Prospezione subacquea del sifone terminale della Grava di Campolato San Giovanni Rotondo (Foggia) 29 gennaio 2022
Relazione dell’attività (di Francesco Papetti)
Indice Riassunto
pag. 3
Allegati
pag. 15
Storia delle esplorazioni
pag. 3
Profilo immersione
pag. 16
L’idea
pag. 4
Dati immersione
pag. 17
L’organizzazione
pag. 5
Rilievo moderno - pianta
pag. 18
L’esplorazione subacquea del sifone terminale
pag. 7
Rilievo moderno - sezione
pag. 19
Scheda Catastale
pag. 20
Dentro il sifone
pag. 9 Bollettino GSP Grotte n° 15
pag. 22
La risalita dal fondo della grotta
pag. 11
(relazione esplorazione 1961)
Sintesi
pag. 13
Nota tecnica
pag. 13
La Grava di Campolato nel Gargano (Rassegna Speleologica Italiana, 1966)
Documentazione video dell’esplorazione
pag. 14
pag. 28
(descrizione e note morfologiche, con RILIEVO GSP)
Titolo: Prospezione subacquea del sifone terminale della Grava di Campolato Autore: Francesco Papetti Oggetto: speleologia & subacquea
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Riassunto La Grava di Campolato (PU 276, prov. Foggia) è la grotta più profonda di Puglia percorribile in fase aerea (escluse quindi le prosecuzioni subacquee1). Termina con un sifone riempito di fango che comincia a sua volta alla base di enormi accumuli di fango, e per questo motivo il suo superamento subacqueo non era mai stato tentato. Dalle folli fantasie partorite nelle calde notti dei campi speleo estivi è nata l’idea della presente esplorazione.
Storia delle esplorazioni La Grava di Campolato è stata esplorata per la prima volta dal Gruppo Speleologico Piemontese nel corso di una articolata spedizione “natalizia” 1960-1961 nel Gargano2. Tre gruppi di speleologi in esplorazione nelle Alpi Apuane, alla Grotta delle Tassare (Marche) e nel Gargano si sono poi ricongiunti il 31 dic. 1960 a Monte Sant’Angelo per iniziare l’esplorazione della Grava di Campolato, con la collaborazione del Comando Militare di Foggia. Lo stesso 31 dic. 1960 veniva armato e sceso con scalette il pozzo d’ingresso e, constatatane l’altezza (P96), si decideva di montare l’argano del Gruppo Valentino3 (1° gen. 1961). Le operazioni di esplorazione della grotta terminavano il 5 gen. 1961 con il rilievo della cavità, realizzato con una punta di 29 h e pubblicato nel 1966 insieme ad una dettagliata descrizione della grotta4. La profondità misurata all’epoca è ancora quella registrata presso il Catasto Grotte della Regione Puglia: -303 mt (± 9 mt). Come “assaggio” di quello che succederà poi al Gravattone, i rilevatori in risalita proprio l’ultimo giorno si sono beccati la doccia gelata sul P96 a causa del torrente attivato dalle piogge nel polje!
