Dossier Calabria 11 2010

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IL PUNTO

Stiamo pensando alla destagionalizzazione del turismo. La Calabria deve tornare a essere appetibile e spendibile in Italia e all’estero

lavorare, al fine di rafforzare le sinergie tra la portanti risorse per dare un politica e la macchina della giustizia. Prima di tutto, però, ritengo che sia necessario avviare un nuovo processo culturale, principalmente sui giovani. E oltre alla ‘ndrangheta non bisogna sottovalutare la cosiddetta “zona grigia”, la borghesia mafiosa che per troppo tempo ha tenuto in ostaggio la Calabria. Sono convinto, però, che se ogni componente pone in essere azioni concrete, ognuno nel rispetto del proprio ruolo, la criminalità si può sconfiggere». Qual è invece nel complesso lo stato di salute dell’economia regionale? Che contributo è giunto quest’anno dal turismo estivo? «Sul turismo puntiamo tantissimo. È una delle priorità per il decollo della Calabria. Stiamo infatti pensando alla destagionalizzazione del turismo. Il nostro progetto è ambizioso e la Calabria deve tornare a essere appetibile e spendibile in Italia e all’estero. L’economia della nostra regione passa soprattutto attraverso lo sviluppo di questo comparto, basti pensare che gran parte dei Comuni, in Calabria, soprattutto quelli costieri, vivono grazie al turismo. Ma oggi al di là dei mesi estivi non riusciamo a vendere il prodotto; eppure il clima mite della nostra regione consente di estendere il periodo di vacanza a periodi ben più lunghi dei due classici mesi estivi. Ci sono tanti settori di nicchia su cui sarebbe opportuno puntare, da quello termale a quello religioso passando per il turismo congressuale oltre ovviamente a sole, mare e beni culturali, di cui la regione è particolarmente ricca. Turismo ed economia sono strettamente collegati. Anche se è in corso una crisi che investe non solo la Calabria, ma che coinvolge tutta l’Italia. Oggi, però, abbiamo la possibilità di impegnare im-

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buon contributo alla ripresa». Da dove deve partire qualsiasi strategia di rilancio? «Innanzitutto sono convinto che per ottenere risultati significativi serva una strategia comune. È necessario pianificare interventi mirati e condivisi da tutti gli attori del territorio. Abbiamo messo in campo azioni finalizzate al rilancio dell’economia calabrese per un ammontare di circa 100 milioni di euro. Gli interventi, individuati con la concertazione dei settori produttivi, riguardano la semplificazione normativa, gli incentivi per nuovi investimenti, l’accesso al credito, la ristrutturazione del debito bancario, misure anticrisi e distretti produttivi. Le azioni elaborate testimoniano la sensibilità messa in campo per aggredire le criticità nella regione e dare respiro alla nostra economia». Nel frattempo la disoccupazione in regione continua a raggiungere picchi preoccupanti, in particolare quella giovanile (65,2%). In che direzione vanno i due bandi recentemente pubblicati? In generale, quali politiche vanno messe in campo per invertire la rotta? «È terminata l’era dei contributi a pioggia: il piano per l’occupazione prevede cinque bandi finalizzati a creare dai 7mila ai 9mila nuovi posti di lavoro nel settore privato entro la fine del 2010. Un progetto di sostegno all’occupazione calabrese che comporta una spesa di quasi 150 milioni di euro tra fondi regionali, statali ed europei. Abbiamo fatto la scelta di


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