Gloss Magazine N. 5 - Agosto_Settembre 2012

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InEvidenza

lettera

REAL LIFE: MALATTIE Ho scoperto di esser malata ma non voglio lasciarmi andare … (Clara, 34 anni Parma, ha scoperto di avere un tumore al seno. Il medico l’ha rassicurata che dopo l’esportazione della mammella sinistra, non avrà altri problemi ma lei teme di subire una ricaduta. Scrive: “So come vanno queste cose. Pur curando il male, prima o poi ritorna e ti consuma. Ho una bimba di soli 3 anni e mio marito è demoralizzato … lo perderò se non riprendo in mano la mia vita. Vorrei lottare per loro ma ho paura di non farcela.” “Una patologia talvolta cronica destabilizza indiscutibilmente l’assetto psicofisico del sofferente; il dolore diviene padrone di una mente che soffre e patisce pene indescrivibili. Questo senso di vuoto, di inutilità diviene preludio di un profondo sconforto che comporta la perdita di piacere per ogni attività mista ad un forte stato tensivo, quasi si vivesse immersi in un vortice di terrore. La paura, mista alla sofferenza e alla rabbia di chi dice: “Perché proprio a me?!” destabilizzano completamente l’esistenza dell’individuo, che viene sopraffatto dagli eventi; in tal caso ella sente venir meno non solo la propria individualità e la propria femminilità, ma anche il SENSO stesso DELLA VITA. Una lacrima e un attacco di panico in tal senso si traducono in chiavi che aprono le porte di un immenso disagio, nel quale non si possiede più il comando della propria vita, ma si diviene suddito, schiavo. “Ogni farfalla nasce bruco!”: in taluni casi è necessario toccare il fondo della sofferenza per poter rialzarsi, ricadere, rialzarsi e volare in alto, consapevoli dei propri limiti e delle proprie risorse. Un consiglio pratico? Provare ad alzarsi dal letto, uscire e camminare, inspirando quanta più aria possibile, consapevoli che ogni individuo che incrocia il proprio sguardo è figlio di una storia nella quale ha imparato a cadere e rialzarsi per divenire ciò che è, qui ed ora: è questa la grande opportunità che la vita ci offre! Il proprio organismo, come la psiche, hanno bisogno dei propri tempi per raggiungere un soddisfacente equilibrio: bisogna accogliere il proprio dolore e svolgere tutto ciò che si sente in un determinato momento, senza eccessivi sforzi e, se nel profondo dell’anima iniziano a serpeggiare i primi desideri e la prima voglia di riafferrare le redini della propria esistenza, proviamo a cogliere questa spinta, nella speranza che lentamente ogni situazione si aggiusterà, d’altronde “ogni individuo deve possedere un giardino in cui coltiva speranze!”

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