ARECCO, FRANI, LA ROSA, LEONINI, LOVATI, NOVELLO, SALVALAI, SANNA
Con gli occhi alle stelle Giovani artisti si confrontano col Sacro
Con gli occhi alle stelle Giovani artisti si confrontano col Sacro Presidente S. E. Mons. Ernesto Vecchi
Catalogo a cura della Fondazione Cardinale Giacomo Lercaro Galleria d’arte Moderna “Raccolta Lercaro”
Direttore artistico Andrea Dall’Asta S.I.
Testi in catalogo A Matteo Galbiati Massimo Marchetti Francesca Passerini Michele Tavola Claudio Calari
Fondazione Cardinale Giacomo Lercaro Galleria d’arte Moderna “Raccolta Lercaro”
Visite guidate a cura della Fondazione Cardinale Giacomo Lercaro in collaborazione con il Settore Arte e Catechesi dell’Istituto Veritatis Splendor Si ringrazia in particolare Maria Rapagnetta Servizio di Sorveglianza Associazione AUSER, Bologna
Mostra a cura di Andrea Dall’Asta S.I. Ilaria Bignotti Matteo Galbiati Massimo Marchetti Michele Tavola
Si ringraziano
Segreteria culturale e coordinamento progetti Francesca Passerini
Balsamo
Gabriele Caccia Dominioni Galleria L’Ariete artecontemporanea, Bologna
Francesca Passerini Andrea Repetto Stefano Calcaterra Andrea Repetto
Claudio Calari Controllo conservativo delle opere esposte Mariella Gnani, Bologna
Adriano Guarnieri Mons. Massimo Mingardi Mons. Valentino Bulgarelli Maria Chiara Cardini Giuseppe Campus Giovanni Mascagni Giampietro Peghetti CSG dell’Arcidiocesi di Bologna,
in copertina: Daniela Novello, Convivio tufo siciliano, piombo, ferro 2008 sul retro: Vernice fresca foto di Andrea Repetto
Gestione inaugurazione Alessandra Bonzi
I volontari dell’Arcidiocesi di Bologna Un ringraziamento a Fondazione Cariplo, Milano
Arcidiocesi di Bologna
Mostra promossa in collaborazione con Galleria San Fedele - Milano
Sommario
Con gli occhi alle stelle. Giovani artisti si confrontano con il sacro
6
Andrea Dall’Asta S.I.
Opere in mostra
10
Schede delle opere in mostra
51
Nella mostra Con gli occhi alle stelle. Giovani artisti si confrontano col Sacro, a cura di Andrea Dall’Asta S.I., Ilaria Bignotti, Matteo Galbiati, Massimo Marchetti e Michele Tavola, otto giovani artisti
Con gli occhi alle stelle Giovani artisti si confrontano col Sacro
concepita da Daniele Salvalai come un contenitore vuoto, un altissimo scheletro di metallo sul quale è
provenienti dall’esperienza del Premio San Fedele di Milano (Francesco Arecco, Ettore Frani, Marco La
Genesi è tradotta e interpretata
temi in relazione all’esperienza dell’uomo legata al sacro. La Fondazione Cardinale Giacomo Lercaro-
da Alessandro Sanna in una serie di brillanti acquerelli che illustrano l’inizio della Storia di tutte le storie.
su ciò che è alla base di una ricerca di verità, traducendola con i linguaggi della contemporaneità. Da sempre, infatti, l’uomo ha avuto la percezione che la trascendenza si rivela nell’esperienza sensibile della vita, facendosi presente in luoghi e in spazi precisi, manifestandosi sotto determinate forme e abitando il tempo umano con tempi propri. È l’esperienza costante, presente in tutte le tradizioni, del rendere tangibile e ripetibile la presenza del divino attraverso il rito e le immagini, forme e volti. A partire da questa ricerca di senso rivolta al riconoscimento del trascendente e dell’assoluto nella storia dell’uomo, i giovani artisti presenti in mostra si sono cimentati nell’evocazione di temi che, e disorientamento che segna la nostra epoca, si possa sollevare lo sguardo alla ricerca del Dio della vita. Il simbolo biblico dell’Arca - Arca del Diluvio universale, Arca dell’Alleanza, arca come sepolcro Andrea Dall’Asta S.I. Direttore Raccolta Lercaro
Respiri, dove, attraverso una pittura fatta di silenzi e sospensioni, siamo posti davanti alla fragilità e, insieme, alla preziosità e al profondo mistero contenuto in ogni respiro. nell’opera L’argomento del terzo uomo, presentandosi a noi come una serie di mani sospese all’interno di uno spazio tessuto di relazioni. Quest: un cubo luminoso e un labirinto posto sulla sua sommità suggeriscono l’enigma della vita, la cui ricerca di soluzione conduce alla meravigliosa città celeste dove lo spazio sacro diventa luogo di condivisione e fraternità. Lo spazio sacro allora non sarà più separato ma coinciderà con quello della vita stessa.
