Soonja Han, Enchanted Destiny

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BIOGRAFIA

Soonja Han nasce a Seoul, Sud Corea, nel 1952 da genitori colti che incoraggiano le sue attitudini creative e dal suo giovanile interesse per la musica, la danza e le arti visive, alla fine decide di studiare pittura alla Hongik University dal 1972 al 1978. In questo periodo il mondo dell’arte sudcoreano, nelle scuole d’arte e nelle istituzioni, è dominato da un modello di stretto accademismo e Han trova questa situazione intollerabile in quanto limita la libertà di espressione dei giovani artisti. Han lascia la Corea del Sud per Parigi nel 1983 e riscopre se stessa in una città piena di energia, con un ambiente artistico dinamico e aperto. Decide di restare e continuare i suoi studi all’Ecole Nationale Supérieure des Arts-Décoratifs. In seguito viaggia in tutta Europa, per assorbire la sorprendente varietà di colori, sapori e trame degli altri aspetti delle culture locali. Questi viaggi l’aiutano a formare la sua concezione di composizione formale e dotarla di un vocabolario cromatico più ricco. Han tiene la sua prima personale alla Jean-Claude Richard Gallery a Parigi nel 1988. I dipinti che presenta mostrano superfici spesse con toni smorzati che rievocano i dipinti astratti dell’Art Informel, in netto contrasto con la pittura figurativa allora in voga a Parigi. La mostra è un successo e l’anno successivo tiene una seconda personale alla Jean-Claude Richard. All’inizio degli anni ‘90 Han passa dai suoi dipinti dallo spesso impasto di colore astratto alla sperimentazione di composizioni risparmiate con sottili applicazioni di colore e superfici più levigate. Questi dipinti e disegni minimalisti attraggono l’attenzione di una serie di nuove gallerie europee, quali Leila Mordoch Gallery a Parigi (1990 e 1992), Czecho a Praga (1991), Municipal Gallery in Ungheria (1994) e Mathieu Gallery a Lione (1992, 1995, 1998, 2000). In questo fase Han è sempre più affascinata dal lavoro di Brancusi, attratta dalla sua essenza spirituale e semplicità formale. La bellezza delle sue forme eleganti la motiva a creare un linguaggio visivo simbolico più potente e a esplorare lo spazio oltre la tela. Anche la sua personale amicizia con gli artisti Aurélie Nemours e François Morellet ha una profonda influenza su di lei. Tra i momenti passati insieme, Han ricorda in particolare una conversazione con Nemours che l’ha l’ha particolarmente impressionata. Nemours diceva: “l’arte orientale contiene tutto ciò che è necessario per dipingere, tutto ciò che io non ho avuto1.” Questo porta Han a riflettere sulla propria formazione come artista asiatica, e a un rinnovato credito dato alla forma circolare come una ricca fonte spirituale. All’alba del nuovo secolo Han partecipa alla scena artistica mondiale con una propria e sicura posizione concettuale e tiene regolarmente esposizioni in Europa, Stati Uniti, Giappone e Corea. La mostra Cerchi alla Galleria Vismara a Milano nel 2002, presenta ora le sue emblematiche forme circolari in tonalità luminose e vivide e segna un significativo punto di svolta nella sua carriera. Questi dipinti dai toni positivi ed energici riscuoto grande attenzione e successo e la Galleria Vismara le organizza nel 2004 e 2006 altre due nuove mostre a Milano. Quella del 2004 viene poi presentata alla Hundai Gallery (Corea del Sud), alla Tokyo Gallery a Tokyo (Giappone), alla galleria Hoffmann, Friedberg (Gerrmania). Le esposizioni alla galleria Vismara aprono la strada anche a un’importante mostra a Palazzo Crispi a Napoli nel 2007. Durante questo periodo Han continua a sviluppare nei suoi dipinti maggior movimento, dinamismo, vitalità e cromaticità. Anche i Musei cominciano a prendere atto del suo lavoro e le offrono la possibilità di presentare opere di maggiori dimensioni e di esplorare più a fondo le relazioni tra dipinti e spazio. Al Total Museum of Contemporary Art, a Seoul nel 2004, Han progetta animazioni 1. Intervista a Soonja Han di Pierre Tillet, 4 agosto, 2007, catalogo della mostra al Musée d’Art Moderne Saint-Étienne Métropole, p. 46

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