SPECIALE ALTO CALORE

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Una storia d’acqua lunga 70 anni

Da Bruni a Sullo, i protagonisti di un’epopea DA 43 A 128 COMUNI

L’Alto Calore Servizi è una Società per azioni a capitale interamente pubblico, composta da 128 enti locali soci. Opera nella gestione del ciclo integrato delle acque in Campania, nelle province di Avellino e Benevento. Nasce nel 2003 dalla trasformazione del “Consorzio Interprovinciale Alto Calore”, a sua volta fondato il 18 maggio del 1938 con lo scopo di provvedere alla costruzione e manutenzione di un acquedotto a servizio di 36 comuni della Provincia di Avellino e 7 della Provincia di Benevento, utilizzando le acque provenienti dalle sorgenti alte del fiume Calore. Il 2008, dunque, ricorre l’anno del 70° anniversario della nascita del Consorzio oggi S.p.A. Alto Calore Servizi Spa garantisce, allo stato, il servizio di app ro v v i g i o n a m e n t o idrico a 127 Comuni irpini e sanniti, relativi ad una popolazione di circa 430.000 abitanti. L’Ambito Territoriale Calore Irpino comprende, invece, 195 Comuni e una popolazione che supera i 700.000 abitanti.

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L’Alto Calore nacque per iniziativa del governo fascista, come intervento statale affidato dapprima ad una sezione del Genio Civile quando Mussolini in visita in Irpinia constatò personalmente le condizioni di arretratezza e sottosviluppo della provincia, fortemente carente di approvvigionamento idrico- fino ad assumere in epoca democratica, la forma giuridica di una struttura consortile di enti locali su base interprovinciale. Dopo la fase iniziale dell’Alto Calore, costituito come sezione autonoma del Genio Civile, si è avuta dapprima la formazione del Consorzio interprovinciale degli enti locali a gestione diretta, secondo la legislazione comunale e provinciale dell’epoca; poi, nel 1987 l’utilizzo dell’istituto dell’azienda speciale consortile- come struttura operativa del Consorzio Idrico posta in capo agli organi dell’Assemblea Consortile. Infine, si è completata la trasformazione dell’ente nella più moderna forma giuridica del Consorzio- azienda con autonomia imprenditoriale e diretta personalità giuridica, completata nel 1997 con l’entrata in vigore della convenzione e del nuovo statuto; fino alla successiva trasformazione dell’ente in società per azioni, negli anni 2000 ed allo sdoppiamento tra le due società per la gestione dei servizi , la Alto Calore Servizi S.pA e per la gestione patrimoniale la Alto Calore Patrimonio S.pA.. La prima lunga Presidenza fu quella del cavaliere Vincenzo Bruni (1938/49), dall’epoca fascista alla fase repubblicana post costituzionale, che rimarca l’origine dell’Ente Consortile, che trae anche la denominazione dalle cosiddette “Sorgenti Alte” del fiume Calore Irpino, sgorganti in territorio di Montella. Vi è stata poi la prestigiosa esperienza del Presidente Fiorentino Sullo (1949/54), all’epoca già parlamentare di spicco, che quasi certamente ha rappresentato il momento di maggiore sviluppo verso obiettivi

politici di ampliamento della struttura, estensione ed ottimizzazione del servizio. L’esperienza di Sullo alla presidenza dell’Alto Calore è stata certamente utile alla sua formazione come uomo di governo, in particolare nell’incarico di Ministro dei Lavori Pubblici negli anni 60, quando e firmò il documento di programmazione – a tutt’oggi vigente- costituito dal Piano Regolatore Generale degli Acquedotti con l’indicazione dei fabbisogni e degli schemi acquedottistici proiettati al 2015. Dopo il quinquennio di Sullo, vi fu la breve esperienza di Mastromarino (per meno di un anno) e poi la più che ventennale gestionale di Pasquale Clemente (1954/76), poi diventato Senatore della Repubblica. Vi è stata poi la lunga gestione del Presidente Saverio Russo (1976/93), nel cui ambito furono finanziate ed impostate opere di notevole valenza strategica per lo sviluppo del sistema acquedottistico delle province di Avellino e

Benevento. Nell’aprile del 1993 si avvicendò alla presidenza Stefano Sorvino (1993/97), la cui gestione fu volta al risanamento. Nel 1997 assume la carica di Presidente Vincenzo De Luca (1997/03), oggi Senatore della Repubblica, nel corso della cui gestione si assiste ad un considerevole aumento del numero dei comuni soci. La Presidenza termina il 13 marzo 2003 allorquando il Consorzio Interprovinciale Alto Calore si trasforma in società per azioni e d acquisisce la denominazione di Alto Calore Servizi S.p.A. alla cui Presidenza viene designato Michele Iannicelli (2003/07), il quale ha gestito la prima fase di questa moderna forma di gestione. In pari data viene altresì costituita la società Alto Calore Patrimonio & Infrastrutture S.p.A. alla cui Presidenza viene designato Sergio Papa, al quale nel 2007 è subentrato Lucio Fierro, attualmente in carica. Nel novembre 2007 viene nominato in ACS un Consiglio di Amministrazione di estrazione spiccatamente tecnica soprattutto per l’esperienza manageriale dell’attuale presidente Donato Madaro.