l’artista si propone di cogliere quella presenza divina che abita tutte le cose e su cui si fonda il mistero della vita. Alla Fonte di Daniela Novello, dove lo spazio nel quale Dio si rivela è recintato, separato dall’ordinarietà del quotidiano, per concentrarsi attorno a un pozzo, potente simbolo biblico della rinascita dalla morte alla vita.
La torre Babel, simbolo di un’umanità stoltamente audace che crede di poter raggiungere Dio, viene
opere in mostra
Francesco Arecco 1, 2, 3 lignum vitae e abete rosso di risonanza 2009
Francesco Arecco Arca populus alba 2011
Francesco Arecco Sidereus munus ebano, abete rosso di risonanza 2011 (a destra) Nascondimento (Ester) 13 sculture d’ebano, abete rosso di risonanza 2012 (piccole opere a sinistra)
Ettore Frani Ascensione o attrazione celeste (trittico) olio su tavola 2011
Ettore Frani Terra Latte Luce II ; Predella olio su tavola 2012
Ettore Frani Respiri (trittico) olio su tavola 2011
Marco La Rosa In between tavola di legno incisa, tela pittorica dipinta di bianco, neon 2011
Marco La Rosa L’argomento del terzo uomo 25 calchi in resina, inchiostro nero, basamenti in ferro dipinti di bianco 2012
Elisa Leonini Exit carta adesiva, specchio 2011
Elisa Leonini Quest plexiglass, luce, specchio, ferro 2011
Elisa Leonini L’Escalier du Diable video 2012
Sergio Lovati All we ever wanted was everything all we ever got was cold The sky’s gone out 02 stampa ai carboni su carta cotone, montaggio su alluminio 2010
Sergio Lovati All we ever wanted was everything all we ever got was cold In burning light white light 02 stampa ai carboni su carta cotone, montaggio su alluminio 2010-2011
Sergio Lovati All we ever wanted was everything all we ever got was cold I dare you to be real 02 stampa ai carboni su carta cotone, montaggio su alluminio 2010
Daniela Novello Costruzione tufo, piombo 2009
Daniela Novello 1 Cor 12,26 piombo, legno, tufo, semi di magnolia 2009
Daniela Novello Alla fonte tufo e granito nero assoluto 2008
Daniele Salvalai Babel ferro saldato, cera 2011
Daniele Salvalai Osservatorio ferro saldato 2011
Alessandro Sanna Caino e Abele acquerelli su carta 2012
Schede delle opere in mostra
Francesco Arecco
L’opera
Nascondimento (Ester)
dell’artista, una signora agé con un segreto.
è
anche
individui, stanno.
13 sculture d’ebano,
Francesco Arecco, Francesca Passerini
In una di esse è presente un’apertura:
abete rosso di risonanza
un
omaggio
alla
zia
Francesco Arecco
2012
Desiderata ebano, abete rosso di
Il titolo dell’opera è paradossalmente uno
risonanza 2010
riferimento al Libro di Esther, il testo della
Tre legni. Tre casse armoniche, come tre
unico elemento che la differenzia dalle altre. L’equilibrio del tutto è dato dall’attesa di cosa verrà rilevato dalla terza cassa armonica: il suo aprire l’interno, infatti, può svelare un segreto. Cosa nasconderà quella piccola apertura?
Bibbia nel quale Dio sembra nascondere il
«Il lavoro di Francesco Arecco non si limita,
Nel
suo nome e il suo volto celandosi dietro le
come molta arte degli ultimi decenni, a
rappresenta la tana del ragno. In natura,
apparenti casualità che ritmano il racconto
processo
creativo
dell’artista
essa
infatti, alcuni ragni cacciano, altri tessono
e rivelandosi solo a coloro che, sostando in
una tela, altri si nascondono in un cunicolo
ascolto, sanno riconoscerne i segni all’interno
dimostrazione, a favore di una ricerca [...].
e attendono che la curiosità vi spinga un
della storia umana.
