il Resto del Fantino ANNO5 NUM2

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ATTUALITÀ

Inchiesta sul nucleare in Giappone

Disastro annunciato

Wikileaks: il Giappone era a conoscenza dei rischi nucleari dal 2008 di Silvia Feninno e Veronica Carletti

Il terremoto causa 35.000 vittime e migliaia di dispersi. Le radiazioni hanno raggiunto il livello massimo che era stato assegnato in passato solo a Chernobyl. Stati Uniti, Obama afferma: più controlli nelle centrali nucleari americane. L'Italia blocca i cibi dal Giappone e si prepara alle votazioni di Giugno per il nucleare. TOKYO 11 Marzo. L'incubo è iniziato alle 14.46, ora locale: sembrava una delle tante scosse che spesso colpiscono la piana del Kanto, è diventata una catastrofe con un bilancio di circa 35.000 vittime. Il Giappone nordorientale è stato colpito da un terremoto di magnitudo 8.9 (scala Richter), mai registrata in un paese assai abituato a simili eventi. L'epicentro del sisma è stato individuato al largo delle acque del Pacifico di Miyagi, a circa 130 chilometri dalla costa e a 24.000 m di profondità. Il terremoto ha innescato una serie di tsunami, alti 10 metri, che si sono abbattuti sulla prefettura di Fukushima (almeno 2.500 case spazzate via) e Miyagi, dove la città capoluogo, Sendai, è stata devastata e 70/80.000 persone sono state evacuate. Sempre a Fukushima una diga ha ceduto e l'acqua ha cancellato la città di Sukagawa. Il fiume Natori si è gonfiato sino a sommergere case ed edifici, livellando ogni cosa al suo passaggio, ammassando barche, contenitori, veicoli e alberi. L’acqua ha raggiunto il primo piano dell'aerostazione, mettendo fuori uso l'aeroporto. Quattro treni sono spariti tra le onde, una nave con 100 persone inghiottita dai flutti. Sulla spiaggia di Sendai sono stati ritrovati un migliaio di cadaveri. Massima allerta per le centrali nucleari: erano 11 i reattori attivi al momento della prima grande scossa nelle prefetture di Miyagi, Ibaraki e Fukushima. In quest'ultima è tornato l'allarme per il malfunzionamento della centrale 1, dove la procedura automatica di raffreddamento dei reattori è stata interrotta a causa di un black-out elettrico. Il premier Naoto Kan ha dichiarato lo stato d'emergenza, mentre il Ministero della Difesa ha inviato 300 aerei e 40 navi nelle aree colpite dal sisma e dallo tsunami, più circa 8.000 uomini delle forze di autodifesa. Il neo ministro degli Esteri giapponese, Takeaki Matsumoto, ha dato disposizioni alla struttura diplomatica di accettare aiuti internazionali, che sono pervenuti da 38 nazioni. Il presidente Usa Barack Obama ha promesso pieno sostegno, inviando la portaerei Ronald Reagan. A Tokyo, distante meno di 500 chilometri dall'epicentro, milioni di persone, sconvolte per un evento straordinario, si sono riversate per strada a causa di una scossa che sembrava non avere mai fine. Sempre nella capitale, bloccati gli aeroporti di Narita e di Haneda. Treni e metropolitane hanno ripreso a funzionare la sera dell’11 marzo. L'antenna Tokyo Tower, il simbolo della capitale nipponica e della ricostruzione post-bellica, si è piegata a causa delle scosse, mentre ha retto la Tokyo Sky Tree, l'antenna tv ancora in costruzione alta più di 600 metri. La rete di telefonia cellulare è saltata: le comunicazioni sono proseguite grazie alle linee fisse e a Internet. Chiusa Disneyland, sulla baia di Tokyo, il cui parcheggio è stato sommerso da un'onda di quasi un metro e mezzo. Wikileaks fa uscire la notizia che in Giappone le centrali nucleari avrebbero provocato danni. Le centrali nucleari di Fukushima e tutti i loro addetti sapevano già che i reattori, stando alle medie dell’UE, non potevano essere più vecchi di 20/23 anni. I dubbi che insorgono sono i seguenti: perché dire che le centrali erano sicure quando si sapeva che potevano resistere ad un sisma non superiore al 6.4? E come mai le autorità locali non hanno messo in sicurezza i siti già dal 2008? Decisamente, prima di Fukushima dunque, un documento interno della Commissione europea faceva sapere che tutti gli impianti in funzione avrebbero raggiunto presto i loro limiti di vita, poiché l'età media di quelli europei è di 23 anni, contro i 20 anni degli impianti nel resto del mondo. Perciò il problema sta piuttosto nella prevenzione dei danni stessi. Le carte della Commissione Europea mostrano 4 centrali nucleari molto simili a Fukushima, in Europa. Queste sono le centrali nucleari costruite con una tecnologia simile a quella giapponese. Due in Spagna, due in Svizzera. La paura che sale in tutto il continente ha allertato tantis14