1
Se si considerano anche le sezioni subacquee, la Grotta più profonda di Puglia è la Grave Rotolo (PU 355, -324 mt), scoperta il 27 set. 2012, che ai suoi -264 mt di sezione aerea aggiunge -60 mt di approfondimento subacqueo raggiunti in più immersioni (28-29 apr. 2013 e poi 30 apr. 2014). 2 Bollettino GSP Grotte n° 15 (cfr. allegato). 3 …che sarà anche stato lentino ma semplificava molto la vita: 4 min. per scendere e 12 min. per salire! Per l’analisi tecnica dell’argano Valentino: Brividi nelle tenebre (Giancarlo Pasini - Pendragon 2020) 4 G. Dematteis-G. Gecchele, La Grava di Campolato nel Gargano Rassegna Speleologica Italiana, anno XVIII, n. 3-4, 1966 (cfr. allegato). Titolo: Prospezione subacquea del sifone terminale della Grava di Campolato Autore: Francesco Papetti Oggetto: speleologia & subacquea
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L’idea Già dall’estate del 2021 durante l’organizzazione dell’esplorazione subacquea dell’Inghiottitoio del Gravattone in Campania, Gianluca Selleri aveva cominciato a valutare la possibilità di esplorazione subacquea anche del sifone terminale della Grava di Campolato. Testimonianze degli speleologi del posto però riferivano di aver osservato, in annate particolarmente siccitose, il sifone completamente senz’acqua e riempito dal fango fino al culmine della volta. La stessa relazione di Dematteis-Gecchele, molto accurata nelle sue note morfologiche e geologiche, riferiva di un sifone “che si perde in un mare di fango”. Una simile eventualità offriva ben poche speranze di prosecuzione perché portava a pensare che l’acqua filtrasse attraverso strettoie impercorribili, lasciando dietro di sé i depositi fangosi. La tesi era suffragata anche da due evidenze: 1. la strettoia per abbassamento della volta (pseudo-sifone o vero e proprio sifone in fase di piena) che dà accesso alla grande sale finale della grotta (50 x 30 mt ed alta più di 10 mt); 2. l’enorme accumulo di fango, alto svariati metri, che occupa l’intera superficie della sala finale. Senza farsi scoraggiare dai rapporti degli speleologi che avevano avuto varie occasioni di arrivare al fondo della grotta, sabato 15 gennaio 2022 Gianluca Selleri, nel corso di una punta solitaria al sifone terminale, ha indossato una muta stagna ed è entrato nella parte allagata della grotta per avere una osservazione diretta del sifone. L’impressione che ne ha riportato è stata tutt’altro che scoraggiante, ha anzi scartato l’idea del “tappo” di fango per propendere per una vera e propria prosecuzione sotto il pelo dell’acqua. Confortato da questa sua ipotesi, ha iniziato l’organizzazione dell’esplorazione subacquea per la quale sono stati coinvolti speleologi di Puglia, Calabria, Abruzzo e Marche. La Grava di Campolato, con un chilometro di sviluppo, è abbastanza impegnativa per il trasporto dei materiali a causa degli scomodi traversi sospesi nel lungo meandro che porta alla Sala Triangolare e per lo stretto e lungo meandro dell’ultimo terzo di grotta. Come se non bastasse, ad la carcassa della vacca in decomposizione inizio gennaio 2022 è caduta una nel laghetto alla base del P96 d’ingresso vacca nel P96 d’ingresso e la carcassa in decomposizione giace nel laghetto alla base del pozzo, continuando ad emanare un nauseante tanfo che si propaga anche nella galleria verso l’interno della grotta, fastidioso soprattutto durante il ritorno dal fondo.
Titolo: Prospezione subacquea del sifone terminale della Grava di Campolato Autore: Francesco Papetti Oggetto: speleologia & subacquea
