alla farmacia, abbiamo un conto terzi di integratori e cosmetica dove svolgiamo anche l’attività di estrazione. Le preparazioni galeniche sono prodotti realizzati in farmacia, riguardano farmaci che non si trovano nel mercato, cioè farmaci orfani, oppure delle ricette specifiche (galenici magistrali) in cui il medico decide in determinato dosaggio per un paziente. I galenici magistrali sono sempre fatti su ricetta del medico, i galenici officinali del dottor Tili sono realizzati sulla base delle farmacopee europee e comprendono un universo di prodotti dedicati al benessere della persona, possiedono principi attivi in alte concentrazioni e utilizzano i fitocomplessi che consentono di estrarre tutte le qualità che conferiscono alle piante le loro riconosciute proprietà».

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Tilab ha sede ad Erba (Co) - www.dottortili.it Un laboratorio galenico, magistrale e innovativo, conforme ai requisiti normativi, ha sviluppato un processo rivoluzionario. Ne parliamo con Roberto Spampatti

L’angolo dei libri

La mia maratona contro il cancro

Pioniere delle nanotecnologie applicate alla medicina, e in particolare alla cura delle metastasi epatiche e polmonari, Mauro Ferrari si racconta in libro ispiratore, che invita a tirare fuori il meglio dal dolore

Tutti abbiamo dentro di noi una “macchinetta” che trasforma il dolore, il senso di perdita e l’abbandono in energia positiva da mettere al servizio degli altri. «È quanto di più vicino al significato della vita io possa immaginare», ci confessa Mauro Ferrari, docente, scienziato e imprenditore, che ha deciso di condividere la sua storia professionale e umana nel libro Infinitamente piccolo, Infinitamente grande - Io, la nanomedicina e la vita intorno (Mondadori). Un libro che è quasi come una catarsi e restituisce, nella sua densità, la complessità e determinazione dello scienziato italiano che, dopo la laurea in Matematica all’Università di Padova, si trasferisce negli Usa dove diventa professore di Ingegneria dei materiali e Ingegneria civile alla Berkeley. La morte della prima moglie Marialuisa sconvolge tutto e lo indirizza verso quello che diventa l’obiettivo della vita: curare le metastasi epatiche e polmonari. Una maratona che lo impegna da oltre trent’anni e lo porta, lungo il percorso, a inventare la nanomedicina, un sistema per veicolare il farmaco direttamente nelle cellule malate. Un passo avanti epocale nella terapia dei tumori, ma non solo, se pensiamo che i vaccini antiCovid a mRna Pfizer e Moderna contengono nanotecnologia.

Il suo è un curriculum impressionante di incarichi e riconoscimenti- 60 i brevetti a suo nome e oltre 500 pubblicazioni su riviste internazionalima lei non esita a definire fallimenti alcune delle sue scoperte, come la nanomedicina, da cui sono nati nuovi farmaci, alcuni prodotti dalla sua

L’OBIETTIVO DELLA RICERCA

Raggiungere la totale guarigione dalle metastasi polmonari ed epatiche, cause numero uno di morte oncologica, perché nella stragrande maggioranza incurabili

BrYet Pharma (di cui è presidente e ceo) e Arrowhead Pharmaceutics (di cui è consigliere d’amministrazione). «Ho avuto il privilegio di essere stato chiamato a sviluppare, dal 2003 al 2005, il lancio del programma federale Usa di nanotecnologia applicata al cancro al National Cancer Institute proprio grazie ai miei fallimenti, alle sconfitte patite sul campo nella dura battaglia contro la malattia metastatica. Oggi le nanoformulazioni sono usate in tutte le cliniche oncologiche del mondo e sono diventate armi sempre più efficaci nello sviluppo di agenti farmaceutici. Il mio obiettivo è raggiungere la totale guarigione dalle metastasi polmonari ed epatiche, cause numero uno di morte oncologica trent’anni fa quando ho iniziato la mia ricerca e ancora oggi, perché nella stragrande maggioranza incurabili. Utilizzando un nuovo approccio al tumore, l’oncofisica del trasporto, abbiamo messo a punto negli anni una nuova generazione di farmaci a quattro componenti, frutto di passati fallimenti e nuove scoperte. A partire dalle caratteristiche di funzionamento delle metastasi, questa innovativa tipologia di farmaco permette di superare le barriere biologiche con cui il cancro si difende. Intervenire sulle metastasi di polmoni e fegato significa risolvere in larga parte la malattia metastatica, indi-

pendentemente dal luogo di origine del tumore. Grazie a un investimento a trazione italiana, il farmaco inizierà a marzo 2023 la fase di sperimentazione clinica necessaria con evidenze pre-cliniche incoraggianti».

Il suo libro colpisce per l’approccio positivo e l’accettazione del fallimento, dal quale si apprende sempre. La stagione del dubbio, dello sconforto, l’ha mai colta?

«Chi opera nel mondo scientifico, e quindi nel settore dello sviluppo farmaceutico, sa che in realtà si è quasi sempre a terra, per dirla con una metafora cestistica trenta punti sotto, quando il tempo di riferimento non è però una partita ma la vita intera. Ogni volta che sono caduto mi sono rialzato, traendo dalla sconfitta un insegnamento prezioso per andare avanti e far progredire la ricerca. Sono trent’anni che lavoro a una cura per le metastasi, ma sarà solo la fase clinica a dirmi se il farmaco messo a punto funzionerà davvero. Non so ancora se la missione avrà successo, ma so per certo che sarà stato fatto tutto il possibile».

Aspirante astronomo, sceglie matematica, poi si specializza in ingegneria meccanica e civile. Studia e insegna medicina; si avvicina anche al business. Un’avventura professionale

all’insegna dell’esplorazione. Cosa consiglierebbe a un giovane?

«So di non sapere in molti campi ma, come scrivo nel libro, “la prima, importantissima fase della mia vita da scienziato è stata il perseguimento di conoscenze nuove”. E il motore non è solo la curiosità, ma anche la necessità. Per trovare soluzioni a un problema irrisolto in una disciplina spesso serve la collaborazione con le altre. Uso il termine “superdisciplinare” proprio per indicare l’importanza, al di là delle tassonomia della scienza, di convergere su obiettivi condivisi e di concentrare gli sforzi. Consiglierei a giovani- e meno giovani- di essere sé stessi e di non seguire i paradigmi di altri. Occorre scavarsi dentro, far riconnettere la razionalità con l’emozione fondante che spinge e motiva le nostre azioni e la nostra energia. Consiglierei di costruire la carriera sulla base del proprio profilo emozionale, perché è quello che fa la differenza».

A pagina 23 del libro (si rimanda alla smorfia napoletana per scoprire il significato) lascia i suoi contatti. Chi le scrive?

«Di questo scambio con il mondo sono profondamente grato. Mi scrivono pazienti, le loro famiglie, giovani che hanno dei dubbi

sul loro avvenire ma anche persone che hanno reagito al messaggio del libro, condividendo con me storie di abbandono, di dolore ma soprattutto di amore che ne è scaturito. Sono inoltre nate tante iniziative di beneficienza, i cui proventi sono gestiti dalla fondazione che ho creato. Finiranno in beneficienza anche i ricavi del mio disco, disponibile sulle principali piattaforme musicali, che accompagna i miei spettacoli di “scienza cantata” dove canto e suono il sax con la Rhythm and Blues Band».

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Mauro Ferrari, attuale presidente e ceo di BrYet Pharma, professore di Scienze farmaceutiche all’Università di Washington