Non incornicia ma racchiude, così che quelle
insetto. Nella bellezza della creazione ogni
Così, a partire dal nascondimento della
elemento ha il suo posto e la sua funzione: in questo caso, sfruttando lo spazio del legno, il per usare un termine caro a Donald Judd
piccolo ospite costruisce la sua casa.
insetti che costruiscono strutture difensive,
Luogo di protezione.
di stazionamento o di letargo (ancor prima
Luogo di difesa.
che abitative) con materiali che paiono
traggono il loro particolare, poetico rapporto
Luogo di attesa.
accatastati in maniera casuale, ma che
con lo spazio e con il fruitore [...]»
Luogo di vita e per questo adattato dal ragno
in realtà - ad un’osservazione attenta -
Kevin McManus, Catalogo Premioartivisive San
e trasformato in spazio di senso per la sua
costituiscono sempre architetture analoghe.
Fedele, Milano 2011
esistenza. Sede di intimità e, insieme, cassa
Ciò che appare a uno sguardo veloce è il guscio esterno di chiusura. Solo il sostare permetterà
lo
svelamento
dell’essenza,
la comprensione di ciò che è nascosto. Il dischiudersi di rivelazioni inattese... come il riconoscere in se stessi il tredicesimo misterioso bozzolo.
«Desiderata è la gemmazione di una piccola
armonica che risuona rivelando il mondo
cassa armonica d’ebano che ne fa nascere
esterno.
un’altra. È il segno della volontà, che può far
Così le nostre case, dove lo spazio non è mai
generare anche dal legno più inerte».
neutro ma tracciato di segni e simboli che
Francesco Arecco
parlano dell’interiorità di chi le abita.
Francesco Arecco
Così ciascuno di noi, sensibilissima cassa
1, 2, 3
armonica in grado di far vibrare, tra i tanti
lignum vitae, abete
suoni dell’esistenza, il Suono più alto.
rosso di risonanza 2009
Francesco Arecco, Francesca Passerini
Francesco Arecco
Ed è proprio la sua materialità, nella quale
solo a farci prendere dal silenzio che fanno
Francesco Arecco
È l’elemento determinante e indispensabile
delle loro forme. Qui la bellezza che mostra
Arca
ci imbattiamo improvvisamente, ad invitarci
risuonare. Contenitori che svolgono la loro
alla vita dell’uomo e al ciclo naturale. Frani
Frani è quella occulta e invisibile, quella
populus alba
alla ricerca del senso, non guardando come
funzione dichiarandoci la bellezza e la poesia
pone l’accento proprio sulla sua dimensione
da cercare altrove, dietro il segreto dello
2011
apatici
del contenere»
Casse di vento pioppo, acero, palissandro, abete rosso di risonanza
di sospensione ciclica che la pone tra ascesa
sguardo. Chi osserva si riserva allora un
e discesa, in moto dal cielo alla terra e
tempo
spettatori,
ma
addomesticando
lo spazio, quasi nuotando sotto questo
Kevin McManus, Custodire il senso. L’Arca di
2010
Francesco Arecco, in Luoghi del sacro, catalogo
«Arca, uno dei vocaboli più profondamente suggestivi della nostra lingua, deriva la
distanze, trattandolo come involucro ma
sua etimologia da una radice alla base di
anche come punto di accesso [...]»
della mostra-Galleria San Fedele, Milano 2012
Francesco Arecco
Kevin McManus, Custodire il senso. L’Arca di
Testimonio
Francesco Arecco, in Luoghi del sacro, catalogo
2010 Francesco Arecco un contenitore attivo, che si prende cura del suo contenuto in quanto fonte di senso, di
dell’Alleanza
e
ancora
la
dell’inafferrabile è lo scopo di questa attesa. dell’uomo, nel cammino e nella tensione della
Un’attesa che diventa epifania, nel tempo in
conchiglia
sua esistenza, in equilibrio tra le contingenze
cui quel bianco si manifesta nella sua intima
inerte sentiamo il mare, che in realtà è un
terrene e il mistero dell’incommensurabile.
verità. Un bianco che non è cancellazione
effetto del rombo del nostro cuore sui nostri
Tutto si risolve in un’atmosfera di leggerezza
o privazione, ma rivelazione e scoperta. La
l’orecchio
a
una
[...]