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L’organizzazione Il giorno concordato per la punta esplorativa è stato sabato 29 gennaio 2022. Nelle giornate precedenti su San Giovanni Rotondo si sono abbattute forti piogge che mettevano in dubbio la riuscita della missione. Venerdì sera 28 gennaio 2022, durante il viaggio di avvicinamento a San Giovanni Rotondo, io e Silvia abbiamo constatato di persona quanto intense fossero le piogge (miste a neve!), con violenti acquazzoni ed auto ferme in colonna in autostrada. Consultato “al volo” Gianluca, il colloquio è stato brevissimo: la grotta non presenta problemi di piena, non si rinvia, si prosegue secondo la pianificazione programmata! Un po’ perplessi per la possibile torbidità dell’acqua del sifone abbiamo continuato il viaggio e a San Giovanni Rotondo ci siamo incontrati con Francesco Ferraro proveniente dalla Calabria e con Michele Pompilio e Antonio Biancofiore, i “padroni di casa” dello Speleo Club Sperone che hanno offerto ospitalità ed il supporto tecnico/logistico. Il mattino prelievo materiali nel magazzino dello Speleo Club Sperone successivo noi già presenti sul posto siamo andati a prelevare nel magazzino dello Speleo Club Sperone i materiali occorrenti ad armare il P96 d’ingresso alla grotta, necessariamente in doppia via per velocizzare i tempi di risalita. Alle ore 10:00 ci siamo poi ritrovati tutti nei pressi dell’ingresso della grotta, provenienti da varie località (i più lontani con sveglia alle 4 di mattina!)5. Squadra speleosubacquea: 1. Gianluca Selleri (Gruppo Grotte Grottaglie) – Team Leader 2. Silvia Clausi Schettini (Gruppo Grotte Grottaglie) 3. Francesco Ferraro (Gruppo Speleologico "Le Grave", Verzino) 4. Mirko Mangini (Gruppo Ricerche Carsiche Putignano) 5. Paolo Scarabaggio (Centro Altamurano Ricerche Speleologiche) 6. Rossella Giannuzzi (Centro Altamurano Ricerche Speleologiche) 7. Luca Marzioni (Gruppo Speleologico Jesi) 8. Veronica Peirone (Gruppo Speleologico Marchigiano) 9. Francesco Papetti (Gruppo Grotte Grottaglie) - subacqueo
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Alla squadra di punta si sono aggiunti altri 5 speleologi del Gruppo Ricerche Carsiche Putignano che hanno approfittato dell’armo per una presa di contatto con la grotta. Titolo: Prospezione subacquea del sifone terminale della Grava di Campolato Autore: Francesco Papetti Oggetto: speleologia & subacquea
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il Capobanda
le buone forchette di Putignano (il giorno dopo…)
quota rosa e cima bianca
la distribuzione dei materiali
il CARS in car
passavo di qui per caso…
Mentre la squadra completava la vestizione, verso le ore 11:15 Francesco e Mirko si sono avviati per iniziare le operazioni d’armo del pozzo d’ingresso ed una volta arrivati tutti sul fondo del P96 ci siamo resi conto che, nonostante gli allagamenti delle pianure della sera precedente e le colline imbiancate dalla neve, le condizioni della grotta si erano mantenute buone: completamente asciutta nei primi due terzi e con un quasi inconsistente scorrimento d’acqua nel meandro finale dell’ultimo terzo di grotta. Le parti profonde della grotta erano state armate in occasione del Raduno Spelaion 2012 e da allora non più “manutenute”. Cogliendo l’occasione della discesa sul fondo di una consistente forza speleo, Gianluca ne ha approfittato per organizzare il riarmo delle parti compromesse e così ai materiali da portare in grotta sono stati aggiunti anche trapano, corde e tutti gli attacchi necessari. Nel corso della progressione Gianluca, Francesco e Mirko hanno quindi provveduto a sistemare gli armi per i quali era necessario perdere poco tempo, ripromettendosi di completare il lavoro in fase di risalita.
Titolo: Prospezione subacquea del sifone terminale della Grava di Campolato Autore: Francesco Papetti Oggetto: speleologia & subacquea
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L’esplorazione subacquea del sifone terminale Non avendo ben chiare le possibilità offerte dal sifone, per l’esplorazione subacquea è stata pianificata una immersione di consistenza media, con una bombola 7 lt backmount ed una 3 lt sidemount “di rispetto”6, e sono stati preparati 6 sacchi, dal peso variabile tra i 6 kg ed i 7 kg (ad eccezione di quello della bombola principale dal peso di 14 kg).
