qualcosa. La borsa era sempre stata al suo fianco quando lo avevano raccolto sul sentiero che porta al castello, quindi, gli appartiene. Rimaneva sempre, comunque, la domanda - che sarà successo? - Si ricordò che in quella specie di libretto, accanto all’immagine che gli rassomiglia c’erano scritte tante altre parole. Riprese, reprimendo la forte emozione che ormai si era impossessata di lui, il libricino, e a fatica lesse, scandendo le parole ad alta voce in modo da sembrargli la cosa più reale: carta d’identità. Rimase pensieroso, che vorrà dire? Identità, che identifica una persona, pensò. Poi lesse il resto: LORENZO BELVISO NATO A GABIANO, dove sarà? e continuò, impossibilitato a fermare il tremore della mano: 14 OTTOBRE 1980. - Dio mio! ma questo è tutto uno scherzo; ma ora, in che anno saremo? - desiderò ancora che ci fosse con lui Umberto, erano emozioni troppo forti da affrontare da solo. - Gabiano? - ripeté tra sé - dove sarà Gabiano? Quante domante gli rimbalzavano nella mente aumentando il suo stato confusionale. Si sentì stanchissimo, le gambe cedevano, era spossato. Per ora bastava. Rimise tutto nella borsa nera, nascondendola in mezzo ai vestiti nell’armadio. Per oggi ne aveva abbastanza e doveva essere tardissimo. Si gettò a peso morto sul grande letto a baldacchino e gli venne in mente la Francesca che avrebbero scortato e l’intenzione di Pietro di portarsela a letto prima che si sposasse. Lorenzo! aiutami… ti prego!.. salva il mio amore..! - l’invocazione d’aiuto gli esplose nel cervello ma gli mancarono le forze per continuare a pensare a qualcosa, chiuse gli occhi e piombò in un sonno profondo: le forti emozioni lo avevano sfinito.
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Nel vortice del tempo la storia dello jus primae noctis che portò all'incendio del castello dei Miroglio nel racconto di Renzo Badiale da Ca...
Published on Jul 9, 2018
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