Gioco News Magazine July-August 2022 - Rivista Gioco News Luglio-August 2022

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Interviste

GWENN RIGAL

Il gioco al tempo (sacro) delle caverne Un affascinante viaggio nella preistoria con Gwenn Rigal, per 13 anni guida-interprete nella celebre grotta di Lascaux, nel sud-ovest della Francia di Anna Maria Rengo

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tavolta, altro che “un passo indietro nel tempo”! Con Gwenn Rigal torniamo al Paleolitico superiore europeo, dunque a 40mila anni fa, e andiamo con lui alla scoperta dell’arte custodita nella celebre grotta francese di Lascaux, di cui è stato per 13 anni guida e interprete, e di cui svela i segreti ne “Il tempo sacro delle caverne” (edizione Adelphi). Da dove nasce il suo interesse per la preistoria e cosa hanno da insegnare e raccontare all’uomo contemporaneo le grotte e i loro dipinti dove ha fatto la guida per 13 anni? “Il mio interesse per la preistoria si è risvegliato quando sono arrivata in Dordogna nel 2003. Qui si trova una valle, la valle del Vézere, che ha decine di campi e grotte decorate risalenti all’ultima era glaciale. 14 di queste sono state classificate come patrimonio mondiale dall’Unesco. Ad esempio, è in uno dei rifugi di questa valle che nella seconda metà del XIX secolo è stato disseppellito il primo scheletro umano di Cro-Magnon. Fin dall’inizio il mistero di queste grotte mi ha affascinato. Dico mistero perché, 15 o 20.000 anni dopo, è impossibile conoscere le motivazioni di questi artisti. Dipinti, incisioni e disegni preistorici quindi non parlano all’uomo contemporaneo, nel senso che non ci dicono nulla della loro ragion d’essere. Ma ci toccano perché riconosciamo in loro l’impronta dell’uomo, dell’uomo pienamente moderno. Colui che simboleggia e crea legami sociali attraverso credenze condivise. Dobbiamo rappresentare queste persone come altri noi stessi”. Secondo lei, l’“uomo preistorico” come è presente nel nostro immaginario collettivo è una realtà o il risultato di un pregiudizio? “Si dice spesso che i pregiudizi sono duri a morire e questo è assolutamente vero. Le rappresentazioni popolari sono regolarmente in ritardo rispetto alla conoscenza scientifica dell’epoca. L’incantesimo lanciato su Cro-Magnon (e ancora di più su Neanderthal) è un buon esempio. Si devono immaginare umani vigorosi, dalla pelle scura, completamente adattati al loro ambiente glaciale e quindi vestiti caldamente con abiti cuciti. Sebbene ci siano sopravvissuti pochi esempi la loro lavorazione dei materiali deperibili deve essere stata avanzata. Sappiamo, ad esempio, che 07/082022

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intrecciavano corde e fabbricavano tessuti. Queste persone non sono in una logica di sopravvivenza. Troneggiano ai vertici della catena alimentare e partecipano a reti di scambio di materie prime e manufatti - come le perle - a grandi distanze. Mi chiedo quante lezioni traggano beneficio da questo tipo di informazioni”. Nella preistoria, che ruolo svolgevano attività come il gioco? “Tra tutti i mammiferi il gioco è un’attività molto importante che permette ai più piccoli di prepararsi alla vita adulta imitando i più grandi. Il sapiens non fa eccezione. Ragion per cui i giocattoli sono spesso versioni in miniatura degli strumenti utilizzati dai genitori. Tenendo presente questa descrizione, diversi oggetti sarebbero buoni candidati per il ruolo di giocattoli, come alcuni piccoli ‘bastoncini forati’ con evidenti segni di usura, a dimostrazione del fatto che sono stati tenuti in mano per molto tempo. Ma mancano le prove. I migliori candidati secondo me restano i possibili taumatropi scoperti a Laugerie-Basse e Raymonden, due siti della Dordogna. Si tratta di rondelle traforate che dovevano essere ruotate per mezzo di una corda fatta passare attraverso il foro centrale. Su ogni lato lo stesso animale inciso ma in due posizioni diverse. Alla Laugerie-Basse possiamo così vedere una cerva alternarsi tra due posizioni, sdraiata e sollevata, mentre il disco è attorcigliato. In Raymonden è un mammut che chiude e apre gli occhi”. Quando finisce la preistoria? O meglio, con l’acquisizione di quali capacità/evoluzioni l’uomo cessa di diventare preistorico? “La storia inizia con l’invenzione della scrittura. In Francia la si colloca all’arrivo dei romani sul territorio. Il che significa quindi che la preistoria italiana è finita molto prima di quella del mio paese. E alcune parti del mondo, in Papua Nuova Guinea o in Brasile, non sono ancora fuori dalla preistoria. Ciò non cambia la piena umanità di queste popolazioni. La nozione di preistoria è una convenzione, un’invenzione culturale occidentale intesa a soddisfare la nostra ossessione per le classificazioni e le categorizzazioni. Quindi non dargli troppa importanza e usala solo come limite temporale”. www.gioconews.it


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