Nella foto in copertina, una sorgente dei monti Picentini, in alto due immagini degli anni Trenta di lavori idraulici svolti dall’azienda


Natura da bere e da imbottigliare

Il territorio e le sue risorse, Acs protagonista nella valorizzazione ENERGIE ALTERNATIVE

Il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università degli Studi di Perugia ha eseguito, per conto di ACS, uno “Studio del potenziale eolico del territorio dell’Alto Calore” per definire le aree del territorio maggiormente idonee per l'installazione di nuovi impianti eolici. Il lavoro ha messo in evidenza la presenza di un territorio di particolare interesse per uno sfruttamento intensivo della risorsa eolica stante alcune positive caratteristiche tipologiche delle aree indagate (ventosità media annua prossima a 5÷6 m/s per assicurare una producibilità annua stimabile in circa 1800 ore/anno di funzionamento, superficie idonea all’installazione di almeno 4÷5 turbine in allineamento, bassa vegetazione di contorno, accessibilità delle aree). Altra interessante proposta formulata dal medesimo Dipartimento riguarda la realizzazione di un impianto di generazione di energia elettrica a biomassa; col loro ciclo continuo, sono le uniche fonti alternative che potrebbero comportare un effettivo ridimensionamento dell'uso del combustibile fossile. Il medesimo Dipartimento, nell’evidenziare l’opportunità di utilizzare biomasse in forma liquida e l’elevato livello di specializzazione richiesto per la manutenzione e la gestione degli impianti, consiglia il ricorso al sistema di “concessione di costruzione e gestione” anche al fine di “ammortizzare” gli effetti della variabilità di alcune componenti di costo evidenziati dall’analisi di sensibilità.

Nelle foto, A fianco le grotte del Caliendo a Bagnoli Irpino e in basso condotto carsico sorgente acellica Montella0

L’Alto Calore Servizi S.p.A. ha avviato un programma progettuale per la realizzazione di un complesso industriale per l’imbottigliamento di acque minerali prelevate da sorgente. Allo stato, è in fase di completamento l’iter amministrativo per l’acquisizione della autorizzazione ad eseguire ricerche di acque minerali. L’iter normativo, previsto dalla Regione Campania, Settore Ricerca e Valorizzazione di Cave, Torbiere, Acque Minerali e Termali, è stato già avviato con la presentazione della documentazione di carattere tecnicoamministrativo richiesta. La località scelta per la realizzazione dell’impianto è denominata “Casa Arsa” in agro di Montemarano (Av) ove emerge la sorgente “Beardo”: l’intervento sarà eseguito su una superficie di circa 10.000 mq., che sarà acquisita in prossimità dell’attuale opera di captazione. La sorgente “Beardo” è una scaturigine che sfugge ad ogni tentativo di classificazione per la sua origine e le sue peculiari caratteristiche. Essa, infatti, non rappresenta un’emergenza naturale, ma scaturisce in sotterraneo, ad una quota di circa 460 m s.l.m. all’interno di una galleria. Attualmente, le acque della sorgente, per una portata media di circa 250 l/sec, vengono sollevate all’impianto di Cassano Irpino e da qui immesse nel sistema idrico Alto Calore. La portata da imbottigliare è pari a circa 15l/sec. La capacità produttiva iniziale dell’impianto è di circa 15.000 bottiglie di acqua all’ora. L’impianto sarà realizzato in un’au-

