Madame Louise dicembre 2009

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POLITICALLY UNCORRECT

di Marco Fattorini

MORALISTI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI!

L

e questioni di principio sono quelle che più appassionano gli italiani. E la vicenda del crocifisso, bandito dalle aule scolastiche, ha generato un moto di critiche, dibattiti e polemiche a tutto campo. Spesso degenerati in aria fritta. La Corte Europea dei diritti dell’uomo ha accolto la richiesta, mossa da una famiglia italo-finlandese, di vietare i crocifissi nelle aule scolastiche del Belpaese. Perché la loro presenza costituisce “una violazione del diritto dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni” e una violazione alla “libertà di religione degli alunni”. Tralasciando le motivazioni prettamente giuridiche (su cui si è dibattuto abbastanza), è interessante provare ad analizzare il dibattito scaturito nell’opinione pubblica. Partendo da un social network “nazional popolare”. Su Facebook infatti sono letteralmente esplosi diversi gruppi che difendono strenuamente il crocifisso, raccogliendo l’adesione di decine di migliaia di utenti (mai visto così tanto afflato religioso in poche ore). I giornali hanno poi dedicato ampio spazio alla vicenda del crocifisso attraverso cronache ed editoriali e, dulcis in fundo, le televisioni hanno proposto programmi di approfondimento come talk show e simili. Eccezion fatta per alcuni autorevoli interventi, l’impressione finale è quella di una deludente polarizzazione del dibattito, portato alla sua spettacolare estremizzazione. In più occasioni siamo stati costretti a sorbirci granitiche prese di posizione da parte di difensori del crocifisso che, alzando la voce e lanciando ideali crociate, hanno rivendicato (con un briciolo di retorica) la presenza della Croce contro tutto e tutti. Poi dall’altra parte ci siamo “deliziati” con professionisti dell’anticlericalismo che hanno colto la palla al balzo per esultare e poter finalmente parlare di un altro passo nella direzione della laicità. Se ci soffermassimo sui talk show della domenica diventeremmo sicuramente degli ultras del dibattito, ma forse non potremmo cogliere il nocciolo della questione. Perché difendere o attaccare qualcosa per partito preso (nel nostro caso il crocifisso), costituisce una battaglia persa in partenza, inutilmente vuota di contenuti e ricca di confusione. Chiediamoci una cosa: perché il crocifisso è così importante per noi? Di certo non è rilevante per mero simbolismo o per un sentimentale attaccamento ad una vetusta tradizione. C’è chi descrive i cattolici in questo modo e sbaglia di grosso. Proprio don Luigi Giussani diceva che “si vive per amore di qualcosa che sta accadendo ora”, dun-

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que un avvenimento, come il cristianesimo, che riaccade ogni giorno e non è frutto di discorsi o semplici simboli. Il crocifisso è parte integrante della società civile perché testimonianza vivente dell’identità culturale, oltre che religiosa, del nostro paese. Non è certo un pezzo di legno a fare la differenza ma è quello stesso pezzo di legno che ci ricorda il sostrato dell’Europa cristiana dove sono nati diritti, libertà e difesa della persona umana . Una base culturale e religiosa fondamentale che tutte le persone di buon senso riconoscono. Non a caso, un laico come Piero Ostellino, editorialista del Corriere, ha ribadito che “la nostra cultura liberale è debitrice del cristianesimo. Pensiamo a quanto il messaggio del Vangelo ha influito sulle nostre libertà e sulla concezione che ci siamo fatti della libertà stessa, della centralità e della sacralità della persona”. D’altronde, quale grave danno può arrecare un crocifisso appeso ai muri sbiaditi di un’aula scolastica? Siamo realisti: non è certo una croce che influenza l’educazione degli studenti seduti ai banchi, visto che l’indottrinamento, se mai avviene, parte dall’insegnante. A maggior ragione un simbolo del genere è il miglior portatore di valori come fratellanza e accoglienza. Cristo, attraverso la sua passione e morte (sulla croce), ha donato la vita agli uomini (tutti). Una sofferenza che si traduce nel rispetto e nell’amore per l’altro: valori che vanno ben oltre la semplice tolleranza. Ecco allora che la laicità passa anche attraverso il crocifisso, e non è un paradosso. Perché accoglienza e fratellanza non sono in contraddizione con le basi culturali e religiose di un popolo che, seppur imperfetto e cialtrone, vuole ancora essere cattolico.

Louise

MADAMA


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