Una storia parziale degli ARTIST-RUN SPACES dal 1858 insino a' tempi nostri

Page 69

comunemente si pensi. Oltre alla lista legata ai graffiti, la FUN presentò artisti maggiormente rivolti verso la Pop come Kiely Jenkins, Arch Connely, e Nicola Moufarrege, definendo in questo modo la graffiti art come una fusione naturale fra arte alta e cultura popolare. Nonostante la quasi totale mancanza d’attenzione da parte di musei, critici, e curatori, il momento di ribalta dei graffiti fu frenetico. In parte a causa del numero crescente d’ascoltatori di hip hop, i graffiti divennero la controparte visiva per una cultura musicale di massa che presto riscosse un incredibile successo. Nel 1985, quasi due anni dopo che la FUN aveva chiuso i battenti, si erano già tenute personali di Quinones da Barbara Gladstone, di Brathwaite da Holly Solomon, di Crash e Daze da Sidney Janis, di Basquiat da Mary Boone, e forse più visibilmente di Haring, Scharf, e Futura 2000 da Tony Shafrazi. Tuttavia, l’East Village aveva subito una grande trasformazione, una trasformazione in cui i graffiti avrebbero giocato un ruolo in ribasso. Galleristi come Rich Colicchio della 51X e Barry Blinderman di Semaphore East avrebbero continuato a esporre Dondi e Pink, fino a metà decennio, e un crescente numero di artisti il cui lavoro propendeva verso il graffito fra cui Fekner, Bobby G, Richard Hambleton, e David Wojna-rowicz, continuarono a trovare una platea crescente e interessata. Tuttavia, è significativo che, alla fine del 1984, quando la curatrice Phyllis Plous, del Museo d’Arte dell’Università della California di Santa Barbara, organizzò la mostra a tema East Village “New York: Re-port on a Phenomenon”, solo un graffitista, Zephyr, fu incluso su un totale di sessantasette artisti. Oltre a 51X, altre tre gallerie di rilievo aprirono i battenti nel 1982 e stabilirono il tono dell’ondata che stava per arrivare. Civilian Warfare, gestita da Dean Savard e Alan Barrows, coltivò esattamente l’atmosfera angosciosa che il nome suggeriva. L’arte che vi era esposta aveva un’aria logora, trasandata e perfino pericolosa, come se fosse stata bruscamente trascinata all’interno della galleria dalla strada e schiaffata direttamente sui muri. In qualche modo, Civilian Warfare fu la galleria che più accuratamente proiettò l’estetica di nervosismo esistenziale che, di fatto, avrebbe identificato l’intero movimento dell’East Village. Le melodrammatiche sculture di vestiti di figure distorte


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.