Brindisi nel constesto della storia

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Correva, infatti, l’anno 1860, quando si produsse lo sbarco a Marsala dei Mille guidati da Giuseppe Garibaldi, agevolato dall'ammutinamento della marina borbonica e dalla benevolenza di alcuni generali di stanza in Sicilia. Poi, mentre risalirono lo stivale, i garibaldini acquisirono anche il consenso dei liberali, della diplomazia inglese e piemontese, della borghesia e, forse, perfino della camorra. Francesco II, per non spargere sangue nella capitale, portò il suo esercito a Nord, aldilà del fiume Volturno, e attese i garibaldini, che affrontò a Caiazzo, restandone rapidamente sconfitto.

E il 28 dicembre 1860, nel pieno dei fermenti legati all’annessione del regno delle Due Sicilie al regno di Sardegna, Alfonso De Carlo, il nuovo governatore della provincia, bandì il concorso d’appalto di una nuova serie di lavori programmati e già approvati per il porto di Brindisi, tra cui la costruzione d’una parte della banchina nel seno di ponente: un altro chiaro segnale di quanto fosse importante e prioritario per i brindisini quella secolare questione del porto.

Il 7 settembre 1860, Garibaldi entrò a Napoli annunciando al popolo, dal balcone di Palazzo Doria d'Angri, l'annessione del Regno delle Due Sicilie al nascente stato del Regno d’Italia, sotto la corona sabauda. E indisse il plebiscito del 21 ottobre il cui risultato ratificò quell'atto. Così, nell’incontro di Teano del 26 ottobre, il re Vittorio Emanuele II di Savoia si vide consegnare da Garibaldi tutto il Mezzogiorno d'Italia. Stretti tra i volontari di Garibaldi e l’esercito piemontese sotto il comando di Vittorio Emanuele II, i reggimenti napoletani si arroccarono nella fortezza di Gaeta, dove resistettero, senza possibilità alcuna di poter ribaltare gli esiti della guerra, fino alla resa del 14 febbraio 1861. Francesco II andò a Roma, dove fu ospitato dal papa Pio IX nel palazzo Quirinale, per poi stabilirsi nel palazzo Farnese, di cui era proprietario. A Roma ci rimase fino al 1870, fino a quando, con la caduta di Roma a Porta Pia, la città divenne capitale del regno italiano. Quindi, finalmente, si esiliò in Francia fino alla morte, il 27 dicembre del 1894. Giuseppe Garibaldi

Bibliografia: - ‘’PIGONATI’’ NO - ‘’MONTICELLI’’ SI: G. Perri – 2014 - CRONACA DEI SINDACI DI BRINDISI DALL’ANNO 1787 AL 1860: R. Jurlaro – 2001 - TERZA MEMORIA IN DIFESA DELLA CITTÀ E DE’ PORTI DI BRINDISI: F. Monticelli – 1833 La fortezza di Gaeta

- DIFESA DELLA CITTÀ E DEL PORTO DI BRINDISI: G. Monticelli & B. Marzolla– 1832 123


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