RED Rigenerazione Edifici Dismessi - Luca Cretella e Gian Maria Mazzei

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“Il percorso che ha portato alla realizzazione del Cecchi Point è nato da una situazione già avviata che vedeva la presenza dell’associazione Campanile nei locali messi a disposizione dal Comune. Il Comune però ha messo in contatto le associazioni. La ristrutturazione l’abbiamo curata noi dell’Associazione Campanile. Tutti i contratti sono firmati a nome dell’Associazione Campanile che si è preoccupata di saldare i contratti. In un anno e mezzo i lavori di ristrutturazione erano terminati. Buona parte dei lavori sono stati fatti grazie all’aiuto di molti volontari senza costi aggiuntivi per l’amministrazione ed hanno interessato le Officine creative, le sale musica ed il teatro vecchio. I lavori a norma nella parte nuova che comprende uffici, la palazzina educativa, teatro, spazio polifunzionale e ristorante sono stati fatti con i soldi della ristrutturazione. La presenza, quindi, di molte agenzie ha portato a dover sistematizzare la struttura organizzativa con la creazione di un Tavolo di indirizzo composto da politiche di integrazione, politiche giovanili, settore istruzione e circoscrizione 7 , poi una Commissione gestionale composta da Associazione Campanile, Quintatinta, Videocomunity, Nuovi equilibri e Associazione Commercianti Aurora che si riunisce una volta al mese per prendere decisioni sull’Hub riguardo l’area educativa, l’area artistico/culturale e l’area economica. Ora ogni area ha una sua commissione e vi è anche una commissione economica con soggetti esterni che vigila sul Cecchi Point.”

15.Facilitatori/intermediari?

11.Quali gli elementi che hanno permesso la realizzazione del Cecchi Point? “In primo luogo il Protocollo d’Intesa tra Città di Torino e le fondazioni che hanno finanziato il progetto firmato dal Sindaco Chiamparino che assegnava ad un soggetto privato la delega alla realizzazione del progetto. La presenza di un soggetto quale l’associazione Campanile in possesso di una storia sul territorio e dei politici molto sensibili ha permesso la realizzazione dell’esperienza Cecchi Point.”

12.Vi sono altre esperienze simili alla vostra? “Tutte le Case del Quartiere anche se con presupposti diversi, ripetono gli stessi risultati seppur lavorando su quartieri e realtà diverse ma ognuno con la propria identità.”

13.Scalabile & ripetibile? “Si infatti stanno cercando di ampliarlo. E’ un modello replicabile. L’associazione ed il Comune si stanno preoccupando di istituzionalizzare il percorso.”

14.Concessione in uso o cosa? “Una concessione è un affitto. L’associazione Campanile più le altre agenzie occupano il Cecchi Point tramite una Messa a disposizione. Una prima forma di concessione era per 10 anni più 30 anni di destinazione d’uso di attività culturali. C’era una cabina di regia che però non faceva molto. Con la messa a disposizione il Comune e le fondazioni sono diventate parte del progetto. Così il Comune ha messo a disposizione della città i locali del Cecchi Point per fare un progetto sociale per la città. Tutto è stato validato dal Comune che rimane il responsabile ultimo delle attività svolte perchè ritiene il progetto del Cecchi Point sia di interesse per la città. In tal modo il Comune non chiede soldi ma paga le utenze in tal maniera è come se finan-

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ziasse l’iniziativa.

“No. Nella fase di progetto ed ideazione l’assessorato delle Politiche d’Integrazione e Politiche Giovanili partecipavano a tutte le riunioni dove c’erano anche l’assessore Curti e l’assessore Leni. Si istituì così un rapporto diretto con la politica che si interessa in prima persona. Per stabilizzare il sistema c’è stata una burocratizzazione elaborando un protocollo d’intesa che ha prodotto la messa a disposizione. Il modello Cecchi Point è stato il primo di questo genere. Inizialmente c’era una concessione poi dopo un anno e mezzo si è evoluta in una messa a diposizione che è stata redatta cucendola addosso al progetto Cecchi Point.”

16.Come vengono assegnati gli spazi interni del Cecchi Point? “Inizialmente vi era un bando poi la cabina di regia avrebbe dovuto validare le candidature e quindi l’Associazione non se ne occupava. La cabina di regia non ha collaborato molto quindi l’Associazione si è mossa indipendentemente. Si è poi proceduto accettando candidature singole ed autoreferenziate. Qui non si pagano affitti ma si parla di partenariato e divisione delle spese. Chi occupa gli spazi entra nel progetto Hub e ne assume l’etica, partecipa alle riunioni e mette al primo posto il progetto sociale e successivamente la sostenibilità economica.”

17.C’è gerarchia nelle scelte? “La commissione gestionale ha sempre validato le proposte. Da settembre 2013 sarà introdotto il “consenso formale” che sostituisce la votazione per maggioranza con forme di discussione comune che giungono ad un unico responso. Vi sarà un esterno che guida e aiuta a validare.”

18.Ci sono finanziatori della prima ora ed in che rapporti siete? “Ottimi i rapporti con la Compagnia di San Paolo, che tramite il Progetto Case, mette soldi ogni anno come aiuto al raggiungimento della sostenibilità di bilancio. La fondazione Vodafone e Umanamente hanno finanziato il progetto una tantum.”

19.Chi vi fonisce supporto tecnico? “Ci rivolgiamo a degli studi privati.”

20.Problemi? “Il problema economico è quello primario, di seguito la costruzione del progetto comune di integrazione. E’ sempre stato difficile fare entrare soggetti nuovi nel progetto e fare capire loro l’etica dell’Hub e farli collaborare attivamente al progetto. In passato le agenzie e associazioni o privati che collaborano nel Cecchi Point hanno inasprito le proprie posizioni a causa delle difficoltà economiche ma la soluzione è sempre venuta dalla collaborazione degli uni con gli altri secondo l’etica dell’Hub.”

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Luca Cretella Gian Maria Mazzei

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