tonoma struttura, prevista in prossimità del punto di prelievo e che alloggerà le tipiche linee di un impianto di imbottigliamento: linea di sterilizzazione (lavabottiglie, sciaquatrice, soffiatrice), linea di riempimento (riempitrice, tappatrice), linea di confezionamento (etichettatrice, confezionatrice), sistemi di movimentazione (coclee telescopiche rotanti, panettatrice, impianto di incassettamento), sistemi di controllo e di ispezione. La vendita sarà eseguita in contenitori PET da 0.5 litri, 1 litro, 1.5 litri e 2 litri e in vetro da 0.75 l. L’analisi di marketing ha evidenziato che le maggiori richieste dovrebbero riguardare i contenitori da 1.5litri (con volumi di vendita variabili da 7.4Ml di litri del 2010 a 28.5Ml di litri del 2012), seguiti da quelli da 0.5litri (volumi di vendita variabili da 2.11Ml di litri del 2010 a 7.13Ml di litri del 2012). Per la realizzazione di tale attività, che prevede, nella prima fase, la realizzazione in una sola linea di imbottigliamento, si necessita di una disponibilità economica di circa 6 milioni di euro. Dopo l’acquisizione del permesso di ricerca da parte della Regione Campania, verrà avviata la procedura presso il competente Ministero per il riconoscimento, attraverso l’etichettatura di acqua minerale, da denominarsi “Acqua del Monte Terminio”.

OBIETTIVO COMPOST

Il Piano Programma dei Rifiuti della Provincia di Avellino ha scelto, tra le diverse soluzione possibili, la tecnica della “digestione anaerobica” e il successivo compostaggio. Detti impianti per la gestione della frazione organica possono essere ben integrati con quelli dei reflui civili per molte analogie di trattamento. Alto Calore Servizi è in grado di offrire la propria soluzione, integrando l’impianto di depurazione comprensoriale in modo da poter trattare la fase umida organica dei RSU. Preliminare a tale ipotesi è l’attivazione della raccolta differenziata spinta nella provincia di Avellino, ovvero disporre di impianti di selezione a monte del trattamento. L’ipotesi di lavoro prevede il trattamento della parte organica umida dei RSU. I dati in possesso, circa la produzione dei rifiuti, descrivono la stessa pari, per l’intera provincia, in ca. 450 t/giorno. Il trattamento ipotizzato prevede la riduzione o stabilizzazione della parte organica con la tecnica della digestione anaerobica e contestuale produzione di biogas. Per la realizzazione dell’impianto occorrono mediamente 18 mesi, riducibili a 12 mesi (bisogna tenere in conto le tempistiche autorizzative). La spesa presumibile è di ca. 20 mln €. L’investimento può essere coperto con finanza di progetto, tramite il sistema bancario, atteso il costo da richiedere per il conferimento, pari a 75 €/t e il periodo di ammortamento di 15 anni ovvero facendo ricorso a finanziamenti europei del Programma POR 2007/2013.

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I punti di debolezza e le opportunità da cogliere

I contenuti del piano pluriennale proposto

PUNTI DI FORZA

PUNTI DI DEBOLEZZA

Forte interconnessione del sistema di distribuzione che consente anche in periodi di crisi idrica di razionalizzare il servizio; Consolidata esperienza (70ennale) nella gestione del servizio idrico e riconoscimento del marchio; Radicata presenza sul territorio; Competenze interne riconosciute in particolare al laboratorio ed dell’Ufficio Progettazione; Numerosità delle sorgenti captate Qualità delle acque

Costi di gestione per energia elevati; Fatiscenza delle reti; Perdite del sistema idrico di circa il 50%; Scarsa cultura d’impresa ed orientamento alle performance e resistenza al cambiamento; Scarsa efficacia dell’azione di riscossione del credito attuata ad oggi; Assenza di certificazioni di qualità (ISO, EMAS, etc.); Scarsa informatizzazione interna; Carente gestione del personale; Competenze del personale non adeguate in funzione dell’evoluzione del core e dell’implementazione di nuove attività; Consumi e fatturazione non corrispondenti per scarsa lettura dei contatori e/o contatori guasti; Incertezza nel sistema di gestione del SII (in regime salvaguardato e non quale gestore affidatario); Scarsa copertura territoriale nella gestione del servizio di depurazione e fognatura; Scarsi mezzi propri da investire.

OPPORTUNITA’

MINACCE

Possibilità di ampliamento del numero dei soci (i 70 comuni localizzati tra Avellino e Benevento appartenenti all’ATO Calore Irpino n.1); Forte indirizzo del nuovo vertice aziendale all’innovazione, attraverso l’implementazione di un sistema manageriale volto alla programmazione strategica degli obiettivi ed al controllo dei risultati; Crescente attenzione del Legislatore a livello internazionale, europeo e nazionale alle problematiche dello sviluppo sostenibile; Presenza di incentivi agli investimenti previsti dai FONDI STRUTTURALI 2007–2013 da utilizzare per la ristrutturazione delle reti idriche, sviluppo della comprensorialità degli impianti di depurazione e fognatura, autoproduzione di energia, trattamento frazione organica rifiuti, riqualificazione del personale; Scarsa disponibilità di risorse idriche, soprattutto relativamente a quelle potabili, in numerose altre regioni italiane e non solo; Copiosità delle sorgenti e qualità delle acque che caratterizzano il territorio provinciale irpino; Scarsa presenza di Enti sul territorio provinciale in grado di poter apportare un contributo significativo: A) alla gestione dei rifiuti (gestione della frazione organica dei rifiuti solidi urbani); B) all’autoproduzione dell’energia elettrica da trasferire a costo contenuti al territorio provinciale.

