Antologia Premio Nazionale di Arte letteraria Metropoli di Torino - XVIII Edizione - Anno 2021

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■ Alessio Tocci da Palestrina (RM) Il sogno Sono il Principe Mehmet, figlio del Califfo di Siria, signore di Samarcanda e di Persia ,sono nell'età alla quale si addice il matrimonio; Ho 28 anni compiuti , per la tradizione debbo prendere in moglie una donna onesta e nobile in tutto pari a me; bella, temperante, paziente. Prima di me era toccato a mio padre e prima ancora a mio nonno. Avevo vissuto i miei 28 anni crescendo robusto e fiero. Usavo la spada e la mazza ferrata,, cavalcavo con maestria. A queste doti associavo un non comune senso del bello , un profondo e personale senso di giustizia, per il quale spesso mi trovavo in conflitto con il mio sovrano. Mio padre mi vedeva girare nei Suk vestito in abiti poveri e dimessi , parlare alla gente come un loro familiare, come un suddito. Questo non gli andava a genio . Più volte mi riprese, a volte con durezza sperando che mutassi il mio atteggiamento. Io mi sentivo uomo tra gli uomini ,tolleravo a fatica gli oneri solo allorquando mi consentivano di entrare nel mondo. Non so dire se le mie fughe nei suk rappresentavano semplicemente un modo per fuggire ai rigidi cerimoniali, ed ad un destino che non accettavo fino in fondo, oppure se aspirassi veramente ad essere un uomo tra gli uomini così semplicemente. Mio padre pensava che l'imminenza del mio matrimonio mi avrebbe riportato sui binari del buon senso e della tradizione. Del resto anche lui da ragazzo aveva baloccato a lungo . Ma i suoi atti giovanili li visse come il ritorno di un fiume nel suo letto dopo lo straripamento. Frutto dell'ineluttabile della natura a cui sovrintendeva Allah ordine supremo. Tutto Insomma era previsto e guidato, comprese le sue ragazzate e così come il fiume ritorna nel suo letto al cessare della pioggia, le sue intemperanze sarebbero presto cessate di fronte all'incalzare dei doveri regali. Io non lo capivo. Non mi sentivo un clandestino nel suk; la vita era per me una grande manifestazione di Dio e del suo amore. Faticavo a riconoscermi Re , quando al Re spettavano privilegi che ad altri erano negati. Dio mi aveva fatto uomo; ed ero convinto che non potessi sottrarmi alla complessità di valori e di sensazioni umane di carità, identificazione con la altrui sofferenza e l'altrui felicità. Mio padre mi ordinò di scegliere la mia sposa tra 7 fanciulle di rara bellezza e di conveniente pari nobiltà di nascita. Ed io stesso, anche se ciò non riuscivo ad accettarlo, mi risolsi di sceglierne una nell'arco di una settimana. Presi tempo covando una angoscia feroce perché avrei voluto avere accanto a 218


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