L’Arca
ebano, abete rosso di
cassa armonica inerte - ma pronta, croccante
avesse revocato e sottratto l’incombenza
che osserva noi.
risonanza
- stimola il volo di mente».
concreta
Immersi nella frenesia di questo tempo, noi
2011
viviamo sempre più soli: soli anche quando
costringersi
a
Arecco scegliere
ammicca, un
senza
riferimento
piuttosto che un altro, a tutta la schiera
silenzioso del nostro agire. Se qualcuno ci è una cassa armonica di pregiato ebano
osserva, se sappiamo di essere osservati,
che invita a interagire con essa, svelando a
infatti, siamo portati ad agire per il meglio.
di suggestioni letterarie e mitologiche che questo
termine
evoca.
Quest’arca
è
lo
scrigno dell’Alleanza, o forse è la nave che custodisce le specie salvandole dal diluvio universale. [...]
Arecco ci mostra l’arca
di rifugio minimo, un’operazione istintiva e protettiva di chiusura e delimitazione dello spazio. [...] Un lavoro tutto umano che tratta il suo contenuto come un dono da custodire.
Negli
quest’ottica,
dunque,
l’opera
ha
un
scomparti
Predella
Matteo Galbiati
attrazione celeste (trittico)
Respiri (trittico)
olio su tavola
olio su tavola
2011
2011
Estrapolata da una composizione a polittico molto più elaborata e complessa, quest’opera ripropone la capacità della pittura di Ettore Frani di articolare immagini che giocano con
quest’opera: il bianco quasi assoluto diventa
il valore e il ruolo dei simboli. Il titolo enuncia
lega
la
sua
pittura
alle
intenso
2012
composizioni canoniche di dittici, trittici e
Frani
accento
olio su tavola
su
Ettore
Un
Ettore Frani Terra Latte Luce II,
nostro essere pellegrini e viandanti.
Ettore Frani
Matteo Galbiati
viene
posto
aperture laterali.
ma discreto di Colui che ci è accanto.
polittici che nei secoli hanno caratterizzato
cassa di risonanza per lo sguardo e la
Una mappa celeste.
Reggendo lo spazio grande della parete, dal
la grande tradizione espressiva religiosa.
composizione si spoglia da ogni immagine
lontani e disgiunti tra loro, ma tanto evocativi
«La maggior parte delle opere scultoree di
muro ci osserva.
Partendo da quest’impostazione risolve le
tangibile
muta
di immagini intricate nella loro immediata
Alle nostre spalle, la Croce di Ettore Spalletti
sue immagini secondo una concentrazione
annunciazione. Ogni senso viene indirizzato
semplicità. Sono simboli appunto. Simboli
ci ha già posto davanti a una scelta: tra il
più marcata sul valore simbolico di una
ad una consapevolezza più forte e salda, in
che non devono necessariamente essere
Bene e il Male, tra la Vita - restituita dal
pittura, avvolgente ed intensa pur ridotta ai
cui il desiderio di scoperta porta a vedere
nella sua franca, disarmante materialità: non un oggetto di design [...] ma una sorta
gravità.
Ascensione o
pensieri.
In
della
Francesco Arecco
Il Testimonio ha funzione di indagatore di
silenziosa esibizione del tutto.
timpani. Allo stesso modo, la visività di una Testimonio è un’opera d’arte passiva: è lui
all’Ottocento.
per
della forma. La ricerca dell’indecifrabile e
Sidereus munus
tomba,
comprendere,
d’aria in potenza. E con ciò, molto più
Ettore Frani l’Arca
per
«La cassa di vento è suono e movimento
Accostando
palissandro
della mostra-Galleria San Fedele, Milano 2012
maggiore
svelare il lato misterioso ed oscuro presagio
spazio, ma contenitori di senso che pur nascondendo, proteggendo il loro contenuto, ne
dichiarano
sottilmente
la
presenza,
invitandoci a scrutare, a cercare, o anche
per
presentarsi
come
termini minimi, mezzo unico per accedere al Francesco Arecco, Francesca Passerini
propri. Ancora non ci sono risoluzioni esatte
lato invisibile e nascosto della sua poetica. In
Oltre le consuete immagini estatiche che
cui giungere, l’artista non ci impartisce una
quest’opera l’acqua ha il ruolo di protagonista.
assorbono e disorientano con la bellezza
lezione aulicamente preconfezionata, ma
ci pone davanti ad un mistero. La pittura
la dichiarazione di un’attesa: dell’atto di
Sfruttando le regole dell’anamorfosi, la vi-
Elisa Leonini
everything all we ever got was cold.