OPZIONI

Imbottigliamento; Ampliamento utenze (compresa depurazione e fogna); Interventi su energia; Progettazione per Enti; Partenariato con la Provincia di Avellino per la realizzazione di un GRANDE PROGETTO volto alla ristrutturazione della rete idrica provinciale per il contenimento delle perdite in rete e la conseguente riduzione dei costi energetici; Partenariato con la Regione Campania per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti per la realizzazione di un impianto di digestione anaerobica dei rifiuti. Il Piano Pluriennale societario, relativo al triennio 2009-2011, deve puntare a: Aumento del valore della produzione; Aumento della produttività e dell’efficienza; Riduzione dei costi; Miglioramento dell’organizzazione e della qualità dei servizi; Innovazione tecnologica; Ambiente, Sicurezza, Comunicazione e Gestione delle Risorse Umane.

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Provvisorietà e prossima scadenza dell’affidamento del servizio (scade il 31/12/08); Problematicità per l’affidamento “in house”: • Art. 150 Enti locali compresi in ATO; • Art. 151 Equilibrio economico-finanziario; • Implementazione controllo analogo. Montuosità ed asperità del territorio servito che determina necessità di sollevamenti con conseguenti elevati costi energetici e di manutenzione; Bassa densità demografica che determina uno scarso numero di utenti serviti in funzione dei km di rete gestita; Innalzamento della temperatura ed aumento della siccità dovuto al cambiamento climatico; Indefinitezza dello scenario normativo per l’affidamento o eventuale liberalizzazione del settore; Scarsa propensione dei Comuni ad effettuare investimenti di manutenzione o rifacimento delle reti per il contenimento delle perdite; Scarsa attenzione dei Comuni nell’effettuare controlli sugli sprechi delle risorse idriche; Scarsa sensibilità dei cittadini nell’uso responsabile dell’acqua potabile; Scarsa cultura del territorio locale in relazione alla necessità di affidare a management qualificato la gestione delle utilities locali; Competitività crescente nel settore per la presenza nel mercato di soggetti gestori del SII di dimensioni sempre maggiori e più solide dal punto di vista economico-finanziario, che gestiscono in diversi casi più di una utility; Possibile inquinamento delle falde acquifere per il ”problema rifiuti” che caratterizza il territorio regionale.


Cosa c’è intorno al “core business”

Il nuovo progetto di sviluppo UN NUOVO VOLTO

ACS, accanto al core business principale, che consiste nella captazione, adduzione e distribuzione dell’acqua, intende sviluppare attività che sono collaterali e le cui competenze richieste sono essenzialmente già parzialmente presenti all’interno dell’Ente. In altri termini si ipotizza di utilizzare risorse e competenze per la crescita ed il rilancio dell’azienda ottimizzando le stesse, riqualificandole e recuperando efficienza ed economicità gestionale. Specificatamente, di seguito si riportano gli ambiti e/o i settori per i quali si prevede di operare. I nuovi settori di business di ACS sono: imbottigliamento acqua; produzione di Energia da Fonti tradizionali/rinnovabili; ampliamento della gestione delle reti idriche, fognarie e depurative; progettazione per Enti; gestione umido FORSU (Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani). Iniziative da realizzare in partnership con la Alto Calore Patrimonio e infrastrutture Spa, società patrimoniale che assumerà la proprietà degli impianti realizzati concessi in gestione alla Servizi.

