Guida al teatro contemporaneo(revisione luglio 2014)

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Secondo te, come e in che misura si inserisce, in ciò che dici, una presenza attiva del critico nel settore editoriale? E inoltre: non ti pare che in un momento di grande vitalismo della politica teatrale degli enti locali, uno dei tanti sforzi da fare sia quello di diffondere al massimo, di ‘'radicar e", la cultura teatrale? Non ti pare cioè che sia una cosa ancora da fare (perche in gran parte mancata dalle esperienze “storiche”: servizio pubblico, decentramento, etc.) il tentativo di “specializzare” lo spettatore? Senz’altro. In un’intervista che feci a Ronconi al termine del primo anno di attività dei Laboratorio, lui parla di Prato come di un tentativo di sensibilizzare un numero ristretto di spettatori; di insegnare a questi spettatori a essere spettatori. Però, guarda caso, è stato un tentativo pubblico che è durato il tempo che è durato, in mezzo a un mucchio di ostacoli e di difficoltà. Penso che la domanda di teatro della gente è andata molto crescendo— anche in modo imprevedibile — in questi ultimi anni; e questo anche indipendentemente dannazione degli enti pubblici. Molte iniziative di enti pubblici (organizzazioni di rassegne, seminari, ricerche di sensibilizzazione culturale, etc.) hanno avuto una grossa risposta. Probabilmente non si è però fatto abbastanza; la situazione italiana è quello che è: per esempio, tutto si ferma quando ci sono le elezioni in vista. Ci sono troppi condizionamenti dati dal momento di crisi economica, per cui in certi comuni è stato messo un freno alla cultura; niente fondi: tutti i fondi vanno da un'altra parte. La cultura è considerata una sovrastruttura da utilizzare soltanto per motivi di comodo o magari anche clientelari. L’attività culturale non è mai stata strumentata in modo sistematico; però correlativamente si è assistito a un successo sempre maggiore delle attività editoriali. Io ho fatto un libro sulle avanguardie che neanche l’editore ci credeva e che costava moltissimo per l’epoca: in tre mesi è stata esaurita la prima edizione. Di colpo gli editori si sono resi conto che il teatro “andava” e si sono messi quindi a cercare di pubblicare cose teatrali. Il fenomeno e ancora in ascesa; anche perché si sono

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