Un progetto fotografico nato nelle periferie di Bologna, durante allenamenti a cielo aperto, in strutture architettoniche, cercate, studiate e usate per tracciati di Parkour.
È un lavoro di osservazione su una disciplina che fatica ad essere definita solo sportiva e che, soprattutto, si interseca nel tessuto urbano, che abbatte barriere e crea relazioni sociali. L’occhio fotografico entra discretamente in questo tessuto e cerca di dare il suo punto di vista, per mostrare gli attimi sospesi di un salto o un’arrampicata, lasciando che, allo spettatore, non rimanga altro che quel momento di distacco dal terreno, la sospensione in aria, le braccia tese e la curiosità di sapere cosa accadrà dopo. Il Parkour, più di altri sport di strada, è uno stile di vita, fatto di prove e riprove e fiato sospeso oltre quel momento spettacolare e mozzafiato che viene mostrato.