Nel periodo compreso tra il 1999 e il 2003, le principali utilities e multiutilities italiane hanno guidato un significativo processo di aggregazioni che ha fortemente modificato lo scenario e gli equilibri tra gli attori coinvolti nella gestione del servizio idrico. Tramite tali operazioni le più importanti società del settore garantiscono oggi il servizio a circa la metà delle famiglie italiane, percentuale che è destinata a salire in quanto il processo di concentrazione è ancora in corso e si sta allargando alle realtà territoriali meno importanti ma ugualmente appetibili. In tale contesto, le multinazionali straniere non hanno trovato molto spazio: i loro iniziali tentativi di incrementare la presenza in Italia sono parzialmente falliti, probabilmente anche per una presa di coscienza della difficile situazione infrastrutturale e per gli elevati investimenti a farsi per ridare effi-

cienza e funzionalità a molti schemi idrici. Il processo di concentrazione finora avvenuto si è sviluppato secondo due linee guida: convergenza verso il modello di società per azioni con conseguente riduzione delle gestioni in economia. I modelli societari più diffusi sono quelli incentrati sulla prevalenza del capitale pubblico, ma con una gestione affidata alla componente

privatistica della quale si riconosce sia il know how manageriale che le capacità di approvvigionamento dei capitali. Alcune delle società che hanno avviato tale processo hanno, altresì, acquisito una quotazione borsistica (Acea, Amga, Acegas, Hera). L’altra strada è quella dell’ incremento degli accordi di aggregazione tra società.

Per consolidare e rafforzare i rapporti tra l’Amministrazione societaria ed i Soci e favorire il loro coinvolgimento nello sviluppo di piani e programmi, la Presidenza di ACS ha inviato, nel dicembre 2007, una comunicazione ai Sindaci-Soci con l’invito a compilare un questionario per “avviare un percorso di rilevazione delle prime indicazioni utili alla definizione del Piano Pluriennale Societario” onde “consolidare una interlocuzione con i soci prima di sottoporre loro una qualsiasi iniziativa strategica la cui responsabilità resta in capo agli organi amministrativi”. Il questionario è stato trasmesso ai 128 Comuni soci di ACS. Il questionario era attinente a questioni sia relative all’attuale gestione di ACS (punti di forza e di debolezza dell’Azienda) che allo

sviluppo di settori innovativi (energia, gas, etc.) o semplicemente mirava ad instaurare un rapporto più proficuo e fattivo con i Comuni medesimi (strumenti di comunicazione, etc.). Le indicazioni fornite dai Comuni sono risultate utili non solo per monitorare la qualità dei servizi offerti ma anche per definire alcune linee guide del presente Piano. Dette segnalazioni, infatti, in uno all’analisi dei risultati economici e alle caratteristiche della gestione hanno consentito di individuare le opportunità future e, quindi, i nuovi settori di business. All’uopo, è stata eseguita un’Analisi Swot ('Strenghts, Weaknesses, Opportunities, Threats') che è uno strumento di analisi largamente riconosciuto per la definizione del posizionamento competitivo di

un’azienda sul mercato rispetto ai suoi concorrenti ma anche di pubbliche amministrazioni per l’analisi di fattibilità di nuovi progetti. Essa, attraverso la valutazione dei punti di forza e di debolezza, opportunità e vincoli, è utilizzata per analizzare l'impatto dei principali fattori interni ed esterni, ed orientare le scelte strategiche che meglio enfatizzino i punti di forza interni, colgano le opportunità esterne, reagiscano prontamente alle minacce e gestiscano con consapevolezza i punti di debolezza interna, riducendone l’impatto negativo.

Ampliamento n° utenze ed analisi di laboratorio per c/terzi

Proge azione per en

ACS MULTIUTILITY

Ges one umido FORSU (Frazione organica dei rifiu solidi urbani)

Imbo gliamento acqua

Produzione di energia da fon tradizionali / rinnovabili

Il protagonismo di chi amministra

Un questionario ai primi cittadini per costruire il piano pluriennale

La presente pubblicazione è stata interamente finanziata dagli sponsor La versione integrale della proposta del Piano Pluriennale Societario 2009-2011 è consultabile sul sito web www.altocalore.it.

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I soci: 128 attori, non comparse