diventa nuovamente l’involucro del nostro
nascita di un nuovo percorso, dell’ignoto che
sione dall’alto trasforma la gradinata in un
Quest
Se è ancora valida l’idea che il medium sia il
sentire, lo scrigno dove albergano quei
all’artista già appartiene, attraversandone
esteso pentagramma su cui si disegnano al-
plexiglass, luce,
messaggio, Sergio Lovati porta alle estreme
misteri da conservare e preservare. Da
l’anima-l’opera ad ogni istante.
cune note musicali. Si tratta di un passaggio
specchio e ferro
allargare a nuove interpretazioni. L’opera
Ilaria Bignotti
2011
dal tredicesimo Studio per pianoforte solo scultura
è
la sua opera pare infatti costantemente
è pronta ad accogliere la voce e la volontà
Marco La Rosa
di György Ligeti, intitolato L’escalier du Dia-
La
dell’altro. Solo in questo modo si penetra al
L’argomento del terzo uomo
ble, un brano costruito su febbrili sequenze
della
suo interno e si lascia dis-velare. Frani mette
25 calchi in resina, inchiostro
di note ascendenti che ogni volta ripartono
nell’Apocalisse di Giovanni. La forma cubica
dissolvendosi nelle potenzialità del suono e
l’opera nella condizione di essere un varco,
nero, basamenti in ferro
dal basso. L’osservatore prende coscienza
rimanda infatti all’unità di misura alla base
del silenzio. Un fascino enigmatico pervade e si diffonde
Gerusalemme
un’interpretazione Celeste
descritta
sciogliendosi
nell’incanto
della
pittura,
una soglia che si apre e, dopo essere stata
dipinti di bianco
dell’opera solo a posteriori dando un senso
delle mura della città, la luce che ne promana
contemplata ed aver inter-agito con l’altro,
2012
al proprio percorso.
è la luce di Dio. Nella faccia superiore
dai suoi lavori che richiedono uno sguardo
possiamo
del
lento e contemplativo: inutile avere fretta,
celebre labrinto della cattedrale di Chartres,
o qualsivoglia ansia di cogliere, in pochi
subito si chiude per ritornare allo stato iniziale, alla sua naturale bellezza pura e
Massimo Marchetti
I gesti delle mani leonardesche si materializzano nello spazio scultoreo di Marco La Rosa
Elisa Leonini
irripetibile incontro. Matteo Galbiati
una
riproduzione
e divino, tra ciò che appartiene alla terra e
carta adesiva, specchio
ciò che si eleva nello spirito. Nello spazio del
2011
sacro, luogo protetto dove avviene la rivela-
della città di Dio. Avvicinandoci a questo
racchiuso nel tempo della visone che diventa
simbolo, l’immagine che ne scaturisce non è
esperienza dell’occhio-mente.
altro che il nostro stesso volto.
E ciò accade con l’intensità del sussurro che
zione, dove il linguaggio si fa luce e prende
In between
forma, frammento dopo frammento, nell’at-
tavola di legno incisa, tela
tesa della Verità, il giovane artista percorre
al termine possiamo guardare indietro e
oscurità onnivora, sia che vibri di rischiarate
pittorica dipinta di bianco,
e plasma la gestualità pittorica di Leonardo,
leggere i segni nella loro unità.
possibilità, Sergio Lovati riesce, nel tempo
neon
scegliendo le proprie mani per quelle di Cri-
2011
sto e di Giuda, chiedendoci: l’artista-uomo
In Between è la soglia tra le tecniche creative
mente o si dichiara attraverso l’arte? Ilaria Bignotti
del giovane artista bresciano: il dipingere
Elisa Leonini L’Escalier du Diable
un percorso spirituale dove il raziocinio cede
video
Sia laddove il soggetto si raggrumi in una
del fare e del percepire, a sciogliere il suo
Andrea Dall’Asta S.I.
stesso diviene parte dell’opera: alcuni segni collocati a terra anticipano il suo incontro con uno specchio rotondo, occhio retrospettivo che lo colloca nella giusta prospettiva per leggere i segni e ciò che in quel preciso
Sergio Lovati All we ever wanted was everything all we ever got was cold - I dare you to be real 01 – 02 stampe ai carboni su carta cotone, montaggio su alluminio, 2010
2012
opere
di
Sergio
Lovati,
fotografo
senso di un percorso che nasce dallo spirito
complice la luce, del momentaneo apparire,
Il video documenta un’installazione ambien-
teorizzata
per
e si traduce in forma mutevole e ammaliante
del
dell’artista
tale realizzata dall’artista nello scalone del-
individuare la funzione poetica del linguaggio.
come l’energia delle cose se viste con gli
innanzitutto,
la sede dell’Università Cattolica di Brescia.
