Attilio Simonetti (1843 - 1925). Pittore alla moda e antiquario a Roma

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SIMONETTI ARTISTA ANTIQUARIO TRA OTTOCENTO E NOVECENTO

Fig. 48 - Mariano Fortuny, Paesaggio del Marocco, ripr. in Collezioni Simonetti 1932, tav. 2 n. 517

vità, di seguire con lenticolare dettaglio le ragioni delle sue scelte collezionistiche e commerciali, o di ritrovare la destinazione della vasta messe di opere passate per le sue mani, verificando l’esattezza delle sue attribuzioni, e comprendendo quindi in che termini la sua attività abbia giocato un ruolo importante nel costituirsi di vaste collezioni85. A partire dal secondo decennio del nuovo secolo le notizie su Simonetti, ormai anziano, e sulla sua Galleria, si fanno poi ancora più scarse. Nel 1911 l'artista-antiquario figurerà come uno dei più attivi sostenitori delle mostre retrospettive per il cinquantenario dell’Unità d’Italia, a cui contribuirà prestando numerosi oggetti, come la rinomata raccolta di calzature e guanti, presentata nella cornice di Castel Sant’Angelo86. Presumibilmente, anche Simonetti dovette risentire della generale crisi del mercato antiquario italiano dei primi decenni del secolo87: le nuove leggi per la tutela delle opere d’arte (1902 e 1909) e la serie di decreti del 1923 sulla conser-

vazione del patrimonio storico artistico, molto penalizzanti per il commercio, il gran numero degli antiquari implicati in processi per truffa, accusati di reperire illecitamente i beni artistici e di commerciarli eludendo le normative, la depressione legata alla Grande Guerra e la crisi del mercato americano che avrebbe portato al crollo di Wall Street, costrinsero molte storiche gallerie di vendita a chiudere i battenti. Sorte toccata ai figli di Simonetti, Ugo ed Emma: dopo la sua morte, nel 14 febbraio 1925, l’attività venne continuata ancora per alcuni anni nella stessa sede di palazzo Odescalchi, per interrompersi probabilmente subito dopo l’importante asta organizzata nel 193288. Il ricco catalogo (870 lotti), curato dall’amico Ludwig Pollak, è rivelatore degli indirizzi commerciali seguiti da Simonetti e figli nel Novecento. Rispetto alla vendita del 1883, sono scomparse le collezioni di scarpe e guanti, ancora vanto della galleria agli inizi del nuovo secolo. In numero decisamente minore compaiono oggetti ispano-arabi, maioliche, tappeti, og-

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