Impegno corale per ridurre le perdite di rete e gli sprechi I SINDACI E I COMUNI

Aiello del Sabato Antonio F. Caputo Altavilla Irpina Alberico Villani Ariano Domenico Gambacorta Atripalda Aldo Laurenzano Amministraz. Prov.le Avellino Dott. Vincenzo Madonna (commissario prefettizio) Avellino Giuseppe Galasso Bonito Antonio Zullo Candida Raffaele Petrosino Capriglia Irpina Giuseppe Magliacane Castelbaronia Carmine Famiglietti Castelfranci Eugenio Tecce Castelvetere Walter Pescatore Cervinara Franco Cioffi Cesinali Ciro Aniello Tango Chianche Costanzo Raffaele Chiusano Carlo Petruzziello Contrada Antonio Iannaccone Domicella Michele Casciello Flumeri Antonio Giacobbe Fontanarosa Giuseppe De Lisa Forino Pasquale Nunziata Frigento Luigi Famiglietti Gesualdo Carmine Petruzzo Greci Bartolomeo N. Zoccano Grottaminarda Giovanni Ianniciello Grottolella Fiore Paolo Nittolo Lapio Ubaldo Reppucci Lauro Vito Bossone Lioni Rodolfo Salzarulo Luogosano Giovanni Ferrante Manocalzati Pasquale Tirone Marzano di Nola Trifone Greco Melito Gerardo Sorrentino Mercogliano Tommaso Saccardo Mirabella Vincenzo Sirignano Montaguto Giuseppe Andreano Montecalvo Giancarlo Di Rubbo Montefalcione Vanda Grassi Monteforte Sergio Nappi Montefredane Carmine Troncone Montefusco Errico Bonito Montella Salvatore Vestuto Montemarano Renato Coscia Montemiletto Eugenio Abate Montoro Inferiore Salvatore A.Carratù Montoro Superiore Francesco De Giovanni Moschiano Dott.ssa Ines Giannini (Commissario prefettizio) Mugnano Nicola Bianco Nusco Giuseppe Del Giudice Ospedaletto Luigi Marciano Pago del Vallo di Lauro Giuseppe Corcione Parolise Stanislao De Lauri Paternopoli Duilio Raffaele Barbieri Petruro Irpino Mauro Zarrella Pietradefusi Giulio Belmonte Pietrastornina Amato Rizzo Prata Principato Ultra Gaetano Tenneriello Pratola Serra Antonio Aufiero Quadrelle Lucia Napolitano Quindici Liberato Santaniello Roccabascerana Vincenzo Testa Rocca San Felice Lorenzo Cipriano Rotondi Giuseppe Fiorillo Salza Irpina Nunzia Barile in Cella San Mango sul Calore Leona Festa San Martino Valle Caudina Pasquale Ricci San Michele di Serino Teodoro Renzulli San Nicola Baronia Felice Gesa San Potito Ultra Giuseppe Moricola

San Sossio Baronia Santa Lucia di Serino Sant'Andrea di Conza Sant'Angelo a Scala Sant'Angelo all'Esca Sant'Angelo Dei Lombardi Santa Paolina Santo Stefano del Sole Savignano Irpino Scampitella Sirignano Sorbo Serpico Sturno Summonte Taurano Taurasi Teora Torella dei Lombardi Torre le Nocelle Torrioni Trevico Tufo Vallesaccarda Venticano Villamaina Villanova Volturara Irpina Zungoli Apice Apollosa Arpaise Bonea Buonalbergo Calvi Campolattaro Castelvenere Ceppaloni Durazzano

Faicchio Guardia Sanframondi Montesarchio Paduli Pago Veiano Pannarano Paolisi Pesco sannita Pietrelcina Pontelandolfo Reino San Giorgio del Sannio San Leucio del Sannio San Lorenzo Maggiore San Martino sannita San Nazzaro San Nicola Manfredi Sant'Angelo a Cupolo Santarcangelo Trimonte Santa Croce del Sannio Solopaca

VOCI

Piano economico ACS Multiutility 2008-2011 (valori in Migliaia di euro) 2007

2008

2009

2010

2011

COSTO DELLA PRODUZIONE TOT. COSTO DELLA PRODUZIONE

35.544

37.764

42.423

65.176

75.371

44.892

39.172

42.402

63.904

73.614

RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE

-9.081

-600

421

1.487

1.787

VALORE DELLA PRODUZIONE

TOT. VALORE DELLA PRODUZIONE

EBIT

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Rocco Contardo Sabino Oliva Valentino Bellino Domenico Majello Gerardo Manganese Michele Forte Angelina Spinelli Carmine Ragano Oreste Ciasullo Antonio Consalvo Raffaele Colucci Rocco Tedesco Franco Di Cecilia Pasquale Giuditta Antonio Graziano Antonio Buono Salvatore G. Di Domenico Vincenzo Lasprogata Roberto di Iorio Sebastiano Cennerazzo Giuseppe A. Solimene Fabio Grassi Gerardo M. Pagliarulo Michelangelo Ciarcia Michele Marruzzo Raffaele Ottaviano Giovanni Iorizzo Edmondo Marra Antonio De Luca Raffaele Ciardiello Federico Meoli Filomena Laudato Gennaro Paradiso Fernando D'Aloia Giovanni Molinaro Pasquale Narciso Mario Scetta Claudio Cataudo Dott. F. Boniello (commissario pretettizio) Mario Borrelli Nicola Ciarleglio Antonio Izzo Giovanni De Gennaro Rosario Antonino Enzo Pacca Carmine Montella Antonio Michele Gennaro Fusco Cosimo Testa Antonio Peloso Giorgio Nardone Romeo Furno Angelo Fasulo Michele De Figlio Luigi Pasquale Pepe Angelo Giosuè Parrella Egidio Bosco Aldo Giangregorio Antonio di Maria Pompilio Forgione