Massimo Marchetti
occhi dell’anima: All we ever wanted was
al
(temporaneo) mondo.
In
dichiararsi
Between
è,
Roman
Jackobson
Contemplazione del cielo
Sergio Lovati
percorso etico in visione estetica.
was cold - Burning from the inside 01 – 02 – 03 – 04 stampe ai carboni su carta cotone, montaggio su alluminio 2010 Contemplazione delle stelle
Ilaria Bignotti
Contemplazione di una cascata d’acqua Le
momento sta compiendo.
da
was cold - In burning light white light 01 – 02 – 03 stampe ai carboni su carta cotone, montaggio su alluminio 2010-2011
All we ever wanted was everything all we ever got
Massimo Marchetti
Il senso del percorso che si è compiuto lo si
Marco La Rosa
è traditore o salvatore della sua opera? Si
All we ever wanted was everything all we ever got
percorso simbolico per il raggiungimento
Exit prossimo e successivo sguardo, al nuovo e
vedere
Sergio Lovati
Sergio Lovati All we ever wanted was everything all we ever got was cold - In burning light white light 01 – 02 – 03 stampe ai carboni su carta cotone, montaggio su alluminio 2010-2011 Contemplazione delle nuvole
Sergio Lovati All we ever wanted was everything all we ever got was cold - In burning light white light 04 stampa ai carboni su carta cotone, montaggio su alluminio 2010-2011 Contemplazione delle nuvole
Daniela Novello
è onorato, tutte le membra gioiscono con lui.
24,23-29). Dai Patriarchi era considerato il vivere metropolitano. Non le vediamo più e,
in incipit la
Sugli stendardi di piombo, come piccoli
dopo millenni in cui hanno concesso all’uomo
sua impressione di solidità. Questo ci riporta
tufo, piombo
all’estrema donazione della vita come atto
arazzi posti a croce in simmetria sfalsata
la loro presenza come punto di riferimento,
alla sua inevitabile distruzione e caduta, e
2009
d’amore per l’intera umanità.
sulla parete, sono incisi, cuciti, dei dettagli
con essa, alla rovina di tutte le brame di un
Su un’unica mensa ricoperta da una tovaglia
del corpo di Cristo. Novello si è ispirata in
simbolismo sponsale che trova corrispondenza guida per i suoi viaggi, indicazione per nell’immagine della Chiesa-sposa di cui parla le sue scoperte, simbolo e presenza del
plasmata in piombo Daniela Novello scolpisce
di
Matteo Galbiati
«Costruzione è una struttura architettonica
il simbolo della nuova alleanza tra Dio e
Cimabue. È una costruzione a podio. Sotto
aperta, realizzata con il tufo, una sorta
gli uomini portata a compimento da Gesù.
ogni stendardo è posta in maniera speculare
San Paolo. In quest’ottica il pozzo diviene credo delle sue religioni, gli astri sono stati eclissati alla nostra vista. L’Osservatorio di allora il luogo dell’amore, dell’intimità, della Salvalai diventa una stanza dentro alla quale
di fonte battesimale reso essenziale dalla
Sederci al suo convivio, riconoscere la sua
allo
semplicità della linea costruttiva. Ma su di
presenza ogni volta nel ripetersi rituale dello
esattamente le misure, una vasca colma di
Il pozzo di Giacobbe, in Samaria, è il
esso sono posti degli abitini da bambino di
spezzare il pane e gustarlo come invitati al
zolle di terra. Il colore marrone della terra
luogo appartato nel quale Gesù incontra la
piombo. Sono stati ricavati da cartamodelli
banchetto di festa, ci rende un solo corpo in
è reso lucente da piccole gocce rosse, sono
d’antan: una camicina con il colletto rotondo
comunione al solo Pane di vita.
semi di magnolia. Il riferimento è chiaro. È il
Costruzione
e un paio di calzoncini alla zuava. L’abito
Francesca Passerini
entra nello spazio, va a completarlo, diviene Daniela Novello 1 Cor 12,26 piombo, legno, tufo,semi di magnolia 2009
potrebbe essere un corpo» Angela Madesani, Volti del sacro, catalogo della mostra-Galleria San Fedele, Milano 2009.
