Fmn rassegna del 17 5 2018

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Ma si accentua l'aumento del differenziale sui tassi tra Italia e Germania. Lo spread ora viaggia oltre quota 142 a 139,5 punti e il rendimento del Btp decennale al 2,04% dall'1,95% della chiusura precedente. "Lo spread non dipende dal Dio mercato, ma da come viene gestito dalla Bce, adesso è basso nonostante il debito sia più alto e questo vuol dire solo una cosa: che il costo del debito pubblico viene gestito dalle politiche monetarie della Bce", ha commentato Alberto Bagnai, economista e senatore della Lega. "Se dopo l'esperienza Monti, insediato con il ricatto dello spread, che ha fatto aumentare il debito di 13 punti di pil, gli italiani sono disposti ad accettare questo ricatto, allora direi che se lo meritano. Ma io non credo che siano disposti", ha spiegato Bagnani. "Uno spread che salisse sarebbe indicazione di un atteggiamento ingiustamente aggressivo della Bce nei nostri confronti". Per uno strategist di Mps Capital Services queste ultime proposte di M5S e Lega "sono politiche, sostanzialmente solo propaganda", ma il mercato è sul chi va là, e ogni notizia viene interpretata come un segnale. "Gli investitori però guardano con preoccupazione anche a tutte le altre proposte, soprattutto quelle sul sistema pensionistico, che potrebbero ridurre la disciplina di bilancio italiana". L'esperto ha anche notato la calma dopo le elezioni "con il rendimento del Btp decennale arrivato anche all'1,7%, mentre i movimenti ribassisti recenti possono considerarsi un ritorno alla normalità". Nessuna sorpresa, invece, dal fronte macro con l'indice dei prezzi al consumo nell'area euro ad aprile, secondo la lettura definitiva, che è salito dell'1,2% anno su anno (+1,3% a marzo), in linea al dato preliminare e al consenso. Su base mensile, sempre ad aprile, l'inflazione è cresciuta dello 0,3%, anche in questo caso come da attese. Mentre l'indice dei prezzi core, che esclude le componenti dell'energia, degli alimenti e dell'alcool, è salito a livello mensile dello 0,2% ed è cresciuto dello 0,7% su base annuale (+1% a marzo), in linea al dato preliminare ma al di sotto del consenso (+1,1% anno su anno). Invece per quanto riguarda l'Italia, secondo i dati definitivi dell'Istat, ad aprile l'indice Nic dei prezzi al consumo ha registrato un +0,1% su mese e un +0,5% su anno. Il dato conferma la stima preliminare. A marzo l'indice era salito dello 0,3% congiunturale e dello 0,8% tendenziale. L'indice armonizzato Ipca è salito dello 0,5% su mese e dello 0,6% su anno, confermando la stima preliminare. A marzo era salito del 2,3% congiunturale e dello 0,9% tendenziale. L'inflazione acquisita per il 2018 è pari a +0,7% per l'indice generale e +0,5% per la componente di fondo. https://www.milanofinanza.it/news/confermata-la-frenata-dell-inflazione-in-eurozona-piazza-affari-peggiora-201805161124333407


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