i materiali subacquei da trasportare al sifone
La forte squadra che era stata organizzata ha consentito a me di scendere scarico per prevenire affaticamento e mantenere lucidità per l’immersione 😃. Il trasporto ha avuto qualche piccolo contrattempo (bagni non programmati nelle vasche della grotta) e gli ultimi sacchi sono arrivati sul fondo con un piccolo ritardo per il cedimento della clessidra dell’ancoraggio di un traverso, per fortuna senza conseguenze per lo speleo che lo stava affrontando! Alle ore 14,45 ci siamo tutti ricongiunti al sifone, con le operazioni di vestizione già cominciate con i materiali arrivati. Una volta avuta la certezza che tutti i materiali fossero a disposizione, abbiamo valutato come affrontare il sifone. In effetti nel tratto allagato è presente uno spesso strato di fango alto più di 40 cm nel quale si affonda fino al ginocchio. La galleria sifonante sembra proseguire in maniera orizzontale o comunque debolmente inclinata. Anche la sala terminale ha il pavimento piano, a partire dal punto di accesso, costituito 200 bar x 3 lt = 600 lt d’aria 600 lt : 7 lt = 85 bar di progressione con la bombola principale 6
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da un abbassamento della volta fino a circa mezzo metro di altezza (l’unico punto della grotta dove non si procede in piedi, probabilmente uno pseudo-sifone nei momenti di piena). Gli spessi depositi di fango portavano a supporre che non fosse una situazione adatta ad un assetto subacqueo, quanto piuttosto di essere davanti ad una galleria sub-orizzontale con tratti allagati alternati a sacche d’aria nella quale camminare nel fango. Mi sono convinto (sbagliando!) di questa ipotesi ed ho optato per non utilizzare tutta l’attrezzatura che avevamo portato ma solo un equipaggiamento minimo: no pinne, no GAV, no seconda bombola, no secondo erogatore, in modo da poter camminare/nuotare in ambienti allagati/semi-allagati. La convinzione che fosse soltanto una galleria orizzontale era talmente forte da portarmi a valutare se procedere con la sagola, che avrebbe potuto essere di impiccio in caso di esclusivo avanzamento nel fango. C’è voluta Silvia a ricordarmi del “giuramento” che avevo fatto a me stesso uscendo dal sifone di Collelongo (Abruzzo), nel quale il reel si era inceppato ed avevo proseguito abbandonandolo sul pavimento del cunicolo. Al ritorno avevo dovuto assumere una decisione critica, per fortuna quella giusta… Configurazione adottata: • bombola 7 lt backmount in sacco-speleo (aria) ✓ pressione inizio immersione = 180 bar ✓ pressione fine immersione = 110 bar • cintura zavorra 2,5 kg • maschera ottica • muta umida 5mm con salopette • guanti neoprene 3 mm • calzari neoprene 3 mm • scarponcini forra Bestard • 2 lampade luce diffusa 4.000 lumen sul casco • 1 lampada luce spot 1.000 lumen polso sx • computer Mares Quad • sagola 2,5 mm primi 50 mt, 1,8 mm successivi 100 mt • cesoie • no pinne, no GAV, no seconda bombola, no secondo erogatore
sifone ed equipaggiamento
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Dentro il sifone La grande sala terminale della grotta 50 mt x 30 mt è un enorme accumulo di fango alto svariati metri. Sul margine destro l’acqua ha scavato un passaggio che gli consente di arrivare all’estremità opposta rispetto all’arrivo, dove una curva a 90° dx immette nella galleria allagata. Per arrivarci si cammina su un letto di ghiaia e sassi e dove comincia l’acqua ricomincia anche il consistente strato di fango nel quale si affonda fino al ginocchio.
il passaggio scavato dall’acqua nel fango
fissaggio della sagola su clessidra
