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È stato approvato in via definitiva dal Consiglio dei ministri, su proposta del ministero della Giustizia, il decreto legislativo che attua la delega conferita al Governo

Al via l’atto notarile informatico Laurini: «La realizzazione dell’atto notarile informatico risponde alle esigenze del Paese: garantire la sicurezza, l’autenticità e la conservazione degli atti pubblici» categoria (14 milioni di euro in dieci anni), questa norma pone il Notariato italiano all’avanguardia nell’utilizzo degli strumenti informatici per l’esercizio della pubblica funzione e per la dematerializzazione totale degli atti pubblici. Il Consiglio Nazionale del Notariato, inoltre, metterà al servizio del Paese –a proprie spese- l’archivio digitale”. Saranno immediatamente applicabili, dopo la pubblicazione in G.U. del decreto, le norme relative al rilascio delle copie (art. 68-ter); all’attestazione di conformità di copie e di documenti formati su qualsiasi supporto (art. 73); alla rettifica di errori mediante certificazione dello stesso notaio (art. 59- bis). Le altre disposizioni (relative all’atto pubblico e la sua conservazione) acquisteranno efficacia in tempi successivi con decreti ai quali è affidata la determinazione di regole tecniche.

di Andrea Morrone

È stato approvato in via definitiva dal Consiglio dei ministri, su proposta del ministero della Giustizia, il decreto legislativo relativo all’atto pubblico informatico che attua la delega conferita al Governo dalla legge n. 69 del 2009 in materia di atti pubblici in formato elettronico, coerentemente con quanto disciplinato dal Codice dell’amministrazione digitale. Sarà quindi possibile stipulare l’atto notarile in formato elettronico e sottoscriverlo con firma digitale, sempre alla presenza del notaio e con tutti i controlli preventivi di legalità che caratterizzano l’atto cartaceo, per l’acquisto della casa, il mutuo e la costituzione delle società. Il Notariato garantirà la formazione e la

Grazie a questa norma sarà possibile stipulare un atto pubblico anche in due città diverse con lo stesso livello di sicurezza e garanzia. Contando sull’autenticità e la conservazione degli atti pubblici anche su supporto informatico

conservazione degli atti per un tempo illimitato con tecnologie sicure che ne assicurano la fruizione in totale sicurezza. Lo stesso vale per le scritture private autenticate. In particolare, la norma prevede che la scelta di stipulare l’atto pubblico su carta o in formato elettronico sia rimessa alle parti. A tale scopo il cittadino non dovrà essere necessariamente munito di firma digitale, ma basterà la firma elettronica non qualificata (equivalente alla scansione della firma autografa). L’atto notarile informatico sarà poi conservato dal notaio utilizzando un’apposita struttura informatica centralizzata gestita dal Consiglio Nazionale del Notariato, i cui costi sono interamen-

Secondo Sganga la misura penalizza le regioni del Sud

te a carico del Notariato. Dopo la cessazione dell’attività del notaio i suoi atti informatici saranno depositati presso gli archivi notarili gestiti dal Ministero della Giustizia. Grazie a questa norma, inoltre, sarà possibile stipulare un atto pubblico anche in due città diverse con lo stesso livello di sicurezza e garanzia. “La realizzazione dell’atto notarile informatico risponde alle esigenze del Paese: garantire la sicurezza, l’autenticità e la conservazione degli atti pubblici anche su supporto informatico” ha dichiarato Giancarlo Laurini, Presidente del Consiglio Nazionale del Notariato. “Grazie alla collaborazione con il Ministero della Giustizia e agli investimenti tecnologici della

Il Notariato garantirà la formazione e la conservazione degli atti per un tempo illimitato con tecnologie sicure che ne assicurano la fruizione in totale sicurezza. Lo stesso vale per le scritture private autenticate. Le parti decideranno se l’atto sarà su carta o informatico

La risoluzione del Cnue è stata approvata all’unanimità

Commercialisti, no all’aumento Irap L’Europa apre agli atti pubblici I commercialisti non hanno accolto di buon grado la proposta dell’aumento dell’imposta regionale sulle attività produttive. «L’Irap è un’imposta settoriale, perché colpisce solo imprese e lavoratori autonomi. Incrementarla per ripianare il deficit sanitario del Lazio, della Campania, della Calabria e del Molise è una scelta iniqua: a questo sforzo per il risanamento debbono essere chiamati tutti i contribuenti in egual misura, non alcuni più di altri». È quanto afferma Giorgio Sganga, segretario del Consiglio nazionale dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili. «La legge prevede espressamente un automatismo per il quale si aumenti il carico fiscale per le Regioni che “sforano” i conti – prosegue Sganga - e il principio per il quale questo meccanismo ricada anche sui contribuenti che risiedono in quelle regioni e che han-

no scelto con il proprio voto amministratori evidentemente poco accorti, è condivisibile. Quello che però lascia perplessi è che, a questo scopo, oltre che l’Irpef, si sia scelto di aumentare anche L’Irap. Si fatica a comprendere perché a pagare il prezzo del dissesto dei bilanci di queste Regioni debbano essere imprese e lavoratori autonomi in misura maggiore rispetto a tutti gli altri contribuenti». La scelta, a suo giudizio, è ancor più grave se si considera che essa penalizzerà ulteriormente le realtà produttive di alcune Regioni meridionali, proprio in un periodo in cui ancora pesantissimi sono gli effetti della crisi, che si sommano ai ritardi storici del sistema economico di queste zone del Paese. P.M

È stata approvata a fine giugno a Roma dall’assemblea plenaria del Consiglio dei Notariati dell’Unione europea (Cnue) una risoluzione comune in favore della circolazione in Europa degli atti pubblici (autentici). Il documento del Cnue approvato all’unanimità si inserisce nel solco della risoluzione approvata dal Parlamento europeo il 18 dicembre 2008 che promuove l’adozione di una normativa Ue per il riconoscimento reciproco e l’esecuzione degli atti notarili nei settori civili e commerciali, con l’obiettivo di agevolare i cittadini nei rapporti transfrontalieri che riguardano la famiglia, il patrimonio e le imprese nell’Unione europea. Con questa risoluzione, quindi, i 21 Notariati dei Paesi membri dell’Unione europea intendono promuovere regole certe e comuni per consentire a tutti gli atti notarili, all’interno dello spazio giuridico europeo, di esplicare la stessa forza probatoria ed

Il Parlamento europeo

esecutiva che ad essi viene riconosciuta nel Paese di origine. Per realizzare una circolazione in Europa degli atti pubblici semplice e sicura, i Notariati lavoreranno con le istituzioni comunitarie e le rispettive autorità nazionali per semplificare le formalità oggi esistenti, senza sacrificare il valore e l’efficacia degli atti notarili riconosciuti nei rispettivi sistemi giuridici.

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C.G


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