giovani genitori giugno 2012

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GG › l’esperto

Viaggi Marina Gellona

Scambiamo casa? Alla scoperta di un modo poco conosciuto di viaggiare con i bambini

C’

Scambiare casa è un incontro di mondi

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è chi gira il mondo senza mai prenotare un albergo. Si può? Sì, scambiando abitazione con persone e famiglie di ogni paese, perché lo scambio ha una dimensione mondiale. Basta dare un’occhiata ai due siti più popolari - www.homelink.it e www.scambiocasa.com - per accorgersi delle migliaia di famiglie, in 147 stati diversi, che mettono la propria casa a disposizione per uno scambio. Di una semplicità sconcertante. Tu vieni a casa mia e io vengo a casa tua. Simultaneamente. Ci racconta il senso di questa esperienza Cristina Vezzaro, traduttrice, scrittrice, blogger (“In viaggio con i bambini”, www.lacrizzi.blogspot. com) e mamma di due bambini, che ha effettuato ormai quasi 40 scambi. Che cos’è lo scambio di casa e come si fa? “Per prima cosa - risponde Cristina - bisogna iscriversi a un buon sito. Il costo di iscrizione è contenuto (tra i 70 e i 100 euro l’anno) dopodiché si crea un profilo con una descrizione di sé, della propria casa e della città in cui si vive, possibilmente aggiungendo tante foto. Poi si inizia a scrivere e a ricevere proposte”. E funziona? “Eccome se funziona. Non sempre si accetta, non sempre si hanno risposte affermative, ma di scambi a buon fine ce ne sono tanti, con reciproca soddisfazione”. Quanto costa scambiare casa? “A parte l’iscrizione al sito, zero. È

uno scambio”. Come è cambiato il tuo modo di viaggiare? “Sono traduttrice, quindi viaggio tanto da sempre. Con lo scambio casa il mio modo di viaggiare è cambiato in qualità e quantità. Abitare nella casa di una persona del posto in cui vado, sia per vacanza o per lavoro, è più simile all’esperienza del vivere altrove che del viaggiare da turista. Inoltre, si viaggia di più, perché è più bello e più economico”. Si può fare con i bambini? “Il primo scambio che ho fatto è stato nel 2005, mentre aspettavo la mia seconda figlia e il primo aveva due anni e mezzo: i miei sono nati e cresciuti con l’abitudine dello scambio casa. E dello scambio di passeggini, anche! E sai che cosa dicono, ora che sono un po’ più grandicelli? ‘Noi abbiamo tante case in tutto il mondo’. Alloggiare coi bambini in una casa attrezzata e personalizzata dalla famiglia che l’ha plasmata per starci bene ogni giorno, è meraviglioso. Questa casa non è un albergo! E meno male: i bimbi hanno spazi di libertà maggiore, giochi a disposizione, libri. Negli anni ho notato quanto ogni diversa casa ha risuonato nei miei figli e in me in modo nuovo e anche nelle relazioni tra noi. Ogni casa ci ha fatto scoprire altri modi di stare insieme, di essere, di esprimerci. Se ogni viaggio è un viaggio dentro di sé, un viaggio in famiglia con lo scambio casa è un viaggio dentro le relazioni”. Ci racconti dove sei stata? “In

moltissimi posti! In Italia a Roma, Genova e poi più volte a Parigi, Londra, Madrid, Berlino, Nizza, Friburgo, Oslo, New York diverse volte, Cape Cod, San Francisco, Washington, Seattle, Vancouver”. Cosa rispondi a chi ti chiede: come fai a fidarti a lasciare casa tua a degli estranei? “Quando racconto dello scambio casa di solito ci sono tre reazioni. O le persone se ne innamorano subito, o dicono che loro non lo farebbero mai o dicono bellissimo ma io non potrei mai farlo. Io penso che in uno scambio alla pari tu senti che entrambi i partner dello scambio hanno lo stesso spirito di rispetto e apertura. Io sento che dando fiducia, ricevo fiducia. Alla pari. Certo, poi c’è una procedura, consigliata dal sito a cui sono iscritta, ma anche intuitiva. Prima di decidere se scambiare ci si scrive, ci si può anche sentire per telefono, sondare un po’ chi c’è dall’altra parte: bastano poche parole per capire se si è sulla stessa lunghezza d’onda. Inoltre, mi piace dire, perché lo penso profondamente, che scambiare casa più che uno scambio di oggetti e di spazi è un incontro di mondi. Sono nate diverse amicizie da questi scambi, con alcune famiglie ci siamo ritrovati altrove, ci siamo tenuti in contatto. Una ragazza di San Francisco, con cui avevo scambiato casa, un giorno mi scrive e mi dice: vuoi venire un weekend a Parigi con me? Certo, le ho detto. E da viaggio nasce viaggio. E chi si ferma più?”.


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