Si procede per qualche metro sprofondati nel fango e l’acqua si fa più alta. Dopo una svolta della galleria a sinistra, è opportuno sollevarsi dal fango e cominciare a nuotare orizzontali per non intorbidire l’acqua. A circa 20 mt dall’inizio della galleria comincia il vero e proprio tratto sifonante, dove è necessario procedere sott’acqua. La luce di passaggio fra lo sprofondamento di fango ed il soffitto è sufficiente a consentire la progressione senza problemi anche con bombole subacquee. Sotto il pelo dell’acqua, sulla parete destra rispetto al verso di avanzamento, ho trovato due placchette d’armo7, testimonianza di variazioni di livello del sifone8 (livello di falda?). Sulla seconda ho frazionato la sagola con un nodo bolina doppio (non avevo portato elastici: qualche difficoltà a confezionarlo con i quanti in neoprene) ed ho continuato la progressione subacquea. Il sifone ha immediatamente un altro cambio di direzione a destra e dopo la svolta comincia ad approfondire decisamente, tanto che dopo circa 10 mt di progressione ero già a 7 mt di profondità. Le piogge dei giorni precedenti non avevano avuto ripercussioni sulla torbidità dell’acqua, che aveva mantenuto una buona visibilità finchè non viene compromessa dal sollevamento del fango. Anche se la sezione pavimento/soffitto è sufficientemente ampia da non creare ostacoli alla progressione, bisogna prestare estrema attenzione perché il fondo e le pareti, fino a notevole altezza, sono costituiti dallo stesso/spesso deposito di fango incontrato nella prima sezione del sifone: praticamente si è all’interno di un tubo di fango consapevoli che anche una piccola sbavatura nell’assetto potrebbe avere conseguenze disastrose. Due supporti di motore d’automobile, come si trovano negli armi di molte grotte di Puglia! I già citati Dematteis-Gecchele riferiscono (op.cit.): “All’erosione chimica di acque semi-stagnanti per rigurgito del sifone, pare dovuto anche l’ultimo salone, le cui pareti, a differenza degli altri, non presentano morfologia clastica, mentre è da escludere un’azione erosiva meccanica date le sue grandi dimensioni, in rapporto a quelle ridotte del condotto emissario”. 7 8
Titolo: Prospezione subacquea del sifone terminale della Grava di Campolato Autore: Francesco Papetti Oggetto: speleologia & subacquea
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Durante l’immersione, nonostante non avessi né pinne nè GAV, sono riuscito a mantenere un buon assetto anche se ovviamente avanzavo più lentamente del normale. Procedendo ancora, la galleria ha altri cambi di direzione ma dopo l’ancoraggio della sagola sulla placchetta non ho avuto altre possibilità di frazionamento perché ero concentrato sul mantenimento dell’assetto subacqueo9 e gli ancoraggi non sono stati cercati con molta convinzione. Ero consapevole che non frazionare aggiungeva ulteriore rischio per le sollecitazioni e le abrasioni della sagola nei cambi di direzione. La cosa mi provocava una certa inquietudine (!) anche se come precauzione per i primi 30 mt avevo bobinato nel reel sagola di diametro maggiore (2,5 mm) rispetto a quella utilizzata normalmente (1,8 mm). In equilibrio (instabile) in una situazione ad evoluzione critica in ogni momento, la spinta ad “andare oltre” era più forte dei timori!
l’approfondimento subacqueo inizia dopo la curva a sx, a circa 20 mt dall’inizio della galleria
Proseguendo l’esplorazione, il sifone ha l’aspetto di una condotta freatica con piccoli scallops sulle pareti, indicatori di una bassa velocità dell’acqua. La forma però non è completamente ellittico/circolare ma ha anche un approfondimento vadoso con sezione a “buco di serratura”, segno che nel corso della sua evoluzione ha avuto momenti in cui non è stato completamente pieno d’acqua ma ha avuto periodi di scorrimento a pelo libero. L’approfondimento vadoso è completamente riempito di fango e, per misurarne lo spessore, al momento del ritorno ci ho immerso una mano (anzi, un braccio!). Ho continuato a seguire la discesa della galleria e ad un certo punto l’ambiente si allarga (profondità = 9 mt, distanza di progressione dalla partenza = 50 mt). In quel momento però ho avuto un problema: mi sono ritrovato con la testa “legata” a sinistra, non più libera di muoversi. Ho cercato di capire cosa stesse succedendo, comunque più preoccupato di mantenere l’assetto per non sprofondare nel fango. Cos’era successo? Quando abbiamo deciso di cambiare l’equipaggiamento da utilizzare, in mancanza di uno schienalino sub avevamo messo la bombola da 7 lt, lunga e stretta, in un sacco molto grande con spallacci senza regolazione. Per comprimere il volume d’aria all’interno del sacco gli abbiamo legato attorno un cordino di kevlar ma la base del sacco è rimasta più larga e floscia. Nel tratto iniziale del sifone si Scritta su una relazione sembra essere una normale abilità subacquea, ma solo un sub può capire l’eccezionalità di quanto fatto (Scuola FIPS anni ’70, con addestramento di derivazione militare!). 9