sime nazioni che lavorano con il "nucleare" come la Germania, che ha annunciato la chiusura provvisoria dei suoi 7 reattori più vecchi, costruiti prima del 1980. La Lituania ha bloccato il suo progetto per un nuovo reattore. E anche per questo Oettinger, commissario Europeo dell’energia, reduce da un vertice con i ministri europei, annuncia dei primi controlli quali test di resistenza, o «stress test» , che verranno condotti in 143 centrali per testare i limiti di sicurezza. Quando? Dopo giugno, entro dicembre. <<Chiederemo anche ad altri stati, come la Russia, di condurre specifici controlli>> sostiene Oettinger, che però fa capire come tutto ciò potrebbe non essere abbastanza. Lo fa usando una parola: apocalisse. Infatti in Giappone si parla di apocalisse, ed è un termine che definisce bene la situazione della centrale di Fukushima. Dopo la catastrofe giapponese la Ue deve pensare all' eventualità di una «opzione zero per il nucleare»: parole mai sentite prima d’ora. E c'è già scontro su questo argomento; anche in Italia lo stesso ministro per lo Sviluppo economico, Paolo Romani, sostiene "È inimmaginabile tornare indietro". Intanto, in Italia, il ministro della salute Ferruccio Fazio ha bloccato le importazioni dei cibi dal Giappone (pesce e verdure in particolare) dall' 11 marzo, giorno del terremoto. A Parigi percepiscono il rischio del disastro con crescente preoccupazione: per André Claude Lacoste, responsabile dell' Authority francese per la sicurezza nucleare, il nocciolo del reattore è scoperto perché la vasca di contenimento non è più sigillata e l' incidente, toccando il livello di gravità 7 su 7 nella scala internazionale dei disastri nucleari, è paragonabile solo a Chernobyl. Air France intensifica i voli per

Nelle vic inanze della centrale, ai confini della zona evacuata, gli abitanti vivono in un limbo: la paura è tanta, a l speranza di tornare presto alla normalità poca.

facilitare i rimpatri dal Giappone; e anche ai giornalisti dei media francesi e olandesi, inviati sul posto, è stato chiesto di rientrare in Europa. Un signore che di professione fa il contadino, che abita a circa 65 km da Fukushima, in teoria il posto è sicuro, in pratica i suoi nipoti non escono più a giocare in giardino, riferisce al New York Times: “anche se il governo dice che va tutto bene, nessuno di noi vuole rischiare di prendere radiazioni.” Il signore dice che dovrà distruggere la produzione di quest’anno perché non troverà compratori. Nessuno comprerebbe i prodotti agricoli di Fukushima. Le persone che abitano nelle immediate vicinanze della zona evacuata non sanno cosa fare. Si sentono sospese in un limbo, esposte a un livello di radiazioni al di sopra della norma, ma non così elevato da essere rischioso per la salute. O meglio, non abbastanza rischioso da generare allarme immediato. A lungo termine non si sa, anche perché gli esperti non sono in grado di fornire risposte certe sui danni che potranno causare le radiazioni. In realtà è difficile per gli esperti giapponesi stabilire in modo preciso quale sia una distanza dalla centrale che si possa definire “sicura”. Insomma, ci sono intere città che non sono state evacuate, ma che non possono essere ritenute a una distanza “di sicurezza” dal disastro.“Si tratta di una situazione senza precedenti, che non corrisponde a nessuno degli studi in nostro possesso” dice Shigenobu Nagataki, della Radiation Effects Research Foundation di Nagasaki, che studia le vittime delle bombe atomiche del 1945. “Ma le decisioni che vengono prese adesso avranno un grosso impatto nel Giappone del futuro.” In Italia aspettiamo le votazioni per il nucleare, ma ci sono già milioni di persone pronte a votare per il SI. ANNO 5 NUM 2


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