Francesco Arecco, Arca e Nascondimento, Reggio nell'Emilia, 2012

Page 1

ARCA e Nascondimento


Installation by

Francesco Arecco

Reggio nell’Emilia Church of SS. Agata and Carlo November 10 - 25, 2012


Curator: Matteo Galbiati

Within the project Trilogia: Padre, Francesco Arecco Figlio, Thomas Lange Spirito, Ettore Frani

ARCA, maple and lutherie spruce, cm. 100X250X120, 2012 Nascondimento, ebony, maple and lutherie spruce, 17 sculptures, , 2012













2012, Matteo Galbiati, Arca e Nascondimento, Reggio nell’Emilia, comunicato stampa Francesco Arecco costruisce sculture in legno o altri materiali, che sono casse armoniche, teche protettrici, luoghi del nascondimento. Sono gusci silenziosi e misteriosi perché, nonostante una stretta vicinanze alle forme naturali di tane e nidi – per questo immediatamente riscontrabili nell’esperienza, nel vissuto o nella memoria di ciascuno – delle quali riprendono materie e sostanze, rimangono pur sempre nobile arte visiva. Nobile perché voluta nella sua forza più pura e rappresentativa e rappresentante. Arecco nelle sue sculture sceglie di evitare il compromesso con l’immediatezza e vuole indirizzare lo spettatore sulla strada della scoperta e dell’indagine. Le sue sculture-installazioni catalizzano l'attenzione e la riflessione di ogni osservatore, perché Arecco intende l'arte proprio come una suggestione e una sensazione da vivere, percepire ed indagare in ogni momento e luogo. Nella fase più recente della sua produzione – in questa mostra ci presenta due opere site-specific – Francesco Arecco si sta dedicando alla costruzione di quelli che lui chiama e definisce come Arche e Nascondimenti. L'Arca è un nido, un bozzolo, una soluzione di passaggio da un tempo difficile ad uno migliore. L'Arca offre la possibilità di prendere coscienza delle potenzialità di ciascuno, del fatto che solo la gente può salvare altra gente. Arca: di Alleanza, di Noé o Arca come sepolcro, che custodisce e preserva il corpo per la redenzione, poco importa ad Arecco. La soluzione resta aperta e sempre valida nel suo concetto fondante di teca salvifica. Nascondimento apre il consueto quesito su cosa servano, a cosa e a chi necessitino le opere d’arte? Da questi interrogativi si avvia il rapporto di disvelamento del senso che si pone come base del rapporto tra l’opera e il suo interlocutore. Arecco – forte anche di una raffinata perizia di ebanista e liutaio – lascia funzionare il manufatto artistico. Fa intuire un rapporto plausibile con la musica che infonde allo sguardo la forza di una seducente meraviglia. La meraviglia che cui porta Arecco apre agli occhi su quel Mistero che colpisce nel profondo, che sensibilizza l’animo, che porta ad altro livello il nostro grado di emozione. Stupore, incanto, interrogazione sono gli strumenti da lui prediletti che si infondono come una vibrazione che balena veloce come un lampo, ma che lascia poi sedimentare, nello sguardo e nella sua successiva riflessione, la possibilità d’indagine della conoscenza. La meraviglia avvolge lo spirito come la melodia della musica, come il soave, incorporeo ed effimero, diffondersi e dissolversi in sequenza delle note di una partitura che richiama allo stato originario e, in certa misura, al sentore di quel senso divino di trascendenze che ci conduce ad un misterioso Padre più grande. Misterioso perché resta sempre un segreto. Protetto, custodito. Ma sensibilmente accessibile tanto nell’animo di chi crede in qualcosa quanto nel cuore delle sue opere. L’intervento di Francesco Arecco rientra nel progetto Trilogia che vedrà protagonisti, oltre all’artista gaviese, il tedesco Thomas Lange e il romano Ettore Frani anche loro impegnati ad analizzare il tema sacro e spirituale secondo il loro specifico linguaggio. Trilogia – in riferimento alla Trinità – offrirà spunti di riflessione e un’interpretazione peculiare del sacro attraverso la forza evocativa del linguaggio artistico contemporaneo di questi tre artisti. Materiali, forme, colori, tecniche e contenuti guideranno lo sguardo dello spettatore alla lettura – suggestiva la cornice della Chiesa dei Santissimi Carlo e Agata di Reggio Emilia – dell’arte contemporanea che dimostra, proprio grazie alla talentuosa sensibilità di Arecco, Lange e Frani, la possibilità di impiegare il proprio linguaggio anche su temi profondi e complessi come quello sacro e spirituale, riacquistando la sua dignità morale e rappresentativa aldilà di ogni facile logica di mercato ed occasione.









Under the patronage of

Thanks to

Partners

S.R.L

In collaboration with

Light design

Aperitif S.T.A. IMPIANTI






Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.