Gusto Maggio 2017
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Speciale Toscana
Progetti sani e coraggiosi Gli agricoltori locali producono una pasta di filiera interamente toscana. È una garanzia di genuinità del prodotto per i consumatori e uno strumento per valorizzare le colture tipiche evitando l’impoverimento del territorio
na pasta che nasce come una sfida: evitare l’impoverimento del territorio valorizzandone le colture e offrendo, al contempo, un prodotto sano e genuino. È un progetto fatto di uomini che vede protagoniste le campagne a cavallo tra le province di Pisa e Grosseto. Un territorio di circa 20mila ettari che si allunga sulla costa toscana a sud tra i comuni di Roccastrada, Gavorrano, Grosseto, Cinigiano, Castel del Piano, Arcidosso, Magliano in Toscana, Scansano, Roccalbegna, Orbetello e Manciano e a nord fino ai comuni di S. Luce, Arciano, Lorenzana, Rosignano Solvay. È qui tra i filari di vitigni e gli
U
allevamenti di bestiame che si prepara il terreno per la semina dei cereali. «Destiniamo il miglior grano duro per la produzione della pasta a marchio Granai di Toscana» spiega Graziano Chelli, rappresentante della società cooperativa agricola costituita da sette aziende e riconosciuta organizzazione di produttori dalla Regione Toscana nel marzo del 2015. Una realtà giovane composta da 1.500 associati ma con un piano ben chiaro in mente: «Il nostro è un progetto che ha tre obiettivi – spiega ancora -: remunerare a un maggior prezzo il grano ai nostri soci che al momento si attesta sotto la soglia dei costi di produzione, salvare le aziende e, di conseguenza, salvare il
territorio dall’impoverimento. La campagna toscana è storicamente vocata all’agricoltura ma la globalizzazione e la concorrenza di altri Paesi ha creato non pochi problemi a chi lavora tentando di garantire un prodotto di qualità». Da qui la necessità di evolvere verso un organismo autonomo non solo indirizzato alla commercializzazione del grano, rivenduto fino a qualche tempo fa alle grandi firme del comparto alimentare italiano, ma di scendere in campo in prima persona creando una pasta a proprio marchio,
I SOCI La società cooperativa agricola Granai di Toscana è una cooperativa agricola di 2° livello riconosciuta Organizzazione di Produttori dalla Regione Toscana in data 18 marzo 2015 ed è costituita da 7 cooperative agricole toscane con circa 1.500 soci e oltre 60 anni di storia: Colline Amiatine Società Agricola Cooperativa, Produttori Agricoli della Costa d’Argento Società Cooperativa Agricola, Produttori Agricoli S. Luce Società Agricola Cooperativa, Società Cooperativa Agricola Pomonte, San Rocco Società Cooperativa Agricola, Raspollino Società Cooperativa Agricola e Valle Bruna Società Cooperativa Agricola.
Granai di Toscana ha sede a Scansano (Gr) - www.granaiditoscana.it
sinonimo di genuinità proprio perché ottenuta sfruttando una filiera interamente toscana. «Si tratta di un prodotto che subisce in maniera netta l’influenza del clima e che si caratterizza per i corretti indici proteici. È prodotta con semola di grano duro trafilata al bronzo, il risultato è una pasta che non scuoce e con un sapore decisamente più gustoso». La pasta Granai di Toscana è proposta in sette formati standard: millerighi, farfalle, penne rigate, fusilli, linguine, spaghetti e tagliatelle. E sebbene destini il miglior grano duro alla produzione della pasta continua in minima parte a mantenere in piedi un’attività di commercializzazione dei cereali indirizzata ad aziende a grande marchio del settore. Forte delle 15mila tonnellate di grano duro e dei circa 1.400 quintali di pasta prodotta, i soci programmano gli investimenti per il futuro in grado di affrancare definitivamente la società cooperativa nel processo di produzione della pasta: «Il nostro desiderio è realizzare un pastificio – specifica Graziano Chelli - siamo ben consapevoli che si tratta di un obiettivo ambizioso e che richiede consistenti investimenti ma siamo persone con i piedi per terra. Intanto, stiamo analizzando la reazione del mercato all’immissione dei nostri prodotti e creando i presupposti per gestire un investimento del valore di milioni di euro». Al momento, la società si appoggia infatti a un mulino da cui si ricava la semola inviata poi al pastificio deputata alla trasformazione della materia prima nei vari formati. La società che conta appena due anni di vita è però riuscita a ottenere risultati incoraggianti: «Stiamo lavorando molto con le catene di distribuzione all’estero e possiamo contare su una rete di punti vendita situati all’interno delle sette cooperative. Non possiamo lamentarci, finora abbiamo ottenuto un riscontro soddisfacente – racconta Chelli – e siamo sul punto di perfezionare gli accordi con la grande distribuzione per portare i nostri prodotti all’interno dei supermercati. Non è una strada facile – continua – ma il futuro è rappresentato da un ritorno alla tradizione e ai prodotti del territorio». Tutti gli indicatori economici, infatti, confermano come questo settore sia in controtendenza con valori percentuali positivi: «Ci inorgoglisce il grande interesse maturato attorno al nostro progetto – conclude – e sicuramente ci sprona ad andare avanti. In un momento di estrema confusione da parte dei consumatori il nostro prodotto è stato in grado di offrire una garanzia di genuinità. In particolare, la vicinanza della materia prima rappresenta un sicuro certificato di prodotto naturale». ■ Luana Costa