2013 - Libretto CAI La Spezia

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PIZZO BADILE ( 3308 m ), parete Nord-Est, via CASSIN ( Sviluppo 1000 m, TD ) Un sogno coronato! Da qualche anno ormai inseguivamo questo sogno. Cominciamo la stagione alpinistica su roccia dopo un intero inverno trascorso ad allenarci in palestra e a fare vie di ghiaccio assai impegnative; la fiducia in noi stessi ci porta a concatenare una via dopo l’altra nei fine settimana. Il meteo spesso al Nord non è buono e questo fa sì che percorriamo anche tantissimi chilometri per andare a scalare al Gran Sasso. Ci fermiamo a riposare solo un paio di weekend, i rimanenti li passiamo sempre in montagna, sia sulle nostre Apuane che sulle Alpi o in Dolomiti. Ad Agosto ci riteniamo ormai pronti per affrontare una salita come la Cassin sulla parete nord-est del Badile, una via di più di 1000 metri di sviluppo, assai impegnativa sia dal punto di vista tecnico che fisico. Decidiamo di prendere le ferie il fine settimana dopo ferragosto, il meteo sembra assai favorevole. Telefono a un nostro amico e gli propongo la salita. Purtroppo, però, nessuno riesce a venire con lui formando la seconda cordata, così decidiamo di partire in tre. Il giorno prima della nostra partenza, inaspettatamente, le previsioni cambiano di netto: danno tempo stabile e buono, ma con arrivo di aria fredda da Nord, che porterà le temperature a scendere di parecchi gradi, con zero termico intorno alla quota di 3000 m, proprio come la vetta del Pizzo Badile! Decidiamo così di cambiare la nostra meta e di andare sempre in zona Badile, ma sul versante italiano e su di una parete rivolta a Sud. Affrontiamo il famoso spigolo Vinci al Cengalo (3369 m) in versione integrale, 600 m di sviluppo, difficoltà TD. La scelta si rivela azzeccata: sia per la bellezza sia per l’esposizione favorevole. Ritornando verso casa, appagati dalla salita e senza più ferie a disposizione, ormai riteniamo che anche per quest’anno il sogno Badile debba essere accantonato. Trascorrono appena un paio di giorni quando ricevo nella mattinata la telefonata di mia moglie sul lavoro: “Tesoro, le previsioni meteo per il fine settimana sono incredibilmente belle, con lo zero termico oltre i 4000 m, te la senti di affrontare la Cassin?”. Rifletto un istante e rispondo: “sì!”. Telefono ancora una volta all’amico con cui abbiamo condiviso la precedente salita e lo avviso che noi andiamo; mi prega di potersi unire a noi ed io accetto più che volentieri, anche se in tre saremo molto più lenti! Questa volta non abbiamo ferie a disposizione e quindi dobbiamo affrontare la salita con grandi sacrifici. Partiamo venerdì pomeriggio, dopo il lavoro, in direzione di Bondo, in Svizzera: arriviamo alle 19.30. Cambiamo velocemente i nostri vestiti e ci apprestiamo ad affrontare le due ore e trenta di sentiero per andare a dormire alla base della parete nord-est del Badile. Gli zaini sono assai pesanti: con noi il necessario per il bivacco, cibo, acqua in abbondanza e tutto l'occorente per la permanenza eventuale di due giorni in parete, senza contare il materiale tecnico alpinistico. Intorno alle 22.00 troviamo un grosso masso spiovente che ci offre un confortevole riparo per passare la notte; siamo solo a poche centinaia di metri da quella stupenda parete. La notte per fortuna passa via veloce e quasi senza accorgercene ci ritroviamo ad affrontare la pericolosa cengia d’attacco. Verso le 7.00 cominciamo ad arrampicare. È l’alba., siamo la terza cordata in parete e, dietro di noi, sfilano decine di altri alpinisti provenienti da mezzo mondo. Le difficoltà si fanno subito sentire e così le cordate prendono distanza le une dalle altre. Noi siamo davvero veloci, la parete è spettacolare e incredibilmente verticale e liscia, povera di asperità cui aggrapparsi. La via segue i punti deboli di quel granito fantastico con logica spietata, degna di uno dei più grandi maestri dell’alpinismo quale Cassin è stato. Dopo appena sei ore ci ritroviamo all’interno dei lisci e difficili camini terminali che ci


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