Daniela Novello Convivio tufo siciliano, piombo, ferro 2008 Il
pane,
immagine
immediatamente
stendardo
steso,
del
quale
ricalca
Storie di Genesi
in alto, a scivolare verso le immensità del
acquerelli su carta 2012
cortina avvolgente, dalle forme semplici e Samaritana e dove si svolge uno dei dialoghi dai colori mimetici, è l’ambiente silenzioso, protettivo
che
annulla
ogni
Le
dieci
illustrazioni
della
Genesi,
contingente
sangue di Cristo. Vita, morte, passione. Dalla
Gesù entra nel cuore e nella vita di questa presenza contemporanea e ci permette di
stesura dell’acquerello, compongono una
morte, dal sangue germoglia il seme della
donna
narrazione in cui le forme sembrano crearsi
vita. Novello qui ha lavorato per metafore di
radicale che le aprirà un nuovo percorso un gesto di pura felicità per lo sguardo.
chiara leggibilità»
esistenziale, completamente inaspettato.
Angela Madesani, Volti del sacro, catalogo della
Il pozzo diviene quindi, per tutti gli uomini,
mostra-Galleria San Fedele, Milano 2009.
simbolicamente luogo di incontro con la
Corinzi.
Daniela Novello Alla fonte tufo, granito nero assoluto
E infatti il corpo non è formato da un
2008
Questa «grande installazione composita è ispirata alla Prima Lettera di San Paolo ai
determinandone
un
cambiamento ritornare a guardare le stelle, conquistando Matteo Galbiati
Francesca Passerini
su piani paralleli che offrono una visione
ferro saldato, cera
assimilabile
2011
magica. A partire dalla Creazione della
membro solo, ma da molte membra. [...]
ferro saldato
di
Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe
2011
d’onnipotenza della bramosia umana che
designa
più trascendente: Io sono il pane della vita
membra del corpo in modo distinto, come
qualcosa al di sopra di noi, lo spazio nel quale
Io sono il pane: chi viene a me
egli ha voluto. Se poi tutto fosse un membro
Dio si rivela è in genere recintato, separato
l’aprirsi
alla
trascendenza,
a
Io sono il pane
solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte
dall’ordinarietà del quotidiano.
disceso dal cielo (Gv. 6,41). Il pane spezzato,
sono le membra, ma uno solo è il corpo.
Il pozzo nella tradizione biblica è simbolo
realizzato dall’artista con tufo di Sicilia - una
[...] Quindi se un membro soffre, tutte le
dell’acqua viva, segno della presenza di
roccia magmatica, porosa e leggera - diviene
membra soffrono insieme; e se un membro
Dio (Ger. 2,13) e della sua sapienza (Sir.
generate
profondità
La scultura riprende la forma della torre
abitati da Dio. Se l’esperienza del sacro
onde
Babel
Osservatorio
l’odorato? Ora, invece, Dio ha disposto le
come
da un semplice impulso. La trasparenza
Daniele Salvalai
Daniele Salvalai
l’udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe
spontaneamente
liquida del colore, modulata per produrre
Parola viva di Dio.
mensa, riceve da Gesù stesso il simbolismo
non avrà più fame
reciproco diventa attesa dell’Acqua viva.
Alessandro Sanna
raccogliere lo sguardo che viene rimandato
Babele,
palesazione
del
desiderio
imponente costruzione ascendente con la Salvalai parte da questo interrogativo e quale voleva, per avvicinarsi a lui, arrivare presenta una scultura che, in scala ridotta, all’altezza dei cieli. Quella che propone anticipa una realizzazione che vorrebbe Salvalai è l’idea vana e vanagloriosa del farsi su scala ambientale. Oggi le stelle tentativo di rincorsa al cielo: l’artista svuota la forma, riducendola ad uno scheletro che, sono scomparse, soppresse dall’accecante instabilmente poggia solo su pochi elementi annullamento del cielo notturno imposto dal
diverse, a
struttura
quella
di
l’immagine
una
lanterna
ancora astratta, le componenti del Creato si sommano progressivamente senza tuttavia compenetrarsi e confondersi, offrendo quasi un dissezione geologica della ricchezza del mondo dove ogni elemento conserva una voce riconoscibile all’interno del coro. Massimo Marchetti
Escalier du Diable, e
Francesco Arecco
visibile. In bilico sull’orlo della trascendenza,
Nato a Gavi, in provincia di Alessandria,
dove il tempo minuto vive e assapora l’eter-
proponendo l’esperienza stessa in Exit.
nel 1977, predilige il legno per il calore,
no.