Titolo: Prospezione subacquea del sifone terminale della Grava di Campolato Autore: Francesco Papetti Oggetto: speleologia & subacquea
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sprofonda nel fango e l’allagamento del sacco-speleo per lo svuotamento dell’aria non era avvenuto completamente. In assetto orizzontale, l’aria presente alla base del sacco lo aveva alzato e la bombola aveva avuto uno scorrimento verso la testa, portando la frusta del manometro ad avvilupparsi attorno alla lampada sinistra del casco. Risolta la situazione, il manometro analogico Cressi mi dava una profondità maggiore di 10 mt e la galleria continuava la sua discesa inclinata. Non c’erano quindi possibilità che il sifone risalisse a breve e, con una sola fonte d’aria, ho interrotto la progressione e sono tornato indietro recuperando la sagola sul reel, ovviamente in assenza di visibilità ☹. Ritornato alla placchetta di frazionamento, ho tagliato la sagola e sono uscito seguendo quella posata all’andata. Purtroppo la controllo degli strumenti in uscita dal sifone documentazione video del sifone è parziale. La videocamera montata sul casco ha ripreso soltanto pochi minuti perchè, frazionando la sagola sulla placchetta poco sotto il pelo dell’acqua e quindi molto vicina alla volta della galleria, alcuni colpi in rapida sequenza del pulsante di accensione sul soffitto l’hanno spenta, riaccesa, e poi definitivamente spenta. La videocam ha registrato due file, il primo di 1,5 Gb ed il secondo di 0,1 Gb, con cambio scena repentino documentato dalle immagini messe a disposizione sul canale youtube.com/francescopapetti. Il profilo dell’immersione, registrato con il computer subacqueo Mares Quad e scaricato con il software Subsurface, è pubblicato in allegato.
La risalita dal fondo della grotta Disassemblato l’equipaggiamento utilizzato, abbiamo ricomposto i sacchi-speleo e cominciato a far uscire i materiali per dare tempo alla squadra d’armo (Gianluca, Francesco, Mirko) di continuare il lavoro iniziato durante la discesa. Io e Silvia siamo stati gli ultimi a lasciare il fondo della grotta dopo aver riposto gli ultimi materiali senza inconvenienti: ogni componente della squadra ha ripreso il suo sacco portato durante la discesa. A noi era rimasto solo il sacco di Silvia e, considerata la poca profondità dell’immersione, ci siamo divisi il trasporto. Lasciata la sala terminale e superato lo pseudo-sifone, sul pavimento abbiamo trovato una piccozzetta Salewa, molto concrezionata e con moschettone “fiorito” e “inchiodato”, probabilmente persa e rimasta in fondo alla grotta qualche decina d’anni!
Titolo: Prospezione subacquea del sifone terminale della Grava di Campolato Autore: Francesco Papetti Oggetto: speleologia & subacquea
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la piccozzetta Salewa ritrovata concrezionata dopo decine d’anni in fondo alla grotta
Proseguendo nella risalita, abbiamo trovato anche un armo concrezionato a terra, non per il cedimento della placchetta ma di tutta la armo a terra roccia alla quale era stata applicata! Come pianificato, durante la risalita il resto della squadra aveva il compito di rifare gli armi malmessi, applicando nuove placchette e sostituendo le corde. Le attività hanno sono durate parecchio ed abbiamo raggiunto il gruppo nella sala con il guano di pipistrelli, dove i lavori erano ancora in corso. Francesco è stato il più sensibile all’ambiente perché, oltre ai suoi materiali da risalire, si è accollato anche la parziale bonifica della grotta recuperando spezzoni di corda sfilacciata, matasse di doppino telefonico aggrovigliato, rifiuti vari da portare in discarica! Il P96 su doppia corda lo abbiamo risalito insieme, disarmandolo per poter utilizzare le corde il giorno seguente negli scavi della Grava di Zazzano, l’altro progetto di Gianluca organizzato per il week end! (…non gli basta mai!!). Completato il disarmo alle 23:00, siamo tutti rientrati a San Giovanni Rotondo per la cena conviviale con lo Speleo Club Sperone.
termine operazioni, tutti a cena!
