i 100 personaggi dell'odonomastica di Brindisi che attraversano tutta la storia della città

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TANCREDI D’ALTAVILLA

(Lecce, 1139 – Palermo, 1194) Fu re dei Normanni, l’ultimo vero re, eletto al trono di Sicilia dopo la morte del re Guglielmo II il buono, sul finire del 1189, con il determinante appoggio militare dell’ammiraglio Margherito da Brindisi, contro le pretese dell’imperatore Enrico VI. Tancredi, nipote di Ruggero II di Sicilia e figlio naturale di Ruggero III di Puglia e di Emma figlia di Accardo II conte di Lecce, divenne lui stesso conte di Lecce nel 1149. Nel 1155 cospirò con altri nobili contro il re Guglielmo I, suo zio, il quale l’anno dopo sedò la rivolta con le armi e mandò in catene Tancredi. Poi, nel 1161, Tancredi partecipò alla sanguinosa rivolta di Palermo, la congiura per deporre il re e far salire sul trono il giovane Ruggero IV. Tancredi, con suo zio Simone di Taranto, espugnò il palazzo reale, imprigionando lo stesso re Guglielmo I e tutta la famiglia reale. Il palazzo reale fu saccheggiato, i documenti distrutti e diversi membri della corte trucidati. Poi, i cospiratori persero l’appoggio popolare e l’insurrezione finì in pochi mesi. Gli insorti furono costretti a liberare il re Guglielmo I e Tancredi riparò nei territori lombardi di Butera e Piazza Armerina, ma fu catturato dal re che gli concesse l’esilio a Costantinopoli, dove Tancredi rimase alcuni anni e ritornò in Sicilia solo nel 1166 dopo la morte del re Guglielmo I e l’assunzione al trono da parte del figlio Guglielmo II il buono. Durante il regno di Guglielmo II, Tancredi fu suddito fedele del cugino e prese parte a numerose azioni belliche alla guida della flotta normanna. Nel 1174 comandò una grande flotta siciliana di 284 navi e 80.000 uomini che il re di Sicilia inviò al porto di Alessandria d’Egitto per sostenere i Fatimidi insorti contro il Saladino. L’insurrezione fatimida, tuttavia, fu presto sedata e le truppe siciliane si ritirarono subito dal porto egiziano. Nel giugno 1185 Tancredi guidò l’enorme flotta siciliana di 300 navi, con 80.000 uomini sotto il comando di Riccardo di Acerra, che giunse a Durazzo per attaccare al cuore l’impero bizantino. Ad agosto, Tessalonica, stretta d’assedio per terra e per mare, venne presa e depredata. L’esercito siciliano subì successivamente una dura sconfitta da parte del basileus Alessio Comneno e nella marcia di ritorno attraverso i Balcani fu decimato, mentre la flotta di Tancredi, ritornò salva in Sicilia. Nel giugno 1186 Tancredi e Margarito da Brindisi guidarono la flotta normanna a Cipro, dove il governatore Isacco Comneno si era ribellato a Bisanzio, e con azione spregiudicata catturarono 70 galee dell’imperatore Isacco II Angelo, procurando la maggiore perdita navale dell’impero d’Oriente con deportazione in Sicilia dei generali bizantini. Tancredi, il re, ideò il matrimonio di suo figlio, Ruggero III, celebrato nel 1193 nella cattedrale di Brindisi, con Irene Angelo, figlia dell’imperatore bizantino Isacco II. E per l’occasione fece ricostruire la romana “fontana grande”, che da allora in poi fu chiamata “fontana Tancredi” (foto). Ruggero III prese in mano il regno al fianco del padre Tancredi, ma nel dicembre 1193, all’età di soli diciannove anni, morì. Al suo posto Tancredi designò re di Sicilia l’altro figlio, Guglielmo III, di solo nove anni, affidando la reggenza alla moglie Sibilla. Lo stesso Tancredi morì l’anno dopo, nel 1194, all’età di 55 anni: fu lui, di fatto, l’ultimo vero re normanno. 31


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