Alto Calore Servizi SpA è oggi una società per azioni a totale capitale pubblico in quanto le quote societarie sono completamente possedute da 128 Comuni delle Province di Avellino (sono 97) e di Benevento (sono 31). macroscopici del sistema, che il re- una cascatella del fiume Sele gime delle perdite reali sia molto vicino al dato statistico nazionale che le colloca intorno al 40%. Per la specifica realtà irpina detta percentuale ha riflessi molto negativi non solo per il depauperamento e lo spreco della risorsa (e l’assenza di benefici per la popolazione servita), ma anche per il connesso danno economico poichè gran parte delle dispersioni si realizzano a valle degli impianti di sollevamento e, quindi, incidono in modo significativo sui costi di gestione e, in particolare, sui costi energetici. ACS gestisce numerosi impianti di depurazione alcuni dei quali hanno un bacino di utenza intercomunale. Il numero di utenze fognarie servite supera, invece, le 55.000 unità mentre lo sviluppo complessivo della rete che supera i 650Km. Il sistema fognario e depurativo dei comuni soci è molto frammentato poichè articolato in molteplici impianti di depurazione singoli e in pochi impianti comprensoriali che, come è noto, consentono una migliore gestione, un trattamento depurativo più efficiente e anche sensibili economie di scala. Il capitale sociale della Società Alto Calore Servizi S.p.A., al 31/12/2007, è completamente posseduto da soci pubblici e, in particolare: il 66.62%, da Comuni della Provincia di Avellino; il 22.72%, da Comuni della Provincia di Benevento; il 10.66%, dalla Amministrazione Provinciale di Avellino.

-9.349

-1.408

21

1.272

1.757


Madaro: “Sfida al punto cruciale”

Otto mesi di presidenza: conti in ordine, progetti per il futuro

“La sfida è trasformare un’azienda pubblica in un sistema che prenda spunto dai modelli gestionali delle imprese private, per aumentarne l’efficienza e portare in utile i bilanci, ma conservi la proprietà pubblica anche a tutela di un bene strategico e di tutti come l’acqua”. Donato Madaro. irpino, 42 anni, già manager di imprese multinazionali del settore automotive, da otto mesi guida l’Alto Calore Servizi Spa, società per azioni a capitale interamente pubblico operante nella gestione del ciclo integrato delle acque con 128 enti locali soci, è alle prese con un progetto di rilancio della società per molti versi innovativo. Il settore della gestione delle acque è in fase di evoluzione, sia dal punto di vista normativo che di mercato, mentre molto spesso gli enti pubblici hanno una reazione lenta, o finanche di diffidenza, rispetto ai cambiamenti: come ha affrontato queste due difficoltà? “Si tratta di contemperare le esigenze della salubrità dell’acqua che arriva nelle abitazioni, della relativa scarsità di questo bene, oggi fortemente sentite come una priorità dai cittadini, con i conti economici dell’impresa, la valorizzazione del saper fare aziendale e le nuove sfide imposte dai tempi: la diversificazione degli investimenti e dei campi di attività e le nuove tecnologie da applicare alla gestione della rete idrica (si pensi ai problemi delle perdite, pari al 50% dell’acqua immessa). E i soci di riferimento, come recepiscono questa strategia? “Io ho messo al primo posto l’ascolto e il dialogo. Ho incontrato tutti i sindaci del territorio, forse era la prima volta che accadeva, per affrontare il momento delle decisioni con trasparenza, serietà e responsabilità”. Il management, i dipendenti, hanno visto in un manager un nemico o una novità che potesse valorizzare l’azienda? “Allo scetticismo iniziale, la resistenza al cambiamento magari si è tramutata in curiosità. Ma l’adozione del budget, e lavorare insieme sul piano strategico, ad esempio ha modificato progressivamente anche l’approccio e i comportamenti dei singoli. Abbiamo puntato sulla formazione interna, alla fine sono arrivati docenti universitari di varie discipline che hanno consentito anche un confronto tra esperienze e uomini. In otto mesi si è svolta anche la prima assemblea generale dei dipendenti, organizzata insieme alla rappresentanza sindacale unitaria. Ho l’onere di attuare una forte virata nel management, un cambiamento indispensabile nella cultura d’impresa, in una struttura che non è solo progetti, piani e un marchio, ma è sopratutto una storia lunga settanta anni e persone”. E oggi a che punto è il processo di cambiamento?

