Gtk 6, Rivista di Psicoterapia

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Riceve negli anni successivi per i suoi meriti in guerra due medaglie all’onore ma a tal proposito rimane sempre reticente né se ne vanta con alcuno. Non usa mai il suo nome di battesimo, preferendo presentarsi come Buck. Partecipa, fin dagli esordi, agli appuntamenti settimanali a casa dei coniugi Perls, forse in quanto psichiatra o collaboratore al Bellevue Hospital31: tutti lo citano nelle loro memorie ma in nessuna intervista o pubblicazione ho trovato aneddoti che lo riguardassero, come se la sua presenza appartenesse allo sfondo dentro cui gli altri potevano liberamente diventare figura. Un uomo, dunque, che visse molte vite e differenti identità, di cui perfino il figlio è tuttora all’oscuro32, come se, di quest’uomo, fosse rimasto solo il profilo, mentre sono difficili da scorgere i dettagli della figura.

Ralph Hefferline: un gestaltista per caso Nasce nell’Indiana nel 1910 e lì muore nel 1974. Si sposta a New York nel 1929 e si iscrive a psicologia nel 1930 ma deve interrompere gli studi universitari per riuscire a mantenersi. Lo fa in diversi modi: dalla scrittura di storie gialle per i tabloid americani alle pubblicità. Riesce a laurearsi più tardi e nel 1943 diventa Professore di psicologia alla Columbia University. Nel 1946 entra in terapia con Fritz Perls e si avvicina, nel 1948, al gruppo dei sette, senza mai diventare effettivamente membro dell’Istituto.

31 Alcuni dei partecipanti agli incontri dai Perls erano psichiatri del Bellevue Hospital e di questi Shapiro ricorda che: «ero convinto che nessun altro di noi fosse considerato con molto rispetto in ambito professionale. A prescindere dal posto che occupavamo, eravamo visti con tutta probabilità come cani sciolti», in J. Wysong (1991), Una storia orale della Gestalt Terapia, cit., 33. 32 Nel corso della mia ricerca bibliografica mi sono imbattuta infatti in una richiesta di informazioni del figlio, nel web, a compagni di guerra del padre. Riporto un suo aneddoto sul padre, che mostra, a mio avviso, un iniziale interesse di Buck Eastman per la psicologia della Gestalt, frutto della sua esperienza di guerra: «For example he mentioned the optical illusion that flack always looked like it would hit you as it came up, only to disperse around you as it got closer».

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Un uomo, dunque, che visse molte vite e differenti identità


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