Titolo: Prospezione subacquea del sifone terminale della Grava di Campolato Autore: Francesco Papetti Oggetto: speleologia & subacquea
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Sintesi • la temperatura dell’acqua è di 13°C • la profondità massima è stata di 9 mt, la galleria continua a scendere • la durata dell’immersione dal momento dell’entrata in acqua è stata di 13 min. • nel sifone è stata percorsa una distanza di circa 50 mt, di cui 20 mt con sagola lasciata in posa ed i restanti 30 mt con sagola recuperata Il livello dell’acqua del sifone è soggetto a variazioni e la galleria ha genesi freatica, è possibile che la Grava di Campolato arrivi a livello di falda. La galleria ha anche approfondimento vadoso e sezione a “buco di serratura”, con consistente deposito di fango di almeno 40 cm sul pavimento. Dal grafico del profilo di immersione si nota come il sifone, dopo le placchette trovate su parete destra, approfondisca decisamente già dai primi metri della progressione. Se continuasse con lo stesso andamento, in circa 100 mt di progressione subacquea potrebbe scendere a -25 mt.
dati principali dell’immersione restituiti dal log del computer subacqueo Mares Quad
Nota Tecnica Esistono alcune piccole difformità nei dati riportati in allegato, prima fra tutte la profondità registrata dal computer subacqueo e dal profondimetro analogico (ovviamente si prenderà a riferimento la prima). Il computer subacqueo Mares Quad comincia a registrare l’immersione quando la profondità diventa maggiore di -1,2 mt per cui una progressione poco sotto il pelo dell’acqua non viene rilevata (p. es. tutto il tempo di andata speso per frazionare la sagola sulla placchetta, quando invece il ritorno a pelo d’acqua è stato registrato). misurazione post-grotta dell’aria residua nella bombola e Anche fra gli stessi dati del computer subacqueo le informazioni estratte variano a seconda dello strumento utilizzato per restituirle. Per esempio il computer registra una durata dell’immersione di 7:40 min., con gli stessi dati il programma Subsurface tabella una durata di 7 min. ma poi grafica un profilo di immersione di 9 min. lancetta di registrazione massima profondità La stessa cosa succede per altri dati (profondità media, temperatura dell’acqua, etc.): si rilevano piccole differenze a seconda degli algoritmi di elaborazione implementati sugli strumenti utilizzati. Titolo: Prospezione subacquea del sifone terminale della Grava di Campolato Autore: Francesco Papetti Oggetto: speleologia & subacquea
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Documentazione video dell’esplorazione https://youtu.be/5k7e_TpQ3xs
Titolo: Prospezione subacquea del sifone terminale della Grava di Campolato Autore: Francesco Papetti Oggetto: speleologia & subacquea
pag. 14 di 21 3 febbraio 2022
ALLEGATI
Titolo: Prospezione subacquea del sifone terminale della Grava di Campolato Autore: Francesco Papetti
Oggetto: speleologia & subacquea
pag. 15 di 21 3 febbraio 2022
Profilo immersione prospezione subacquea 29 gennaio 2022
Titolo: Prospezione subacquea del sifone terminale della Grava di Campolato Autore: Francesco Papetti
Oggetto: speleologia & subacquea
pag. 16 di 21 3 febbraio 2022
Dati immersione prospezione subacquea 29 gennaio 2022
Titolo: Prospezione subacquea del sifone terminale della Grava di Campolato Autore: Francesco Papetti
Oggetto: speleologia & subacquea
pag. 17 di 21 3 febbraio 2022
Rilievo MODERNO della Grava di Campolato (pianta)
Titolo: Prospezione subacquea del sifone terminale della Grava di Campolato Autore: Francesco Papetti
Oggetto: speleologia & subacquea
pag. 18 di 21 3 febbraio 2022
Rilievo MODERNO della Grava di Campolato (sezione)
Titolo: Prospezione subacquea del sifone terminale della Grava di Campolato Autore: Francesco Papetti
Oggetto: speleologia & subacquea
pag. 19 di 21 3 febbraio 2022
Scheda Catastale della Grava di Campolato
Titolo: Prospezione subacquea del sifone terminale della Grava di Campolato Autore: Francesco Papetti
Oggetto: speleologia & subacquea
pag. 20 di 21 3 febbraio 2022
Scheda Catastale della Grava di Campolato (ingresso, quota, sviluppo, profondità)
Titolo: Prospezione subacquea del sifone terminale della Grava di Campolato Autore: Francesco Papetti
Oggetto: speleologia & subacquea
pag. 21 di 21 3 febbraio 2022