“Lascerei parlare i numeri. Il bilancio 2007 ha chiuso con una perdita pari a 9,5 milioni. Ci siamo messi a lavorare duramente per invertire la tendenza sin dagli inizi del mio mandato cominciato alla fine dell’anno scorso. Nel mese di febbraio abbiamo dotato la Società per la prima volta di un budget, affidando obiettivi al management e monitorando costantemente i risultati rispetto agli obiettivi pre-fissati. Al 31 maggio 2008 il risultato economico ante imposte è positivo, e precisamente pari a 250 mila euro, addirittura più confortante rispetto alle previsioni del budget. I conti in ordine sono una condizione indispensabile per l’affidamento definitivo del servizio all’ACS che scade il 31 dicembre 2008, unitamente all’implementazione del controllo analogo”. Qual sono state le contromisure adottate che le hanno consentito questi risultati? “A cominciare da un deciso contenimento dei costi, in particolare una forte contrazione dei compensi esterni, alla riduzione dei costi del personale, alla riduzione delle spese per il noleggio delle vetture; incremento dei ricavi derivante dall’aumento delle letture nonché all’aumento degli impianti di depurazione e fognatura in gestione”. Quali sono ad oggi i lavori in corso che sostanziano il suo mandato? “Abbiamo presentato nei primi mesi del 2008, grazie al nostro ufficio interno, progetti di ristrutturazione e completamento delle reti idriche di diversi comuni soci, per 50 milioni di euro circa, da inserire nel Parco progetti regionale. Sottoscrivendo il primo protocollo d’intesa per la creazione di un Partenariato territoriale con la Provincia di Avellino, il Parco Regionale dei Monti Picentini e quello del Partenio, abbiamo messo le basi per un grande progetto per l’ammodernamento e la ristrutturazione delle reti idriche per contenere le elevate perdite in rete e risparmiare energia. Un progetto di massima da 500 milioni è stato presentato alla Provincia di Avellino perchè lo promuova in Regione. Ma la prospettiva è quella del ciclo integrato, quindi ai 127 comuni a cui distribuiamo l’acqua vorremmo fornire il servizio di depurazione e fognatura, ai 35 comuni che ho trovato all’inizio del mio mandato, ne ho aggiunti una decina in questi mesi”. Da Consorzio idrico a SpA e, forse, a multiutility. Si può fare? “E’ stato approvato a maggio dal Cda un piano pluriennale 2009-2011 che prevede l’avvio di attività che portano alla diversificazione della mission per fare dell’Alto calore una vera multiutility, cioè un’azienda a capitale pubblico impegnata su vari fronti nella gestione dell’energia, dei rifiuti, del servizio idrico integrato”.

nella foto, Donato Madaro

Può fare qualche esempio? “Un impianto industriale per l’imbottigliamento di acque minerali per il quale abbiamo già presentato domanda in Regione e abbiamo individuato l’area dove realizzare l’impianto. Un impianto quasi dovuto al territorio, per la storia che ha l’Alto calore e per l’indubbia qualità delle acque. Ma anche l’integrazione dell’impianto di depurazione comprensoriale per la gestione dei rifiuti solidi urbani unitamente ai reflui liquidi attraverso il sistema della digestione anaerobica e successivo compostaggio (un progetto accolto con entusiasmo dall’assessore regionale all’ambiente Walter Ganapini, che l’ha inserito nel piano regionale dei rifiuti. Infine la produzione e la distribuzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, eolica o cogenerazione a biomassa liquida (in collaborazione con l’università di Perugia)”. E il rapporto con gli altri attori del territorio? Gli amministratori locali, gli altri enti, sono consapevoli della sfida? “Il piano pluriennale è nato dall’ascolto, siamo arrivati a inviare questionari ai singoli sindaci: dalle risposte e dalle esigenze emerse è nato il progetto. Quindi ritengo di aver reso partecipi tutti al mio lavoro e di aver fatto una sintesi delle richieste. Il governo del cambiamento che ha caratterizzato la gestione di ACS, non compete solo al management ed al vertice strategico. Se è indispensabile l’impegno responsabile di tutta la struttura organizzativa, dal primo all’ultimo componente, credo sia anche determinante il supporto collaborativo degli stakeholders. Il rispetto e la fiducia nel mandato tecnico dato agli amministratori consente una condivisione dei risultati da perseguire, ma deve lasciare alla governance aziendale le scelte strategiche ed operative”.

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