Massimo Marchetti
l’elasticità, la fragranza olfattiva e la struttura
Matteo Galbiati
Sergio Lovati
organica e viva di questo materiale. Le sue composizioni, ancora prima che opere d’arte, sono casse armoniche capaci di emettere un suono, ora soave ora aspro. Le creazioni di celano il senso del suo percorso artistico che va scoperto lentamente, penetrando idealmente all’interno delle opere stesse. Michele Tavola
Nato a Milano nel 1972, lavora con la Marco La Rosa Nato a Brescia nel 1978, affronta una ricerca
le potenzialità del medium: la sua opera pare infatti costantemente esperire i limiti del
visione dell’artista con problemi di carattere universale e virati in chiave concettuale: la la violenza dell’azione che scaturisce dalla teorico e progettuale tra rappresentazione e interpretazione, l’alternarsi nell’oggetto
selezione di opere esposte in mostra: sia
artistico della regola e della variazione. Così
che addensi nell’oscurità il soggetto o lo
Ettore Frani
è nelle opere esposte in mostra: sia che
illumini di rischiarate possibilità Sergio Lovati
Nato a Termoli (Campobasso) nel 1978, di-
indaghi il gesto leonardesco, sia che agisca
riesce, nel tempo del fare e del percepire,
pinge seguendo una pratica meditativa e
sulla parete con un varco luminoso, Marco
a sciogliere il suo percorso etico in visione estetica.
visionaria: esplora silenziosamente i territori dell’invisibile e cerca di inseguire la raf-
estetica che diventa dramma etico.
Ilaria Bignotti
Ilaria Bignotti composta del suo gesto, la cura concentra-
Daniela Novello
ta dell’esecuzione - degne di un miniatore
Nata a Milano nel 1978, pratica la scultura
d’altri tempi - assorbono lo sguardo, proiet-
Elisa Leonini
con ineccepibile perizia tecnica, servendosi di
tandolo in una dimensione nuova. Solo allo-
La ricerca di Elisa Leonini, nata a Ferrara
materiali che appartengono a una tradizione
ra passa oltre e perfora la cortina sottile di
nel 1980, si focalizza sulle implicazioni
antica, degna di un artista rinascimentale
luce e materia che diventa impalpabile agli
percettive dell’attraversamento degli spazi
o barocco. Il suo linguaggio espressivo è
occhi. Questa vibrazione sposta immediata-
e, in particolare, su come la vista, vedendo
però straordinariamente attuale e moderno,
mente l’immagine al suo doppio mentale. La
innanzitutto ciò che si crede di sapere,
sempre
alla
ricerca
di
frammenti
di
quotidianità che interpretano la realtà senza riprodurla pedissequamente. Il suo approccio
provare a decifrare i contenuti più segreti e imperscrutabili, cui la sua pittura poetica può tendere. La fragilità rarefatta rimanda a quel
si declina sviluppando uno spazio esclusivo dell’occhio
in
Quest,
raccontando
un
Michele Tavola
Daniele Salvalai
riesce a conservare il proprio stupore di
La scultura di Daniele Salvalai, nato a
fronte alla sostanza della natura.
Iseo (Brescia) nel 1979, si presenta come
Massimo Marchetti
decifrazione di elementi, forme e segni in equilibrio tra due opposti differenti ma corrispondenti: l’uomo e la natura. Salvalai li inscrive nella materia che si compone attraverso strutture derivate dalla Natura (alveari, carapaci, alberi…) ma che ricorrono anche nelle realtà umane, nei suoi sistemi strettamente con l’ambiente circostante e obbligano il visitatore a parteciparle entrando in uno scambio e in un confronto effettivi. Le sculture vengono vissute non solo con lo sguardo come esperienza estetica, ma reale concretizzazione dei fenomeni di cui l’uomo, imprescindibilmente immerso nella natura, rimane sempre l’epicentro davvero Matteo Galbiati Alessandro Sanna Nato a Nogara (VR) nel 1975, illustra le storie
di
Genesi
di colore che quasi costruiscono l’effetto di un diorama continuo. Partendo dalla Creazione della luce nello spazio vuoto, che coincide col confronto dell’artista, ogni volta rinnovato, con il foglio bianco, la trasparenza dell’acquerello si rivela simbolica sia della luce divina che genera il racconto stesso, che dello sguardo indagatore dell’uomo che